Telegrammi. 403



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 403 del 13 dicembre 2010

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Il governo di che

2. Si e' svolto il 12 dicembre a Viterbo un incontro di formazione nonviolenta

3. Circolo "la Gru" di Scampia: Adesione all'appello "Le armi provocano morte, l'arte e' vita"

4. Alcuni versi italiani di Luce Fabbri

5. Liu Xiaobo: Un giorno il mio paese sara' libero

6. Liu Xiaobo: Cina, esci dall'odio

7. Per sostenere il Movimento Nonviolento

8. "Azione nonviolenta"

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. IL GOVERNO DI CHE

 

Il governo della guerra stragista.

E del colpo di stato razzista.

Il governo corrotto e hitleriano.

Il governo nemico dell'umano.

 

2. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 12 DICEMBRE A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE NONVIOLENTA

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Domenica 12 dicembre presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo si e' svolto un nuovo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta che si tiene da oltre un anno.

All'inizio i partecipanti hanno ribadito l'impegno per la riduzione del trasporto aereo, in difesa dell'area del Bulicame, contro la realizzazione di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge, e per la realizzazione invece di un "parco naturalistico, archeologico e termale del Bulicame"; a tal fine si e' concordato di inviare una lettera aperta all'Assessore all'Agricoltura della Provincia di Viterbo sia per nuovamente denunciare la gravita' dello scempio che la realizzazione della folle e criminale opera aeroportuale provocherebbe, sia per nuovamente segnalare come invece la realizzazione del parco naturalistico, archeologico e termale del Bulicame costituirebbe un indubitabilmente considerevole beneficio per la citta', la cultura, il territorio, la popolazione.

Analogamente i partecipanti hanno ribadito altresi' l'impegno sulla situazione delle acque del lago di Vico, per contribuire all'iniziativa in difesa dell'ambiente e della salute della popolazione; a tal fine si e' concordato di inviare una lettera aperta all'Assessore all'Ambiente della Provincia di Viterbo.

Successivamente i partecipanti hanno ribadito l'impegno per la prosecuzione dell'iniziativa in corso contro la presenza di arsenico nelle acque destinate a consumo umano; a tal fine si e' concordato di inviare una lettera aperta all'Assessore ai Servizi sociali della Provincia di Viterbo.

I partecipanti hanno poi espresso sostegno all'iniziativa promossa dal senatore Francesco de Notaris con l'appello "Le armi provocano morte, l'arte e' vita".

L'incontro e' poi proseguito sul versante dell'impegno per il diritto allo studio.

Vi e' stata dapprima una riflessione su come si parla in pubblico.

E' seguita  una riflessione su come si legge un libro.

Si e' poi effettuata un'analisi di alcuni manuali universitari, esaminati dal punto di vista della veridicita' e precisione dei contenuti, della chiarezza e perspicuita' dell'esposizione, del rigore scientifico e filologico.

Successivamente si e' proceduto alla lettura di alcune dense pagine di Giulio Carlo Argan sulla storia dell'arte italiana.

La parte successiva dell'incontro e' stata dedicata ad un agile sommario di storia del pensiero politico dall'antichita' a oggi, approfondendo alcuni temi ed autori particolarmente rilevanti.

Infine sono stati programmati successivi incontri di studio su temi storici, filosofici e sociologici.

Il prossimo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta si terra' domenica 19 dicembre 2010 con inizio alle ore 15,30 sempre presso il centro sociale "Valle Faul" in strada Castel d'Asso snc a Viterbo.

*

Le persone partecipanti all'incontro

Viterbo, 12 dicembre 2010

Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com

 

3. APPELLI. CIRCOLO "LA GRU" DI SCAMPIA: ADESIONE ALL'APPELLO "LE ARMI PROVOCANO MORTE, L'ARTE E' VITA"

[Da Aldo Bifulco (per contatti: aldo.bifulco at virgilio.it) riceviamo e diffondiamo]

 

Con tutto il Circolo "la Gru" di Scampia aderiamo all'appello di Francesco de Notaris.

Non sara' il finanziamento ad un museo che potra' riabilitare i "seminatori di morte".

Aldo Bifulco

*

Allegato. Il testo dell'appello promosso da Francesco  de Notaris: Le armi provocano morte, l'arte e' vita

Senza mezzi termini bisogna dire, a proposito della probabilita' che la Mbda (una delle piu' importanti industrie europee di sistemi missilistici e di esplosivi) possa finanziare il Museo Madre a Napoli, che e' assoluta l'incompatibilita' tra l'industria che produce morte e un Museo di arte moderna come il Madre.

