Coi piedi per terra. 400



 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 400 del 30 ottobre 2010

 

In questo numero:

1. Mao Valpiana: Brescia, citta' aperta

2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Fiorella Manzini

3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Mercedes Mas

4. Raffaello Saffioti: La nonviolenza tra natura e cultura. Esperienza e riflessione

5. Alcune interviste ed alcuni interventi sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia

6. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

 

1. XXIII CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO. MAO VALPIANA: BRESCIA, CITTA' APERTA

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo resoconto della prima giornata del congresso del Movimento Nonviolento che si svolge a Brescia tra il 29 ottobre e il primo novembre 2010.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Il Congresso del Movimento Nonviolento si e' aperto con la serata di presentazione alla citta' di Brescia. Un dibattito serrato e avvincente, nella splendida sala che ospita i lavori congressuali nel complesso del Centro Missionario Saveriano.

Due ospiti di grande competenza hanno aiutato i convenuti a "leggere" la difficile e complessa realta' di una citta' come Brescia, alla luce del titolo congressuale "La nonviolenza per la citta' aperta".

Il giornalista Massimo Tedeschi, di "Bresciaoggi", ed il sociologo Carlo Melegari, del Centro Studi Immigrazione, intervistati da Mao Valpiana di "Azione nonviolenta", hanno analizzato la crescita del flusso immigratorio negli ultimi venti anni, e le risposte giunte dalla societa'. Il ruolo della politica dovrebbe essere quello di garantire a tutti i servizi essenziali per un buon vivere civile (abitazione, lavoro, scuola, sanita'), in linea con i principi della Costituzione e della dichiarazione universale dei diritti umani.

Ma cosi' non e'. Oggi assistiamo a politiche della paura e dell'esclusione che generano legislazioni e normative xenofobe. Il passo dall'ideologia dell'identita' al razzismo e' breve.

Le buone pratiche della nonviolenza devono andare nella direzione di una politica del territorio che garantisce a tutti il riconoscimento dei diritti fondamentali.

"Non esistono frontiere, se non nelle nostre menti" e "nella mia citta' nessuno e' straniero" sono stati i messaggi conclusivi della prima serata congressuale.

 

2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO FIORELLA MANZINI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Fiorella Manzini.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Per un breve profilo di Fiorella Manzini si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Fiorella Manzini: Ho conosciuto l'operato di Gandhi ai tempi delle scuole superiori.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Fiorella Manzini: Tutte le iniziative sia in ambito locale che con collegamenti internazionali sono importanti. Ma rendere visibile che il popolo dei pacifisti ha radici ovunque e' estremamente spiazzante per i governi che intendono imporre strategie di lotta di tipo violento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Fiorella Manzini: Far conoscere soprattutto ai giovani che iniziative di pace abbiano conseguito risultati positivi puo' far vincere diffidenze e non far piu' considerare le strategie nonviolente come fossero belle utopie. Occorre quindi arrivare alle scuole e organizzare grandi marce che facciano riapparire in pubblico la presenza degli intenti pacifisti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Fiorella Manzini: Nata dal rispetto dei propri simili e intelligente nel capire le contraddizioni e fragilita' dell'"avversario" e, al meglio, gli "obiettivi" da raggiungere.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra la nonviolenza e i vari campi tanto dell'agire che del sapere?

- Fiorella Manzini: La nonviolenza e' applicabile in ogni scelta dell'uomo. Complesso caratterizzarla perche' variamente applicabile.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento e di ulteriori strumenti di comunicazione?

- Fiorella Manzini: Si', sarebbe importante far sapere velocemente al mondo le lotte che si attuano con sistemi nonviolenti nelle varie parti del mondo per vincere sopraffazioni.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Fiorella Manzini: Aiutare i malati a sperimentare tutti i mezzi possibili per vivere, fino quando per i pazienti la vita e' degna di essere chiamata tale. Critico, quindi, l'accanimento terapeutico, che non permette una morte consapevole.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Fiorella Manzini: Credo che ancora ci sia poca consapevolezza che le strategie nonviolente sono efficaci per conseguire fondamentali obbiettivi, e penso che in Italia cio' sia causato dalla diffusa mancanza di conoscenza delle molteplici realta' associative che lavorano, pur in modi diversi, a favore della pace e della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Fiorella Manzini: Marce o, comunque, iniziative comuni per conseguire obbiettivi condivisi, come furono le manifestazioni a favore della pace contro l'entrata in guerra dell'Italia in Iraq. Mi pare importante far capire che i governi scelgono di agire anche contro il parere diffuso e dimostrato del popolo: e' necessario rendere partecipi i cittadini, che devono far proprio il pensiero che, perche' la democrazia non sia un bel concetto inapplicabile, il potere deve tener conto del parere di essi cittadini.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Fiorella Manzini: Sono stata insegnante di Educazione artistica. Ho aiutato alunni fragili e semplici che nel solo disegno riuscivano, seguiti con particolare attenzione, a lavorare con sufficiente risultato, favorendo la possibilita' di acquisire fiducia in se stessi; negli ultimi quindici anni della mia attivita' lavorativa ho fatto "leggere" manifesti pacifisti del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale (Cdmpi). Gli alunni hanno imparato a leggere i loghi di varie associazioni pacifiste e a conoscere importanti personaggi della storia pacifista, e a capire il perche' delle manifestazioni o proteste pubblicizzate. Ora, oltre a far parte dell'associazione Cdmpi, sono anche socia di "Percorsi di pace", e nella Casa per la Pace "La Filanda" a Casalecchio di Reno (Bo) ogni anno dall'inaugurazione organizzo in marzo una mostra d'arte su temi che variano, ma tutti si ispirano agli "obbiettivi del millennio" promossi dall'Onu. Nella vita privata, sono venuta a contatto con colf e badanti straniere con cui ho intessuto rapporti cordiali, uscendo insieme e aiutando nell'apprendere l'italiano il figlio di una di esse. Credo che il vivere con rispetto e accoglienza verso gli altri favorisca la comprensione e l'integrazione. Sperando che il conoscere queste semplici e piccole esperienze possa essere utile, vi saluto cordialmente.

