Telegrammi. 313



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 313 del 14 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Una giornata particolare
2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Luigi Mochi Sismondi
3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Bruna Peyrot
4. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Francesco Pistolato
5. Per sostenere il Movimento Nonviolento
6. "Azione nonviolenta"
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: UNA GIORNATA PARTICOLARE
 
Il 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato Giornata internazionale della nonviolenza, e' certamente una giornata particolare.
Perche' nella generalita' delle giornate si assiste piuttosto all'orgia della violenza: guerre, ingiustizie, sopraffazioni, crimini e devastazioni indicibili che stanno mettendo in pericolo la civilta' umana e la biosfera.
*
Ma Mohandas Gandhi, della cui nascita il 2 ottobre ricorre l'anniversario, a chiunque ha voluto prestargli ascolto ha suggerito di ricambiare il male con il bene, ha suggerito che la violenza puo' essere efficacemente contrastata con la nonviolenza, ha suggerito proprio a te di essere tu il benefico cambiamento che vorresti vedere nel mondo.
*
Facendo leva sulla Giornata internazionale della nonviolenza - e promuovendo quindi ovunque possibile il 2 ottobre iniziative di educazione, sensibilizzazione e solidarieta' nonviolenta - impegnamoci a persuadere via via sempre piu' persone che ogni giorno merita di essere la giornata della nonviolenza.
La nonviolenza e' in cammino.
La nonviolenza e' il cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
 
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO LUIGI MOCHI SISMONDI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Luigi Mochi Sismondi.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Per un breve profilo di Luigi Mochi Sismondi si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]
 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Luigi Mochi Sismondi: In parrocchia da ragazzo con l'aiuto di un prete fuori della norma.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Luigi Mochi Sismondi: Certamente Gandhi e poi Capitini e  Krishnammal e Jagannathan e per tornare in Italia Danilo Dolci e tanti altri.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Luigi Mochi Sismondi: Certamente Gandhi, la lettura attenta e ripetuta della sua opera, in particolare l'autobiografia; e poi la vita di Capitini raccontata da Rocco Altieri; e la storia di Krishnammal e Jagannathan scritta dalla Coppo. In genere trovo molto utili i testi proposti dai “Quaderni Satyagraha” e tra questi consiglierei a tutti "Seminando vita e dignita'", la storia delle Comunita' di Pace della Colombia.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Luigi Mochi Sismondi: La lotta nonviolenta della Comunita' di Pace di S. Jose' de Apartado' in Colombia e quella del villaggio palestinese di Bil'in.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Luigi Mochi Sismondi: C'e' bisogno di una grande ricomposizione del pensiero nonviolento con il filone piu' ecologico e legato alla decrescita, in questo senso bisogna seguire con attenzione il tema della difesa dei beni pubblici come l'acqua, ma anche il territorio ecc.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Luigi Mochi Sismondi: Non lo so, mi pare siamo tutti un po' dispersi.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Luigi Mochi Sismondi: La nonviolenza e' un mezzo fondamentale per lottare contro l'ingiustizia e l'oppressione; facendo mia un'espressione nota direi che la nonviolenza o e' lotta o e' nulla. Questa e' la grande differenza tra nonviolenza e acquiescenza al male: ricordiamoci che Gandhi diceva che si sentiva piu' vicino a chi combatteva anche con metodi violenti l'ingiustizia che a chi la giustificava con il proprio silenzio. Questo mi pare l'insegnamento piu' dimenticato della sua vita.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Luigi Mochi Sismondi: Mai come ora e' importante la lotta per la parita' di genere, il pensiero delle donne e' stato importantissimo per l'approfondimento della nonviolenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Luigi Mochi Sismondi: E' la stessa lotta  se si capisce che la nonviolenza non e' negazione della lotta ma metodo di lotta, e questa risposta vele anche per i rapporti tra nonviolenza ed altri ambiti di vita e di impegno.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?
- Luigi Mochi Sismondi: La religiosita', intesa anche come spiritualita', e' stata ed e' una dei fondamenti del pensiero nonviolento; prescindere da questa rende quasi impossibile quella. E lo stesso una religiosita' senza nonviolenza rischia di diventare in breve violenta ed integralista.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Luigi Mochi Sismondi: I “Quaderni Satyagraha”.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?
- Luigi Mochi Sismondi: Bisogna individuare obbiettivi semplici, possibili, e perseguirli con perseveranza e fermezza, quello che uccide la nonviolenza sono le chiacchiere.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?
- Luigi Mochi Sismondi: Questa e' una domanda a cui cerco di dare risposta concreta ogni giorno... con esiti incerti.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Luigi Mochi Sismondi: 58 anni, artigiano falegname, rivoluzionario non pentito, credente senza chiesa, dall'adolescenza innamorato delle lotte nonviolente, attivo nel territorio romano, Torre Angela, dal '75 presidente dell'Associazione Culturale Chico Mendes.
 

