Telegrammi. 278
- Subject: Telegrammi. 278
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 10 Aug 2010 00:51:36 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 278 del 10 agosto 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal
Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della
nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. Emily Dickinson: Forse di me non hanno bisogno
2. Paolo Arena e Marco
Graziotti intervistano Mauro Furlotti
3. Paolo Arena e Marco
Graziotti intervistano Daniele
Lugli
4. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
5.
"Azione nonviolenta"
6.
Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento
Nonviolento 8. Per saperne di piu'
1. MAESTRE. EMILY DICKINSON: FORSE DI ME NON HANNO BISOGNO
[Da Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005, p.
1369.
Emily Dickinson - poetessa imprescindibile
- visse ad Amherst, Massachusetts, tra il 1830 e il 1886; molte le edizioni
delle sue poesie disponibili in italiano con testo originale a fronte (tra cui
quella integrale, a cura di Marisa Bulgheroni: Emily Dickinson, Tutte le poesie,
Mondadori, Milano 1997, 2005; ma vorremmo segnalare anche almeno la fondamentale
antologia curata da Guido Errante: Emily Dickinson, Poesie, Mondadori, Milano
1956, poi Guanda, Parma 1975, e Bompiani, Milano 1978; e la vasta silloge dei
versi e dell'epistolario curata da Margherita Guidacci: Emily Dickinson, Poesie
e lettere, Sansoni, Firenze 1961, Bompiani, Milano 1993, 2000); per un
accostamento alla sua figura e alla sua opera: Barbara Lanati, Vita di Emily
Dickinson. L'alfabeto dell'estasi, Feltrinelli, Milano 1998, 2000; Marisa
Bulgheroni, Nei sobborghi di un segreto. Vita di Emily Dickinson, Mondadori,
Milano 2002] Forse di me non hanno bisogno -
o forse si' -
io lascero' il mio cuore giusto in vista -
puo' darsi che un sorriso modesto come il mio
sia proprio cio' che ci vuole per loro -
2.
LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO MAURO
FURLOTTI
[Ringraziamo Paolo
Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco
Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci
messo a disposizione questa intervista a Mauro Furlotti.
Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo. Per un profilo di Mauro Furlotti si veda la risposta alla penultima domanda di questa intervista]
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Come e' avvenuto il suo accostamento alla
nonviolenza?
- Mauro Furlotti: I miei contatti con la
nonviolenza hanno sempre vissuto fasi alterne. Ad ogni modo, sono entrato in
contatto con la nonviolenza attraverso la lettura di alcuni libri di Thoreau, di
Tolstoi e di Gandhi, e la frequentazione negli anni '90 di Ca' Morosini, una
comune agricola orientata all'autosufficenza (alimentare, energetica, ecc.) e
alla nonviolenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu'
per lei, e perche'?
- Mauro Furlotti: Un grande impulso all'approfondimento della nonviolenza mi e' pervenuto dalla conoscenza, e la frequentazione nel tempo, di Paride Allegri (ex partigiano e contadino ancora attivo nella provincia di Reggio Emilia), e le sperimentazioni di utopia concreta portate avanti a Ca' Morosini. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si
accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine
fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Mauro Furlotti: Non credo nel libro come strumento privilegiato di conoscenza, l'esempio del prossimo mi sembra, come capacita' d'insegnamento, uno strumento molto piu' potente. Libri che comunque consiglierei sono L'uomo che piantava gli alberi, e Lettera aperta ai contadini contro la guerra, entrambi di Jean Giono. Inoltre penso che in una biblioteca scolastica non dovrebbero mai mancare testi di Henry David Thoreau, Lev Tolstoi, Mohandas Gandhi, Petr Kropotkin, Ivan Illich, Camillo Berneri, Murray Bookchin. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in
Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con
piu' impegno?
- Mauro Furlotti: "Anarchici contro il muro" nello stato d'Israele, la resistenza dei Moove in Usa, e di popoli nativi come i Mapuche in Cile e Argentina e delle tribu' Papua in Papua Nuova Guinea. In Italia l'impegno della Rive (Rete italiana villaggi ecologici). *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un
impegno nonviolento?
- Mauro Furlotti: Nella difesa del territorio e della qualita' della vita di chi il territorio vive. * - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un
giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in
Italia?
- Mauro Furlotti: Ho sempre trovato molto
interessanti i campi del Mir, in generale ritengo molto istruttivi soggiorni
presso realta' di tipo comunitario.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue
caratteristiche fondamentali?
- Mauro Furlotti: La definirei con la frase:
"la mia liberta' finisce la' dove inizia quella degli altri".
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Mauro Furlotti: I rapporti tra due diversi
approcci filosofici sono sempre di influenza reciproca. In questo caso il mio
auspicio e' che attraverso una rinnovata influenza culturale della
nonviolenza, il movimento femminista riesca ha valorizzare la differenza di
genere, come gia' nei momenti di discussione piu' alti espressi dal "pensiero
della differenza".
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Mauro Furlotti: Trovo che esistano molti
contatti tra la nonviolenza e il pensiero ecologista. Probabilmente, dal punto
di vista storico, possiamo vedere la nonviolenza come la madre di ogni approccio
ecologista.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno
antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di
tutti gli esseri umani?
