Archivi. 62



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

Numero 62 del 3 marzo 2011

 

In questo numero:

1. Alcuni estratti dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" di ottobre 2010

2. Due cose

3. Dal 2 ottobre al 4 novembre

4. Opporsi alla guerra ed al colpo di stato razzista, difendere la Costituzione e la democrazia

5. Memento

6. Opporsi alla strage

7. Un 4 novembre di memoria dell'"inutile strage", un 4 novembre di impegno contro tutte le guerre

8. Per un 4 novembre di lutto e di impegno contro la guerra

9. Insorgere contro la guerra assassina, insorgere contro il colpo di stato razzista

10. Difendere il diritto alla salute ed i servizi sanitari pubblici, invece di sperperare le risorse di tutti per "grandi opere" nocive, distruttive e fuorilegge

11. Abele

12. Dinanzi all'ennesima strage

13. Guerra, razzismo, femminicidio

14. Tagli alla sanita', delitti ambientali e sperperi colossali: la politica della terra bruciata. A Viterbo

15. Ogni giorno e' un giorno di lutto finche' non cessiamo di fare la guerra

16. La guerra assassina, il volto di Abele

17. Con i metalmeccanici in lotta

18. L'orrore della guerra assassina, l'orrore del colpo di stato razzista, l'orrore dell'indifferenza di massa

19. Memento

20. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza

21. L'opposizione alla violenza

22. Cosa accadrebbe in una democrazia

23. La cosa piu' atroce, la cosa piu' turpe

24. Giobbe Santabarbara: Se una cosa emerge chiara

25. Per la giornata del dialogo cristiano-islamico

26. La nonviolenza

 

1. MATERIALI. ALCUNI ESTRATTI DAI "TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO" DI OTTOBRE 2010

 

Riproponamo alcuni estratti dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" di ottobre 2010.

 

2. DUE COSE

 

Due cose anzitutto ti chiede la nonviolenza qui ed ora.

Opporti alla guerra assassina.

Opporti al colpo di stato razzista.

Lo stai facendo?

 

3. DAL 2 OTTOBRE AL 4 NOVEMBRE

 

Dal 2 ottobre al 4 novembre, passando per il congresso del Movimento Nonviolento (a Brescia, tra il 29 ottobre e il primo novembre), e pensando anche alla marcia Perugia-Assisi del 2011, nel cinquantesimo anniversario della prima marcia per la pace, quella ideata, organizzata, realizzata da Aldo Capitini - che della nonviolenza in Italia e' stato l'apostolo (e del Movimento Nonviolento il fondatore).

*

Il 2 ottobre, la Giornata internazionale della nonviolenza, in questo quarto anno che su proposta dell'Onu si celebra, sta cominciando a crescere in Italia come appuntamento di riflessione, coscientizzazione e impegno: quest'anno iniziative specifiche si sono svolte in varie citta' e particolarmente in diverse scuole: per iniziativa soprattutto di singole parsone (soprattutto insegnanti) e di associazioni e movimenti che hanno colto il senso e l'utilita' di questa occasione, ma anche di alcuni enti locali piu' attenti ai temi della pace e dei diritti umani, della solidarieta' e della difesa della biosfera. Per il prossimo anno potremo fare di meglio. Ne abbiamo la capacita', dobbiamo solo deciderci a farlo.

*

Il 4 novembre, non giorno di festa del militarismo assassino ma giorno di lutto per le vittime di tutte le guerre, impegnamoci a promuovere in tutta Italia iniziative di commemorazione dei defunti alternative a quelle degli assassini.

Qualche anno fa con il motto di Heinrich Boell "Ogni vittima ha il volto di Abele" promuovemmo un'iniziativa sulla quale negli anni successivi poco abbiamo lavorato, ma che ci sembra invece da riproporre e da rendere ricorrente, sistematica: l'idea e' quella di uscire dalla subalternita' e non accettare piu' che gli assassini militaristi usino la giornata della memoria delle vittime delle guerre per farsi belli del loro crimine ed insultare una volta di piu' coloro che hanno fatto morire; uscire dalla subalternita' significa dire la verita' il 4 novembre sulla guerra e sulle armi, e dirla non accettando piu' le grottesche parate degli assassini ma organizzando noi, persone amiche della nonviolenza, persone amiche dell'umanita', persone impegnate per il diritto alla vita di ogni essere umano, iniziative commemorative oneste, meste, sincere, veritiere. Di lutto per le vittime e di impegno contro tutte le uccisioni.