L'arte e la modernita' devono rifiutare il denaro prodotto dalle guerre, dal sangue ed anche da investimenti di soldi di dubbia provenienza. E' inammissibile nascondere la realta' e la verita'.

L'economia deve essere al servizio dell'essere umano, che non e' merce da comprare. E' ottimo il comportamento degli artisti pronti a ritirare le loro opere se l'irresponsabile ipotesi diventasse realta'.

Da senatore e parlamentare per la pace scrissi la mozione poi approvata per bloccare la produzione da parte delle aziende italiane delle mine anti-uomo, presentai il testo di legge per l'obiezione di coscienza al servizio militare ed il disegno per la riconversione dell'industria bellica. In Iraq ho visto le stragi prodotte da missili e bombe "intelligenti". La politica non puo' operare scelte che ostacolano il disarmo e la pace offrendo alibi a quanti sono del tutto impegnati a fabbricare strumenti di morte.

Le armi sono costruite per uccidere. L'arte, invece, eleva l'essere umano. Se i costruttori di armi hanno bisogno di apparire benefattori, lo divengano sul serio, riconvertendo le loro fabbriche a produzioni civili.

Si facciano sentire le persone che amano la pace.

Per adesioni: francesco.denotaris at virgilio.it

 

4. MAESTRE. ALCUNI VERSI ITALIANI DI LUCE FABBRI

[Riproponiamo i seguenti testi. Scrivevamo in occasione della loro prima presentazione sul nostro foglio: "Grazie alla squisita cortesia di Gianpiero Landi che ce li ha messi a disposizione presentiamo di seguito i testi delle poesie scritte in lingua italiana da Luce Fabbri raccolte nel libro recentemente pubblicato - e che vivamente raccomandiamo - Propinqua libertas, che raccoglie in edizione bilingue venticinque poesie di Luce Fabbri, presentandole nella lingua originale in cui sono state composte (16 in italiano e 9 in castigliano) e tutte tradotte anche nell'altra delle due lingue che l'autrice maggiormente uso' (le traduzioni dallo spagnolo all'italiano sono di Furio Lippi, le traduzioni dall'italiano allo spagnolo sono di Ana Fiallo Caballero). Amorevolmente curato da Gianpiero Landi, una cui intensa testimonianza funge da presentazione della raccolta, il volumetto e' di 64 pagine, ed esce per la casa editrice Biblioteca Franco Serantini di Pisa (per contatti:  largo C. Marchesi s.n.c., 56124 Pisa, tel. 050570995); della distribuzione si incarichera' "A rivista anarchica", a cui tutti gli interessati potranno rivolgersi per richieste (per contatti: c. p. 17120, 20170 Milano, tel. 022896627, fax: 0228001271, e-mail: arivista at tin.it, sito: www.arivista.org); e' una pubblicazione fuori commercio e senza un prezzo vero e proprio, destinata alle persone amiche di Luce Fabbri o che hanno comunque conosciuto ed apprezzato la sua figura, il suo pensiero, la sua azione, le sue opere; alle persone interessate a ricevere il libro verra' chiesta una cifra modesta (minimo 3 euro) per ogni copia; il ricavato, dedotte le spese di spedizione postale, andra' a beneficio della Biblioteca libertaria "Armando Borghi" di Castel Bolognese. Per contattare direttamente il curatore si puo' scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: gplandi at racine.ra.it".

