Telegrammi. 534
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- Date: Sat, 23 Apr 2011 00:32:49 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 534 del 23 aprile 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Contro il nucleare, la guerra e il razzismo si e' svolto il 22 aprile a Viterbo un incontro di studio
2. Piero Calamandrei: Epigrafi per donne, uomini e citta' della Resistenza
3. Mao Valpiana: Ventottesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare
4. Maria G. Di Rienzo: C'e' riscatto nella voce
5. Barbara Antonelli: Le madri dei tulipani a Teheran
6. Associazione italiana medici per l'ambiente: Subito acqua dearsenificata per rispettare il diritto alla salute delle popolazioni
7. Per sostenere il Movimento Nonviolento
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. CONTRO IL NUCLEARE, LA GUERRA E IL RAZZISMO SI E' SVOLTO IL 22 APRILE A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO
Venerdi' 22 aprile si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di studio contro il nucleare, contro la guerra e contro il razzismo.
Al termine dell'incontro e' stato ribadito l'impegno a difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, ed in primo luogo il diritto a non essere uccisi; il diritto a vivere una vita dignitosa, responsabile e solidale in un mondo non degradato; il diritto e il dovere di prendersi cura della biosfera, unica casa comune dell'umanita' intera.
I partecipanti all'incontro hanno confermato l'impegno ad opporsi alla guerra e al razzismo con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, con la pratica della solidarieta'.
I partecipanti all'incontro hanno anche confermato l'impegno ad informare e sensibilizzare la popolazione in relazione ai referendum di giugno, referendum che e' assolutamente necessario che vedano la vittoria dei si' in difesa della biosfera, dei beni comuni, dei diritti umani, della legalita' democratica, della civile convivenza.
2. MEMORIA. PIERO CALAMANDREI: EPIGRAFI PER DONNE, UOMINI E CITTA' DELLA RESISTENZA
[I testi che qui ancora una volta riproponiamo sono estratti dal libro di discorsi, scritti ed epigrafi di Piero Calamandrei, Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente ristampato da Laterza, Bari 1977 (l'edizione da cui citiamo), poi riproposto da Linea d'ombra, Milano 1994, e nuovamente da Laterza nel 2006.
Piero Calamandrei, nato a Firenze nel 1889 ed ivi deceduto nel 1956, avvocato, giurista, docente universitario, antifascista limpido ed intransigente, dopo la Liberazione fu costituente e parlamentare, fondatore ed animatore della rivista "Il Ponte", impegnato nelle grandi lotte civili. Dal sito dell'Anpi di Roma (www.romacivica.net/anpiroma) riprendiamo la seguente notizia biografica su Piero Calamandrei: "Nato a Firenze nel 1889. Si laureo' in legge a Pisa nel 1912; nel 1915 fu nominato per concorso professore di procedura civile all'Universita' di Messina; nel 1918 fu chiamato all'Universita' di Modena, nel 1920 a quella di Siena e nel 1924 alla nuova Facolta' giuridica di Firenze, dove ha tenuto fino alla morte la cattedra di diritto processuale civile. Partecipo' alla Grande Guerra come ufficiale volontario combattente nel 218mo reggimento di fanteria; ne usci' col grado di capitano e fu successivamente promosso tenente colonnello. Subito dopo l'avvento del fascismo fece parte del consiglio direttivo dell'"Unione Nazionale" fondata da Giovanni Amendola. Durante il ventennio fascista fu uno dei pochi professori che non ebbe ne' chiese la tessera continuando sempre a far parte di movimenti clandestini. Collaboro' al "Non mollare", nel 1941 aderi' a "Giustizia e Liberta'" e nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'Azione. Assieme a Francesco Carnelutti e a Enrico Redenti fu uno dei principali ispiratori dei Codice di procedura civile del 1940, dove trovarono formulazione legislativa gli insegnamenti fondamentali della scuola di Chiovenda. Si dimise da professore universitario per non sottoscrivere una lettera di sottomissione al duce che gli veniva richiesta dal Rettore