- Mauro Furlotti: Mi sembra che in questo
caso il legame sia costituito soltanto da un generico
"universalismo".
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta
antimafia? - Mauro Furlotti: La lotta alla mafia si
gioca tutta partendo da rinnovate relazioni basate almeno sul rispetto
reciproco.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento
dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
- Mauro Furlotti: Generalmente la dinamica
tra capitale e lavoro si e' giocata sui "rapporti di forza" esistenti in un
certo periodo storico, solo eccezionalmente sulla comprensione reciproca. In
questo senso possiamo forse citare il lavoro di Adriano Olivetti.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione
dei popoli oppressi?
- Mauro Furlotti: La nonviolenza e'
stata, storicamente, uno strumento privilegiato nella lotta di emancipazione dei
popoli, talvolta vincente. Attualmente non vedo in questo campo segnali
promettenti.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo, antimilitarismo e
disarmo?
- Mauro Furlotti: Vedo una radice comune,
diversamente declinata nell'ambito di un contesto specifico (la lotta alla
guerra) o generale (l'avversione per ogni forma di violenza).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla
salute e all'assistenza?
- Mauro Furlotti: In generale non credo
molto nei "diritti" tantomeno se universali, perche' nella maggioranza dei casi
essi individuano il superamento del disagio unicamente attraverso un intervento
esterno (dello stato, della sanita', della ricerca scientifica...), mentre
voglio sempre pensare, almeno inizialmente, che la soluzione dipenda da noi
stessi. In particolare la salute dipende al 99% da noi, dalla nostra presenza
nel corpo, dalle scelte alimentari e in generale di vita che quotidianamente
facciamo.
Mi sembra che interventi assistenziali utili possano essere visti eventualmente nell'ambito di affettuose relazioni interpersonali e non in quello dei diritti universali. In pratica credo che l'auto-responsabilizzazione, sia la principale fonte di sanita'. Analogamente mi sembra che ogni forma di delega ai sistemi assistenzialisti crei le premesse della malattia. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?
- Mauro Furlotti: Non ho esperienza diretta di "psicoterapie", ma m'immagino un approccio nonviolento al disagio psichico come il meno invasivo possibile. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?
- Mauro Furlotti: Ritengo che la necessita' dell'informazione sia un portato dei sistemi globalizzati e accentrati, come l'attuale. Al contrario nell'ambito di un sistema decentralizzato e maggiormente vissuto in una dimensione locale, le necessita' d'informazione professionale sono molto piu' limitate. * - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle
religioni? - Mauro Furlotti: Storicamente le religioni, soprattutto quelle monoteiste,
sono state tra le principali promotrici d'innumerevoli forme di violenza tra cui
la guerra. Mi sembra che solo il buddhismo, che infatti non e' propriamente
una religione, sia riuscito e riesca a praticare un approccio nonviolento alla
realta'.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione
sull'educazione?
- Mauro Furlotti: La nonviolenza rispetto ad una riflessione sull'educazione apporta un notevole contributo, istituendo una fondamentale consapevolezza dell'educatore, rispetto all'integrita' intangibile dell'educando. C'e' una frase, credo di Maria Montessori, che esprime molto chiaramente questo concetto: "aiutami a fare da solo", dove intanto la richiesta iniziale parte dall'educando, e lo scopo finale e' l'inutilita' dell'educatore. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione
sull'economia?
- Mauro Furlotti: Un'economia nonviolenta io me la immagino come un'economia di sussistenza locale, basata in massima parte sulla soddisfazione diretta dei propri bisogni attraverso l'autoproduzione. Mohandas Gandhi, la descrisse appropriatamente come una "economia di villaggio", imperniata su tecnologie appropriate, che generalmente sono quelle "intermedie", all'interno di una dimensione produttiva a carattere artigianale alimentata da risorse il piu' possibile locali. Un'economia della frugalita', che permetta la piena realizzazione umana sul piano relazionale, attraverso l'interazione dei corpi, delle menti, dei cuori e, per chi lo desidera, delle anime. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e
le leggi?
- Mauro Furlotti: In una realta' di nonviolenza diffusa non c'e' bisogno di leggi, e il diritto e' in massima parte consuetudinario. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e
sulla bioetica?
- Mauro Furlotti: Secondo me, la consapevolezza dell'intangibilita' fisica e morale della persona intesa come corpo, e come addensamento culturale di dignita' e di valori anche solamente individuali. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza
e la tecnologia?
- Mauro Furlotti: Che non esistono ne' una scienza, ne' una tecnologia neutrali. Che questi non sono che semplici strumenti che in un tutto sommato breve periodo storico hanno permesso un indiscusso progresso quantitativo nelle attivita' umane e che, probabilmente, si sta esaurendo il margine positivo, in termini di potenziale liberatorio oggettivo, apportato al genere umano dallo sviluppo delle scienze e dalle relative applicazioni tecnologiche. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e
alla pratica storiografica?
- Mauro Furlotti: La consapevolezza, qualora ce ne fosse bisogno, dei soprusi inenarrabili subiti dai popoli nativi. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande
importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?
- Mauro Furlotti: Il metodo del consenso, secondo me, si caratterizza per l'abbandono delle gerarchie, della velocita' di decisione, a vantaggio della condivisione della decisione, attraverso la lentezza e l'ascolto. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione
e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?
