Telegrammi. 312



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 312 del 13 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Con la nonviolenza
2. Sergio Paronetto: Nonviolenza
3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Carla Mariani
4. Per sostenere il Movimento Nonviolento
5. "Azione nonviolenta"
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: CON LA NONVIOLENZA
 
Come opporsi alla guerra? Con la nonviolenza.
Come impedire la devastazione della biosfera? Con la nonviolenza.
Come costruire relazioni di solidarieta'? Con la nonviolenza.
Come promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani? Con la nonviolenza.
*
Cosa e' la nonviolenza?
L'opposizione alla violenza e alla menzogna.
L'affermazione della dignita' di tutti gli esseri umani.
L'amore rispettoso e accudente per la vita ed il mondo.
*
Facciamo del 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza, un'occasione di riflessione e di azione comune.
Organizziamo ovunque possibile iniziative d'informazione, di coscientizzazione, di solidarieta', per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera.
 
2. VERSO IL 2 OTTOBRE. SERGIO PARONETTO: NONVIOLENZA
[Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com) per questo intervento.
Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani. Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios (quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e' consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia' conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale e del cui Centro studi fa parte. E' membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e del Sinodo diocesano di Verona. Opere di Sergio Paronetto: La nonviolenza dei volti. Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va) 2004]
 
Nonviolenza: sostanza profonda delle culture e delle religioni, respiro profondo dell'essere; visione dell'essere come dono e nascita permanente; primaria identita' personale.

Nonviolenza: shalom biblico e cristiano, l’islamica salam, la greca eirene, la buddista compassione, la gandhiana satyagraha, l’africana ubuntu, il bene-vivere andino.

Nonviolenza: l’etica dei volti, la forza dell’amore politico, la riconciliazione nella verita' e nella giustizia, la convivialita' delle differenze, il perdono.

Nonviolenza come perdono, superamento di qualunque logica del nemico, alternativa e superamento del male con il bene, introduzione di una novita' di vita, un nuovo inizio, grazia e gratuita'.

Nonviolenza: unico vero messaggio cristiano - quello delle Beatitudini, del Magnificat, della Pentecoste, della Pasqua “festa dei macigni rotolati”, canto sulla grotta di Betlemme e saluto del Risorto - e unico vero principio etico, fondamento di una nuova razionalita', sostanza dell’amore politico, profondo valore umano, anima ragionevole e creativa della vita comune.

Nonviolenza: rispetto e custodia dell’opera della creazione; prassi di dialogo; sapere, sapore, colore e valore della vita; realta' buona, vera, giusta e utile; via (mezzo), verita' (fine) e vita (stile); unico realismo, il realismo della pace.
 