del tempo. Nominato Rettore dell'Universita' di Firenze il 26 luglio 1943, dopo l'8 settembre fu colpito da mandato di cattura, cosicche' esercito' effettivamente il suo mandato dal settembre 1944, cioe' dalla liberazione di Firenze, all'ottobre 1947. Presidente del Consiglio nazionale forense dal 1946 alla morte, fece parte della Consulta Nazionale e della Costituente in rappresentanza del Partito d'Azione. Partecipo' attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d'inchiesta e della Commissione per la Costituzione. I suoi interventi nei dibattiti dell'assemblea ebbero larga risonanza: specialmente i suoi discorsi sul piano generale della Costituzione, sugli accordi lateranensi, sulla indissolubilita' del matrimonio, sul potere giudiziario. Nel 1948 fu deputato per "Unita' socialista". Nel 1953 prese parte alla fondazione del movimento di "Unita' popolare" assieme a Ferruccio Parri, Tristano Codignola e altri. Accademico nazionale dei Lincei, direttore dell'Istituto di diritto processuale comparato dell'Universita' di Firenze, direttore con Carnelutti della "Rivista di diritto processuale", con Finzi, Lessona e Paoli della rivista "Il Foro toscano" e con Alessandro Levi del "Commentario sistematico della Costituzione italiana", nell'aprile del 1945 fondo' la rivista politico-letteraria "Il Ponte". Mori' a Firenze nel 1956". Tra le opere di Piero Calamandrei segnaliamo particolarmente Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente ristampato da Laterza, Roma-Bari 1977, poi riproposto da Linea d'ombra, Milano 1994, e nuovamente ripubblicato da Laterza nel 2006]
VIVI E PRESENTI CON NOI
FINCHE' IN LORO
CI RITROVEREMO UNITI
MORTI PER SEMPRE
PER NOSTRA VILTA'
QUANDO FOSSE VERO
CHE SONO MORTI INVANO
(In limine al libro Uomini e citta' della Resistenza)
*
DA QUESTA CASA
OVE NEL 1925
IL PRIMO FOGLIO CLANDESTINO ANTIFASCISTA
DETTE ALLA RESISTENZA LA PAROLA D'ORDINE
NON MOLLARE
FEDELI A QUESTA CONSEGNA
COL PENSIERO E COLL'AZIONE
CARLO E NELLO ROSSELLI
SOFFRENDO CONFINI CARCERI ESILII
IN ITALIA IN FRANCIA IN SPAGNA
MOSSERO CONSAPEVOLI PER DIVERSE VIE
INCONTRO ALL'AGGUATO FASCISTA
CHE LI RICONGIUNSE NEL SACRIFICIO
IL 9 GIUGNO 1937
A BAGNOLES DE L'ORNE
MA INVANO SI ILLUSERO GLI OPRESSORI
DI AVER FATTO LA NOTTE SU QUELLE DUE FRONTI
QUANDO SPUNTO' L'ALBA
SI VIDERO IN ARMI
SU OGNI VETTA D'ITALIA
MILLE E MILLE COL LORO STESSO VOLTO
VOLONTARI DELLE BRIGATE ROSSELLI
CHE SULLA FIAMMA RECAVANO IMPRESSO
GRIDO LANCIATO DA UN POPOLO ALL'AVVENIRE
GIUSTIZIA E LIBERTA'
(Epigrafe sulla casa dei fratelli Rosselli, in Firenze, via Giusti n. 38)
*
GIUSTIZIA E LIBERTA'
PER QUESTO MORIRONO
PER QUESTO VIVONO
(Epigrafe sulla tomba dei fratelli Rosselli, nel cimitero di Trespiano - Firenze)
*
NON PIU' VILLA TRISTE
SE IN QUESTE MURA
SPIRITI INNOCENTI E FRATERNI
ARMATI SOL DI COSCIENZA
IN FACCIA A SPIE TORTURATORI CARNEFICI
VOLLERO
PER RISCATTARE VERGOGNA
PER RESTITUIR DIGNITA'
PER NON RIVELARE IL COMPAGNO
LANGUIRE SOFFRIRE MORIRE
NON TRADIRE
(Epigrafe sulla villa di via Bolognese, a Firenze - dove fu la sede della banda Carita' - nella quale Enrico Bocci fu torturato: e che fu chiamata in quei mesi "Villa triste")
*
GIANFRANCO MATTEI
DOCENTE UNIVERSITARIO DI CHIMICA
NELL'ORA DELL'AZIONE CLANDESTINA
FECE DELLA SUA SCIENZA
ARMA PER LA LIBERTA'
COMUNIONE COL SUO POPOLO
SILENZIOSA SCELTA DEL MARTIRIO
SU QUESTA CASA OVE NACQUE
RIMANGANO INCISE
LE ULTIME PAROLE SCRITTE NEL CARCERE
QUANDO SOTTRASSE AL CARNEFICE
E INVITTA CONSEGNO' ALL'AVVENIRE
LA CERTEZZA DELLA SUA FEDE
"SIATE FORTI - COME IO LO FUI"
Milano 11 dicembre 1916 - Roma febbraio 1944
(Epigrafe sulla casa di Milano, ove nacque l'11 dicembre 1916 Gianfranco Mattei)
*
LA MADRE
QUANDO LA SERA TORNAVANO DAI CAMPI
SETTE FIGLI ED OTTO COL PADRE
IL SUO SORRISO ATTENDEVA SULL'USCIO
PER ANNUNCIARE CHE IL DESCO ERA PRONTO
MA QUANDO IN UN UNICO SPARO
CADDERO IN SETTE DINANZI A QUEL MURO
LA MADRE DISSE
NON VI RIMPROVERO O FIGLI
D'AVERMI DATO TANTO DOLORE
L'AVETE FATTO PER UN'IDEA
PERCHE' MAI PIU' NEL MONDO ALTRE MADRI
DEBBAN SOFFRIRE LA STESSA MIA PENA
MA CHE CI FACCIO QUI SULLA SOGLIA