- Mauro Furlotti: La tecnica che ritengo piu' importante nella ricerca del consenso all'interno di un gruppo, e' l'espressione circolare senza interruzioni, che favorisce e valorizza l'intensita' dell'ascolto e le capacita' di sintesi, stemperando le forme di espressione piu' aggressive o ipocrite. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?
- Mauro Furlotti: Massima attenzione all'altro. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione
nonviolenta? - Mauro Furlotti: Massima attenzione all'altro in ambito sociale. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le
sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la
nonviolenza?
- Mauro Furlotti: Ritengo che la nonviolenza possa essere efficacemente promossa e agita, soprattutto attraverso l'esempio personale e attraverso la parola. L'eccessiva massificazione dei messaggi garantita da media quantitativamente sempre piu' potenti, mi sembra che inibisca una comunicazione sufficientemente profonda in grado di comunicare la nonviolenza. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le
sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la
nonviolenza?
- Mauro Furlotti: Non conosco che superficialmente l'ambito universitario e comunque non sono a conoscenza d'iniziative meritevoli in questo senso. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente
un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche'
accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e
l'efficacia della loro azione?
- Mauro Furlotti: Direi che e' proprio cosi'. Credo che a livello nazionale dipenda dall'esaurirsi di un ciclo storico di lotte sociali legate al '900, e all'incertezza di un nuovo modo di concepire la partecipazione politica che ancora stenta ad affermarsi. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori
forme di coordinamento? E se si', come? E dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con
quali caratteristiche?
- Mauro Furlotti: Non credo siano queste le attuali priorita' del movimento nonviolento. Prima sarebbe necessario creare una nuova "politica come servizio comunitario". *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?
- Mauro Furlotti: Tutti quelli che possono scaturire dalla comprensione e dal rispetto reciproco; dall'equilibrio tra obiettivo concreto a breve termine e ideale, magari utopico, piu' alto. Un esempio in questo senso potrebbe essere rappresentato dal "comitato contro l'aereoporto di Viterbo, per la riduzione del traffico aereo". *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?
- Mauro Furlotti: Quelli strettamente necessari ad operare legalmente nella sfera pubblica. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e cultura: quali rapporti?
- Mauro Furlotti: Non credo che l'ambito "intellettuale" debba essere l'ambito privilegiato d'intervento della nonviolenza. Credo piuttosto nella naturale permeabilita' delle persone semplici ai principi nonviolenti. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?
- Mauro Furlotti: Al momento vedo possibili solo rapporti strumentali contingenti. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali
rapporti?
- Mauro Furlotti: La logica sindacale non mi e' mai appartenuta, trovo
che sia assolutamente deresponsabilizzante rispetto ai lavoratori. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali
rapporti?
- Mauro Furlotti: Concepisco la socializzazione come un fatto eminentemente spontaneo e possibilmente non-mediato. Mi sembra prioritario lavorare per ripristinare le condizioni almeno urbanistiche alla socializzazione, per esempio istituendo isole pedonali in ogni comune. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?
- Mauro Furlotti: Mi sembra che "arte" sia ogni cosa purche' fatta con passione, quindi intrinsecamente nonviolenta. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come
concretamente nella sua esperienza essa si e' data?
- Mauro Furlotti: L'amicizia e' forse la relazione umana in cui la nonviolenza si instaura naturalmente, spontaneamente, oserei dire automaticamente. L'utopia nonviolenta potrebbe essere definita come un'amicizia estesa a tutti i viventi. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale
relazione e quali implicazioni?
- Mauro Furlotti: Una risposta sufficentemente sintetica mi e' impossibile. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e politica: quale relazione?
- Mauro Furlotti: Molto difficili. Dovremmo prima trasformare la politica da "esercizio del potere", in "servizio comunitario". Gia' la cristallizzazione nel tempo di una leadership, mi sembra, in termini nonviolenti, discutibile. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?
- Mauro Furlotti: Attualmente la vita quotidiana e' per la nonviolenza, quello che la scacchiera e' per il gioco degli scacchi. Intendendo pero' per quotidianita' anche per esempio politica locale di prossimita'. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale
relazione?
- Mauro Furlotti: La cura del territorio in cui si vive dovrebbe essere parte integrante di quella quotidianita' in cui agire la nonviolenza. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale
relazione?
- Mauro Furlotti: La cura delle persone con cui si vive dovrebbe essere parte integrante di quella quotidianita' in cui agire la nonviolenza. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?
- Mauro Furlotti: La nonviolenza rispetto alla morte credo che significhi soprattutto accettazione e accoglienza di questo momento, come parte integrante, anche se terminale, della vita, da riempire il piu' possibile di consapevolezza. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali le maggiori esperienze storiche della
nonviolenza? - Mauro Furlotti: Senza dubbio l'opposizione al dominio coloniale inglese portata avanti da Mohandas Gandhi. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?
- Mauro Furlotti: A parte la fitta rete di realta' (villaggi, comuni, progetti produttivi e altro) attive in India a vari livelli, non sono a conoscenza di iniziative, in altri paesi, ispirate ai principi della nonviolenza. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?
