Telegrammi. 320



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 320 del 21 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Giulio Vittorangeli: Un'alternativa
2. Invitiamo Comuni, scuole e universita' a celebrare la Giornata internazionale della nonviolenza istituita dall'Onu
3. Modello di lettera ai sindaci
4. Modello di lettera ai dirigenti scolastici
5. Modello di lettera ai rettori universitari
6. Virginia Del Re: Le componenti della violenza. Una riflessione minima per il 2 ottobre
7. Vito La Fata: Oggi piu' che mai
8. Nicola Lo Bianco: Qualcosa di piu'
9. Vittorio Pallotti: Ognuno puo' fare qualcosa
10. Wanda Tommasi: Il bene che ci sta a cuore
11. Da Viterbo per la giornata internazionale della nonviolenza
12. Peppe Sini: Insistenze
13. Per sostenere il Movimento Nonviolento
14. "Azione nonviolenta"
15. Segnalazioni librarie
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'
 

1. EDITORIALE. GIULIO VITTORANGELI: UN'ALTERNATIVA

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: gvittorangeli at hotmail.com) per questo intervento.

Per un profilo di Giulio Vittorangeli - che e' da sempre uno dei principali collaboratori di questo foglio e degli amici piu' cari - dall'ampia intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 325 riprendiamo la seguente breve notizia biobibliografica "Giulio Vittorangeli e' nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili. E' il responsabile dell’Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un’alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un’intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni. Ha partecipato alla realizzazione, stesura e pubblicazione di tre libri: Que linda Nicaragua!, Associazione Italia Nicaragua, Fratelli Frilli editori, Genova 2005; Nicaraguita, la utopia de la ternura, Terra Nuova, Managua, Nicaragua, 2007; Nicaragua. Noi donne le invisibili, Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, Davide Ghaleb editore, Vetralla (Vt) 2009. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Attualmente cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"]

 

Perche' la cultura della nonviolenza possa illuminare in profondita' il senso del conflitto geopolitico Nord-Sud, imperi-popoli; battendosi per un’alternativa popolare all’organizzazione imperiale del mondo. Offrendo un contributo rilevantissimo alla gestazione di un uomo e di un popolo nuovo, che dagli emarginati di ieri faccia i protagonisti della nuova storia. “Quel popolo che noi certo non vedremo, ma che abbiamo il diritto di sognare, che abbiamo il dovere di costruire anche nella notte: riprendendo, per illuminare il sentiero, la fiaccola che ci ha lasciato Aldo Capitini” (Giulio Girardi).

Perche' la cultura della nonviolenza possa smascherare il carattere violento della storia, quella scritta dal punto di vista dei vincitori e dei piu' forti, che esclude strutturalmente dalla vita e dall’iniziativa grandi masse umane, con la solitudine, la sofferenza, l’assenza di significato che tale esclusione genera. Ridefinendo il senso dialettico della storia, che non e' quella che oppone forze materiali ad altre forze materiali, ma quella che oppone al diritto della forza la forza del diritto, della giustizia e della verita'. Non a caso Gandhi caratterizzava positivamente la sua prospettiva nonviolenta denominandola Satyagraha, la forza della verita'.

Perche' la cultura della nonviolenza possa aprire nuovi orizzonti per un’alternativa di cultura e civilta'; portando allo scoperto la violenza cristallizzata e mascherata nelle strutture economiche e politiche che caratterizzano la nostra civilta' e l’organizzazione del mondo. Oltre che la violenza presente, occulta ed occultante, nella coscienza e nell’inconscio collettivo.

Perche' la cultura della nonviolenza renda consapevoli che non basta la scelta nonviolenta a rendere nonviolenti ne' una persona ne' un gruppo; si pensi alla distanza che molto spesso si crea tra discorsi e pratica nonviolenta. Facendo comprendere che questa scelta, nella sua radicale carica innovativa, non puo' realizzarsi con una svolta repentina, ma che implica un processo travagliato di trasformazione personale e sociale, culturale e strutturale.

Perche' finalmente il 2 ottobre Giornata internazionale della nonviolenza diventi, forse sta gia' diventando, un progetto radicalmente alternativo ed antagonista: un’alternativa culturale che annuncia e prepara un’alternativa globale.
 