SE PIU' LA SERA NON TORNERETE
IL PADRE E' FORTE E RINCUORA I NIPOTI
DOPO UN RACCOLTO NE VIENE UN ALTRO
MA IO SONO SOLTANTO UNA MAMMA
O FIGLI CARI
VENGO CON VOI
(Epigrafe dettata per il busto, collocato nella sala del consiglio del Comune di Campegine, di Genoveffa Cocconi, madre dei sette fratelli Cervi, morta di dolore poco dopo la loro fucilazione)
*
A POCHI METRI DALL'ULTIMA CIMA
AVVOLTA NEL NEMBO
QUALCUNO PIU' SAGGIO DISSE SCENDIAMO
MA LIVIO COMANDA
QUANDO UN'IMPRESA SI E' COMINCIATA
NON VALE SAGGEZZA
A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE
DALLA MONTAGNA NERA
DOPO DIECI ANNI DAL PRIMO CONVEGNO
S'AFFACCIANO LE OMBRE IN VEDETTA
L'HANNO RICONOSCIUTO
SVENTOLANO I VERDI FAZZOLETTI
RICANTAN LE VECCHIE CANZONI
E' LIVIO CHE SALE
E' IL LORO CAPO
CHE PER NON RINUNCIARE ALLA VETTA
TRA I MORTI GIOVANI
GIOVANE ANCH'EGLI
E' VOLUTO RESTARE
ASCIUGHIAMO IL PIANTO
GUARDIAMO SU IN ALTO
IN CERCA DI TE
COME TI VIDERO I TEDESCHI FUGGENTI
FERMO SULLA RUPE
LE SPALLE QUADRATE MONTANARE
LA MASCHIA FRONTE OSTINATA
L'OCCHIO ACCESO DI DOLCE FIEREZZA
FACCI UN CENNO LIVIO
SE VACILLEREMO
A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE
ANCHE SE QUESTO
E'
MORIRE
(Epigrafe per la morte di Livio Bianco avvenuta nel luglio del 1953, per una sciagura di montagna)
*
DALL'XI AGOSTO MCMXLIV
NON DONATA MA RICONQUISTATA
A PREZZO DI ROVINE DI TORTURE DI SANGUE
LA LIBERTA'
SOLA MINISTRA DI GIUSTIZIA SOCIALE
PER INSURREZIONE DI POPOLO
PER VITTORIA DEGLI ESERCITI ALLEATI
IN QUESTO PALAZZO DEI PADRI
PIU' ALTO SULLE MACERIE DEI PONTI
HA RIPRESO STANZA
NEI SECOLI
(Epigrafe apposta dopo la liberazione sulla parete di Palazzo Vecchio che guarda Via dei Gondi, a Firenze)
*
SULLE FOSSE DEL VOSTRO MARTIRIO
NEGLI STESSI CAMPI DI BATTAGLIA
O SUPPLIZIATI DI BELFIORE
O VOLONTARI DI CURTATONE E MONTANARA
DOPO UN SECOLO
MANTOVA VI AFFIDA
QUESTI SUOI CADUTI DELLA GUERRA PARTIGIANA
COME VOI SONO ANDATI INCONTRO ALLA MORTE
A FRONTE ALTA CON PASSO SICURO
SENZA VOLTARSI INDIETRO
ACCOGLIETELI OMBRE FRATERNE
SONO DELLA VOSTRA FAMIGLIA
MUTANO I VOLTI DEI CARNEFICI
RADETZKY O KESSELRING
VARIANO I NOMI DELLE LIBERAZIONI
RISORGIMENTO O RESISTENZA
MA L'ANELITO DEI POPOLI E' UNO
NELLA STORIA DOVE I SECOLI SONO ATTIMI
LE GENERAZIONI SI TRASMETTONO
QUESTA FIAMMA RIBELLE
PATIBOLI E TORTURE NON LA SPENGONO
DOPO CENT'ANNI
QUANDO L'ORA SPUNTA
I CIMITERI CHIAMANO LIBERTA'
DA OGNI TOMBA BALZA UNA GIOVANE SCHIERA
L'AVANZATA RIPRENDE
FINO A CHE OGNI SCHIAVITU' SARA' BANDITA
DAL MONDO PACIFICATO
(Epigrafe murata nella sala del Palazzo Provinciale di Mantova nel primo decennale della Resistenza, giugno 1954)
*
RITORNO DI KESSELRING
NON E' PIU' VERO NON E' PIU' VERO
O FUCILATI DELLA RESISTENZA
O INNOCENTI ARSI VIVI
DI SANT'ANNA E DI MARZABOTTO
NON E' PIU' VERO
CHE NEL ROGO DEI CASALI
DIETRO LE PORTE INCHIODATE
MADRI E CREATURE
TORCENDOSI TRA LE FIAMME
URLAVANO DISPERATAMENTE PIETA'
AI CAMERATI GUASTATORI
CHE SI GLORIARONO DI QUELLE GRIDA
SIA RESA ALFINE GIUSTIZIA
RIPRENDANO TORCE ED ELMETTI
SI SCHIERINO IN PARATA
ALTRI ROGHI DOVRANNO ESSERE ACCESI
PER LA FELICITA' DEL MONDO
NON PIU' FIORI PER LE VOSTRE TOMBE
SONO STATI TUTTI REQUISITI
PER FARE LA FIORITA
SULLE VIE DEL LORO RITORNO
LI COMANDERA' ANCORA
COLL'ONORE MILITARE
CUCITO IN ORO SUL PETTO
IL CAMERATA KESSELRING
IL VOSTRO ASSASSINO
*
IL MONUMENTO A KESSELRING
LO AVRAI
CAMERATA KESSELRING
IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI
MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRA'
A DECIDERLO TOCCA A NOI
NON COI SASSI AFFUMICATI
DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO
NON COLLA TERRA DEI CIMITERI
DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI
RIPOSANO IN SERENITA'
NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE
CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO
NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI
CHE TI VIDE FUGGIRE
MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI
PIU' DURO D'OGNI MACIGNO
SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO
GIURATO FRA UOMINI LIBERI
CHE VOLONTARI SI ADUNARONO
PER DIGNITA' NON PER ODIO
