Telegrammi. 312
- Subject: Telegrammi. 312
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 13 Sep 2010 00:58:12 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 312 del 13 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Con la nonviolenza
2. Sergio Paronetto: Nonviolenza
3. Paolo Arena e Marco
Graziotti intervistano Carla
Mariani
4. Per
sostenere il Movimento Nonviolento
5.
"Azione nonviolenta"
6.
Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: CON LA
NONVIOLENZA
Come opporsi alla guerra? Con la
nonviolenza.
Come impedire la devastazione della biosfera? Con
la nonviolenza.
Come costruire relazioni di solidarieta'? Con la
nonviolenza.
Come promuovere i diritti umani di tutti gli esseri
umani? Con la nonviolenza.
*
Cosa e' la nonviolenza?
L'opposizione alla violenza e alla
menzogna.
L'affermazione della dignita' di tutti gli esseri
umani.
L'amore rispettoso e accudente per la vita ed il
mondo.
*
Facciamo del 2 ottobre, giornata internazionale
della nonviolenza, un'occasione di riflessione e di azione comune.
Organizziamo ovunque possibile iniziative
d'informazione, di coscientizzazione, di solidarieta', per la pace, i diritti
umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera.
2. VERSO IL 2 OTTOBRE. SERGIO PARONETTO:
NONVIOLENZA
[Ringraziamo
Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com)
per questo intervento.
Sergio
Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona dove
coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani. Tra il
1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile alternativo del
militare con un gruppo di volontari di Cooperazione internazionale (Coopi).
L'obiezione di coscienza al servizio militare gli viene suggerita dalla
testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e di Martin Luther King. In
Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso gli indigeni shuar e poi sulla
Cordigliera assieme al vescovo degli idios (quechua) Leonidas Proano con cui
collabora in programmi di alfabetizzazione secondo il metodo del pedagogista
Paulo Freire. Negli anni '80 e' consigliere comunale a Verona, agisce nel
Comitato veronese per la pace e il disarmo e in gruppi promotori delle assemblee
in Arena suscitate dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse
incontra o reincontra Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci,
David Maria Turoldo, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers
Naude' e tanti testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che
aveva gia' conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale e del cui
Centro studi fa parte. E' membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e del
Sinodo diocesano di Verona. Opere di Sergio Paronetto: La nonviolenza dei volti.
Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va)
2004]
Nonviolenza:
sostanza profonda delle culture e delle religioni, respiro profondo dell'essere;
visione dell'essere come dono e nascita permanente; primaria identita'
personale.
Nonviolenza: shalom biblico e cristiano, l’islamica salam, la greca eirene, la buddista compassione, la gandhiana satyagraha, l’africana ubuntu, il bene-vivere andino. Nonviolenza: l’etica dei volti, la forza dell’amore politico, la riconciliazione nella verita' e nella giustizia, la convivialita' delle differenze, il perdono. Nonviolenza come perdono, superamento di qualunque logica del nemico, alternativa e superamento del male con il bene, introduzione di una novita' di vita, un nuovo inizio, grazia e gratuita'. Nonviolenza: unico vero messaggio cristiano - quello delle Beatitudini, del Magnificat, della Pentecoste, della Pasqua “festa dei macigni rotolati”, canto sulla grotta di Betlemme e saluto del Risorto - e unico vero principio etico, fondamento di una nuova razionalita', sostanza dell’amore politico, profondo valore umano, anima ragionevole e creativa della vita comune. Nonviolenza: rispetto e custodia dell’opera della creazione; prassi di dialogo; sapere, sapore, colore e valore della vita; realta' buona, vera, giusta e utile; via (mezzo), verita' (fine) e vita (stile); unico realismo, il realismo della pace.3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO CARLA MARIANI [Ringraziamo Paolo
Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco
Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci
messo a disposizione questa intervista a Carla Mariani. Paolo Arena e Marco
Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di
informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione
nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Per un breve profilo
di Carla Mariani si veda la risposta all'ultima domanda di questa
intervista]
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla
nonviolenza? - Carla Mariani: Credo sia successo piu' o meno nel 1991, la cosiddetta prima guerra del Golfo e la tragedia della Jugoslavia hanno avuto dentro di me un effetto dirompente spingendomi a fare qualcosa. Io lavoravo al Comune di Narni, un comune con una amministrazione di sinistra e poi di centro-sinistra, ininterrottamente dal dopoguerra ad oggi, per questo mi dissi che era impensabile che il Comune non si fosse attivato almeno per avere in servizio gli obiettori di coscienza al servizio militare. E cosi' mi misi in movimento, riuscii ad ottenere la convenzione con il Ministero e, intanto, avevo conosciuto Flavio Lotti che mi consiglio' di aderire al Coordinamento nazionale enti locali per la pace, dichiarare Narni citta' per la pace ed aprire un ufficio per la pace ed i diritti umani. Ci sono voluti circa due anni per la dichiarazione e per aprire l’ufficio ma nel 1993 finalmente c’era nel Comune una struttura per lavorare nell’ambito delle politiche della pace e dei diritti umani ed avevamo 3 o 4 obiettori di conoscenza impegnati nel settore della cultura e dei servizi sociali. Abbiamo cominciato a sensibilizzare le scuole, singoli cittadini e associazioni. E' nata l’Associazione Narni per la Pace che ha sempre affiancato il lavoro dell’Ufficio per la Pace del Comune ed e' stata propositiva in tante occasioni di riflessione. A contatto con questa realta', a cominciare dall’obiezione di coscienza e' stato naturale rivolgermi verso la nonviolenza. Nel 1999 ho conosciuto padre Javier Giraldo, gesuita colombiano, difensore dei diritti umani, impegnato nella ricerca di soluzioni alternative alla violenza come contrasto alla guerra e allo sfollamento forzato di intere popolazioni in Colombia. Ho cosi' conosciuto la realta' delle Comunita' di Pace e in resistenza civile colombiane e come Comune di Narni - Citta' per la Pace abbiamo deciso di accompagnare questi processi dando l’avvio ad un nuovo modello di cooperazione, un appoggio piu' politico che economico, e per questo vi assicura molto piu' complicato. * - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza
hanno contato di piu' per lei, e perche'? * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica? - Carla Mariani: Per esempio anche Lettera a una professoressa, di don Lorenzo Milani, o meglio degli studenti della scuola di Barbiana, non so perche' ma a me sembra un buon testo sulla nonviolenza e penso che non dovrebbe mancare in nessuna scuola o biblioteca. Poi certamente l’esperienza della ricerca di Gandhi. Vorrei pero' ci fosse anche uno sguardo al presente, per esempio le lotte nonviolente degli indigeni e dei contadini dell’India oggi, farei leggere Arundhati Roy, oppure le lotte che testimoniano l’amore per nostra madre terra. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno? - Carla
Mariani: Non conosco molto bene la realta' italiana e soprattutto quella
mondiale, posso solo dire che mi affascina la lotta contro le mafie espressa da
Libera e da tutta la miriade di associazioni che operano con lei. L’impegno
delle giovani cooperative che lavorano le terre confiscate alla mafie non mi sembra dissimile dalle lotte per
la conservazione del territorio degli indigeni e dei contadini latinoamericani,
indiani ed africani. Per quanto riguarda lo sguardo
a livello mondiale posso dire che
le esperienze che conosco meglio sono quelle sorte in Colombia intorno al 1997
in seguito all’aggravarsi della violenza durante i piani di recupero di alcuni
territori da parte del Governo in complicita' con i gruppi paramilitari. Stanche
