Telegrammi. 303



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 303 del 4 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. La peste
2. Lo striscione
3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Vittorio Pallotti
4. Enrico Peyretti: Difesa senza guerra (parte seconda)
5. A proposito di tecniche deliberative nonviolente. Per la sperimentazione del metodo del consenso: il gioco della quadriglia
6. Si e' svolto giovedi' 2 settembre un incontro di studio a Viterbo
7. Per sostenere il Movimento Nonviolento
8. "Azione nonviolenta"
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. LA PESTE
 
Quante persone ogni giorno soffrono sofferenze inenarrabili a causa della guerra in corso in Afghanistan? Quante muoiono uccise e di stenti?
E in Italia, quante persone immigrate e viaggianti sono perseguitate, minacciate, ricattate, ridotte in schiavitu', umiliate, percosse, violentate, vittime del colpo di stato razzista? Quante sono gia' morte come conseguenza di tale orrore?
Cessi la partecipazione militare italiana alla guerra afgana.
Siano abolite le criminali e criminogene misure del colpo di stato razzista in Italia.
Dimissioni immediate del governo hitleriano.
Si insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Si contrasti la peste della guerra e del razzismo.
Si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.
Vi e' una sola umanita'.
 
2. EDITORIALE. LO STRISCIONE
 
Nella mobilitazione internazionale per salvare la vita di Sakineh Mohammadi Ashtiani, una donna iraniana torturata e condannata a morte, uno striscione mi e' parso cogliere una delle verita' fondamentali di questa drammatica vicenda, esso recava queste parole: "Il femminismo non ha mai ucciso nessuno. Il maschilismo uccide tutti i giorni".
Io penso che uccidere sia un crimine.
Io penso che ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso.
Tutte le ideologie e tutti i poteri che avallano l'omicidio, sono ideologie e poteri criminali, sono ideologie e poteri nemici dell'umanita'.
 
3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO VITTORIO PALLOTTI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Vittorio Pallotti.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Per un breve profilo di Vittorio Pallotti si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]
 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza? E quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei?

- Vittorio Pallotti: Attraverso l’incontro e l’amicizia con alcuni che ritengo essere tra i maggiori esponenti della nonviolenza negli anni Ottanta, e in particolare con Tonino Drago, Alberto L’Abate, Pietro Pinna, Davide Melodia, Beppe Marasso.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Vittorio Pallotti: Antiche come le montagne, antologia di scritti gandhiani. I libri di Martin Luther King e di Lanza del Vasto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Vittorio Pallotti: Tante, troppe per essere citate anche solo in parte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Vittorio Pallotti: Antimilitarismo e antimafia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Vittorio Pallotti: Ne segnalo solo alcuni, i primi che mi vengono in mente, alla rinfusa, scusandomi per le involontarie omissioni di tanti altri che varrebbe sicuramente la pena di citare: Campagne sull’obiezione di coscienza al "militare" nei suoi vari aspetti, Campagna Bds (boicottaggio-disinvestimento-sanzioni) contro la politica del governo israeliano, Mir, Movimento Nonviolento, Beati i Costruttori di Pace, Associazione "Papa Giovanni XXIII", Corpi Civili di Pace, Berretti Bianchi, Un ponte per..., Centro Studi Difesa Civile, Mondo senza guerre, Yap (Youth Action for Peace), Centro Studi e documentazione "Sereno Regis", Emergency, Greenpeace, Gavci, Assopace...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo, ecologia, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, lotta antimafia, lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Vittorio Pallotti: I rapporti e le relazioni tra la nonviolenza e varie discipline e realta' sociali, politiche, culturali, economiche su scale diverse (da quella locale a quella mondiale) non possono che essere molto stretti, se consideriamo la nonviolenza come stile di vita e strumento per la realizzazione di un mondo dove i valori universali di amore, giustizia, ricerca della Verita' abbiano un ruolo sempre piu' importante.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, pacifismo e antimilitarismo?

- Vittorio Pallotti: Rapporti molto stretti in quanto il vero pacifismo, come il vero antimilitarismo, non puo' non essere nonviolento, anche se in modi e misure molto diversi da persona a persona, da gruppo a gruppo e con livelli di consapevolezza assai differenziati. E una crescita dell’uno non puo' avvenire senza una crescita dell’altra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, disarmo, diritti umani?

- Vittorio Pallotti: Un disarmo duraturo o definitivo, cui e' legata a filo doppio la realizzazione dei diritti umani fondamentali nel mondo, non puo' realizzarsi senza una diffusione su larga scala e in profondita' della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione nei vari campi del sapere?

- Vittorio Pallotti: La nonviolenza, in quanto ricerca e adesione alla Verita', apporta un contributo essenziale a tutti i tipi di riflessione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Vittorio Pallotti: Caratterizzerei il metodo del consenso come ricerca in comune della Verita', in spirito di umilta', pazienza, tolleranza, sforzo di comprensione dell’altro; e utilizzando, con intelligenza, tutto il tempo possibile e necessario.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Vittorio Pallotti: Radio, tv, internet.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade?

- Vittorio Pallotti: Divisione, leaderismo piu' o meno mascherato, presunzione, estremismo sono alcune tra le cause piu' importanti, ritengo, che condannano i movimenti nonviolenti a marginalita' e ininfluenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Vittorio Pallotti: Le azioni nonviolente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo e in Italia?

