Telegrammi. 505



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 505 del 25 marzo 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Al sindaco della mia citta', una lettera aperta dal quarto giorno di digiuno contro la guerra

2. Alcuni volantini contro la guerra a cura di Benito D'Ippolito

3. Il 26 marzo a Roma

4. Associazione "Respirare": Gli avvelenatori del lago di Vico

5. Per sostenere il Movimento Nonviolento

6. "Azione nonviolenta"

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: AL SINDACO DELLA MIA CITTA', UNA LETTERA APERTA DAL QUARTO GIORNO DI DIGIUNO CONTRO LA GUERRA

 

Signor sindaco,

le scrivo non come concittadino, ma come essere umano ad un altro essere umano (la formula con cui Albert Einstein, Bertrand Russell ed altre illustri personalita' oltre mezzo secolo fa chiesero all'umanita' intera, e per essa a tutti i governanti del mondo, di abolire la guerra: "Noi rivolgiamo un appello come esseri umani ad esseri umani: ricordate la vostra umanita'...").

Riteneva Giorgio La Pira, il grande sindaco di Firenze, che le citta' potessero e dovessero impegnarsi per la pace.

Oggi noi siamo di fronte a questa immensa tragedia: che anche il nostro paese, violando la sua stessa legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana, sta partecipando a due guerre: in Afghanistan e in Libia, due guerre che possono evolvere in una nuova guerra modiale, distruttiva della civilta' umana. E poiche' le guerre consistono di questo: l'uccisione di esseri umani, ogni giorno altri esseri umani vengono uccisi. La Costituzione italiana ci impone di agire per far cessare questo orrore, ci impone di agire per salvare le vite umane; la Costituzione italiana ci grida questo appello: "Ripudia la guerra".

Ripudia la guerra, salva le vite: sia il motto e il compito di ogni persona di retto sentire, di ogni persona di volonta' buona. Sia il motto e il compito dell'umanita' intera.

Le chiedo pertanto di proporre la convocazione del Consiglio Comunale e di proporre ad esso la seguente deliberazione o una di analogo tenore:

"Il Consiglio Comunale di Viterbo ripudia la guerra, nemica dell'umanita'.

Il Consiglio Comunale di Viterbo riconosce, rispetta e promuove la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.

Richiede al Governo e al Parlamento che cessi la partecipazione italiana alle guerre in corso.

Richiede al Governo e al Parlamento che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

Richiede al Governo e al Parlamento che l'Italia svolga una politica internazionale di pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per il riconoscimento e l'inveramento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

Solo la pace salva le vite".

Sono poche parole, ma impegnative.

Sono poche parole, ma ragionevoli.

Un cordiale saluto,

Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, al quarto giorno di digiuno contro la guerra

Viterbo, 24 marzo 2011

 

2. MATERIALI. ALCUNI VOLANTINI CONTRO LA GUERRA A CURA DI BENITO D'IPPOLITO

[Ringraziamo il nostro buon amico Benito D'Ippolito per aver recuperato, scelto e messo insieme questi testi di varie firme, gia' piu' volte apparsi sul nostro notiziario nel corso degli anni]

 

Poiche'

 

Poiche' i razzi e le bombe non crescono sugli alberi

qualcuno li produce e li fornisce

a chi li usa.

 

Poiche' aggiustare una macchina e' facile

ma riportare in vita gli ammazzati invece no

dovrebbe esser chiaro cio' che ne consegue.

 

Poiche' ogni persona a non essere uccisa ha diritto

ne deriva un reciproco dovere

e chiunque sa quale sia.

 

Nel frigorifero i teschi surgelati

dalla lattina aperta spuma sangue

e dalla televisione sempre e solo

parlano gli assassini.

 

Non affondarla tu la lama nella gola.

Non spingerlo tu il bottone del telecomando

che toglie il respiro.

Non dargli fuoco tu alla carne viva.

 

Tu opponiti a tutte le guerre

a tutti gli eserciti opponiti

tu opponiti a tutte le armi.

 

Vi e' una sola umanita'. E solo

la nonviolenza puo' tutti salvarci.