 

3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO MERCEDES MAS

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Mercedes Mas.

Mercedes Mas Sole' e' impegnata in innumerevoli iniziative di pace, solidarieta', difesa dell'ambiente, buone pratiche civili; fa parte delle associazioni Pace e Dintorni, Oltreilconfine e Salvambiente, con le quali porta avanti progetti di formazione alla nonviolenza e di commercio equo e solidale; ha promosso la creazione della Casa per la Pace di Milano e tiene corsi di formazione per il Ciessevi di Milano e per altri enti no profit. Tra le opere di Mercedes Mas Sole': Crescere diritti. Guida pratica di educazione alla mondialita', Terre di mezzo, 2009; (a cura di, con Rosita Folli), Spegni lo spreco... accendi lo sviluppo. Viaggio nel nord e nel sud dell'energia, Terre di mezzo, 2010]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?

- Mercedes Mas: Forza mite e rispettosa per produrre cambiamenti profondi, sociali, interpersonali, politici.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali sono le personalita' e le esperienze a suo parere piu' significative della nonviolenza?

- Mercedes Mas: Quelle che hanno prodotto cambiamenti nella coscienza collettiva (in minoranze, in popoli sotto dittatura), che hanno svegliato i deboli e succubi rispetto ai propri diritti e al dovere di difenderli, reso visibili le ingiustizie, recuperato potere contrattuale per gli oppressi e liberato anche gli oppressori, organizzato persone per difendere i propri diritti o quelli degli altri o della terra. Personaggi non scontati: padre Luigi Merola (antimafia), Chico Mendes, i giovani di Addiopizzo, Julia Butterfly Hill, Juliana Kantengwa (Rwanda), Marguerite Barankitse (Burundi), Hildegard Mayr, Ngawang Sangdrol (monaca tibetana), Nanni Salio, i primi obiettori di coscienza al servizio militare, padre Andres Tamayo (Honduras), don Luigi Ciotti, Oscar Olivera (Bolivia), Yosepha Alomang (West Papua), Pat Patfoort, Francesco Gesualdi, Manolo Vilches, Wangari Maathai, Muhammad Yunus, Vandana Shiva, Aung Sang Sun Kyi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa consiglierebbe di leggere sulla nonviolenza?

- Mercedes Mas: Jean Giono, L'uomo che piantava gli alberi; Martin Luther King, La forza di amare; i libri su Iqbal Masih.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze o iniziative nonviolente a suo parere oggi meritano maggior sostegno ovvero meriterebbero di essere intraprese?

- Mercedes Mas: Addiopizzo, la campagna per l'acqua pubblica, la lotta antinucleare, le campagne contro il traffico di armi, la campagna contro le banche armate, l'obiezione alle spese militari, la campagne contro la tratta di esseri umani, le campagne contro lo sfruttamento infantile (prostituzione, ecc.).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Mercedes Mas: Forse puo' servire www.yocambio.org/2010/10/merche-mas-conectora-ecosocial.html

 

4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. RAFFAELLO SAFFIOTI: LA NONVIOLENZA TRA NATURA E CULTURA. ESPERIENZA E RIFLESSIONE

[Ringraziamo Raffaello Saffioti (per contatti: rsaffi at libero.it) per questo intervento in risposta alla richiesta di intervista di Paolo Arena e Marco Graziotti che anch'essi ringraziamo.

Raffaello Saffioti, amico della nonviolenza, infaticabile promotore di iniziative di pace, solidarieta', cultura, e' animatore dell'esperienza della Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone" di Palmi]

 

Una sola risposta a settanta domande

Il questionario con settanta domande proposto da Paolo Arena e Marco Graziotti sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" e' oggetto di una mia libera interpretazione e viene da me colto come occasione per riflettere sulla esperienza della mia vita.

Cerchero' di elaborare una sola, organica risposta, unendo pensiero e vita, per non essere schematico e frammentario.

Ho gia' varcato la soglia dei settant'anni che sono piu' di due terzi di un secolo e mi viene in mente lo scritto autobiografico di Aldo Capitini, "Attraverso due terzi del secolo", che considero un esempio utile per tentare un bilancio consuntivo della vita finora vissuta.

