Coi piedi per terra. 366
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- Date: Sun, 26 Sep 2010 11:10:36 +0200 (CEST)
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 366 del 26 settembre 2010
In questo numero:
1. Verso il 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza
2. Raniero La Valle: Il valore insuperabile della persona
3. Silvano Tartarini: L'alba
4. Il gruppo di studio della "Lectura Dantis" a Viterbo aderisce alla giornata internazionale della nonviolenza
5. Incidenti e scandali
6. Associazione "Respirare": Contro il nucleare. Per la salute, l'ambiente, la democrazia, la pace
7. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
1. INIZIATIVE. VERSO IL 2 OTTOBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
Il 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato "Giornata internazionale della nonviolenza" nell'anniversario della nascita di Gandhi, impegnamoci a promuovere e sollecitare ovunque possibile - nelle scuole, nelle istituzioni, nei luoghi di incontro e di aggregazione - iniziative di accostamento alla nonviolenza.
2. VERSO IL 2 OTTOBRE. RANIERO LA VALLE: IL VALORE INSUPERABILE DELLA PERSONA
[Ringraziamo Raniero La Valle (per contatti: raniero.lavalle at tiscali.it) per questo intervento.
Raniero La Valle e' nato a Roma nel 1931, prestigioso intellettuale, giornalista, gia' direttore de "L'avvenire d'Italia", direttore di "Vasti - scuola di ricerca e critica delle antropologie", presidente del Comitato per la democrazia internazionale, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura della pace; autore, fra l'altro, di: Dalla parte di Abele, Mondadori, Milano 1971; Fuori dal campo, Mondadori, Milano 1978; Dossier Vietnam-Cambogia, 1981; (con Linda Bimbi), Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano 1983; Pacem in terris, l'enciclica della liberazione, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1987; Prima che l'amore finisca, Ponte alle grazie, Milano 2003; Chi e' dunque l'uomo?, Servitium, 2004; Agonia e vocazione dell'Occidente, Terre di mezzo, 2005; Se questo e' un Dio, Ponte alle grazie, Milano 2008; Paradiso e liberta', Ponte alle grazie, Milano 2010]
La nonviolenza e' una realta' seconda. Farne una realta' prima e' pericoloso, perche' per autofondarsi essa e' costretta a trasformarsi in ideologia, e a dover cercare legittimazioni dove non puo' trovarle, come per esempio nella certezza della sua efficacia, nella sua maggiore utilita', nella sua maggiore capacita' di raggiungere i fini che i mezzi violenti o ritenuti tali non conseguirebbero. Declinata in termini utilitaristici la nonviolenza e' esposta a brucianti smentite.
La nonviolenza e' seconda rispetto a una realta' prima. Il "valore insuperabile della persona", dice Domenico Gallo. Un ordinamento che riducendo al minimo la violenza renda possibile la pace interna e internazionale, dice il diritto. La fiducia, aggiungerei io, essendo la fiducia nell'uomo - negli altri uomini, nelle altre donne - la condizione di razionalita' della nonviolenza. Senza fiducia la nonviolenza sarebbe eroica, ma non ragionevole.
Naturalmente parlando di fiducia non si intende qui uno stato d'animo, un sentimento mutevole, che puo' esserci o non esserci, cio' che renderebbe anche la nonviolenza eventuale e precaria. Per fiducia si intende qui una disposizione fondamentale nel rapporto con l'altro basata su una antropologia positiva, non pessimistica. Le antropologie pessimiste sono matrici della violenza, ed e' infatti su antropologie pessimistiche che sono stati fondati istituti violenti come i sacrifici, la guerra e perfino lo Stato moderno, teorizzato al suo sorgere come il rimedio coattivo e violento a una societa' di lupi, che lasciata al suo stato di natura sarebbe pervasa da una uccidibilita' generalizzata. Le antropologie pessimiste, che insistono su una natura umana inclinata al male, o sull'idea di una umanita' decaduta e deformata rispetto alla sua figura originaria, deprimono le potenzialita' umane, negano credito alle possibilita' di una gestione pacifica della storia e sono all'origine delle versioni violente dei miti della redenzione, quando questa viene intesa come riparazione o soddisfazione cruenta pretesa da un Dio violento bisognoso di un risarcimento per l'offesa ricevuta.
