Coi piedi per terra. 412



 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 412 dell'11 novembre 2010

 

In questo numero:

1. Cesare Medail intervista Thich Nhat Hanh (2003)

2. Alcune modalita' di meditazione praticate nella Comunita' dell'Interessere fondata da Thich Nhat Hanh

3. I "quattordici addestramenti alla consapevolezza" della Comunita' dell'Interessere fondata da Thich Nhat Hanh

4. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

 

1. INTERVISTE. CESARE MEDAIL INTERVISTA THICH NHAT HANH (2003)

[Dal sito www.esserepace.org riprendiamo la seguente intervista di Cesare Medail apparsa sul "Corriere della Sera" il 20 febbraio 2003 col titolo "Thich Nhat Hanh, la via della pace secondo l'apostolo del Vietnam", l'occhiello "Dopo l'undici settembre invito' gli americani a 'spegnere il fuoco della rabbia'" e il sommario "La prima intervista italiana del monaco buddista che da mezzo secolo si batte contro la guerra, al di la' delle ideologie e nel nome della compassione".

Cesare Medail (Dolo (Ve) 1943 - Milano 2005), giornalista e saggista; dal 1968 al "Corriere della Sera", negli ultimi anni come caposervizio delle pagine culturali. Dalla Wikipedia riprendiamo per stralci la seguente notizia: "Nel 1977 scrisse il libro-inchiesta Sotto le stellette (edito da Einaudi) dedicato alla storia delle rivendicazioni dei diritti civili all'interno delle forze armate; nel 2004 pubblico' presso l'editore Corbaccio il libro Le piccole porte: viaggio nell'universo del pensiero spirituale, nel quale Medail descrive il suo incontro con dodici personalita' nel campo della spiritualita' con le quali mette a confronto il proprio scetticismo per cercare di riscoprire i valori dello spirito".