*

Ed ogni giorno, ogni giorno impegnamoci a contrastare la guerra, gli eserciti, le armi, e innanzitutto contrastiamo l'illegale partecipazione italiana alla folle guerra afgana.

Ed ogni giorno, ogni giorno contrastiamo il colpo di stato razzista del governo immorale e fuorilegge.

Ogni giorno e' quello giusto per fare la cosa giusta.

Vale ogni giorno il motto che fu di Giustizia e Liberta' contro la barbarie nazifascista: "Insorgere per risorgere".

Con la forza della verita'. Con la scelta della nonviolenza.

Vi e' una sola umanita'.

La nonviolenza e' in cammino.

 

4. OPPORSI ALLA GUERRA ED AL COLPO DI STATO RAZZISTA, DIFENDERE LA COSTITUZIONE E LA DEMOCRAZIA

 

 

 

Opporsi alla guerra ed al colpo di stato razzista.

 

Difendere la Costituzione della Repubblica Italiana e la democrazia.

 

Diciamolo chiaro: non e' possibile difendere la Costituzione e la democrazia se non ci si oppone alla guerra ed al colpo di stato razzista.

 

Diciamolo chiaro: non e' possibile sconfiggere il governo hitleriano e ripristinare la vigenza della legalita' repubblicana e della civilta' giuridica se non ci si oppone alla guerra ed al colpo di stato razzista.

 

Difendere la Costituzione della Repubblica Italiana e la democrazia.

 

Opporsi alla guerra ed al colpo di stato razzista.

 

*

 

E' necessaria un'insurrezione morale per la dignita'.

 

E' necessaria un'insurrezione antifascista per la legalita'.

 

E' necessaria un'insurrezione nonviolenta per l'umanita'.

 

E' necessaria. E urgente.

 

 

 

5. MEMENTO

 

Opporsi alla guerra assassina.

Opporsi al colpo di stato razzista.

Sono i compiti dell'ora.

Vi e' una sola umanita'.

 

6. OPPORSI ALLA STRAGE

 

Opporsi occorre alla strage.

Opporsi occorre a tutte le guerre, gli eserciti, le armi.

Opporsi occorre qui e adesso alla partecipazione militare italiana alla scellerata guerra afgana.

Opporsi occorre qui e adesso al colpo di stato razzista.

Opporsi occorre alle persecuzioni e alle uccisioni.

Salvare le vite.

Salvare l'umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

7. UN 4 NOVEMBRE DI MEMORIA DELL'"INUTILE STRAGE", UN 4 NOVEMBRE DI IMPEGNO CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Riproponiamo quest'anno un'iniziativa che gia' realizzammo a Viterbo ed altrove negli scorsi anni, proponendo di estenderla quest'anno ovunque possibile.

Il 4 novembre, giorno in cui si ricorda la fine della prima guerra mondiale, cessi di essere occasione di turpe propaganda militarista e assassina, e divenga finalmente occasione di lutto sincero e memoria cosciente, divenga ora di verita' e di impegno perche' cessino le guerre e le stragi.

"Ogni vittima ha il volto di Abele": cessi la partecipazione italiana a ogni guerra; sia fedele l'Italia all'impegno sancito nell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica: "l'Italia ripudia la guerra".

 

8. PER UN 4 NOVEMBRE DI LUTTO E DI IMPEGNO CONTRO LA GUERRA

 

Prepariamo in tutta Italia per il 4 novembre iniziative di lutto e di impegno contro la guerra.

Di memoria delle vittime della prima guerra mondiale (di cui in quel giorno si ricorda la conclusione) e di tutte le guerre.

Di impegno perche' gli esseri umani cessino di uccidersi.