- Vittorio Pallotti: Lo stato della nonviolenza in Italia e nel mondo ritengo sia migliore, ove piu' ove meno, di quanto fosse in passato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Vittorio Pallotti: Vittorio Pallotti, nato a Bologna nel 1937, ha insegnato scienze naturali, chimica e geografia negli istituti tecnici fino al 1978. E’ stato assistente volontario all’Istituto di Geografia dell’Universita' di Bologna e collaboratore dell’Istituto di Pedagogia nella stessa Universita'. Nel 1967 ha collaborato, coinvolgendo i suoi studenti, all’insediamento a Bologna della prima Comunita' di Emmaus. Nel 1968 e 1969 ha fatto parte della segreteria del Comitato nazionale per la pace in Biafra (Nigeria). Dal 1979 al 1983 ha militato nella Lega per il Disarmo Unilaterale di Carlo Cassola, partecipando ai blocchi della base missilistica di Comiso (Sicilia) e alla Marcia antimilitarista internazionale Catania-Comiso. In questi anni e' maturata l’amicizia con Davide Melodia, per due anni segretario del Movimento Nonviolento e, contemporaneamente, della Lega per il Disarmo Unilaterale (Ldu). Amicizia che si e' mantenuta e sviluppata fino alla sua morte (2006). Nel 1981-82, come membro della segreteria Ldu, ha sostenuto l’adesione alla Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari, da poco lanciata da Mir  e Movimento Nonviolento. Nel 1984 e' stato cofondatore dell’Associazione bolognese “Antimilitarismo e Disobbedienza Nonviolenta - Adn”, promotrice, all’interno del “Coordinamento Antimilitarista Bolognese - Cab” di molte azioni nonviolente. Nella prima meta' degli anni ’80 ha partecipato alle grandi manifestazioni europee contro gli euromissili, nel corso delle quali ha avuto la possibilita' di raccogliere un primo nucleo di manifesti pacifisti con cui e' stato possibile organizzare la I Mostra bolognese del “Manifesto contro la guerra e la  corsa agli armamenti, per l’educazione alla pace e alla nonviolenza” (1985). Nel 1993 ha cofondato il Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale - Cdmpi divenuto, nel giro di pochi anni, la piu' ampia raccolta di manifesti pacifisti al mondo (3.940 esemplari all’agosto 2010). Grazie ad essa sono state realizzate, e continuano a realizzarsi, mostre tematiche itineranti che hanno fatto conoscere  storia, obiettivi e azioni di personaggi e organismi che hanno lavorato e lottato per la pace. Nel 2001, in qualita' di presidente del Cdmpi, ha promosso l’adesione di questo organismo alla Rete Internazionale dei Musei per la Pace. Da diversi anni fa parte del Coordinamento politico della Campagna di Obiezione di Coscienza alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta - Osm-Dpn. Dal 2001 fa parte  dell’Associazione “Percorsi di Pace” di Casalecchio di Reno (Bologna) con la quale ha promosso la fondazione della Casa per la pace "La Filanda" ove, dal marzo 2006, hanno sede, tra l’altro, il Cdmpi e il Centro di Documentazione per la Pace. In rappresentanza di alcune associazioni pacifiste emiliano-romagnole e' stato cofondatore negli anni ’90 del Comitato promotore della Scuola di Pace di Monte Sole (Marzabotto), trasformatasi nel 2002 in “Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole”. Di quest’ultima ha fatto parte in qualita' di membro del Consiglio di amministrazione fino al 2009. Autore di vari articoli e saggi in campo geografico, storico, pedagogico, pacifista. Di quest’ultimo settore segnaliamo i volumi di cui e' stato autore o coautore: Perche', catalogo della “Mostra del manifesto contro la guerra e la corsa agli armamenti, per l’educazione alla pace e alla nonviolenza”, Bologna 1987; 50 anni di pace sui muri d’Europa: 1950-2000, Cdmpi, Bologna 2000; Camminare per la pace - marce e cammini per la pace e la nonviolenza, Cdmpi e Casa per la pace "La Filanda", Casalecchio di Reno (Bologna) 2009.

 
4. MATERIALI. ENRICO PEYRETTI: DIFESA SENZA GUERRA. BIBLIOGRAFIA STORICA DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE (PARTE PRIMA)
[Riproponiamo ancora una volta questa fondamentale bibliografia ragionata sulle lotte nonarmate e nonviolente scritta da Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it), nella versione aggiornata del 14 novembre 2004 (ma vi sono aggiornamenti successivi, richiedibili all'autore).
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.serenoregis.org, www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]
 