3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO BRUNA PEYROT

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Bruna Peyrot.

Per un breve profilo di Bruna Peyrot si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]
 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Bruna Peyrot: Devo dire che la nonviolenza ha sempre accompagnato il mio percorso di persona e studiosa, come domanda, ricerca e infine scelta convinta e profonda. Figlia di un capo partigiano, sono stata abituata a considerare l’uso della violenza in armi come una necessita', cosi' come anche era testimoniato dagli esponenti dei vari movimenti di liberazione (specie Africa e America Latina) che ho incontrato ad Agape (Centro ecumenico della chiesa valdese) dove all’inizio degli ultimi anni Settanta sono stata residente per alcuni anni. La violenza espressa dai movimenti partigiani contro il nazifascismo, cosi' come quella, successiva, contro le dittature latinoamericane si erano imposte come risposta violenta a una situazione di distruzione dei singoli e dei popoli. Tuttavia, fra le righe di questa convinzione, in parte ereditata e in parte verificata nelle testimonianze di tanti militanti, incontrati anche per registrare le loro storie di vita nei miei progetti di storia, l’inquietudine della nonviolenza permaneva sotto forma di domanda non tanto verso chi gia' l’aveva praticata, bensi' nel come raccontarla alle nuove generazioni. E’ stata la riflessione del cosa trasmettere ai nostri figli che mi ha fatto riflettere sulla necessita' di trasmettere valori di convivenza non distruttivi ed episodi del passato, anche dentro le storie di resistenze, che aprivano a nuovi percorsi, gettavano semi di luce e come tali dovevano essere valorizzati. Per esempio, scoprire la solidarieta' cattolica anche nel periodo delle persecuzioni ai valdesi o “tedeschi” buoni durante la Resistenza, proprio come ha narrato Nuto Revelli nel suo Il disperso di Marburg.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita’ della nonviolenza hanno contato di piu’?

- Bruna Peyrot: Piu' che le personalita', che pure ho incontrato, e' stato il filo della mia coscienza a portarmi alla nonviolenza. Poi, dopo sono venute le personali letture di Capitini, Langer e tanti altri fino a “La nonviolenza e’ in cammino”.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane?

- Bruna Peyrot: Molti. Ma in particolare Resistenza e resa di Dietrich Bonhoeffer. Non e' facilissimo anche se e' una raccolta di lettere, ma permettere di cogliere il filo della coscienza di un cristiano che rimane tale anche nel buio della storia. E in qualche modo diventa nonviolento arrendendosi al suo destino.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Bruna Peyrot: Credo che ci sia una grande rete di nonviolenza, piu' politica o piu' spirituale o tutte e due insieme. E’ una rete che passa nei gruppi, nelle associazioni, attraverso internet... E’ una rete che non ha rappresentanza politica ne' e' del tutto visibile, ma esiste e la sua efficacia sono sicura che un giorno si vedra'.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' urgente e necessario un impegno nonviolento?

- Bruna Peyrot: Sicuramente per il Medio Oriente e per il dialogo fra Israele e Palestina, due universi che fanno parte di noi, sono dentro di noi e che dobbiamo tutti concorrere, nel nostro piccolo, a riconciliare, prima di tutto offrendo loro spazi di reciproco ascolto.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, campagne, organizzazioni nonviolente segnalerebbe?

- Bruna Peyrot: Fra le altre, le iniziative “Semi di pace”, proposte ormai da oltre un decennio dalla rivista "Confronti" e dalla Facolta' valdese di Teologia di Roma.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?

- Bruna Peyrot: La nonviolenza e’ una scelta di vita che parte dal “dentro” della nostra soggettivita' e va al “fuori”, verso gli altri e l’interesse verso la polis. La nonviolenza e' un lungo percorso di riconciliazione, in questo perenne movimento dal dentro al fuori di noi e non ha mai una meta, se non quella di rinnovare le relazioni che incontra.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti fra nonviolenza e femminismo?

- Bruna Peyrot: Sinceramente non ho mai inteso il femminismo come un medium privilegiato per la nonviolenza, perche' la cultura delle donne non e' sempre stata ne' e' solo nonviolenta. Diciamo che potrebbe essere piu' propensa a intendere la nonviolenza poiche' dentro i momenti liminali dell’esistenza, come nascita, morte, cura degli altri. Ma io non ho mai dato per scontato questo legame.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Bruna Peyrot: Anche qui, dipende sempre come si pratica l’ecologia. Esiste anche una violenza ideologica che impone comportamenti invece di lasciarli maturare in piena consapevolezza. E’ nonviolento il gesto etico verso una quotidianita' rispettosa dell’ambiente, della terra, dell’aria, delle altre forme di vita.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Fra nonviolenza e impegno antirazzista?