Su Thich Nhat Hanh dal sito www.esserepace.org riprendiamo la seguente scheda biografica: "Thich Nhat Hanh, monaco zen vietnamita, poeta e costruttore di pace, e' oggi insieme al Dalai Lama una delle figure piu' rappresentative del Buddhismo nel mondo. Nato in Vietnam centrale nel 1926, ordinato monaco all'eta' di 16 anni, ha operato fin dalla sua giovinezza affinche' il buddhismo portasse pace, riconciliazione e fratellanza nella societa'. Nel 1964, durante la guerra in Vietnam, ha dato vita a uno dei movimenti di resistenza nonviolenta piu' significativi del secolo, i Piccoli Corpi di Pace: gruppi di laici e monaci che si recavano nelle campagne per creare scuole, ospedali e per ricostruire i villaggi bombardati, subendo attacchi da entrambi i contendenti, che li ritenevano alleati del proprio nemico. Nel 1967, mentre si trovava negli Stati Uniti, e' stato candidato al Nobel per la pace da Martin Luther King, che dopo averlo incontrato ha preso posizione pubblicamente contro la guerra in Vietnam. Due anni dopo, gia' costretto all'esilio, ha dato vita alla Delegazione di Pace Buddhista, che ha partecipato alle trattative di pace di Parigi. Dopo la firma degli accordi gli e' stato rifiutato il permesso di rientrare nel suo Paese. Si e' stabilito in Francia, dove nel 1982 ha fondato Plum Village, comunita' di monaci e laici nei pressi di Bordeaux, nella quale tuttora vive e insegna l'arte di vivere in consapevolezza. Ai suoi ritiri partecipano ogni anno migliaia di persone, provenienti da ogni parte del mondo. Solo nel gennaio del 2005, dopo 39 anni di esilio, su invito ufficiale del governo vietnamita ha potuto far ritorno per tre mesi in Vietnam, accompagnato da un folto gruppo di monaci e laici, per un viaggio di riconciliazione e insegnamenti. I suoi numerosi libri sono stati tradotti in molte lingue. Le edizioni italiane sono pubblicate da Ubaldini, Mondadori e Neri Pozza". Opere di Thich Nhat Hanh disponibili in italiano: a) libri: Vietnam, la pace proibita (Vallecchi 1967, Vietnam: A Lotus in a Sea of Fire); La lotta nonviolenta del buddhismo nel Vietnam (Citta' Nuova, 1970); Introduzione allo Zen, Sonzogno, Milano 1974; Essere pace. Insegnamenti sulla sofferenza, la riconciliazione e la pace (Ubaldini 1989, Being Peace); Il sole, il mio cuore. Dalla presenza mentale alla meditazione di consapevolezza (Ubaldini 1990, The Sun, My Heart); Il miracolo della presenza mentale. Un manuale di meditazione (Ubaldini 1992, The Miracle of Mindfulness); Trasformarsi e guarire. Il Sutra sui quattro fondamenti della consapevolezza (Ubaldini 1992, Transformation and Healing); Vita di Siddharta il Buddha narrata e ricostruita in base ai testi canonici pali e cinesi (Ubaldini 1992, Old Path, White Clouds); La pace e' ogni passo. La via della presenza mentale nella vita quotidiana (Ubaldini 1993, Peace is Every Step); Toccare la pace. La pratica dell'arte di vivere con consapevolezza (Ubaldini 1994, Touching Peace); Respira! Sei vivo. Commento al Sutra sulla piena consapevolezza del respiro e ad altri Sutra fondamentali (1994); Lo splendole del loto. Esercizi di meditazione guidata (Ubaldini 1994, The Blooming of the Lotus); Il diamante che recide l'illusione. Commento al Sutra del diamante della Prajnaparamita (Ubaldini 1995, The Diamond that Cuts through Illusion); L'amore e l'azione. Sul cambiamento sociale nonviolento (Ubaldini 1995, Love in Action); Una chiave per lo zen (Ubaldini 1996, Zen Keys); Mente d'amore. La pratica del guardare in profondita' (Ubaldini 1997, Cultivating the Mind of Love); Il Buddha vivente, il Cristo vivente (Neri Pozza 1996, ristampa in ed. tascabile Tea, 1999; Living Buddha, Living Christ); Insegnamenti sull'amore. Un sentiero collaudato per trasformare rabbia e odio in amore universale (Neri Pozza 1999, Teachings on Love); Perche' un futuro sia possibile. I precetti per i discepoli laici (Ubaldini 2000, For a Future to Be Possible); Il cuore dell'insegnamento del Buddha. Le Quattro Nobili Verita', l'Ottuplice Sentiero e gli altri insegnamenti principali del Buddha nella loro attualita' (Neri Pozza 2000, The Heart of Buddha's Teachings); Spegni il fuoco della rabbia (Mondadori 2002, Anger); Il segreto della pace. Trasformare la paura, conoscere la liberta' (Mondadori 2003, No Death, No Fear); La luce del Dharma. Dialogo tra cristianesimo e buddhismo (Mondadori 2003, Going Home); Libero ovunque tu sia. Discorso tenuto al penitenziario di Stato del Maryland (Associazione Essere Pace 2003, Be Free Where You Are); Il sentiero. Discorsi di un ritiro di meditazione (Ubaldini 2004, The Path of Emancipation); La via della trasformazione. Quando la mente guarisce il cuore (Mondadori 2004, Transformation at the Base); L'arte del cammino e della pace. In viaggio verso la serenita' (Mondadori 2004, Fragrant palm leaves - Journals 1962-66); L'unica nostra arma e' la pace. Il coraggio di costruire un mondo senza conflitti (Mondadori 2005, Creating True Peace); Insieme con gioia. L'arte di costruire una comunita' armoniosa (Associazione Essere Pace 2005, Joyfully Together); La nostra vera dimora. Vivere ogni giorno nella Terra Pura (Mondadori 2006, Finding Our True Home); Un silenzio tonante. Sutra sul modo migliore di catturare un serpente (Associazione Essere Pace 2007, Thundering Silence); Nel rifugio della mente. La risposta zen al terrorismo (Mondadori 2007, Calming the Fearful Mind); Il cuore del cosmo. Nuovi insegnamenti dal Sutra del Loto (Mondadori 2008, Opening the Heart of the Cosmos); L'energia della preghiera. Come approfondire la pratica spirituale quotidiana (Mondadori 2008; The Energy of Prayer ); Quando bevi il te', stai bevendo nuvole.Un percorso di trasformazione e di consapevolezza (Terra Nuova, Firenze 2008); Camminando con il Buddha. Zen e felicita' (Mondadori 2009, Buddha Mind, Buddha Body); Una chiave per la pace: Bat Nha / A Key to Peace: Bat Nha (bilingue italiano-inglese) (Educazione alla Pace, Napoli 2010, The Koan Bat Nha); Nulla da cercare. Un commento alla raccolta di Linji (Ubaldini 2010, Nowhere to Go, Nothing to Do); L'unico mondo che abbiamo. La pace e l'ecologia secondo l'etica buddhista (Terra Nuova, Firenze 2010, The World We Have); b) raccolte di discorsi: L'incenso del cuore. Discorsi del ritiro di Rocca di Papa, marzo 1996 (1997, Roma, La Rete di Indra); Sassolini di meditazione. Discorsi del ritiro di Firenze, aprile 1997 (1998, Firenze, Un Tempio per la Pace); Il piccolo libro della consapevolezza (Ubaldini 2001"); Discorsi ai bambini e al bambino dentro di noi (Ubaldini 2002); Un ascolto profondo. Su ascolto profondo e parola amorevole (Ubaldini 2005); Passi di pace. Sulla meditazione camminata (Firenze 2003; Roma 2005; Napoli 2008 "Educazione alla Pace, Napoli"); Il cuore della pace (bilingue italiano-inglese). I Quattordici Addestramenti alla Consapevolezza dell'Ordine dell'Interessere ("Quaderni per un'educazione alla pace", Giunti 2008); Quando bevi il te', stai bevendo nuvole. Un percorso di trasformazione e di consapevolezza (Terra Nuova, Firenze 2008); c) racconti: Il cancello di pino e altre storie (Psiche, 1997); Il bambu' della Luna (Psiche, 1998); d) scritti pubblicati in antologie collettanee: AA. VV.,  Buddhismo impegnato. Gli insegnamenti dei piu' celebri maestri buddhisti di oggi per una trasformazione radicale della societa' (1999, Engaged Buddhist Reader, Neri Pozza, 1999); AA. VV., Ecologia buddhista (1992, Buddhism and Echology, Neri Pozza, 2001); e) testi per la pratica di Sangha: Canti e recitazioni di Plum Village - raccolti da Thich Nhat Hanh e dai monaci e dalle monache di Plum Village (Nobile Editore, 2000); Canzoni per la pratica della consapevolezza (distribuzione nei Sangha e nei ritiri); Canti nello zendo (Essere Pace, 2003); Benvenuti a Plum Village (Associazione Essere Pace, 2004); La via del cuore. Sostegno alla vita (Associazione Essere Pace, 2008); Il canto del cuore. Pratiche, cerimonie, discorsi - di Thich Nhat Hanh con la comunita' monastica di Plum Village. (Associazione Essere Pace, 2008; Chanting from the Heart)]

