Coi piedi per terra. 388



 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 388 del 18 ottobre 2010

 

In questo numero:

1. Incuranti di ogni appello alla ragione...

2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Lino Cattabianchi

3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Franco Lorenzoni

4. Alcune interviste ed alcuni interventi sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia

5. Si e' svolto il 17 ottobre a Viterbo un incontro di formazione e informazione nonviolenta

6. bell hooks: Imparando ad amare

7. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

 

1. EDITORIALE. INCURANTI DI OGNI APPELLO ALLA RAGIONE...

 

Incuranti di ogni appello alla ragione i politicanti viterbesi asserviti alla lobby speculativa del mega-aeroporto perseverano nella loro proterva azione finalizzata a devastare la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame per realizzarvi un'opera mega-aeroportuale nociva, distruttiva e fuorilegge.

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Per l'ennesima volta ripetiamo quali siano i termini della questione: la realizzazione del mega-aeroporto nel cuore dell'area del Bulicame avrebbe come immediate e disastrose conseguenze: a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; f) uno sperpero colossale di soldi pubblici; g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.

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Indipendentemente da ogni altra considerazione di carattere piu' complessivo (come la consapevolezza della necessita' di non incrementare dissennatamente il trasporto aereo) gli elementi citati sono sufficienti a rigettare come illecita e insensata la proposta di realizzazione del mega-aeroporto.

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Per l'ennesima volta rivolgiamo un invito agli amministratori viterbesi a voler rispettare le leggi e la morale, i beni ambientali e culturali, i diritti dei cittadini.

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Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 18 ottobre 2010

 

