Telegrammi. 531



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 531 del 20 aprile 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Una sola umanita': accogliere ed assistere tutti i migranti

2. Ora e sempre: no alla guerra

3. Il nucleare e' un crimine contro l'umanita'

4. Via il governo dell'eversione dall'alto, via il governo della prostituzione onnicorruttrice, via il governo della devastazione della biosfera, via il governo della guerra assassina e del colpo di stato razzista

5. Mao Valpiana: Venticinquesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare

6. Il ministro con le ali esterna ancora

7. Graziella Gaballo: Lina Borgo Guenna

8. Liviana Gazzetta: Gualberta Alaide Beccari

9. Liviana Gazzetta: Giorgina Craufurd Saffi

10. Fiorella Imprenti: Carolina Annoni

11. Fiorella Imprenti: Santina Volonteri

12. Per sostenere il Movimento Nonviolento

13. Segnalazioni librarie

14. La "Carta" del Movimento Nonviolento

15. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. UNA SOLA UMANITA': ACCOGLIERE ED ASSISTERE TUTTI I MIGRANTI

 

L'Europa non e' fuori del mondo. E il mondo e' abitato dall'umanita'.

Vi e' una sola umanita'. In un'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

E' dovere morale e civile accogliere ed assistere tutti i migranti.

Accogliere ed assistere tutti i migranti: vi e' una sola umanita'.

 

2. EDITORIALE. ORA E SEMPRE: NO ALLA GUERRA

 

La guerra consiste dell'uccisione di esseri umani.

Uccidere esseri umani e' un crimine.

La guerra e' il piu' grave delitto contro l'umanita'.

E' diritto e dovere di ogni essere umano opporsi ad ogni uccisione.

E' diritto e dovere di ogni essere umano opporsi alla guerra.

 

3. EDITORIALE. IL NUCLEARE E' UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'

 

Hiroshima e Nagasaki.

Cernobyl e Fukushima.

I morti e le aree contaminate per gli esperimenti nucleari.

I morti e le aree contaminate per le centrali nucleari.

I morti e le aree contaminate dai proiettili all'uranio impoverito.

Le scorie radioattive.

Le bombe atomiche nelle mani dei dittatori e delle mafie.

Le armi atomiche che di per se' rendono dittatoriali e mafiosi i poteri che le possiedono.

Il nucleare e' un crimine contro l'umanita'.

 

4. EDITORIALE. VIA IL GOVERNO DELL'EVERSIONE DALL'ALTO, VIA Il GOVERNO DELLA PROSTITUZIONE ONNICORRUTTRICE, VIA IL GOVERNO DELLA DEVASTAZIONE DELLA BIOSFERA, VIA IL GOVERNO DELLA GUERRA ASSASSINA E DEL COLPO DI STATO RAZZISTA

 

Proviamo a descrivere la situazione italiana con l'oggettivita' dell'osservatore che dice cio' che vede.

Vi e' un governo, e una maggioranza parlamentare con esso solidale, che vuole distruggere il principio dell'uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge; e per ottenerlo non esita a scatenare un attacco eversivo contro il potere giudiziario con l'obiettivo di imporre un totalitarismo di nuovo genere e di antica tradizione, in cui nelle sole mani del capo del governo e' ogni potere pubblico senza controllo alcuno.

Vi e' un capo del governo abituato a rapporti fondati sull'acquisto degli esseri umani, come fossero null'altro che schiavi, bestiame, inerti merci, zolla che si puo' frantumare per gioco. Nel piu' assoluto disprezzo delle leggi e della morale, nel piu' assoluto disprezzo della verita' e della dignita' umana, nel piu' assoluto disprezzo dei corpi e delle anime.

Vi e' una politica (e un'economia) saccheggiatrice che sta devastando e inquinando la biosfera a ritmi vertiginosi, una politica (e un'economia) che in breve tempo portera' l'umanita' alla catastrofe.

Nonostante la legge fondamentale della Repubblica lo proibisca, l'Italia sta partecipando a guerre terroriste e stragiste, in Afghanistan e in Libia; sta cooperando con poteri criminali nella commissione di massacri; rifornisce di armi dittatori, golpisti e mafiosi.

E sempre nonostante che la legge fondamentale della Repubblica lo proibisca, l'Italia sta perseguitando i migranti fino a provocare la morte di innumerevoli innocenti. Una persecuzione di tale violenza da essere arrivata alla negazione del piu' fondamentale dei diritti umani, il diritto di ogni essere umano a salvare la propria vita; il colpo di stato razzista culminato in Italia nella legge 94/2009; il colpo di stato razzista che nega accoglienza ed assistenza a quanti fuggono dalla morte per fame, da dittature e guerre; il colpo di stato razzista che e' giunto a dichiarare "criminali" degli esseri umani del tutto innocenti solo perche' non possiedono un foglio di carta; il colpo di stato razzista che consegna nelle mani delle mafie e rende schiavi innumerevoli innocenti; il colpo di stato razzista che causa la morte di innumerevoli innocenti nel braccio di mare che separa l'Europa dall'Africa.

Questo governo criminale e criminogeno, questo governo barbaro e golpista, questo governo grottesco e feroce, questo governo va costretto alle dimissioni.

*

Questo governo va costretto alle dimissioni.

Con la forza della verita'.

Con la forza della legalita'.

Con la forza della democrazia.

Con la scelta della nonviolenza, che difende ed invera i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Con la scelta della nonviolenza, che ad ogni violenza si oppone.