- Mauro Furlotti: Direi travolto dal rampantismo dilagante, anche se sotto la brace mediatica cova una insoddisfazione che presto tornera' ad esprimersi, forse proprio attraverso le forme e i contenuti della nonviolenza. E' un augurio. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani
e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?
- Mauro Furlotti: Non la giudico una questione prioritaria. *
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa
della nonviolenza oggi in Italia?
- Mauro Furlotti: Direi che la nonviolenza e' comunemente percepita come un'utopia per anime belle di difficile praticabilita'. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte
dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della
nonviolenza?
- Mauro Furlotti: Buon esempio e comunicazione diretta. "Massificare" oltre una certa soglia un concetto cosi' profondo come la nonviolenza senza distorcerlo, mi sembra praticamente impossibile. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e intercultura: quale relazione?
- Mauro Furlotti: In questo senso mi sembra esemplare il fatto che un indiano del Gujarat, devoto induista come Mohandas Gandhi, abbia tratto ispirazione da un libertario laico americano come Henry David Thoreau e da un patriarca profondamente russo come Lev Tolstoi. A parte alcuni violenti fondamentalismi, l'intercultura e' gia' una realta'. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?
- Mauro Furlotti: Applicare la nonviolenza a se stessi e' un buon metodo per conoscersi piu' a fondo. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?
- Mauro Furlotti: Direi che la nonviolenza e' una scienza umana. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e
semiotica): quale relazione?
- Mauro Furlotti: Considero il linguaggio il principali strumento di espressione di una sensibilita' nonviolenta. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e stili di vita: quale relazione? - Mauro Furlotti: E' nell'aderenza tra "parole e opere" che si puo' dare quella radicalita' nonviolenta di cui oggi c'e' bisogno. La sobrieta' degli stili di vita rappresenta la base necessaria per qualsiasi successiva enunciazione in direzione della nonviolenza. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali
implicazioni e conseguenze?
- Mauro Furlotti: Lo sviluppo abnorme del modo di produzione industriale e', secondo me, il responsabile di molte delle tante degenerazioni alle quali possiamo assistere al giorno d'oggi. Sia in termini materiali (esaurimento delle risorse e produzione di rifiuti), che sociali (erosione delle liberta', accentramento del potere). In questo senso la sensibilita' nonviolenta andrebbe declinata nell'ambito di modalita' produttive in buona parte artigianali, decentrate e cooperative, imperniate su quelle "tecnologie appropriate" che caso per caso permettano il miglior rapporto tra l'imput di energia e materie prime, e output di beni utili, durevoli e gestibili a livello locale per il loro intero ciclo di vita. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la
"madre terra": quali implicazioni e conseguenze?
- Mauro Furlotti: Ritengo che dopo la sbornia scientista del secolo scorso, culminata negli anni '60, quando volevano farci credere che, dopo la luna, avremmo colonizzato intere galassie, un ritorno alla nostra "vera" dimensione, quella naturale all'interno della biosfera, sia assolutamente improcrastinabile, sia in termini materiali (sostenibilita' ambientale), che rispetto ad un immaginario sociale sentimentalmente e spiritualmente appagante. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita
comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?
- Mauro Furlotti: Una sorta d'individualismo consumista e anonimo e' quanto ci viene spacciato dalla cultura dominante come successo, liberazione, affermazione. Non mi sembra che in fondo a quel percorso ci sia la felicita' o almeno un po' di soddisfazione. Puntare su se stessi con gli altri, chiamiamola "scelta comunitaria", individua un percorso altro, sicuramente difficile ma, con un approccio nonviolento e il metodo del consenso, alla fine, spero, neanche cosi' tanto. Provare per credere! * - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio
responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni
e conseguenze?
- Mauro Furlotti: Come sopra: le
implicazioni sono che forse soltanto collettivamente possiamo essere giusti,
responsabili e misericordiosi, da soli e' quasi impossibile non essere
risucchiati all'interno di contingenze alquanto ingiuste, irresponsabili ed
egoistiche. Le conseguenze di una giustizia, una responsabilita' e una
misericordia collettiva? Impegnarsi in una relazione dinamica e mai scontata di
condivisione con il "prossimo"!
* - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali
implicazioni e conseguenze?
- Mauro Furlotti: La coscienza di un limite
materiale alle attivita' umane, o meglio alle attivita' industriali, dovrebbe
orientare sia l'azione politica locale, che tutta una serie di scelte come
produttori (nel nostro lavoro) e come consumatori. Personalmente preferisco il
termine "decrescita" rispetto a quello, credo piu' usato in ambito nonviolento,
di "sobrieta'". Esiste un limite biologico e culturale, rispeto ai
temi della bio-etica. Rispetto alla manipolazione genetica del vivente. E
il limite puo' rappresentare un punto di non ritorno. Quando una specie
scompare, e' perduta per sempre.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza come cammino: in quale direzione?
- Mauro Furlotti: Nella direzione delle
persone. Per esempio, se il "metodo del consenso" venisse adottato come
strumento decisionale in luoghi di lavoro, relazioni associative, riunioni di
condominio, ecc., significherebbe che la nonviolenza agisce.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?
- Mauro Furlotti: E' un ottimo strumento per
comunicare, certamente fino ad un certo livello. Dal punto di vista pratico,
reputo importante l'uso e la promozione del software libero, il riuso e il
riciclo dell'hardware, gli accorgimenti per il risparmio energetico.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici,
esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la
conoscesse affatto?