 

Plum Village (Bordeaux). Dal poggio di fronte si profila il castello di Eleonora d'Aquitania dove nacque Riccardo Cuor di Leone; poco lontano la rocca medievale di Duras, dove nacque Marguerite, narratrice di storie d'amore e morte ambientate nell'Indocina coloniale, ora Vietnam; e per un gioco del destino un piccolo popolo vietnamita risale quelle colline in silenzioso corteo.

Avvolti nel saio marrone, visi lieti e assorti, praticano tra i vigneti bordolesi la "meditazione camminata". Li guida Thai (che sta per maestro), il monaco piu' anziano: a lui fanno capo quattro cascinali divenuti monasteri buddisti di tradizione zen, dove soggiornano molti laici, anche cristiani, in cerca di quiete. Thich Nhat Hanh, 77 anni, e' il capo spirituale in esilio della Chiesa buddista vietnamita (in patria sopravvive una sorta di buddismo di Stato).

Minuto, magro, dai lineamenti aspri ma pronti a schiudersi nel piu' disarmante dei sorrisi, occhi neri e saettanti sotto la testa rasata, Thai e' tra i maggiori maestri spirituali del nostro tempo, ma e' stato anche un formidabile guerriero della pace, avendo messo in pratica il precetto buddista della compassione in modo integrale, a 360 gradi, guardando alla sofferenza senza distinzioni ideologiche.

Nel Vietnam devastato dalla guerra, i "Piccoli corpi di pace" creati da Thich Nhat Hanh soccorrevano le vittime di entrambe le parti: era il 1964 quando alcuni dei suoi monaci caddero sotto il fuoco incrociato. Allora Thai penso' che la tragedia dovesse finire e volo' a New York dove tenne conferenze, conobbe Thomas Merton e Martin Luther King che nel 1967 lo propose per il Nobel della Pace; alla Casa Bianca ebbe un lungo incontro con il sottosegretario alla difesa Robert Mc Namara che alla fine si disse "molto turbato" (si dimise poche settimane dopo).

Il monaco creo' allora una Delegazione buddista per la Pace e la guido' ai negoziati di Parigi fino agli accordi del '73; e dopo la caduta di Saigon (1975) si impegno' a favore delle vittime dei nuovi padroni comunisti.

Fu l'esilio (i suoi libri sono vietati in patria), ma prosegui' nel suo impegno fondando monasteri in Francia (dove organizza persino seminari misti fra ebrei e palestinesi) e in America. Thai si muove lentamente, concentrato su ogni piccolo gesto, come se sotto la parola e i movimenti perdurasse lo stato contemplativo, ma e' un concentrato di energia che trasmette a chi lo avvicina. Cosi' apparve anche agli americani che gremivano a migliaia, dopo l'11 settembre, la Riverside Church di Manhattan, per ascoltare il suo invito a non cadere preda della rabbia.

La sua figura contrasta con l'idea occidentale del monaco zen perso nel "nirvana": mentre ci guarda curioso seduto sui talloni nella sua cella, gli chiediamo come abbia potuto conciliare anni di titanico impegno per la pace con una vita contemplativa impeccabile.

"Se un praticante buddista - risponde per la prima volta a un giornale italiano - intende coltivare la propria capacita' di compassione, fara' sempre qualcosa che porti beneficio alla situazione in cui vive. Cosi', la pratica buddista ci ha aiutato ad assistere le vittime della guerra. Molti di noi sono rimasti a loro volta feriti, altri sono morti: ma siamo restati fedeli alla nonviolenza, senza cedere all'odio. Non avendo preso partito, eravamo perseguitati da entrambe le fazioni, ma abbiamo egualmente cercato di indurle a discutere in modo da por fine al conflitto. Chi lavora per la pace non puo' vedere nessuno come nemico ne' fare distinzioni tra l'America capitalista e il Vietnam comunista".

Ma nel 1966 lei e' andato a chiedere agli americani di por fine alla guerra; e non si limito' a convincere un Martin Luther King ancora titubante. Arrivo' alla Casa Bianca. Che cosa chiese a Mc Namara?

"Agli americani dissi che parlavo a nome della maggioranza dei vietnamiti, non solo di una parte, e che la gente non voleva la guerra. Ai governanti chiesi di iniziare subito a negoziare sotto controllo internazionale: altre nazioni avrebbero dovuto prendere parte a una conferenza di pace, che stabilisse il graduale ritiro americano. Alla Casa Bianca chiesi di compiere il primo passo, fermando subito i bombardamenti".

Lei prosegui' la mediazione nella Delegazione buddista ai negoziati di Parigi che guido' fino agli accordi del '73: e ci ricorda di essersi adoperato per riconciliare Nord e Sud. Ma invano. Di fronte alla repressione dei nuovi padroni comunisti, lei dirigeva dall'Europa le azioni di soccorso ai più disperati, i "boat people". La compassione la spinse a occuparsi anche degli americani, che portavano nell'anima le ferite della guerra?