 

5. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: VENTICINQUESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Prosegue e si rafforza il digiuno nonviolento per opporsi alla guerra e al nucleare. Con il digiuno non ci si oppone solo a parole, ma con tutto il proprio essere, anima e corpo, spirito e carne, pensieri e sangue. Il digiuno mobilita tutte le nostre energie, le nostre forze, le nostre idee, per opporsi integralmente alla guerra e al nucleare.

Sono piu' di cento le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare".

Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione almeno fino a sabato 23 aprile. Ma altri ancora si stanno aggiungendo, e si proseguira' oltre. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Bari, da Cagliari a Verona, da Venezia a Roma.

La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 25 giorni.

La guerra fra gli uomini (in Libia e in Afghanistan) e con la natura (a Fukushima e a Cernobyl) e' un crimine contro l'umanita'. La nonviolenza fra gli uomini e con la natura e' la via di salvezza per l'umanita'. Il digiuno e' una delle strade per la nonviolenza.

Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).

*

Di seguito l'elenco dei digiunanti aggiornato alle ore 18,30 del 19 aprile 2011.

Hanno finora digiunato a staffetta: Mao Valpiana (Verona), Caterina Del Torto (Ferrara - Verona), Elisabetta Pavani (Ferrara), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Lucia Grieco (Mestre - Venezia), Sergio Paronetto (Verona), Daniele Lugli (Ferrara), Maddalena Soffi (Verona), Domenico Letizia (Caserta), Alessandro Pizzi (Soriano - Viterbo), Luca Giusti (Genova), Massimiliano Pilati (Trento), Piercarlo Racca (Torino), Angela Dogliotti Marasso (Torino), Enrico Peyretti (Torino), Rocco Pompeo (Livorno), Caterina Bianciardi (Livorno), Mirella Martini (Mestre - Venezia), Vincenzo Benciolini (Verona), Gabriella Falcicchio (Bari), Albachiara Orlando e Stefano Daga (Oristano), Gavina Galleri (Cagliari), Giovanni e Graziella Ricchiardi (Torino), Mira Mondo (Condove - Torino), Claudia Pallottino (Torino), Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi), Pier Cesare Bori (Bologna), Marzia Manca (Cagliari), Tommaso Gradi (Ferrara), Laura Cappellari (Pedavena - Verona), Aurora Bedeschi (Ferrara), Marco Baleani (Gubbio), Silvana Valpiana (Verona), Claudia Capra (Brescia), Paolo Predieri (Brescia), Adriano Moratto (Brescia), Anna Zonari (Ferrara), Tiziana Valpiana (Verona), Marina Nardovino (Verona), Carmine Buro (Prato), Pier Cesare Bori (Bologna), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Maria Erminia Satta (Tempio Pausania), Andrea Zanetti (Orvieto), Lucia Agrati (Roma), Claudia Bernacchi (Padova), Marzia Manca (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Ignazio Carta (Cagliari), Frate Antonio Santini (Trieste), Ettorina Rubino (Trieste), Massimiliano Brignone (Torino), Danilo Villa (Monza), Maria Grazia Misani (Monza), Stefano Panozzo (Padova - Bruxelles), Tiziana Cimolino (Trieste), Francesca Cimolino (Trieste), Arianna Salan (Verona), Beatrice Pascucci (Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Liliana Obad (Trieste), Gianfranco Aldrovandi (Guastalla), Paolo Predieri (Brescia), Pier Cesare Bori (Bologna), Giorgio Pellis (Trieste), Marzia Manca (Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Marco Baleani (Gubbio), Paola, Giovanni, Benedetta Baleani (Gubbio), Alessandro Capuzzo (Trieste), Giorgio Pellis (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Claudia Pallottino (Torino), Massimiliano Brignone (Torino), Serena Pulcini (Trieste), Gloria Germani (San Casciano - Firenze), Teresa Piras (Iglesias), Edvino Ugolini (Trieste), Cristina Cometti (Milis - Oristano), Enrico Peyretti (Torino), Peppe Sini (Viterbo), Pasquale Dioguardi (Livorno), Mao Valpiana (Verona), Jolanda Spallitta (Alessandria), Enrico Gabbioneta (Sesto ed Uniti - Cremona), Raffaele Barbiero (Forli' - Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Tiziana Cimolino (Trieste), Rosaria Totino (Trieste), Antonio Poce (Ferentino - Frosinone), Tiziana Valpiana (Verona), Alessandro Natalini (Perugia), Loretta Viscuso (Verona), Cinzia Picchioni (Torino), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Salerno), Liliana Obad (Trieste), Caterina Giustolisi (Firenze), Andrea Ferralasco (Genova), Paolo Predieri (Brescia), Loredana Caletti (Sesto ed Uniti - Cremona), Antonio Santini (Trieste), Luciano Ferluga (Trieste), Tonino Bisceglia (Varazze - Savona), Furio Semerari (Bari), Gabriella Falcicchio (Bari), Gianni D'Elia (Rivalta di Torino), Ettorina Rubino (Trieste), Alessio Di Florio (Casalbordino - Chieti), Andrea Salvoni (Barga - Lucca), Marzia Manca (Cagliari), Samuele Venturi (Castel San Pietro Terme - Bologna), Graziella Prendivoi (Trieste), Luca Dorizzi (Verona).