31. Peter Ackerman - Christopher Kruegler, Strategic Nonviolent Conflict. The Dynamics of People Power in the Twentieth Century, Praeger, Westport Connecticut - London, 1994. Il volume esamina i seguenti casi: Prima rivoluzione russa, 1905; Ruhr, 1923; Lotte per l'indipendenza indiana 1930-1931; Resistenza danese 1940-1945; Salvador 1944; Solidarnosc 1980-1981.
32. Il puzzle della nonviolenza (quasi un manuale per imparare a costruire un'azione nonviolenta), MIR, Centro Ricerche per la Difesa Popolare Nonviolenta, Padova 1994. Si tratta di un libro a schede, ampliabile, preparato da S. Bergami, F. Curinga, F. Tipolla, F. Varotto, A. Zangheri, per conto del Mir (via Cornaro 1/a, 35128 Padova, tel. e fax 0498073836). La prima parte presenta, in ampie schede con relativa bibliografia, undici casi tratti dalla storia del Novecento: India 1930, Bulgaria 1940-44, Montgomery 1955, Larzac 1970-81, Bolivia 1979, Polonia 1980-90, Comiso 1981-87, Filippine 1986, Pechino 1989, Mosca 1991, Madagascar 1991-93.
33. Bojan Aleksov, Disertori della guerra in ex-Jugoslavia, a cura di Gianni Caligaris ed Emilio Rossi, Alfazeta, Parma 1995. Documenta la realta' di oltre 100.000 disertori, che l'Europa non accoglie ne' riconosce come dovrebbe, quale forte risorsa umana contro quell'assurda guerra e le sue conseguenze. Esiste una buona legge italiana, di fatto non applicata alla frontiera.
34. Corazon C. Aquino, Martirio e redenzione sulla via filippina verso la pace, in "Testimonianze" n. 380, dicembre 1995, pp. 84-96. La leader filippina racconta i precedenti e lo svolgimento della rivoluzione del 1986, con speciale riferimento al ruolo della religione.
35. Andrew Rigby (Department of Peace Studies. University of Bradford), Unofficial Nonviolent Intervention: Examples from the Israeli-Palestinian Conflict, in "Journal of Peace Research", vol. 32, n. 4, 1995, pp. 453-467. L'articolo dimostra che le possibilita' di intervento nonviolento sono molto piu' ampie della sola interposizione testimoniale o sacrificale.
36. Alexander Allan, Le Larzac et apres: l'etude d'un mouvement social novateur, L'Harmattan, Paris 1995. Sulla lotta delle 105 famiglie dell'altopiano del Larzac contro l'esproprio militare, lotta che coinvolse fino a 100.000 persone (1971-1981), infine vittoriosa e proseguita come movimento per unire il Nord col Sud del mondo (1981-1992).
37. Rodolfo Venditti, La difesa popolare nonviolenta: storia, teoria, esempi concreti. Aperture dell'ordinamento giuridico italiano, Eirene, Studi per la pace, Bergamo 1996 (via F. Scuri 1/C, 24100 Bergamo, tel. 035260073). Il fascicolo richiama o descrive 15 casi storici. Questo e' il XLI opuscolo della collana "Ricerche e Documentazione", che comprende anche: S. Cattaneo, J. Galtung, B. Jenkins, S. Piziali, G. Sharp, La nonviolenza nel Maggio Cinese. Pechino 1989.
38. Alberto Melandri, Jose' Ramos Horta e mons. Carlos Felipe Ximenes Belo, leaders della resistenza nonviolenta di Timor Est, in "Azione Nonviolenta", novembre 1996, pp. 6-7.
* 39. Nonviolenza nella storia. Casi di resistenza civile nel Novecento. Materiale ancora inedito di un corso di aggiornamento per insegnanti, organizzato a Torino nei mesi a cavallo tra 1996 e 1997 dal Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino e dall'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Societa' Contemporanea (via Fabro 6, 10122 Torino, tel. 0115628836). Sono 15 lezioni distribuite nelle seguenti sezioni del corso: 1) La resistenza civile in Europa durante la seconda guerra mondiale (J. Semelin, A. Bravo, A. M. Bruzzone, E. Peyretti, A. Dogliotti Marasso, F. Levi); 2) Lotte di liberazione dai sistemi coloniali (G. Sofri); 3) Lotte politiche e civili nei paesi occidentali (G. Bouchard, E. Donini); 4) Lotte nei paesi dell'Est e forme di resistenza civile nell'ex-Jugoslavia (G. Salio, A. Zangheri, A. L'Abate, M. Granero); 5) I movimenti per la pace (S. Albesano, G. Salio).
40. AA. VV., Invece delle armi: obiezione di coscienza, difesa nonviolenta, corpo civile di pace europeo, a cura della Segreteria per la Difesa Popolare Nonviolenta, con la collaborazione del Centro Eirene di Bergamo, Fuorithema, Bologna 1996. Il volume contiene nella prima parte gli atti di una importante conferenza internazionale su "Difesa nonviolenta, partecipazione popolare, obiezione di coscienza" tenutasi a Firenze nel settembre 1992 con la presenza dei maggiori studiosi mondiali (Pontara, Papisca, Sharp, Ebert, Muller, Galtung); nella seconda parte i documenti del dibattito in corso "Per un corpo civile di pace europeo". Nanni Salio (pp. 23-29) esamina i casi storici proponendone una classificazione per tipologie e strutture. Segue una mia bibliografia (pp. 29-31), molto meno aggiornata e completa della presente. Alberto L'Abate ricorda una mezza dozzina di casi storici - Algeria 1962, Aden 1967, Pechino 1968, Filippine 1986, Nicaragua 1989, Mosca 1991 (pp. 145-148) - e indica diversi studi ad essi relativi, apparsi su riviste internazionali di peace research.
41. Voci e azioni di nonviolenza nell'antichita' classica, a cura di Rocco Campanella, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1996. Nel libro leggiamo le pagine di Giuseppe Flavio (37-100 d.C.) sulla resistenza nonviolenta degli ebrei sotto gli imperatori Tiberio (14-37 d.C.) e Caligola (37-41 d.C.) e quelle di Tito Livio sulla secessione della plebe a Roma (nel 494 e nel 471 a. C.).