Non la guerra, ma la nonviolenza sia la legge dell'umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

9. INSORGERE CONTRO LA GUERRA ASSASSINA, INSORGERE CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA

 

Perche' ogni vittima ha il volto di Abele.

Perche' vi e' una sola umanita'.

 

10. DIFENDERE IL DIRITTO ALLA SALUTE ED I SERVIZI SANITARI PUBBLICI, INVECE DI SPERPERARE LE RISORSE DI TUTTI PER "GRANDI OPERE" NOCIVE, DISTRUTTIVE E FUORILEGGE

 

C'e' qualcosa di grottesco, di surreale, di allucinato nel fatto che tanta parte del ceto politico ed amministrativo viterbese assiste indifferente e complice alla distruzione delle strutture sanitarie pubbliche, mentre continua a voler sperperare i pubblici denari per realizzare un'opera speculativa, insensata ed illegale come il mega-aeroporto che devasterebbe irreversibilmente uno dei beni pubblici piu' preziosi di Viterbo: l'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame.

C'e' qualcosa di grottesco, di surreale, di allucinato: ma anche di perverso, di barbarico, di criminale: il ceto politico della destra al potere vuole annientare i diritti delle persone ed i beni del territorio, vuole annichilire la democrazia e la legalita', vuole tutto ridurre a saccheggio e asservimento.

A questo disegno forsennato ed osceno, corrotto e corruttore, ignobile e degradante, occorre opporsi.

Opporsi con la forza della verita', con la forza della democrazia, con la forza della legalita'.

Questo occorre: difendere il diritto alla salute ed i servizi sanitari pubblici, invece di sperperare le risorse di tutti per "grandi opere" nocive, distruttive e fuorilegge.

 

11. ABELE

 

La guerra e' sempre fratricida. Vi e' una sola umanita'.

Il razzismo e' sempre fratricida. Vi e' una sola umanita'.

Opporsi alla guerra assassina. Insorgere contro l'orrore.

Opporsi al colpo di stato razzista. Insorgere contro l'orrore.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

12. DINANZI ALL'ENNESIMA STRAGE

 

Cessi immediatamente l'illegale partecipazione militare italiana alla guerra afgana.

Torni l'Italia al rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale.

Si adoperi l'Italia per la pace che salva le vite.

Occorre smilitarizzare e disarmare i conflitti.

Occorre utilizzare solo mezzi di pace, i soli coerenti con fini di pace.

Occorre opporsi a tutte le guerre, che sempre e solo consistono dell'uccisione di esseri umani.

L'unica politica ragionevole e' la politica della pace, della smilitarizzazione e del disarmo, del rispetto e della promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

13. GUERRA, RAZZISMO, FEMMINICIDIO

 

Cosa e' civilta' se non opposizione alle stragi?

Cosa e' legalita' se non opposizione alle stragi?

Cosa e' democrazia se non opposizione alle stragi?

*

Alla guerra, al razzismo, al femminicidio occorre opporsi.

Opporsi.

Opporsi.

*

Opporsi al governo golpista della guerra assassina.

Opporsi al governo golpista del colpo di stato razzista.

Opporsi al governo golpista della cricca, delle prassi e dell'ideologia maschilista e patriarcale ipso facto fomentatrice e favoreggiatrice dell'oppressione della donna e del femminicidio.

*

Insorgere per risorgere. Con la forza della verita'. Con la scelta della nonviolenza.

Vi e' una sola umanita'.

 

14. TAGLI ALLA SANITA', DELITTI AMBIENTALI E SPERPERI COLOSSALI: LA POLITICA DELLA TERRA BRUCIATA. A VITERBO

 

E' questa la politica della destra eversiva che governa il Comune di Viterbo, la Provincia di Viterbo, la Regione Lazio e l'Italia.

Tagli alla sanita': negando brutalmente il diritto alla salute.

Delitti ambientali: come la follia di voler realizzare un mega-aeroporto devastante e inquinante, insensato e fuorilegge, nel cuore dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame: un luogo che dovrebbe invece essere difeso come la pupilla dei propri occhi.