Proseguono: mercoledi' 20 aprile: Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bellini (Ferrara), frate Antonio Santini (Trieste); giovedi' 21: Mao Valpiana (Verona), Francesco Spagnolo (Roma), Adriano Moratto (Brescia); venerdi' 22 aprile: Francesco Montanari (provincia Pesaro-Urbino), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari), Francesco Comina (Bolzano/Bozen), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Luca Alberghi (Faenza - Ravenna), Massimiliano Brignone (Barbania - Torino), Cinzia Picchioni (Torino); sabato 23 aprile: Maria Longhi (Vicenza).

Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Pasquale Dioguardi digiunera' tutti i lunedi'; Marco Rizzinelli digiunera' tutti i mercoledi'; Marco Baleani e Raffaele Ibba digiuneranno tutti i venerdi'. Alessandro Natalini digiunera' un giorno a settimana.

 

6. RIFLESSIONE. IL MINISTRO CON LE ALI ESTERNA ANCORA

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Riferiscono le cronache locali che il ministro dei Trasporti ancora una volta esterna in pro della realizzazione di un mega-aeroporto a Viterbo.

Un mega-aeroporto nocivo e distruttivo, insensato e illegale.

Un mega-aeroporto che massacrerebbe irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame cantato da Dante, un bene dell'umanita' intera.

*

Sara' quindi necessario replicare con la forza della verita' ricordando al ministro, e a tutti i manutengoli della lobby speculativa e vandalica del mega-aeroporto, che la realizzazione del mega-aeroporto nel cuore dell'area del Bulicame avrebbe come immediate e disastrose conseguenze:

a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano;

b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante;

c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali;

d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta');

e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu';

f) uno sperpero colossale di soldi pubblici;

g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.

*

Quell'area va invece tutelata nel modo piu' adeguato: istituendovi un parco naturalistico, archeologico e termale; e fin d'ora respingendo ogni operazione speculativa, inquinante, devastatrice, illecita.

*

Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 19 aprile 2011

Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org

 

7. PROFILI. GRAZIELLA GABALLO: LINA BORGO GUENNA

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it

Graziella Gaballo, "gia' insegnante di materie letterarie, e' ricercatrice storica e collaboratrice dell'"Istituto per la storia della resistenza e della societa' contemporanea" in provincia di Alessandria, redattrice di "Quaderno di storia contemporanea" e socia della Societa' italiana delle storiche (Sis) e della Societa' Italiana per lo studio della storia contemporanea (Sissco). Si e' occupata, in particolare, di storia di genere, storia resistenziale e didattica della storia, e su questi temi ha pubblicato numerosi saggi e monografie"]

 

Lina Borgo Guenna (Novi Ligure (Alessandria) 1869 - Asti 1932).

Pedagogista e organizzatrice di istituzioni educative, Lina (Carmelina) Guenna nasce a Novi Ligure il primo giugno 1869, in una famiglia nota per le attivita' imprenditoriali e per le frequentazioni con personalita' della cultura - quali il musicista Romualdo Marenco, il drammaturgo Paolo Giacometti e lo storico, archeologo e uomo di scuola Gianfrancesco Capurro - nonche' della massoneria laica e riformista; trascorre i suoi primi anni in un ambiente culturalmente molto ricco e fertile.

La famiglia dopo la morte improvvisa del padre - che aveva sempre privilegiato l'espressivita' musicale piuttosto che gli affari, facendo si' che l'azienda familiare passasse di mano - subisce un forte tracollo economico: vedova e figli devono vendere il palazzo in cui abitano, trasferendosi come affittuari in poche camere all'ultimo piano. Lina si cerca un'occupazione, e inizia, a soli tredici anni, a lavorare in un asilo infantile; ma affianca il lavoro con gli studi, intrapresi privatamente, che la portano a conseguire la "patente per l'insegnamento". Sono questi gli anni in cui incomincia ad acquisire quelle competenze pedagogiche e a maturare quegli ideali socialisti che l'accompagneranno per tutta la vita. E sui suoi interessi e le sue curiosita' si fonda la sua preparazione culturale eclettica e profonda, ma non accademica, e supportata da una grande apertura mentale.

Ben presto si conquista sul campo meriti ed esperienze nel settore dell'organizzazione scolastica: la troveremo infatti, dieci anni dopo, vicedirettrice dell'appena nato Asilo Garibaldi di Novi Ligure. Nel frattempo si era fidanzata con Enrico Borgo, di Alessandria, che sposera', nel settembre del 1895.

Ad Alessandria, dove si trasferisce dopo il matrimonio, Lina trova un contesto particolarmente favorevole ed accogliente, positivamente influenzato dagli ideali e dai programmi socialisti, espressi pure nella gestione dell'amministrazione comunale; e qui ella svolge attivita' all'interno di organizzazioni sociali ed educative, collabora al foglio democratico locale "Il Fuoco" e da' prova anche delle sue non comuni doti comunicative e oratorie presso l'Universita' Popolare, dove tiene lezioni e conferenze, riscuotendo grande successo. In questi stessi anni, inoltre, viene a contatto con illustri pacifisti come il futuro Premio Nobel per la Pace Ernesto Teodoro Moneta: sara' con lui nel maggio del 1904 al Convegno nazionale delle Societa' per la Pace che si tenne a Torino, e nel 1906 in occasione dell'Esposizione Internazionale di Milano, nell'ambito del Padiglione della Pace allestito dallo stesso studioso milanese.

Le numerose gravidanze e maternita' che affronta nel frattempo (nove furono i figli partoriti, di cui solo sei i sopravvissuti) non attenuano il suo impegno sociale e civico: e nel 1905, quando avviene la laicizzazione delle Opere Pie alessandrine, accetta la nomina a direttrice del servizio laico e svolge l'incarico assegnatole con grande impegno, serieta' e competenza, rivelando ottime doti organizzative.