"In America parlai con molti reduci e dopo la guerra organizzai gruppi di meditazione con i veterani: anche gli americani erano vittime e molti divennero miei discepoli. E' molto facile cominciare le guerre, non e' facile finirle. Desert Storm, per esempio, non e' stata un vittoria: molti dei veterani erano persone distrutte. Tornavano carichi di guerra e facevano la guerra alle mogli e ai bambini. Com'era avvenuto dopo il Vietnam, i reduci portarono a casa semi di violenza e di aggressivita'. Alcuni li abbiamo assistiti, ma molte persone illuminate non vennero piu' ascoltate".

Forse quei semi di violenza germogliano ora; e spiegano i sondaggi d'opinione a favore della guerra. Ma ora, mentre appare imminente l'attacco all'Iraq, come parlerebbe al popolo americano che ha conosciuto a fondo in una delle pagine piu' tragiche della sua storia?

"Chiederei di non iniziare una guerra che farebbe male non solo agli iracheni, ma a tutti noi: chi fa la guerra a un altro colpisce anche se stesso. Ai governanti, poi, direi che agire senza il sostegno e il permesso dell'Onu produrrebbe molto male. Se l'America va avanti da sola, distruggera' l'autorita' delle Nazioni Unite; e noi perderemmo il solo strumento utile per mantenere la pace nel mondo, cioe' il Consiglio di sicurezza. Gli Usa devono ascoltare la saggezza collettiva dell'Onu, come se fosse il sangha (la prima comunita' di seguaci del Budda) di tutte le nazioni. L'America e' parte di quel sangha: distruggerne il prestigio sarebbe grave danno. La Casa Bianca, invece, dovrebbe onorarlo, chiedendo che i governi americano e iracheno discutano alla presenza di altre nazioni in grado di offrire la loro saggezza".

Dalle sue parole sembra che la fine dell'Onu sia rovinosa almeno quanto la guerra. Mentre prende un pausa per il te', il maestro riflette sull'allenamento alla nonviolenza praticato nei suoi villaggi. Il lavoro per la pace comincia dai piccoli conflitti quotidiani?

"A qualunque livello - riprende - lo strumento piu' importante per superare i contrasti e' l'ascolto profondo e compassionevole della parola dell'altro. Cio' aiuta a comprendere l'altrui sofferenza e a dialogare. A un governo direi: ascolta te stesso e cio' che dicono gli altri Paesi, in modo da comunicare la tua sofferenza e comprendere la loro. E' un lavoro pratico: qui, per esempio, non ci limitiamo a parlare di pace interiore, ma attuiamo l'ascolto profondo e amorevole dell'altro. E' una pratica di riconciliazione da esercitare su di se' grazie alla meditazione sul respiro: talora capita che le coppie (moglie-marito o genitore-figli) cerchino la riconciliazione subito, magari precipitandosi a telefonare all'altro capo del mondo".

Nei suoi innumerevoli libri, i cui proventi mantengono i monasteri, lei ha scritto che la violenza nasce da paura e sofferenza. Ma di che cosa hanno paura, oggi, gli americani e il loro presidente?

"Bush vive tra le paure ed e' troppo occupato per praticare la meditazione del respiro. E puo' fare molto male. Avrebbe bisogno di consiglieri capaci di risvegliare la compassione, ma mi pare sia circondato da persone bellicose. I leader spirituali americani dovrebbero agire perche' Bush abbia vicino anche persone animate da un profondo senso di pace. Gli stessi cittadini possono fare qualcosa, come stanno cercando di fare i miei discepoli: dopo l'11 settembre ho lanciato un appello alla nonviolenza e fatto dieci giorni di digiuno per sottolinearne l'aspetto spirituale e non politico; e molti americani si sono uniti a noi, perche' negli Usa ci sono numerose coscienze compassionevoli e Bush dovrebbe ricordarsi di ascoltarle, anche perche' non lo combattono. Cercano solo di aiutarlo. Se avessi modo di incontrare Saddam Hussein direi le stesse cose: in America ho contattato le comunita' islamiche e parlato loro in modo nuovo, per capire le loro paure e le loro speranze. Per la pace, l'unica via e' questa".

Il suo pacifismo, insomma, e' fatto di pensiero e di pratica profonde che affondano le radici nel buddismo ma possono essere fatte proprie da chiunque.

L'anziano vietnamita appare stanco, ma ci congeda con uno sguardo di ferro, come a dire che conosce il modo di reintegrare l'energia. Fra pochi giorni parte per la Corea, altro crocevia di conflitti: il Sud del Paese e' in parte buddista, ma ci sono buddisti anche al Nord, sotto la dittatura comunista di Kim. E' attraverso i loro canali che Thai e' convinto possano passare parole di compassione.

 

2. ESPERIENZE. ALCUNE MODALITA' DI MEDITAZIONE PRATICATE NELLA COMUNITA' DELL'INTERESSERE FONDATA DA THICH NHAT HANH

[Dal sito www.esserepace.org riprendiamo le seguenti schede]

 

Meditazione Seduta

Sedere in meditazione e' come ritornare a casa per dare piena attenzione al nostro se' e prendercene cura. Possiamo irradiare pace e stabilita' proprio come il Buddha nelle molte immagini che lo ritraggono. Sediamo in posizione eretta con grande dignita' e ritorniamo al nostro respiro. Portiamo piena attenzione a cio' che e' in noi e a cio' che ci circonda. Lasciamo che si crei spazio nella nostra mente e che il nostro cuore diventi leggero e tranquillo.