2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO LINO CATTABIANCHI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Lino Cattabianchi.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Per un profilo di Lino Cattabianchi si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Lino Cattabianchi: Ero un giovane studente ginnasiale, nel 1968, al Maffei di Verona. Ricordo che uscivo da scuola alle 12,15 e la fermata dell'autobus era piuttosto lontana. O lo prendevo, o dovevo saltare a quello delle 13,20 e tornare a casa alle 14,15 compromettendo l'intero pomeriggio. Quel giorno un giovane assistente di filosofia alla Cattolica di Milano (l'ho scoperto dopo...) stava distribuendo dei volantini su don Milani e l'obiezione di coscienza. Lo intercetto' un professore del Maffei che ebbe con lui, li' sul marciapiede d'angolo, una durissima discussione. Gli argomenti erano cosi' appassionanti che per poco non persi l'autobus. Fu per me l'incontro con il '68: don Milani, i suoi scritti, La Lettera ai cappellani militari, la Lettera ai giudici e la Lettera a una professoressa e tutta la corrispondenza di don Milani col mondo intero che faceva di noi, lontani, dei tifosi di Maresco Ballini, dei fratelli Gesualdi, e di tutta la tribu' di Barbiana. Oggi tutte cose dimenticate, ma che allora facevano discutere chiunque ed avevano posto la scuola al centro del dibattito nazionale. Per inciso: dopo la laurea in lettere a Padova nel 1977 ho iniziato ad insegnare nel 1979 e non ho ancora smesso. Vent'anni fa ho cominciato a fare anche il pubblicista. Il panorama veronese di quegli anni era molto attento alla vicende nazionali e molto partecipato. Ricordo soprattutto una mattina del 1969 quando in molti ci trovammo fuori del Tribunale militare dove stavano processando Enzo Melegari, uno dei primi obiettori di coscienza, scomparso prematuramente nel 2002. Mi colpi' il discorso del giovane professore Emilio Butturini sull'inutilita' della guerra. Egli stava avviando in quegli anni un progetto culturale che poi si concretizzo', caso unico credo nel panorama nazionale, in un'antologia di scrittori latini cristiani dei primi secoli sulla nonviolenza (il nome cominciava a circolare allora e divenne il titolo dell'antologia scolastica per i licei "La nonviolenza nel cristianesimo dei primi secoli" pubblicata dalla Paravia nel 1977). La radice del mio approdo alla nonviolenza e' essenzialmente cristiana: il rifiuto di aggredire l'altro, secondo i principi della reciprocita' e, so che e' una parola grossa e molto impegnativa sul piano personale, dell'Amore. Ma non finisce tutto qui: questo impegno e' legato a quello della promozione umana attraverso la cultura e la scuola. Un lavoro che e' stato sostenuto anche dagli scritti di padre Ernesto Balducci, e padre David Maria Turoldo. Ho in giro per il mondo tanti bravi figlioli che hanno accostato questi principi e spero che, dato il tempo trascorso, li avranno anche trasmessi ai loro figli. Mio figlio Guido, laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali, attualmente e' a Londra dove lavora ad Amnesty International dopo essere stato in India con l'Unhcr, impegnato sul fronte dei diritti umani, l'altra faccia attiva della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Lino Cattabianchi: Senza dubbio il don Milani che ho citato, tutto. Poi Gandhi e Martin Luther King. Ma andrei anche un po' alla mia formazione culturale: il De Nabuthae di Sant'Ambrogio di Milano, un padre della Chiesa del IV secolo: la storia di un sopruso e l'affermazione del diritto elementare alla sopravvivenza del debole di fronte al potente. Naboth difende la sua piccola proprieta', eredita' dei suoi avi, di fronte al re Achab che gliela vuole togliere con la forza. E' la forza del diritto contro il diritto della forza: sta qui la radice della nonviolenza. "Non unus Nabuthae pauper occisus est: cotidie Nabuthae sternitur, cotidie pauper occiditur. hoc metu percitum humanum genus cedit iam suis terris, migrat cum parvulis pauper onustus pignore suo, uxor sequitur inlacrimans, tamquam ad bustum prosequatur maritum" (Ma neppure Naboth e' l'unico povero che sia stato ucciso, ogni giorno un povero viene ucciso. Angosciata da questo timore la gente si ritira dalle sue terre; e il povero carico del suo pegno d'amore, emigra con i figli, mentre la moglie lo segue in lacrime, come se accompagnasse il marito al sepolcro) Ambrogio, De Nab. I 1.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Lino Cattabianchi: L'impegno contro le mafie e la loro diffusione qui in Italia. Nel mondo vedo che langue il movimento contro la guerra come modalita' di soluzione delle contese tra gli stati e molte, troppe guerre, anche dimenticate e ignorate dai media stanno coinvolgendo ancora milioni di persone.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Lino Cattabianchi: Io opero nel campo della formazione scolastica. Insegno alle superiori: qui mi pare necessario un aumento di impegno perche' i ragazzi di oggi sono molto attratti dai miti della violenza e del gruppo violento che pratica l'esclusione preventiva. E' una questione di identita' da riformare. Quindi non esito: la scuola, in primis.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Lino Cattabianchi: Si dovrebbe partire dal territorio: qui in un paese vicino, a Bussolengo, e' nata l'associazione "Vivere con dignita' onlus" che si occupa di promuovere iniziative di pace. E' aperta al mondo: local e global. Si dice cosi'? Ma poi anche il Mlal (Movimento laici America latina), il Cestim (Centro studi per l'immigrazione): tutte realta' veronesi storicamente alternative al panorama della citta' sul piano culturale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Lino Cattabianchi: Ho gia' risposto prima: la forza del diritto contro il diritto della forza. E' un problema di dignita' da mettere al centro. O gli uomini sono tutti uguali (e l'uguaglianza e' una categoria di Dio: tre persone uguali e distinte, ci insegnavano da piccoli nel catechismo di san Pio X...) o le risposte pratiche, e cioe' politiche, vanno nella direzione della conferma del privilegio e della differenziazione. Forse questa non la sapete: a Gardaland, oltre al normale biglietto, pagando un supplemento vip, si puo' non fare la fila. Questa e' educazione alla societa' dei diseguali e dell'esclusione: lontana mille miglia da quella ipotizzata dalla nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Lino Cattabianchi: Dovrebbe essere il centro del problema, sempre legato al tema della pari dignita' fra uomo e donna nelle relazioni elementari. Ma vedo che l'immagine della donna che passa nei media va molto lontano da qui: donne oggetto, donne escort, donne che devono solo apparire. Un po' poco, mi sembra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Lino Cattabianchi: Vi e' una situazione terribile, fatta di sfruttamento indiscriminato del territorio, di cementificazione che assume vari nomi: "rapallizzazione" e' stato il primo, ma qui vicino nel veronese da noi e' nato il verbo "negrarizzare" che deriva dal nome del paese di Negrar, in Valpolicella, dove si e' costruito all'inverosimile. Per non parlare del mio paese, Pescantina, che ha superato negli ultimi dieci anni Negrar. La nonviolenza qui non viene seguita: vince una logica industriale che include il territorio come una realta' da sfruttare e basta per creare profitto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Lino Cattabianchi: La scuola e' il banco di prova per questo: arrivano tutti li'. La promozione comincia dalle aule. Coi miei colleghi ci sentiamo spesso, veramente, in prima fila. La vittoria piu' bella? Una mia allieva albanese si e' iscritta alla Bocconi ed e' riuscita a terminare con successo il suo corso di studi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Lino Cattabianchi: La mafia ha costituito in Sicilia il banco di prova della nonviolenza: Danilo Dolci insegna. Ma la strada e' ancora molto lunga.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Lino Cattabianchi: Mi pare che vengano lasciati spesso soli e che gli attori storici delle rivendicazioni nonviolente degli anni scorsi, i sindacati, contino molto meno.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Lino Cattabianchi: Tutto e' piu' difficile che in passato: gli attori che hanno un respiro internazionale fanno lobbing e campagne mirate, non azione di massa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Lino Cattabianchi: Mi sembra di parlare della favole antiche: c'era una volta il movimento "peace and love".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?