2. INIZIATIVE. INVITIAMO COMUNI, SCUOLE E UNIVERSITA' A CELEBRARE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA ISTITUITA DALL'ONU
 
Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, l'Onu ha istituito la Giornata internazionale della nonviolenza, proponendo che si svolgano ovunque iniziative di commemorazione e di impegno.
Chiediamo che in tutti gli enti locali, in tutte le scuole e in tutte le universita' d'Italia si svolgano iniziative.
A tal fine presentiamo di seguito tre modelli di lettere ai Sindaci, ai Dirigenti scolastici ed ai Rettori universitari, pregando i lettori di utilizzarli sottoscrivendoli ed inviandoli all'amministrazione comunale, alle scuole ed alle universita' del proprio territorio.
 
3. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI SINDACI
 
Al Sindaco del Comune di ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio sindaco,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni realta' locale in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
 
4. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI DIRIGENTI SCOLASTICI
 
Al dirigente scolastico del ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio dirigente scolastico,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni istituto scolastico in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
 
5. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI RETTORI UNIVERSITARI
 
Al rettore dell'Universita' di...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio rettore,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni Universita' in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
 

6. VERSO IL 2 OTTOBRE. VIRGINIA DEL RE: LE COMPONENTI DELLA VIOLENZA. UNA RIFLESSIONE MINIMA PER IL 2 OTTOBRE

[Ringraziamo Virginia Del Re (per contatti: virdelre at tin.it) per questo intervento in forma di lettera personale.

Per un profilo di Virginia Del Re da una recente ampia intervista apparsa sui "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 271 riprendiamo la seguente breve notizia biografica: "Ho insegnato lingua e letteratura inglese per anni; dagli anni ’90 faccio parte di associazioni di donne a Pisa. Tra le pubblicazioni sette quaderni su Insegnare i temi dello sviluppo (Provincia di Pisa, 1988-1996); In their own words. Antologia inglese multiculturale, con L. Paggiaro (Loescher, Torino 1994); Persia Mystica. Poeti sufi classici (Ets, Pisa 2004)"]

 

Caro Peppe,

mi ricordi che il 2 ottobre si "celebra", nel ricordo di Gandhi, la nonviolenza. Non so dire cose importanti o nuove, ma voglio condividere una riflessione personale.

Ci diciamo - e dobbiamo credere - che la nonviolenza e' in cammino: io penso alla nonviolenza come a un ruscello d’acqua chiara che corre. Trasporta con se' foglie e radici, lava e leviga senza violenza detriti e sassi, e lentamente s’ingrandisce.

E penso alla malapianta della violenza nella cui radice contorta e complicata si intrecciano paura, invidia, avidita' di potere e collera. Tanta collera, che accumuliamo per le ingiustizie, i torti pubblici e privati che ognuno subisce o di cui e' testimone sin dall’infanzia.

Mi pare che lavorare sulla propria collera per farla scorrere via con l’acqua di quel ruscello possa essere un modo efficace, anche se non pubblico, “per accostarsi (uso le tue parole) alla nonviolenza, ed opporsi alla menzogna, all'ingiustizia, alla violenza onnicida” e celebrare cosi' la giornata internazionale della nonviolenza.

Un abbraccio,
Virginia Del Re
 

7. VERSO IL 2 OTTOBRE. VITO LA FATA: OGGI PIU' CHE MAI

[Ringraziamo Vito La Fata (per contatti: vito.lafata at cesie.it) per questo intervento.

Vito La Fata, animatore di iniziative nonviolente in Sicilia ed in attivita' di cooperazione e solidarieta' internazionale, e' uno dei continuatori dell'opera dell'indimenticabile Danilo Dolci; e' impegnato nel Cesie (Centro Studi ed Iniziative Europeo, sito: www.cesie.org).

Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recentissimo e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com, www.cesie.org, www.nonviolenti.org, www.fondodanilodolci.it]

 

Il 2 ottobre l’Onu ed il mondo intero celebrano la Giornata internazionale della nonviolenza, il 2 ottobre ricordiamo il lavoro e l’impegno di persone come Gandhi, Aldo Capitini e Danilo Dolci proprio perche' dalla memoria di questi uomini di pace possa scaturire l’impegno di ognuno di noi per un mondo piu' solidale e giusto.