- Bruna Peyrot: Forse qui il legame e' piu' semplice. Non si puo' eliminare un’altra "razza" o considerarlo inferiore, come tante volte e' successo nella storia, senza praticare violenza. Quindi il rispetto esige imperativamente il contrario. E cio' vale anche oggi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Fra nonviolenza e lotta antimafia?

- Bruna Peyrot: Credo che con la mafia e altre organizzazioni criminale si riproponga il dilemma dell’uso della violenza contro le dittature. Credo anche che bisogna distinguere fra politiche di violenza o nonviolenza e scelte personali nonviolente. A ogni politica occorre affiancare sempre una formazione educativa perche' questo e' il vero terreno dove matura la nonviolenza a ogni livello, individuale e collettivo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti tra nonviolenza e lotte di liberazione, lotte per i diritti civili e sociali, per la pace e il disarmo, per il diritto alla salute e all'assistenza?

- Bruna Peyrot: Per rispondere a queste domande desidero raccoglierle in una considerazione generale. Come ho gia' detto la nonviolenza per me e' un assunto prima di tutto educativo che permette di interrogare la coscienza individuale che poi opera scelte concrete dalla psicoterapia al diritto, al disarmo, alla filosofia alla medicina a tutto, insomma. Questa educazione deve avere alla sua base, quella che ho chiamato in un mio libro recente la “cittadinanza interiore” cioe' una costellazione di consapevolezze che sono delle strade utili a capire, delle bussole per orientare al valore della persona, la quale oltre a sapere che ha dei diritti deve anche essere forte nella sua autostima, nella sua consapevolezza di esserne, potremmo dire, degna. Senza questo humus di base prosperano i rapporti sadomasochisti, e come si puo' vedere in tante cronache giornaliere o nello stesso mondo politico (destra e sinistra, sopra e sotto) il trionfo di una relazionalita' malata. Questa mia posizione certo ha delle lacune, la piu' grande e' questa: i processi culturali, l’aspettare l’“altro” nella sua crescita, spesso e' una "longue duree", come direbbe Braudel, mentre molte - troppe - sono le urgenze da risolversi subito, nei conflitti di oggi. Che fare? Non lo so...

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come formare alla nonviolenza?

- Bruna Peyrot: Prima di tutto nelle scuole e poi con grandi iniziative di massa che anche istituzioni come le chiese e i sindacati dovrebbero assumere... se ci credessero davvero.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale rapporto tra nonviolenza e politica?

- Bruna Peyrot: Nella relazione della nonviolenza con la politica credo che prima di tutto dovrebbe prevalere la riscoperta del valore etico del servizio alla carica rivestita. Ma chi insegna oggi questo, oggi dove tutto e' spettacolo?

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Bruna Peyrot: Credo che la nonviolenza sia una ricerca continua che abbraccia tutti i campi della vita. Per me l’espressione “cittadinanza interiore” ben compendia il significato che ho imparato ad attribuirvi. Nella cittadinanza interiore ci sono molte cose, molte consapevolezze. Io ne ho indicate dieci, fra cui: la spiritualita' nella politica e imparare a vivere nelle “lingue di mezzo” cioe' in un territorio che e' altro da me e da te, uno spazio grigio che il nostro incontro puo' fare brillare e di cui tutto e' sempre e di nuovo da ricostruire insieme perche' supera i nostri rispettivi limiti. Questa e' interculturalita’ attiva che comincia da quando ci svegliamo al mattino e andiamo a comprare il pane, quando incontriamo lo “straniero” (ma quante parti ancora straniere a noi stessi abbiamo di noi!), e quando incontriamo gli amici...