Luce Fabbri, pensatrice e militante anarchica, educatrice profonda e generosa, un punto di riferimento per tutti gli amici della dignita' umana e della nonviolenza. Nata il 25 luglio 1908, figlia di Luigi Fabbri (il grande militante e teorico libertario collaboratore di Errico Malatesta), dal 1929 in esilio dapprima a Parigi, poi a Bruxelles e via Anversa in America Latina, a Montevideo in Uruguay, ove da allora risiedera' (ma ancora sovente molto viaggiando); la morte la coglie il 19 agosto 2000, operosa fino alla fine, sempre attiva, generosa, mite, accogliente; sempre lucida, sempre limpida, per sempre Luce. Opere di Luce Fabbri: per un primo avvio segnaliamo l'ampia e preziosa intervista  a cura di Cristina Valenti: Luce Fabbri, vivendo la mia vita, apparsa su "A. rivista anarchica" dell'estate 1998 (disponibile anche nella rete telematica alla pagina web: http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/247/22.htm; ora anche nel sito: www.arivista.org). Tra le sue opere in volume ed in opuscolo segnaliamo: a) scritti politici: Camisas negras, Ediciones Nervio, Buenos Aires 1935; (con lo pseudonimo Luz D. Alba), 19 de julio. Antologia de la revolucion espanola, Coleccion Esfuerzo, Montevideo 1937; (con Diego Abad de Santillan), Gli anarchici e la rivoluzione spagnola, Carlo Frigerio Editore, Lugano 1938; La liberta' nelle crisi rivoluzionarie, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1947; El totalitarismo entre las dos guerras, Ediciones Union Socialista Libertaria, Buenos Aires 1948; L'anticomunismo, l'antimperialismo e la pace, Edizioni di Studi Sociali, Montevideo 1949; La strada, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1952; Sotto la minaccia totalitaria, Edizioni RL, Napoli 1955; Problemi d'oggi, Edizioni RL, Napoli 1958; La libertad entre la historia y la utopia, Ediciones Union Socialista Libertaria, Rosario 1962; El anarquismo: mas alla' de la democracia, Editorial Reconstruir, Buenos Aires 1983; Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, BFS, Pisa 1996; Una strada concreta verso l'utopia, Samizdat, Pescara 1998; La libertad entre la historia y la utopia. Tres ensayos y otros textos del siglo XX, Barcelona 1998; b) volumi di poesia: I canti dell'attesa, M. O. Bertani, Montevideo 1932; Propinqua Libertas, Bfs, Pisa 2005; c) scritti di storia e di critica letteraria: Influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1810-1853), Ediciones Nuestro Tiempo, Montevideo 1966; L'influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1853-1915), Editorial Lena & Cia. S. A., Montevideo 1967; La poesia de Leopardi, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1971; Machiavelli escritor, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1972; La Divina Comedia de Dante Alighieri, Universidad de la Republica, Montevideo 1994. Ad essi si aggiungono i saggi pubblicati nella "Revista de la Facultad de Humanidad y Ciencias" di Montevideo, e gli interventi e le interviste su molte pubblicazioni, e le notevoli traduzioni - con impegnati testi propri di introduzione e commento - (tra cui, in volume: di opere di Nettlau, di Malatesta, del padre Luigi Fabbri, e l'edizione bilingue commentata del Principe di Machiavelli). Opere su Luce Fabbri: un punto di partenza e' l'utilissimo dossier, Ricordando Luce Fabbri, in "A. rivista anarchica", n. 266 dell'ottobre 2000, pp. 28-41 (disponibile anche nel sito: www.arivista.org)]

 

Vecchissimi versi d'amore (1933): Scherzo affettuoso a Ermes, il muratore che amo

 

Ho preso la penna

in mano

per te,

la penna mia buona,

che canta, che suona,

ma solo con me.

 

Se s'apre la porta,

se s'ode una voce,

nell'aria gia' morta

il canto non c'e'.

 

Ho preso la penna,

la penna veloce,

in mano

per te.

 

Arriva lontano

l'incanto tessuto

di tenui parole,

di fili di sole;

t'avvolge di se'.

 

Quell'ombra che sfiora,

passando, le cose,

quel soffio che ora

ti ferma le mani,

le mani callose

che amo, cos'e'?

 

Non sa la tua fronte,

serena nell'onde

del sole, che il velo

che vedi nel cielo,

e' stato trapunto

lontano

da me.

 

In alto, nel raggio

che brucia, lavori.

Ti cresce nell'ore

la casa che fai.

E intanto la mano

che ami, la penna

veloce,

la voce

che sai

confidano al sole,

ch'e' buono, se vuole,

un dolce messaggio

d'amore

per te.

 

(12 novembre 1933)

 

Nota: al verso 16 e' incerto se una parola del manoscritto originale sia da leggere "incanto" o "incauto".

 

*

 

Vecchissimi versi d'amore (1934): L'appuntamento a Pocitos

 

Corre l'omnibus, brontola e s'affanna,

corre incontro all'azzurro ch'e' laggiu'.

La strada corre via sotto le ruote,

e la', in fondo alla strada, ci sei tu.