3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO CARLA MARIANI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Carla Mariani.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Per un breve profilo di Carla Mariani si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]
 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Carla Mariani: Credo sia successo piu' o meno nel 1991, la cosiddetta prima guerra  del Golfo e la tragedia della Jugoslavia hanno avuto dentro di me un effetto dirompente spingendomi a fare qualcosa. Io lavoravo al Comune di Narni, un comune con una amministrazione di sinistra e poi di centro-sinistra, ininterrottamente dal dopoguerra ad oggi, per questo mi dissi che era impensabile che il Comune non si fosse attivato almeno per avere in servizio gli obiettori di coscienza al servizio militare. E cosi' mi misi in movimento, riuscii ad ottenere la convenzione con il Ministero e,  intanto, avevo conosciuto Flavio Lotti che mi consiglio' di aderire al Coordinamento nazionale enti locali per la pace, dichiarare Narni citta' per la pace ed aprire un ufficio per la pace ed i diritti umani. Ci sono voluti circa due anni per la dichiarazione e per aprire l’ufficio ma nel 1993 finalmente c’era nel Comune una struttura per lavorare nell’ambito delle politiche della pace e dei  diritti umani ed avevamo 3 o 4 obiettori di conoscenza impegnati nel settore della cultura e dei servizi sociali. Abbiamo cominciato a sensibilizzare le scuole, singoli cittadini e associazioni. E' nata l’Associazione Narni per la Pace che ha sempre affiancato il lavoro dell’Ufficio per la Pace del Comune ed e' stata propositiva in tante occasioni di riflessione. A contatto con questa realta', a cominciare dall’obiezione di coscienza e' stato naturale rivolgermi verso la nonviolenza. Nel 1999 ho conosciuto padre Javier Giraldo, gesuita colombiano, difensore dei diritti umani, impegnato nella  ricerca di soluzioni alternative alla violenza come contrasto alla guerra e allo sfollamento forzato di intere popolazioni in Colombia. Ho cosi' conosciuto la realta' delle Comunita' di Pace e in resistenza civile colombiane e come Comune di Narni - Citta' per la Pace abbiamo deciso di accompagnare questi processi dando l’avvio ad un nuovo modello di cooperazione, un appoggio piu' politico che economico, e per questo vi assicura molto piu' complicato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?
- Carla Mariani: Se parliamo di personalita' cito quelle che ho avuto modo di conoscere attraverso i libri e la letteratura, Gandhi, Martin Luther King, padre Ernesto Balducci, Aldo Capitini, don Lorenzo Milani, Danilo Dolci. Se parliamo di persone,  i miei compagni e compagne palestinesi che resistono in maniera nonviolenta a 43 anni di occupazione e oppressione da parte del Governo israeliano, e di vita nei campi profughi continuando a lavorare con i piu' giovani nel teatro, nella musica, nella danza; i miei compagni e compagne delle comunita' colombiane che quotidianamente, concretamente, mettono in pratica azioni nonviolente in risposta alla guerra e allo sfollamento forzato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Carla Mariani: Per esempio anche Lettera a una professoressa, di don Lorenzo Milani, o meglio degli studenti della scuola di Barbiana, non so perche' ma a me sembra un buon testo sulla nonviolenza e penso che non dovrebbe mancare in nessuna scuola o biblioteca. Poi certamente l’esperienza della ricerca di Gandhi. Vorrei pero' ci fosse anche  uno sguardo al presente, per esempio le lotte nonviolente degli indigeni e dei contadini dell’India oggi, farei leggere Arundhati Roy, oppure le lotte che testimoniano l’amore per nostra madre terra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Carla Mariani: Non conosco molto bene la realta' italiana e soprattutto quella mondiale, posso solo dire che mi affascina la lotta contro le mafie espressa da Libera e da tutta la miriade di associazioni che operano con lei. L’impegno delle giovani cooperative che lavorano le terre confiscate alla mafie  non mi sembra dissimile dalle lotte per la conservazione del territorio degli indigeni e dei contadini latinoamericani, indiani ed africani.

Per quanto riguarda lo sguardo a livello mondiale  posso dire che le esperienze che conosco meglio sono quelle sorte in Colombia intorno al 1997 in seguito all’aggravarsi della violenza durante i piani di recupero di alcuni territori da parte del Governo in complicita' con i gruppi paramilitari. Stanche della violenza e determinate a trovare una via di uscita politica al conflitto, comunita' contadine, afrodiscendenti ed indigene, si sono dichiarate comunita' di pace o in resistenza civile cercando di bloccare la spirale violenta con la pratica quotidiana della nonviolenza, motivo per il quale continuano a pagare un alto prezzo tradotto in permanenti minacce, omicidi e persecuzioni. Queste comunita' si sono impegnate a non abbandonare il loro territorio, a non portare armi, a non dare informazioni ne' aiutare nessuno degli attori armati, a non intervenire direttamente o indirettamente nella guerra, a denunciare tutte le violazioni ai diritti umani subite da qualsiasi parte esse vengano (Stato, parastato/paramilitari e guerriglia), a lottare contro l’impunita'. Si tratta di una resistenza integrale, che va al di la' della semplice neutralita' rispetto ai vari gruppi armati, e che propone progetti di vita che contemplano innovativi cambiamenti di ordine sociale, politico, economico, culturale ed ambientali, con criteri chiari di sostenibilita'. Non stiamo parlando quindi di una neutralita' ingenua, ma di un compromesso con la vita, fondato su conquiste di autonomia e autodeterminazione, dalle quali abbiamo sicuramente tanto da imparare.

