Telegrammi. 371



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 371 dell'11 novembre 2010

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. XXIII Congresso nazionale del Movimento Nonviolento: Le mozioni approvate

2. Per sostenere il Movimento Nonviolento

3. "Azione nonviolenta"

4. La "Carta" del Movimento Nonviolento

5. Per saperne di piu'

 

1. DOCUMENTI. XXIII CONGRESSO NAZIONALE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO: LE MOZIONI APPROVATE

[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e volentieri diffondiamo]

 

Mozione politica generale

Il XXIII Congresso nazionale del Movimento Nonviolento (in sigla: MN), riunito a Brescia nei giorni 29, 30, 31 ottobre e primo novembre 2010,

al termine di lavori articolati in sedute tematiche, commissioni e plenaria:

- esprime adesione alle linee generali di analisi e di programma esposte nella relazione introduttiva del Presidente;

- assume gli impegni risultanti dai lavori delle commissioni come approvati dall'assemblea;

- ribadisce la necessita' dell'apporto dei pensieri e delle pratiche della nonviolenza, esercizio competente del potere di tutti e di ciascuno, per affrontare la grave crisi della politica e delle stesse strutture della democrazia rappresentativa;

- indica nella diffusione e approfondimento del lavoro dei Centri del Movimento Nonviolento e dei singoli aderenti, nel loro collegamento a livello regionale, nel loro coordinamento affidato al comitato nazionale, nella costante apertura, proposta e pratica di collaborazione ai movimenti o realta' diffuse che alla nonviolenza si ispirano, la condizione necessaria perche' l'aggiunta della nonviolenza per creare un futuro amico di citta' aperte, sia convinta e convincente.

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Commissione 1. Educazione aperta, nella citta' e nella scuola

Il Movimento Nonviolento attribuisce un valore prioritario e si riconosce un ruolo possibile nel lavoro culturale di educazione e formazione alla nonviolenza nei diversi ambiti: scuola, servizio civile volontario, educazione dei giovani e degli adulti.

Ritiene che questo sia un impegno necessario e attuabile, vista la ricchezza di esperienze in ambito educativo da sempre intraprese dagli amici della nonviolenza e la presenza di strumenti quali la rivista "Azione nonviolenta", il sito web, i campi estivi, l'impegno sul servizio civile, le attivita' dei centri locali. Tutto questo costituisce i percorsi con i quali il Movimento fa educazione e formazione alla nonviolenza.

Il Congresso delibera di:

1) creare una commissione permanente con referenti che affrontino in continuita' le questioni dell'educazione nonviolenta;

2) garantire una maggiore conoscenza e divulgare i risultati della ricerca sulla genitorialita' nonviolenta e sulle competenze relazionali degli insegnanti;

3) mettere a punto, nel programma dei campi estivi, una proposta formativa rivolta particolarmente a giovani e adulti sul rapporto tra nonviolenza e politica, per diffondere una concezione della politica come gestione del bene comune, contrapposta alla politica come cura del proprio interesse a scapito della comunita';

4) promuovere, all'interno del percorso formativo dei volontari in servizio civile, la conoscenza e, ove possibile, la pratica diretta della nonviolenza con un'attenzione alla riconversione del sistema militare e alle modalita' di azione nelle situazioni di conflitto;

5) valutare la fattibilita' di un campo estivo specifico sulla Difesa popolare nonviolenta (in sigla: Dpn) e sul disarmo rivolto genericamente ai giovani, o in particolare ai volontari in servizio civile;

6) rivolgere un'attenzione specifica a uno dei pregiudizi e delle forme di violenza piu' diffuse e meno affrontate, cioe' l'omofobia, valutando la possibilita' di un campo estivo su questo tema;

7) continuare ad animare costruttivamente, secondo le proprie possibilita', quello che e' stato il Coordinamento per il Decennio Onu al fine di mantenerlo in opera, svilupparlo e farlo crescere. In particolare si condivide l'importanza dell'opera di supporto al legislatore per la definizione di contenuti normativi e di criteri delle buone pratiche educative;

8) costruire una rete tra le diverse esperienze di educazione alla nonviolenza, tra i formatori, tra chi fa ricerca sull'educazione nonviolenta, a supporto di chi voglia svolgere progetti nella scuola o intraprendere un percorso personale di formazione alla nonviolenza.