- Lino Cattabianchi: Idem: l'acuirsi degli estremismi fondamentalisti ha acuito la crisi del movimento antimilitarista.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Lino Cattabianchi: Sono nato a Pescantina (Vr) nel 1953, mi sono laureato a Padova in Lettere classiche nel 1977, ho iniziato a insegnare nel '79, prima alle medie e poi dall'88 alle superiori (nei tecnici). Dal 1980 al 1990 mi sono impegnato direttamente in politica e sono stato assessore alla cultura dal 1980 al 1985. Dal 1991 ho cominciato a scrivere per i giornali di Verona ("Verona fedele", "Verona Sette" (che non c'e' piu'), "La Cronaca" (che non c'e' piu'), "L'altro Giornale". Nel 1995 sono approdato all'"Arena", il piu' diffuso quotidiano di Verona. Mi occupo di corrispondenza locale (Pescantina-Bussolengo). Ho scritto innumerevoli articoli, speciali, un libro su una istituzione benefica di inizio secolo, due saggi storici ("Appunti per un bibliografia su Pescantina dal 1965 al 2005" e "Don Luigi Castagna, il fascismo e l'edificazione delle Scuole di Religione a Pescantina 1939-1940" pubblicati nell'Annuario storico della Valpolicella 2004-2005 e 2006-2007 edito dal Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella. Continuo ad insegnare e a scrivere.

 

3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO FRANCO LORENZONI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Franco Lorenzoni.

Per un profilo di Franco Lorenzoni si veda la risposta alla penultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Franco Lorenzoni: Attraverso l'amicizia con Alexander Langer e con Goffredo Fofi e per avere fatto parte dalla fine degli anni Settanta del Movimento di Cooperazione Educativa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Franco Lorenzoni: Sicuramente Alexander Langer, per la straordinaria coerenza che aveva nel far corrispondere pensieri, parole e comportamenti. Poi alcune letture di Tolstoj e di Gandhi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Franco Lorenzoni: Scritti di Aldo Capitini. Tutto Tolstoj (soprattutto Guerra e pace). Biografie e scritti di Gandhi e "Il viaggiatore leggero" di Alexander Langer.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Franco Lorenzoni: Tutte quelle che riguardano la formazione, attraverso laboratori, gemellaggi, esperienze pratiche sul campo, soprattutto in zone che sono state attraversate da conflitti. Penso al lavoro che sta facendo a Srebrenica la Fondazione Langer, ad esempio.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Franco Lorenzoni: Nel formare una coscienza che contesti il ruolo dell'esercito (e l'esistenza stessa di eserciti) come strumenti di intervento in situazioni di conflitto e di forti violazioni dei diritti umani. Riprenderei con forza l'idea di Alexander Langer per la formazione di un Corpo civile di pace dell'Unione Europea. Questo "antiesercito" potrebbe offrire concretamente l'idea di un'altra Europa, che auspichiamo e che forse potrebbe attrarre maggiormente i giovani europei maggiormente impegnati.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Franco Lorenzoni: Non so.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Franco Lorenzoni: Una faticosissima rimessa in discussione personale, che riguarda ciascuno di noi e le relazioni che abbiamo con gli altri. Un cammino che e' difficile fare da soli e che e' difficile fare con gli altri, oggi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Franco Lorenzoni: Moltissimi, ma noi maschi su questo dobbiamo soprattutto ascoltare.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Franco Lorenzoni: Ci sono certamente relazioni, ma la questione e' complessa. Il mondo naturale e' ricco di suggestioni riguardo ai principi di equilibrio e di armonia, ma - come notava Capitini - e' anche profondamente "ingiusto". Gli animali "disabili" in natura vengono giustiziati, per fare un esempio. La secolare costruzione culturale umana (di cui la nonviolenza e' parte) comporta un allontanamento necessario dalla natura e da alcune sue leggi. Noi non possiamo accettare che vinca sempre il piu' forte, cosi' come non possiamo accettare, nel mondo umano, la selezione "naturale". Dunque si apre una enorme questione...