 

*

 

Mille cadaveri e di mosche un pugno

 

Un sangue nero fumigante scola

un volto nero e' come legno attorto

non esce dalla gola una parola

il vivo e' arrovesciato e fatto morto.

 

Qui mira la scintilla e qui la mola,

come dal cielo piovve giu' sull'orto

di bronzo e fiamma l'orrida carola,

qual bastimento giunse infine in porto.

 

Dall'alto della rocca catafratto

chi tesse questa trama si protende

a contemplar che resta di tal bugno

 

e calcolare il prezzo del misfatto

e compitar quali frutto' prebende:

mille cadaveri e di mosche un pugno.

 

*

 

Ed i massacri della guerra afgana?

 

Ed i massacri della guerra afgana?

su quelli ancora l'omerta' prevale

giacche' l'Italia in quella si' lontana

terra e' tra quanti seminano il male

 

e fan raccolto della disumana

messe di sangue e d'odio, un infernale

rosario di delitti che si sgrana

e che s'irradia e il mondo inonda e assale.

 

Non e' anche quella una guerra stragista?

Non sono le sue vittime persone?

Non alimenta l'orgia terrorista?

 

Non muovono quei morti a compassione

l'illustre movimento pacifista?

Nessuno a questo crimine si oppone?

 

*

 

Parole

 

Le stragi "difensive", l'ammazzare

"umanitario", il massacrare masse

"collaterale effetto", le piu' basse

imprese sa la lingua mascherare.

 

Se solo per un'ora si lasciasse

la finta lingua che non fa pensare

altre sarebbero da pronunciare

parole amare in gravi e tristi lasse.

 

Questa menzogna che corrompe tutto

questa ferocia che tutto devasta

quest'empia pira d'infinito lutto

 

e questo fumo che tutto sovrasta

di carni umane che la fiamma ha strutto:

cos'altro ancora occorre per dir basta?

 

*

 

Una tenzone

 

I. A parla a B

Sempre credetti soltanto nelle spade

e nelle candele.

Le spade che rossa traggono dalle carni acqua

le candele che piangono e fanno luce

divorate dal fuoco.

Sempre credetti solo nella morte.

 

II. B risponde ad A

Come la notte volli esser tutto orecchio.

Solo silenzio, solo respiro.

Solo la voce del mare e delle foglie.

Solo il ritorno del giorno e delle tenebre.

E la vita, la vita infinita.

 

III. Questo specchio

Questo vetro e' un cavallo di pietra.

Questo vetro non sa benedizioni.

Uno solo sono i due volti

i due lati sono un lato solo.

 

IV. A Gaza

Era tuo figlio che bruciava il tuo fuoco.

Era tua madre che si scioglieva in sangue.

La tua arma squartava le tue carni.

Finche' non cessi di uccidere uccidi

te stesso. Amico mio assassino,

unico nostro volto.

 

*

 

Cantata dell'Internazionale dei morti di fame

 

Non le catene, ma il fiore vivo.

Non la barbarie: la civilta'.

 

Abbiamo scritto sulla nostra rossa

bandiera le parole pane e rose.

 

Siam la sinistra degli sfruttati

che sa che la vita non e' la morte

sa che la forza di tutte piu' forte

e' sempre e solo la verita'.

 

Abbiamo scritto sulla nostra rossa

bandiera: giustizia e misericordia.

 

Siam la sinistra degli storpiati

che sa che la vita e' una lotta infinita

e questa lotta e' la gioia stupita

cui diamo nome di fraternita'.

 

Abbamo scritto sulla nostra rossa

bandiera: uguaglianza di diritti.

 

Siam la sinistra dei carcerati

che sa che la morte e' comune nemica

e contrastarla e' suprema fatica

ma e' la nostra unica liberta'.

 

Abbiamo scritto sulla nostra rossa

bandiera: a ciascun secondo i suoi bisogni.

 

Siam la sinistra dei fucilati

che sa che resistere occorre al male

ed aiutare il piu' debole e frale

e' la speranza della pieta'.