* 42. David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I mezzi di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran, nel paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), raccoglie ed esamina in breve, sotto questo specifico aspetto, i casi Iran 1979, India 1975-77, OLP, Filippine 1986, Europa orientale 1989, America Latina in vari momenti. Si puo' aggiungere qui la Resistenza danese, caratterizzata dal mezzo della comunicazione popolare (v. il n. 1 della seconda parte di questa bibliografia).
* 43. Hildegard Goss-Mayr, Come i nemici diventano amici, Insieme per la nonviolenza, la giustizia e la riconciliazione, Emi, Bologna 1997. E' il racconto di vita di una coppia che ha lottato insieme per oltre 30 anni. Jean Goss (morto nel 1991) e sua moglie Hildegard, eminenti attivisti ed educatori del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) hanno compiuto insieme azioni dirette nonviolente e lavoro di formazione, hanno avviato associazioni e opere culturali, hanno posto le basi di rivoluzioni nonviolente (come nelle Filippine, nel 1986), hanno sospinto vescovi e leaders sociali all'impegno per la giustizia col metodo della forza nonviolenta. Il campo della loro azione va dall'Unione Sovietica (gia' nel 1961) alla Polonia, dal Concilio Vaticano II all'America Latina, dall'Asia all'Africa.
I coniugi Goss trovano nel vangelo l'ispirazione alla lotta nonviolenta, ma sanno scoprire e valorizzare le analoghe potenzialita' presenti nelle culture e religioni proprie dei diversi popoli: vediamo un bell'esempio nelle "regole nonviolente" individuate nella tradizione africana della "chiacchierata", vero metodo di risoluzione nonviolenta dei conflitti (p. 230).
Il capitolo conclusivo, raccogliendo l'esperienza, prospetta con lucida sintesi la resistenza nonviolenta all'impero liberalcapitalistico oggi impostosi al mondo, su varie linee d'impegno: l'incontro tra le religioni e il loro compito per la pace, il movimento per la pace e il servizio di pace (qualcosa di piu' del servizio civile), i mezzi di comunicazione nel mondo unito e la loro possibile funzione di "portatori di speranza".
44. Robert L. Holmes, La sfida della nonviolenza nel nuovo ordine mondiale, nel volume di James Burk, La guerra e il militare nel nuovo sistema internazionale, Franco Angeli, Milano 1998, pp. 211-229. Holmes esamina la tendenza ad un nuovo militarismo dopo che gli Usa sono rimasti unica superpotenza e, di contro, la lezione delle rivoluzioni nonviolente nell'Europa dell'est per una strategia e per istituzioni atte alla risoluzione nonviolenta dei conflitti, ai fini di una maggiore tutela generale della societa' dalla violenza diffusa.
* 45. Emanuele Arielli - Giovanni Scotto, I conflitti. Introduzione a una teoria generale, Bruno Mondadori, Milano 1998. Questo studio scientifico fa il punto sulla ricerca interdisciplinare, promossa da molti studiosi e istituzioni in tutto il mondo, delle strategie per una trasformazione e risoluzione senza violenza dei conflitti. Il volume richiama tutti i casi piu' significativi di lotte nonviolente, collocandoli opportunamente nel sistema teorico proposto, specialmente nella terza parte del libro (Strategie di trasformazione costruttiva).
Una nuova edizione del lavoro, col titolo Conflitti e mediazione. Introduzione a una teoria generale, e' uscita nel 2003 presso il medesimo editore.
* 46. Jean-Marie Muller, Vincere la guerra, Principi e metodi dell'intervento civile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999 (1997). Lavoro descrittivo, ricco di informazioni sulle ingerenze davvero umanitarie e non belliche in zone di conflitto. Mancano alcune significative esperienze italiane, ma il panorama mondiale e' ampio e cosi' il catalogo dei metodi. Tanto basta per vedere che le alternative alle guerre ci sono, se le si vuole conoscere e praticare. La prefazione di Antonino Drago critica il carattere che l'intervento civile ha nell'esperienza francese e nella proposta di Muller, non abbastanza alternativo al militare, ma dipendente da esso. Drago mostra le possibilita' uniche al mondo ormai inserite nella legislazione italiana.
47. Due esempi di resistenza nonviolenta alla violenza politica e a quella economica, mediante le nuove possibilita' date dalla comunicazione informatica di base:
- Rafal Robozinski, Mapping Russian Cyberspace: Perspective on Democracy and the Net, Paper presented at the United Nations Research Institute for Social Development (UNRISD) conference on Information Technology and Social Development, 22-24 June 1998, Geneva. L'Autore rileva, tra l'altro, il ruolo giocato dai fax e dalla iniziale rete informatica nel galvanizzare la resistenza dell'opinione pubblica russa al golpe del 1991 contro Gorbaciov.
- Stephen Kobrin, The MAI and the Clash of Globalizations, "Foreign Policy" 112 (fall), 1998: 97-109. L'Autore esamina la vincente campagna informatica mondiale delle ONG nel 1998 contro il MAI, l'Accordo multilaterale sugli investimenti favorevole alle multinazionali. Queste due pubblicazioni sono citate a p. 78 del Rapporto 1999 su Lo Sviluppo Umano, dell'United Nations Development Programme, vol. 10, La Globalizzazione, Rosenberg & Sellier, Torino 1999.