DECISI A RISCATTARE
LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO
SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE
AI NOSTRI POSTI CI RITROVERAI
MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO
CHE SI CHIAMA
ORA E SEMPRE
RESISTENZA
(Lapide murata nel Palazzo Comunale di Cuneo il 21 dicembre 1952)
*
ALL'OMBRA DI QUESTE MONTAGNE
IL 12 SETTEMBRE 1943
POCHI RIBELLI QUI CONVENUTI
ARMATI DI FEDE E NON DI GALLONI
FURONO LA PRIMA PATTUGLIA
DELLA RESISTENZA PIEMONTESE
CHE DOPO DUE INVERNI
CON DUCCIO E LIVIO AL COMANDO
PER OGNI CADUTO CENTO SOPRAGGIUNTI
DIVENTO'
L'ESERCITO DI GIUSTIZIA E LIBERTA'
DILAGANTE VITTORIOSO IN PIANURA
NEL PRIMO DECENNALE
I VIVI SALUTANO I MORTI
DORMITE IN PACE COMPAGNI
L'IMPEGNO DI MARCIARE INSIEME
VERSO L'AVVENIRE
NON E' CADUTO
(Epigrafe murata sulla Chiesa di Madonna del Colletto, inaugurata il 27 settembre 1953 con un discorso di Ferruccio Parri)
*
CONTRO OGNI RITORNO
INERMI BORGATE DELL'ALPE
ASILO DI RIFUGIATI
PRESE D'ASSALTO COI LANCIAFIAMME
ARSI VIVI NEL ROGO DEI CASALI
I BAMBINI AVVINGHIATI ALLE MADRI
FOSSE NOTTURNE SCAVATE
DAGLI ASSASSINI IN FUGA
PER NASCONDERVI STRAGI DI TRUCIDATI INNOCENTI
QUESTO VI RIUSCI'
S. TERENZIO BERGIOLA ZERI VINCA
FORNO MOMMIO TRAVERDE S. ANNA S. LEONARDO
SCRIVETE QUESTI NOMI
SON LE VOSTRE VITTORIE
MA ESPUGNARE QUESTE TRINCEE DI MARMO
DI DOVE IL POPOLO APUANO
CAVATORI E PASTORI
E LE LORO DONNE STAFFETTE
TUTTI ARMATI DI FAME E DI LIBERTA'
VI SFIDAVA BEFFARDO DA OGNI CIMA
QUESTO NON VI RIUSCI'
ORA SUL MARE SON TORNATI AL CARICO I VELIERI
E NELLE CAVE I BOATI DELLE MINE
CHIAMAN LAVORO E NON GUERRA
MA QUESTA PACE NON E' OBLIO
STANNO IN VEDETTA
QUESTE MONTAGNE DECORATE DI MEDAGLIE D'ORO
AL VALORE PARTIGIANO
TAGLIENTI COME LAME
IMMACOLATO BALUARDO SEMPRE ALL'ERTA
CONTRO OGNI RITORNO
(Epigrafe scolpita sul marmo della stele commemorativa delle Fosse del Frigido, inaugurata il 21 ottobre 1954)
*
FANTASMI
NON RAMMARICATEVI
DAI VOSTRI CIMITERI DI MONTAGNA
SE GIU' AL PIANO
NELL'AULA OVE FU GIURATA LA COSTITUZIONE
MURATA COL VOSTRO SANGUE
SONO TORNATI
DA REMOTE CALIGINI
I FANTASMI DELLA VERGOGNA
TROPPO PRESTO LI AVEVAMO DIMENTICATI
E' BENE CHE SIANO ESPOSTI
IN VISTA SU QUESTO PALCO
PERCHE' TUTTO IL POPOLO
RICONOSCA I LORO VOLTI
E SI RICORDI
CHE TUTTO QUESTO FU VERO
CHIEDERANNO LA PAROLA
AVREMO TANTO DA IMPARARE
MANGANELLI PUGNALI PATIBOLI
VENT'ANNI DI RAPINE DUE ANNI DI CARNEFICINE
I BRIGANTI SUGLI SCANNI I GIUSTI ALLA TORTURA
TRIESTE VENDUTA AL TEDESCO
L'ITALIA RIDOTTA UN ROGO
QUESTO SI CHIAMA GOVERNARE
PER FAR GRANDE LA PATRIA
APPRENDEREMO DA FONTE DIRETTA
LA STORIA VISTA DALLA PARTE DEI CARNEFICI
PARLERANNO I DIPLOMATICI DELL'ASSE
I FIERI MINISTRI DI SALO'
APRIRANNO
I LORO ARCHIVI SEGRETI
DI OGNI IMPICCATO SAPREMO LA SEPOLTURA
DI OGNI INCENDIO SI RITROVERA' IL PROTOCOLLO
CIVITELLA SANT'ANNA BOVES MARZABOTTO
TUTTE IN REGOLA
SAPREMO FINALMENTE
QUANTO COSTO' L'ASSASSINIO
DI CARLO E NELLO ROSSELLI
MA FORSE A QUESTO PUNTO
PREFERIRANNO RINUNCIARE ALLA PAROLA
PECCATO
QUESTI GRANDI UOMINI DI STATO
AVREBBERO TANTO DA RACCONTARE
(Epigrafe pubblicata sul "Ponte" dopo le elezioni politiche del 7 giugno 1953)
3. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: VENTOTTESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
La guerra non si ferma. La guerra delle armi contro l'umanita' (in Libia, in Afghanistan) e la guerra del nucleare contro la natura (a Cernobyl, a Fukushima).
Il digiuno prosegue. Il digiuno di chi vuole iniziare a disarmare se stesso; il digiuno che e' il primo passo del disarmo unilaterale.
Sono piu' di 120 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare".
Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione almeno fino a sabato 30 aprile. Ma altri ancora si stanno aggiungendo, e si proseguira' oltre. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Bolzano a Catania, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.
La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 28 giorni.
Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).
Di seguito l'elenco dei digiunanti aggiornato alle ore 20 del 22 aprile 2011.
