Telegrammi. 258
- Subject: Telegrammi. 258
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 21 Jul 2010 00:55:05 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 258 del 21 luglio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche
della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Ancora del colpo di stato razzista e ancora della guerra
assassina
2.
Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Daniela
Musumeci
3. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
4.
"Azione nonviolenta"
5.
Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento
Nonviolento 7. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: ANCORA DEL COLPO DI STATO RAZZISTA E ANCORA
DELLA GUERRA ASSASSINA
Ancora del colpo di stato razzista e ancora della guerra assassina vogliamo
dire.
E del dovere morale e politico di ogni persona decente di opporsi
all'una come all'altro.
E del dovere giuridico delle istituzioni e dei pubblici ufficiali fedeli
alla Repubblica Italiana e alla Costituzione su cui e' fondata di opporsi
anch'essi all'una come all'altro.
La guerra assassina cui l'Italia illegalmente partecipa in
Afghanistan.
Il colpo di stato razzista compiuto da una banda di criminali al governo
nel nostro paese.
Il nostro dovere di insorgere contro il nazismo. Di insorgere: in nome
della Costituzione repubblicana e dei diritti umani di tutti gli esseri
umani, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
2.
LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO DANIELA
MUSUMECI
[Ringraziamo Paolo
Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco
Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci
messo a disposizione questa intervista a Daniela Musumeci.
Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo. Per un profilo di Daniela Musumeci si veda la risposta alla penultima domanda di questa intervista]
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come e' avvenuto il
suo accostamento alla nonviolenza?
- Daniela Musumeci: Gia' da ragazzina ho letto
La forza di amare di Martin Luther King, ma e' stato dopo il Sessantotto
che la questione della violenza come strumento di ribellione e di rivoluzione
politica mi si e' posta seriamente; leggevo contemporaneamente Lenin e
Gandhi, Angela Davis, Paramansa Yogananda e Che Guevara; discutevo per ore con
compagne e compagni nelle assemblee e nei gruppi nati dal movimento studentesco
e, d’istinto, rifiutavo il sangue, l’offesa, non mi sembravano soluzioni;
prestavo orecchio pero' alle critiche dei marxisti-leninisti che mi accusavano
di velleita'; a lungo dunque l’enigma della violenza e' rimasto a rodermi
l’anima.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'? - Daniela Musumeci: Oltre ai nomi già citati,
c’è stato don Milani, specie da quando ho cominciato a insegnare e ho capito,
non piu' da alunna ma da docente, il potere selettivo della scuola di classe.
Devo aggiungere che oggi il problema e' molto diverso da allora: oggi
tutti, ricchi e poveri, posseggono solo duecento parole e molte meno idee e
il discrimine non si taglia solo sul reddito dei genitori, ma sull’apertura
mentale, sull’indipendenza dalla videocrazia.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica? - Daniela Musumeci: Qualcuno l’ho già citato
prima: Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi, ma anche la sua
autobiografia; La forza di amare di Martin Luther King; Autobiografia di uno
yogi di Paramansa Yogananda; Siddharta di Hermann Hesse; Lettera a una
professoressa di don Milani e L’obbedienza non e' più una virtu' (questi i
piu' facili) e poi gli scritti di Aldo Capitini, di Danilo Dolci (specie Banditi
a Partinico e Racconti siciliani e le poesie come Il limone lunare), gli scritti
di Vandana Shiva (per esempio, Le guerre dell’acqua) e di Arundhati Roy; i saggi
economici di Amartya Sen e le raccolte di Maria G. Di Rienzo; e poi la filosofia
piu' ardua, l'Ethica di Spinoza, Vita activa e La banalita' del male di Hannah
Arendt, i Quaderni e La prima radice e anche La condizione operaia di
Simone Weil.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno? - Daniela Musumeci: Greenpeace, Emergency,
Amnesty International, Medici senza frontiere.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento? - Daniela Musumeci: Contro le guerre e contro il
degrado ambientale, ivi inclusa la salvaguardia della biodiversita' e di tutti
gli animali e le piante in pericolo: la compassione buddista, diversamente
dall’amore cristiano, include ogni essere vivente. C’e' poi l’immane questione
delle grandi migrazioni che da sempre hanno costituito gli spartiacque tra le
epoche storiche: non saranno mai le leggi razziste a frenare i popoli che
fuggono il dolore, la fame, la paura della morte; il nostro impegno di operatori
nonviolenti dovrebbe andare nella direzione della presa di coscienza che un
altro sistema economico, fondato sulla solidarieta' anziche' sullo
sfruttamento, e' non solo possibile ma necessario.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia? - Daniela Musumeci: Il centro siciliano di Mirto
che si ispira a Danilo Dolci ed e' coordinato da suo figlio Amico (c’e' un
sito, anzi piu' d’uno, cui fare riferimento), per esempio; indico questo poiche'
immagino che ogni intervistato debba partire da se'! E dunque anche il Centro
siciliano di documentazione contro la mafia “Giuseppe Impastato” e la Casa della
Memoria di Cinisi (Pa).