Si pensa a materiali didattici e di approfondimento, o a proposte formative rivolte particolarmente a educatori - genitori, educatori, insegnanti, amministratori scolastici -, o singoli che vogliono formarsi alla nonviolenza. I temi d'interesse sono quelli dall'educazione all'empatia, all'ascolto, all'exotopia, alle capacita' relazionali, all'assertivita', alla comunicazione nonviolenta. Queste proposte formative devono mettere al centro l'esercizio di buone pratiche a partire da se', ritenendo che il "cambiamento dal basso" possa essere promosso attraverso il cambiamento personale.

Il collegamento tra le esperienze puo' essere intanto affidato ad "Azione nonviolenta" e al sito dell'associazione, nazionale o di centri locali. Il compito e' all'attenzione del Centro per la nonviolenza della Svizzera italiana che curera' su questo tema una sezione del proprio sito web, facendosi promotore per raccogliere e segnalare esperienze e materiali.

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In difesa della scuola pubblica

Profondamente preoccupati dalla situazione attuale di attacco alla scuola pubblica, ritenendo che e' compito fondamentale e necessario per la scuola pubblica di attuare una attenzione e una cura verso gli ultimi, resa impossibile dai tagli e dalla controriforma in atto, formuliamo le seguenti proposte perche' il Movimento Nonviolento le faccia sue, le diffonda, attui cio' che e' da attuarsi per quanto di competenza e nelle sue possibilita', e perche' una coscienza su questo argomento diventi generale in tutti i nonviolenti italiani.

Elenchiamo qui gli elementi di preoccupazione che stiamo vivendo:

- l'assurda e incostituzionale distribuzione di fondi pubblici alle scuole private, a scapito della scuola pubblica;

- il numero generalmente troppo elevato di alunni per classe, che rende difficilmente gestibili le dinamiche di gruppo e i processi di apprendimento;

- i passi indietro che sono stati compiuti riguardo l'importantissimo settore dell'integrazione dei ragazzi diversamente abili, ulteriormente complicato dal numero di alunni per classe e dalla riduzione delle ore di sostegno;

- i passi indietro fatti rispetto all'accoglienza e alla integrazione di alunni stranieri, che pongono le premesse per una cultura della discriminazione;

- i passi indietro fatti rispetto alla formazione degli adulti.

Esiste un'esigenza forte di ristabilire ed ampliare la possibilita' di critica all'interno della scuola, dando voce alle componenti essenziali della scuola stessa.

Riteniamo incompatibile la presenza militarista nella scuola addirittura con progetti di cultura militare, come il progetto lombardo "Allenati alla vita", finanziati con i fondi per l'educazione alla pace.

Il primo suggerimento al Movimento Nonviolento potrebbe essere quello di proseguire la tradizione dell'Adesspi, Associazione per la Difesa e lo Sviluppo della Scuola Pubblica Italiana, sia a livello nazionale sia localmente attraverso i Centri attivi del Movimento Nonviolento.

Proponiamo che la rivista "Azione nonviolenta" dedichi uno spazio ai problemi della scuola pubblica, nell'ottica sopra descritta, e che si valuti l'apertura di blog o forum specifici sul sito del Movimento Nonviolento.

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Commissione 2. Ecologia politica per fermare il nucleare

Il Movimento Nonviolento guarda con interesse a quelle reti di singoli ed associazioni che stanno discutendo la necessita' e prefigurando la presenza di un movimento ecologista nel panorama della politica nazionale, per una nuova strategia di "ecologia politica" resa urgente ed indispensabile dalla crisi ambientale in atto e particolarmente dal tentativo di rilancio del nucleare.

Il congresso delibera di:

1) realizzare una mappatura della documentazione in materia ambientale ed energetica da mettere a disposizione di comitati locali;

2) di produrre uno specifico nostro materiale antinucleare a carattere divulgativo per contrastare la propaganda filonucleare; tale impegno si potra' articolare a diversi livelli, quali quello del governo democratico dell'energia, anche legato ai vari territori, e quello della necessita' e praticabilita' di un nuovo modello energetico da fonti rinnovabili effettivamente sostitutivo di quello tradizionale e di quello nucleare;

3) predisporre una riedizione del libro "Le tecniche della nonviolenza" di Aldo Capitini, con apposita nuova prefazione, come vademecum per le azioni ambientaliste;

4) attuare una documentazione e divulgazione di esempi di lotte ambientaliste locali condotte con metodi e contenuti nonviolenti (come ad esempio il Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo);

5) creare uno spazio su "Azione nonviolenta" per realizzare "inchieste" utili a far conoscere e creare collegamenti fra comitati ambientalisti locali (contro inceneritori, parcheggi, strade, cementificazioni, ecc.), come strumento di conoscenza e per mettere a disposizione materiali ed esperienze significative anche dal punto di vista della nonviolenza;

6) preparare un "decalogo della decrescita" che espliciti pratiche nonviolente virtuose e possibili per tutti;

7) utilizzare l'impianto fotovoltaico installato alla Casa per la Pace di Ghilarza anche come strumento didattico di educazione ambientale.