Ma in questa giornata il pensiero deve andare anche a quelle popolazioni e a quelle regioni del mondo che vivono in situazioni di guerra e di violenza, situazioni che negano il diritto stesso alla vita ed alla pacifica convivenza. Proprio per questo oggi piu' che mai dobbiamo interrogarci, senza cadere nella retorica di frasi e discorsi di circostanza, sul valore della nonviolenza ed il nesso che questa ha con la vita stessa dell’umanita' e la realta' che ci circonda.

Cosi', commemorare questo giorno per promuovere una cultura della pace, della tolleranza, della comprensione, dell’interculturalita' e della nonviolenza diventa un modo importante per sviluppare nella societa' civile e nelle istituzioni una coscienza critica, un’attenzione ai metodi pacifici di relazione fra le genti, le culture, le nazioni, sia a livello locale che internazionale.

Lo spirito che anima questa Giornata deve percio' essere proprio quello di divulgare il messaggio della nonviolenza nei nostri luoghi di lavoro, nelle istituzioni a noi vicine, nelle scuole, tra i giovani e nei luoghi decisionali della politica, una politica che sembra troppo disattenta e lontana dalla messa in pratica di percorsi nonviolenti nell’interesse di ogni cittadino, specialmente di quelli piu' deboli ed indifesi.

Questa giornata deve spronarci sempre di piu' a realizzare iniziative educative e formative e a divulgare esperienze particolarmente significative in tale ambito perche' credere nel valore sociale della nonviolenza significa anche testimoniare queste scelte e attivarsi per svolgere un ruolo di osservatori consapevoli sulle istituzioni.

A questo punto non posso concludere che citando l’attivista nonviolento che in anni bui per la Sicilia ha dato speranze e sorretto i piu' deboli, cosi' diceva Danilo Dolci: “a chi obietta che finora nella storia non sono stati possibili cambiamenti strutturali con metodi nonviolenti, che non sono esistite rivoluzioni nonviolente, occorre rispondere con nuove sperimentazioni per cui sia evidente che quanto ancora non e' esistito in modo compiuto, puo' esistere. Occorre promuovere una nuova storia” (da Non sentite l'odore del fumo?, Laterza 1971, p. 90).

Informazione e consapevolezza pubblica devono quindi guidare la riaffermazione della rilevanza universale del principio della nonviolenza. Oggi piu' che mai il nostro deve essere un impegno di testimonianza.

 

8. VERSO IL 2 OTTOBRE. NICOLA LO BIANCO: QUALCOSA DI PIU'

[Ringraziamo Nicola Lo Bianco per contatti: nicolalobianco at libero.it) per questo intervento.

Per un profilo di Nicola Lo Bianco da una recente ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 274 riprendiamo la seguente notizia autobiografica: "Sono nato e vivo a Palermo. Ho insegnato Letteratura italiana e Latino nei licei. La consapevolezza civile e politica inizia con la partecipazione alle lotte studentesche ed operaie degli anni ’70. La mia attivita' si svolge tra poesia e teatro, ma l’asse del mio impegno e' quello di docente, nel rapporto continuo con gli studenti alla ricerca di un accrescimento morale e civile in rapporto a un coinvolgimento sociale attivo. Pubblicista, collaboro a diverse riviste con note di costume, recensioni e brevi saggi critici su scrittori e poeti contemporanei, oltre a una serie di profili sui maestri della nonviolenza. Negli anni ’60, insieme ad altri giovanissimi “ribelli”, sono promotore de “I Draghi”, gruppo teatrale di base, che negli anni successivi sara' punto d’incontro di autori e attori protagonisti di quella che e' stata definita “drammaturgia palermitana”. Ho pubblicato Rapsodia del centro storico (Borgonuovosud, 1989), Riflessioni di un insegnante solitario (Borgonuovosud, 1995), Monologo sulla strage degli innocenti (Caputo tipografica, 2003). E piu' recentemente “Lamento ragionato sulla tomba di Falcone” (Coppola - Di Girolamo editori, 2010). Tra le opere teatrali ricordo le messe in scena di “Liberta' Provvisoria”, “Cantica del lupo et altre stelle”, “Bianchi e Neri”, “Il muro il pane i bambini”, “I tempi del poeta in piazza”, “Sanfraso'”, e piu' recentemente “Vicolo sedie volanti”. Per conto del Comune di Misilmeri sono autore di una drammaturgia della “Divina Commedia” tradotta in siciliano. Cerco, dialogando con gli studenti nelle varie scuole, di avvicinarli alla poesia. Non disdegno appassionati recital di poesie mie e di altri poeti"]

 

Che l’Organizzazione delle Nazioni Unite proclami il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, Giornata internazionale della nonviolenza, non e' poco.