Essendo nato nell'anno dello scoppio della seconda guerra mondiale, la mia prima infanzia e' stata segnata da una esperienza allucinante, quella dei bombardamenti alleati del settembre del 1943 che hanno colpito anche la piccola stazione ferroviaria delle Ferrovie Calabro-Lucane di Sinopoli, dove mi trovavo, in provincia di Reggio Calabria. Sono vivo per miracolo e posso dire di aver visto la guerra in faccia. La mia avversione alla guerra e' nata sicuramente anche da quella drammatica esperienza.

Quando ho letto per la prima volta il saggio di Erasmo da Rotterdam "Dulce bellum inexpertis" ("Chi ama la guerra, non l'ha vista in faccia"), in Adagia. Sei saggi politici in forma di proverbi (Einaudi, 1980), ho pensato che quelle parole valevano anche per me.

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Dalla Calabria al mondo

Pur essendo nato in una terra, quella calabrese, segnata profondamente dalla violenza della mafia, crescendo ho avvertito come fosse innato in me un senso di avversione verso ogni forma di violenza.

E studiando, mentre crescevo, ho imparato che l'uomo non e' violento per natura.

Erasmo, nel saggio gia' citato, scrisse: "... anche chi si limita a considerare la conformazione esteriore del corpo umano, capira' subito che la natura (o meglio Iddio) ha creato questo essere non per la guerra ma per l'amore, non per lo sterminio ma per la salvezza, non per fare il male ma per fare il bene" (p. 201).

E' antica la questione se gli uomini siano violenti per natura. Ora, moderni studi interdisciplinari spiegano come "il nostro comportamento sociale non possa essere definito prima della nascita e quindi la violenza non possa essere nei nostri geni" (dalla quarta di copertina di Piero P. Giorgi, La violenza inevitabile: una menzogna moderna. Origini culturali della violenza e della guerra, Jaca Book, 2008).

Fin dagli anni della mia prima formazione culturale ho anche avvertito un fortissimo bisogno di nutrirmi della tradizione culturale piu' profonda della mia terra. Cercando l'anima profonda della Calabria ho appreso quanto fosse ricca e antica questa tradizione.

E' una tradizione di ben venticinque secoli che si puo' fare risalire all'eta' della Magna Grecia e, in particolare, alla scuola di Pitagora, fiorita a Crotone nel VI secolo a.C. Di Pitagora e' scritto che "rifuggiva dall'assassinio e dagli assassini, che non solo si asteneva dal mangiare esseri viventi, ma non frequentava mai ne' macellai ne' cacciatori" (Porfirio).

Nell'eta' medievale l'anima utopica e profetica della Calabria si incarno' tipicamente in Gioacchino da Fiore, vissuto nel XII secolo, ricordato da Dante nel canto XII del Paradiso.

Per l'eta' umanistica e rinascimentale ricordo il contributo dato dai monaci calabresi e dai filosofi Bernardino Telesio e Tommaso Campanella.

Pitagora, Gioacchino da Fiore, Campanella possono essere considerati le pietre miliari di questa storia.

Questa tradizione arriva fino ai nostri giorni, rinnovata dal pensiero e dall'opera del filosofo Domenico Antonio Cardone (Palmi, 1902-1986). Cardone fu candidato al Premio Nobel per la Pace nel 1963, per il suo impegno per la pace  "con una serie ininterrotta di scritti ed iniziative". Tenace fu la sua iniziativa con cui cerco' di realizzare una "intesa etica tra i filosofi di tutto il mondo", quali che fossero le metafisiche di ciascuno. Fondo' la Società Filosofica Calabrese (1948-1979), riconosciuta fra le 39 Societa' fondatrici ad Amsterdam della Federation Internationale des Societes de Philosophie. Fu cofondatore e direttore della rivista "Ricerche Filosofiche" che duro' trentacinque anni (1931-1967). Ebbe con Capitini un rapporto di amicizia, documentato anche dalle lettere conservate nell'Archivio Capitini presso l'Archivio di Stato di Perugia. Puo' essere inserito, per il suo pensiero e per le sue opere, nella corrente della "filosofia profetica" e merita il titolo di "filosofo della pace e della nonviolenza".

E' stato uno dei miei grandi maestri.

Lo scrittore Leonida Repaci, altro illustre figlio della Calabria, ha scritto dei grandi calabresi: "Sono gli uomini universali, gli uomini necessari, gli uomini chiave, nel cui genio, nella cui fede, nella cui opera si riconosce un secolo e, a volte, un'era; sono i vertici della piramide della civilta'; sono i fiori piu' rari della pianta umana..." (Calabria grande e amara, Rubbettino, 2002, p. 78).

Da questa storia ho imparato che sono falsi tanti pregiudizi e tanti luoghi comuni che colpiscono la regione calabrese. Ma ho imparato anche che la terra e' una sola, come una sola e' la famiglia umana e siamo tutti cittadini del mondo.

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Il periodo giovanile

Gli anni che vanno dal '60 al '70, che corrispondono al periodo giovanile, sono quelli che considero determinanti nel percorso di formazione della mia personalita'. Sono anche anni densi di avvenimenti e movimenti storici.