* 48. AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, edito dal Movimento Nonviolento, Verona, e dall'Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Torino, a cura di Sergio Albesano, Torino 1999. Il volume, di 180 pagine, raccoglie 22 "medaglioni" esclusivamente di italiani/e che, nel periodo dall'unita' ad oggi, hanno agito nell'opposizione alla guerra. Fra loro peronaggi noti, ma anche altri finora del tutto ignoti, anarchici e cattolici, valdesi e vescovi, scrittori e filosofi, pedagogisti e politici, soldati e disertori. La raccolta testimonia la presenza spesso ignorata di esperienze e metodi alternativi alla guerra.
* 49. Arundhati Roy, Per il bene comune, in "Internazionale", n. 306, 22-28 ottobre 1999, pp. 17-25. L'articolo, mentre denuncia la devastazione umana e ambientale causata dalle Grandi Dighe indiane nella valle della Narmada, racconta la lotta nonviolenta di resistenza delle popolazioni implicate. L'autrice e' la piu' famosa scrittrice indiana (Il dio delle piccole cose). Sono pubblicati in italiano i volumi La fine delle illusioni, Ugo Guanda, Parma 1999, e Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002, che ricupera interamente il volume precedente ed aggiunge altri saggi.
* 50. Centro di ricerca per la pace, Viterbo (e-mail: nbawac at tin.it), ha pubblicato nel 1999 la Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri. Questa tecnica nonviolenta del "pallone frenato" e' stata sperimentata efficacemente per alcune ore davanti all'aeroporto militare di Aviano, da cui partivano nel 1999 gli aerei che bombardavano la Jugoslavia.
* 51. Enrico Peyretti, Per perdere la guerra, Beppe Grande editore, Torino 1999. In questa raccolta di scritti pubblicati durante la guerra della Nato alla Serbia per il Kossovo, indicando le varie alternative alla guerra, praticate o praticabili, sono richiamate anche alcune esperienze storiche.
* 52. Gilles Gesson, La non-violence cree l'evenement a' Seattle, in "Non-violence Actualite'" (gennaio 2000, pp. 16-18). L'articolista, presente alle manifestazioni di "Nonviolent Direct Action" che hanno impedito la cerimonia di apertura del vertice della Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO-OMC), il 30 novembre 1999, vertice fallito, scrive che l'avvenimento segna l'entrata dell'opinione pubblica internazionale sulla scena delle negoziazioni ufficiali relative all'economia globalizzata, in difesa degli aspetti umani (lavoro, giustizia, ambiente, salute, culture) trascurati e violati dal carattere finanziario e speculativo della globalizzazione. Contro alcune interpretazioni deformanti, testimonia il carattere nonviolento delle manifestazioni, accuratamente preparato, di cui espone le tecniche e le tattiche, concludendo: "Consciamente o no, [i manifestanti] hanno agito come degni eredi dei teorici della resistenza civile. Questo e' forse il segno che essa e' oggi entrata nel costume".
* 53. Sulla storia della pace, e' possibile segnalare:
- Francisco A. Munoz, Mario Lopez Martinez (eds.), Historia de la Paz. Tiempos, espacios y actores, Instituto de la Paz y los Conflictos, Editorial Universidad de Granada, 2000. Questo volume, pioniere nella costruzione di una specifica storia della pace, percorre, attraverso i tempi e le culture umane, soprattutto le idee, situazioni, strutture, protagonisti di relazioni pacifiche tra differenti popoli e civilta'. Specialmente nei paragrafi sul pacifismo della nonviolenza (pp. 326-340), sul pacifismo antinucleare (pp. 340-349), sul pacifismo dopo la caduta del Muro di Berlino verso il muovo secolo (pp. 349-357), Mario Lopez Martinez raccoglie in una ampia bella sintesi piu' o meno tutti i casi storici di interventi e soluzioni nonviolente dei conflitti a cui si riferiscono le opere segnalate in questa bibliografia.
- Cruttwell, A History of Peaceful Change in the Modern World, Oxford University Press, 1937.
- Johan Galtung, Storia dell'dea di pace, Satyagraha, Torino 1995 (rapido excursus di 78 pagine).
- Alessandro e Daniele Marescotti, L'altra storia. Percorsi alternativi alla guerra e alla violenza dall'antichita' a oggi, in http://italy.peacelink.org/storia. Si tratta di materiale per una storia della pace: un lungo testo (290 pagine in corpo 12), soggetto a revisione continua, che consiste in una grande quantita' di schede sintetiche, ben curate, su eventi, movimenti, figure, testi che documentano fatti di pace rintracciati nella storia di tutti i tempi e popoli. Contatti con gli autori per fornire altri materiali da collegare alla storia della pace: 099-7303686 o 3471463719; http://italy.peacelink.org/storia/articles/art_2707.html
- Renato Moro, Storia della pace. Idee, movimenti, battaglie, istituzioni. Il Mulino; Bologna 2004.
- A. Marrone, P. Sansonetti, Ne' un uomo ne' un soldo. Una cronaca del pacifismo italiano del Novecento, Baldini Castoldi Dalai editore, Milano 2003.
- Rina Gagliardi, Un movimento per la pace. Per una storia del pacifismo, Edizioni Alegre, Roma 2003.