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Commissione 3. La nonviolenza per la liberazione dalle mafie

Le mafie sono in forte rafforzamento sia sul piano dell'intensita' del dominio esercitato su alcuni territori che per la pervasivita' dell'espansione sull'intero Paese.

Per elaborare le aggiunte che il Movimento Nonviolento puo' dare alla lotta per la liberazione dalle  mafie, bisogna partire dalla premessa che questo fenomeno non puo' essere liquidato come forma di "criminalita' organizzata" tout court, ma va distinto almeno in tre dimensioni:

1) la dimensione del dominio pressoche' totale esercitato su alcune regioni italiane, sui piani armato, economico, amministrativo, politico, formativo e informativo. Contesti nei quali si puo' parlare di un vero e proprio "sistema di violenza", che fonda la violenza diretta sulle piu' profonde violenze di carattere culturale e strutturale; la situazione della Calabria ne e' l'emblema e la conferma;

2) la dimensione relativa ai rimanenti territori del Centro-Nord nei quali il controllo e l'espansione non si sono ancora fatti sistema, ma assumono i contorni di una fortissima criminalita' organizzata sempre piu' penetrante nei tessuti democratici, gia' indeboliti dal berlusconismo e dal leghismo;

3) infine, la dimensione del condizionamento e dell'orientamento degli assetti di potere generale in Italia, con la capacita' di controllare ed orientare centinaia di migliaia di voti.

Queste dimensioni del fenomeno ci dicono che la lotta contro la violenza e per la democrazia in Italia non puo' rimanere solo un compito della magistratura e delle forze dell'ordine, ma necessita - al Sud come al Nord - di un impegno diretto e costante della societa' civile. Nel primo caso a partire da un piu' profondo processo di coscientizzazione, di capacita' di identificazione della violenza e di obiezione di coscienza al dominio mafioso, nel secondo caso di attraverso il rafforzamento dei "fattori protettivi" dei tessuti sociali e del controllo democratico dei territori.

Quel pezzo di societa' civile che si ispira alla nonviolenza, come orizzonte e come prassi di azione quotidiana, non puo' non mettere questa lotta per la liberazione delle mafie in cima alla sua agenda. Anche il Movimento Nonviolento deve continuare a fare la sua parte, sia attraverso i propri centri territoriali che attraverso il suo coordinamento nazionale.

Per quanto riguarda le persone ed i gruppi locali le indicazioni emerse ribadiscono l'importanza del "farsi centro", dovunque siamo presenti, anche rispetto alla lotta alla violenza mafiosa, ciascuno come puo'. Ecco alcune indicazioni:

1) entrare nei gruppi locali che gia' si occupano di mafie, magari legate alla rete Libera, provando ad approfondire anche il tema dei consumi etici anti-mafia, per contrastare il riciclaggio del denaro in attivita' economiche e commerciali apparentemente pulite, in tutta Italia;

2) collaborare alla promozione di "osservatori territoriali anti-mafie" che tengano alta l'attenzione democratica sull'infiltrazione dei capitali, sulle imprese economiche mafiose che si aggiudicano gli appalti, sulle estorsioni, sull'usura e sullo scambio dei favori con la politica. Invitando le amministrazioni locali ad entrare nella rete di "Avviso pubblico";

3) promuovere, dove possibile, percorsi educativi e formativi dentro e fuori la scuola sui temi dell'educazione alla responsabilita' ed all'assertivita', esplicitamente in funzione anti-mafie.

Per quanto riguarda la responsabilita' nazionale, di cui sara' investito il coordinamento del Movimento Nonviolento, il Congresso delibera di:

1) mantenere l'adesione alle due reti nazionali "Libera" e "Associazione per la democrazia e la legalita' in Calabria";

2) promuovere uno o piu' campi estivi di formazione, rivolti in particolare ai giovani, sul tema specifico de "la nonviolenza per la liberazione dalle mafie";

3) dare mandato al direttore ed alla redazione di "Azione nonviolenta" di dedicare un'attenzione piu' specifica al tema dell'aggiunta nonviolenta alla lotta antimafie, attraverso uno o piu' numeri monografici e/o attraverso una rubrica dedicata;

4) promuovere una pubblicazione sulle possibili declinazioni - del passato, del presente o possibili - sul metodo della nonviolenza nei sistemi di violenza mafiosa;

5) guardare con attenzione ed interesse alle iniziative della Rete Ipri - Corpi Civili di Pace rivolte all'intervento nei contesti mafiosi.