Avendo avvertito i gravi limiti del corso di studi, anche universitari, mi sono aperto ad esperienze associative, prima tra tutte quella nella Fuci. Facendo leva sull'impegno personale di autoeducazione, negli anni del Concilio e del post-Concilio, ho scoperto i piu' grandi maestri della nonviolenza, maturando la mia formazione attraverso la lettura di testi che possono ormai essere considerati classici della nonviolenza.

Dopo la laurea, intorno alla meta' degli anni '60 è maturata la mia vocazione professionale con la scelta dell'impegno educativo, come scelta di vita, prima che uscisse Lettera a una professoressa, della Scuola di Barbiana. Una particolare citazione merita la Lettera ai giudici, di don Milani, del 1965, per una sottolineatura: "Ho evitato apposta di parlare da nonviolento. Personalmente lo sono. (...) Ma la nonviolenza non e' ancora la dottrina ufficiale di tutta la Chiesa". Nella lettura di un altro testo, Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana  (Mondadori, 1970), avevo dedicato una particolare attenzione alle due lettere a Aldo Capitini.

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La scelta educativa

Aldo Capitini e' uno dei maestri che piu' hanno influito sulla mia formazione culturale.

Tra le sue opere, i due volumi di Educazione aperta (La Nuova Italia, 1967, 1968) hanno suscitato il mio interesse fin dai primissimi anni del lavoro nella scuola.

Ma la lettura di tante altre sue opere e' servita alla mia crescita e alla conoscenza del suo pensiero.

A questo punto mi viene opportuna la citazione di due opere: Discuto la religione di Pio XII (Parenti, 1957) e Severita' religiosa per il Concilio (De Donato, 1966).

In questo mio itinerario culturale e' maturata una visione del mondo e della vita nella quale c'e' un nesso tra religione, politica ed educazione, nella loro reciproca autonomia.

Gli anni del Concilio Ecumenico Vaticano II avevano alimentato in me la speranza della riforma religiosa. Ma i documenti approvati dal Concilio hanno parzialmente deluso quella speranza, in particolare la costituzione dogmatica Lumen gentium e la costituzione pastorale Gaudium et spes.

Deludenti furono i risultati del Concilio in ordine ai temi della pace e della nonviolenza. La nonviolenza risulto' incompresa e innominata.

L'esperienza che andavo facendo negli anni del post-Concilio nelle comunita' cristiane di base mi ha fatto comprendere la contraddizione tra la costituzione gerarchica della Chiesa e il messaggio evangelico.

L'esperienza di miei contrasti personali con l'autorita' ecclesiastica ha messo progressivamente in crisi il mio rapporto con la Chiesa-istituzione. Progressivamente la mia posizione e' divenuta quella di Aldo Capitini, espressa nelle parole conclusive  dell'opera gia' citata, Severita' religiosa per il Concilio: "Severita' religiosa per il Concilio; rispetto per la Chiesa; affetto per i cattolici" (p. 136).

E la mia fede religiosa divenne sempre piu' laica.

La mia esperienza educativa nella scuola superiore e' stata ispirata ai principi e ai valori della Costituzione: la democrazia, la pace, la giustizia, la liberta'. Ma, paradossalmente, il rispetto di questi principi e valori mi ha messo talvolta in conflitto con l'autorita' scolastica.

Ho sperimentato come la scuola reale spesso calpesta quei principi e valori, pur professati formalmente. Progressivamente ho sperimentato che la scuola e' un'istituzione violenta e criminale quando adotta metodi didattici che violano diritti fondamentali degli studenti, come la liberta' di apprendimento, la liberta' di pensiero, la liberta' di coscienza, e castrano la loro creativita'. E' violenta la scuola del plagio, del conformismo, della competitivita', la scuola che uccide lo spirito critico.

Una volta una ragazza ha scritto: "Ove manca il vero educatore, il dominio c'e' anche a scuola: la penna dell'insegnante e' una lupara, non fa sangue, ma domina la mente e noi nemmeno ce ne accorgiamo. La scuola diventa una droga. Chi non si esercita a pensare, a dire la sua, si addormenta".

Ho cercato di mettere in pratica la lezione di don Milani: "La scuola siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi... E allora il maestro deve essere per  quanto puo' profeta, scrutare i 'segni dei tempi', indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso" (Lettera ai giudici).

Ho dovuto fare un continuo lavoro di autoformazione e autoaggiornamento professionale. Avendo fatte mie le acquisizioni della moderna scienza dell'educazione, per essere all'altezza del compito, ho trasformato, nella pratica scolastica quotidiana, l'aula-auditorio in aula-laboratorio. La mia esperienza educativa e' stata variamente documentata. Nel 1991 una testimonianza di questa esperienza e' stata data da me con una rappresentanza studentesca e col Preside dell'Istituto Magistrale "Corrado Alvaro" di Palmi, dopo un invito, nella Scuola di Pace di Boves. Documento qualificante di quella testimonianza e' il Quaderno n. 5, "Testimonianze", della Scuola di Pace di Boves, dell'anno scolastico 1990-91. Il Quaderno e' poi stato riportato nel volume Verso la Pace. 5. Tutela e promozione dei diritti umani (Editrice Elle Di Ci, 1992), col titolo "Un laboratorio di educazione alla nonviolenza in Calabria".