Sperperi colossali: come il denaro pubblico che si vuol gettare nel pozzo senza fondo del mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge, a vantaggio di speculatori senza scrupoli, mentre si taglia il diritto all'assistenza, si taglia il diritto alla salute, si taglia il diritto a un ambiente vivibile, si taglia il diritto a una mobilita' sostenibile, si taglia il diritto a un lavoro certo che sarebbe reso possibile difendendo e valorizzando i cospicui beni ambientali e culturali e le autentiche vocazioni produttive del territorio.

Quella della destra al potere non e' una politica: e' un saccheggio, una barbarie, una catastrofe.

E' quindi compito della popolazione opporsi a questa effettuale aggressione e rapina; e difendere la propria terra, la propria vita, i propri diritti, e con essi la legalita', la democrazia, la dignita' di ciascuno e di tutti.

 

15. OGNI GIORNO E' UN GIORNO DI LUTTO FINCHE' NON CESSIAMO DI FARE LA GUERRA

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Si adoperi l'Italia per la pace con mezzi di pace.

Solo la pace salva le vite.

Solo la smilitarizzazione e il disarmo dei conflitti rende i conflitti umanamente, civilmente affrontabili.

Torni l'Italia al rispetto della sua legge fondamentale, alla Costituzione della Repubblica Italiana che lapidariamente afferma che "L'Italia ripudia la guerra".

*

Con la forza della verita'. Con la scelta della nonviolenza.

Insorga il popolo italiano.

Insorga il popolo italiano contro la guerra.

Insorga il popolo italiano contro il razzismo.

Insorga il popolo italiano per difendere la legalita' che salva le vite.

Insorga il popolo italiano per far cessare le uccisioni e le persecuzioni.

Insorga il popolo italiano.

Con la forza della verita'. Con la scelta della nonviolenza.

*

Ed il 4 novembre, data che ricorda la fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, sia il giorno del lutto e dell'opposizione a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a tutte le armi, a tutte le uccisioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

16. LA GUERRA ASSASSINA, IL VOLTO DI ABELE

 

La guerra e' sempre assassina.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Il 4 novembre sia giorno di lutto per tutte le vittime.

Il 4 novembre sia giorno di lotta contro tutte le uccisioni, contro tutte le guerre, contro tutti gli eserciti, contro tutte le armi.

Sempre la guerra e' assassina.

Vi e' una sola umanita'.

*

Cessi l'illegale partecipazione italiana alla guerra afgana.

Si torni al rispetto della Costituzione.

Insorga il popolo italiano in difesa del diritto di ogni essere umano a non essere ucciso.

Insorga il popolo italiano contro il governo della guerra assassina e del colpo di stato razzista.

Insorga il popolo italiano. Per la legalita' che salva le vite, per la democrazia che tutte e tutti riconosce e raggiunge, per l'umanita' che e' una.

Insorga il popolo italiano contro le uccisioni. Insorga. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

 

17. CON I METALMECCANICI IN LOTTA

 

Oggi le donne e gli uomini metalmeccanici manifestano in difesa della dignita' di tutte e tutti, per la liberta' di tutte e tutti, per i diritti di tutte e tutti.

Due parole grandi sono state dette dalla Fiom-Cgil come scelta di metodo e di valore per questa manifestazione: democrazia e nonviolenza.

Tutte le persone amiche della nonviolenza sono con le lavoratrici ed i lavoratori in lotta.

 

18. L'ORRORE DELLA GUERRA ASSASSINA, L'ORRORE DEL COLPO DI STATO RAZZISTA, L'ORRORE DELL'INDIFFERENZA DI MASSA

 

Qual e' il compito di ogni persona decente dinanzi all'orrore?

Insorgere contro l'orrore. Difendere la civilta'. Soccorrere tutte le vittime del male.

L'orrore della guerra assassina.

L'orrore del colpo di stato razzista.

L'orrore dell'indifferenza di massa.

 

19. MEMENTO

 

Opporsi alla guerra assassina.

Opporsi al colpo di stato razzista.

Difendere l'umanita'.