della violenza e determinate a trovare una via di uscita politica al conflitto,
comunita' contadine, afrodiscendenti ed indigene, si sono dichiarate comunita'
di pace o in resistenza civile cercando di bloccare la spirale violenta con la
pratica quotidiana della nonviolenza, motivo per il quale continuano a pagare un
alto prezzo tradotto in permanenti minacce, omicidi e persecuzioni. Queste
comunita' si sono impegnate a non abbandonare il loro territorio, a non portare
armi, a non dare informazioni ne' aiutare nessuno degli attori armati, a non
intervenire direttamente o indirettamente nella guerra, a denunciare tutte le
violazioni ai diritti umani subite da qualsiasi parte esse vengano (Stato,
parastato/paramilitari e guerriglia), a lottare contro l’impunita'. Si tratta di
una resistenza integrale, che va al di la' della semplice neutralita' rispetto
ai vari gruppi armati, e che propone progetti di vita che contemplano innovativi
cambiamenti di ordine sociale, politico, economico, culturale ed ambientali, con
criteri chiari di sostenibilita'. Non stiamo parlando quindi di una neutralita'
ingenua, ma di un compromesso con la vita, fondato su conquiste di autonomia e
autodeterminazione, dalle quali abbiamo sicuramente tanto da
imparare. Quello che ho imparato realmente da queste persone stupende e' che nessuno ti insegna la nonviolenza, nasce come necessita', come urgenza morale quando ti trovi costretto a vivere dentro la guerra. Loro non hanno mai sentito parlare di Gandhi. Un giorno Jhon Jairo del Cacarica (dipartimento del Choco', Colombia) era stato invitato a partecipare ad un incontro pubblico a Narni per raccontare l’esperienza della sua Comunita'. Qualcuno dopo averlo ascoltato gli disse che mettevano in pratica quotidianamente gli insegnamenti di Gandhi. Jhon Jairo rispose che non avevano mai collaborato con questa ong. All’inizio ci venne da sorridere e poi comprendemmo la grandezza di quella risposta. La nonviolenza non e' una assimilazione di una dottrina o di dogmi, ma una posizione esistenziale profonda che rende normale la convinzione che l’impossibile non solo e' possibile ma anche reale. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento? - Carla Mariani: Senza dubbio nel campo dell’educazione e della formazione: educazione per i giovani, formazione per gli educatori, amministratori pubblici, e verso tutti coloro che svolgono una attivita' a contatto con la gente. * - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne
segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza
organizzata oggi in Italia? * - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali
sono le sue caratteristiche fondamentali? Ecco, io credo che utilizzare oggi la violenza come risposta alle ingiustizie sociali ed economiche, equivale a fare il gioco del potere costituito che ci invita a utilizzare i suoi stessi strumenti: la violenza e' uno strumento del sistema e non e' adatta a chi vuole cambiarlo. Mi sembra che chi detiene il potere e lo esercita in maniera violenta rimane disorientato di fronte all’utilizzo della nonviolenza, perche' e' talmente cieco da non riuscire a vederla e a localizzarla. Insomma e' un buon modo, secondo me, per sparigliare le carte e arrivare a un cambio del sistema. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo, ecologia, impegno antirazzista e antimafia, lotte di liberazione e pacifismo, antimilitarismo e disarmo, diritto alla salute e all'assistenza? - Carla Mariani: Io credo che nel momento storico in cui stiamo vivendo, accostare la pratica della nonviolenza alle lotte di liberazione dei popoli, al pacifismo, all’antimafia, antimilitarismo, disarmo, fino alla psicoterapia, sia l’unica azione praticabile, attraverso la quale intravediamo realmente che la costruzione di un mondo diverso e' possibile: semplicemente, vedo in ogni ambito proposto lo stesso rapporto di necessarieta' del vincolo, riconosco nella nonviolenza l’unica strada possibile, l’unica veramente rivoluzionaria. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione nei vari campi del sapere e del convivere, dalla filosofia all'educazione, dall'economia al diritto, dalla scienza alla storiografia? - Carla