- Mauro Furlotti: Sono nato e cresciuto a
Roma nel quartiere di Montesacro. Ho frequentato il liceo scientifico nella
seconda meta' degli anni '70 e successivamente corsi serali di elettrotecnica.
Da anni lavoro nella promozione di sistemi idrici ed energetici sostenibili
basati su fonti rinnovabili e sul risparmio. Socio di due cooperative di finanza
etica: Mag6 (Reggio Emilia) e Mag Roma. Di recente compartecipe di un progetto
di lavoro e convivenza comunitaria nella provincia di Viterbo.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?
- Mauro Furlotti: Un ringraziamento a
Paolo Arena e Marco Graziotti per l'opportunita' di ragionare ed esprimersi su
temi di questa portata. 3.
LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO DANIELE
LUGLI
[Ringraziamo Paolo
Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco
Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci
messo a disposizione questa intervista a Daniele Lugli.
Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo. Daniele Lugli e' il presidente nazionale del Movimento Nonviolento; nato a Suzzara (Mn) nel 1941, risiede a Ferrara; laureato in giurisprudenza, opera in associazioni senza fini di lucro e si occupa in particolare di questioni inerenti i diritti umani, la pace, la trasformazione dei conflitti, la partecipazione e l'ambiente; e' Difensore civico della Regione Emilia Romagna. Figura storica della nonviolenza, unisce a una lunga e limpida esperienza di impegno sociale e politico anche una profonda e sottile competenza in ambito giuridico ed amministrativo, ed e' persona di squisita gentilezza e saggezza grande. Si veda anche la risposta all'ultima domanda di questa intervista]
-
Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla
nonviolenza? -
Daniele Lugli: Studente liceale, seconda meta’ degli anni ’50, tra gli autori
che leggevo su "Il ponte" mi colpi’ tra gli altri Aldo Capitini. Ne lessi le
opere che ho potuto procurarmi. Me ne parlo’ anche il padre di un mio compagno
di scuola, il professor Claudio Varese, studente alla Normale di Pisa quando
Capitini ne era segretario. Dopo la prima Marcia Perugia Assisi, alla quale non
potei partecipare, mi recai a Perugia con amici ferraresi per incontrare
Capitini. L’incontro fu determinante per me e per i miei
amici. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di
piu' per lei, e perche'? -
Daniele Lugli: Indubbiamente Aldo Capitini, e con lui, e grazie a lui, Piero
Pinna, Giuseppe Ganduscio, Danilo Dolci, Franco Fornari, Giuseppe Gozzini,
Alberto L’Abate, Giuliano Pontara, conosciuti personalmente nei primi anni ’60 e
poi, per incontri o letture, Balducci, La Pira, don Milani, Ceresole, Balboni.
Importante e' stato leggere Gandhi,
ma anche Russell. Mi limito a questi incontrati prima dei 25 anni. Debbo
aggiungere Alex Langer, anche se la conoscenza della sua opera e' di poco
successiva. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che
si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal
fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e
scolastica? -
Daniele Lugli: Per iniziare consiglierei una vecchia antologia, ormai esaurita,
ma qualche copia e' ancora reperibile presso il Movimento Nonviolento, Il
messaggio di Aldo Capitini, a cura di Cacioppo, e la raccolta di scritti
gandhiani Teoria e pratica della nonviolenza, con una splendida introduzione di
Pontara, del quale indicherei anche, almeno, L’antibarbarie. Per i libri da
collocare in biblioteca sono certo di concordare con le indicazioni che vorra'
dare Peppe Sini. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un
impegno nonviolento? -
Daniele Lugli: A tutto campo. Non c’e’ ambito nel quale questo impegno non
appaia necessario e urgente. Proprio Pontara, cosi’ attento anche per abito
professionale al corretto uso dei termini, ha parlato del risorgere di una
mentalita' nazista. E si era in un momento in cui grandi speranze si erano
diffuse dopo la caduta del muro di Berlino e dei regimi cosiddetti comunisti.