Quello che ho imparato realmente da queste persone stupende e' che nessuno ti insegna la nonviolenza, nasce come necessita', come urgenza morale  quando ti trovi costretto a vivere dentro la guerra. Loro non hanno mai sentito parlare di Gandhi. Un giorno Jhon Jairo del Cacarica (dipartimento del Choco', Colombia) era stato invitato a partecipare ad un incontro pubblico a Narni per  raccontare l’esperienza della sua Comunita'. Qualcuno dopo averlo ascoltato gli disse che mettevano in pratica quotidianamente gli insegnamenti di Gandhi. Jhon Jairo rispose che non avevano mai collaborato  con questa ong. All’inizio ci venne da sorridere e poi comprendemmo la grandezza di quella risposta. La nonviolenza non e' una assimilazione di una dottrina o di dogmi, ma una posizione esistenziale profonda che rende normale la convinzione che l’impossibile non solo e' possibile ma anche reale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Carla Mariani: Senza dubbio nel campo dell’educazione e della formazione: educazione per i giovani, formazione per gli educatori, amministratori pubblici, e verso tutti coloro che svolgono una attivita' a contatto con la gente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Carla Mariani: Gli direi soprattutto di mettersi in ascolto, di non rimanere fermo, di non rimanere zitto. Gli consiglierei di entrare in contatto con i movimenti dei contadini e di tutti coloro che difendono il proprio territorio, i beni comuni e sono impegnati nel contrasto alle mafie e nell’individuazione dei comportamenti mafiosi. Certamente segnalerei il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, cosi' come il Centro Gandhi di Pisa, cosi' come l’Associazione "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie". Gli consiglierei di entrare in contatto con i movimenti dei familiari delle vittime di Stato e della mafia, ho avuto modo di partecipare all’ultima edizione degli stati generali dell’antimafia “Contromafie” il 23-25 ottobre 2009 a Roma ed ho seguito i lavori dei testimoni di giustizia, ho conosciuto i giovani di "No Pizzo" e veramente devo dire che ho visto azioni nonviolente applicate alla vita quotidiana: fare percorsi individuali e collettivi che portano a sostituire il sentimento di vendetta con il principio di legalita', l’azione solidale come contrasto all’isolamento che genera il terrore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Carla Mariani: Definirei la  nonviolenza  come  l’unica forma di resistenza possibile oggi. La sua caratteristica fondamentale e' il rifiuto dell’inazione, e' il movimento, la ricerca continua di alternative  per dare risposte all’attuale modello dominante di civilta' che porta come conseguenza diretta allo sfruttamento di uomini e donne, bambini e bambine, alla negazione dei diritti umani, alla piu' efferata forma di terrorismo: la guerra. L’attuale modello di sviluppo, neoliberale capitalistico ed imperialista, riconosce di fatto nell’umanita' il suo diretto nemico, come ostacolo alla sua continua, incessante ricerca del maggior profitto. Come dice giustamente Eduardo Galeano: "Nuove fabbriche si installano nei poli privilegiati dello sviluppo [...] ma ogni volta e' necessaria meno mano d’opera. Il sistema non ha previsto questo piccolo problema: quello che avanza e' la gente.[...]. Dove regnano le macchine il sistema vomita uomini . [...] Il sistema si preoccupa: incapace di moltiplicare i pani fa il possibile per sopprimere i commensali"
(Eduardo Galeano, Las venas abiertas de America Latina, Siglo XXI, Madrid 2006, pp. 19-20).

Ecco, io credo che utilizzare oggi la violenza come risposta alle ingiustizie sociali ed economiche, equivale a fare il gioco del potere costituito che ci invita a utilizzare i suoi stessi strumenti: la violenza e' uno strumento del sistema e non e' adatta a chi vuole cambiarlo. Mi sembra che chi detiene il potere e lo esercita in maniera violenta rimane disorientato di fronte all’utilizzo della nonviolenza, perche' e' talmente cieco da non riuscire a vederla e a localizzarla. Insomma e' un buon modo, secondo me, per sparigliare le carte e arrivare a un cambio del  sistema.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo, ecologia, impegno antirazzista e antimafia, lotte di liberazione e pacifismo, antimilitarismo e disarmo, diritto alla salute e all'assistenza?