 

20. CON LA FORZA DELLA VERITA', CON LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA

 

Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza insorgere contro la guerra assassina, insorgere contro il colpo di stato razzista.

Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza difendere la legalita' che salva le vite, difendere l'umanita' che e' una.

 

21. L'OPPOSIZIONE ALLA VIOLENZA

 

L'opposizione alla violenza.

E dunque: l'opposizione alla guerra assassina, l'opposizione al colpo di stato razzista, l'opposizione al femminicidio.

 

22. COSA ACCADREBBE IN UNA DEMOCRAZIA

 

Accadrebbe che se un governo criminale tentasse un colpo di stato razzista, insorgerebbe l'intera popolazione e caccerebbe quel governo, e difenderebbe la dignita' e i diritti e la vita di ogni essere umano, difenderebbe la Costituzione della Repubblica Italiana nata dal sacrificio di chi si oppose alla barbarie nazifascista.

Accadrebbe che se un governo criminale decidesse di condurre una guerra assassina, insorgerebbe l'intera popolazione e caccerebbe quel governo, e difenderebbe la dignita' e i diritti e la vita di ogni essere umano, difenderebbe la Costituzione della Repubblica Italiana nata dal sacrificio di chi si oppose alla barbarie nazifascista.

Ma in Italia un governo criminale ha imposto un colpo di stato razzista.

Ma in Italia un governo criminale ha imposto una guerra assassina.

Oggi il nostro paese gia' non e' piu' una democrazia: ma puo' tornare ad esserlo. Se tu la fai rinascere con la tua lotta contro il colpo di stato razzista, se tu la fai rinascere con la tua lotta contro la guerra assassina.

Con Piero Gobetti. Con i fratelli Rosselli.

Giustizia e liberta'. Insorgere per risorgere.

 

23. LA COSA PIU' ATROCE, LA COSA PIU' TURPE

 

La cosa piu' atroce e' la guerra assassina.

La cosa piu' atroce e' il colpo di stato razzista.

La cosa piu' atroce e' il femminicidio.

Ma la cosa piu' turpe e' il silenzio di chi non si oppone.

 

24. GIOBBE SANTABARBARA: SE UNA COSA EMERGE CHIARA

 

Se una cosa emerge chiara come il sole dalle interviste sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia che in queste mesi sono apparse sul nostro notiziario come frutto dell'inchiesta tenacemente condotta da Paolo Arena e Marco Graziotti, e' la molteplicita' dei percorsi, dei punti di vista, delle culture e delle esperienze, delle vicende individuali e collettive, morali e politiche, di studio, d'impegno ed esistenziali che incontrano la nonviolenza, in essa si incontrano, trovano nella nonviolenza un riferimento e una scelta comuni e necessari. E trovano la nonviolenza come approfondimento ed illimpidimento delle proprie ed altrui ragioni. In un colloquio corale in cui i volti e le voci sono di un'infinita, preziosa varieta'. Cosicche' sovente leggendo di seguito due interviste puo' accadere di trovarvi espresse opinioni molto diverse e finanche opposte su molte rilevanti questioni. Ed a noi sembra che questa sia una ricchezza e un invito ulteriore all'ascolto reciproco e all'impegno comune.

*

Su questo foglio e' stato gia' scritto piu' volte, e lo scriviamo una volta di piu', che la nonviolenza non e' un insieme di dogmi, ma una molteplicita' di esperienze; che la nonviolenza e' innanzitutto la lotta contro la violenza e la menzogna; che la nonviolenza e' fallibilista e misericordiosa, concreta ed antitotalitaria, cosciente del limite ed all'ascolto dell'altro; che la nonviolenza e' aperta e plurale, ed ogni persona che ad essa si accosta apporta un contributo originale di valore infinito.

*

E forse non dispiacera' se riproponiamo una volta ancora il breve testo seguente, gia' apparso piu' volte su questo foglio, con cui diversi anni fa cercammo di proporre alcune sintetiche considerazioni forse ancora non disutili. Eccole.