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Bruna Peyrot: Ecco un breve profilo biografico: Bruna Peyrot, originaria del Piemonte, ha lavorato presso il Consolato italiano di Belo Horizonte (Brasile) come responsabile dell’Ufficio Scuola e Cultura. Studiosa di storia sociale, pubblicista, conduce da anni ricerche sulle identita', le memorie culturali e i percorsi di costruzione democratica dei singoli e dei gruppi sociali, specie comparando Europa e America Latina, continente che frequenta da oltre dieci anni. Collaboratrice di periodici e riviste, vincitrice di premi letterari, e' autrice, fra l’altro, di La roccia dove Dio chiama. Viaggio nella memoria valdese fra oralita' e scrittura (Forni, 1990); Vite discrete. Corpi e immagini di donne valdesi (Rosenberg & Sellier, 1993); Storia di una curatrice d’anime (Giunti, 1995); Prigioniere della Torre. Dall’assolutismo alla tolleranza nel Settecento francese (Giunti, 1997); Dalla Scrittura alle scritture (Rosenberg & Sellier, 1998); Una donna nomade: Miriam Castiglione, una protestante in Puglia (Edizioni Lavoro, 2000); Mujeres. Donne colombiane fra politica e spiritualita' (Citta' Aperta Edizioni, 2002); La democrazia nel Brasile di Lula. Tarso Genro da esiliato a ministro (Citta' Aperta Edizioni, 2004). Di recente pubblicazione: La cittadinanza interiore (Citta' Aperta Edizione, 2006), ipotesi che lega il diritto al senso del suo valore come autostima personale. Ultima pubblicazione: Chi e’ l’America Latina. Percorsi e speranze di Unione latinoamericana, Torino, l’Harmattan. E un libro on line per Filef (www.emigrazionenotizie.org), Cartas. Lettere dal Brasile minuto per minuto. Collabora alla rivista brasiliana on line www.sul21.com.br Sito: www.brunapeyrot.net

 

4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO FRANCESCO PISTOLATO

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Francesco Pistolato.

Per un breve profilo di Francesco Pistolato si veda la risposta alla penultima domanda di questa intervista]
 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Francesco Pistolato: Devo fare una premessa: sono solo un amico degli amici della nonviolenza, della quale mi sforzo di acquisire l’atteggiamento interiore e un diverso modo di rapportarsi al mondo. Non ho mai preso parte a lotte nonviolente...

Mi sono accostato alla nonviolenza provenendo dalla pratica e dallo studio dello yoga, cui ho sentito la necessita' di aggiungere un impegno socio-politico, che vivo con tutti i limiti gia' detti.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Francesco Pistolato: Chiaramente Gandhi, per ragioni che mi sembra superfluo spiegare; Gesu' Cristo con il suo “Padre, perdona loro, perche' non sanno quello che fanno” e “Porgi l’altra guancia”; Buddha, per il suo insegnamento di rispetto esteso alla natura e agli animali.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Francesco Pistolato: L’autobiografia di Gandhi (Newton Compton) e quella di Paramahansa Yogananda (Ubaldini); Per un futuro senza guerre di Alberto L’Abate (Liguori); "Azione nonviolenta", "Qualevita", "Quaderni Satyagraha", dai quali trarre altri spunti di letture. Ma "La nonviolenza e' in cammino" ha pubblicato liste molto ricche, rinvierei a quelle.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Francesco Pistolato: Il progetto della Felicita' Interna Lorda del Bhutan, il tentativo di passare da un’economia di sussistenza a una di maggior benessere senza stravolgere la propria cultura e col massimo rispetto per l’ambiente. In Italia conosco direttamente solo il Centro Balducci di Zugliano (Ud), una realta' straordinaria, che si occupa di accoglienza e di cultura della pace.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Francesco Pistolato: Certamente l’educazione, intendendola in senso lato, anche verso gli adulti; l’ambiente, come gia' detto. Direi anche la politica, se non mi venisse da piangere.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Francesco Pistolato: Il Centro Sereno Regis di Torino, Emergency, Amnesty International.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza e' un modo di essere, che nasce dalla percezione e convinzione che siamo tutti legati gli uni agli altri, animali e ambiente compresi. L’idea di avere nemici e' una costruzione mentale che ci serve per collocarci in qualche modo dalla parte del giusto. Naturalmente possiamo avere persecutori, qualcuno che ce l’ha con noi per ragioni magari piu' nella sua testa che nei fatti, ma il considerarlo come nemico ci autolimita, impedendoci di vedere che si tratta di un nostro fratello (magari nel comportamento piu' simile a noi di quanto vogliamo ammettere) in preda all’errore.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Francesco Pistolato: Dal femminismo abbiamo appreso molto, anche dalla sua parabola, dall’antimaschilismo degli anni Settanta a posizioni piu' mature. In ogni caso, come ci ricorda Maria G. Di Rienzo, c’e' ancora tantissimo da fare. Nel nostro paese l’imbarbarimento globale ha anche significato diffusione di messaggi molto espliciti sulla donna, che e' o badante o oggetto del desiderio. Solidarizzare con il femminismo significa per noi uomini contribuire alla lotta nonviolenta, anche in Italia.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Francesco Pistolato: A questa domanda hanno gia' risposto varie persone, tra cui Galtung nel suo Pace con mezzi pacifici. Il nesso e' evidente. Finche' la natura e' la nostra schiava saremo schiavi della nostra avidita' e la pagheremo carissima. Credo che una vera cultura dell’ambiente sia tutta da sviluppare. In Italia i Verdi hanno fatto una brutta fine, proprio perche' erano i primi a non averla, e di conseguenza non l’avevano nemmeno della nonviolenza. Tacciamo per amore di patria del resto della sinistra.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza e' rispetto profondo per tutto e tutti. Gia' dire che le persone del Sud del mondo sono come noi, e' razzista. Siamo un’unica umanita'.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Francesco Pistolato: Mi sembra un rapporto evidente da una parte, problematico dall’altra. Lottare contro la mafia senza armi lo puo' fare il cittadino singolo o in gruppo e ci sono persone che lo fanno. Alla polizia non si puo' chiedere di disarmarsi, anche se ha sicuramente molto da imparare da un training nonviolento.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza rappresenta la vera alternativa al marxismo, che e' fallito, anche se la sua critica al capitalismo rimane valida.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Francesco Pistolato: Gandhi ci ha dato un esempio. Non sono in grado di aggiungere nulla.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza mi pare piu' consapevole e strutturata per essere efficace. Di pacifismi ce ne sono molti, non mi sento di generalizzare.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?