L'antropologia positiva (a cui allude l'affermazione biblica dell'uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio) destituisce di fondamento il pensiero sacrificale, permette la fiducia e rende possibile e ragionevole l'operazione storica nonviolenta.
Perche' papa Giovanni XXIII pote' licenziare i "profeti di sventura", riconoscere i segni dei tempi e revocare la guerra non solo come contraria al diritto, ma come fuori della ragione, pur nel pieno dell'equilibrio del terrore? Perche' ritenne possibile sostituire al terrore la fiducia; ritenne che non ci fosse motivo per non credere che i popoli si armassero non gia', come affermavano, per aggredire, ma per dissuadere gli altri dall'aggressione. La spirale della corsa agli armamenti nucleari non poteva arrestarsi finche' ciascuno continuasse a non credere che l'altro non volesse aggredirlo; ma a rompere la spirale bastava che uno ci credesse. Papa Giovanni chiese il disarmo e la pace, perche' affermo' che "non c'era motivo di non credere" ai popoli che dicevano di non volersi aggredire. E se ci si fosse creduto, la violenza delle armi sarebbe stata neutralizzata. Sia pure con fatica e con ritardo i responsabili dei popoli seguirono quella strada, si diedero fiducia, e le armi atomiche non spararono. Non per questo nel Novecento trionfo' la nonviolenza; ma certo quel massimo di violenza che sarebbe stato il conflitto nucleare fu scongiurato; ed e' anche per questo che di nonviolenza, in senso ben piu' radicale, possiamo ancora parlare.
3. VERSO IL 2 OTTOBRE. SILVANO TARTARINI: L'ALBA
[Ringraziamo Silvano Tartarini (per contatti: laurasilva at alice.it) per questo intervento.
Per un breve profilo di Silvano Tartarini riportiamo la seguente notizia di alcuni anni fa: "Silvano Tartarini e' poeta e costruttore di pace; nato a Forte dei Marmi nel 1947, ha pubblicato Primi versi e Furto a nessuno, rispettivamente nel 1966 e 1967 (Giardini, Pisa), Poeti, nel 1992 (Pananti, Firenze) e L'uno e il contrario, nel 1995 (Manni, Lecce). Con l'inedito L'uno e il contrario e' stato finalista al Carducci nel 1994; sue poesie sono uscite su "Paragone", "Erba d'Arno", "Pegaso", " La Contraddizione", "Sinopia" e altri periodici; e' stato tra i fondatori della rivista "Nativa"; e' stato curatore delle pagine di poesia della rivista "Sinopia" ed e' redattore - molto assente - del mensile "Guerre & Pace". Ha scritto tre saggi critici su Carlo Cassola: uno di questi e' stato pubblicato negli atti del convegno "Carlo Cassola. Letteratura e disarmo", Firenze, 4 aprile 1987, un altro e' stato pubblicato dal Comune di Volterra a seguito del convegno "Volterra per Cassola" del 10 maggio 1996, mentre un altro servi' per un corso di aggiornamento per insegnanti delle scuole medie organizzato su questo tema dalla Fondazione Bianciardi di Grosseto. Di lui hanno scritto Romano Luperini, Gianfranco Ciabatti, Giovanni Commare e Carlo Cassola; si sono altresi' occupati di lui Cesare Garboli e Manlio Cancogni. E' stato segretario della Lega per il disarmo unilaterale dal 1984 al 2000; come segretario della Ldu, ha lanciato con altri nel 1990 l'iniziativa "Volontari di pace in Medio Oriente", a cui hanno subito aderito Alberto L'Abate e Francesco Tullio; sull'esperienza e' poi uscito un "Quaderno della Difesa popolare nonviolenta": Volontari di pace in Medio Oriente, a cura di Alberto L'Abate e Silvano Tartarini, La Meridiana, Molfetta (Ba) 1993. Ha partecipato all'iniziativa di Mir Sada e nel maggio del 1999 era a Belgrado bombardata anche dal governo italiano; e' stato in Iraq nel 1990, 1991, 1993 e nel 1998 con l'iniziativa "scudi umani". Ha promosso nel 1999 la fondazione dell'associazione Berretti Bianchi onlus, di cui e' segretario. Da alcuni anni coordina il lavoro organizzativo che, recentemente, ha visto la nascita della Rete italiana dei Corpi civili di pace"]
Il 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato Giornata internazionale della nonviolenza e', purtroppo, ancora "una dichiarazione"; ma l'averlo fatto e' cosa estremamente positiva. Dicevo che e', purtroppo, ancora solo "una dichiarazione" perche' il mondo in cui cade questo pronunciamento e' un mondo pieno di violenza.