*

"I. Una premessa terminologica

Scriviamo la parola "nonviolenza" tutta attaccata, come ci ha insegnato Capitini, per distinguerla dalla locuzione "non violenza"; la locuzione "non violenza" significa semplicemente non fare la violenza; la parola "nonviolenza" significa combattere contro la violenza, nel modo piu' limpido e piu' intransigente.

Chiamiamo le persone che si accostano alla nonviolenza "amici della nonviolenza" e non "nonviolenti", perche' nessuno puo' dire di essere "nonviolento", siamo tutti impastati di bene e di male, di luci e di ombre, e' amica della nonviolenza la persona che rigorosamente opponendosi alla violenza cerca di muovere verso altre piu' alte contraddizioni, verso altri piu' umani conflitti, con l'intento di umanizzare l'agire, di riconoscere l'umanita' di tutti.

Con la parola "nonviolenza" traduciamo ed unifichiamo due distinti e intrecciati concetti gandhiani: "ahimsa" e "satyagraha". Sono due parole densissime che hanno un campo semantico vastissimo ed implicano una concettualizzazione ricca e preziosa.

Poiche' qui stiamo cercando di esprimerci sinteticamente diciamo che ahimsa designa l'opposizione alla violenza, e' il contrario della violenza, ovvero la lotta contro la violenza; ma e' anche la conquista dell'armonia, il fermo ristare, consistere nel vero e nel giusto; e' il non nuocere agli altri (ne' con atti ne' con omissioni), e quindi innocenza, l'in-nocenza nel senso forte dell'etimo. Ahimsa infatti si compone del prefisso "a" privativo, che nega quanto segue, e il tema "himsa" che potremmo tradurre con "violenza", ma anche con "sforzo", "squilibrio", "frattura", "rottura dell'armonia", "scissura dell'unita'"; in quanto opposizione alla lacerazione di cio' che deve restare unito, l'ahimsa e' dunque anche ricomposizione della comunita', riconciliazione.

Satyagraha e' termine ancora piu' denso e complesso: tradotto solitamente con la locuzione "forza della verita'" puo' esser tradotto altrettanto correttamente in molti altri modi: accostamento all'essere (o all'Essere, se si preferisce), fedelta' al vero e quindi al buono e al giusto, contatto con l'eterno (ovvero con cio' che non muta, che vale sempre), adesione al bene, amore come forza coesiva, ed in altri modi ancora: e' bella la definizione della nonviolenza che da' Martin Luther King, che e' anche un'eccellente traduzione di satyagraha: "la forza dell'amore"; ed e' bella la definizione di Albert Schweitzer: "rispetto per la vita", che e' anch'essa un'ottima traduzione di satyagraha. Anche satyagraha e' una parola composta: da un primo elemento, "satya", che e' a sua volta derivato dalla decisiva parola-radice "sat", e da "agraha". "Agraha" potremmo tradurla contatto, adesione, forza che unisce, armonia che da' saldezza, vicinanza; e' la forza nel senso del detto "l'unione fa la forza", e' la "forza di attrazione" (cioe' l'amore); e' cio' che unisce in contrapposizione a cio' che disgrega ed annichilisce. "Satya" viene tradotto per solito con "verita'", ed e' traduzione corretta, ma con uguale correttezza si potrebbe tradurre in modi molto diversi, poiche' satya e' sostantivazione qualificativa desunta da sat, che designa l'essere, il sommo bene, che e' quindi anche sommo vero, che e' anche (per chi aderisce a fedi religiose) l'Essere, Dio. Come si vede siamo in presenza di un concetto il cui campo di significati e' vastissimo.

Con la sola parola nonviolenza traduciamo insieme, e quindi unifichiamo, ahimsa e satyagraha. Ognun vede come si tratti di un concetto di una complessita' straordinaria, tutto l'opposto delle interpretazioni banalizzanti e caricaturali correnti sulle bocche e nelle menti di chi presume di tutto sapere solo perche' nulla desidera capire.

*

II. Ma cosa e' questa nonviolenza? lotta come umanizzazione

La nonviolenza e' lotta come amore, ovvero conflitto, suscitamento e gestione del conflitto, inteso sempre come comunicazione, dialogo, processo di riconoscimento di umanita'. La nonviolenza e' lotta o non e' nulla; essa vive solo nel suo incessante contrapporsi alla violenza.