* 54. Laura Coppo, Terra gamberi contadini ed eroi, Emi, Bologna 2002. L'Autrice ha trascorso due mesi nell'ashram di una straordinaria coppia di indiani, Krishnammal e Jagannathan, due delle figure piu' prestigiose della nonviolenza in cammino e ha ricostruito, con la freschezza e la vivacita' della narrazione dei protagonisti, 70 anni di storia indiana, visti con gli occhi di chi, fin da giovanissimo, si affianco' a Gandhi nelle grandi iniziative di lotta nonviolenta. Dopo la morte di Gandhi, essi continuarono a stare a fianco dei contadini, dei pescatori, delle comunita' che, anche dopo l'indipendenza, si trovavano in situazioni di poverta' e pativano ingiustizie. La piu' recente battaglia nonviolenta - che dura da una ventina di anni - e' quella intrapresa contro il dilagare degli allevamenti intensivi di gamberi nelle zone costiere del sud dell'India: in terreni privati o demaniali, o acquistati a prezzi irrisori, industriali indiani o societa' multinazionali hanno abbattuto le aree verdi dove crescevano le mangrovie - una vegetazione con importanti funzioni di protezione delle coste, che ospita una varieta' di specie viventi (pesci, crostacei, arbusti) utili alle popolazioni locali - per costruire vasche in cemento in cui vengono allevati gamberi per esportazione, quelli che troviamo nei nostri mercati e nei panini al bar. Contro queste attivita' distruttive per l'ambiente e per le popolazioni, Krishnammal e Jagannathan organizzarono proteste, digiuni, petizioni, e vinsero anche una causa presso la Corte Suprema indiana. Il problema ha assunto una dimensione mondiale, e in questo impegno nonviolento si uniscono in tutto il mondo comunita' di contadini e pescatori in difesa del loro ecosistema vitale contro le industrie che alimentano forzatamente il commercio internazionale dei gamberi.
* 55. Enrico Euli e Marco Forlani (a cura di), Guida all'azione diretta nonviolenta, Berti, 2003. La prima parte del volumetto riferisce sulle esperienze di Comiso 1981-83, Mostra navale bellica di Genova 1982-89, Genova Mobilitebio 2000, Genova G8 2001, Brescia Exa 2000, Missioni di pace all'estero.
* 56. Autori Vari, Pace!, Voci a confronto sulla lettera enciclica Pacem in terris, del 1963, di Giovanni XXIII, Edizioni Paoline, 2003. Giuliana Martirani, nel capitolo da lei curato (pp. 35-57) analizza la vicenda dell'assedio della basilica della Nativita' a Betlemme, per 39 giorni dal 2 aprile 2002, come un'azione di difesa popolare nonviolenta, nella quale i frati francescani hanno svolto il ruolo di terza parte tra i palestinesi assediati e gli israeliani assedianti, e sono state attuate le cinque regole di Theodor Ebert (v. sopra, n. 6). Il caso di Betlemme e' analizzato e documentato nel libro di Giuseppe Buonavolonta' e Marc Innaro, giornalisti testimoni della vicenda, L'assedio della Nativita', Ponte alle Grazie, Milano 2002, che contiene anche il diario del francescano Ibrahim Faltas, uno dei protagonisti.
* 57. Pierluigi Consorti (a cura di), Senza armi per la pace. Profili e prospettive del "nuovo" servizio civile, Edizioni Plus, Universita' di Pisa, 2003. Fra le esperienze di servizio civile, che con la caduta della leva diventa volontario, il volume riferisce su interventi, ovviamente disarmati, in situazioni di conflitto bellico, quali Sry Lanka, Mozambico, Burundi, Iraq, Kurdistan, ex-Yugoslavia, Timor Est, Chiapas, Turchia, Zambia, Cile, Kenia, Russia, Bolivia, Palestina, ed altre, ad opera di vari enti quali la Caritas italiana, Emergency, Medici senza frontiere, la Comunita' di Sant'Egidio, l'Operazione Colomba, i Caschi Bianchi, l'Unicef, Amnesty International, l'Unicri, la Regione Toscana, la Asl fiorentina, le Misericordie d'Italia.
58. Nonviolenza per Gerusalemme, e' il tema del n. 5, giugno 2004, di "Satyagraha", la rivista di studi scientifici su "il metodo nonviolento per trascendere i conflitti e costruire la pace", che esce a cura di Rocco Altieri, che ne e' il direttore, nelle edizioni Plus, dell'Universita' di Pisa (sito: www.pdpace.interfree.it). Ogni numero della rivista presenta elementi utili per la presente raccolta bibliografica. Questo n. 5 affronta l'enorme drammatico conflitto Israele-Palestina, con uno spirito di intensa originale ricerca e documentazione sulle potenzialita' e realta' di una sua trasformazione nonviolenta. Dei dodici autori (Rocco Altieri, Giorgio La Pira, John Paul Lederach, Marc Gopin, Abdul Aziz Said, Ibrahim Faltas, Mohammed Abu-Nimer, Angela Dogliotti Marasso, Michal Reifen, Maria Chiara Tropea, Mouvement pour une alternative non-violente, Franz Amato), cinque partecipano a questa ricerca direttamente dall'interno del conflitto, come israeliani o palestinesi. Nei loro scritti troviamo aspetti storici, religiosi, educativi, esperienze di percorsi di pace, azioni e riflessioni costruttive di nonviolenza, tradizioni di nonviolenza nelle culture e nelle religioni implicate, documenti di resistenza culturale e spirituale. (Vedi anche, sopra, il n. 11).
59. Su "La Stampa", 2 ottobre 2004, in una intervista concessa a Barbara Spinelli, Khalida Toumi Messaoudi, ministro della cultura del governo algerino, descrive la vincente lotta civile della popolazione, e in particolare delle donne, contro la violenza estrema compiuta lungo gli anni '90 da gruppi terroristici mossi da fanatismo religioso contro i diritti umani. Disobbedendo agli ordini minacciosi degli integralisti, i civili, e specialmente le donne, ne hanno indebolito e superato l'arroganza. L'esempio dell'Algeria, che ha condotto questa lotta senza alcun aiuto internazionale, vale come condanna dell'intervento Usa in Iraq, col pretesto della impossibile imposizione dall'esterno della democrazia. Cfr anche, sopra, il n. 15.
(Parte seconda - segue)
 
