Telegrammi. 259
- Subject: Telegrammi. 259
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 22 Jul 2010 01:19:45 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 259 del 22 luglio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche
della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. Mao Valpiana: Suor
Gervasia
2. Mao Valpiana intervista suor Gervasia Asioli (2001) 3. Peppe Sini: Per suor Gervasia 4. Mario Martini: Per conoscere Capitini 5. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
6.
"Azione nonviolenta"
7.
Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento
Nonviolento 9. Per saperne di piu'
1. LUTTI. MAO VALPIANA: SUOR GERVASIA [Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: azionenonviolenta at sis.it) per questo ricordo di suor Gervasia Asioli. Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
Verona, 21 luglio 2010. Si sono
celebrati oggi a Verona i funerali di suor Gervasia, morta a 93 anni, sorella di
tutti i carcerati e amica della nonviolenza. Gervasia Asioli, classe 1917. Suora orsolina, delle Figlie di Maria Immacolata, si e' sempre occupata degli ultimi, barboni, detenuti, emarginati. Instancabile nel suo agire, era sempre presente dove c’era bisogno. Per tutti era “la suora dei detenuti”, prima nel carcere di Verona e poi a Rebibbia. Era attenta ai problemi materiali, spirituali, ma
anche alle soluzioni istituzionali e politiche. Non aveva paura di rompere gli
schemi, e non aveva nessun pregiudizio. L’ho incontrata agli inizi degli anni
Settanta; si e' avvicinata lei, attirata dalle nostre iniziative a favore
degli obiettori detenuti nel carcere di Peschiera. Stava nascendo il primo
gruppo nonviolento veronese; avevamo appena preso in affitto la prima sede, uno
scantinato di via Filippini, umido e desolatamente vuoto. Un giorno mi telefona
a casa suor Gervasia; dice di andare nel suo Istituto con qualche altro amico
del gruppo nonviolento, ma dopo le nove di sera, non suonare il campanello, ma
bussare. Non capisco bene il messaggio,
ma eseguo. Viene lei ad aprire, con aria circospetta ed una torcia in mano.
Percorriamo in silenzio il lungo corridoio della Casa Madre, e poi giu' nel
refettorio. “Ecco, Mao, prendi questa tavola, alle suore non serve, e poi non se
ne accorgeranno, a voi invece sara' utile per la nuova sede dei nonviolenti...”.
Nella notte portammo a piedi il pesante regalo di suor Gervasia dall’Istituto
delle Orsoline alla sede del Movimento Nonviolento. Se e' stato un
peccato, e' gia' stato perdonato. Se e' stato un furto, e' andato
in prescrizione. Oggi ho raccontato questo piccolo segreto alle consorelle di
suor Gervasia, che l’hanno ascoltato divertite, ricordando la risata disarmante
che faceva Gervasia quando loro cercavano inutilmente di opporsi alle follie che
lei compiva per amore del prossimo. Il lungo tavolo di legno, oggi restaurato, e' ancora al centro della sala riunioni della Casa per la Nonviolenza. E’ il testimone della nostra amicizia con suor Gervasia.
2. MEMORIA. MAO VALPIANA INTERVISTA SUOR GERVASIA ASIOLI (2001) [La
seguente intervista e' stata pubblicata nel fascicolo di marzo 2001 di "Azione
nonviolenta" col titolo "Gervasia, la piccola
suora che
vuole tutti i detenuti in Paradiso
- Mao Valpiana: Suor Gervasia, sei sempre uguale... anzi, mi sembri ancora piu' matta... - Suor Gervasia Asioli: Tasi, te do' un sciafon sul muso, seto?! (Taci, ti do' uno schiaffo in faccia, sai?) Mi prendi in giro perche' sono vecchia, ma io non ce la faccio piu' a correre come prima. * Fa finta di essere burbera, ma la voglia di scherzare non l’ha mai abbandonata. Ancor oggi si reca ogni giorno a Rebibbia. Lo fa dal 1983. Prende tre mezzi pubblici, metro e autobus e poi fa un pezzo di strada a piedi o in autostop. - Suor Gervasia Asioli: Trovo sempre chi mi da' un passaggio, avvocati o giudici, o parenti di detenuti, arabi, mussulmani. E’ cosi' che ho fatto amicizia anche con l’Imam di Roma che mi ha invitato a visitare la Mosche dei Pratifiscali. Ci sono andata e sono rimasta incantata. C’erano tanti uomini che pregavano e anche sei, sette donne