- Francesco Pistolato: L’antimilitarismo e' cosa buona e giusta, ma occorre che il suo discorso sia allargato al contesto, non si puo' solo essere "anti".

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza fornisce un modo pratico per avviare il discorso del disarmo. La strada e' pero' chiaramente lunga e complessa.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza come filosofia messa in pratica aiuta a risolvere il nostro rapporto con le persone vicine bisognose di assistenza, a farcene carico il piu' possibile, delegando il minimo o non delegando a chi lo fa per mestiere. Sul piano strutturale vale il discorso che Platone faceva per i re, che secondo lui dovevano essere filosofi perche' ci fosse pace, in senso lato. Se i nonviolenti fossero al potere, anche l’assistenza e il diritto alla salute ne risentirebbero in meglio. Dal momento che non c’e' nessun nonviolento al potere, ne' se ne vede alcuno all’orizzonte, allora l’importante e' darsi da fare per diffondere la cultura della nonviolenza, mirando a che qualcosa di essa arrivi in alto.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?

- Francesco Pistolato: La cultura della nonviolenza puo' aiutare il paziente a difendersi dalle molte psicoterapie nocive e gli psicoterapeuti a limitare i danni che inevitabilmente fanno, non necessariamente per colpa loro o della psicoterapia, ma per l’enorme complessita' della materia e per il fatto che spesso tali problemi non si risolvono solo con l’intervento medico, ma richiedono approcci strutturali e culturali. Il consumismo ad esempio promette sollievo da sofferenze che hanno origine in comportamenti sbagliati e invece alimenta l’insoddisfazione. Senza una presa di coscienza da parte dell’interessato/a qualunque psicoterapia e' inutile e quindi dannosa. Una psicoterapia nonviolenta mira ad accrescere la consapevolezza del paziente a livello profondo, affinche' modifichi suoi comportamenti sbagliati. Ci sono poi naturalmente patologie gravi, laddove l’atteggiamento nonviolento spetta al medico e il paziente puo' collaborare molto poco.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Francesco Pistolato: La disinformazione, praticatissima non solo da noi, ma da noi moltissimo, equivale all’inganno, ed e' quindi una forma di violenza. Ogni guerra poi e' accompagnata da disinformazione, e questo dice tutto.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Francesco Pistolato: Un enorme contributo, se per filosofia si intende una concezione della vita che va poi messa in pratica. Se invece si parla di pensiero astratto, il contributo e' irrilevante, perche' la nonviolenza e' fatta per l’applicazione.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Francesco Pistolato: Una religione che non sia nonviolenta molto difficilmente puo' dirsi tale. Nonviolenza e' religione, nel senso di atteggiamento vissuto, di consapevolezza profonda della fratellanza con tutti e tutto. Questo certo non risolve il problema dell’esistenza del male, che fa dubitare che un Dio ci sia. Tuttavia una religione/non religione come il buddismo e' eminentemente nonviolenta e non parla esplicitamente di Dio. Possiamo quindi anche metterlo tra parentesi, l’importante e' essere intimamente e praticamente religiosi, cioe' nonviolenti, o se si preferisce, nonviolenti, quindi religiosi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Francesco Pistolato: Moltissimo. Fa capire per esempio quanto violenta sia la scuola come istituzione. Io sono insegnante, e quando me ne sono reso conto avevo insegnato gia' venti anni. Da allora il mio atteggiamento nei confronti degli alunni e' profondamente cambiato.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Francesco Pistolato: Se gli economisti riflettessero, lo capirebbero per primi. Anche questo e' un tema su cui e' stato scritto non poco e su cui molti stanno lavorando. Speriamo che abbiano successo prima che sia troppo tardi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Francesco Pistolato: Summum ius, summa iniuria. Mi sembra che questo rapporto debba essere molto dialettico. Una cosa sono i principi, un’altra la codificazione di essi, un’altra ancora la loro applicabilita'. L’intrinseca contraddittorieta' del mondo di rado rende possibile legiferare giustamente: dove si tutela un diritto, si rischia di calpestarne un altro. Per non parlare delle leggi che tutto si propongono, tranne che la giustizia. In ogni caso il diritto e' un ambito fondamentale per la nonviolenza, piu' cultura nonviolenta c’e', meglio si legifera, si giudica, si applica.