Ma nel 1910 Lina rimane improvvisamente vedova a soli 41 anni, per di piu' incinta del sesto figlio. Come dopo la morte del padre, sa reagire con forza: accetta la proposta di dirigere un asilo d'infanzia voluto dai vetrai - giunti ad Asti da Livorno - per i propri figli e significativamente intitolato a Francisco Ferrer, pedagogista anarchico ucciso in Spagna nel 1909 e divenuto subito simbolo della nuova educazione libertaria negli ambienti anarchici di tutta Europa.

Nel 1911 Lina si trasferisce quindi ad Asti, con i suoi sei figli, tra cui la neonata Enrica, e la suocera che l'aiuta nella cura dei bambini. Qui ha inizio la fase piu' intensa e complessa della sua vita e del suo lavoro: nei suoi vent'anni di permanenza ad Asti, infatti, svolge una funzione originale ed insostituibile nel sistema educativo della citta', sostenendo il diritto all'educazione dei figli delle famiglie operaie, visto anche come strumento essenziale per il miglioramento della societa', e costruendo dal nulla istituzioni laiche, di cui via via assume la direzione, dimostrando un'originale progettualita' didattica, una notevole capacita' gestionale, e capacita' diplomatiche nei rapporti con le istituzioni; organizza inoltre anche apprezzate attivita' culturali pubbliche in campo teatrale e musicale a beneficio della scuola.

Sotto la sua direzione, l'Asilo Ferrer diventa una struttura educativa all'avanguardia, fortemente innovativa: Lina, contraria ad un'impostazione spontaneista, giunge a strutturare un proprio metodo con precisi orientamenti didattici rivolti a formare il bambino alla disciplina della mente, alla conoscenza, all'autonomia dei comportamenti, e nel contempo a lasciare molto spazio alla libera espressione artistica: metodo che prende avvio dalla sintesi di correnti pedagogiche diverse - dalla concezione anarchica al positivismo, da Vittorino da Feltre a Pestalozzi a Froebel - mentre la sua formazione pedagogica avviene contestualmente alla pratica educativa, propensa, piuttosto che alla teorizzazione preliminare, a sperimentare e a riflettere a posteriori sui risultati; e lei stessa progetta e costruisce materialmente, insieme alle maestre, ingegnosi sussidi didattici. In questo senso fu critica nei confronti dell'impianto eccessivamente teorico-scientifico del metodo di Maria Montessori - pedagogista tanto piu' nota e fortunata di lei.

Ma, oltre che occuparsi degli orientamenti educativi, Lina Borgo doveva dedicare molto del suo tempo anche all'analisi delle economie gestionali, e far fronte ad emergenze varie, legate in particolare al periodo bellico - durante il quale l'asilo riesce ad accedere a sovvenzioni statali, modificando anche la propria intitolazione in Educatorio Infantile - ad esempio accogliendo gli orfani e i figli dei richiamati, le cui madri andavano a sostituire in fabbrica i mariti soldati. Nel corso del 1916, l'Educatorio oltre all'Asilo apre anche un doposcuola per ragazzi della scuola elementare, con la distribuzione della refezione scolastica per i figli dei soldati e delle famiglie bisognose; inoltre, vengono accolti anche gli orfani di guerra. Infine, la fase forse piu' drammatica: l'epidemia della febbre spagnola. Lina da' tutta se stessa in un momento tanto problematico, in cui le responsabilita' delle cure sanitarie si assommano a quelle organizzative e pedagogiche.

Il poderoso lavoro da lei svolto durante la guerra le valse, nel corso del 1920 e del 1921, molti riconoscimenti, tra cui quello della Federazione pro infanzia e il diploma di benemerenza assegnatole dal Ministero dell'Istruzione.

Affermatosi il fascismo, Lina Borgo riesce a difendere grazie all'autorevolezzza acquisita l'impostazione pedagogica dell'Educatorio, e le autorita' fasciste, pur imponendo la rimozione delle lapidi filo-anarchiche (che finirono in cantina per sempre) e le loro regole gestionali, non contrastarono i suoi programmi e, anzi, espressero nei confronti di Lina Borgo - che mai aderi' pubblicamente al partito fascista, a differenza di due dei suoi figli che furono fascisti convinti - deferenza e stima, tanto da assegnare a lei nel 1929 - dopo l'istituzione ad Asti dell'Opera nazionale maternita' e infanzia, creata nel 1925 - anche l'incarico di direttrice dell'Asilo nido, aperto nella palazzina di fronte all'Educatorio.

Alla sua morte, il 12 gennaio 1932, a 62 anni, le fu intitolato l'Educatorio e Asti la ricordo' anche dedicandole una via.

Bibliografia: Agnese Argenta, Graziella Gaballo, Laurana Lajolo, Luciana Ziruolo, Lina Borgo Guenna. Un'esperienza educativa laica, Israt, Asti 2009; Graziella Gaballo, Una novese da riscoprire: Lina Guenna Borgo, educatrice laica, in "In Novitate", n. 49, maggio 2010.