velate. Mi sono tolta le scarpe e mi sono inchinata con loro. Quel giorno l’Imam non c’era, cosi' al suo vice ho detto: che peccato, l’Imam ha perso l’occasione per convertirmi... peggio per lui, ma meglio per me! e giu', una bella risata. * - Mao Valpiana: Torniamo ai tuoi amici detenuti... - Suor Gervasia Asioli: Adesso vado nel nuovo complesso di Rebibbia, al settore G 8, dove ci sono gli omosessuali e i travestiti. Sono i miei prediletti. Mi piace sedermi in mezzo a queste belle donne dalle forme prosperose. Quando arrivo mi abbracciano, mi baciano e mi lasciano lo stampo del rossetto. Sono simpaticissimi. Con loro cantiamo le canzoni latinoamericane, preghiamo, ognuno nella sua lingua, tanto il Signore capisce tutto. Dalla mia borsa tiro fuori cio' che mi avevano chiesto, sigarette, cartoline, buste affrancate (quante me ne chiedono, e io resto su la notte a preparargliele e porto loro anche santini e medagliette della Madonna, che attaccano alle loro collane), poi mi danno tante commissioni da fare, e numeri di telefono per avvisare i loro parenti... che io chiamo anche all’estero, la sera quando torno a casa, dal telefono del convento... speriamo che le sorelle non se ne accorgano... * - Mao Valpiana: Ma dove trovi tutta questa forza?- Suor Gervasia Asioli: La sera, prima di coricarmi, vado nella cappella della mia comunita', abbraccio il tabernacolo e supplico il mio Amore di farmi la grazia di entrare in Paradiso, e di portarmi dietro tutti, ma proprio tutti i detenuti, senza lasciarne fuori nessuno; ho una fiducia totale nella Misericordia infinita di Dio “che ha si' gran braccia che prende cio' che si rivolge a lei...”. Quando cammino per i corridoi di Rebibbia, mentre dalle sbarre delle celle escono tante braccia che mi chiamano, io ringrazio sempre Dio che mi ha permesso di conoscere questa realta' sconvolgente ma ricca di umanita', che non ho mai trovato da nessun’altra parte. * - Mao Valpiana: Come hai iniziato ad interessarti del carcere?- Suor Gervasia Asioli: Ho sempre voluto bene al prossimo, e specialmente ai piu' sfortunati. Quando ero a Verona andavo tutte le domeniche a trovare le detenute al Campone. Di una sono diventata proprio amica, piangeva tutto il giorno perche' non poteva piu' vedere i suoi figli... poi tutti i sabati andavo a Castiglione delle Stiviere, al manicomio criminale... poverini, che pena... tanti di loro non parlavano ormai piu', ma lo stesso quando arrivavo erano baci, abbracci, “strucamenti”... per tutti i detenuti e' molto importante il rapporto fisico, sono privati degli affetti piu' cari, e cosi' io li abbraccio sempre... e dico “Signore, ma cosa ho fatto per meritarmi tutti questi uomini?” se mi sposavo ne avevo uno solo, cosi' ne ho tantissimi e anche se son vecia i me struca ancora... (e ride di gusto). * Con Suor Gervasia è difficile mantenere l’argomento. I ricordi le richiamano dei nomi, dei volti, per ognuno ha una parola, una lacrima, una preghiera. Si ferma e ti racconta storie ed episodi di oggi o di anni fa. - Suor Gervasia Asioli: Quando e' scoppiata la bomba di Piazza Fontana, io ero a Milano, sono corsa subito li', e ne e' nata un’amicizia che prosegue ancor oggi con Pizzamiglio, una delle vittime, che ha perso le gambe nello scoppio. Con il giornale "La Notte" avevamo fatto una colletta per comperargli una casa a pianoterra. Poi sono rimasta a Milano, ho conosciuto don Mazzi mentre frequentavo il Parco Lambro, con i primi drogati. * - Mao Valpiana: Le suore superiori, come vedono queste tue attivita'?