 

Abbiamo scritto sulla nostra rossa

bandiera: salvare le vite.

 

Non le catene, ma il fiore vivo.

Non la barbarie: la civilta'.

 

*

 

Di cedimento in cedimento

 

Di cedimento in cedimento

senza un sussulto, senza un lamento

i nonviolenti di complemento

hanno accettato la guerra e il tormento,

il povero ucciso, il debole spento,

dell'armamento il potenziamento

e delle stragi ingente l'aumento

all'ingrosso e al minuto, con cuore contento.

 

A produrre un mutamento

tanto spinto e si' spietato

certamente avra' aiutato

qualche buon finanziamento.

 

*

 

Superstite un distico

 

Sempre bizzarra mi parve la pieta'

per gli uccisori e mai per gli uccisi.

 

*

 

La stagione

 

Cominciarono erigendo nuovi campi.

Consegnando il fuggiasco all'aguzzino

tra le risa. Anni passarono.

 

Poi l'ingresso nel paese al fischio del padrone

la schiavitu' sui bordi delle strade

le salme in pasto ai pesci

le mazzate dei caporali

il sangue che si mischia ai pomodori

gli asfissiati scaricati dai Tir tra le immondizie.

 

Infine

Il dottore con le manette

la tassa sulla persecuzione

la colpa di non avere un tetto

le squadre hitleriane ridipinte.

 

Deve morire il povero cristo

e' aperta la stagione di caccia.

 

*

 

Al telefono. Una palinodia

 

Sempre con questo muso lungo una quaresima

mi dicono gli amici di non poterne piu'.

 

Ma si', facciamoci due risate

davanti alla televisione.

 

Mentre i ragazzi sistemano i terroni

con un po' di benzina alla stazione.

 

Mentre le ronde dei casalesi

fanno un salto in tintoria.

 

Mentre ogni uomo che e' uomo fa sentire

alla sua donna i pugni quanto pesano.

 

Mentre il dottore pugnala il suo paziente

e il vigile tortura il senzatetto.

 

Mentre portiamo ai pecorai afgani

la civilta' squarciandogli le carni.

 

Mentre il governo ci offre altri spettacoli

migliori assai di quelli di Nerone.

 

Ma si', facciamocele due risate

davanti alla televisione.

 

Ora vi lascio, che bussano alla porta

con tanto impeto che quasi me la sfondano.

Arrivo, arrivo.

 

*

 

L'ammazzatoio. Un proclama ministeriale

 

In questo livido braccio di mare

l'arte piu' antica esercitiamo ancora:

in nome della legge dalla prora

scaraventiamo giu' chi e' da affogare.

 

Ed io che sono di tutti il carnefice

non vesto acri stracci da scafista

candidi indosso panni di batista

ed alle dita le opre dell'orefice.

 

Cosi' a Schengen fieri decidemmo

la mala sorte di quegli africani:

Schiavi per sempre, o in pasto ai pescecani.

E voi voleste cio' che noi volemmo.

 

Giacche' voi ci eleggeste all'alto seggio

sapendo la ferocia che avevamo:

or vi accorgete di esser presi all'amo?

ora capite che al mal segue il peggio?

 

*

 

In epigrafe a "Gli assassini e i loro complici"

 

Non possono piu' chiedere pieta' gli assassinati

e muto e' d'essi il coro.

Furenti la pretendono invece gli assassini

mentre continuano ghignanti l'opra loro.

Chi gli assassini serve le lor vittime ancide

e nulla giova poi tardivo ploro.

 

*

 

In epigrafe a "La rimozione"

 

- Geronte: Solo restasti?

- Tetragono: Con il vero solo.

E con le vittime di tanta strage.

- Geronte: Non solo dunque..."

 

*

 

Da Capitini, a quarant'anni dalla scomparsa

 

Da Capitini ho imparato questo:

che adesso e' l'ora che devi resistere,

non aspettare che comincino altri

sii tu a dare inizio a cio' che e' giusto.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che vince chi non cessa di persistere

nel vero, il giusto, il buono e non dimentica

che la misericordia salva il mondo.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che tutto e' da salvare e che mai nulla

di cio' che e' buono e' inutile o va perso

il bene resta bene eternamente.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che quel che conta e' mettersi in cammino

e la buona battaglia ovunque attende

te, proprio te; non perdere altro tempo.