 

8. PROFILI. LIVIANA GAZZETTA: GUALBERTA ALAIDE BECCARI

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it

Liviana Gazzetta, padovana, laureata in Filosofia a Padova nel 1986 e in Storia a Venezia nel 1996 con una tesi dal titolo "La donna forte. Modelli femminili nella precettistica cattolica nella seconda meta' dell'800 in Italia", insegnante di storia e filosofia nei licei, fa parte della Societa' Italiana delle Storiche. Tra le opere di Liviana Gazzetta: Madre e cittadina. Una concezione dell'emancipazione alle origini del primo movimento politico delle donne in Italia, "Venetica. Annuario di storia delle Venezia in eta' contemporanea", XI, 1994; La rivoluzione pacifica: istruzione, lavoro ed emancipazione femminile nella rivista "La donna", "Bollettino del Museo civico di Padova", LXXXIV, 1995; con V. Maggiolo, Il lavoro femminile in Italia. La donna italiana nella famiglia, nella societa', nel mondo del lavoro all'epoca delle grandi trasformazioni industriali. Materiali per una didattica modulare, La Nuova Italia, 1999; "Il ben ammaestrare i fanciulli e' riformare il mondo". Gli istituti educativi cattolici nell'Ottocento, in Filippini, N. M., Plebani T. (a cura di), La scoperta dell'infanzia. Cura, educazione e rappresentazione. Venezia 1750-1930, Marsilio, 1999. Dal medesimo sito della Enciclopedia delle donne riprendiamo la seguente voce: "Liviana Gazzetta e' dottore di ricerca e insegnante nella scuola secondaria superiore. Dopo alcuni studi sulla storia del primo movimento politico delle donne in Italia, tra cui, in particolare, la monografia su Giorgina Saffi. Contributo alla storia del mazzinianesimo femminile (F. Angeli, 2003), si e' occupata di storia del movimento cattolico femminile, pubblicando vari contributi, tra i quali la monografia Elena da Persico (Cierre 2005) e il saggio Fede e fortezza. Il movimento cattolico femminile tra ortodossia ed eterodossia, nel volume collettaneo Donne sulla scena pubblica. Societa' e politica in Veneto tra '700 e '800 (F. Angeli, 2006). Nell'ambito del dottorato in storia sociale europea dell'Universita' Ca' Foscari ha condotto una ricerca sull'azione cattolica femminile in area veneta durante il fascismo. E' tra le fondatrici dell'Archivio storico Gualberta Beccari di Padova e socia Sis". Cfr. anche i suoi testi in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 295 (monografico)]

 

Gualberta Alaide Beccari (Padova 1842 - 1906).

Protagonista della nascita del movimento emancipazionista italiano, Gualberta Beccari nacque a Padova, da genitori di fede mazziniana. Non segui' alcun corso regolare di studi superiori, ma compi' una sorta di apprendistato letterario e politico grazie alle molte letture personali e ancor piu' in quanto segretaria del padre, noto traduttore e adattatore di commedie dal francese, nonche' direttore della patavina Compagnia dei Solerti, nella quale recitava anche la madre. Allo scoppio della seconda guerra d'indipendenza Gualberta emigra con la famiglia a Modena, in territorio insorto, dove il padre continua la sua attivita' teatrale anche tra le file dell'esercito regio in cui si e' arruolato. Tornata a Padova dopo l'annessione del Veneto, vi fonda nell'aprile del '68 il noto periodico "La donna" (1868-1891), che per anni - anche dopo i trasferimenti a Venezia e poi a Bologna - fu il principale organo del movimento per l'emancipazione femminile in Italia e annovero' tra le sue collaboratrici esponenti quali Anna Maria Mozzoni, Elena Ballio, Luisa Tosco e Giorgina Saffi.

Ardente mazziniana, la Beccari orienta la sua attivita' tanto in campo giornalistico che letterario, impegnandosi in particolare per la formazione della "madre cittadina", necessaria a suo avviso nella nuova Italia nata dal Risorgimento nazionale. Scrive opere teatrali, come E' storia o Un caso di divorzio, in cui mette in scena le sue convinzioni e i suoi ideali di progresso ed emancipazione. Tra il '75 e il '76 dirige la rivista "Il Tesoro delle Giovani Madri. Giornale illustrato delle spose e delle famiglie", mentre conduce il suo "La donna" a schierarsi apertamente per una cittadinanza femminile piena, rivendicando anche la partecipazione delle donne alla sfera politica, pur tra gli attacchi della stampa clericale e moderata. Impegnata personalmente e con il suo giornale nella campagna per l'abolizione della prostituzione di stato, campagna che coinvolse insieme (per la prima volta nella storia dell'Italia contemporanea) uomini e donne di orientamento democratico e repubblicano, sostenne il metodo froebeliano, della coeducazione, come la parificazione salariale tra maestre e maestri e si espresse contro l'insegnamento religioso di tipo confessionale nelle scuole, pur dichiarando che la donna costituisce una sorta di "sacerdote naturale".

Per vent'anni a partire dal 1886 Gualberta Beccari diresse anche il giornalino per ragazzi "Mamma", nel quale coinvolse alcune tra le collaboratrici della rivista emancipazionista e in cui cerco' di dare traduzione alle sue idee educative in fatto di formazione morale e di preparazione civile delle nuove generazioni; tra il '96 e il '97 fondo' anche una "biblioteca educativa per ragazzi del popolo" intitolata a Clotide Tambroni. Affetta da una malattia di origine nervosa che per tutta la vita ne aveva limitato le possibilita', muore sola nelle vicinanze di Bologna dando aiuto ad un bambino bisognoso.

Bibliografia: M. Schwegman, Gualberta Alaide Beccari. Emancipazionista e scrittrice, Pisa, Domus Mazziniana 1996; L. Gazzetta, La rivoluzione pacifica: istruzione, lavoro ed emancipazione femminile nella rivista "La donna", in "Bollettino del Museo Civico di Padova", LXXXIV (1995), pp. 249-270; Ead., Figure e correnti dell'emancipazionismo post-unitario in Donne sulla scena pubblica. Societa' e politica in Veneto tra Sette e Ottocento, a cura di N. M. Filippini, Milano, Franco Angeli 2006, pp. 138-183.