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Nel 1986 a Barbiana con Danilo Dolci

L'impegno educativo mi ha portato a incontrare la prima volta Danilo Dolci in un seminario di educatori amici della nonviolenza a Barbiana, nel 1986, nei locali che furono della scuola di don Milani. Quell'incontro ha segnato la mia esperienza in modo decisivo, e il rapporto con Dolci e' proseguito quasi fino alla sua morte (1997). Molte tracce di questo rapporto sono sparse in varie sue opere. Sono stato fortunato a conoscere quest'uomo che ormai e' considerato uno dei piu' grandi maestri della nonviolenza e ho ancora un certo pudore, come ho detto altrove, a parlare del cammino che ho fatto con lui sulla strada della nonviolenza.

Non dico qui quanto io abbia imparato da lui.

Il lavoro nella scuola e' durato fino al 1998, interrompendosi bruscamente con le mie dimissioni per protesta contro le autorita' scolastiche, per motivi di coscienza, dopo aver inutilmente denunciato gravi atti di ingiustizia commessi dalle stesse autorita' nei miei confronti.

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Studi e iniziative per la nonviolenza

Uscito dalla scuola, l'attivita' che ho svolto in questi anni si e' caratterizzata per l'impegno a promuovere la cultura della pace e della nonviolenza, in forma organizzata a livello sociale, coniugando cultura e politica, studi e iniziative, secondo la lezione dolciana.

Il centenario della nascita del filosofo Cardone, nel 2002, e' stato occasione per impegnarmi con altri amici nella costituzione nella mia citta' di una associazione a lui intitolata, con lo scopo di promuovere la conoscenza del suo pensiero e della sua opera, in particolare, e la cultura della pace e della nonviolenza, in generale.

Questa associazione si e' impegnata per la realizzazione di un progetto di Casa per la Pace in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Palmi, assumendo la denominazione di Associazione Casa per la Pace "D. A. Cardone".

Sono nati rapporti molteplici con le altre Case per la Pace esistenti in Italia, con il Movimento Nonviolento, con i vari centri di studi e di ricerca italiani. Il mio rapporto principale e' con il Centro Gandhi di Pisa e la rivista "Quaderni Satyagraha". Vado sempre piu' rinsaldando il rapporto con il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, collaborando con il  suo notiziario telematico.

L'ultimo periodo della mia vita e' stato quello piu' ricco di esperienza associativa, conseguenza dei rapporti creati dal lavoro con Dolci, non solo a Palmi e in Calabria ma anche in varie parti d'Italia. Nei vari incontri, molti dei quali nelle scuole, e negli annuali seminari nazionali, da lui organizzati, veniva sperimentato il funzionamento della struttura maieutica.

Per anni abbiamo lavorato su una Bozza di Manifesto sul "Comunicare" da lui proposta, che si e' via via arricchita con i contributi di singoli e di gruppi, di edizione in edizione, fino all'ultima contenuta in Comunicare, legge della vita (La Nuova Italia Editrice, 1997).

Da citare, infine, una delle sue ultime opere, pubblicata l'anno prima della morte, La struttura maieutica e l'evolverci (La Nuova Italia Editrice, 1996), il frutto piu' maturo del suo pensiero.

"Il processo di comunicazione, in cui ognuno risulta educatore-educando, richiede che ognuno comprenda questo processo permettendo a ognuno di crescere insieme a ognuno, formando gruppi e sistemi diversi ma condividenti l'unita'. Affinche' questa necessita' si esaudisca, occorre si diffondano strutture nella cui maieutica reciproca - come operano i vari gruppi con Danilo Dolci - i punti di vista e le intuizioni si trasformino in una nuova esperienza. Questi laboratori possono arricchire la mente e l'anima delle prossime generazioni dal basso generando la spinta evolutiva. Creando quanto prima una cosciente e complessamente determinata unitarieta' in questo piccolo pianeta" (Ervin Laszlo, nella quarta di copertina di Danilo Dolci, La struttura maieutica e l'evolverci).

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Memoria e futuro

Prima di elaborare questa risposta, in questi ultimi mesi mi sono molto impegnato nella riflessione sullo stato della nonviolenza, in occasione delle varie ricorrenze, cercando nel tesoro della tradizione della nonviolenza stessa "nova et vetera", come lo scriba della parabola evangelica (Mt 13, 52). L'ultimo studio e' stato per il centenario della morte di Tolstoj, come contributo al prossimo convegno che avra' luogo a Pisa, organizzato dal Centro Gandhi.

La mia ultima riflessione: il cammino della nonviolenza rimane arduo, irto di difficolta'.

I collegamenti con la rete della nonviolenza divengono sempre piu' necessari, per lo scambio delle esperienze e per l'aiuto reciproco.

Il nostro tempo ha bisogno non solo di profeti, ma anche, forse soprattutto, di testimoni capaci di inventare il futuro con la loro esperienza.