- Suor Gervasia Asioli: Da parte delle Orsoline ho sempre trovato una grande comprensione e una grande liberta'. Quando sono entrata in convento, a vent’anni, nel 1937, proprio il primo giorno mi e' venuta una gran paura, non volevo indossare quella veste nera. Allora ho chiesto il permesso di uscire da sola, sono andata nella chiesa di Santa Teresa, ho pregato e mi sono affidata a Dio. Quando alla sera sono tornata alla Casa Madre, c’e' stata la cerimonia e ho iniziato il noviziato, due anni senza mai uscire fuori. Il 7 ottobre del 1940 ho fatto la professione religiosa a Roma. Poi ho iniziato ad insegnare, erano gli anni della guerra. Con un prete abbiamo avviato un doposcuola per gli sfollati, a Ferrara. Un giorno una federale fascista ci ha fatto un’ispezione, e per me ha steso un verbale negativo... forse ero gia' troppo indisciplinata. Non ho risposto al saluto fascista. * Durante l’intervista dobbiamo interromperci spesso; entrano diverse persone a salutare suor Gervasia. Lei scherza con tutti. Arriva anche una busta anonima con dentro 250.000 lire “per i tuoi detenuti”. - Suor Gervasia Asioli: Ecco vedi la Provvidenza? Questi soldi li usero' per i bolli da dare ai transessuali brasiliani di Rebibbia. Ma lo sai che la Provvidenza esiste proprio? Un giorno avevo in tasca 50.000 lire, che mi servivano per i bisogni di un detenuto. Per strada ho incontrato un barbone, aveva fame, mi ha chiesto del denaro. Gli ho dato le 50.000 lire. Appena di la' della strada, dopo un minuto, incontro una signora che mi riconosce, mi aveva visto in televisione, e mi dice: suora accetti questa offerta per il suo lavoro in carcere, e mi da' proprio 50.000 lire. Capisci? E’ stato proprio Lui, che ci aiuta sempre... oddio, ecco che mi commuovo...". * - Suor Gervasia Asioli: Ero un demonio, in condotta avevo sempre 7, stavo buona solo nell’ora di religione. Quando a 9 anni ho fatto la prima comunione, ho deciso anche per la mia vocazione. Poi il collegio, il diploma, l’esame alla Cattolica e, con la prima supplenza, a 17 anni, e' arrivato anche il primo moroso. * Racconta anche di alcuni scherzi memorabili fatti a preti o suore per tagliare l’aria in tempo di guerra; come quella volta che durante un funerale si e' nascosta sotto il drappo della bara, per uscirne a sorpresa ("i gesuiti ci insegnavano che bisognava sperimentare, e io volevo capire cosa mi sarebbe successa da morta"); oppure quando ha finto che il Vescovo convocasse d’urgenza un seminarista ("si dava troppe arie") facendolo andare a vuoto in citta', una ventina di chilometri, in bicicletta; e ancora quando si e' nascosta nel pulpito della chiesa in penombra mentre le suore facevano meditazione, e con voce tenebrosa ha urlato “nel nome di Dio fermatevi”: una suora e' svenuta. * - Mao Valpiana: Hai programmi per il futuro?- Suor Gervasia
Asioli: Fino a che Dio mi dara' energia, voglio proseguire il lavoro con
i detenuti. Pensa che qualche giorno fa i detenuti di Rebibbia mi hanno regalato
una targa d’argento. C’era una cerimonia con Caselli. Io, come sempre, ero in
ultimo banco, per non stare davanti con tutta la pretaglia. Mi hanno chiamato
nel primo banco e Caselli mi ha consegnato la targa. “La conosciamo bene suor
Gervasia, abbiamo un fascicolo su di lei”. Tutti i detenuti si sono messi ad
applaudirmi e a ritmare: “Gervasia, Gervasia”, ma siete matti ?, gli ho
detto! Poi e' venuto il Ministro Fassino in visita. Ho voluto conoscerlo per dirgli di mollare fuori un po’ di gente; abbiamo celle da tre posti con dentro anche nove-dieci detenuti. E’ disumano, non e' possibile. Poi non ci si deve stupire se accadono certi fatti, o se qualcuno si suicida. Io sono per l’indulto. Ci vogliono le pene alternative, altro che carcere! Ho conosciuto... truffatori, ladri, rapinatori... e io assolvo tutti, buoni e cattivi. A giudicarci ci pensera' Gesu' nell’aldila'. Dentro ognuno, anche il peggior delinquente, c’e' sempre un raggio di luce. Ma sai quanti esempi di altruismo ho visto in carcere? Ho conosciuto terroristi con un cuore grande cosi', sono amica... di tanti sepolti vivi anonimi. Ho compassione per tutti. Un ergastolano mi ha dedicato una bellissima poesia: “Credevo che non avrei mai piu' ricevuto una carezza da mia madre, ma tutto ad un tratto e' arrivata lei, dolce come un angelo... e' lei la mia mamma”. Ogni volta che la leggo piango. * - Mao Valpiana: Hai qualcosa da dire ai lettori di "Azione nonviolenta"?- Suor Gervasia
Asioli: Apprezzo molto la nonviolenza, in tutti i casi. Il nonviolento
vince sempre col suo silenzio, con la capacita' di ricevere le calunnie, gli
insulti, le dicerie. La coscienza ti loda e ti premia se non rispondi al male.