Hanno finora digiunato a staffetta: Mao Valpiana (Verona), Caterina Del Torto (Ferrara - Verona), Elisabetta Pavani (Ferrara), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Lucia Grieco (Mestre - Venezia), Sergio Paronetto (Verona), Daniele Lugli (Ferrara), Maddalena Soffi (Verona), Domenico Letizia (Caserta), Alessandro Pizzi (Soriano - Viterbo), Luca Giusti (Genova), Massimiliano Pilati (Trento), Piercarlo Racca (Torino), Angela Dogliotti Marasso (Torino), Enrico Peyretti (Torino), Rocco Pompeo (Livorno), Caterina Bianciardi (Livorno), Mirella Martini (Mestre - Venezia), Vincenzo Benciolini (Verona), Gabriella Falcicchio (Bari), Albachiara Orlando e Stefano Daga (Oristano), Gavina Galleri (Cagliari), Giovanni e Graziella Ricchiardi (Torino), Mira Mondo (Condove - Torino), Claudia Pallottino (Torino), Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi), Pier Cesare Bori (Bologna), Marzia Manca (Cagliari), Tommaso Gradi (Ferrara), Laura Cappellari (Pedavena - Verona), Aurora Bedeschi (Ferrara), Marco Baleani (Gubbio), Silvana Valpiana (Verona), Claudia Capra (Brescia), Paolo Predieri (Brescia), Adriano Moratto (Brescia), Anna Zonari (Ferrara), Tiziana Valpiana (Verona), Marina Nardovino (Verona), Carmine Buro (Prato), Pier Cesare Bori (Bologna), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Maria Erminia Satta (Tempio Pausania), Andrea Zanetti (Orvieto), Lucia Agrati (Roma), Claudia Bernacchi (Padova), Marzia Manca (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Ignazio Carta (Cagliari), Frate Antonio Santini (Trieste), Ettorina Rubino (Trieste), Massimiliano Brignone (Torino), Danilo Villa (Monza), Maria Grazia Misani (Monza), Stefano Panozzo (Padova - Bruxelles), Tiziana Cimolino (Trieste), Francesca Cimolino (Trieste), Arianna Salan (Verona), Beatrice Pascucci (Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Liliana Obad (Trieste), Gianfranco Aldrovandi (Guastalla), Paolo Predieri (Brescia), Pier Cesare Bori (Bologna), Giorgio Pellis (Trieste), Marzia Manca (Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Marco Baleani (Gubbio), Paola, Giovanni, Benedetta Baleani (Gubbio), Alessandro Capuzzo (Trieste), Giorgio Pellis (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Claudia Pallottino (Torino), Massimiliano Brignone (Torino), Serena Pulcini (Trieste), Gloria Germani (San Casciano - Firenze), Teresa Piras (Iglesias), Edvino Ugolini (Trieste), Cristina Cometti (Milis - Oristano), Enrico Peyretti (Torino), Peppe Sini (Viterbo), Pasquale Dioguardi (Livorno), Mao Valpiana (Verona), Jolanda Spallitta (Alessandria), Enrico Gabbioneta (Sesto ed Uniti - Cremona), Raffaele Barbiero (Forli' - Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Tiziana Cimolino (Trieste), Rosaria Totino (Trieste), Antonio Poce (Ferentino - Frosinone), Tiziana Valpiana (Verona), Alessandro Natalini (Perugia), Loretta Viscuso (Verona), Cinzia Picchioni (Torino), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Salerno), Liliana Obad (Trieste), Caterina Giustolisi (Firenze), Andrea Ferralasco (Genova), Paolo Predieri (Brescia), Loredana Caletti (Sesto ed Uniti - Cremona), Antonio Santini (Trieste), Luciano Ferluga (Trieste), Tonino Bisceglia (Varazze - Savona), Furio Semerari (Bari), Gabriella Falcicchio (Bari), Gianni D'Elia (Rivalta di Torino), Ettorina Rubino (Trieste), Alessio Di Florio (Casalbordino - Chieti), Andrea Salvoni (Barga - Lucca), Marzia Manca (Cagliari), Samuele Venturi (Castel San Pietro Terme - Bologna), Graziella Prendivoi (Trieste), Luca Dorizzi (Verona), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bellini (Ferrara), frate Antonio Santini (Trieste), Francesco Spagnolo (Roma), Adriano Moratto (Brescia), Francesco Montanari (provincia Pesaro-Urbino), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari), Francesco Comina (Bolzano/Bozen), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Luca Alberghi (Faenza - Ravenna), Massimiliano Brignone (Barbania - Torino), Claudia Pallottino (Barbania - Torino), Cinzia Picchioni (Torino), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Lorenzo Porta (Firenze), Massimiliano Pilati (Lavis - Trento), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Silvana Valpiana (Verona), Elena Buccoliero (Ferrara), Daniele Lugli (Ferrara).
Proseguono: sabato 23 aprile: Maria Longhi (Vicenza), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Antonio Saulle (Trieste); domenica 24 aprile: Antonio Santini (Trieste); lunedi' 25 aprile: Liliana Obad (Trieste); martedi' 26 aprile: Maddalena Soffi (Verona), Michele Boato (Mestre), Maurizio Grotta (Verona); mercoledi' 27 aprile: Anna Bellini (Ferrara); sabato 30 aprile: Ignazio Carta (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari).
Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Pasquale Dioguardi digiunera' tutti i lunedi'; Anna Bellini e Marco Rizzinelli digiuneranno tutti i mercoledi'; Marco Baleani, Teresa Gargiulo, Raffaele Ibba e Giovanni Mannino digiuneranno tutti i venerdi'. Alessandro Natalini digiunera' un giorno a settimana.