Oggi queste tendenze sono pienamente dispiegate e si fatica a dare una risposta
adeguata culturalmente, socialmente, politicamente. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a
un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi
in Italia? -
Daniele Lugli: Non siamo fortunatamente i soli, ma credo che l’impegno di un
giovane nel Movimento Nonviolento farebbe bene a lui, e al Movimento. La rivista
"Azione nonviolenta" e il sito www.nonviolenti.org gli
consentirebbero di orientarsi nelle campagne e iniziative caratterizzate dalla
nonviolenza. Un aggiornamento quotidiano gli verrebbe dal notiziario on line del
Centro di ricerca per la pace di Viterbo. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue
caratteristiche fondamentali? - Daniele Lugli: Tra le molte possibili resto legato a quella che piaceva a Capitini: Apertura (chi ci riesce puo’ aggiungere appassionata) all’esistenza, alla liberta’, allo sviluppo del vivente. In ogni occasione promuovere questa apertura, individualmente e collettivamente, rappresenta l’aggiunta nonviolenta. E’ caratterizzata dall’attenzione alle conseguenze dell’azione e dell’omissione perche’ consapevole della possibilita’ di sbagliare. A taluno non piace la dizione nonviolenza che suona come negativa. Si avanzano proposte alternative come amore, convivialita’ delle differenze e simili. A me piace perche' ricorda la necessita' di un’azione incessante per limare, diminuire la violenza che ci circonda, e che da questa azione scaturiscono possibilita' prima non viste. Come e’ stato detto, il comandamento di non uccidere e' stato frainteso: lo si e' creduto una proibizione invece e’ una scoperta. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e
femminismo? -
Daniele Lugli: In tempi in cui non era un’affermazione consueta Capitini amava
dire che una civilta’ si misura sulla posizione che vi hanno le donne. E per
indicare la qualita’ del rapporto nonviolento diceva “essere l’uno madre
all’altro”. In ogni caso il solo movimento di liberazione che io ho visto
raggiungere concreti risultati, anche se sempre messi in discussione, e’ quello
delle donne. Il conflitto agito nei diversi ambiti ha saputo evitare le
suggestioni della violenza e raggiungere importanti obiettivi, che hanno reso
migliore la condizione delle donne ed aperto la strada ad un rapporto migliore
anche per gli uomini. E’ il piu’ importante successo della nonviolenza, almeno
stando alla mia esperienza. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia? - Daniele Lugli: C’e’ il rispetto profondo per la natura. Ricordo quando Capitini parlando di san Francesco ci diceva della raccomandazione affinche’ anche nell’orto attentamente coltivato una parte venisse lasciata incolta, perche’ la natura avesse il suo sfogo. Veramente tuo e' solo il fiore che non cogli, diceva. L’attitudine francescana cosi’ presente in Capitini non richiede ulteriori illustrazioni. Questo non l’ha mai portato a pensare a una sorta di superiorita’ della natura, come mi pare accada in certa ecologia profonda. Sottolineava che l’acqua scorre indifferente sulla pietra come sul volto della bambina annegata. E ancora: mi vengono a dire che il pesce grande mangia il pesce piccolo, ma io non sono d’accordo! La sobrieta’ in ogni aspetto del vivere, individuale e collettivo, e’ costitutiva della nonviolenza. In spazio e tempi che si sono fatti tali da non potere spostare altrove e su future generazioni, come si continua a cercare di fare, le conseguenze del nostro dissennato consumismo, questa scelta diviene una necessita’. E’ sotto gli occhi di chi non li chiude la sorte tragica di questa civilta' pompeiana, come la chiamava Capitini. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno
antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di
tutti gli esseri umani? -
Daniele Lugli: Il rapporto e’ molto stretto. Lo e’ stato, e lo e’, nelle lotte
che sono la storia e il presente della nonviolenza. E’ al centro della
riflessione del prossimo congresso del Movimento Nonviolento, a fine ottobre a
Brescia: La nonviolenza per la citta' aperta. Lo stiamo preparando a partire da
una riflessione collettiva sul "Tentativo di decalogo per la convivenza
interetnica" di Alex Langer. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta
antimafia? -
Daniele Lugli: L’aggiunta nonviolenta alla pratica della legalita’, alla rottura
dell’omerta’ e delle connessioni tra criminalita’ e i poteri economici e
politici, e’ necessaria alla lotta contro le mafie. Vi sono esperienze
significative al riguardo, note e meno note. Dalle lotte condotte gia’ negli
anni ’50 da Danilo Dolci alle tante espressioni attuali di chiara impronta
nonviolenta. Penso, per riferirmi almeno a due importanti esperienze, a Libera e
all’Alleanza per la Locride e la Calabria. I lavori di una commissione
congressuale saranno dedicati proprio a questo tema. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del
movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed
oppresse? -
Daniele Lugli: Le migliori e piu’ efficaci lotte del movimento operaio, a
partire dagli scioperi, si sono tenute lontane dalla violenza. Chi ha imboccato
un’apparente scorciatoia ha procurato, e procura, guai seri a se’ e al
movimento. Nel nostro Paese e’ evidente l’attacco ai diritti ed alle condizioni
di vita dei lavoratori condotto da padronato e Governo. Il Movimento
Nonviolento, che non ama forme di collateralismo politico e sindacale, ha
ritenuto necessario aderire allo sciopero indetto dalla Cgil il 25 giugno
scorso. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di
liberazione dei popoli oppressi? -