Che tra guerre, conflitti, bombe, scontri armati, violenze pubbliche e private, l’Onu inviti a celebrare la giornata della nonviolenza non e' poco.

Non e' poco che la parola “nonviolenza” sia pronunciata contemporaneamente in tutte le lingue del mondo.

Non e' poco, ma spetta a tutti noi farla diventare qualcosa di piu'.

Il 2 ottobre mi piace, mi fa ritornare indietro nel tempo, mi ricorda il ritorno a scuola dopo la pausa estiva, l’inizio delle piogge, l’entusiasmo di qualcosa che inizia, i buoni propositi, la speranza, l’attesa dei vecchi e nuovi compagni, i sorrisi e gli abbracci, il bacio di accoglienza della maestra:

non potrebbe essere tutto questo per tutti e in tutto il mondo il 2 ottobre?

*

Non potrebbe accadere

che facciamo una settimana di silenzio

non dico una settimana,

un giorno

un’ora

spegniamo tutti i motori

i notiziari

lo shopping

i festini 

l’insopportabile diffusa gazzarra;

che ci mettiamo a braccetto

passeggiamo bisbigliando

una qualche preghiera

cosi'

quella che ci viene dal cuore:

questo mi piacerebbe per quando esco di galera

la prego signorina

prima che sia troppo tardi

per me

ma anche per lei.

(da Lamento ragionato sulla tomba di Falcone)
 
9. VERSO IL 2 OTTOBRE. VITTORIO PALLOTTI: OGNUNO PUO' FARE QUALCOSA
[Ringraziamo Vittorio Pallotti (per contatti: vittoriopallotti at libero.it) per questo intervento.
Per un profilo di Vittorio Pallotti dall'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 303 riprendiamo la seguente breve notizia biografica: "Vittorio Pallotti, nato a Bologna nel 1937, ha insegnato scienze naturali, chimica e geografia negli istituti tecnici fino al 1978. E’ stato assistente volontario all’Istituto di Geografia dell’Universita' di Bologna e collaboratore dell’Istituto di Pedagogia nella stessa Universita'. Nel 1967 ha collaborato, coinvolgendo i suoi studenti, all’insediamento a Bologna della prima Comunita' di Emmaus. Nel 1968 e 1969 ha fatto parte della segreteria del Comitato nazionale per la pace in Biafra (Nigeria). Dal 1979 al 1983 ha militato nella Lega per il Disarmo Unilaterale di Carlo Cassola, partecipando ai blocchi della base missilistica di Comiso (Sicilia) e alla Marcia antimilitarista internazionale Catania-Comiso. In questi anni e' maturata l’amicizia con Davide Melodia, per due anni segretario del Movimento Nonviolento e, contemporaneamente, della Lega per il Disarmo Unilaterale (Ldu). Amicizia che si e' mantenuta e sviluppata fino alla sua morte (2006). Nel 1981-82, come membro della segreteria Ldu, ha sostenuto l’adesione alla Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari, da poco lanciata da Mir  e Movimento Nonviolento. Nel 1984 e' stato cofondatore dell’Associazione bolognese “Antimilitarismo e Disobbedienza Nonviolenta - Adn”, promotrice, all’interno del “Coordinamento Antimilitarista Bolognese - Cab” di molte azioni nonviolente. Nella prima meta' degli anni ’80 ha partecipato alle grandi manifestazioni europee contro gli euromissili, nel corso delle quali ha avuto la possibilita' di raccogliere un primo nucleo di manifesti pacifisti con cui e' stato possibile organizzare la I Mostra bolognese del “Manifesto contro la guerra e la  corsa agli armamenti, per l’educazione alla pace e alla nonviolenza” (1985). Nel 1993 ha cofondato il Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale - Cdmpi divenuto, nel giro di pochi anni, la piu' ampia raccolta di manifesti pacifisti al mondo (3.940 esemplari all’agosto 2010). Grazie ad essa sono state realizzate, e continuano a realizzarsi, mostre tematiche itineranti che hanno fatto conoscere  storia, obiettivi e azioni di personaggi e organismi che hanno lavorato e lottato per la pace. Nel 2001, in qualita' di presidente del Cdmpi, ha promosso l’adesione di questo organismo alla Rete Internazionale dei Musei per la Pace. Da diversi anni fa parte del Coordinamento politico della Campagna di Obiezione di Coscienza alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta - Osm-Dpn. Dal 2001 fa parte  dell’Associazione “Percorsi di Pace” di Casalecchio di Reno (Bologna) con la quale ha promosso la fondazione della Casa per la pace "La Filanda" ove, dal marzo 2006, hanno sede, tra l’altro, il Cdmpi e il Centro di Documentazione per la Pace. In rappresentanza di alcune associazioni pacifiste emiliano-romagnole e' stato cofondatore negli anni ’90 del Comitato promotore della Scuola di Pace di Monte Sole (Marzabotto), trasformatasi nel 2002 in “Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole”. Di quest’ultima ha fatto parte in qualita' di membro del Consiglio di amministrazione fino al 2009. Autore di vari articoli e saggi in campo geografico, storico, pedagogico, pacifista. Di quest’ultimo settore segnaliamo i volumi di cui e' stato autore o coautore: Perche', catalogo della “Mostra del manifesto contro la guerra e la corsa agli armamenti, per l’educazione alla pace e alla nonviolenza”, Bologna 1987; 50 anni di pace sui muri d’Europa: 1950-2000, Cdmpi, Bologna 2000; Camminare per la pace - marce e cammini per la pace e la nonviolenza, Cdmpi e Casa per la pace "La Filanda", Casalecchio di Reno (Bologna) 2009"]
 