 

(11 febbraio 1934)

 

*

 

A Luisella

 

Quando ancora non c'eri e preparavo

per te che t'annunciavi il nido e il mondo,

venne al molo il naviglio di Montale

(portava liberta' per pochi eletti)

e stetti per salire;

ma c'era il fior di croco e tu venivi.

 

L'intravidi di nuovo nella bruma

della notte di Rio giganteggiare;

ma ritornai tagliando il carnevale:

guardai se all'altro lato c'eri tu.

 

Oggi mi par di non saper nuotare.

Fischia per me l'antica vaporiera

nella nebbia crescente;

ma sul Limay c'e' luce e ci sei tu.

(Tu sei tu e sei per me chi mi t'ha dato,

sei l'avvenire e sei colui che giace

da quindici anni e sta sempre con me).

 

*

 

Ultima solitudine

 

Chiazze di muffa, muro scortecciato,

di la', il deserto. Dove sta il giardino?

Dov'e' rimasto il canto, dov'e' il sangue

rosso delle ferite gloriose?

Hanno tradito tutti i Paladini?

Dov'e' il tamburo e dove sta l'amore?

E i giochi, e i bimbi e l'acquazzone puro?

E quel silenzio gonfio di parole?

Ora il silenzio e' sporco e l'acqua stagna

e tutti gli occhi e i fuochi sono spenti.

Nella nebbia si perdono i miei morti.

Guardo fissa la nebbia che m'assalta.

 

*

 

Thanatos

 

Usci' a sinistra, dritta, dai cespugli

Thanatos. Disse: "Non mi riconosci?

Son la sorella - bella - dell'Amore".

Era nata dal nero.

Fra noi non la feri' la troppa luce.

Le chiedemmo affannosi:

"Questa tua mano, dove ci conduce?"

"Dove finisce, dove tace Amore".

 

*

 

Apocalissi

 

Viene il giorno dell'ira.

Viene l'inferno, ingoia gl'innocenti.

L'apprendista stregone,

dopo aver scatenati tutti i venti,

preme ridendo l'ultimo bottone.

Le montagne di scoria

si sciolgono in fusione.

E' finita la storia.

Gli oceani puzzolenti

affogano il bisonte d'Altamira.

 

*

 

Il diluvio

 

L'acqua cresce, s'ingorga, mangia il prato

e poi la casa e assalta la collina.

Trema il cipresso d'ali rifugiate.

E' nera e densa l'acqua e il suo gonfiore

monta e minaccia. Restan poche ore

per questo sole trepido, isolato,

per noi che lo beviamo, per la fina

catena che ci lega all'aspettato

domani, che, or lo vedo, non verra'.

 

*

 

Natura quasi morta

 

Sotto la foglia grinza il coleottero

muove le sue zampette arrovesciato.

E' vivo e disperato

e sente tutt'intorno la minaccia:

aspetta li' la scarpa che lo schiaccia.

Tutta la vita in quell'armeggio fragile,

tutta la morte in quella foglia gialla,

che il sole scalda invano.

Le rane fanno coro di lontano.

Passa neutra nell'aria una farfalla.

 

*

 

La siepe

 

Ci porta volonta' come un destino,

non verso il sonno della fiera in lustra,

ma all'insonne caverna di Leonardo.

Sol si conosce ben quel che si crea.

Crea la ginestra il fiore ed il profumo.

Resisteranno al flusso della lava?

 

Stiam facendo una casa per la gente

all'incrocio di tutte le autostrade.

Nessun di noi voleva far la siepe.

Ma l'abbiam fatta tutta di ginestre

contro l'ondata nera e puzzolente

che ci porta il riflusso d'Hiroshima.

 

*

 

Le parole

 

Vorrei giocar col vento a dir parole

ed a buttarle fuori

come palle, perche' me le rimandi

ed io riscopra in loro il mio messaggio.

 

Vorrei sporger la mano che lavora,

dalla finestra di questa mia cella,

a stringer mani, a accarezzar capelli,

a chiedere e ad offrire un po' d'amore.

 

Ma il buio mangia tutte le parole

ch'escon di casa prima dell'aurora.

 

*

 

Rilettura leopardiana

 

La terra, l'alto cielo, il nulla in mezzo.

Dove sta l'uomo?

Il pastore cammina, ma non sa

che han violato la luna

ed han riempito il nulla di satelliti.

 

Dove sta l'uomo?

Il pastore cammina, ma il suo gregge

vaga disperso

e le fontane sono avvelenate;

l'erba si secca.