Mariani: Io penso che la nonviolenza sia un
processo che ci porta ad affrontare lo studio e la riflessione delle
varie discipline attraverso la scomposizione dei segni convenzionali,
valido per l’approccio a qualsiasi disciplina o argomento e che ci
consente una rilettura e una scrittura della storia nel rispetto dell’umanita' e
della natura di cui siamo parte
integrante. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative della nonviolenza ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe? - Carla
Mariani: Ecco, siccome sono in cammino verso la nonviolenza, sto
cercando di arrivare senza mugugnare al metodo del consenso. La ritengo una
ottima tecnica deliberativa, ma a volte implica una mediazione difficile: diciamo che personalmente
incontro difficolta' ad applicarla ma che partecipo agli incontri e alle
riunioni della mia sfera associativa favorendo e rispettando tale tecnica. Gli
riconosco senza dubbio il merito di costringere le persone ad approfondire le
questioni, e da' sicuramente l’idea del cammino e della condivisione, che
secondo me sono due momenti molto importanti. Posso dire che caratterizzo il
metodo del consenso, nel cammino e nella condivisione. - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio: quale relazione? - Carla Mariani: A questo proposito vorrei dire che il mio/nostro lavoro di accompagnamento dei processi di costruzione di pace dal basso in Colombia ci ha portato a contatto con le autorita' governative e militari di quel Paese, un Paese che da oltre 50 anni sta vivendo uno dei conflitti piu' violenti al mondo e che si presenta invece, a livello internazionale, come una delle democrazie piu' avanzate dell’America Latina. I difensori dei diritti umani e gli intellettuali colombiani sono certi che quando verranno alla luce tutte le atrocita' e le violenze commesse in questi decenni, le cifre dei desaparecidos e dei morti di Cile e Argentina messi insieme saranno molto inferiori alla realta' colombiana. Questo lavoro ci ha portato a capire quanto le parole possano arrivare ad assumere valore di condanna a morte e quanto possano mettere a disagio, di contro, un governo di fatto totalitario. All’inizio le autorita' colombiane non rispondevano mai alle nostre comunicazioni, chi stava lavorando con la Colombia o chi gia' ci aveva lavorato ci diceva che mai avrebbero messo nero su bianco, ne' dall’Ambasciata colombiana a Roma, ne' tantomeno dalle stanze di Palacio de Narino in Bogota'. E invece si sbagliavano. La tenacia e la convinzione, proprie di chi cammina verso la nonviolenza, alla fine ci hanno premiato e sono cominciate ad arrivare le risposte alle nostre precise e circostanziate domande. Il linguaggio usato, appropriandosi di
termini come sicurezza, legalita', rispetto dei diritti umani, in risposta ad
eventi tragici come il massacro del 21 febbraio 2005 nella comunita' di pace di San Jose' di
Apartado', ci hanno fatto tremare le vene e i polsi. Cosi' queste lettere sono diventate oggetto di studio, da parte di una ricercatrice, Natalia Biffi Hernandez, investigadora social italo-colombiana, collaboratrice da vari anni della Rete Colombia Vive! Natalia ha fatto di questa corrispondenza oggetto di studio con un progetto di tesi di ricerca, "Practicas y discursos de los derechos humanos en Colombia. Analisis de la correspondencia entre la Red italiana de solidaridad con las Comunidades de paz colombianas y el Gobierno colombiano 2002-2006", alla Universitat Pompeu Fabra di Barcellona, dove e' prevista una materia specifica di studio che si chiama Analisi critica del discorso. Lo
studio parte dalla percezione che l’interpretazione e l’appropriazione del
discorso dei diritti umani in Colombia sono un dispositivo che serve per
legittimare e sostenere l’uso arbitrario della forza da parte dello Stato contro
i settori piu' emarginati del Paese. Attraverso il discorso ufficiale dei
diritti umani in Colombia si giustificano gli arbitrii governative e militari
che colpiscono i civili come le azioni relative alla lotta contro il terrorismo.