 

9. PROFILI. LIVIANA GAZZETTA: GIORGINA CRAUFURD SAFFI

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it]

 

Giorgina Craufurd Saffi (Firenze 1827 - 1911).

La vita di Giorgina ruoto' intorno a una fedelta' intransigente agli ideali mazziniani, tanto nella sfera personale e familiare, quanto in quella civile e politica.

Il padre era funzionario del Commissariato britannico per le isole Jonie, e la famiglia soggiornava frequentemente a Firenze, dove Giorgina nacque.

Nell'orientare Giorgina a favore della causa italiana ebbe un ruolo fondamentale l'attivita' della madre, Sophia Churchill, che collaboro' attivamente ai comitati mazziniani e ai gruppi femminili inglesi favorevoli alla causa italiana, ma prima ancora l'incontro con Giuditta Sidoli, la nota patriota e madre infelice, gia' collaboratrice politica e amante di Mazzini.

Giorgina dimostro' la tempra del suo carattere a partire dall'iniziale scontro con la famiglia che - pur cosi' attiva per l'unita' italiana - contrastava la sua relazione con il mazziniano Aurelio Saffi, e via via in molteplici situazioni di impegno pubblico che resero proverbiale la sua capacita' di presa sulla sensibilita' altrui e la resero una seguace esemplare del "Maestro".

Se negli ambienti dei comitati inglesi e nella sua stessa famiglia aveva trovato gia' una riflessione sull'autonomia e i diritti femminili, le idee di Mazzini diedero organicita' alla sua concezione dell'emancipazione femminile tanto che, dall'impresa di Garibaldi in Italia meridionale e per circa due decenni, Giorgina venne ad assumere un ruolo di guida delle forze femminili del partito, organizzando comitati per "l'impresa continentale del Generale" e poi per "il riscatto di Roma e Venezia" - insieme a Laura Solera, a Elena Sacchi, a Sara Nathan - e continuando a rivolgersi ai giovani repubblicani. Finita la stagione rivoluzionaria, divenne presidente della societa' di mutuo soccorso femminile di Forli', rivendicando costantemente il ruolo femminile nella nuova Italia: ruolo che potrebbe essere sintetizzato nell'idea della "madre-cittadina", una donna che, pur nell'indiscussa centralita' della missione familiare, doveva poter esercitare piena autonomia personale e piena cittadinanza civile e politica nel nuovo stato. Non a caso la Saffi sara' a lungo sostenitrice e collaboratrice di Gualberta Beccari e del suo periodico "La donna", primo giornale emancipazionista d'Italia, nonche' grande amica di Giacinta Pezzana, che recito' anche nel ruolo di Amleto. Sostenne inoltre la campagna abolizionista contro la prostituzione di stato in nome di un'opera generale di riabilitazione individuale e collettiva, ma anche la battaglia contro la diffusione del movimento del Libero Pensiero tra le file emancipazioniste. Sopravvissuta a lungo al marito, dedico' gli ultimi anni della vita al riordino e pubblicazione degli scritti di lui.

Bibliografia: L. Mariani, Il tempo delle attrici. Emancipazionismo e teatro in Italia tra Ottocento e Novecento, Bologna 1991; L. Gazzetta, Giorgina Saffi. Contributo alla storia del mazzinianesimo femminile, Milano 2003; Ead., Sposa, madre, cittadina esemplare. Il mazzinianesimo femminile tra maternita' e cittadinanza, in corso di stampa.

 

10. PROFILI. FIORELLA IMPRENTI: CAROLINA ANNONI

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it

Fiorella Imprenti e "dottore di ricerca in Storia delle donne e dell'identita' di genere. Si occupa di storia del movimento operaio tra Ottocento e Novecento e del rapporto tra donne e istituzioni, collaborando con l'Universita' statale di Milano e diversi enti di ricerca. Ha pubblicato per Franco Angeli il volume Operaie e socialismo. Milano, le leghe femminili e la Camera del Lavoro (2007) e il saggio Competizione in famiglia. Socialisti e unioniste nel riformismo giolittiano, in E. Scaramuzza (a cura di), Politica e amicizia. Relazioni, conflitti e differenze di genere (2009). Per Biblion Edizioni ha curato il volume Nilde Iotti. Presidente: dalla Cattolica a Montecitorio (2010), per Unicopli il saggio Cronache di lavoratrici in lotta nella Milano della grande guerra (2010)"]

 

Carolina Annoni (Bollate (Milano) ? - Milano 1955).

Carolina Annoni si trasferi' presto nel capoluogo lombardo con la famiglia, in cerca di lavoro, e fin da ragazzina si impiego' come operaia tessile. In fabbrica si avvicino' al mondo delle leghe e al movimento operaio, entrando nella lega cittadina delle tessitrici e nell'Associazione generale delle operaie. Qui conobbe Ersilia Majno, che cercava di riformare lo statuto dell'Associazione in modo da spostare l'asse decisionale in favore delle lavoratrici.