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali? - Daniela Musumeci: Tanto e' stato detto,
scritto e praticato in proposito! Ci provo: non aver paura del conflitto ma
nominarlo, riconoscerlo e gestirlo, dando all’altro/a da noi realta', ossia
affrontandolo con pieno rispetto, invece di annientarlo o disprezzarlo; mettersi
in gioco per trovare una mediazione equa. Ma soprattutto assumersi tutto il
rischio della responsabilita' di ogni decisione.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo? - Daniela Musumeci: La storia del
femminismo e' lunga un secolo e forse sarebbe piu' esatto parlare di
femminismi: quello rivendicazionista dell’emancipazione poteva anche essere
aggressivo, come e' accaduto nel lesbismo statunitense; il pensiero della
differenza di genere di matrice europea, invece, e' nato nel rispetto e
nella valorizzazione delle molteplici identita' sessuali, politiche, religiose,
culturali, ha riconosciuto come pratiche fondative la relazione e il partire da
se', in sostanza ha fatto propri tutti gli atteggiamenti basilari della politica
della nonviolenza.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia? - Daniela Musumeci: In radice, come dicevo
prima, la compassione buddista: la consapevolezza che costituiamo un universo
condiviso, minerale vegetale animale umano, un tessuto di corrispondenze cui
tutte e tutti apparteniamo e che siamo chiamati a custodire con amore, un
circolo amoroso nel quale soltanto possiamo individuarci. Dunque non solo un
dovere, ma una dimensione esistenziale senza la quale non puo' esserci ne'
autenticita' ne' felicita'.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani? - Daniela Musumeci: Sono lo
stesso.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia? - Daniela Musumeci: Quando organizzammo uno
sciopero della fame a staffetta dopo le stragi del ’92, restando per un mese in
piazza, soprannominate “le donne del digiuno”, qualcuno ci disse che la nostra
testimonianza era come un’aspirina contro il cancro o come la panna montata
contro i kalashnikov; pure lasciammo un piccolo segno; il procuratore capo
Giammanco fu “promosso” e trasferito e Caselli ricostitui' il pool di
Caponnetto; riviste e tv internazionali ci intervistarono e nel mondo si parlo'
per un poco non solo di mafia, ma anche di lotta nonviolenta alla mafia. E’
certo pero' che il lavoro antimafia nonviolento per eccellenza e' quello
che si conduce nelle scuole, sulle orme della maieutica reciproca che ci ha
insegnato Dolci.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse? - Daniela Musumeci: La disoccupazione, le nuove
tipologie di lavoro a tempo determinato o comunque precario, l’insicurezza circa
il futuro delle nuove generazioni sono le piaghe dei paesi industrializzati,
mentre i capitali si aggregano in flussi migratori decisamente inversi rispetto
ai movimenti di massa degli esseri umani. Le strategie di contrasto non possono
piu', a questo punto, concentrarsi in un ristretto orizzonte nazionale. Il
movimento no global, da Seattle in poi, ha significato questo, ma la risoluzione
sbrigativa e magari immediatamente gratificante della rivolta violenta non
approda a nulla, anzi consente ai media controllati proprio dai grandi capitali
di criminalizzare la protesta. La nonviolenza chiede una grande creativita':
inventarsi nuove pratiche giorno per giorno, per stupire con mosse spiazzanti
chi ci vorrebbe ripetitivi e retro' e ancor piu' per risvegliare giovani
coscienze.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi? - Daniela Musumeci: Ancora una volta, tutto si
lega. Ma credo che oggi in Italia, dove i telegiornali parlano solo di calcio,
di clima, di gossip, di cronaca nera e bisticci di Palazzo, sia necessaria
innanzi tutto la controinformazione. Per sapere cosa sta accadendo in Sierra
Leone, in Eritrea o a Gaza oggi e' necessario collegarsi con la Bbc come un
tempo con Radio Londra! Le reti informatiche in questo senso hanno a mio parere
una fortissima valenza comunicativa e politica. Come scriveva Dolci, comunicare
(nella reciprocita') e' diverso da informare (in modo
unidirezionale).