L'ecologia riguarda poi una visione degli squilibri economici tra nord e sud, che sono alla base di discriminazioni e violenze. Ma per ragionare su tutto cio' bisogna evitare tutte le facili semplificazioni...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Franco Lorenzoni: E' la questione centrale, oggi, qui in Europa e nel mondo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Franco Lorenzoni: Lavorando in alcune classi e con insegnanti di Palermo, anni fa, fu impressionante per me scoprire quanto la mentalita' mafiosa tra i bambini si trasmettesse attraverso una sottile e quotidiana educazione alla violenza, portata avanti in molte classi dai piu' prepotenti. Dunque questa relazione e' molto forte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Franco Lorenzoni: Ci sono riflessione sull'anticolonialismo di Camus molto importanti da riprendere in proposito. Nelle scuole si rimuove completamente la storia della decolonizzazione. Chi conosce davvero qualcosa su come sono andate le cose nei vari paesi africani negli ultimi 50 anni?

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Franco Lorenzoni: La violenza intriga, piace, "tira", fa vendere. Il nodo e' sempre lo stesso. Se la cultura e l'informazione hanno come principale parametro il consumo e il facile successo difficilmente la nonviolenza avra' lo spazio che dovrebbe avere. Sono certo che la maggioranza dei ragazzi oggi in Italia non abbia mai sentito nemmeno la parola "nonviolenza".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Franco Lorenzoni: Obbliga a una riconsiderazione della storia umana, dunque anche della storia del pensiero.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Franco Lorenzoni: Le interroga sulla distanza tra cio' che si dice e cio' che si fa e che si e' fatto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Franco Lorenzoni: Un apporto cruciale, perche' non c'e' pedagogia degna di questo nome senza capacita' di ascolto, e la capacita' di ascolto credo sia alla base di ogni pratica nonviolenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Franco Lorenzoni: Una formazione che sappia offrire un contesto in cui chi partecipa possa avere la liberta' di rimettersi in discussione. Ci vuole tempo, molto tempo. Da molti anni pratichiamo nella Casa-laboratorio di Cenci (in Umbria) una ricerca sulla narrazione orale come strumento di conoscenza di se' e apertura agli altri. In questa sperimentazione abbiamo elaborato percorsi che ci sembrano interessanti anche riguardo alla nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Franco Lorenzoni: Le esperienze di gemellaggio e di scambio con paesi diversi dal nostro.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Franco Lorenzoni: La storia parte da lontano. Dall'incapacita' di gran parte della sinistra, fin dal dopoguerra, di cogliere la nonviolenza come terreno di crescita civile. Personalmente, avendo vissuto il '68 e gli anni Settanta impegnandomi politicamente in Lotta Continua, mi domando spesso perche' siamo stati cosi' affascinati dal leninismo, da una idea violenta di rivoluzione, e siamo stati cosi' ciechi e ignoranti rispetto ad altre strade possibili di trasformazione personale e sociale. A parte poche figure di grande coerenza e profondita' come Alexander Langer, che ha cercato di proporre e proporci una "conversione" ecologica alla nonviolenza (che lui ben conosceva da prima) purtroppo non sono molte le persone della nostra generazione che sono state capaci di trasmettere, condividere e testimoniare i valori e le pratiche della nonviolenza. Domandarcene il perche' puo' essere importante per noi "vecchi", ma ai piu' giovani servirebbero soprattutto luoghi e contesti in cui sperimentarsi e dobbiamo ammettere, con franchezza, che noi gliene abbiamo offerti ben pochi!

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?

- Franco Lorenzoni: La piu' importante, la piu' necessaria, la piu' difficile.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

- Franco Lorenzoni: La piu' importante, la piu' necessaria, la piu' difficile.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Franco Lorenzoni: Credo profondamente alla necessita' di momenti in cui ci sia una "compresenza dei vivi e dei morti", come auspicava Aldo Capitini nella sua bella cantata dedicata alla festa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?

- Franco Lorenzoni: Qui c'e' forse il lavoro piu' interessante e impegnativo da fare nei prossimi anni e decenni...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?

- Franco Lorenzoni: Alla base di tutto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

- Franco Lorenzoni: La nonviolenza e' coscienza del limite.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Franco Lorenzoni: Ho letto recentemente pagine di Martin Buber e di Panikkar, che parlano di "cammino" in modo molto convincente anche per un non credente come me. Credo ci sia un aspetto "spirituale" in senso lato nel cammino della nonviolenza che puo' essere condiviso tra credenti e non credenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Franco Lorenzoni: Sono maestro elementare. Sono nato a Roma nel 1953 e vivo ad Amelia dove ho fondato, nel 1980, la Casa-laboratorio di Cenci, che e' un centro di ricerca e sperimentazione educativa che si occupa di temi ecologici e interculturali (www.cencicasalab.it/cenci). Ho scritto "Con il cielo negli occhi" (La Meridiana) "L'ospite bambino" (Era Nuova), "Cosi' liberi mai" (Era Nuova) e "Saltatori di muri" insieme a Marco Martinelli (Macro edizioni).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

- Franco Lorenzoni: Auguri di cuore per il vostro lavoro.