A cavallo del secolo, Carolina Annoni si affermo' come leader delle tessitrici milanesi, capeggiando gli scioperi negli stabilimenti ed entrando nelle rappresentanze territoriali: nel 1898 venne infatti eletta nella Commissione esecutiva della Camera del Lavoro, circa un mese prima dei moti del maggio. Contemporaneamente, Carolina Annoni si avvicino' al socialismo e nel 1901 sottoscrisse la petizione presentata alla direzione milanese del partito, affinche' venisse costituita una federazione femminile, ma la proposta venne ignorata. Inizio' un periodo di attivismo febbrile: nel 1902 prese parte alla campagna in favore della legge per la tutela del lavoro femminile e minorile, tenendo viva l'attenzione dell'opinione pubblica con una serie di comizi in tutta la Lombardia. Nello stesso anno prese parte al secondo congresso nazionale dei tessili, affianco', nel loro sciopero cittadino, le piscinine, le piccole e giovanissime apprendiste sarte e modiste, e sostenne le tessitrici milanesi nella difficile lotta che le porto' ad ottenere la giornata lavorativa di 10 ore.

Nel 1903 divenne consigliera delegata della Societa' Umanitaria di Milano, nella lista sostenuta dalla Camera del Lavoro, e all'interno dell'istituzione venne nominata nella commissione di vigilanza per la costruzione del quartiere operaio di via Solari. Vicina a posizioni riformiste, nel 1905 si impegno' nel comitato elettorale femminile per le elezioni amministrative, tenendo numerosi comizi nei quartieri popolari.

Apprezzata per la sua oratoria appassionata, Carolina Annoni divenne nota come conferenziera. All'interno della Federazione Italiana Operai Tessili (Fiot) Carolina Annoni e altre operaie si assunsero il compito della propaganda tra le lavoratrici, sviluppando nei primi anni del Novecento un'attivita' intensissima. I viaggi di propaganda avevano infatti ritmi serrati, le conferenziere erano poche e i posti da visitare moltissimi: cittadine, borghi rurali e paesi di montagna, fin nei piu' piccoli centri, per portare "la testimonianza e l'incoraggiamento della Milano operaia e socialista". Carolina Annoni alternava spostamenti brevi a vere e proprie tournee in tutto il centro-nord della penisola, tornando spesso in Piemonte, dove le operaie la aspettavano periodicamente, accogliendola come una celebrita'.

Nel 1906, Carolina Annoni ripercorse le tappe delle sue conferenze in Piemonte, portandovi questa volta istanze femministe. Venne infatti incaricata dall'Unione femminile di Milano, della quale entro' a far parte attraverso l'Associazione generale delle operaie, di raccogliere firme tra le lavoratrici per una petizione al Parlamento sul diritto di voto alle donne. Come noto, la petizione non venne poi presentata per non sovrapporsi a un'iniziativa del movimento romano, ma l'Unione femminile riconobbe a Carolina Annoni di aver raccolto moltissime adesioni.

Negli anni successivi Carolina Annoni continuo' il suo impegno a favore delle lavoratrici, rallentando i suoi viaggi di propaganda dopo il matrimonio con Pietro Rossi.

Non si hanno ulteriori notizie sulla sua vita privata: non sono state recuperate lettere o carte; le notizie riportate dalla stampa socialista e dai bollettini operai escludevano "concessioni" al privato e il ventennio fascista valse a cancellare, fisicamente o dalla memoria, molte delle esperienze precedenti.

Quando si spense, nel 1955, Carolina Annoni non ebbe necrologi ne' commemorazioni ufficiali.

Bibliografia: Fiorella Imprenti, Operaie e socialismo. Milano, le leghe femminili, la Camera del Lavoro (1891-1918), Franco Angeli 2007; Rachele Farina (a cura di), Dizionario biografico delle donne lombarde (568-1968), Baldini & Castoldi 1995

 

11. PROFILI. FIORELLA IMPRENTI: SANTINA VOLONTERI

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it]

 

Santina Volonteri (Milano 1876 - 1964).

Una sarta al ministero. La biografia di Santa Volonteri e' uno dei piu' significativi esempi della mobilita' sociale offerta dalla nascente burocrazia del lavoro di eta' giolittiana. La sua nomina a Ispettrice del Lavoro presso il Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio (Maic) fu salutata dalla stampa socialista come un "trionfo del femminismo operaio", rappresentato di certo anche dall'esperienza della Lega sarte da donna di Milano.

La Lega sarte da donna di Milano era nata nel 1892 con un impronta marcatamente socialista. La sua segretaria, Ida Fontana, partecipo' al Congresso di Genova del 1892 e fu la prima donna ad entrare nella commissione esecutiva della Camera del Lavoro di Milano. Ida Fontana era pero' anche dirigente della Lega per la tutela degli interessi femminili di Milano e la Lega sarte da donna, sotto la sua influenza, assunse rapidamente un carattere molto politicizzato, sia in senso socialista sia in senso emancipazionista, lasciando in secondo piano le rivendicazioni economiche.

Santa Volonteri si formo' a questa scuola. Aveva cominciato a lavorare giovanissima come cucitrice e poi sarta, riprendendo in seguito gli studi in corsi serali. Nella Lega sarte da donna si mise rapidamente in luce e nel 1895, nel comizio di ricostituzione della Lega dopo la repressione crispina seguita ai fasci siciliani, venne nominata segretaria. Conservo' la carica fino al 1903, quando la Lega sarte da donna conflui' in una lega mista sarti e sarte, con l'obiettivo di unire le forze e nel generale contesto del passaggio dal sindacato di mestiere a quello di massa.