4. RIFLESSIONE. MARIA G. DI RIENZO: C'E' RISCATTO NELLA VOCE
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Cfr. il suo blog lunanuvola.wordpress.com Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]
Di recente l'allegro Pinocchio che abbiamo come capo del governo ha presenziato ad una cerimonia in cui si premiavano degli studenti universitari. Non mi interessa in modo particolare seguire i suoi spostamenti, ma il fatto era riportato in tre quotidiani italiani come se si trattasse di tre notizie diverse. Nel primo, che titolava qualcosa del genere "Show del premier" (siamo l'unico paese al mondo che si fa governare da cabarettisti), sembrava che l'illustre ospite avesse deliziato la platea studentesca ed il commentatore sottolineava le sue grandi capacita' comunicative; nel secondo si parlava di "accoglienza tiepida" e la platea dei presenti era descritta come uno specchio delle opinioni di un paese ahinoi diviso a meta'; nel terzo non si riusciva a capire cosa fosse realmente accaduto, forse un flop e forse no, perche' la narrazione consisteva in sostanza delle arzigogolate, ed altrettanto confuse, opinioni del reporter sul mondo intero.
In se', ripeto, non e' neppure qualcosa su cui valga sprecare tempo e inchiostro, il vero problema e' che tutte le notizie in Italia passano attraverso questo processo di manipolazione, infiocchettatura ed inscatolamento, di modo che noi non si possa mai sapere quel che succede. Mi sono quindi presa la briga di vedere se altri - la stampa estera - avevano notato, e come, l'esempio che mi era caduto sott'occhio. Ebbene si', ma facendo giornalismo, cosa di cui in Italia si e' perso il gusto.
*
Fra i tanti, vi cito solo "Newsweek", che come sapete non e' organo di un partito comunista ne' bollettino eversivo in fotocopia.
17 aprile 2011, autore del pezzo non menzionato.
Titolo "Siamo trattate come prosciutto".
Estratto dall'articolo:
"La sapete quella dell'italiano che tenta di insegnare ad un tedesco come si seduce una bella donna?", chiede Silvio Berlusconi agli studenti universitari durante la cerimonia di premiazione. Fa una pausa, alza un sopracciglio, tentenna la testa, fa l'occhiolino: e poi sforna una battuta su sesso orale e calici da champagne. La barzelletta fa fiasco. La stanza e' silenziosa. "Questa e' la versione annacquata", dice lui, tentando di rimediare, "La versione originale e' molto piu' divertente, come potete immaginare".
Pochi minuti dopo ci prova di nuovo, sorridendo scioccamente a due ragazze bionde che sono la' per ritirare premi per la loro eccellenza negli studi: "Congratulazioni", dice loro, "Voi due siete favolose. Sto pensando di invitarvi ad un bunga-bunga". Si riferisce ai suoi scandalosi festini sessuali ed ottiene risatine imbarazzate in uno sconfortante silenzio. A Berlusconi e' sempre piaciuto raccontare barzellette. Ma le donne italiane non ridono piu'.
(...) La rabbia si legge nei sondaggi. Il consenso delle donne a Berlusconi e' crollato dal 48% dell'anno scorso al 27% attuale, il peggior risultato di sempre.
(...) Arcidonna ha denunciato Berlusconi, lo scorso mese, per 25 anni di abusi sulle donne italiane. "Il modo in cui il Primo Ministro si comporta, accusato ora di prostituzione minorile, e' il colpo finale", dice Valeria Ajovalasit, presidente del gruppo di donne.
(...) I media italiani sono saturi di nudi femminili. Enormi cartelloni pubblicitari mostrano le donne in pose seduttive, a gambe aperte. I programmi radio sono infiorati di gemiti orgasmici. Le donne che appaiono in televisione hanno un rapporto stoffa-pelle nuda che farebbe arrossire Caligola. Nel suo doppio ruolo di proprietario dei mezzi di informazione e di capo di stato italiano, Berlusconi ha modellato piu' di chiunque altro lo scenario mediatico. Fra i programmi televisivi che offriva negli anni '70 c'era uno spettacolo di quiz dove una casalinga si toglieva un capo di abbigliamento ogni volta in cui un concorrente maschio rispondeva correttamente a una domanda. Il format dei programmi televisivi, da allora, non e' cambiato: gli uomini sono alla ribalta, partecipanti e vincitori, le donne sono sullo sfondo a togliersi i vestiti in silenzio.
(...) Secondo il rapporto del World Economic Forum sul divario di genere globale, in relazione ai diritti delle donne l'Italia si situa al 74mo posto, dietro la Colombia, il Peru' e la Romania. Gli indicatori includono la parita' nei salari, la partecipazione alla forza lavoro e la violenza domestica. Altre statistiche rivelano che il 95% degli uomini italiani non ha mai usato una lavatrice, e che mentre le donne passano in media 21 ore la settimana a fare lavori domestici, gli uomini si arrestano a 4 ore".
*
Cosi' "Newsweek".
Il giornalista si prende la briga, com'è logico in chi sappia che mestiere fa, di intervistare donne italiane che i suoi lettori hanno sentito nominare (editrici, politiche, attrici), di citare le posizioni ed i silenzi della Ministra per le Pari Opportunita', di menzionare le proteste popolari, ed il titolo lo prende pari pari da un commento di Lorella Zanardo: "Le donne in televisione sono trattate come pezzi di prosciutto".