 

4. MATERIALI. ALCUNE INTERVISTE ED ALCUNI INTERVENTI SULLA SITUAZIONE DELLA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA

 

Di seguito riportiamo l'elenco delle interviste e degli interventi della e sulla inchiesta sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia condotta da Paolo Arena e Marco Graziotti apparsi fin qui su "La nonviolenza e' in cammino" nei mesi da luglio 2010 a oggi (aggiornato al 18 ottobre 2010).

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- "Telegrammi", n. 240 del 3 luglio 2010: Andrea Cozzo;

- "Telegrammi", n. 242 del 5 luglio 2010: Roberto Malini;

- "Telegrammi", n. 243 del 6 luglio 2010: Leila D'Angelo, Enzo Mazzi;

- "Telegrammi", n. 244 del 7 luglio 2010: Michela De Santis;

- "Telegrammi", n. 245 dell'8 luglio 2010: Norma Bertullacelli, Augusto Cavadi, Franca Guana;

- "Telegrammi", n. 246 del 9 luglio 2010: Michele Meomartino, Sergio Paronetto;

- "Telegrammi", n. 247 del 10 luglio 2010: Paola Mancinelli, Dacia Maraini, Helene Paraskeva;

- "Telegrammi", n. 248 dell'11 luglio 2010: Omero Caiami Persichi, Mimma Ianno' Latorre;

- "Telegrammi", n. 249 del 12 luglio 2010: Benito D'Ippolito, Marco Palombo, Piercarlo Racca, Carlo Schenone, Alberto Castiglione;

- "Telegrammi", n. 250 del 13 luglio 2010: Maria G. Di Rienzo, Roberto Mazzini, Marilena Spriano;

- "Coi piedi per terra", n. 291 del 13 luglio 2010: Laura Tussi (parte prima);

- "Telegrammi", n. 251 del 14 luglio 2010: Paolo Cacciari, Giobbe Santabarbara;

- "Coi piedi per terra", n. 292 del 14 luglio 2010: Mario Di Marco, Laura Tussi (parte seconda e conclusiva);

- "Telegrammi", n. 252 del 15 luglio 2010: Gino Buratti;

- "Telegrammi", n. 253 del 16 luglio 2010: Letizia Lanza, Paolo Predieri;

- "Coi piedi per terra", n. 294 del 16 luglio 2010: Eleonora Bellini, Alessio Di Florio;

- "Telegrammi", n. 254 del 17 luglio 2010: Luisa Mondo, Anselmo Palini;

- "Coi piedi per terra", n. 295 del 17 luglio 2010: Mao Valpiana;

- "Telegrammi", n. 255 del 18 luglio 2010: Benito D'Ippolito, redazionale, Carla Biavati;

- "Coi piedi per terra", n. 296 del 18 luglio 2010: Nicoletta Crocella;

- "Telegrammi", n. 256 del 19 luglio 2010: Raffaele Mantegazza;

- "Telegrammi", n. 257 del 20 luglio 2010: Matteo Renato Dabascio;

- "Telegrammi", n. 258 del 21 luglio 2010: Daniela Musumeci;

- "Telegrammi", n. 260 del 23 luglio 2010: redazionale, Marina Martignone;

- "Telegrammi", n. 261 del 24 luglio 2010: Marilena Salvarezza;

- "Telegrammi", n. 262 del 25 luglio 2010: Peppe Sini, Franca Bimbi, Sonia Giardina, Giorgio Montagnoli;

- "Coi piedi per terra", n. 303 del 25 luglio 2010: Franca Maria Bagnoli;

- "Telegrammi", n. 263 del 26 luglio 2010: Sandro Canestrini, Alberto Camata, Christiana Soccini, Paola Pavese;

- "Telegrammi", n. 264 del 27 luglio 2010: Enrico Peyretti;

- Coi piedi per terra, n. 305 del 27 luglio 2010: Alessandro Colocolli, Carlo Ruta;

- "Telegrammi", n. 266 del 29 luglio 2010: Aristarco Scardanelli;

- "Coi piedi per terra", n. 307 del 29 luglio 2010: Peppe Sini, Pierpaolo Calonaci, Antonino Drago;

- "Telegrammi", n. 267 del 30 luglio 2010: Pasquale Pugliese;