- Carla Mariani: Io credo che nel  momento storico in cui stiamo vivendo, accostare la pratica della nonviolenza alle lotte di liberazione dei popoli, al pacifismo, all’antimafia, antimilitarismo, disarmo, fino alla psicoterapia, sia l’unica azione praticabile, attraverso la quale intravediamo realmente che la costruzione di un mondo diverso e' possibile: semplicemente, vedo in ogni ambito proposto lo stesso rapporto di necessarieta' del vincolo, riconosco nella nonviolenza l’unica strada possibile, l’unica veramente rivoluzionaria.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione nei vari campi del sapere e del convivere, dalla filosofia all'educazione, dall'economia al diritto, dalla scienza alla storiografia?

- Carla Mariani: Io penso che la nonviolenza sia un processo che ci porta ad affrontare lo studio e la riflessione delle varie discipline attraverso la scomposizione dei segni convenzionali, valido per l’approccio a qualsiasi disciplina o argomento e che ci consente una rilettura e una scrittura della storia nel rispetto dell’umanita' e della natura di cui siamo parte integrante.
La nonviolenza ci aiuta a guardare oltre, ad avere sempre una visione libertaria, di rispetto, di uguaglianza con distinzione (Siamo tutti uguali davanti alla legge, non "senza" ma "con" distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Diceva anni fa Lidia Menapace che rileggere l’art. 3 della nostra Costituzione sostituendo "senza" con  la parola "con", sarebbe veramente una rivoluzione democratica).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative della nonviolenza ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Carla Mariani: Ecco, siccome sono in cammino verso la nonviolenza, sto cercando di arrivare senza mugugnare al metodo del consenso. La ritengo una ottima tecnica deliberativa, ma a volte implica una mediazione difficile: diciamo che personalmente incontro difficolta' ad applicarla ma che partecipo agli incontri e alle riunioni della mia sfera associativa favorendo e rispettando tale tecnica. Gli riconosco senza dubbio il merito di costringere le persone ad approfondire le questioni, e da' sicuramente l’idea del cammino e della condivisione, che secondo me sono due momenti molto importanti. Posso dire che caratterizzo il metodo del consenso, nel cammino e nella condivisione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio: quale relazione?

- Carla Mariani: A questo proposito vorrei dire che il mio/nostro lavoro di accompagnamento dei processi di costruzione di pace dal basso in Colombia ci ha portato a contatto con le autorita' governative e militari di quel Paese, un Paese che da oltre 50 anni sta vivendo uno dei conflitti piu' violenti al mondo e che si presenta invece, a livello internazionale, come una delle democrazie piu' avanzate dell’America Latina. I difensori dei diritti umani e gli intellettuali colombiani sono certi  che quando verranno alla luce tutte le atrocita' e le violenze commesse in questi decenni, le cifre dei desaparecidos e dei morti di Cile e Argentina messi insieme saranno molto inferiori alla realta' colombiana. Questo lavoro ci ha portato a capire quanto le parole possano arrivare ad assumere valore di condanna a morte e quanto possano mettere a disagio, di contro, un  governo di fatto totalitario.

All’inizio le autorita' colombiane non rispondevano mai alle nostre comunicazioni, chi stava lavorando con la Colombia o chi gia' ci aveva lavorato ci diceva che mai avrebbero messo nero su bianco, ne' dall’Ambasciata colombiana a Roma, ne' tantomeno dalle stanze di Palacio de Narino in Bogota'. E invece si sbagliavano. La tenacia e la convinzione, proprie di chi cammina verso la nonviolenza, alla fine ci hanno premiato e sono cominciate ad  arrivare le risposte alle nostre precise e circostanziate domande.

Il  linguaggio usato, appropriandosi di termini come sicurezza, legalita', rispetto dei diritti umani, in risposta ad eventi tragici come il massacro del 21 febbraio 2005 nella comunita' di pace di San Jose' di Apartado', ci hanno fatto tremare le vene e i polsi.

Cosi' queste lettere sono diventate oggetto di studio, da parte di una ricercatrice, Natalia Biffi Hernandez, investigadora social italo-colombiana, collaboratrice da vari anni della Rete Colombia Vive! Natalia ha fatto di questa corrispondenza oggetto di studio con un progetto di tesi di ricerca, "Practicas y discursos de los derechos humanos en Colombia. Analisis de la correspondencia entre la Red italiana de solidaridad con las Comunidades de paz colombianas y el Gobierno colombiano 2002-2006", alla Universitat Pompeu Fabra di Barcellona, dove e' prevista una materia specifica di studio che si chiama Analisi critica del discorso.