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Francesco Pistolato: Nonviolenza ed etica sono una sola cosa. Bioetica e' rapporto dell’etica con la vita, che per la nonviolenza e' sempre sacra. Tuttavia il discorso sulla bioetica e' complesso, anche perche' legato a forti interessi economici. Per il nonviolento decidere in teoria e' facile, puo' diventare complesso nel caso concreto.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza combatte l’idolatria della scienza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Francesco Pistolato: Un ribaltamento a 180 gradi: da una storia della violenza a una della nonviolenza. Ci si arrivera'.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Francesco Pistolato: Mi sembra che sia una forma di rispetto di tutti i punti di vista, ma non ho esperienze concrete.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Francesco Pistolato: Anche qui mi manca l’esperienza concreta e parlare solo in base a quello che ho letto mi pare presuntuoso.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Francesco Pistolato: Vedi sopra.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Francesco Pistolato: Vedi sopra.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Francesco Pistolato: Quelli che conosciamo tutti, le poche pubblicazioni che ci sono, di cui mi sembra che l’impegno quotidiano di "Telegrammi" (ma meglio nelle precedenti versioni, forse chi lo redige comprensibilmente non ce la fa piu') e quello di alto livello dei "Quaderni Satyagraha" siano i piu' rilevanti. Purtroppo e' tutto di nicchia e non si sa come fare per uscire dall’ombra e diffondere con maggior efficacia.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Francesco Pistolato: Nelle scuole si fanno tante cose. Non saprei indicare esperienze che meritino di essere segnalate piu' di altre. Fondamentale mi sembra pero' che sia la preparazione in materia di nonviolenza dell’insegnante. Laddove manca, spesso si scivola nel volontarismo. A livello accademico il corso di Scienze per la pace di Pisa credo sia quanto di meglio si faccia da noi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Francesco Pistolato: E' cosi'. A volte dipende dall’incapacita' di comunicazione. Se si e' torvi, tristi e irritati si puo' avere tutta la ragione di questo mondo, ma si e' poco attraenti e persuasivi. Anche se c’e' poco da sorridere, credo si debba farlo. Ma questa e' solo un’osservazione marginale. Un esperto di comunicazione sarebbe in grado di fare un discorso piu' scientifico. Ce ne vorrebbe qualcuno che si interessasse alla nonviolenza e che fosse cosi' bravo da allestire una campagna senza soldi, visto che i nonviolenti per definizione non ne hanno. La comunicazione serve, e' uno strumento imprescindibile, ma certo non sostituisce la sostanza, senza la quale la nonviolenza non va da nessuna parte. Forse manca anche un po’ di sostanza, non si e' sufficientemente nonviolenti, nonostante molti sforzi sinceri. Comunque lo stesso problema l’aveva Gesu' Cristo: e' riuscito prevalentemente a far passare la comunicazione, pochi badano alla sostanza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Francesco Pistolato: Se fossimo un po’ meno individualisti non sarebbe difficile coordinarsi, dato l’esiguo numero. Credo sia una questione di buona volonta'.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Francesco Pistolato: Chiedetelo all’esperto di comunicazione di cui dicevo sopra.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Francesco Pistolato: I piu' intensi possibili, ma quattro gatti arrivano a fare quello che possono, molto meglio di niente, ma non si possono rincorrere tutti.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

- Francesco Pistolato: Accettare anche quelle che non ci piacciono, dialogare.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?

- Francesco Pistolato: Nonviolenza e' cultura, come ci insegna questo foglio, che ci propone letture diversissime e comunque rilevanti. La violenza all’interno della cultura e' un residuo di barbarie, prima o poi si capira'.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?

- Francesco Pistolato: Qualche anno fa se ne parlo' a Firenze in un convegno organizzato da "Azione nonviolenta". Non mi risulta siano stati fatti molti passi in avanti da allora. Dialogare, sperando di ricevere ascolto, agire, ma qui mi fermo, per incompetenza personale.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?