Ma profuma il deserto una ginestra

che raccoglie la sfida del futuro.

 

*

 

Sordita' crescente

 

Fa tacere le cose

il fragore remoto del tempo.

E' remoto, ma cresce

a misura che cresce il passato.

 

La cicala e' gelosa di tutto.

Fa cri-cri sulla voce sommessa

dell'amore, sul grido

solidale del grande dolore.

Ed eleva pian piano,

muratore ostinato,

la sua parete opaca ed incolore.

 

*

 

Le parole nuove

 

Ogni parola trova la sua carne.

Io volevo cercare nella selva

del mondo le parole trasparenti,

parole d'aria,

da leggere, da scrivere, da dire,

da proiettare al buio sullo schermo,

ma che non pesino

e che non gettin ombra sulla strada.

 

Queste parole, amici, non esistono,

ma c'e' nel caos qualcosa che le cerca,

qualcosa che ha potenza di crearle.

E allora cantero' con quelle, alfine,

cantero' alfine un canto di vittoria.

 

*

 

Patagonia (variazione italiana)

 

Il deserto accogliente in riva al fiume

stava un tempo nei libri;

lo vedevo di sera nel soffitto,

al riverbero tenue della strada:

c'era il giaguaro e il puma

e la' sul monte, nero contro il cielo,

Buffalo Bill chiamato Martin Fierro.

 

Poi fuggirono i puma e ritrovai

quel deserto nel fondo dell'esilio,

dopo molti anni e molto mare, quando

l'esilio smemorato era gia' patria.

 

Il fiume ha preso un nome, ed e' il Limay.

Sulla riva ho una torre di speranza

da cui guardo lontano. Il mondo e' scuro,

il mondo e' freddo e il tempo e' troppo poco.

Ma li' c'e' un po' di fuoco.

Stringo due mani e non ho piu' paura.

 

*

 

Ancora un poco

 

Frullo di voli sulla soglia oscura.

Ancora un poco; ancor debbo pensare

a come possa misurare il nulla;

ancor debbo imparare

a scandagliare il fondo del silenzio,

a camminare nell'oscurita'.

Non sono preparata: dammi tempo

prima d'entrare.

Non c'e' bisogno

che nessuno mi spinga: solo debbo

abituarmi a un sonno senza sogni,

al vuoto opaco dell'eternita'.

 

*

 

L'ultima parete

 

Una vecchia e' seduta vacillante

sull'ultima parete e non si volta.

C'e' nebbia dietro e nella nebbia e' sciolta

la morte: i vivi guardan tutti avanti.

 

La vecchia sa. La casa sta la' dietro,

la casa con il fuoco, il pane e il sale

per tutti. Ma le camere, le scale,

la cucina si sgretolano. Il vetro

 

delle finestre e' cieco, perche' il vento

l'ha coperto di terra del deserto.

Dio, cos'abbiamo fatto! Era la casa,

la nostra casa e l'abbiam data al mostro.

 

E' l'odio nostro che avvelena i pozzi:

non sazierem mai piu' la nostra sete.

La vecchia guarda il vuoto.

E' seduta sull'ultima parete.

 

5. TESTIMONI. LIU XIAOBO: UN GIORNO IL MIO PAESE SARA' LIBERO

[Dal quotidiano "La Repubblica" dell'11 dicembre 2010 col titolo "Un giorno il mio paese sara' libero" e il sommario "Questo e' uno stralcio del discorso letto ieri dall'attrice Liv Ullmann alla cerimonia di consegna del Nobel per la Pace. E' stato scritto da Liu Xiaobo nel dicembre del 2009, quando venne condannato dal regime di Pechino a 11 anni di carcere" (traduzione di Fabio Galimberti)]

 

Nel corso dei miei oltre cinquant'anni di vita, il giugno del 1989 ha rappresentato uno spartiacque. Fino a quel momento ero un esponente della prima generazione di studenti entrati all'universita' dopo la reintroduzione degli esami d'ingresso che la Rivoluzione Culturale aveva abolito. Dopo aver completato gli studi rimasi all'Universita' Normale di Pechino per insegnare. Gli studenti mi accolsero bene. E nel frattempo facevo l'intellettuale pubblico, scrivevo articoli e libri che suscitarono un certo clamore negli anni '80. Dopo il 4 giugno del 1989 fui gettato in prigione con l'accusa di "propaganda controrivoluzionaria e istigazione" perche' ero tornato dagli Stati Uniti per prendere parte al movimento di protesta.