- "Telegrammi", n. 268 del 31 luglio 2010: Burbanzio Malvolenti, Assunta Signorelli;

- "Coi piedi per terra", n. 309 del 31 luglio 2010: Severino Vardacampi, Giannarosa Marino, Francesco Pullia;

- "Telegrammi", n. 269 del primo agosto 2010: Geremia Cattristi;

- "Coi piedi per terra", n. 311 del 2 agosto 2010: Paolo Borsoni;

- "Telegrammi", n. 271 del 3 agosto 2010: Arnaldo Nesti, Giuseppe Anelli, Virginia Del Re;

- "Telegrammi", n. 273 del 5 agosto 2010: Alex Zanotelli;

- "Telegrammi", n. 274 del 6 agosto 2010: Luciano Bonfrate, Nicola Lo Bianco;

- "Telegrammi", n. 275 del 7 agosto 2010: Peppe Sini, Giobbe Santabarbara, Angelo Cavagna;

- "Telegrammi", n. 276 dell'8 agosto 2010: Severino Vardacampi, Pierluigi Consorti;

- "Coi piedi per terra", n. 317 dell'8 agosto 2010: Giobbe Santabarbara, Paolo Macina;

- "Telegrammi", n. 277 del 9 agosto 2010: Nino Lisi;

- "Telegrammi", n. 278 del 10 agosto 2010: Mauro Furlotti, Daniele Lugli;

- "Coi piedi per terra", n. 319 del 10 agosto 2010: Marta Ghezzi;

- "Telegrammi", n. 279 dell'11 agosto 2010: Pia Covre, Paolo Bertagnolli, Vincenzo Puggioni;

- "Telegrammi", n. 280 del 12 agosto 2010: Catiuscia Barbarossa, Tiziano Cardosi, Francesca Fabbri;

- "Telegrammi", n. 281 del 13 agosto 2010: Giovanni Benzoni, Valter Toni, Angela Giuffrida;

- "Telegrammi", n. 282 del 14 agosto 2010: Daria Dibitonto, Achille Scatamacola;

- "Telegrammi", n. 283 del 15 agosto 2010: Vergiliano Scorticossi;

- "Telegrammi", n. 284 del 16 agosto 2010: Giuseppe Moscati;

- "Coi piedi per terra", n. 325 del 16 agosto 2010: Giulio Vittorangeli;

- "Telegrammi", n. 285 del 17 agosto 2010: Gaetano Farinelli, Gloria Gazzeri, Fredo Olivero;

- "Telegrammi", n. 286 del 18 agosto 2010: Generoso Canagliozzi;

- "Coi piedi per terra", n. 327 del 18 agosto 2010: Maria D'Asaro;

- "Telegrammi", n. 288 del 20 agosto 2010: Francesco Comina;

- "Telegrammi", n. 289 del 21 agosto 2010: Osvaldo Caffianchi;

- "Telegrammi", n. 291 del 23 agosto 2010: Crispino Scotolatori, Antonio Vigilante;

- "Telegrammi", n. 292 del 24 agosto 2010: Massimo Grandicelli; Anna Pascuzzo;

- "Telegrammi", n. 295 del 27 agosto 2010: Luigi Sandri;

- Telegrammi", numero 299 del 31 agosto 2010: Michele Boato;

- "Coi piedi per terra", numero 340 del 31 agosto 2010: Patrizia Caporossi, Alessandro Pizzi;

- "Telegrammi", numero 301 del 2 settembre 2010: Francesco de Notaris;

- "Telegrammi", numero 302 del 3 settembre 2010: Wanda Tommasi;

- "Telegrammi", numero 303 del 4 settembre 2010: Vittorio Pallotti;

- "Telegrammi", numero 304 del 5 settembre 2010: Luciano Benini;

- "Telegrammi", numero 306 del 7 settembre 2010: Anna Baluganti;

- "Telegrammi", numero 307 dell'8 settembre 2010: Mariella Cao, Mauro Cereghini, Giovanni Sarubbi;

- "Coi piedi per terra", numero 348 dell'8 settembre 2010: Giampiero Girardi;

- "Telegrammi", numero 312 del 13 settembre 2010: Carla Mariani;

- "Telegrammi", numero 313 del 14 settembre 2010: Luigi Mochi Sismondi; Bruna Peyrot; Francesco Pistolato;

- "Telegrammi", numero 315 del 16 settembre 2010: Zenone Sovilla;

- "Coi piedi per terra", numero 356 del 16 settembre 2010: Giacomo Alessandroni;

- "Telegrammi", numero 316 del 17 settembre 2010: Maria Rosaria Baldin;