Daniele Lugli: La pratica delle nonviolenza farebbe bene alle lotte di
liberazione di popoli piu' sfortunati del nostro. Purtroppo non abbiamo molto da
insegnare in questo campo. Sapessimo fare di meglio ci saremmo liberati da
questo governo e da una casta politica scadente e pericolosa. Possiamo pero’
cercare di trasmettere le cose migliori, che abbiamo appreso e praticato, aperti
a collaborare a processi di liberazione che sempre piu’ non rispettano i confini
degli Stati. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e
pacifismo? - Daniele Lugli: La nonviolenza, praticata e pensata, e’ costruttiva della pace, che non e’ la pace dei cimiteri. Insegna a condurre i conflitti, inevitabili e necessari, con metodi costruttivi. Mira ad affrontare alle radici le cause della guerra in tutte le sue forme. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e
antimilitarismo? -
Daniele Lugli: La nostra Costituzione nel ripudiare la guerra, la nascita delle
Nazioni Unite per evitare “il flagello della guerra”, la Carta dell’ Onu, che al capo VII prevede una forza di
polizia internazionale, indicano come necessario il superamento di eserciti e
militarismo. Con la caduta del muro di Berlino si era aperta una possibilita' in
questa direzione. Sappiamo com’e’ andata. Non vi e' alcun serio impegno, in
campo continentale e mondiale, per costruire alternative credibili agli eserciti
e alle armi. Lo stesso Servizio civile nel nostro paese, che conservava un
ricordo delle sue origini legate all’obiezione di coscienza, e'
praticamente annullato, per risorse e ispirazione. Il Movimento Nonviolento al
tema ha dedicato e dedica tutta la possibile attenzione. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e
disarmo? - Daniele Lugli: La nonviolenza vuole disarmo generalizzato e messa al bando delle armi. Queste andrebbero vietate ben piu’ delle sostanze stupefacenti, come nota Luigi Ferrajoli. Sono destinate a uccidere: sono beni illeciti. Criminali sono produzione, commercio, detenzione, uso. Se l’acqua e' giustamente indicata come un bene comune, le armi dovrebbero essere considerate mali comuni. Da loro pero’ non deriva neppure mezzo gaudio alla generalita’ della popolazione, molti vantaggi invece per i criminali. Il traffico delle armi e' al primo posto per profitti della criminalita' internazionale, mentre la tratta degli esseri umani, per ogni forma di sfruttamento, ha superato, in questa edificante graduatoria, la droga. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione
filosofica? - Daniele Lugli: Non so rispondere a questa domanda se non dicendo cosa ha apportato a me il pensiero della nonviolenza nelle mie disordinate e superficiali letture filosofiche. Da Capitini ho tratto lo stimolo a pensare un possibile “oltre” l’approccio illuminista e storicista, al quale resto sostanzialmente fedele. In ogni lettura mi avviene di ritrovare stimoli ad un dialogo con quanto mi suggerisce Capitini, si tratti di Pontara o di Muller, che alla nonviolenza piu' esplicitamente si richiamano, delle dilette Arendt e Weil, degli amati francofortesi, di Kant, Hegel e Marx, per non dire di Leopardi e Michelstaedter. Ma potrei dire che mi succede un po’ con tutti gli autori. Sull’apporto specifico del pensiero nonviolento alla filosofia non posso che rimandare a Bobbio e Pontara. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e
sulle religioni? -
Daniele Lugli: La non accettazione della morte, l’amore non vitalistico per la
vita, la fiducia che cio’ che e’ stato vivo lo resti (in una misteriosa
compresenza), il rifiuto dell’idolatria, delle chiese infallibili (del Vaticano
di Mosca e del Cremlino di Roma, come un tempo si diceva da parte di pochi). A
me, che avevo abbandonato (ne' mai ripreso) fede e pratica cattolica, ha
insegnato il rispetto e l’attenzione per il pensiero, le opere, la vita di
persone che, nell’esperienza religiosa, realizzano una straordinaria capacita'
di apertura, comprensione, amore. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione
sull'educazione? - Daniele Lugli: Il Capitini, che ho avuto la fortuna di conoscere, era uno straordinario e appassionato educatore. Anche nella mia personale esperienza ho provato, in modi certamente inadeguati, la tensione verso l’educazione profetica di matrice capitiniana. Ricordo anche, accanto a Capitini, Borghi, l’esperienza di Scuola e citta', don Milani e Mario Lodi e, non ultimo, Danilo Dolci. Vi e' una ricchezza di esperienze, italiane e mondiali, che non provo neanche a riassumere. Rispetto all’organizzazione dell’attivita’ educativa la trascuratezza del potere rispetto al funzionamento della scuola pubblica si sta sviluppando in una vera e propria azione demolitoria. E’ un terreno sul quale le amiche e gli amici della nonviolenza sono particolarmente chiamati ad intervenire. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla
scienza e la tecnologia? - Daniele Lugli: La nonviolenza e’, lo dicevo prima, contro ogni forma di idolatria e ogni pretesa di onnipotenza: e’ per l’omnicrazia, per il potere di tutti e di ciascuno. L’atteggiamento scientifico e’ particolarmente benvenuto. La ricerca di una maggior conoscenza porta a formulare ipotesi sottoposte a continua revisione e superamento. E’ attenta alla conseguenze delle applicazioni tecnologiche. Non ne sottovaluta vantaggi e svantaggi. Il principio di precauzione, ad esempio, e' nonviolento e scientifico assieme. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione
storica e alla pratica storiografica? -
Daniele Lugli: Uno sguardo che vada oltre la superficie e i luoghi comuni.