Sono passati vent'anni, ma i fantasmi del 4 giugno non sono ancora svaniti. E ancora adesso mi ritrovo sul banco degli imputati a causa della mentalita' del nemico che ha il regime. Ma voglio ribadire a questo regime che mi sta privando della liberta' che io rimango fedele ai principi espressi nella "Dichiarazione per lo sciopero della fame del 2 giugno", vent'anni fa: io non ho alcun nemico e non provo nessun odio.

L'odio puo' corrompere l'intelligenza e la coscienza di un individuo. La mentalita' del nemico puo' avvelenare lo spirito di una nazione, istigare contese feroci e mortali, distruggere la tolleranza e l'umanita' di una societa' e ostacolare il progresso di una nazione verso la liberta' e la democrazia. Per questo spero di riuscire a guardare allo sviluppo della nostra nazione e al cambiamento sociale trascendendo le mie esperienze personali, per contrapporre all'ostilita' del regime la massima benevolenza, e per dissolvere l'odio con l'amore.

Proprio per queste mie convinzioni e per la mia esperienza personale sono fermamente convinto che il progresso politico della Cina non si arrestera', e guardo pieno di ottimismo all'avvento di una futura Cina libera. Perche' nessuna forza puo' sconfiggere la ricerca di liberta' dell'uomo, e la Cina alla fine diventera' una nazione governata dal diritto, dove i diritti umani sono messi al primo posto.

Se mi e' consentito, vorrei dire che l'esperienza piu' fortunata di questi ultimi vent'anni e' stato l'amore disinteressato che ho ricevuto da mia moglie, Liu Xia. Lei non ha potuto essere presente qui in aula oggi, ma voglio comunque dirti, mia cara, che sono fermamente convinto che continuerai ad amarmi come sempre. In tutti questi anni in cui sono stato privato della liberta', il nostro amore e' stato pieno di amarezze imposte dalle circostanze esterne, ma quando ne assaporo il retrogusto rimane un amore sconfinato. Sto scontando la mia condanna in una prigione tangibile, mentre tu mi aspetti nella prigione intangibile del cuore. Il tuo amore e' la luce del sole che scavalca le mura del carcere e penetra fra le sbarre della finestra della mia cella, carezzando ogni centimetro della mia pelle, scaldando ogni cellula del mio corpo, permettendo al mio cuore di rimanere sempre in pace, aperto e radioso, e riempiendo di senso ogni minuto che trascorro in carcere. Il mio amore per te, per altro verso, e' talmente pieno di rimorsi e rimpianti che a volte vacillo sotto il suo peso. Sono una pietra inanimata in mezzo alla natura, sferzata da venti violenti e piogge torrenziali, tanto fredda che nessuno osa toccarmi. Ma il mio amore e' solido e acuminato, capace di perforare ogni barriera. Anche se fossi ridotto in polvere, userei le mie ceneri per abbracciarti.

Mia cara, con il tuo amore posso affrontare con calma il mio imminente processo, senza avere rimpianti per le scelte che ho fatto, e aspettare con ottimismo il domani. Attendo con ansia il giorno in cui il mio Paese sara' una terra con liberta' di espressione, dove le opinioni di tutti i cittadini saranno trattate allo stesso modo; dove valori, idee, credenze e opinioni politiche diverse potranno confrontarsi fra di loro e coesistere pacificamente; dove saranno garantite allo stesso modo le opinioni della maggioranza e quelle della minoranza, e dove in particolare saranno pienamente rispettate e protette le opinioni politiche che differiscono da quelle temporaneamente al potere; dove tutte le opinioni politiche potranno essere espresse alla luce del sole perche' i cittadini possano scegliere quale li convince di piu', dove ogni cittadino potra' affermare le sue opinioni politiche senza timore, e dove nessuno, in nessuna circostanza, potra' essere perseguitato per aver espresso opinioni politiche divergenti. Spero di essere l'ultima vittima delle interminabili inquisizioni letterarie cinesi, e che da questo momento in poi nessuno venga piu' incriminato per le sue opinioni.

La liberta' di espressione e' il fondamento dei diritti umani, la fonte dell'umanita' e la madre della verita'. Strangolare la liberta' di espressione significa calpestare i diritti umani, soffocare l'umanita' e sopprimere la verita'.