Nei primissimi anni del secolo affianco' Nina Rignano Sullam, esponente di primo piano dell'Unione Femminile, che stava preparando un progetto di legge per l'istituzione di un Ispettorato femminile del Lavoro (presentato al Ministro Rava nel 1902). Santa Volonteri inizio' quindi la sua scuola pratica come ispettrice di fabbrica e il suo impegno in tal senso rimase celebre nel movimento operaio milanese.

Esponente del socialismo riformista, fu eletta nel 1900, nel 1901 e nel 1902 nella Commissione esecutiva della Camera del lavoro, mentre nel 1904 entro' a far parte del Collegio dei delegati della Societa' umanitaria, nella lista vittoriosa proposta dalla Camera del lavoro. Nel 1905, assieme alla cucitrice in biancheria Virginia Bianchi, venne eletta come membro operaio nel Collegio dei probiviri per l'industria del vestiario di Milano, costituitosi allora per la prima volta.

Santa Volonteri tento' ancora di entrare nella Commissione esecutiva della Camera del lavoro nel 1905, ma in quell'anno la lista riformista, della quale lei faceva parte, venne sconfitta da quella rivoluzionaria, anche se attorno al suo nome si catalizzo' il maggior numero di consensi fra i riformisti: una grande soddisfazione per una donna in una lista di uomini, dovuta certamente alla sua notorieta' come ispettrice. Santa Volonteri era inoltre molto attiva nel partito socialista, convinta sostenitrice delle tesi riformiste, ed era molto apprezzata come collaboratrice di vari giornali e riviste, in particolare sulle tematiche del lavoro e della legislazione sociale.

All'inizio del 1907, nella sua attivita' di delegata per la Societa' umanitaria (per la quale condusse un'importante inchiesta sul lavoro a domicilio, insieme a Laura Casartelli), Santa Volonteri fece un'ispezione al consorzio degli Uffici Indicazioni e Assistenza, formato da Societa' umanitaria e Unione femminile. In seguito a quell'ispezione, Fausto Pagliari dell'Umanitaria (futuro marito di Santa Volonteri) ed Elisa Boschetti dell'Unione femminile sollevarono alcune critiche al consorzio, denunciando la "concorrenza" che le ispettrici volontarie, spesso esponenti della classe media, portavano al lavoro delle delegate stipendiate. Fausto Pagliari, gia' autore di uno sprezzante articolo, "Beneficenza rossa", in cui attaccava le istituzioni del femminismo socialista e in particolare l'Unione femminile, per quanto mai nominata, venne rimosso dal consorzio e trasferito ad altro incarico, mentre Elisa Boschetti lascio' l'Unione femminile e passo' alle dipendenze della Societa' umanitaria.

Poco dopo, Santa Volonteri sali' alla ribalta nelle cronache nazionali, con la nomina, nell'agosto del 1907, a Ispettrice del lavoro per il Circolo di Milano, alle dipendenze del ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio. La nomina venne resa effettiva con regio decreto dopo che Santa Volonteri era arrivata prima al concorso, seguito alla frequentazione della Scuola pratica di legislazione sociale della Societa' umanitaria. La Scuola pratica di legislazione sociale, in tutto 45 ore di lezione in aula, prevedeva cinque corsi: malattie ed igiene del lavoro; nozioni di tecnica industriale in relazione alla prevenzione degli infortuni sul lavoro; legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli; istituto dei probiviri; contratto di lavoro. A questo si aggiungeva l'esperienza teorica e pratica accumulata negli anni precedenti da Santa Volonteri al fianco di Nina Rignano Sullam e nelle fabbriche del milanese, in particolare in quelle a prevalente manodopera femminile.

Perche' la legge di tutela del lavoro femminile e minorile del 1902 avesse efficacia era necessario che un corpo di ispettori ne controllasse l'applicazione, ma ancora piu' efficace sarebbe stato prevedere l'assunzione di ispettrici che fossero in grado di comprendere le esigenze e le difficolta' delle operaie e che potessero raccoglierne piu' facilmente le confidenze. Nel 1907 invece non solo Santa Volonteri era la prima donna ad avere tale nomina, ma in assoluto era il quarto ispettore a prendere servizio in Italia, dopo i primi tre nominati nel 1902 (il censimento industriale del 1911 segnalava la presenza in Italia di 243.926 fabbriche attive).

Negli anni successivi Santa Volonteri assunse altre cariche pubbliche: nel 1909 e 1910 venne infatti nominata nel consiglio di amministrazione dell'Opera Pia Cucine Economiche di Milano, assieme ad Alessandro Schiavi (la possibilita' per le donne di accedere ai consigli di amministrazione delle Ipab - Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza - era stata introdotta con la legge Crispi del 1890).

Nel 1910 si sposo' con Fausto Pagliari, vicesegretario dell'Umanitaria, dal quale ebbe due figlie. Fu ancora attiva negli anni successivi in particolare nella campagna per l'istituzione di una Cassa Nazionale di Maternita', ottenuta con regolamento del 1912; fu messa in disparte e in silenzio all'avvento del fascismo.

Bibliografia: Fiorella Imprenti, Operaie e socialismo. Milano, le leghe femminili, la Camera del Lavoro (1891-1918), Franco Angeli 2007; Rachele Farina (a cura di), Dizionario biografico delle donne lombarde (568-1968), Baldini & Castoldi 1995.

 

12. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Claudia Cieri Via, Introduzione a Aby Warburg, Laterza, Roma-Bari 2011, pp. IV + 200, euro 12.

- Paolo Naso, Immigrato espiatorio, Aliberti, Roma 2010, pp. 80, euro 7.

 

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

15. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 531 del 20 aprile 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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