Ed insieme e' quella specifica, peculiare forma di lotta che vuole non solo vincere, ma con-vincere, vincere insieme (Vinoba conio' il motto, stupendo, "vittoria al mondo"; un motto dei militanti afroamericani dice all'incirca lo stesso: "potere al popolo"); la nonviolenza e' quella specifica forma di lotta il cui fine e' il riconoscimento di umanita' di tutti gli esseri umani: e' lotta di liberazione che include tra i soggetti da liberare gli stessi oppressori contro il cui agire si solleva a combattere.

Essa e' dunque eminentemente responsabilita': rispondere all'appello dell'altro, del volto muto e sofferente dell'altro. E' la responsabilita' di ognuno per l'umanita' intera e per il mondo.

Ed essendo responsabilita' e' anche sempre nonmenzogna: amore della verita' come amore per l'altra persona la cui dignita' di essere senziente e pensante, quindi capace di comprendere, non deve essere violata (e mentire e' violare la dignita' altrui in cio' che tutti abbiamo di piu' caro: la nostra capacita' di capire).

Non e' dunque una ideologia ma un appello, non un dogma ma una prassi.

Ed essendo una prassi, ovvero un agire concreto e processuale, si da' sempre in situazioni e dinamiche dialettiche e contestuali, e giammai in astratto.

Non esiste una nonviolenza meramente teorica, poiche' la teoria nonviolenta e' sempre e solo la riflessione e l'autocoscienza della nonviolenza come prassi. La nonviolenza o e' in cammino, vale da dire lotta nel suo farsi, o semplicemente non e'.

Esistono tante visioni e interpretazioni della nonviolenza quanti sono i movimenti storici e le singole persone che si accostano ad essa e che ad essa accostandosi la fanno vivere, poiche' la nonviolenza vive solo nel conflitto e quindi nelle concrete esperienze e riflessioni delle donne e degli uomini in lotta per l'umanita'.

*

III. Tante visioni della nonviolenza quante sono le persone che ad essa si accostano

Ogni persona che alla nonviolenza si accosta da' alla sua tradizione un apporto originale, un contributo creativo, un inveramento nuovo e ulteriore, e cosi' ogni amica e ogni amico della nonviolenza ne da' una interpretazione propria e diversa dalle altre. Lo sapeva bene anche Mohandas Gandhi che defini' le sue esperienze come semplici "esperimenti con la verita'", non dogmi, non procedure definite e routinarie, non ricette preconfezionate, ma esperimenti: ricerca ed apertura.

*

IV. La nonviolenza come insieme di insiemi

Io che scrivo queste righe propendo per proporre questa definizione della nonviolenza cosi' come a me pare di intenderla e praticarla: la nonviolenza e' cosa complessa, un insieme di insiemi, aperto e inconcluso.

1. E' un insieme di concetti e scelte logico-assiologici, ovvero di criteri per l'azione: da questo punto di vista ad esempio la nonviolenza e' quell'insieme di scelte morali che potremmo condensare nella formula del "principio responsabilita'" in cui ha un ruolo cruciale la scelta della coerenza tra i mezzi e i fini (secondo la celebre metafora gandhiana: tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che c'e' tra il seme e la pianta).

2. E' un insieme di tecniche interpretative (il riconoscimento dell'altro, ergo il rifiuto del totalitarismo, della cancellazione o della sopraffazione del diverso da se'), deliberative (per prendere le decisioni senza escludere alcuno) ed operative (per l'azione di trasformazione delle relazioni: interpersonali, sociali, politiche); come esempio di tecnica deliberativa nonviolenta potremmo citare il metodo del consenso; come esempio di tecniche operative potremmo citare dallo sciopero a centinaia di altre forme di lotta cui ogni giorno qualcuna se ne aggiunge per la creativita' di chi contro la violenza ovunque si batte.