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo? - Daniela Musumeci: La nonviolenza e' un
valore aggiunto rispetto al pacifismo: non chiede solo di opporsi alla guerra,
ma anche di cambiare atteggiamento rispetto al “nemico” auspicando un perdono
reciproco e una reciproca “conversione”... Certo non e' facile ne'
immediatamente possibile... c’e' da fare un gravoso lavoro di correzione di se
stessi...
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo? - Daniela Musumeci: Senza nonviolenza non puo'
esserci antimilitarismo, ma non e' vero il contrario: ancora una volta la
nonviolenza e' innanzitutto una scelta etica ed esistenziale, da cui
conseguono certe scelte politiche.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo? - Daniela Musumeci: Il disarmo e' un fine
politico per cui dobbiamo batterci indefessamente; la nonviolenza e' un
habitus ininterrotto.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza? - Daniela Musumeci: Salute significa innanzi
tutto dignita', decoro, condizioni di vita serene che consentano a ciascuno/a di
essere pienamente se stesso/a e di sentirsi parte di una comunita' che ha
bisogno del suo contributo e che lo/la fa sentire utile: il diritto alla
salute e' il diritto ad esistere come persona ed essere riconosciuta come
tale... forse il primo diritto per cui battersi.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie? - Daniela Musumeci: Ho rinunciato al mio lavoro
di psicologa quando ho scoperto di avere strumenti per penetrare nelle anime
degli altri che restavano loro sconosciuti e mi davano potere; certo ho
continuato ad utilizzare le mie competenze tutte le volte che mi giungeva una
richiesta d’aiuto (ricordo un’alunna stuprata, per esempio), ma sono convinta
che sia necessaria un’estrema delicatezza nell’accostarsi alle sofferenze di chi
ci si rivolge per una confidenza. C’e' una vecchia canzone dell’Equipe 84 che
dice: "nel mio cuor, nell’anima, c’e' un prato verde che mai nessuno ha mai
calpestato nessuno, se tu vorrai conoscerlo, cammina piano perche' nel mio
silenzio anche un sorriso puo' fare rumore...".
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione? - Daniela Musumeci: L’informazione, o meglio la
comunicazione, nonviolenta e' l’opposto della videocrazia e
dell’omologazione. Penso la sua arma migliore possa essere l’ironia (i Guzzanti,
ad esempio): una risata vi seppellira', si diceva nel Sessantotto. La
nonviolenza puo' e deve rivelare che il re e' nudo!
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica? - Daniela Musumeci: Un’antropologia olistica
alternativa al dualismo anima-corpo di matrice platonico-cristiana; un’etica
olistica che includa nell’amore l’intero universo, con il recupero delle
filosofie orientali e di Spinoza; un atteggiamento di apertura e di ascolto
anche da parte di chi ha compiuto scelte di campo precise ma non ossessivamente
esclusive (cattolicesimo, comunismo, femminismo).