5. MATERIALI FORMATIVI. A PROPOSITO DI TECNICHE DELIBERATIVE NONVIOLENTE. PER LA SPERIMENTAZIONE DEL METODO DEL CONSENSO: IL GIOCO DELLA QUADRIGLIA
[Il testo che segue e' un adattamento da un testo scritto per i partecipanti ad un percorso di formazione alla comunicazione nonviolenta. Ci sembra che possa essere interessante anche per altri lettori]
 
In un incontro di formazione alla comuncazione nonviolenta ho proposto una serie di domande per sperimentare un gioco attraverso cui si potrebbe giungere a definire, tramite l'espressione delle opinioni di ogni persona, alcune utili indicazioni per i criteri condivisi piu' adeguati per realizzare una serie di interazioni efficaci con le persone e con l'ambiente, costruendo procedure e relazioni basate sulla scelta della nonviolenza.
L'idea sarebbe che utilizzando le domande proposte si avviasse un percorso di interlocuzione, confronto ed elaborazione collettiva basato sul metodo del consenso per verificare se si puo' riuscire per questa via a stabilire alcune regole di condotta orientative che siano effettivamente e sinceramente condivise (con spirito critico e con apertura alla reversibilita' di ogni decisione pragmatica nel mutare dei contesti, naturalmente, ferma restando l'adesione ai valori del rispetto della dignita' e dei diritti propri ed altri ed alla scelta della nonviolenza) tra le persone che si accingono a dar vita ad un'esperienza comunitaria.
*
Naturalmente questa e' solo una proposta, e piu' precisamente la proposta di un gioco formativo se fa piacere di giocarlo; non e' ne' una scorciatoia (semmai un'allungatoia), ne' un modo per forzare delle decisioni.
Inoltre le domande non sono frutto di lunghi studi, ma sono state buttate giu' in pochi minuti e piuttosto di fretta: se ne potevano formulare molte di piu', o magari di meno.
Ugualmente la misura delle tre risposte per domanda non e' in nessun ricettario, e' solo una proposta che mi e' sembrata ragionevole.
E qui finiscono le premesse.
*
La proposta e di sperimentare questa specifica modalita' applicativa del metodo del consenso, che definirei "il gioco della quadriglia" (poiche' come in quel ballo si comincia con i danzatori distanti che poi si uniscono a coppie, e poi a gruppi di quattro, e cosi' via raddoppiando fino a coinvolgere in un unico movimento di danza l'intero gruppo dei presenti nella sala, cosi' in questa ipotesi di lavoro si comincia con ogni persona che formula individualmente delle proposte, poi si confronta con un'altra persona e confronta ed armonizza le proprie opinioni con le altrui, poi le due si confrontano con altre due, poi il gruppo di quattro con un altro gruppo di quattro fino a coinvolgere in un unico confronto tutti i presenti).
*
Il gioco consiste in questo:
a) riunito il gruppo dei partecipanti, ad ogni persona si chiede di scrivere (quindi ogni persona deve avere una penna e vari fogli di carta) una o piu' risposte a una o piu' domande (nel caso piu' semplice: ogni persona deve dare una e una sola risposta ad una ed una sola domanda; nel nostro caso particolare ogni persona scrive tre risposte per ogni domanda);
b) poi ogni persona confronta le sue risposte con quelle di un'altra persona (ad esempio: quella seduta al suo fianco), e le due persone discutendone tra loro devono raggiungere il consenso sulla risposta (nel caso piu' semplice: ognuna delle due individualmente ha dato una propria risposta alla medesima domanda, probabilmente le risposte delle due persone saranno diverse: in questo caso discutendo tra loro due devono concordare su una risposta unitaria, che sia per quanto possibile inclusiva delle esigenze di entrambe le persone - ovvero che "superi", cioe' incorpori, entrambe le risposte precedenti riducendole a una sola; nel nostro caso particolare le risposte sono tre per ogni domanda, ergo: ogni persona ha dato tre risposte, e quando le due persone si confrontano devono fare in modo che dalle loro sei risposte riescano a raggiungere il consenso su tre - che possono essere o alcune di quelle gia' scritte da una singola persona, o risposte nuove che superino o sintetizzino le precedenti);
c) poi ogni coppia di persone si riunisce con un'altra coppia e si ripete il procedimento: devono raggiungere il consenso su una risposta comune (nel nostro caso specifico su tre risposte per ogni domanda);
d) e si procede cosi' finche' le due meta' dell'assemblea si riuniscono insieme ed insieme arrivano alla risposta definitiva (nel nostro caso specifico tre risposte per ogni domanda).
Questo il metodo proposto.
Il senso di questa procedura e':
I. costruire l'affinita' tra le persone, favorendo un processo di confronto che va dalla meditazione solitaria, al confronto a quattr'occhi con un'altra persona, e poi via via sempre radoppiando con gruppi di persone piu' ampi;
II. favorire la partecipazione chiedendo a  tutte le persone di formulare delle proposte e poi di discuterle ripetutamente a livelli di inclusione sempre maggiori;