La meditazione seduta e' di enorme beneficio. Ci accorgiamo che possiamo tranquillamente stare con cio' che e' in noi - dolore, rabbia, irritazione, o gioia, amore e pace. Stiamo con quello che c'e' senza esserne trasportati via. Lo lasciamo venire, lo lasciamo rimanere e, poi, lo lasciamo andare. Non c'e' alcun bisogno di scacciare, di reprimere o di fare finta che i nostri pensieri non ci siano. Osserviamo i pensieri e le immagini della nostra mente con occhio amorevole e con accettazione. Abbiamo la liberta' di starcene fermi e calmi nonostante le tempeste che possono sorgere in noi.

Se durante la seduta le gambe o i piedi si addormentano, sentiti libero di modificare dolcemente la posizione. Puoi continuare a seguire il respiro e, lentamente e con attenzione, cambiare posizione. Che tu sia seduta su un cuscino, un panchetto, una sedia, o direttamente sul pavimento, siedi in modo da stare comoda. Cerca, senza sforzarti troppo, di tenere la schiena diritta, in modo che l'aria possa entrare e uscire con facilita' dai polmoni e dal diaframma. Se possibile, inspira ed espira attraverso le narici, respirando in modo dolce e impercettibile.

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Meditazione Camminata all'Interno

Tra una sessione di meditazione seduta e l'altra, per sciogliere un po' il corpo e per praticare la consapevolezza in movimento, pratichiamo Kinh Hanh, una meditazione camminata lenta. Camminiamo insieme, in senso orario, facendo un passo a ogni inspirazione e uno a ogni espirazione. Prova a portare l'attenzione al contatto dei piedi con il pavimento. Puoi iniziare a camminare con il piede sinistro, inspirando e dicendo in silenzio "inspiro". Poi, quando il piede destro avanza e tocca il pavimento, puoi dire dentro di te "espiro".

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Meditazione Camminata all'Aperto

Ovunque camminiamo, possiamo praticare la meditazione camminata. Cio' significa semplicemente sapere che stiamo camminando: lo scopo della meditazione camminata e' solo camminare, essere nel momento presente, consapevoli del nostro respiro e del nostro camminare. Non c'e' bisogno di arrivare da nessuna parte. Camminiamo liberi e stabili, senza fretta. Siamo presenti ad ogni passo. E quando desideriamo parlare, ci fermiamo e diamo piena attenzione all'altra persona, alle nostre parole e all'ascolto.

Camminare in questo modo non dovrebbe essere un privilegio. Dovremmo poterlo fare in qualsiasi momento. Ci guardiamo attorno e vediamo quanto vasta sia la vita, vediamo gli alberi, le nuvole bianche e il cielo senza limiti. Ascoltiamo il canto degli uccelli. Sentiamo la freschezza della brezza. La vita ci circonda e noi siamo vivi, in buona salute e in grado di camminare in pace.

Camminiamo come persone libere e sentiamo i nostri passi farsi piu' leggeri. Godiamo di ogni passo che facciamo. Ogni passo ci nutre e ci guarisce. Camminando, lasciamo l'impronta della nostra gratitudine sulla terra.

Camminiamo piu' lentamente del solito, anche se un po' piu' veloci di quando facciamo kin hanh nella sala di meditazione. Nel camminare, coordiniamo il respiro con i passi. Nel far questo puo' esserci d'aiuto l'uso di una gatha. Facciamo due o tre passi per ogni inspirazione ed espirazione:

"Sono arrivato (inspirando); sono a casa (espirando)

Nel qui (inspirando); e ora (espirando)".

Se camminiamo in salita e' probabile che i polmoni richiedano di fare due passi a ogni inspirazione e due passi a ogni espirazione. Adattiamo dolcemente la pratica alla richiesta dei nostri polmoni, in qualunque momento, qualunque essa sia. Scrolliamoci di dosso ogni preoccupazione e ansia.

Camminando potresti voler stringere la mano di un amico e sentire cosi' tutta la felicita' per la sua presenza accanto a te. Di quando in quando, vedendo qualcosa di bello - un albero, un fiore, un farfalla - vorrai fermarti ad osservare meglio. Nel guardare, continua a seguire il respiro, in modo da non essere catturato dai tuoi pensieri e perdere cosi' la vista di quel bel fiore.

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Mangiare Insieme

Nella meditazione del pasto mangiamo in silenzio. Questo ci permette di gustare realmente il cibo e di entrare profondamente in contatto con le persone che ci siedono attorno. La prima volta che ti capitera' di mangiare in silenzio potra' sembrarti strano o innaturale, ma dopo un po' ti accorgerai che un pasto in silenzio puo' dare molta felicita', pace e comprensione profonda.

Mangiare insieme e' una vera e propria meditazione. Possiamo iniziare a praticare fin da quando ci serviamo da mangiare: riempiendo il piatto siamo consapevoli che molti elementi - pioggia, sole, terra, aria e amore - sono riuniti a formare quel cibo meraviglioso. Vediamo che attraverso quel cibo l'intero universo sostiene la nostra esistenza.