- Francesco Pistolato: Non credo si possa dare una risposta diversa dalla precedente.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?

- Francesco Pistolato: Vedi sopra.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?

- Francesco Pistolato: Leggete L’arte di non essere governati di Ekkehart Krippendorff, contiene una risposta meno banale di quella che potrei dare io.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?

- Francesco Pistolato: Ho appreso a rispettare amici e non amici in maniera piu' profonda, a sforzarmi di evitare i giudizi, a ricordarmi di tutte le volte che mi sono comportato male io, naturalmente con la mia memoria distorta, ma pur sempre meglio che non farlo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?

- Francesco Pistolato: Se non siamo intimamente convinti dell'unita' dell'umanita', che ragione ha la nonviolenza di essere?

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?

- Francesco Pistolato: Platone e Gandhi hanno qualcosa in piu' da dire di me. Rinvio a loro.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza o e' un habitus, o non e' nonviolenza. Come si fa ad essere amici (nel mio caso degli amici) della nonviolenza senza indossare questo habitus?

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?

- Francesco Pistolato: Da dove si vuole cominciare, da Marte? Nel piccolo e nel grande, ciascuno faccia quello che puo', ma non trascuri quello che ha sotto mano.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

- Francesco Pistolato: Vedi sopra.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Francesco Pistolato: Ho appena scritto un breve saggio sull’argomento di prossima pubblicazione (parlo di cultura della pace, ma sostituendola con nonviolenza il discorso non cambia). Ne anticipo l’abstract e in piu' segnalo un testo di recente pubblicazione: La morte spiegata ai miei figli di Roberto Fantini, edito da Sensibili alle foglie, utile per riflettere costruttivamente e senza pesantezza sul tema.

"La cultura e' un habitus, o non e'. Una cultura della pace richiede sforzo, poiche' le tre dimensioni della violenza - diretta, strutturale, culturale - compenetrano ciascuno di noi. La cultura della pace concerne soprattutto l’ambito della pace positiva, cioe' non solo lo stato di mera cessazione della violenza, bensi' le condizioni che rendono possibile il pieno sviluppo di ciascuna persona. Lo sviluppo a livello individuale si realizza soprattutto ampliando la propria consapevolezza. Questo richiede coraggio e un atteggiamento filosofico. Il coraggio notoriamente e' parte della cultura di pace: Gandhi era molto coraggioso; i conflitti non si risolvono eludendoli. Filosofia significa avere il coraggio di porre domande esistenziali. La cultura della pace non puo' mettere da parte alcun aspetto fondamentale della vita. La morte e' parte della vita. Nella nostra cultura moderna il pensiero della morte viene rimosso costantemente e si tenta di esorcizzarne la comparsa. Se ne ha una paura tremenda: anche il solo parlarne risulta insopportabile. Una cultura di pace che rifiuti la morte e' monca. Escludendola, si perde l’opportunita' di acquisire un’ottica della vita molto feconda. Una filosofia della morte vissuta e costantemente approfondita accresce il valore della vita e consente di viverne ogni attimo in modo piu' intenso e godendone maggiormente. Tra l’altro essa insegna a vivere nel presente, anziche' nel passato (ad esempio nel ricordo di dolori vissuti) o nel futuro, cioe' pensando a cio' che si deve fare nel breve, o al prossimo obiettivo che si vuole raggiungere, o alla prossima occasione di piacere, sempre troppo breve e non abbastanza soddisfacente. Esiste la possibilita' di fare pace con la morte: le filosofie e le religioni occidentali e orientali offrono una quantita' di spunti di riflessione e approfondimento...

La cultura di pace, che sta ancora muovendo i primi passi, non puo' fare a meno di una filosofia della morte: sarebbe puerile rinunciarvi, allorche' la cultura di pace ha bisogno di maturare, per potersi affermare. Essa non puo' essere olistica, se esclude dal discorso l’altra parte della vita. E' ora di rimuovere questo tabu'".

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Francesco Pistolato: La storia e' piena di conflitti risolti con il rispetto dell’altro. Occorre mettersi un altro paio di occhiali e rileggerla tutta, non ci limiteremmo ai soli Gandhi, King etc., anche se i meriti di costoro, che l’hanno praticata cosi' consapevolmente e eroicamente, restano naturalmente tra i massimi esempi dell’epoca moderna.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?

- Francesco Pistolato: E' una domanda troppo vasta.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?

- Francesco Pistolato: C’e' qualcuno che la conosce? La maggior parte degli italiani la associa piu' a Pannella che a Gandhi e c’e' chi propone B. come candidato al Nobel per la pace.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?