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Mozione 4. Gli strumenti per l'agire del Movimento

Il Congresso ribadisce la volonta' di proseguire la pubblicazione del mensile "Azione nonviolenta" riconoscendone l'importanza e la validita' nel panorama italiano. E' questa anche la nostra risposta politica alla scelta del governo, che abolendo le tariffe postali editoriali ha di fatto limitato la liberta' di stampa.

Come ulteriore strumento di comunicazione il Movimento Nonviolento si attivera' per affiancare alla rivista e al sito web alcuni ulteriori supporti (forum, "Azione nonviolenta" informatizzata e sfogliabile, elenco iniziative, ecc.) da definire e sperimentare. Si guardera' anche all'esigenza dell'incremento della diffusione della rivista e alle eventuali necessarie trasformazioni dell'impaginazione e dei contenuti. A tal fine si auspica la creazione di un apposito gruppo di lavoro.

Per una valorizzazione delle sedi, dei gruppi locali e delle iniziative che anche singole persone possono fare, il congresso da' mandato agli organi statutari di prevedere una o piu' persone che si attivino con un impegno costante al sostegno e alla nascita di gruppi locali.

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Marcia Perugia-Assisi

Il Congresso, consapevole che nel 2011 ricorreranno il cinquantesimo anniversario della prima Marcia Perugia-Assisi  (promossa da Aldo Capitini il 24 settembre 1961) e la conseguente nascita del Movimento Nonviolento, delibera (preso atto dei rapporti intrapresi con la Tavola della Pace) di convocare, congiuntamente alla Tavola della Pace, la prossima Marcia della Pace Perugia-Assisi prevista il 25 settembre 2011. Delibera altresi' di caratterizzare questo avvenimento con i principi contenuti nella prima Marcia riassumibili nell'affermazione "opposizione integrale alla guerra".

Questa occasione di impegno deve costituire una base di partenza per pubblicizzare e far conoscere il Movimento Nonviolento nella sua completa attivita'. Pertanto si invitano tutti gli aderenti ad essere presenti e attivi, oltre che nel giorno della Marcia, anche in tutti i momenti preparatori, ricordando che siamo nel cinquantesimo anniversario del Movimento Nonviolento. Il Movimento Nonviolento si impegna anche a collaborare con l'Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini e la Fondazione Aldo Capitini nella preparazione di seminari o convegni  per far conoscere e tenere vivo l'immenso contributo alla nonviolenza dato da Aldo Capitini.

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Commissione 5. L'antimilitarismo oggi: disarmo e corpi di pace

Il Congresso delibera di:

1) promuovere un convegno, in occasione dei 40 anni della Legge sull'obiezione di coscienza (1972-2012), che si rivolga ai tantissimi che hanno fatto la scelta dell'obiezione di coscienza antimilitarista e del servizio civile, per valorizzare una storia che ha contribuito alla crescita della democrazia nel nostro paese, e per riaffermare il valore e la necessita' dell'obiezione di coscienza al militarismo e alla preparazione della guerra; in preparazione di questo convegno nazionale sull'obiezione di coscienza, il Movimento Nonviolento rilancera' la proposta di un Albo nazionale degli obiettori, di cui si deve far carico l'Ufficio nazionale del Servizio Civile; in concomitanza con questa scadenza il Movimento Nonviolento sosterra' la creazione di un apposito video sulla memoria storica dell'obiezione di coscienza in Italia;

2) aderire alle raccolta firme della Rete Disarmo contro le modifiche alla legge 185, che regola il commercio delle armi, che riducono la trasparenza, e contro l'acquisto degli F35;

3) sostenere il progetto per la sperimentazione della difesa civile non armata nonviolenta nell'ambito del servizio civile all'estero presentato da Ipri - Corpi civili di pace, che prevede l'impiego di civilisti nelle attivita' di monitoraggio e prevenzione dei conflitti, con sede centrale di coordinamento a Vicenza e presenze in paesi a rischio conflitti armati;

4) collaborare con Rete Disarmo, al fine di valorizzare e divulgare il lavoro di informazione e analisi sul Bilancio della Difesa;

5) rinforzare l'impegno per:

- la difesa del Servizio Civile, che deve essere aperto alla partecipazione di tutti i giovani che ne facciano richiesta, orientato anche alla costruzione della difesa popolare nonviolenta; le risorse ad esso destinate devono essere garantite e reperite anche distogliendole da iniziative come la "mini-naja";