Mentre ci serviamo siamo consapevoli degli amici che ci circondano, e prendiamo la quantita' di cibo che e' giusta per noi. Prima di iniziare a mangiare la campana viene invitata a suonare tre volte, e possiamo allora godere del nostro respiro mentre pratichiamo le cinque contemplazioni del cibo:

"Questo cibo e' un dono della terra, del cielo e di tanti esseri viventi, ed e' frutto di molto duro lavoro fatto con amore.

Che noi possiamo mangiarlo in consapevolezza e gratitudine, cosi' da essere degni di riceverlo.

Che possiamo riconoscere e trasformare le formazioni mentali non salutari, in particolare l'avidita', e imparare a mangiare con moderazione.

Che possiamo mantenere viva in noi la compassione, alimentandoci in un modo che riduca la sofferenza degli esseri viventi, protegga il nostro pianeta e inverta il processo di riscaldamento globale.

Accogliamo questo cibo per coltivare la fratellanza, rafforzare il Sangha e nutrire la nostra aspirazione a essere al servizio degli esseri viventi".

Mangiamo lentamente, provando a masticare ogni boccone almeno trenta volte. Godiamo di ogni boccone e della presenza dei fratelli e delle sorelle di Dharma attorno a noi. Stabiliamoci nel momento presente, mangiando in modo che durante il pasto possano realizzarsi stabilita', gioia e pace. Mangiando in silenzio il cibo viene reso piu' reale dalla nostra presenza mentale, e siamo consapevoli del suo nutrimento. Dopo aver finito il pasto, prendiamoci qualche momento per essere consapevoli di aver finito, consapevoli che la nostra scodella e' vuota e la fame soddisfatta. Renderci conto della fortuna di aver avuto quel cibo nutriente da mangiare, cibo che ci sostiene sul sentiero della comprensione e dell'amore, ci riempie di gratitudine.

 

3. ESPERIENZE. I "QUATTORDICI ADDESTRAMENTI ALLA CONSAPEVOLEZZA" DELLA COMUNITA' DELL'INTERESSERE FONDATA DA THICH NHAT HANH

[Dal sito www.esserepace.org riprendiamo la seguente scheda]

 

La Comunita' dell'Interessere, in vietnamita Tiep Hien, e' stata fondata da Thich Nhat Hanh in Vietnam, nel 1966, come mezzo per aiutare ad alleviare le sofferenze attraverso la pratica del vivere consapevole. In quel periodo la violenza della guerra si stava intensificando e c'era un disperato bisogno degli insegnamenti del Buddha per affrontare l'odio e le divisioni che sconvolgevano il Paese.

"Tiep" in vietnamita significa "essere in contatto con", e qui e' inteso nel senso di essere in contatto con la realta' del mondo e della mente. Essere in contatto con la mente significa essere consapevoli del processo delle nostre sensazioni, percezioni, formazioni mentali, e anche riscoprire la nostra vera mente, che e' fonte di comprensione e compassione. Essere in contatto con la realta' del mondo significa esserlo con tutto cio' che ci circonda, nel regno animale, vegetale e minerale.

Se vogliamo essere in contatto dobbiamo uscire dal nostro guscio e guardare con chiarezza e in profondita' alle meraviglie della vita - i fiocchi di neve, la luce della luna, il canto degli uccelli, i bei fiori - e anche alla sofferenza - la fame, la malattia, la tortura e l'oppressione. Traboccanti di comprensione e compassione, siamo in grado di apprezzare le meraviglie della vita e, allo stesso tempo, agire con la ferma determinazione di alleviare le sofferenza.

Un significato della parola "hien" e' "realizzare" o "realizzazione". Significa non essere catturati nel mondo delle dottrine e delle idee, ma portare ed esprimere le nostre intuizioni profonde nella vita reale. Anzitutto, realizzazione significa trasformarsi. Se vogliamo condividere calma e serenita' dobbiamo anzitutto rendere concrete queste qualita' dentro di noi. Lavorare per aiutare esseri affamati o malati significa essere in pace e amorevoli durante quel lavoro. Hien significa rendere questo reale qui ed ora.

Secondo la Carta della Comunita' dell'Interessere, scopo del Tiep Hien, del quale fanno parte monaci e monache, ma anche laici e laiche, e' rendere attuale il Buddhismo, mediante lo studio, l'esperienza diretta della realta' e l'applicazione degli insegnamenti alla vita moderna.

La Carta indica quattro principi fondamentali: il non attaccamento alle opinioni, il guardare in profondita', la flessibilita' e i mezzi abili. Questi ultimi, chiamati anche porte del Dharma, consistono in immagini e metodi, creati da insegnanti accorti, per mostrare la via del Buddha e guidare le persone nella pratica quotidiana.

La Comunita' dell'Interessere rifiuta il dogmatismo, nell'osservare come nell'agire. La ricerca e' nella direzione del vero spirito della visione profonda e della compassione nella vita, piu' importante di qualsiasi istituzione o tradizione buddhista. Con l'aspirazione di un bodhisattva i componenti della Comunita' cercano di trasformare se stessi per trasformare la societa'.