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni? - Daniela Musumeci: L’urgenza di avviare un
dialogo interreligioso che non sia meramente formale ma si impegni seriamente a
smascherare i fondamentalismi d’ogni matrice e provenienza per rintracciare i
valori comuni. L’induismo dei Tamil e il buddismo credo siano su questa strada,
come pure la chiesa valdese e il sufismo. Da anni mi occupo di dialogo
interreligioso nelle scuole e devo dire che ho incontrato disponibilita', ma
anche resistenze: sembra che per molti l’atteggiamento giusto sia quello di dire
”parliamo pure, abbiamo qualcosa in comune, ma la mia religione e' la
migliore, per non dire l’unica vera”!.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione? - Daniela Musumeci: T’insegno e imparo;
m’insegni e impari. La maieutica reciproca di Danilo Dolci o, se vogliamo, la
pedagogia dell’amore di Agostino contro ogni indottrinamento e
autoritarismo.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia? - Daniela Musumeci: La consapevolezza che
viviamo tutti su un unico pianeta che, come diceva Gandhi, ha risorse per
sfamare tutti ma non per appagare l’avidita' di pochi. Un ripensamento critico
del modello capitalistico e un suo superamento nella direzione della
solidarieta' e' insomma non solo un dovere etico ma una necessita' di
sopravvivenza.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Cosa apporta la
nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
- Daniela Musumeci: Gia' Platone, nel Politico,
avvertiva due limiti inevitabili nella legge: il suo carattere coercitivo, che
non suscita l’assunzione di responsabilita' ma solo il rispetto di un obbligo
per paura di una punizione, e la sua universalita', che elimina tutte le
differenze, facendo della “persona” giuridica una “maschera vuota”, come dira'
molto piu' tardi Hegel. Il contributo della nonviolenza e' nella pratica
della disobbedienza civile, della resistenza passiva, dell’obiezione di
coscienza alle leggi ingiuste, non rivolta cieca contro lo Stato ma proposta di
un cambiamento delle regole o di una loro maggiore duttilita'.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica? - Daniela Musumeci: Il rispetto della liberta'
della persona, il rispetto delle sue scelte e delle sue decisioni, fintanto che
non feriscono altri. Senza scadere nel delirio di onnipotenza circa la
manipolazione dei confini di vita e morte, salute e malattia ed
eugenetica, e' necessario che ciascuno sia libero di decidere come e quando
morire, alla maniera degli antichi saggi stoici e dei vecchi capi indiani; che
ogni donna possa decidere liberamente di assumersi l’impegno e la gioia della
maternita'; che la ricerca scientifica possa utilizzare tutte le sperimentazioni
possibili per trovare strategie di guarigione alle malattie autoimmuni e
genetiche in genere. Eutanasia, contraccezione, interruzione responsabile e
accompagnata di una gravidanza, fecondazione artificiale, ricerca sulle cellule
staminali... tutto questo attiene soprattutto alla coscienza individuale e “non
normare” e' forse il solo atteggiamento rispettoso che Stati e Chiese
possano assumere, almeno a parer mio. L’unica norma insomma e' l’amore:
ovunque l’amore sia il movente e il fine non puo' esserci male. "Ama et quod vis
fac", diceva Agostino, ed era uno che di amore se ne intendeva, sacro e
profano!
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia? - Daniela Musumeci: La nonviolenza insegna qui
una cosa importante: non si possono separare mezzi e fini, non si possono
conseguire obiettivi nonviolenti con strumenti violenti. Sono da respingere il
machiavellismo come pure il motto latino “si vis pacem, para bellum”: "non si
puo' spegnere il fuoco col fuoco" recita un proverbio africano. E dunque nella
ricerca, se il fine e' il miglioramento della qualita' della vita
dell’umanita' tutta, gli orientamenti, i percorsi e i risultati devono esservi
congrui.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica? - Daniela Musumeci: Credo, innanzi tutto,
un’attenzione alla storia sociale, alla storia dei popoli che passano sulla loro
terra senza lasciare traccia, come scriveva Manzoni nella prefazione
all’Adelchi, e dunque ancora una volta il rifiuto di Machiavelli e del
pragmatismo: non sono gli eroi a fare la Storia ma la gente comune con le sue
storie, come avvertiva Tolstoj, grande esempio di nonviolenza, in Guerra e
pace.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe? - Daniela Musumeci: E’ l’opposto della dittatura
della maggioranza che s’instaura quando si contano i voti; e' la
costruzione di una democrazia autenticamente assembleare e consiliare: il
dibattito e' finalizzato non a una decisione drastica fra mozioni
contrapposte, come nella democrazia rappresentativa e delegata, ma alla
costruzione di una posizione nuova che emerga dall’interazione di tutte le
ipotesi in gioco, genera una dialettica, inevitabilmente conflittuale, ma tesa
alla sintesi e non all’annientamento o alla messa all’angolo
dell’avversario.
* - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Tra le tecniche
operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali
ritiene piu' importanti, e perche'?
- Daniela Musumeci: Ho sperimentato piu' volte
in classe la maieutica reciproca di Danilo Dolci col suo circle time, sia per
l’emersione e la risoluzione dei conflitti nel gruppo sia per laboratori
esperienziali intorno a concetti filosofici, come la visione di Dio o la morte.
Ha sempre funzionato, soprattutto perche' mette tutti a proprio agio e consente
a ciascuno di parlare, sensibilizzando anche i piu' timidi, spesso i piu'
bisognosi d’aiuto, a prendere parola.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza? - Daniela Musumeci: Credo sia propedeutica una
conoscenza della Storia, studiata in modo spregiudicato e finalizzata alla
“messa in valore dell’umanita'” per dirla con Kant.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta? - Daniela Musumeci: Innanzitutto col “partire da
se'”, con una pratica di introspezione e autocorrezione costante e, allo stesso
tempo, con le pratiche di relazione costruite nel segno del reciproco
riconoscimento di autorevolezza, anche quando questa relazione e'
asimmetrica, come nel caso di maestro e discepoli o madre e
figlia.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza? - Daniela Musumeci: Le rete informatiche, per
esempio “La nonviolenza e' in cammino”, stanno facendo moltissimo e cosi'
le piccole case editrici come quella che cura i testi di Danilo Dolci, del resto
recentemente ripubblicati da Sellerio. Purtroppo mi pare si tratti di aree di
nicchia: il tema non approda sulla grande stampa o in tv se non in casi
eccezionali, come per la marcia Perugia-Assisi. Occorrerebbe una sorta di tg
quotidiano, o almeno settimanale, un notiziario sulla nonviolenza... ma al
momento non ci sono molte speranze, data l’attuale gestione dei
media...
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza? - Daniela Musumeci: Incontri con i protagonisti
delle lotte del movimento nonviolento (gli incontri riscuotono sempre il massimo
successo fra i ragazzi); visite ai luoghi della nonviolenza (in Sicilia, Mirto e
la diga sullo Jato, per esempio); visioni di film e letture collettive di libri;
partecipazione ad associazioni e creazione di gruppi attivamente impegnati
(nella mia scuola, aderiamo a Libera di don Ciotti).
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione? - Daniela Musumeci: Innanzi tutto con una piu'
ampia diffusione dell’informazione. La gran parte delle persone non sa nulla ne'
della teoria ne' della pratica della nonviolenza, la ritiene o impotente e
inefficace o intellettualistica, misconoscendone strategie e
obiettivi.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come? - Daniela Musumeci: A partire da contatti
costanti, tramite reti telematiche ma anche gruppi di coordinamento che si
incontrino periodicamente, si potrebbe arrivare a una rete di reti o a
un’associazione di associazioni, come Libera. Il rischio e' la
burocratizzazione delle attivita'...
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche? - Daniela Musumeci: Dovrebbero essere strumenti
a diffusione nazionale, presenti soprattutto nelle scuole. Penso a Rai
Educational o Rai Storia che potrebbero dare una mano; sarebbe bella una rivista
nazionale. E’ importante non raccontarsi addosso, non essere autoreferenziali.