- "Coi piedi per terra", numero 357 del 17 settembre 2010: Gianni Tamino;

- "Coi piedi per terra", numero 358 del 18 settembre 2010: Chiara Cavallaro;

- "Telegrammi", numero 318 del 19 settembre 2010: Agostino Letardi;

- "Coi piedi per terra", numero 359 del 19 settembre 2010: Marcello Vigli;

- "Telegrammi", numero 319 del 20 settembre 2010: Marino Marinelli;

- "Telegrammi", numero 322 del 23 settembre 2010: Antonio Mazzeo;

- "Telegrammi", numero 323 del 24 settembre 2010: Itala Ricaldone;

- "Telegrammi", numero 324 del 25 settembre 2010: Giovanni Balacco;

- "Telegrammi", numero 328 del 29 settembre 2010: Gennaro Abele Avalimi; Luca Carlini;

- "Coi piedi per terra", numero 369 del 29 settembre 2010: Annarosa Buttarelli; Peppe Sini;

- "Telegrammi", numero 329 del 30 settembre 2010: Giulio De la Pierre;

- "Coi piedi per terra", numero 370 del 30 settembre 2010: Amerigo Bigagli; Pancrazio Degnente;

- "Coi piedi per terra", numero 371 del primo ottobre 2010: Giuliano Falco;

- "Coi piedi per terra", numero 372 del 2 ottobre 2010: Livio Miccoli;

- "Telegrammi", numero 338 del 9 ottobre 2010: Stella Bertuglia;

- "Coi piedi per terra", numero 381 dell'11 ottobre 2010: Andrea Alessandrini; Onorato Delipomeni;

- "Telegrammi", numero 343 del 14 ottobre 2010: Giancarla Codrignani;

- "Telegrammi", numero 344 del 15 ottobre 2010: Farid Adly; Luciano Capitini; Marinella Correggia;

- "Coi piedi per terra", numero 385 del 15 ottobre 2010: Sergio Albesano;

- "Telegrammi", numero 345 del 16 ottobre 2010: Angela Dogliotti Marasso; Ermete Ferraro; Alberto L'Abate; Silvano Tartarini;

- "Coi piedi per terra", numero 386 del 16 ottobre 2010: Massimo Bonfatti; Alessandro Murgia; Nora Rodriguez;

- "Telegrammi", numero 346 del 17 ottobre 2010: Ivan Bettini; Pietro Lazagna; Nello Margiotta; Antonio Parisella; Fabrizio Truini; Beppe Pavan.

- "Coi piedi per terra", numero 387 del 17 ottobre 2010: Angelo Bertani; Alessandro Capuzzo; Piero P. Giorgi;

- "Telegrammi", numero 347 del 18 ottobre 2010: Liliana Boranga; Silvio Cinque; Silvano Leso; Elena Liotta; Stefano Melis; Antonella Santarelli; Olivier Turquet;

- "Coi piedi per terra", numero 388 del 18 ottobre 2010: Lino Cattabianchi; Franco Lorenzoni.

 

5. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 17 OTTOBRE A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE NONVIOLENTA

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Domenica 17 ottobre presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo si e' svolto un nuovo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta.

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La prima parte dell'incontro e' stata dedicata alla prosecuzione dell'iniziativa in difesa dell'area del Bulicame e contro la realizzazione di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge; a tal fine si e' concordato di inviare una lettera aperta all'assessore alla Cultura della Provincia di Viterbo per denunciare la gravita' dello scempio che la realizzazione della folle e criminale opera aeroportuale provocherebbe.

*

La seconda parte dell'incontro e' stata dedicata alla prosecuzione di un impegno sulla situazione delle acque del lago di Vico, per contribuire all'iniziativa in difesa dell'ambiente e della salute della popolazione; a tal fine si e' concordato di inviare una lettera aperta al Ministro della Salute.

*

La terza parte dell'incontro e' stata dedicata alla lettura e alla successiva discussione di una parte del libro di Giuliano Pontara, La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996 (le pp. 40-70 dedicate a "Dieci caratteristiche della personalita' nonviolenta").

*

Il prossimo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta si terra' domenica 24 ottobre 2010 con inizio alle ore 15,30 sempre presso il centro sociale "Valle Faul" in strada Castel d'Asso snc a Viterbo.