Esaminiamo pure l’abusata espressione della violenza come levatrice della
storia. Ma e’ la levatrice che partorisce, che ha portato in grembo, che ha
fecondato? Assiste e si sforza di farlo, con il massimo di capacita' e cura e il
minimo di afflizione di dolore, attenta ai mezzi impiegati perche’ il parto
riesca bene. Operasse diversamente grideremmo alla mala sanita’. Nei momenti di
grande cambiamento e crisi e’ meglio che sia la nonviolenza ad assisterci. Vi
sono storici (e storiche come Anna Bravo) che sanno vedere la nonviolenza
all’opera nei processi di liberazione. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla
nonviolenza? -
Daniele Lugli: Una volonta’ di cambiare se’ stessi e la realta’ che ci circonda
sentendone l’intollerabile inadeguatezza e assieme il carattere regressivo di
ogni soluzione basata sulla violenza. Le occasioni e le modalita' possono essere
le piu’ diverse: la nonviolenza e’ pianta di molte radici e molti rami (e
frutti). Io ricordo come importanti per me campi di lavoro e studio, piccole
azioni per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza, letture e incontri con
persone notevolissime. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione
nonviolenta? -
Daniele Lugli: E’ addestramento a un’opera d’arte, come l’hanno raccontato i
ragazzi di Barbiana: “Cosi’ abbiamo capito cos’e’ l’arte. E’ voler male a
qualcuno o a qualche cosa. Ripensarci sopra a lungo. Farsi aiutare dagli amici
in un paziente lavoro di squadra. Pian piano viene fuori quello che di vero c’e’
sotto l’odio. Nasce l’opera d’arte: una mano tesa al nemico perche’
cambi”. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze
editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a
promuovere la nonviolenza? - Daniele Lugli: Sono pochi e deboli. Io resto affezionato particolarmente ad "Azione nonviolenta" che ho visto nascere. Peppe Sini in particolare ha posto all’attenzione questo tema. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario
le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere
la nonviolenza? -
Daniele Lugli: Ce ne sono varie, che in vario modo contribuiscono. Mi vengono in
mente corsi universitari a Firenze, Padova, Pisa. In tempi passati anche a
Ferrara. Restano legati spesso alla sensibilita’ di singoli professori. Cosi’
anche negli istituti scolastici. Mi e' sembrato di aver partecipato a
qualche buona esperienza. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori
forme di coordinamento? E se si', come? -
Daniele Lugli: Si’ certamente. Come non saprei. L’avrei proposto almeno al
Movimento del quale ho la responsabilita' da troppi anni. Quello che facciamo
noi come Movimento Nonviolento e’ di invitare alle nostre iniziative, compreso
il Congresso, quanti si considerano amici della nonviolenza. Partecipano ai
lavori, alla preparazione dei documenti, non alle decisioni sul programma e
sulle responsabilita', che spettano agli iscritti. Una prassi simile da parte
delle altre organizzazioni credo aiuterebbe azioni comuni e un vero
coordinamento. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali
rapporti? -
Daniele Lugli: Un tentativo importante in questa direzione e’ rappresentato
dall’esperienza della Rete Lilliput. Come Movimento, e personalmente, abbiamo
dato il contributo che ci e’ stato possibile. Resta la convinzione che non tutte
le potenzialita’ si siano espresse, che ci siano state forzature ed ingenuita’.
Cose buone sono state fatte e si fanno. Penso alla campagna per l’acqua bene
comune, ad esempio. * - Paolo
Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati
biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che
non la conoscesse affatto? - Daniele Lugli: nato nel ’41. Attratto dalla politica da molto giovane, gia’ alle elezioni del ’53, della legge truffa (un maggioritario meno pasticcione di quello in vigore). Simpatizzante di Unita’ Popolare, poi aderente al Psi, per uscirne al momento dell’unificazione col Psdi. Nel Psiup fino allo scioglimento. Quindi Pdup, Dp... Tutte sigle che credo dicano poco ai giovani. Abbandono della politica di partito dal ’78. Una candidatura come indipendente da parte dei Verdi nel ’92. Nessuna tessera di partito. Adesione al Movimento Nonviolento, al quale partecipo, con differente impegno, dalla fondazione. Ne sono il rappresentante legale dal ’97. Ho fatto l’insegnante, l’amministratore locale, il sindacalista, il responsabile di associazioni culturali ed ambientaliste, il portavoce del Terzo Settore della provincia di Ferrara, dove abito. Sono avvocato, ma la mia attivita' prevalente e' stata di funzionario pubblico. Ora sono
Difensore civico della Regione Emilia Romagna. Attivita' che mi impegna e mi
piace perche’ mira a rendere migliore il rapporto tra cittadini, amministrazioni
e servizi pubblici. Di solito, diceva Capitini, gli uffici ti mandano da Erode a
Pilato. E la situazione non e' molto migliorata. Sono
nonno e, visti i risultati della mia generazione, faccio voti che riescano
meglio i nipoti. 4. APPELLI.
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 5.
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'".
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Karl Marx, Opere filosofiche giovanili, Editori Riuniti, Roma 1950, 1981,
pp. 286.
- Friedrich Engels, Karl Marx, La sacra famiglia, Editori Riuniti, Roma
1967, 1979, pp. LXXII + 376.
- Karl Marx, Friedrich Engels, L'ideologia tedesca, Editori Riuniti, Roma
1958, 1979, pp. XCII + 552.
- Friedrich Engels, Antiduehring, Editori Riuniti, Roma 1950, 1971, pp. XL
+ 352.
- Antonio Labriola, Saggi sul materialismo storico, Editori Riuniti, Roma
1964, 1977, pp. 528.
- Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976, pp.
708.
*
Riedizioni
- Coimbatore Krishnarao Prahalad, La fortuna alla base della piramide, Il
Mulino, Bologna 2007, Il sole 24 ore, Milano 2010, pp. 288, euro 12,90.
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 278 del 10 agosto 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
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