III. costruire le decisioni dal basso valorizzando e discutendo il contributo ogni singola persona.
E' un metodo che come tutti i metodi puo' avere i suoi vantaggi ed i suoi svantaggi (ovviamente non vi sono metodi perfetti in assoluto), ma puo' talora essere utilmente alternato, o meglio: combinato con quello del parlare in cerchio (alla fine della procedura, infatti, e' sicuramente opportuno un esame dell'esito svolto col metodo del cerchio).
Naturalmente e' un metodo molto lento, ma la lentezza nei processi decisionali, e nel confronto delle opinioni, e' sempre un'ottima cosa (ovviamente: se non ci si trova a dover affrontare delle urgenze improcrastinabili).
*
Ho proposto di giocare questo gioco con una serie di 15 domande a ciascuna delle quali ogni persona dovrebbe dare 3 risposte.
Ecco le domande proposte (e' sottinteso che gli interlocutori cui esse sono rivolte siano persone interessate a partecipare a un'esperienza comunitaria; e quindi le risposte non devono essere per cosi' dire astratte e universali, ma riferite alle regole di condotta che sarebbe opportuno condividere nella realizzazione di quell'esperienza):
1. Proporre tre regole di condotta da adottare nei rapporti con tutte le persone.
2. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con gli animali.
3. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con le piante.
4. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con le cose.
5. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con la comunita' locale (i vicini, il paese...).
6. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con gli ospiti/clienti.
7. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con i fornitori/compratori di merci e servizi.
8. Proporre tre regole di condotta sintetiche generali nei rapporti tra l'esperienza comunitaria e l'esterno.
9. Proporre tre regole di condotta nel rapporto col denaro comune (ovvero: la cassa comune).
10. Proporre tre regole di condotta nel rapporto col lavoro condiviso.
11. Proporre tre regole di condotta nel rapporto con i servizi comuni necessari alla convivenza.
12. Proporre tre regole di condotta nel rapporto con lo studio.
13. Proporre tre regole di condotta sulle procedure e i poteri decisionali in casi di emergenza.
14. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con le istituzioni.
15. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con le famiglie (non solo quelle presenti nell'esperienza, ma anche quelle di provenienza ed in generale le reti di parentela).
*
Mi piacerebbe se tutte e tutti ci si ragionasse. E, se ci fosse il consenso di tutte e tutti, che su queste domande si sperimentasse la modalita' di riflessione comune descritta sopra. Il che ovviamente implica che lo stesso procedimento dal singolo alla coppia al quartetto eccetera si ripete ogni volta per ogni domanda; con l'esito di quindici interi e distinti percorsi decisionali, che naturalmente richiedono molto tempo. La pseudoscorciatoia di fare il confronto una sola volta per tutte e quindici le domande insieme vanificherebbe l'efficacia della proposta (ho voluto scriverlo per evitare che a qualcuno venisse la tentazione di "fare prima", mentre il gioco ha proprio la finalita' di "darci tempo").
Non ci dovrebbe essere bisogno di dirlo, ma e' meglio rendere esplicito l'ovvio anziche' lasciare non detto l'essenziale: il gioco va giocato "in presenza" delle persone, non "per corrispondenza": ovvero, la posta elettronica non consente la riflessione che qui si propone, poiche' elemento fondamentale e' che le persone siano faccia a faccia...
 
6. INCONTRI. SI E' SVOLTO GIOVEDI' 2 SETTEMBRE UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
 
Giovedi' 2 settembre 2010 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un incontro di studio sulla letteratura italiana dal Trecento al Settecento.
Proseguendo un percorso gia' iniziato nelle scorse settimane, sono stati esaminati autori ed opere fondamentali della letteratura italiana, da Dante, Petrarca e Boccaccio, fino a Metastasio, Vico, Beccaria, Goldoni, Parini, Alfieri, in una panoramica nel corso della quale sono state altresi' effettuate letture commentate di alcuni brevi testi poetici particolarmente rappresentativi degli autori e delle epoche loro.
 
7. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

8. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Sante Graciotti (a cura di), Dostoevskij nella coscienza d'oggi, Sansoni, Firenze 1981, pp. IV + 234.
- Sante Graciotti e Vittorio Strada (a cura di), Tolstoj oggi, Sansoni, Firenze 1980, pp. VIII + 400.
- George Steiner, Tolstoj o Dostoevskij, Garzanti, Milano 1995, pp. 360.
 
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
11. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 303 del 4 settembre 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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