 

Da Capitini ho imparato questo:

le molte vie, le molte lingue, i molti

diversi volti ad una stessa cosa

convocan tutti: al dono della pace.

 

*

 

Per il 4 novembre giorno di lutto

 

Fini' quell'inutile strage

giurarono i superstiti: mai piu'.

 

Altre ne vennero poi

ed oggi ancora.

 

Non vi sara' salvezza per l'umanita'

se non si aboliscono le armi

se non si aboliscono gli eserciti

se non si ripudia per sempre la guerra.

 

*

 

Poiche' le armi

 

Poiche' le armi servono a uccidere

tu a tutte le armi opponiti sempre.

 

Poiche' gli eserciti servono a uccidere

tu a tutti gli eserciti opponiti sempre.

 

A tutte le guerre, a tutte le stragi

tu opponiti sempre. Opponiti sempre.

 

*

 

Per la giornata del dialogo

 

Da questo si potrebbe cominciare:

cessar le guerre, smettere di uccidere.

 

*

 

I pacifisti parastatali

 

I pacifisti parastatali

quando lo stato ha in corso una guerra

stanno buonini, garbati, curiali

ne' fan pipi' ne' sputan per terra.

 

I pacifisti parastatali

mentre lo stato massacra la gente

son servizievoli e fin serviziali

non si scompongono manco per niente.

 

I pacifisti parastatali

basta a tenerli tranquilli ed inerti

qualche soldino e due cerimoniali

modico e' il prezzo con cui li perverti.

 

I pacifisti parastatali

sono una gioia, sono un giulebbe:

ciechi alle gesta ferine e ferali

quale governo non li apprezzerebbe?

 

*

 

Del futuro, se vi sara'

 

Altre ed altri verranno, migliori di noi,

dei nostri sordidi segreti rideranno.

Non ruberanno il pane all'affamato

non calcheranno il piede sopra i volti.

Sapranno dire le parole vere

sapranno dire le parole buone.

Ci guarderanno come statue di sale

forse di noi avranno compassione.

 

*

 

La lavatrice

 

Eravamo cosi' poveri che guardavamo

la televisione nelle lavatrici

dietro la vetrina della lavanderia.

Le matte risate ricordo

ricordo lo sguardo sgomento

dei passanti che ci condannavano:

Sono poveri, si sa, sono stupidi.

 

Poi al bar dello sport una sera guardando

la televisione mi accorsi che anch'essa

altro non era che una lavatrice

in cui i panni degli assassinati

del sangue venivano lavati

e quelli che li avevano indossati

dimenticati erano per sempre.

 

*

 

Il Presidente latra sui cadaveri

 

Proclama il presidente che il paese

e' unito nel sostegno ai militari

che nella guerra afgana a tante imprese

d'arme e di gloria s'appalesan pari.

 

Ahilui che le sonanti, alate, accese

parole di discorsi si' preclari

e della propaganda il lustro arnese

non bastano a nascondere gli amari

 

frutti del crimine: le genti uccise,

le stragi infami, il mare di dolore

l'umanita' straziata e resa niente

 

e sul deserto altro deserto e intrise

di sangue spoglie ovunque, e ovunque orrore.

E sulle spoglie latra il presidente.

 

*

 

Resurrectio mortuorum

 

Poi viene livida la luce ed e' domani.

 

E quando li ripesca il pescatore

ormai irrigiditi ormai gonfiati

dall'acqua, immobili, non fanno piu' paura.

 

Sono tornati ad essere

esseri umani.

Che triste sorte

esser persone solo dopo morte.

 

*

 

Una canzoncina da incarto di caramella

 

In un mondo interconnesso

vi e' una sola umanita'

 

l'altro e' specchio dello stesso

che riceve quel che da'

 

o pieta' prevale adesso

o ciascuno morira'

 

in un mondo interconnesso

vi e' una sola umanita'.