- il mantenimento del Servizio Civile all'estero - anche in situazioni di conflitto - con una valorizzazione  della partecipazione  delle donne (avendo presente la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu n. 1325, cosi' come sostenuto dal Presidente del Consiglio di Sicurezza);

6) favorire, anche in collaborazione con le organizzazioni internazionali di cui facciamo parte (come la War Resisters International), la realizzazione della Conferenza internazionale prevista nel 2012 sulla "denuclearizzazione del Mediterraneo", che dovra' vedere la partecipazione attiva di tutte le reti ed associazioni nonviolente italiane e dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

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Commissione 6. Per una nuova convivenza nella citta' aperta

La Commissione ha fatto propria la traccia di lavoro preparatoria, sottolineandone il criterio positivo/propositivo, ed integrandola con una forte sottolineatura della tutela dei diritti di tutti i cittadini ed abitanti della citta'.

Il confronto ha evidenziato i molteplici livelli del conflitto e della mediazione, da quello istituzionale, a quello sociale, economico, culturale; ha privilegiato un criterio territoriale di riferimento, ancorato soprattutto ad un impegno di documentazione e di azione anche in collegamento con le realta' operative nel contesto - sindacati, associazioni, difensori civici ecc. -; ha evidenziato l'opportunita' di avviare o consolidare esperienze di scambio, e di dare vita a momenti e spazi di "zona grigia" - secondo la definizione di Alex Langer - vale a dire di comuni interessi e di pratiche unitarie di confronto e di vita delle diverse realta' cittadine; ha sottolineato l'importanza del settore dell'informazione, anche con metodologie creative, nel lavoro per una nuova convivenza nella citta'; ha evidenziato come la discriminazione e la chiusura delle citta' che si manifesta in primo luogo e con maggiore evidenza nei confronti degli stranieri ha coinvolto e coinvolge tanti altri soggetti umani; ha infine dedicato particolare attenzione alle modalita' di contrasto alle misure discriminatorie vessatorie di tante ordinanze dei sindaci, di tanti comportamenti delle forze dell'ordine e dei vigili urbani, sempre piu' dimentichi di un ruolo di servizio e sempre piu' orientati ad azioni di repressione da "polizia locale".

La Commissione ha ricevuto come organico contributo un documento per la definizione di una "Carta per la convivenza civile nonviolenta".

Le indicazioni di lavoro e di iniziativa che sono scaturite dal confronto si sono articolate in proposte di impegno personale e di gruppo nelle diverse realta' territoriali di riferimento, ed in proposte al Movimento per una sua diretta responsabilita' attiva.

Le proposte di lavoro e di impegno sono cosi' venute a precisarsi:

1) per ciascun centro di nonviolenza nel territorio:

- azioni di disobbedienza civica a fronte di atti autoritari e di discriminazioni e di attacco ai diritti di tutti;

- richiesta e pratica di spazi informativi e di documentazione, sui giornali, nelle radio, ecc.;

- richiesta e pratica di spazi ricreativi e culturali comuni, nei circoli, nelle parrocchie, nei sindacati, ecc.;

- conoscenza e progressiva successiva utilizzazione delle competenze specifiche e personali di tanti stranieri in citta';

- scambi programmati in ambienti liberi sulle festivita', sulle figure storiche significative, sui nomi, sulle consuetudini delle diverse tradizioni;

2) per il Movimento Nonviolento:

- rendere disponibile il Codice contro le discriminazioni;

- elaborare e produrre un manuale dei diritti personali di difesa civile analogo al "vademecum del cittadino sospetto";

- predisporre, anche raccogliendo i risultati delle esperienze sin qui svolte, un materiale organico di formazione alle tecniche di nonviolenza per gli agenti della pubblica sicurezza.

Due proposte, infine, si collocano sul piano del singolo territorio e della singola citta' come su quello nazionale e generale:

- disponibilità del Codice contro le discriminazioni;

- avvio pratico, a diversi livelli territoriali, di "Osservatori di documentazione e di garanzia" per una nuova convivenza.

La Commissione, infine, indica l'opportunita' di andare alla definizione di una Carta per la convivenza civica nonviolenta, assumendo quale traccia di riferimento il documento sopra ricordato.

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Organi eletti dal Congresso

Direttivo: Mao Valpiana (presidente), Pasquale Pugliese, Elena Buccoliero, Raffaella Mendolia, Piercarlo Racca.

Comitato di Coordinamento: Adriano Moratto, Sergio Albesano, Caterina Del Torto, Rocco Pompeo, Massimiliano Pilati, Alberto Trevisan, Marco Baleani, Caterina Bianciardi.

 

2. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

3. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

5. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 371 dell'11 novembre 2010

 

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