Un’altra via possono essere i network sociali, tanto frequentati dai giovani e
utilissimi per la controinformazione in tempo reale.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti? - Daniela Musumeci: Confllittuali da sempre:
gia' i movimenti studenteschi del ’68 e del ’77 si spaccarono sul tema della
violenza politica e ancor oggi nel movimento no global vediamo contrapporsi
black bloc e red bloc (duri e morbidi). Importante e' non rifiutare il
dialogo, ma confrontarsi e mettersi in gioco.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti? - Daniela Musumeci: Temo che le istituzioni, per
loro natura, non possano non essere autoritarie e verticistiche, e quindi
violente. Per me nonviolenza coincide con pratiche libertarie e anarchia
solidale. Pure, dentro un’istituzione come la scuola pubblica si svolge tutto il
mio impegno politico: una contraddizione, ma la vita e' fatta di
contraddizioni, talvolta mediabili talaltra no.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti? - Daniela Musumeci: Citavo sopra tanti nomi di
grandi protagonisti della cultura che praticarono la nonviolenza; ma a Tolstoj
potremmo aggiungere Bertrand Russell, Albert Einstein; alla Weil Edith Stein. La
nonviolenza non e' una cultura a se' come non lo e'
l’antimafia: e' uno spirito che deve permeare tutti i modi possibili di
fare cultura e ogni aspetto del lavoro culturale.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti? - Daniela Musumeci: Ho sperimentato per lunghi
anni l’appartenenza ai partiti della sinistra, sia extraparlamentare sia
istituzionale, ma ne sono uscita profondamente delusa. Nei partiti si pratica
sempre la democrazia indiretta, delegata, che finisce nella dittatura della
maggioranza. Piu' aperto il movimento anarchico, cui pure ho partecipato, ma
anche piu' legato all’immobilismo e a una sorta di romantico attaccamento alle
tradizioni. Continuo a pensare che l’unica forma nonviolenta di impegno politico
sia nell’associazionismo e sui luoghi di lavoro.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti? - Daniela Musumeci: Il sindacalismo di base mi
pare sia l’unico che si ispiri ai principi libertari che per me sono
imprescindibili dalla nonviolenza.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti? - Daniela Musumeci: La parola agenzia non mi
piace, come la parola azienda e' mutuata dal mondo degli affari. Per capire
veramente l’intento dei luoghi di formazione, educazione e socializzazione,
dobbiamo rifarci ai Greci e ai Romani: schole' in greco, otium in latino, indica
un’attivita' che e' un fine in se', che si svolge trovando appagamento in
se stessa, libera da ogni scopo di lucro, negotium appunto. Questo dovrebbe
essere “il giardino dei pensieri” e degli incontri.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti? - Daniela Musumeci: Vale lo stesso discorso che
per la cultura in genere. Penso a certi quadri di Guttuso sulle lotte contadine,
le occupazioni di terre degli anni Cinquanta, alle incisioni di Goya, a Guernica
e Las palomas di Picasso. Non c’e' e non ci deve essere un’arte nonviolenta; la
nonviolenza deve pervadere invece ogni espressione artistica e la pervade di
fatto quando e' vera arte, poiche' la bellezza ci fa accostare alla
perfezione e all’amore universale.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data? - Daniela Musumeci: Come dice Aristotele, il
vero amico non e' quello che ti asseconda in tutto, ma quello cha sa dirti
di no per il tuo bene, quello che sa correggerti e invitarti all’autocorrezione.
Dunque l’amicizia nonviolenta attraversa il conflitto e se ne
nutre.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni? - Daniela Musumeci: E’ una sorta di religiosita'
laica e transconfessionale che non puo' non tradursi in un impegno per
l’interculturalita' e il ripudio del razzismo e della guerra.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione? - Daniela Musumeci: Le femministe distinguono
fra politica prima, quella costruita nelle pratiche di relazione paritetiche e
nell’impegno concreto quotidiano, e politica seconda, quella istituzionale. La
nonviolenza non puo' non caratterizzare la politica prima. Quanti dei
nonviolenti se la sentono di farsi tramite presso la politica seconda si
assumono il gravosissimo e defatigante impegno di gettare semi di nonviolenza
anche dentro le istituzioni. Pure e' necessario farlo...
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione? - Daniela Musumeci: Ogni gesto, anche il piu' privato, e' politico e dunque dev’essere nonviolento. *
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione? - Daniela Musumeci: Rispettare, amare e
prendersi cura dell’ambiente circostante significa rispettare, amare e prendersi
cura di tutti gli esseri che lo costituiscono. Vegetarianismo e animalismo, a
mio parere, hanno a che vedere con la nonviolenza.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione? - Daniela Musumeci: Ama il tuo nemico, fa’ del
bene a chi ti odia. Freud sostenne che l’impossibilita' di ottemperare a questo
comandamento ha generato interminabili sensi di colpa e il "disagio della
civilta'” occidentale. In realta', lo ritroviamo anche nel Corano: "rispondi al
male col bene e di un nemico ti farai un amico" (Sura 41).