Vorrei ricordare il 2 ottobre con questi brani, che ormai da molti anni ho fatto miei e che cito spesso nelle occasioni piu' disparate:
"Ognuno puo' fare qualcosa contro la guerra, anche se non tutti devono fare le stesse cose. L'importante e' che nessuno resti senza far niente"
(Daniel Berrigan, gesuita e pacifista statunitense)
*
"Nessuno dei mali che si vuole evitare con la guerra
e' un male cosi' grande come la guerra stessa"
(Bertand Russell)
*
"Batter le noci
Spazzar la neve
Ammazzare la gente.
Tutti lavori fatti per niente"
(Antico proverbio cinese, citato da padre Angelo Cavagna)
*
E ora, se mi e' consentito, vorrei citare uno slogan coniato da me negli anni Ottanta e riportato su cartelloni durante varie manifestazioni di piazza: "Difesa armata, insicurezza assicurata".
 
10. VERSO IL 2 OTTOBRE: VANDA TOMMASI: IL BENE CHE CI STA A CUORE
[Ringraziamo Wanda Tommasi (per contatti: wanda.tommasi at univr.it) per questo intervento.
Wanda Tommasi e' docente di storia della filosofia contemporanea all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica di "Diotima". Tra le opere di Wanda Tommasi: La natura e la macchina. Hegel sull'economia e le scienze, Liguori, Napoli 1979; Maurice Blanchot: la parola errante, Bertani, Verona 1984; Simone Weil: segni, idoli e simboli, Franco Angeli, Milano 1993; Simone Weil. Esperienza religiosa, esperienza femminile, Liguori, Napoli 1997; I filosofi e le donne, Tre Lune, Mantova 2001; Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; La scrittura del deserto, Liguori, Napoli 2004; Maria Zambrano. La passione della figlia, Liguori, Napoli 2007. Una recente intervista a Wanda Tommasi e' apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 302.
Etty Hillesum e' nata a Middelburg nel 1914 e deceduta ad Auschwitz nel 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004]
 