La Comunita' dell'Interessere e' formata da una comunita' nucleo e da una comunita' allargata. Della prima fanno parte i praticanti che hanno fatto voto di osservare i Quattordici Addestramenti alla Consapevolezza e di dedicarsi alla costruzione della comunita' di pratica nel luogo in cui vivono. La comunita' allargata e' composta da coloro che ispirano la propria pratica agli stessi valori, ma non hanno ricevuto formalmente gli Addestramenti. Oggi ci sono circa 400 laici e ordinati, donne e uomini, nella comunita' nucleo e migliaia di praticanti nella comunita' allargata.

Il Tiep Hien e' guidato dai Quattordici Addestramenti. Non si tratta di regole costrittive, ma di indicazioni amorevoli, guide che creano i presupposti per proteggere, attraverso la pratica della consapevolezza, noi stessi, i nostri cari e la societa'.

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I Quattordici Addestramenti alla Consapevolezza

Il Primo Addestramento: Apertura

Consapevoli della sofferenza creata dal fanatismo e dall'intolleranza, siamo determinati a non idolatrare e a non vincolarci a nessuna dottrina, teoria o ideologia, neppure a quelle buddhiste. Gli insegnamenti buddhisti sono guide che ci aiutano a imparare il guardare in profondita' e a sviluppare comprensione e compassione. Non sono dottrine per cui combattere, uccidere o morire.

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Il Secondo Addestramento: Non Attaccamento alle Opinioni

Consapevoli della sofferenza creata dall'attaccamento alle opinioni e alle percezioni erronee, siamo determinati a non avere una mente ristretta, legata alle opinioni attuali. Impareremo e praticheremo il non attaccamento alle opinioni, per essere aperti alla visione profonda e alle esperienze degli altri. Siamo consapevoli che la conoscenza del momento non e' l'immutabile e assoluta verita'. La verita' si trova nella vita e noi osserveremo la vita dentro e intorno a noi in ogni momento, pronti a imparare da essa.

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Il Terzo Addestramento: Liberta' di Pensiero

Consapevoli della sofferenza che causiamo imponendo le nostre opinioni, ci impegniamo a non forzare gli altri, neppure i nostri figli, ad adottare le nostre opinioni con alcun mezzo: autorita', minacce, denaro, propaganda o indottrinamento. Rispetteremo il diritto degli altri di essere diversi e di scegliere in cosa credere e come decidere. Tuttavia, con il dialogo compassionevole, aiuteremo gli altri a rinunciare al fanatismo e alla ristrettezza mentale.

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Il Quarto Addestramento: Consapevolezza della Sofferenza

Consapevoli che guardare in profondita' la natura della sofferenza ci aiuta a sviluppare la compassione e a trovare modi per uscire dalla sofferenza, siamo determinati a non fuggire e a non chiudere gli occhi di fronte alla sofferenza. Ci impegniamo a trovare modi, compresi contatti personali, immagini e suoni, per stare con coloro che soffrono, per capirne profondamente la situazione e aiutarli a trasformare la sofferenza in compassione, pace e gioia.

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Il Quinto Addestramento: Vita Semplice e Sana

Consapevoli che la vera felicita' si fonda sulla pace, la stabilita', la liberta' e la compassione, siamo determinati a non porci come scopo della vita la fama, il profitto, il benessere o il piacere sensuale, a non accumulare ricchezza, mentre ci sono milioni di esseri che hanno fame e muoiono. Ci impegniamo a vivere con semplicita' e a condividere tempo, energia e risorse materiali con chi ne ha bisogno. Praticheremo il consumo consapevole, non usando alcol, droghe o altri prodotti che introducano tossine in noi stessi, cosi' come nel corpo e nella coscienza collettivi.

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Il Sesto Addestramento: Prendersi Cura della Rabbia

Consapevoli che la rabbia blocca la comunicazione e crea sofferenza, siamo determinati a prenderci cura dell'energia della rabbia quando sorge e a riconoscerne e trasformarne i semi che giacciono nel profondo delle nostre coscienze. Quando sorge la rabbia, siamo determinati a non fare e a non dire nulla, praticando invece il respiro consapevole e la meditazione camminata, per riconoscere, abbracciare e guardare in profondita' la rabbia. Impareremo a guardare con gli occhi della compassione coloro che pensiamo siano la causa della nostra rabbia.

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Il Settimo Addestramento: Dimorare Felicemente nel Momento Presente

Consapevoli che la vita e' disponibile solo nel momento presente e che e' possibile vivere felicemente qui e ora, ci impegniamo ad addestrarci per vivere profondamente ogni momento della nostra vita quotidiana. Non ci faremo trasportare dai rimpianti del passato, dalle preoccupazioni per il futuro, o dall'avidita', dalla rabbia e dalla gelosia nel presente. Siamo determinati ad imparare l'arte del vivere consapevole, entrando in contatto con gli elementi meravigliosi, vitali e salutari che esistono in noi e intorno a noi, e nutrendo i semi di gioia, pace, amore e comprensione in noi stessi, per facilitare il lavoro di trasformazione e di guarigione della nostra coscienza.

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L'Ottavo Addestramento: Comunita' e Comunicazione

Consapevoli che la mancanza di comunicazione porta sempre divisione e sofferenza, ci impegniamo ad addestrarci nella pratica dell'ascolto compassionevole e della parola amorevole. Impareremo ad ascoltare in profondita', senza giudicare o reagire, e ci asterremo dal pronunciare parole che possano causare discordia o divisioni nella comunita'. Faremo ogni sforzo per mantenere aperta la comunicazione e per ricomporre e risolvere tutti i conflitti, per quanto piccoli.