 

*

 

La socievolezza di Sbrindellone

 

Ah quanto costa ammazzare la gente.

Facciamo di grazia finta di niente.

 

*

 

Il silenzio e il suo silenzio

 

Quei pacifisti che per ben due anni

hanno applaudito all'empia guerra afgana

e agli assassini reso omaggio e ricevuto

dagli assassini l'obolo previsto

per chi degli assassini si fa complice,

certo che tacciono ora

certo che ora anche se gridassero

sarebbe come se tacessero, la loro

parola ormai per sempre e' solo nulla.

 

*

 

Alla deriva e sotto il riflettore

 

Morivano tra i flutti e sotto l'occhio

gelido ed empio delle telecamere.

Morivano tra i flutti e sotto l'occhio

vacuo e lubrico delle telecamere.

 

Chi a sopravvivere s'era azzardato

veniva posto in gabbia per la colpa

di essere ancor vivo, di aver volto

e voce e cuore e fiele e carne umana.

 

Chi poi riusciva tra i piu' crudi stenti

ad arrivare a terra ed a sfuggire

ai mastigofori delle galere

ridotto a fame e a preda, alla paura

ed alla schiavitu' veniva. Questo

in quel paese detto del tramonto

in quegli anni accadeva.

 

In quel paese in cui l'umanita'

vaniva in cieco carcere, in oscura

selva d'orrore, coro di fantasime.

 

*

 

Eis eauton

 

La guerra e chi la guerra ha consentito

la guerra e chi la guerra ha sostenuto

la guerra e chi la vita altrui ha venduto

la guerra e chi la vita altrui ha rapito.

 

La guerra in cui si uccide con un dito

la guerra in cui si uccide stando muto

la guerra e come disfa ogni tessuto

la guerra ed il deserto suo infinito.

 

E cosa hai fatto tu per contrastarla?

E cosa hai fatto tu per salvar vite?

Eri distratto dalla vacua ciarla?

 

Eri sedotto dal vile sorite?

Eri ingannato da chi sempre parla?

Degli assassini ormai complice mite.

 

*

 

L'umanita' dopo Hiroshima

 

Ora sappiamo che ci basta il cuore

di fare cenere del mondo intero.

 

Ora sappiamo che l'intelligenza

sa esser piu' feroce di ogni bruto.

 

Ora sappiamo di avere lo strumento

che eradica ogni seme e tutti i sogni

che dell'intera umanita' sa fare

un unico falo', un silenzio immenso,

l'ultima notte senza piu' respiro:

 

ed e' questo strumento l'obbedienza.

 

*

 

Dopo Hiroshima l'umanita'

 

Elenco adesso i compiti dell'ora:

sii vigile, abbiamo un solo mondo.

 

Sii vigile, da quell'azione astieniti

che toglie altrui la luce e la parola.

 

Sii vigile, alla guerra sempre opponiti

opponiti agli eserciti e alle armi.

 

Sii vigile, la dignita' difendi

di ogni essere umano, una e' la carne.

 

Sii vigile. E misericordioso.

 

Dopo Hiroshima ogni persona deve

sapersi responsabile di tutto.

 

*

 

Come

 

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il riarmo?

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il militarismo?

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il nazionalismo?

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il razzismo?

 

Come si puo' costruire la pace

se non si contrasta la guerra?

 

Se non si contrasta la guerra

come si puo' difendere la democrazia?

 

*

 

Se dell'orrore

 

Se dell'orrore si provasse orrore

e del dolor dolore si sentisse

ogni tuo sforzo e tutte le tue ore

daresti a far cessar queste empie risse.

 

Ma nulla piu' ti scuote dal torpore

ne' la morale legge ne' le fisse

stelle sai piu', che divorato il core

t'hanno gli inganni dei potenti, e scisse

 

ormai sono del nosse, il posse, il velle

le facolta', e l'anima e' gia' stanca

gia' al sol sentir si' rie novelle e felle:

 

cupa un'eclisse tutto involve e abbranca.