Il nonviolento ci insegna che e' meglio ricevere il male che farlo: perche'
male chiama male, e bene chiama bene. Mandatemi delle copie di "Azione nonviolenta", le distribuiro' ai detenuti, insieme ai cioccolatini, alle sigarette, ai santini e alle buste affrancate...
3. LUTTI. PEPPE SINI: PER SUOR
GERVASIA
Ho conosciuto suor Gervasia Asioli una trentina
d'anni fa, quando animavo l'esperienza della rete dei "comitati democratici
contro l'emarginazione" che si battevano contro le istituzioni totali, per il
diritto all'assistenza, per i diritti umani di tutti gli esseri
umani.
Con lei e con l'indimenticabile don
Germano Greganti di "Carcere e comunita'" ho sempre sentito una
consonanza profonda, una comune intima persuasione, nell'impegno per il
riconoscimento e la promozione della dignita' e dei diritti dell'umanita'
intera e di ogni essere umano.
In questa ora di lutto anch'io la ricordo con
infinita gratitudine.
4. PROFILI. MARIO MARTINI: PER CONOSCERE
CAPITINI
[Ringraziamo
di cuore Mario Martini (per contatti: martini.fil at alice.it) per averci messo a
disposizione la seguente scheda su Aldo Capitini con una bibliografia
aggiornata.
Mario Martini, filosofo e amico della nonviolenza,
e' uno dei maggiori studiosi delle opere e del pensiero di Aldo Capitini e
curatore di vari volumi capitiniani; docente di filosofia morale all'Universita'
di Perugia, tra gli argomenti di riflessione che lo hanno impegnato negli ultimi
anni: l'etica contemporanea e la violenza, i fondamentalismi e la violenza
religiosa. Tra le opere di Mario Martini: Recenti interpretazioni del
razionalismo nietzschiano, Oderisi, Gubbio 1977; Forme dell'impegno sociale.
Sartre, Adorno, Cioran, Porziuncola, Assisi 1991; (a cura di), La filosofia del
dialogo da Buber a Levinas, Cittadella, Assisi 1995; (a cura di), Aldo Capitini
libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di
Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; ha curato due rilevanti
raccolte di scritti capitiniani: Aldo Capitini, Scritti filosofici e religiosi,
Perugia 1994, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998; Aldo
Capitini, le ragioni della nonviolenza. Antologia degli scritti, Ets, Pisa
2004.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899,
antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di
iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato
il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo
Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e
vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che
contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale -
ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca -
bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il
saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta
di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano
1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli
scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche
Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate,
Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura di Mario Martini,
benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets,
Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito:
www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed
opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali
Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli
anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin
qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un
volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione
ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e'
la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini,
Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007 e Aldo Capitini, Danilo
Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero,
Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Una bibliografia degli scritti di Aldo
Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, abbiamo
recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010.
Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra
citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda
almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura
di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988;
Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di
Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra
religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo
Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia,
Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una
biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa
1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume
monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La
realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone,
Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001;
Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini,
Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo
pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea
Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Marco Catarci,
Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega,
Torino 2007; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi,
Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una bibliografia
della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato; numerosi
utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione
nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito
www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo
Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco
Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o
anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail:
azionenonviolenta at sis.it o anche
redazione at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org Un utilissimo aggiornamento
bibliografico di e su Capitini e' costituito dalla scheda che
segue]
Dal 1998 ad oggi Aldo Capitini (Perugia
1899-1968) e' citato e ricordato sempre piu' frequentemente, per essere
stato colui che ha introdotto in Italia la prospettiva e la prassi della
nonviolenza, per il pensiero politico (il liberalsocialismo e l'omnicrazia o
potere di tutti), per la proposta di una "religione aperta", per il lavoro di
pedagogista e di educatore alla democrazia. E' oggetto di servizi
giornalistici e radiotelevisivi a proposito dell'attivita' nonviolenta e di
tutto il suo insegnamento civile: si veda, nel programma "Uomini e profeti" di
Gabriella Caramore, il servizio dal titolo "Una pace arcobaleno: Aldo Capitini e
la persuasione della nonviolenza", andato in onda nel marzo-aprile 2003; o,
nell'ambito del programma di Loredana Rotundo "Vuoti di memoria", il
documentario di Manuela Vigorita "Il coraggio della nonviolenza: Aldo Capitini",
del 2005.