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Il Nono Addestramento: Parola Veritiera e Amorevole

Consapevoli che le parole possono creare sofferenza o felicita', ci impegniamo a imparare a parlare in modo veritiero e costruttivo, usando solo parole che ispirino speranza e fiducia. Siamo determinati a non dire il falso per salvare interessi personali o per impressionare gli altri e a non pronunciare parole che causino divisione e odio. Non diffonderemo notizie di cui non siamo certi e non condanneremo cose di cui non siamo sicuri. Faremo del nostro meglio per denunciare situazioni di ingiustizia, anche quando cio' minacci la nostra incolumita'.

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Il Decimo Addestramento: Proteggere il Sangha

Consapevoli che l'essenza e lo scopo di un Sangha e' la pratica della comprensione e della compassione, ci impegniamo a non usare la comunita' buddhista per profitto personale e a non trasformare la nostra comunita' in uno strumento politico. Tuttavia, una comunita' spirituale dovrebbe prendere una chiara posizione contro l'oppressione e l'ingiustizia e dovrebbe lottare per cambiare la situazione, senza impegnarsi in conflitti di parte.

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L'Undicesimo Addestramento: Retti Mezzi di Sostentamento

Consapevoli che l'ambiente e la societa' hanno subito grandi violenze e ingiustizie, ci impegniamo a non vivere di una professione dannosa per gli esseri umani e per la natura. Faremo del nostro meglio per scegliere un mezzo di sostentamento che aiuti a realizzare il nostro ideale di comprensione e di compassione. Consapevoli dell'economia globale e della realta' politica e sociale, ci comporteremo in modo responsabile come consumatori e come cittadini, non investendo in aziende che privino gli altri della possibilita' di vivere.

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Il Dodicesimo Addestramento: Rispetto per la Vita

Consapevoli che molta sofferenza viene causata da guerre e conflitti, siamo determinati a coltivare la nonviolenza, la comprensione e la compassione nelle nostre vite quotidiane, per promuovere l'educazione alla pace, la mediazione consapevole e la riconciliazione nelle famiglie, nelle comunita', nelle nazioni e nel mondo. Siamo determinati a non uccidere e a non permettere che altri uccidano. Con il nostro Sangha praticheremo diligentemente il guardare in profondita', per scoprire modi migliori per proteggere la vita e prevenire la guerra.

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Il Tredicesimo Addestramento: Generosita'

Consapevoli della sofferenza causata da sfruttamento, ingiustizia sociale, furto e oppressione, ci impegniamo a coltivare la gentilezza amorevole e ad imparare modi per favorire il benessere di persone, animali, piante e minerali. Praticheremo la generosita', condividendo tempo, energie e risorse materiali con coloro che ne hanno bisogno. Siamo determinati a non rubare e a non possedere nulla che appartenga ad altri. Rispetteremo la proprieta' altrui, ma cercheremo di impedire che altri traggano profitto dalla sofferenza umana e dalla sofferenza di altri esseri.

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Il Quattordicesimo Addestramento: Retta Condotta

(Per i laici) Consapevoli che le relazioni sessuali motivate dall'avidita' non riescono a dissipare il sentimento di solitudine, ma creano maggior sofferenza, frustrazione e isolamento, siamo determinati a non intraprendere relazioni sessuali senza reciproca comprensione, amore e impegno a lungo termine. Nelle relazioni sessuali dobbiamo essere consapevoli della sofferenza che potremmo causare in futuro. Sappiamo che, per proteggere la felicita' nostra e degli altri, dobbiamo rispettare i diritti e gli impegni nostri e degli altri. Faremo tutto quanto e' in nostro potere per proteggere i bambini dagli abusi sessuali e per proteggere coppie e famiglie dalle rotture dovute a una condotta sessuale scorretta. Tratteremo il nostro corpo con rispetto e conserveremo le energie vitali (del sesso, del respiro e dello spirito) per la realizzazione del nostro ideale di bodhisattva. Saremo pienamente consapevoli della responsabilita' di nuove vite e mediteremo sul mondo in cui intendiamo fare nascere nuovi esseri.

(Per i monaci) Consapevoli che l'aspirazione di un monaco o di una monaca puo' essere realizzata soltanto quando abbandonano del tutto i legami dell'amore mondano, ci impegniamo a praticare la castita' e ad aiutare gli altri a proteggere se stessi. Siamo consapevoli che solitudine e sofferenza non possono essere lenite dall'incontro di due corpi in una relazione sessuale, ma piuttosto dalla pratica della vera comprensione e compassione. Sappiamo che una relazione sessuale distruggerebbe la nostra vita di monaco o monaca, ci impedirebbe di realizzare il nostro ideale di servire gli esseri viventi e sarebbe dannosa per gli altri. Siamo determinati a non reprimere o maltrattare il nostro corpo e a non considerarlo solo uno strumento, imparando a trattarlo con rispetto. Siamo determinati a conservare le energie vitali (del sesso, del respiro e dello spirito) per la realizzazione del nostro ideale di bodhisattva.

 

4. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

 

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org

Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 412 dell'11 novembre 2010

 

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