Lo studio parte dalla percezione che l’interpretazione e l’appropriazione del discorso dei diritti umani in Colombia sono un dispositivo che serve per legittimare e sostenere l’uso arbitrario della forza da parte dello Stato contro i settori piu' emarginati del Paese. Attraverso il discorso ufficiale dei diritti umani in Colombia si giustificano gli arbitrii governative e militari che colpiscono i civili come le azioni relative alla lotta contro il terrorismo. Il lavoro di ricerca sta andando avanti e spero possa tradursi in uno strumento efficace ed universale per applicare l’analisi del discorso in tutti quei casi in cui si sospetta o si verifica un uso violento del linguaggio, o peggio ancora un uso strumentale di alcuni termini che siamo abituati a percepire con una accezione positiva: sicurezza, protezione, difesa dei diritti umani ecc.

Ho conosciuto inoltre una persona bellissima, un medico colombiano, Emmanuel Rozental, che  Vilma Amendra, del popolo Nasa (Nord del Cauca Colombia) descrive cosi' nella sua tesi su "La apropiacion de internet en comunidades indigenas: el caso del tejido de comunicacion y relaciones externas para la verdad y la vita de la Asociacion de cabildos indigenas del norte del Cauca-Acin": “scomodo tessitore di coscienze, gestore della parola che camminiamo, per ribadire dal suo esempio che le parole sono creature libere, senza padroni e destinate a nominare la vita degna che faremo diventare realta' attraverso le nostre azioni“. Immagino che questa possa essere la relazione tra linguaggio e nonviolenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Carla Mariani: Sono Carla Mariani, ho 58 anni, sono madre e nonna. Sono in pensione dal lavoro retribuito. Penso di essere un'artigiana della pace, cosi' come i miei compagni e compagne che in Colombia stanno costruendo processi di pace e di resistenza civile nonviolenta. Mi sento palestinese, curda, rom, sinta, zingara, indigena, ebrea, musulmana, cristiana, omosessuale, povera, spero che tutti i popoli che stanno lottando per la loro autodeterminazione e per l’affermazione della vita sulla morte mi considerino loro compagna. Sono comunista. Ho cercato di portare il mio contributo alla causa del popolo palestinese e alla lotta di liberazione dei popoli indigeni, contadini e afrodiscendenti della Colombia, ho cercato di  conoscere la dimensione dei difensori dei diritti umani attraverso l’esperienza nella Rete Italiana di Solidarieta' Colombia Vive! ed il mio lavoro presso l’Ufficio per la pace del Comune di Narni, che ho fortemente voluto. Faccio parte dell’Associazione per l’educazione permanente alla giustizia e alla pace, di Narni per la Pace e della Rete italiana di solidarieta' con le comunita' di pace e in resistenza civile colombiane Colombia Vive! Onlus. Sono stata due volte in Palestina e due volte in Colombia. Mi sento in cammino verso la nonviolenza. Ho collaborato alla cura del libro Seminando vita e dignita'. La comunita' di pace di San Jose' de Apartado': dieci anni di resistenza nonviolenta alla guerra, pubblicato dalla casa editrice Gandhi Edizioni di Pisa come n 13 dei "Quaderni Satyagraha", 2007(edizione bilingue spagnolo-italiano); ho interamente curato la pubblicazione Fischia il vento: Narni 8 settembre 1943 - 13 giugno 1944, edito dal Comune di Narni, giugno 2008.

 
4. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

5. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Silvio Pellico, Dei doveri degli uomini, Edizioni Paoline, Bari 1961, pp. 112.
- Pier Angelo Menzio (a cura di), Dal "Conciliatore", Utet, Torino 1945, pp. 346.
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Riedizioni
- Jerome Carcopino, Giulio Cesare, Bompiani - Rcs Libri, Milano 2000, 2010, Il sole 24 ore, Milano 2010, pp. 632, euro 9,90.
- Georger Lefebvre, Napoleone, Laterza, Roma-Bari 1960, 2009, Mondadori, Milano 2010, pp. VIII + 744, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
 
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
8. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 312 del 13 settembre 2010
 
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