Per poter esercitare il diritto alla liberta' di parola accordato dalla Costituzione bisogna adempiere al proprio dovere sociale di cittadino cinese. Non c'e' nulla di criminale in tutto quello che ho fatto. Ma se mi si accusa per questo, non ho rimostranze da fare.

 

6. TESTIMONI. LIU XIAOBO: CINA, ESCI DALL'ODIO

[Dal sito Avvenire.it riprendiamo la seguente diversa traduzione del medesimo intervento dell'attivista per i diritti umani e premio Nobel per la pace detenuto in Cina, intervento li' apparso il 3 dicembre 2010 col titolo "Cina, esci dall'odio" (traduzione di Maria Rita Masci)]

 

Giugno 1989 e' stato un momento di svolta nella mia vita. La mia carriera universitaria aveva seguito un corso normale; dopo la laurea sono rimasto all'Universita' di Pechino. In cattedra, ero un insegnante benvoluto ed ero un intellettuale pubblico. Negli anni Ottanta, ho pubblicato articoli e libri, sono stato invitato a conferenze e corsi anche in America e Europa. La mia regola di vita era di comportarmi con onesta', senso di responsabilita' e dignita'.

Poi, tornato in Cina per prendere parte al movimento dell'89, fui imprigionato per "propaganda controrivoluzionaria e incitamento al crimine". Non avrei piu' potuto pubblicare o fare conferenze in Cina.

Per aver espresso opinioni politiche diverse e aver preso parte a un movimento pacifico e democratico, un insegnante perde la cattedra, uno scrittore perde il diritto di pubblicare e un intellettuale la possibilita' di parlare in pubblico: questo e' triste, non solo per me, ma per la Cina, dopo trent'anni di riforme.

Le esperienze piu' drammatiche della mia vita dopo il 4 giugno hanno a che fare con i tribunali. Le due occasioni che ho avuto di esprimermi in pubblico mi sono state fornite dal tribunale di Pechino, una nel gennaio 1991 e una ora. Capi d'accusa identici: reati d'opinione.

Le anime del 4 giugno non riposano ancora in pace. Dopo essere uscito dalla prigione di Qincheng nel 1991, ho perso il diritto di parola nel mio Paese e mi sono potuto esprimere solo coi media stranieri. Sono stato agli arresti domiciliari (maggio 1995 - gennaio 1996), mandato in un campo di rieducazione attraverso il lavoro (ottobre 1996 - ottobre 1999), e oggi sono processato...

Ripeto quanto avevo detto venti anni fa nella "Dichiarazione per il secondo sciopero della fame del 2 giugno": non ho nemici, non provo odio. Nessuno dei poliziotti che mi hanno tenuto sotto sorveglianza, arrestato, interrogato, nessuno dei procuratori che mi hanno perseguito, nessuno dei giudici che mi hanno condannato e' un mio nemico.

Anche se non posso accettare i vostri arresti e le vostre condanne, rispetto le vostre professioni e personalita'. L'odio corrode la saggezza e la coscienza, la "mentalita' del nemico" avvelena lo spirito di una nazione, incita a lotte mortali, distrugge la tolleranza e l'umanita' di una societa', blocca lo sviluppo verso democrazia e liberta'.

Spero di trascendere le mie vicende in una comprensione dello sviluppo dello stato e dei cambiamenti della societa', contrastare l'ostilita' del potere con le mie migliori intenzioni, sostituire l'odio con l'amore.

La politica delle riforme ha portato allo sviluppo dello Stato e alla trasformazione della societa'. Le riforme sono cominciate quando e' stato abbandonato il principio della lotta di classe. Ci siamo dedicati allo sviluppo economico e all'armonia sociale. Il processo di abbandono della filosofia della lotta equivaleva a stemperare la mentalita' del nemico, a eliminare la psicologia dell'odio e del "latte della lupa" nel quale i cinesi erano stati immersi.

Questo processo ha consentito la nascita di un ambiente piu' sereno per le riforme, per ristabilire l'amore fra le persone, per offrire un terreno piu' favorevole alla coesistenza pacifica di valori e interessi diversi. Cosi' sono esplosi la creativita' e il ritorno a un sentimento di umanita'. L'orientamento dell'economia al mercato, il pluralismo culturale, l'evoluzione di uno Stato di diritto hanno tratto profitto dall'indebolimento della mentalita' del nemico. Anche in campo politico, dove i progressi sono stati piu' lenti, il potere e' diventato piu' tollerante delle diversita' sociali, e' calata la persecuzione dei dissidenti. L'indebolimento della mentalita' del nemico ha portato il potere ad accettare l'universalita' dei diritti dell'uomo.