Ma tu resister devi alle procelle

e reca aita e di' con voce franca.

 

*

 

Declinando un invito

 

Che me ne frega della guerra afgana?

Io sto scrivendo un denso e acuto saggio

su nonviolenza ed etica cristiana:

fermar le stragi e' fuori del mio raggio.

 

L'Italia e' in guerra? Si', pero' e' lontana,

a un popolo barbarico e selvaggio,

e finira' anche questa di buriana,

la civilta' esige il suo pedaggio.

 

E poi adesso ho in corso un importante

progetto di ricerca finanziato

dal ministero sulle opere sante

 

di chi alla salvaguardia del creato

alla giustizia, ed alla pace tante

dedico' cure. Son troppo impegnato.

 

*

 

Consigli di saggezza

 

Contro la guerra afgana protestare?

Ma dura da una vita, e' fuori moda,

certo dispiace che ogni giorno esploda

qualche povero fesso, e bombardare

 

convengo che non sia degno di loda.

Ma se siam li' bisogna pur ballare

e ci son cose dolci e cose amare

e giocoforza e' che chi fa s'imbroda.

 

Adesso protestar contro la guerra

mi pare - posso dirlo? - da cafone,

e che figura fai in televisione?

 

il solito strillone zappaterra...

Suvvia, perche' vuoi farti dar la baia?

Stattene zitto e buono in piccionaia.

 

*

 

Le stragi afgane

 

Le stragi afgane. Gia', le stragi afgane.

Come riesci a non pensarci tu?

 

*

 

Pane e vino

 

Vorrebber l'ex ministro e il caudatario

che discutessimo di pace e guerra

come si fa tra gente del bel mondo

pacati, eleganti e fra i sorrisi.

 

No. Noi non sediamo

alla mensa degli assassini,

noi non siam complici degli assassini,

noi non chiudiamo gli occhi sulle vittime.

 

Siam gente vecchia, dalla testa dura,

chiamiamo massacro un massacro

chiamiamo assassino l'assassino, noi

non ci siamo mai prostituiti al carnefice.

 

Sono una cosa il pane e il vino

un'altra il sangue e la carne.

 

*

 

Nulla si dica della guerra afgana

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Quei morti non son morti, quei massacri

non sono stati, quegli orrori mai

si sono dati. E chi se ne preoccupa

certo e' un fellone, e mente per la gola.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Non ci disturbino nei nostri riti

certe notizie sordide e penose,

dobbiamo concentrarci sui problemi

veri: la forfora, il deodorante.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Non si faccia l'elenco dei partiti

che hanno votato per le stragi, il ghigno

contratto di chi gode del potere

di togliere la vita, di ammazzare.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Ne' si faccia l'elenco dei solerti

pretesi pacifisti e nonviolenti

d'un subito arruolatisi giulivi

a fare propaganda allo sterminio.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Non si disturbino gli assassini

che qui in Italia quegli orrori hanno

voluto, e votato, e sostenuto.

Perche' mai rovinarci le vacanze?

 

*

 

Esercizi di ipocrisia

 

Cianciare a vuoto dei massimi sistemi

ed infischiarsene delle stragi in corso.

 

Pretendersi pacifisti e nonviolenti

ed esser complici della guerra afgana,

aver votato per la guerra afgana,

avere fatto propaganda per la guerra,

e sui cadaveri degli assassinati

sputato sentenze peggiori del catarro.

 

Non capire che proprio il cedimento

alla guerra assassina ha aperto il varco

alla vittoria anche nel nostro paese

del razzismo piu' cupo e feroce,

del potere fascista e mafioso.

 

Cianciare a vuoto dei massimi sistemi

ed infischiarsene delle stragi in corso.

 

*

 

Non ti chiede il potere assassino

 

Non ti chiede il potere assassino

di afferrare libro e moschetto.

Il potere assassino ti chiede

di adagiarti davanti allo schermo

di lasciargli eseguire il lavoro

di non disturbare

il manovratore.

 

Il potere assassino riduce

a suoi servi a suoi complici a succubi

tanti un tempo - un tempo - avversari

non chiedendo che indossino nera

la camicia marciando sudati

ma imponendo la ciarla infinita

ed a tutti i massacri la resa.