3. E' un insieme di strategie: e ad esempio una di esse risorse strategiche consiste nell'interpretazione del potere come sempre retto da due pilastri: la forza e il consenso; dal che deriva che si puo' sempre negare il consenso e cosi', attraverso la noncollaborazione, contrastare anche il potere piu' forte.

4. E' un insieme di progettualita' (di convivenza, sociali, politiche): significativo ad esempio e' il concetto capitiniano di "omnicrazia", ovvero: il potere di tutti. La nonviolenza come potere di tutti, concetto di una ricchezza e complessita' straordinarie, dalle decisive conseguenze sul nostro agire.

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V. Un'insistenza

Insistiamo su questo concetto della nonviolenza come insieme di insiemi, poiche' spesso molti equivoci nascono proprio da una visione riduzionista e stereotipata; ad esempio, e' certo sempre buona cosa fare uso di tecniche nonviolente anziche' di tecniche violente, ma il mero uso di tecniche nonviolente non basta a qualificare come nonviolenta un'azione o una proposta: anche i nazisti prima della presa del potere fecero uso anche di tecniche nonviolente.

Un insieme di insiemi, complesso ed aperto.

Un agire concreto e sperimentale e non un'ideologia sistematica e astratta.

Un portare ed agire il conflitto come prassi di umanizzazione, di riconoscimento e liberazione dell'umanita' di tutti gli esseri umani; come responsabilita' verso tutte le creature.

La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' questo cammino. Il cammino vieppiu' autocosciente dell'umanita' sofferente in lotta per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

*

VI. Una grande esperienza e speranza storica

Non patrimonio di pochi, la nonviolenza si e' incarnata in grandi esperienze e speranze storiche, due sopra tutte: la Resistenza, e il movimento delle donne; ed e' il movimento delle donne, la prassi nonviolenta del movimento delle donne, la decisiva soggettivita' autocosciente portatrice di speranza e futuro qui e adesso, in un mondo sempre piu' minacciato dalla catastrofe e dall'annichilimento della civilta' umana".

 

25. PER LA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO

 

Molto mi sta a cuore questa giornata e questo dialogo.

Ed e' per me motivo di gioia profonda e di legittimo orgoglio che questo foglio sia tra i soggetti promotori dell'iniziativa.

Non sono cristiano. Non sono musulmano. Non sono credente in veruna religione. Sono materialista.

Ma questo dialogo mi interpella, mi convoca, lo sento come un colloquio cui ogni persona di volonta' buona e' chiamata a portare la sua voce e il suo silenzio, la sua capacita' di ascolto e di parola.

L'ascolto e la parola. Di pace e di giustizia.

Ciascuno nel suo linguaggio, tutte e tutti nel dovere comune di contrastare la violenza nemica dell'umanita'.

Contro la guerra e contro il razzismo, contro il femminicidio e contro la devastazione della biosfera. Poiche' vi e' una sola umanita', e un'unica casa comune che chiamiamo mondo.

Questo ascolto accudente, questa parola responsabile, questo incontro dei volti, questa solidarieta' che unisce e salva io la appresi alla scuola di Qohelet e di Lucrezio, di Denis Diderot e di Hannah Arendt, di Giacomo Leopardi e di Primo Levi, di Luce Fabbri e di Rosanna Benzi, di Franca e Franco Basaglia.

Questa riflessione e questa esperienza, questo incontro e questa condivisione del pane, e dell'acqua e dell'aria e del fuoco e della terra, del nostro accampamento di esseri umani in cammino, noi chiamiamo nonviolenza.

Sia con noi la pace.

 

26. LA NONVIOLENZA

 

La nonviolenza, diciamolo in poche semplici parole, e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza, per dire l'essenziale, e' qui e ora innanzitutto la lotta contro la guerra assassina e contro il colpo di stato razzista, per salvare le vite, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

La nonviolenza, a dirla in breve, e' quel tuo dovere che di tutte e tutti i diritti invera; poiche' altri e te riconosce parimenti esseri umani tra esseri umani.

La nonviolenza e' una buona cosa. La nonviolenza e' la politica buona.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

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Numero 62 del 3 marzo 2011

 

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