La mia ultima idea progettuale e' la donazione del mio patrimonio bibliografico per:

1) la costituzione di un Centro di Documentazione da intitolare a Danilo Dolci, con il ricco materiale da me raccolto prima e dopo la sua morte;

2) la fondazione di una Biblioteca della Pace e della Nonviolenza, con annessa Emeroteca.

 

5. MATERIALI. ALCUNE INTERVISTE ED ALCUNI INTERVENTI SULLA SITUAZIONE DELLA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA

 

Di seguito riportiamo l'elenco delle interviste e degli interventi della e sulla inchiesta sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia condotta da Paolo Arena e Marco Graziotti apparsi fin qui su "La nonviolenza e' in cammino" nei mesi da luglio 2010 a oggi (aggiornato al 30 ottobre 2010).

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- "Telegrammi", n. 240 del 3 luglio 2010: Andrea Cozzo;

- "Telegrammi", n. 242 del 5 luglio 2010: Roberto Malini;

- "Telegrammi", n. 243 del 6 luglio 2010: Leila D'Angelo, Enzo Mazzi;

- "Telegrammi", n. 244 del 7 luglio 2010: Michela De Santis;

- "Telegrammi", n. 245 dell'8 luglio 2010: Norma Bertullacelli, Augusto Cavadi, Franca Guana;

- "Telegrammi", n. 246 del 9 luglio 2010: Michele Meomartino, Sergio Paronetto;

- "Telegrammi", n. 247 del 10 luglio 2010: Paola Mancinelli, Dacia Maraini, Helene Paraskeva;

- "Telegrammi", n. 248 dell'11 luglio 2010: Omero Caiami Persichi, Mimma Ianno' Latorre;

- "Telegrammi", n. 249 del 12 luglio 2010: Benito D'Ippolito, Marco Palombo, Piercarlo Racca, Carlo Schenone, Alberto Castiglione;

- "Telegrammi", n. 250 del 13 luglio 2010: Maria G. Di Rienzo, Roberto Mazzini, Marilena Spriano;

- "Coi piedi per terra", n. 291 del 13 luglio 2010: Laura Tussi (parte prima);

- "Telegrammi", n. 251 del 14 luglio 2010: Paolo Cacciari, Giobbe Santabarbara;

- "Coi piedi per terra", n. 292 del 14 luglio 2010: Mario Di Marco, Laura Tussi (parte seconda e conclusiva);

- "Telegrammi", n. 252 del 15 luglio 2010: Gino Buratti;

- "Telegrammi", n. 253 del 16 luglio 2010: Letizia Lanza, Paolo Predieri;

- "Coi piedi per terra", n. 294 del 16 luglio 2010: Eleonora Bellini, Alessio Di Florio;

- "Telegrammi", n. 254 del 17 luglio 2010: Luisa Mondo, Anselmo Palini;

- "Coi piedi per terra", n. 295 del 17 luglio 2010: Mao Valpiana;

- "Telegrammi", n. 255 del 18 luglio 2010: Benito D'Ippolito, redazionale, Carla Biavati;

- "Coi piedi per terra", n. 296 del 18 luglio 2010: Nicoletta Crocella;

- "Telegrammi", n. 256 del 19 luglio 2010: Raffaele Mantegazza;

- "Telegrammi", n. 257 del 20 luglio 2010: Matteo Renato Dabascio;

- "Telegrammi", n. 258 del 21 luglio 2010: Daniela Musumeci;

- "Telegrammi", n. 260 del 23 luglio 2010: redazionale, Marina Martignone;

- "Telegrammi", n. 261 del 24 luglio 2010: Marilena Salvarezza;

- "Telegrammi", n. 262 del 25 luglio 2010: Peppe Sini, Franca Bimbi, Sonia Giardina, Giorgio Montagnoli;

- "Coi piedi per terra", n. 303 del 25 luglio 2010: Franca Maria Bagnoli;

- "Telegrammi", n. 263 del 26 luglio 2010: Sandro Canestrini, Alberto Camata, Christiana Soccini, Paola Pavese;

- "Telegrammi", n. 264 del 27 luglio 2010: Enrico Peyretti;

- Coi piedi per terra, n. 305 del 27 luglio 2010: Alessandro Colocolli, Carlo Ruta;

- "Telegrammi", n. 266 del 29 luglio 2010: Aristarco Scardanelli;

- "Coi piedi per terra", n. 307 del 29 luglio 2010: Peppe Sini, Pierpaolo Calonaci, Antonino Drago;

- "Telegrammi", n. 267 del 30 luglio 2010: Pasquale Pugliese;

- "Telegrammi", n. 268 del 31 luglio 2010: Burbanzio Malvolenti, Assunta Signorelli;

- "Coi piedi per terra", n. 309 del 31 luglio 2010: Severino Vardacampi, Giannarosa Marino, Francesco Pullia;

- "Telegrammi", n. 269 del primo agosto 2010: Geremia Cattristi;

- "Coi piedi per terra", n. 311 del 2 agosto 2010: Paolo Borsoni;

- "Telegrammi", n. 271 del 3 agosto 2010: Arnaldo Nesti, Giuseppe Anelli, Virginia Del Re;

- "Telegrammi", n. 273 del 5 agosto 2010: Alex Zanotelli;