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni? - Daniela Musumeci: I buddisti dicono che uno
dei compiti piu' importanti di ciascuno di noi e' accompagnare chi ci sta
vicino ad “una morte felice”. Ho visto morire con serenita' e dolcezza mio
padre, dopo una vita dedicata alla cura degli altri, era medico, e da lui ho
appreso che una morte felice e' possibile. Ma nel caso di immani
sofferenze? Credo che l’eutanasia, se richiesta da chi e' in agonia, sia
non solo lecita ma giusta, perche' dettata dall’amore. La parola agonia, come
tutte le parole, e' spia di una certa cultura della morte come qualcosa di
orrido contro cui si debba lottare (viene da agone!). Per il nonviolento,
religioso o no, la morte e' invece l’altro estremo naturale della vita,
come la nascita: una morte felice significa che si accetta la naturalezza della
vita cosi' com’e', dal principio alla fine.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza? - Daniela Musumeci: Innumerevoli, da Rosa Parks
a Rosenstrasse, dalla marcia dei centoventicinquemila su Washington alle
occupazioni dei campus statunitensi negli anni Sessanta contro la "sporca
guerra” in Vietnam, dal movimento di donne indiane Chipko per la difesa delle
foreste ai movimenti contadini in Sicilia: non c’e' una graduatoria
d’importanza, c’e' la ricchezza della diversita'.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo? - Daniela Musumeci: Non è apertamente teorizzata
che da pochi gruppi, ma forse e' inconsapevolmente praticata da quanti si
attivano contro le guerre, il disastro ambientale, le cause delle grandi
migrazioni.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia? - Daniela Musumeci: C’e' una sensibilita' piu'
forte che altrove, forse per la memoria storica di Aldo Capitini e Danilo Dolci
(invero poco conosciuto), forse per la presenza di un diffuso cattolicesimo di
base, ma riguarda sempre solo settori del volontariato e dell’associazionismo
ignoti alla gran parte del Paese, che e' stato diseducato da un trentennio
di videocrazia che ha cancellato i valori della solidarieta', dell’eguaglianza,
della giustizia.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo? - Daniela Musumeci: Come gia' detto dovrebbero
infittirsi le reti internazionali, perche' internazionale e' la crisi che
ci investe e di portata planetaria sono i problemi da risolvere. Occorrerebbe
anche qui una rete di reti costruita dal basso, pensare globalmente per agire
localmente, come dicono gli ambientalisti e i verdi.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia? - Daniela Musumeci: Ignorata o guardata con
indifferenza dai piu'. Temo che la maggioranza piccolo-borghese del Paese, cui
del resto appartengo, guardi oggi solo alle sue tasche vuote e viva di falsi
miti televisivi (tronisti, veline, calciatori sono gli eroi del giorno e quasi
nessuno sa chi era Dolci o chi era Capitini).
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza? - Daniela Musumeci: Credo l’azione debba essere
capillare e partire dal basso, dai minimi gesti quotidiani: cedere un posto
sull’autobus ad un’anziana signora di colore, che e' ancora oggi un gesto
rarissimo; fare la raccolta differenziata dei rifiuti, cosa quasi impossibile al
sud; non litigare nelle code; insomma farsi esempio di gentilezza e di rispetto
delle regole in ogni occasione e in ogni luogo, sono queste le mosse spiazzanti
di cui oggi c’e' bisogno.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione? - Daniela Musumeci: Il taglio interculturale dovrebbe essere presente in tutto l’insegnamento, fin qui troppo eurocentrico: storia, geografia, lingua e cultura dei cosiddetti paesi terzi ci restano generalmente sconosciute. Come aprire un dialogo davvero reciproco con un estraneo? *
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Nonviolenza e
conoscenza di se': quale relazione?