Il
lavoro di ricerca sta andando avanti e spero possa tradursi in uno strumento
efficace ed universale per applicare l’analisi del discorso in tutti quei casi
in cui si sospetta o si verifica un uso violento del linguaggio, o peggio ancora
un uso strumentale di alcuni termini che siamo abituati a percepire con una
accezione positiva: sicurezza, protezione, difesa dei diritti umani
ecc. Ho
conosciuto inoltre una persona bellissima, un medico colombiano, Emmanuel
Rozental, che Vilma Amendra, del
popolo Nasa (Nord del Cauca Colombia) descrive cosi' nella sua tesi su "La
apropiacion de internet en comunidades indigenas: el caso del tejido de
comunicacion y relaciones externas para la verdad y la vita de la Asociacion de
cabildos indigenas del norte del Cauca-Acin": “scomodo
tessitore di coscienze, gestore della parola che camminiamo, per ribadire dal
suo esempio che le parole sono creature libere, senza padroni e destinate a
nominare la vita degna che faremo diventare realta' attraverso le nostre
azioni“. Immagino che questa possa essere
la relazione tra linguaggio e nonviolenza. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto? - Carla Mariani: Sono Carla Mariani, ho 58 anni, sono madre e nonna. Sono in pensione dal lavoro retribuito. Penso di essere un'artigiana della pace, cosi' come i miei compagni e compagne che in Colombia stanno costruendo processi di pace e di resistenza civile nonviolenta. Mi sento palestinese, curda, rom, sinta, zingara, indigena, ebrea, musulmana, cristiana, omosessuale, povera, spero che tutti i popoli che stanno lottando per la loro autodeterminazione e per l’affermazione della vita sulla morte mi considerino loro compagna. Sono comunista. Ho cercato di portare il mio contributo alla causa del popolo palestinese e alla lotta di liberazione dei popoli indigeni, contadini e afrodiscendenti della Colombia, ho cercato di conoscere la dimensione dei difensori dei diritti umani attraverso l’esperienza nella Rete Italiana di Solidarieta' Colombia Vive! ed il mio lavoro presso l’Ufficio per la pace del Comune di Narni, che ho fortemente voluto. Faccio parte dell’Associazione per l’educazione permanente alla giustizia e alla pace, di Narni per la Pace e della Rete italiana di solidarieta' con le comunita' di pace e in resistenza civile colombiane Colombia Vive! Onlus. Sono stata due volte in Palestina e due volte in Colombia. Mi sento in cammino verso la nonviolenza. Ho collaborato alla cura del libro Seminando vita e dignita'. La comunita' di pace di San Jose' de Apartado': dieci anni di resistenza nonviolenta alla guerra, pubblicato dalla casa editrice Gandhi Edizioni di Pisa come n 13 dei "Quaderni Satyagraha", 2007(edizione bilingue spagnolo-italiano); ho interamente curato la pubblicazione Fischia il vento: Narni 8 settembre 1943 - 13 giugno 1944, edito dal Comune di Narni, giugno 2008. 4. APPELLI.
PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia. Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
5. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" "Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'". 6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Silvio Pellico, Dei doveri degli uomini, Edizioni
Paoline, Bari 1961, pp. 112.
- Pier Angelo Menzio (a cura di), Dal
"Conciliatore", Utet, Torino 1945, pp. 346.
*
Riedizioni
- Jerome Carcopino, Giulio Cesare, Bompiani - Rcs
Libri, Milano 2000, 2010, Il sole 24 ore, Milano 2010, pp. 632, euro
9,90.
- Georger Lefebvre, Napoleone, Laterza, Roma-Bari
1960, 2009, Mondadori, Milano 2010, pp. VIII + 744, euro 12,90 (in supplemento a
vari periodici Mondadori). 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 312 del 13 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
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