- "Telegrammi", n. 274 del 6 agosto 2010: Luciano Bonfrate, Nicola Lo Bianco;

- "Telegrammi", n. 275 del 7 agosto 2010: Peppe Sini, Giobbe Santabarbara, Angelo Cavagna;

- "Telegrammi", n. 276 dell'8 agosto 2010: Severino Vardacampi, Pierluigi Consorti;

- "Coi piedi per terra", n. 317 dell'8 agosto 2010: Giobbe Santabarbara, Paolo Macina;

- "Telegrammi", n. 277 del 9 agosto 2010: Nino Lisi;

- "Telegrammi", n. 278 del 10 agosto 2010: Mauro Furlotti, Daniele Lugli;

- "Coi piedi per terra", n. 319 del 10 agosto 2010: Marta Ghezzi;

- "Telegrammi", n. 279 dell'11 agosto 2010: Pia Covre, Paolo Bertagnolli, Vincenzo Puggioni;

- "Telegrammi", n. 280 del 12 agosto 2010: Catiuscia Barbarossa, Tiziano Cardosi, Francesca Fabbri;

- "Telegrammi", n. 281 del 13 agosto 2010: Giovanni Benzoni, Valter Toni, Angela Giuffrida;

- "Telegrammi", n. 282 del 14 agosto 2010: Daria Dibitonto, Achille Scatamacola;

- "Telegrammi", n. 283 del 15 agosto 2010: Vergiliano Scorticossi;

- "Telegrammi", n. 284 del 16 agosto 2010: Giuseppe Moscati;

- "Coi piedi per terra", n. 325 del 16 agosto 2010: Giulio Vittorangeli;

- "Telegrammi", n. 285 del 17 agosto 2010: Gaetano Farinelli, Gloria Gazzeri, Fredo Olivero;

- "Telegrammi", n. 286 del 18 agosto 2010: Generoso Canagliozzi;

- "Coi piedi per terra", n. 327 del 18 agosto 2010: Maria D'Asaro;

- "Telegrammi", n. 288 del 20 agosto 2010: Francesco Comina;

- "Telegrammi", n. 289 del 21 agosto 2010: Osvaldo Caffianchi;

- "Telegrammi", n. 291 del 23 agosto 2010: Crispino Scotolatori, Antonio Vigilante;

- "Telegrammi", n. 292 del 24 agosto 2010: Massimo Grandicelli; Anna Pascuzzo;

- "Telegrammi", n. 295 del 27 agosto 2010: Luigi Sandri;

- Telegrammi", numero 299 del 31 agosto 2010: Michele Boato;

- "Coi piedi per terra", numero 340 del 31 agosto 2010: Patrizia Caporossi, Alessandro Pizzi;

- "Telegrammi", numero 301 del 2 settembre 2010: Francesco de Notaris;

- "Telegrammi", numero 302 del 3 settembre 2010: Wanda Tommasi;

- "Telegrammi", numero 303 del 4 settembre 2010: Vittorio Pallotti;

- "Telegrammi", numero 304 del 5 settembre 2010: Luciano Benini;

- "Telegrammi", numero 306 del 7 settembre 2010: Anna Baluganti;

- "Telegrammi", numero 307 dell'8 settembre 2010: Mariella Cao, Mauro Cereghini, Giovanni Sarubbi;

- "Coi piedi per terra", numero 348 dell'8 settembre 2010: Giampiero Girardi;

- "Telegrammi", numero 312 del 13 settembre 2010: Carla Mariani;

- "Telegrammi", numero 313 del 14 settembre 2010: Luigi Mochi Sismondi; Bruna Peyrot; Francesco Pistolato;

- "Telegrammi", numero 315 del 16 settembre 2010: Zenone Sovilla;

- "Coi piedi per terra", numero 356 del 16 settembre 2010: Giacomo Alessandroni;

- "Telegrammi", numero 316 del 17 settembre 2010: Maria Rosaria Baldin;

- "Coi piedi per terra", numero 357 del 17 settembre 2010: Gianni Tamino;

- "Coi piedi per terra", numero 358 del 18 settembre 2010: Chiara Cavallaro;

- "Telegrammi", numero 318 del 19 settembre 2010: Agostino Letardi;

- "Coi piedi per terra", numero 359 del 19 settembre 2010: Marcello Vigli;

- "Telegrammi", numero 319 del 20 settembre 2010: Marino Marinelli;

- "Telegrammi", numero 322 del 23 settembre 2010: Antonio Mazzeo;

- "Telegrammi", numero 323 del 24 settembre 2010: Itala Ricaldone;

- "Telegrammi", numero 324 del 25 settembre 2010: Giovanni Balacco;

- "Telegrammi", numero 328 del 29 settembre 2010: Gennaro Abele Avalimi; Luca Carlini;

- "Coi piedi per terra", numero 369 del 29 settembre 2010: Annarosa Buttarelli; Peppe Sini;

- "Telegrammi", numero 329 del 30 settembre 2010: Giulio De la Pierre;

- "Coi piedi per terra", numero 370 del 30 settembre 2010: Amerigo Bigagli; Pancrazio Degnente;