E' un buon pezzo sull'intreccio fra media, costume e politica, e ha chiaro da subito quali sono i soggetti principali che devono essere sentiti, se si parla di degrado e di uso e consumo dell'immagine femminile, cioe' le donne. Cosa che nessuno dei tre articoli menzionati in apertura ha fatto, pur situandosi i giornali in cui sono apparsi sull'intero spettro politico a nostra disposizione (destra - finto indipendente - sinistra).
"Il silenzio e' tutto cio' di cui abbiamo terrore. C'e' riscatto nella voce" (Emily Dickinson).
5. ESPERIENZE. BARBARA ANTONELLI: LE MADRI DEI TULIPANI A TEHERAN
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) col titolo "Iran. Le madri dei tulipani" e il sommario "Vestite di nero, con i ritratti di mariti, figli e fratelli scomparsi o uccisi, ogni sabato dall'estate 2009 manifestano nel Parco Laleh, a Tehran. Piangono e lottano per le centinaia di iraniani vittime del governo.
Barbara Antonelli, Giornalista pubblicista, collabora con diverse testate on-line e vive tra Roma e Gerusalemme. Ha lavorato come addetta alla comunicazione per la Focsiv e poi come assistente di Luisa Morgantini seguendo la questione israelo-palestinese]
La liberazione dei prigionieri per i reati di opinione, il processo ai responsabili delle incarcerazioni, torture e uccisioni avvenute dopo le elezioni presidenziali del giugno 2009, l'abolizione della tortura e della condanna a morte. Sono queste le richieste delle Madri di Parco Laleh.
Come le Madri argentine di Plaza de Mayo, come le Donne in Nero nate a Gerusalemme alla fine degli anni Ottanta, e le donne curde del Galata Sarai, a Istanbul, con le foto dei loro figli scomparsi. Come loro, le Madri in lutto iraniane, le madri del sabato, non permettono che l'ingiustizia subita dai loro mariti, figli, fratelli venga dimenticata.
Oltre 6.000 iraniani sono stati arrestati a partire dal giugno 2009, secondo i dati diffusi dall'organizzazione Human Rights Watch. Molti di loro rimangono in detenzione senza alcuna specifica accusa.
86 persone sono state uccise dall'inizio del 2011, secondo i dati diffusi da sei organizzazioni in difesa dei diritti umani (tra cui Hrw, Amnesty, Reporters Without Borders). Almeno otto tra quelli uccisi a gennaio erano prigionieri politici, accusati di "moharebeh" cioe' di "ostilita' a Dio".
Maryam Hekmatshoar, attivista iraniana trapiantata in Germania, del gruppo a sostegno delle Madri del Parco Laleh racconta: "Nel 2009 dopo le elezioni presidenziali in Iran, quando si scopri' che quelle elezioni erano state truccate, centinaia di migliaia di manifestanti scesero in piazza a Tehran, e tante donne accorsero per sostenere le Madaran Azadar, le madri in lutto".
Il 20 giugno, Neda Agha-Soltan, una ragazza che manifestava a Tehran, nei pressi del Parco Laleh (il Parco dei Tulipani), durante le proteste duramente represse dalle autorita', fu brutalmente uccisa e la sua morte ripresa da un video amatoriale che ha fatto il giro del mondo. Una settimana dopo le madri che non avevano avuto il permesso di seppellire i loro figli vittime di quelle repressioni, ne' di piangerli, decisero di manifestare in quel luogo, nel Parco dei Tulipani. Contro gli arresti di massa dei dissidenti, contro una politica repressiva che nega alle associazioni e ai movimenti anche di manifestare. Contro chi non ha permesso alle famiglie nemmeno di rivedere i corpi dei propri cari.
Una decisione nata e sostenuta dall'appello di Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace 2003, che nel corso di una manifestazione a luglio del 2009, da Amsterdam, invito' le donne di tutto il mondo a ritrovarsi nello stesso giorno e alla stessa ora, ogni sabato alle 18, in un parco delle loro citta'. Cosi' altre donne in paesi europei si sono mobilitate per dare voce alle Madri del Parco Laleh, organizzando gruppi di sostegno e proteste nei parchi di tutto il mondo, a Oslo, Dortmund, Francoforte, Amburgo, Londra, Parigi, Vienna, Los Angeles. In Italia quell'appello e' stato raccolto dalle Donne in Nero, che a fine febbraio hanno rilanciato una campagna a loro sostegno. "Non solo in segno di solidarieta' - spiega Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo - ma perche' ci riconosciamo nella forza che le donne hanno nel respingere la violenza".
Dal giugno del 2009 le madri iraniane, in silenzio, vestite di nero, con in mano i ritratti dei loro figli uccisi o incarcerati si sono radunate ogni sabato. Per mesi. La polizia governativa ha cominciato ad assalirle, maltrattarle, arrestarle ripetutamente, ma loro hanno continuato. A meta' gennaio sempre Amnesty lancio' un appello per la liberazione di 33 madri, malmenate dalla polizia (dieci finirono in ospedale) e incarcerate nel centro di Vozara (a Tehran). Ora le autorita' iraniane hanno deciso che nemmeno la protesta silenziosa e pacifica e' piu' consentita.
"Sono idealmente le madri di tutti gli iraniani, dei condannati a morte, dei torturati, dei prigionieri politici. Non piangono ne' chiedono giustizia solo per i loro figli ma per tutti quelli che sono stati dimenticati, che non hanno nemmeno piu' una madre che pianga per loro", spiega ancora Maryam Hekmatshoar.