Il messaggio dell'intellettuale umbro e' da
riproporre nel dibattito odierno sulla natura e gli orientamenti della societa'
e della politica: come punto di riferimento nell'odierno imbarbarimento della
cultura e smarrimento (e deliberata cancellazione) dei valori della democrazia.
Si veda fra i tanti preziosi richiami, l'intervento di Franco Ferrarotti sul n.
86 di "Lettera internazionale" del 2005, o le recensioni di libri a lui
dedicati, ad es. in "La Stampa" (17 aprile 2005 e 29 novembre 2008) e "la
Repubblica" (sito del 2 ottobre 2008). Un Oscar Mondadori del 2006: Gandhi, In
cammino verso Dio, ha come testo introduttivo il saggio di Capitini La religione
di Gandhi, tratto dai suoi Scritti filosofici e religiosi, editi a Perugia nel
1998 dalla Fondazione Centro studi Aldo Capitini.
La Marcia da Perugia ad Assisi in programma per il 2011, si terrà nel cinquantesimo anniversario della sua prima edizione, che fu ideata e realizzata nel settembre del 1961 da Capitini "per la pace e la fratellanza tra i popoli". Bisognerebbe che tutte le persone e le organizzazioni che si richiamano a quella esperienza e all'eredita' di Capitini la ricordassero in maniera adeguata. *
Bibliografia di Capitini 2010
a) Bibliografia:
- Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di L. Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007. - C. Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e
secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007.
b) Raccolte di scritti:
- A.Capitini, Opposizione e liberazione, (scritti autobiografici) a cura di P. Giacche', L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003 (II ed.). - La religione dell'educazione. Scritti pedagogici
di Aldo Capitini a cura di P. Giacche', La Meridiana, Molfetta
2008.
- A. Capitini, Le ragioni della nonviolenza.
Antologia degli scritti a cura di M. Martini, Ets, Pisa 2007 (II
ed.).
c) Riedizioni recenti:
- Elementi di un'esperienza religiosa, pref. di N. Bobbio, Cappelli, Bologna 1990. - Colloquio corale, pref. di G. Fofi, L'ancora del
Mediterraneo, Napoli 2005.
- Le tecniche della nonviolenza, pref. di G. Fofi,
Edizioni dell'asino, Roma 2009.
- L'atto di educare, a cura di M. Pomi, Armando
Editore, Roma 2010.
d) I carteggi:
- A. Capitini - W. Binni, Lettere 1931-1968, a cura di L. Binni e L. Giuliani, Carocci, Roma 2007. - A. Capitini - D. Dolci, Lettere 1952-1968, a cura
di G. Barone e S. Mazzi, Carocci, Roma 2008.
- A. Capitini - G. Calogero, Lettere 1936-1968, a
cura di Th. Casadei e G. Moscati, Carocci, Roma 2009.
e) Libri da leggere su Capitini: - C. Cutini (a cura di), Uno schedato politico. Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; numero monografico della rivista "Il Ponte", 1998 (10). - A. Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e
nonviolenza in A. Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999.
- G. B. Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini
tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001.
- P. Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos,
Aosta 2001.
- A. d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano,
Einaudi, Torino 2001.
- R. Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Biografia
intellettuale di Aldo Capitini, BFS, Pisa 2003 (II ed.).
- M. Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita
e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005.
- M. Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo
pedagogico di Aldo Capitini, La Nuova Italia Rcs Libri, Milano
2005.
- M. Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia
della nonviolenza di Aldo Capitini, pref. di A. Zanotelli, Ega, Torino
2007.
- A. Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e
antimilitarismo nell'Italia del Novecento, pref. di G. Fofi, Donzelli, Roma
2006.
- A. Mariani Marini - E. Resta, Marciare per la
pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007.
- M. Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira.
Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008.
- M. Martini e F. Bolotti (a cura di), Capitini
incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009.
Di prossima pubblicazione gli Atti del convegno dei
giovani studiosi capitiniani svoltosi a Perugia nel marzo 2009, a cura di G.
Moscati presso Levante di Bari. 5. APPELLI.
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 6.
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'".
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Inni omerici, Fondazione Lorenzo Valla, 1975, Mondadori, Milano 1994, pp.
LXXVI + 652.
- Pier Paolo Portinaro, Il principio disperazione. Tre studi su Guenther
Anders, Bollati Boringhieri, Torino 2003, pp. 180.
- Elena Pulcini, La cura del mondo. Paura e responsabilita' nell'eta'
globale, Bollati Boringhieri, Torino 2009, pp.298.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 259 del 22 luglio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
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