In questo frangente, mi viene in mente un nonviolento, un uomo di pace: don Giorgio Pratesi. Anche lui portava inevitabilmente la nonviolenza in posti di grande violenza e venne anche in Iraq nel 1990.
Quindi bisogna continuare a lavorare in serenita' tra la violenza e con tutta la violenza che e' ancora in noi per costruire il paese della nonviolenza perche' come diceva don Giorgio non esiste tramonto che non sia seguito da un'alba.
E l'alba e' cosi' dolce, cosi' nonviolenta.
4. INIZIATIVE. IL GRUPPO DI STUDIO DELLA "LECTURA DANTIS" A VITERBO ADERISCE ALLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
Il gruppo che sta conducendo a Viterbo con cadenza settimanale una "Lectura Dantis" nell'ambito di un impegno a promozione del diritto democratico e costituzionalmente riconosciuto allo studio e al sapere, nell'incontro di giovedi' 23 settembre ha deciso di aderire alla Giornata internazionale della nonviolenza, promossa dall'Onu per il 2 ottobre, nell'anniversario della nascita di Gandhi.
Il gruppo della "Lectura Dantis" ritiene necessaria ed urgente la scelta della nonviolenza per affrontare adeguatamente i gravi problemi di questo drammatico momento storico: solo con la scelta della nonviolenza si puo' costruire la pace, difendere la biosfera, promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani, inverare la legalita' e la democrazia, costruire a tutti i livelli relazioni di solidarieta' e di giustizia.
Il gruppo invita altresi' tutte le istituzioni, le scuole, le esperienze associative democratiche a promuovere ovunque il 2 ottobre iniziative di riflessione, di studio e di impegno nonviolento.
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Il gruppo della "Lectura Dantis" presso il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 26 settembre 2010
5. RIFLESSIONE. INCIDENTI E SCANDALI
Non passa settimana, e quasi non passa giorno, senza che i mezzi d'informazione diano notizia di gravissimi incidenti aerei e di gravissimi scandali aeroportuali.
Cosa ci vuole ancora per capire che occorre ridurre e non incrementare il trasporto aereo?
Cosa ci vuole ancora per capire che occorre cessare di costruire nuovi aeroporti disutili, nocivi, distruttivi e fuorilegge?
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Il caso di Viterbo e' paradigmatico: la realizzazione di un mega-aeroporto nel cuore della preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame avrebbe come immediate e disastrose conseguenze: a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; f) uno sperpero colossale di soldi pubblici; g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.
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L'area del Bullicame va invece tutelata nel modo piu' adeguato: istituendovi un parco naturalistico, archeologico e termale; e fin d'ora respingendo ogni operazione speculativa, inquinante, devastatrice, illecita.
E va promossa una mobilita' sostenibile ed adeguata per l'Alto Lazio, fondata sul trasporto ferroviario e coerente con la difesa e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali, delle autentiche vocazioni produttive del territorio (in primo luogo l'agricoltura di qualita'), delle risorse, le tradizioni civili e i diritti della popolazione del luogo.
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Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 25 settembre 2010
6. RIFLESSIONE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": CONTRO IL NUCLEARE. PER LA SALUTE, L'AMBIENTE, LA DEMOCRAZIA, LA PACE
L'intenzione del governo e dei suoi manutengoli antidemocratici, affaristici ed inquinatori di condannare l'Italia ad essere invasa da centrali nucleari e' un crimine e una follia.
Ogni persona ragionevole, memore delle stragi provocate dal nucleare militare come da quello civile, da Hiroshima e Nagasaki a Cernobyl (e innumerevoli altre sono state le vittime degli innumerevoli scellerati esperimenti e degli innumerevoli catastrofici incidenti nucleari avvenuti in tante parti del mondo), si opponga a questa sciagurata intenzione.
Ogni persona ragionevole, sollecita del bene comune, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani comprese le future generazioni, esprima un impegno contro la follia nucleare: per la salute, l'ambiente la democrazia, la pace.
Un impegno qui e ora contro il crimine atomico: per la biosfera e per l'umanita'.
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L'associazione "Respirare"
Viterbo, 25 settembre 2010
L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 366 del 26 settembre 2010
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