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Le persone partecipanti all'incontro

Viterbo, 18 ottobre 2010

Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com

 

6. MAESTRE. BELL HOOKS: IMPARANDO AD AMARE

[Da bell hooks, Tutto sull'amore, Feltrinelli, Milano 2000, 2003, p. 152.

bell hooks (le iniziali minuscole sono una sua scelta) e' una delle principali pensatrici femministe e antirazziste americane. Dal sito della casa editrice Feltrinelli riprendiamo la seguente scheda: "bell come la madre, Rosa Bell Watkins, hooks come la nonna materna, Bell Blair Hooks. Minuscole, in entrambi i casi, le iniziali. Lo pseudonimo militante con cui Gloria Jean Watkins sostituisce il proprio nome anagrafico ha la funzione di confermare il valore politico di questo atto, ancorando il nuovo io a un continuum femminile di discendenza che attraverso il rifiuto del sistema dei nomi sfida l'asse maschile di attribuzione di individualita' e continuita'. Distinguished Professor di inglese presso il City College di New York e autrice di numerosi saggi di teoria e critica culturale, bell hooks e' una delle figure di punta del femminismo e del pensiero radicale statunitensi". Da "La nonviolenza e' in cammino" n 1330 riportiamo anche la seguente scheda di Vittoria Giannuzzi: "bell hooks e', senza dubbio, una delle figure di punta del femminismo e del pensiero radicale  statunitensi. Nata nel 1952 in una famiglia appartenente al proletariato povero afroamericano, costrui' una propria coscienza critica sin dall'adolescenza, tanto che pubblico' il suo primo libro a soli diciannove anni. In esso, Ain't I a woman: Black Women and Feminism, la hooks combina il suo amore per l'inglese e la sua rabbia per quello che chiama white supremist capitalist patriarchy che, secondo la scrittrice, struttura, negativamente, la societa' americana. Tutto il suo lavoro, in generale, copre un'ampia gamma di argomenti, tra cui il concetto di genere, la razza, il valore dell'insegnamento e l'importanza dei media per la cultura contemporanea. bell hooks crede fermamente che questi non siano argomenti separati, ma che vadano analizzati in quanto strettamente interconnessi. Innegabile e', pero', che bell hooks sia popolare soprattutto in quanto impegnata come femminista, benche' anche in questo caso lei ribadisca che l'attuale situazione delle donne nere nella societa' sia un tema strettamente connesso con i concetti di genere e di razza. Distaccandosi dalla battaglia femminista tradizionale (che nasce dall'unione di donne bianche, di buona classe sociale, eterosessuali e acculturate), la hooks si colloca in una posizione nettamente opposta e, in Scrivere al buio (1998) dichiara: "La loro posizione... era radicalmente diversa dalla mia: per loro il problema centrale era l'esclusione delle donne dalla forza lavoro. Tornavo a casa dicendomi che non riuscivo neppure a capire di cosa stessero parlando: tutte le donne [nere] che in vita mia avevo conosciuto avevano sempre lavorato". Partendo da questa posizione, la hooks s'impegna ad analizzare l'importanza delle donne nere nella battaglia per la liberta' degli afroamericani, sostenendo come, storicamente, le donne abbiano resistito al dominio suprematista bianco impegnandosi nella costruzione di un "focolare domestico", difendendo i loro figli e i loro uomini dalla disperazione, consentendo cosi' a molti di loro di essere in grado di combattere per la liberta'. Il suo impegno in questo campo e' evidente nel deliberato uso di uno pseudonimo: bell come la madre, hooks come la nonna materna. Minuscole, in entrambi i casi, le iniziali. Lo pseudonimo militante con cui Gloria Jean Watkins (questo il vero nome) sostituisce il proprio nome anagrafico ha la funzione di rigettare quell'identita' che vi era legata e che la scrittrice non considerava completamente sua, e di ancorare il nuovo io ad un continuum femminile che, attraverso il rifiuto del sistema dei nomi, sfida il potere (maschile) di attribuzione di individualita' e continuita'. L'uso delle minuscole e dello pseudonimo sono delle maniere attraverso cui la scrittrice vuol focalizzare l'attenzione del lettore non sull'autore, ma sul contenuto del suo lavoro. Le idee, in sostanza, vengono sempre prima del nome e dell'identita' dell'autore". Opere di bell hooks: Scrivere al buio. Maria Nadotti intervista bell hooks, La Tartaruga, Milano 1998; Elogio del margine. Razza, sesso e mercato culturale, Feltrinelli, Milano 1998; Tutto sull'amore. Nuove visioni, Feltrinelli, Milano 2000, 2003]

 

Imparando ad amare, impariamo ad accettare i cambiamenti. Senza cambiamenti non e' possibile crescere. La nostra volonta' di crescere in spirito e verita' dipende da come ci poniamo di fronte alla vita e alla morte, pronti a scegliere la vita.

 

7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

 

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org

Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com

Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

 

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COI PIEDI PER TERRA

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Numero 388 del 18 ottobre 2010

 

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