 

Il potere assassino e' ben lieto

che invochiate la pace e l'amore

e si associa alle vostre preghiere

basta solo che non disturbiate

le manovre del manovratore

il lavoro che esegue sapiente.

 

Il potere assassino non vuole

il tuo plauso, soltanto la tua

comprensione, la tua rilassata

indulgenza alle stragi che compie.

 

La sa lunga il potere assassino

lo sa fare il lavoro che estingue.

 

3. INIZIATIVE. IL 26 MARZO A ROMA

 

Sabato 26 marzo si svolgera' a Roma la manifestazione nazionale per il si' ai referendum.

Si' per l'acqua bene comune e diritto umano.

Si' per fermare la criminale follia del nucleare.

 

4. AMBIENTE E SALUTE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": GLI AVVELENATORI DEL LAGO DI VICO

[Riceviamo e diffondiamo]

 

La situazione del lago di Vico (da cui i Comuni di Caprarola e Ronciglione attingono acque che vengono immesse negli acquedotti che forniscono l'acqua alle abitazioni, alle attivita' produttive, ai servizi) continua ad essere drammatica, nonostante che da anni l'"Associazione italiana medici per l'ambiente" ne abbia segnalato a tutte le istituzioni l'inaccettabilita' e la pericolosita'.

Quali interventi il Comune di Caprarola, il Comune di Ronciglione, l'Ato, la Asl di Viterbo, la Provinca di Viterbo, l'Arpa Lazio, la Regione Lazio ed infine i Ministeri dell'Ambiente e della Salute e il Governo hanno adottato a tutela della salute e dei diritti dei cittadini?

L'impressione desolante e' che gli interventi necessari e urgenti per garantire acqua sicuramente potabile, gli interventi necessari e urgenti per avviare il risanamento dell'ecosistema lacustre, in breve: gli interventi che l'"Associazione italiana medici per l'ambiente" ha formulato da anni, non siano stati realizzati.

Il che significa che le istituzioni variamente responsabili non sono state adeguate. Non solo: con la loro inadeguatezza - ed in alcuni specifici casi con la loro vera e propria colpevole insipienza e delittuosa irresponsabilita' - esse costringono tuttora la popolazione dei comuni del bacino lacustre del lago di Vico a una condizione di profondo disagio e di grave rischio per la salute.

Questa condotta delle istituzioni e' inammissibile.

Ancora una volta ci associamo alla richiesta da piu' parti da tempo formulata di un intervento immediato e adeguato per garantire i diritti della popolazione, in primo luogo il diritto alla salute.

Ancora una volta chiediamo l'intervento immediato e adeguato delle competenti magistrature nei confronti dei pubblici amministratori e dei pubblici funzionari e degli ulteriori operatori - anche tecnici ed economici privati - coinvolti nella vicenda, affinche' ogni condotta illecita posta in essere, tanto attiva quanto omissiva, sia individuata e perseguita ai sensi di legge.

La salute e' un diritto.

L'acqua e' un bene comune e un diritto umano.

Privare la popolazione di acqua potabile e' un delitto.

Avvelenare la popolazione e' un delitto.

Ed e' un delitto altresi' consentire e quindi favoreggiare tanto la privazione di acqua potabile quanto l'avvelenamento.

*

L'associazione "Respirare"

Viterbo, 24 marzo 2011

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

5. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

6. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Lelio Basso, Socialismo e rivoluzione, Feltrinelli, Milano 1980, pp. 368.

- Enzo Collotti, Oskar Negt, Franco Zannino, Lelio Basso. Teorico marxista e militante politico, Angeli, Milano 1979, pp. IV + 226.

- "Hermeneutica" 1995. Kerigma e prassi. Filosofia e teologia in Italo Mancini, Morcelliana, Brescia 1995, pp. 278.

- "Hermeneutica" 1996. Rileggere Bonhoeffer, Morcelliana, Brescia 1996, pp. 270.

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 505 del 25 marzo 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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