- Francesco Pistolato: Non mi sembra un problema prioritario, anche se personalmente, ammesso che io faccia qualcosa, lo faccio proprio in questo ambito. Lo sparutissimo numero di intellettuali da noi - sono quelli che conosco meglio tra i nonviolenti italiani, per questo li cito - e' davvero di qualita', peccato solo che sia in via di estinzione. Ma forse tra i giovani allievi di Pisa o i giovani frequentatori del "Sereno Regis" o di altri degnissimi centri che non cito o non conosco c’e' gente che riuscira' a portare avanti il discorso e a collegarsi con altre valide realta' all’estero. Dovremmo pero' cominciare anche a imparare le lingue straniere - speriamo nei giovani.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Francesco Pistolato: Si veda la risposta a una domanda precedente.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Francesco Pistolato: Sul piano culturale si puo' fare molto, lavorando sulle scuole e sulle universita'. Ci vorrebbero piu' centri attivi e una maggiore diffusione delle pubblicazioni esistenti.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?

- Francesco Pistolato: Due ottimi modi per aprire la testa e la porta di casa.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?

- Francesco Pistolato: Rimando alla lettura della Bhagavad Gita.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza va messa al centro delle scienze umane, naturali e qualsivoglia, che altrimenti rischiano di dimenticarsi dell’uomo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?

- Francesco Pistolato: I testi di Rosenberg e Patfoort danno una risposta ad un livello pratico. Ad uno piu' teorico, se tutto e' linguaggio e segno, allora essi diventano nonviolenti quando la persona cambia radicalmente, iniziando a svuotarsi dei semi della violenza assorbiti in un mondo che la pratica in tante forme. Senza cambiamento radicale, frutto di sforzo, di consapevolezza, di vigilanza su se stessi, di autocritica, nulla cambia, quindi nemmeno il linguaggio.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza implica uno stile di vita piu' sobrio ed essenziale, altrimenti e' chiacchiera.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?

- Francesco Pistolato: Non mi sento competente per accennare a una risposta.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?

- Francesco Pistolato: Rinvio a Manifesto e Denkschrift di Potsdam 2005:

http://www.uniud.it/ricerca/strutture/centri_interdipartimentali/irene/Manifesto%20di%20Potsdam%202005%20italiano.pdf e

http://www.uniud.it/ricerca/strutture/centri_interdipartimentali/irene/Denkschrift%20di%20Potsdam%202005%20italiano.pdf

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?

- Francesco Pistolato: Non ho esperienza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?

- Francesco Pistolato: Non saprei aggiungere nulla di diverso da quello che ho tentato di esprimere finora.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

- Francesco Pistolato: La nonviolenza e' l'opposto della hybris, ma non e' la mortificazione dell’essere umano, ma un modo piu'aturo di soddisfare la propria ansia di infinito.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Francesco Pistolato: Verso l’interno di noi stessi, per scoprire che siamo tutti uguali e cominciare ad agire all’esterno.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?

- Francesco Pistolato: Internet e' uno strumento meraviglioso, gia' molto usato a questo fine. La fantasia per renderlo piu' efficace sicuramente non manca a chi padroneggia lo strumento, che non e'l mio caso.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Francesco Pistolato: Nato nel 1952, insegnate di tedesco, traduttore. Sono arrivato tardi ad interessarmi alla nonviolenza e piu' in generale ai temi della pace. Ho collaborato alla fondazione di Irene, Centro di Ricerca sulla Pace di Udine, attualmente ibernato per mancanza di fondi. Collaboro con i "Quaderni Satyagraha", per conto dei quali ho tradotto Lo Stato e la guerra di Ekkehart Krippendorff, un testo di prossima pubblicazione dal titolo provvisorio Tolstoj il cristiano errante di Christian Bartolf e ho curato, con Rocco Altieri e Dieter Kinkelbur Le rose sbocciano in autunno. Attualmente mi sono autoesiliato in Spagna, dove lavoro a un dottorato presso l’Instituto de la Paz y los Conflictos dell’universita' di Granada.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

- Francesco Pistolato: Spero di non avervi annoiato.

 
5. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

6. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Pier Carlo Masini, Poeti della rivolta. Da Carducci a Lucini, Rizzoli, Milano 1977 (1978), pp. 424.
*
Riedizioni
- Roberto Carnero (a cura di), La poesia scapigliata, Rcs - Rizzoli Libri, Milano 2007, 2010, pp. 514, euro 7,50 (in supplemento al "Corriere della sera").
 
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
9. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 313 del 14 settembre 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe
 
 
In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
 
L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html
 
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it