Nel 1998, il governo si e' impegnato a sottoscrivere le due convenzioni internazionali sui diritti umani dell'Onu. Nel 2004, l'Assemblea del popolo ha iscritto per la prima volta nella Costituzione che lo Stato rispetta e garantisce i diritti umani. Il potere politico ha annunciato di voler mettere l'uomo al centro e di voler creare una societa' armoniosa. Questi cambiamenti li ho sperimentati dopo il mio ultimo arresto. Anche se mi professo innocente, ho conosciuto due prigioni, quattro uffici di polizia, tre procuratori e due giudici. Nel mio caso, non mi hanno mai mancato di rispetto. Il 23 giugno 2009 sono stato trasferito dal mio domicilio sorvegliato all'Ufficio di pubblica sicurezza di Pechino, noto come Beikan. Nei sei mesi che ho passato li' ho visto i progressi intervenuti nella gestione delle carceri. Sono convinto che in Cina il progresso politico non si fermera': nessuna forza puo' bloccare l'aspirazione dell'uomo alla liberta'.

Un giorno la Cina diventera' uno Stato di diritto rispettoso dei diritti umani. Spero che un tale progresso potra' riflettersi sul mio caso. L'esperienza piu' fortunata di questi vent'anni e' l'amore incondizionato di mia moglie Liu Xia. Oggi non puo' essere presente al processo, ma voglio dirti, amore mio, che sono sicuro che il tuo amore per me non cambiera'. Nella mia vita non libera, il nostro amore ha conosciuto l'amarezza imposta dall'ambiente esterno, ma quando ci penso lo considero un amore senza confini.

Sono stato condannato a una prigione visibile, mentre tu aspetti in una prigione invisibile. Il tuo amore e' la luce che supera i muri di recinzione e le sbarre alle finestre, che carezza la mia pelle, che mi consente di mantenere la mia calma interiore, la mia magnanimita' e la mia lucentezza, rendendo significativo ogni minuto che trascorro in prigione. Ma il mio amore per te e' pieno di colpe e rimpianti, tanto che rende pesanti i miei passi. Sono come una pietra in una landa desolata, ma il mio amore e' solido.

Anche se venissi ridotto in polvere, ti abbraccerei con le mie ceneri.

Spero che un giorno il mio Paese sara' una terra dove ci si potra' esprimere liberamente; dove valori, fedi, opinioni diverse potranno convivere. Spero in un Paese dove le opinioni politiche diverse da quelle di chi detiene il potere saranno rispettate e protette; dove tutti i cittadini potranno esprimere le loro opinioni politiche senza paura e le voci dissenzienti non saranno perseguitate.

Spero di essere l'ultima vittima dell'immarcescibile inquisizione e che dopo di me nessun altro venga incarcerato per quello che ha detto. La liberta' di espressione e' la base dei diritti umani, la radice dell'umanita', la madre della verita'. Impedire la liberta' di parola significa calpestare i diritti umani, schiacciare la verita'. Non mi sento colpevole di aver utilizzato il diritto alla liberta' di parola sancito dalla Costituzione. Io sono innocente, e anche se vengo condannato per questo, non me ne cruccio.

 

7. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

8. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Michail A. Bakunin, Stato e anarchia, Feltrinelli, Milano 1972, 1979, pp. 256.

- Petr Kropotkin, Campi, fabbriche, officine, Edizioni Antistato, Milano 1975, 1982, pp. 238.

- Errico Malatesta, Scritti scelti, Savelli, Roma 1970, 1973, pp. 216.

- Murray Bookchin, L'ecologia della liberta', Antistato, Milano 1984, Eleuthera, Milano 1986, 1988, pp. 548.

- Roger Boussinot, Piccola enciclopedia dell'anarchia, Samona' e Savelli, Roma 1970, Garzanti, Milano 1978.

- James Joll, Gli anarchici, Il Saggiatore, Milano 1970, 1976, pp. 366.

- Domenico Tarizzo, L'anarchia. Storia dei movimenti libertari nel mondo, Mondadori, Milano 1976, pp. IV + 324.

- George Woodcock, L'anarchia. Storia delle idee e dei movimenti libertari, Feltrinelli, Milano 1966, 1976, pp. 448.

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 403 del 13 dicembre 2010

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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