In occasione della giornata internazionale della nonviolenza, mi sento di riproporre questo passo tratto dal Diario di Etty Hillesum: "Il marciume che c'e' negli altri c'e' anche in noi, continuavo a predicare: e non vedo nessun'altra soluzione, veramente non ne vedo nessun'altra, che quella di raccoglierci in noi stessi e di strappar via il nostro marciume. Non credo piu' che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza prima aver fatto la nostra parte dentro di noi. E' l'unica lezione di questa guerra: dobbiamo cercare in noi stessi, non altrove".
Scritte durante la seconda guerra mondiale, mentre era in corso la Shoah, queste parole richiamano la pratica della nonviolenza  e la necessita' di partire da se', dalle proprie relazioni quotidiane, per  lottare contro il male nella storia.
All'odio indifferenziato, Etty Hillesum oppone l'indignazione morale: il rifiuto dell'odio, dunque, non e' disgiunto dalla volonta' di lottare contro il male, ma "quando si parla di sterminare, allora che sia il male nell'uomo, non l'uomo stesso".
Credo che queste parole siano attuali anche oggi, quando troppo facilmente la convinzione di  lottare per una giusta causa porta a vedere le radici del male solo fuori di se' e a non interrogarsi sulle proprie complicita' interiori.
Ritengo anche che, per una politica che non sia solo di contrapposizione, sia fondamentale capire che cosa ci sta veramente a cuore: e' questo orientamento positivo ­il bene che ci sta a cuore, il nostro tesoro, cio' che puo' consentirci di reggere le difficolta' e le smentite e di fare il lavoro del negativo.
 
11. VERSO IL 2 OTTOBRE. DA VITERBO PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Le persone partecipanti all'incontro di formazione e informazione nonviolenta svoltosi domenica 19 settembre 2010 presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo esprimono la loro adesione alla Giornata internazionale della nonviolenza che si terra' il 2 ottobre, anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.
La decisione presa dall'Onu di dedicare ogni anno un giorno al ricordo di Gandhi e alla promozione della nonviolenza va valorizzata affinche' ovunque si svolgano iniziative ad un tempo commemorative e di concreto impegno per il presente e per il futuro, contro la guerra e contro il razzismo, contro tutti i poteri criminali e contro tutte le uccisioni, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della biosfera.
La Giornata internazionale della nonviolenza puo' essere un'utile occasione per realizzare incontri di informazione e sensibilizzazione, consentendo a tante persone di accostarsi alla nonviolenza.
Invitiamo movimenti ed associazioni, istituzioni e scuole, ad organizzare ovunque iniziative di memoria, di studio e di impegno in occasione del 2 ottobre.
*
Le persone partecipanti all'incontro di formazione alla nonviolenza svoltosi domenica 19 settembre 2010 presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo
Viterbo, 19 settembre 2010
Per comunicazioni: partecipanti agli incontri di formazione alla nonviolenza presso il centro sociale "Valle Faul", strada Castel d'Asso snc, 01100 Viterbo, e-mail: viterbooltreilmuro at gmail.com
 
12. EDITORIALE. PEPPE SINI: INSISTENZE
 
Opporsi alla guerra assassina.
Cessi la partecipazione militare italiana alla scellerata guerra afgana. Si adoperi l'Italia per la costruzione della pace con mezzi di pace, per la smilitarizzazione dei conflitti, per il disarmo.
Solo la pace salva le vite. Vi e' una sola umanita'.
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Opporsi al colpo di stato razzista.
Insorga il popolo italiano contro le criminali e criminogene misure hitleriane del governo golpista che stanno provocando sofferenze inaudite a viaggianti e migranti.
Insorga il popolo italiano con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Per la legalita' costituzionale, per la civilta' giuridica, per l'umanita' che e' una.
*
Solo la nonviolenza invera il diritto, solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
 
13. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

14. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
15. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Raymond Aron, Le tappe del pensiero sociologico, Mondadori, Milano 1972, 1989, pp. 600.
- Franco Ferrarotti, La sociologia, Garzanti, Milano 1967, 1976, pp. 272.
- Franco Ferrarotti, Societa', Isedi, 1977, Mondadori, Milano 1980, pp. X + 300.
- Franco Ferrarotti, Guida alla nuova sociologia, Newton Compton, Roma 2003.
- Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, Utet, Torino 1978, 1993, Tea, Milano 1993, pp. XVIII + 774.
- Luciano Gallino (diretto da), Manuale di sociologia, Utet, Torino 1994, pp. XIV + 528.
 
16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
17. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 320 del 21 settembre 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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