- "Coi piedi per terra", numero 371 del primo ottobre 2010: Giuliano Falco;

- "Coi piedi per terra", numero 372 del 2 ottobre 2010: Livio Miccoli;

- "Telegrammi", numero 338 del 9 ottobre 2010: Stella Bertuglia;

- "Coi piedi per terra", numero 381 dell'11 ottobre 2010: Andrea Alessandrini; Onorato Delipomeni;

- "Telegrammi", numero 343 del 14 ottobre 2010: Giancarla Codrignani;

- "Telegrammi", numero 344 del 15 ottobre 2010: Farid Adly; Luciano Capitini; Marinella Correggia;

- "Coi piedi per terra", numero 385 del 15 ottobre 2010: Sergio Albesano;

- "Telegrammi", numero 345 del 16 ottobre 2010: Angela Dogliotti Marasso; Ermete Ferraro; Alberto L'Abate; Silvano Tartarini;

- "Coi piedi per terra", numero 386 del 16 ottobre 2010: Massimo Bonfatti; Alessandro Murgia; Nora Rodriguez;

- "Telegrammi", numero 346 del 17 ottobre 2010: Ivan Bettini; Pietro Lazagna; Nello Margiotta; Antonio Parisella; Fabrizio Truini; Beppe Pavan.

- "Coi piedi per terra", numero 387 del 17 ottobre 2010: Angelo Bertani; Alessandro Capuzzo; Piero P. Giorgi;

- "Telegrammi", numero 347 del 18 ottobre 2010: Liliana Boranga; Silvio Cinque; Silvano Leso; Elena Liotta; Stefano Melis; Antonella Santarelli; Olivier Turquet;

- "Coi piedi per terra", numero 388 del 18 ottobre 2010: Lino Cattabianchi; Franco Lorenzoni;

- "Telegrammi", numero 348 del 19 ottobre 2010: Davide Berruti; Vittorio Merlini; Gualtiero Via;

- "Coi piedi per terra", numero 389 del 19 ottobre 2010: Francesco Andreini; Floriana Lipparini;

- "Telegrammi", numero 349 del 20 ottobre 2010: Federico Fioretto; Vito La Fata;

- "Coi piedi per terra", numero 390 del 20 ottobre 2010: Gianluca Carmosino; Maria Luisa Paroni;

- "Telegrammi", numero 350 del 21 ottobre 2010: Davide Arnone; Monica Lanfranco; Amalia Navoni; Filomena Perna; Giorgio Beretta;

- "Coi piedi per terra", numero 391 del 21 ottobre 2010: Umberto Santino;

- "Telegrammi", numero 351 del 22 ottobre 2010: Pierluca Gaglioppa; Silvia Quattrocchi;

- "Coi piedi per terra", numero 392 del 22 ottobre 2010: Giovanna Fiume; Giovanni Mandorino; Tiziana Plebani;

- "Telegrammi", numero 352 del 23 ottobre 2010: Silvia Montevecchi; Fabio Ragaini;

- "Coi piedi per terra", numero 393 del 23 ottobre 2010: Luisa Morgantini;

- "Telegrammi", numero 353 del 24 ottobre 2010: Osvaldo Ercoli; Anna Bravo; Piero Coltelli; Carlo Sansonetti;

- "Coi piedi per terra", numero 394 del 24 ottobre 2010: Amilcare Ammonio Annazzoni;

- "Telegrammi", numero 354 del 25 ottobre 2010: Giuliano Pontara; Daniele Gallo; Raffaella Mendolia; Marta Mureddu; Marisa Pessione e Alessandro Mortarino; Antonia Sani;

- "Coi piedi per terra", numero 395 del 25 ottobre 2010: Roberto Tecchio; Amedeo Tosi; Maurizia Giavelli; Johannes Steger;

- "Telegrammi", numero 355 del 26 ottobre 2010: Remo de Ciocchis; Lorenzo Porta;

- "Coi piedi per terra", numero 396 del 26 ottobre 2010: Sebastiano Malcontenti; Nadia Scardeoni; Luca Buzzi;

- "Telegrammi", numero 356 del 27 ottobre 2010: Giobbe Santabarbara; Silvia Berruto; Valerio Gennaro; Arianna Marullo; Andrea Mazzi;

- "Telegrammi", numero 357 del 28 ottobre 2010: Alberto Cacopardo; Tiziana Valpiana;

- "Coi piedi per terra", numero 398 del 28 ottobre 2010: Gabriella Falcicchio; Asdrubale Scarrone;

- "Telegrammi", numero 358 del 29 ottobre 2010: Carlo Gubitosa;

- "Coi piedi per terra", numero 399 del 29 ottobre 2010: Giovanna Providenti;

- "Telegrammi", numero 359 del 30 ottobre 2010: Andrea Casini; Lorenzo Guadagnucci; Marcello Paolocci; Brunetto Salvarani; Massimo Sforzi; Saverio Tommasi;

- "Coi piedi per terra", numero 400 del 30 ottobre 2010: Fiorella Manzini; Mercedes Mas; Raffaello Saffioti.

 

6. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

 

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org

Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com

Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 400 del 30 ottobre 2010

 

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