Tra le donne iraniane in prigione ancora oggi, ci sono attiviste, avvocate, giornaliste, studentesse. "Come e' avvenuto per una mia stretta collaboratrice - spiega Shirin Ebadi - Nasrin Sotudeh, che conosco da oltre venti anni e che da sempre combatte contro la pena di morte". Nasrin e' in carcere da oltre 6 mesi, condannata a 11 anni di reclusione e 20 di interdizione dalla professione di avvocato. "Nei giorni successivi al suo arresto (avvenuto a settembre 2010, ndr) - continua Ebadi - le hanno chiesto di testimoniare contro se stessa, lei non ha accettato e la persona che la interrogava ha giurato che avrebbe chiesto al giudice di darle piu' di 10 anni di carcere. I tribunali iraniani non sono indipendenti, ma 'a disposizione' degli agenti governativi. Ho presentato il suo caso all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e Navy Pillay ha promesso di dare assoluta priorita' al caso di Nasrin".
In carcere, Nasrin ha rifiutato di mettere la benda sugli occhi per incontrare i suoi familiari, quindi le autorita' le hanno negato tutte le visite; solo a meta' febbraio e' riuscita a vedere i suoi figli, di 4 e 11 anni, per la prima volta da settembre.
"Dopo la Cina, l'Iran e' il paese con il piu' alto numero di pene capitali - spiega il Premio Nobel - negli ultimi due anni le esecuzioni sono triplicate, e tra le persone giustiziate vi sono anche i detenuti politici, tra cui anche minori. In Iran infatti l'eta' della responsabilita' penale e' molto bassa, 15 anni per i maschi e 9 anni per le femmine, questo vuol dire che se una bambina commette un reato, puo' essere giustiziata".
Il sito ufficiale in lingua inglese delle Madri del Parco Laleh e': www.madaraneparklale.org
6. AMBIENTE E SALUTE. ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICI PER L'AMBIENTE: SUBITO ACQUA DEARSENIFICATA PER RISPETTARE IL DIRITTO ALLA SALUTE DELLE POPOLAZIONI
[Dall'Associazione italiana medici per l'ambiente (per contatti: isde.viterbo at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo in merito al problema arsenico nelle acque destinate a consumo umano ed erogate nei Comuni del Viterbese fa nuovamente presente quanto segue:
- l'arsenico e' classificato dall'Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) come cancerogeno certo di classe 1 e posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute (una consistente documentazione scientifica lo correla anche ai tumori del fegato e del colon);
- l'assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata, e' indicata anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche e neurocomportamentali, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche;
- il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, dal dicembre 2003 ha abbassato il limite previsto per l'arsenico nelle acque potabili da 50 a 10 microgrammi/litro, proprio in considerazione della sua cancerogenicita' e dell'evidente rischio per la salute umana;
- in un decennio di deroghe non sono stati realizzati nella provincia di Viterbo interventi efficaci e definitivi per la soluzione di questo grave problema sanitario pur essendo questo un preciso compito di enti ed istituzioni locali e regionali; ogni deroga, anche quella ultima del 22 marzo 2011 della Commissione Europea, aveva e ha come presupposto e condizione vincolante per la sua validita' e concessione, la piu' ampia informazione alle popolazioni, il divieto assoluto di uso di acqua con valori superiori a 10 microgrammi/litro di arsenico a tutte le donne in gravidanza (l'arsenico passa la barriera placentare ed emato-encefalica), ai bambini fino a tre anni e alle industrie alimentari.
Premesso quanto sopra, e poiche' il valore dell'arsenico nelle acque non e' stabile ma soggetto a notevoli e spesso improvvise oscillazioni, anche in relazioni ad eventi meteorologici, e dato che tutti i Comuni del viterbese hanno usufruito del regime della deroga fin dal 2003, e' del tutto logico ed evidente che non si possono utilizzare in modo falsamente rassicurante risultati di sporadici esami sulle acque che mostrano valori di arsenico tra 10 e 20 microgrammi/litro (limite massimo consentito solo in via transitoria dalla Commissione Europea con le prescrizioni di cui sopra e valido fino al 31 dicembre 2012).
L'Associazione italiana medici per l'ambiente, nel denunciare il grave, annoso e colpevole ritardo di interventi volti alla soluzione definitiva di questo problema e il costante tentativo di nasconderne e minimizzarne i reali rischi sanitari, chiede che se ne accertino le responsabilita', e che si attuino immediatamente tutti i provvedimenti necessari a dearsenificare l'acqua destinata a consumo umano e che nel frattempo si provveda urgentemente a forme alternative di approvvigionamento idrico, anche mediante autobotti, per tutta la popolazione della provincia di Viterbo e in particolare per i neonati, i bambini, i malati e le donne in gravidanza, le industrie alimentari.
E' necessario inoltre, come stabilito per legge, che siano effettuati controlli e verifiche, costanti e puntuali, circa la qualita' dell'acqua consumata attualmente dalle donne in gravidanza, dai bambini e utilizzata da tutte le industrie alimentari e gli esercizi pubblici.
L'Associazione italiana medici per l'ambiente rivolge inoltre un forte appello a tutti gli enti e le istituzioni per una sempre piu' stretta vigilanza circa l'attuazione di quanto stabilito dalle vigenti normative italiane ed europee in materia di tutela della salute pubblica.
*
Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo
Viterbo, 22 aprile 2011
7. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.
Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Massimo Campanini, Il pensiero islamico contemporaneo, Il Mulino, Bologna 2005, 2009, pp. 212, euro 11,50.
- Ulrich Rudolph, La filosofia islamica, Il Mulino, Bologna 2006, pp. 150, euro 10.
*
Riletture
- Jean Giono, Il disertore, Guanda, Parma 1997, pp. 96.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 534 del 23 aprile 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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