- Daniela Musumeci: Il motto delfico “conosci te stesso” sappiamo da Freud essere impossibile a realizzarsi perfettamente; pure il compito di ogni essere umano che voglia perfezionarsi ed anche vivere piu' serenamente e' di fare Io dov’era Es, ossia di portare a consapevolezza desideri paure pulsioni che altrimenti generano ansia e angoscia. La violenza ha radice nella frustrazione, nell’insoddisfazione; si tratta di andare a rintracciare questa radice per trasformarla, compiere un lavoro di catarsi che ci rendera' piu' quieti e dunque piu' disponibili. In fondo, anche verso noi stessi deve indirizzarsi la nonviolenza: non possiamo macerarci all’infinito nella rinuncia senza incattivirci e divenire invidiosi. Una persona appagata e' una persona amorosa e amabile. Tutto sta a scegliere le fonti eque dell’appagamento, come ci insegna Spinoza a proposito della felicita'. *
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Nonviolenza e
scienze umane: quale relazione?
- Daniela Musumeci: Non si tratta solo di insegnare e soprattutto mostrare con l’esempio i principi e le pratiche della nonviolenza: storia, filosofia, letteratura e arte possono mostrare in modo altrettanto efficace i disastri della guerra ed educare al rifiuto di ogni forma di violenza, fisica, verbale, morale, anche per contrasto. *
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Nonviolenza e
linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?
- Daniela Musumeci: Il femminismo di Julia
Kristeva, Luce Irigaray, Luisa Muraro ci ha insegnato che un sistema linguistico
nasce da e contribuisce a costruire un ordine simbolico: ecco che, per esempio,
non esistono nomi femminili per indicare le piu' alte cariche dello Stato o le
principali professioni, tutt’al piu' si ricorre ad un’umiliante desinenza in
-essa. L’ordine simbolico occidentale, e' stato dimostrato, e'
monosessuato al maschile poiche' esprime il patriarcato. Lo stesso puo' dirsi
per la lingua: si tratta di un ordine simbolico violento, mutuato spesso dal
linguaggio bellico (militare in un partito, essere in agonia, erigere un
baluardo contro qualcosa, aggredire un problema - e via di questo passo).
Occorre dunque un lavoro accurato di decostruzione linguistica che sia anche
decostruzione simbolica, perche' la nonviolenza diventi non solo e non tanto una
scelta politica quanto un atteggiamento mentale e un orizzonte psicologico prima
che etico. Penso allo slogan “guerra alla guerra” che certo non e'
nonviolento!
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione? - Daniela Musumeci: Se parliamo di violenza privata, non possiamo non ricordare quella violenza particolarissima che viene perpetrata contro le donne e ricordata ormai a livello mondiale con la giornata del 25 novembre: femminicidio e' la nuova parola che viene usata, accanto alla purtroppo antichissima stupro, per indicarla. Proprio la nuova liberta' conquistata (altra parola militaresca!) dalle donne lascia gli uomini spiazzati e senza risorse, frustrati e dunque proclivi alla violenza. Il patriarcato in crisi diviene feroce. Anche qui non basta la legislazione, pure necessaria, occorre un capillare lavoro di educazione, lavoro che tocca soprattutto alle madri di figli maschi... *
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Nonviolenza e
critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?
- Daniela Musumeci: Un altro mondo e'
possibile e necessario. L’identificazione che per oltre un secolo la sinistra
tradizionale ha compiuto fra progresso e industria ha condotto al degrado forse
irreversibile dei nostri giorni. Certo l’utopia del ritorno alle comuni gestite
secondo il modello artigianale e' impossibile, ma forse non e'
impossibile pensare a microstrutture di sviluppo autocentrato che impieghino
energie rinnovabili ed ecocompatibili. Certo restano esigenze difficili oggi da
eliminare come le comunicazioni in tempo reale tramite satelliti o i voli aerei
che rimpiccioliscono il mondo, ma e' pur vero che moltissimi sono gli
sprechi che si potrebbero evitare, come l’uso ludico e sconsiderato dei
telefonini o il trasporto aereo o su gomma dove potrebbe essere su rotaia; molto
piu' spazio potrebbe essere dato alle industrie pulite e al riciclaggio,
redistribuendo le risorse anche con incentivi fiscali per gli investimenti
puliti. La critica dell’industrialismo deve accompagnarsi al rifiuto del
consumismo e dello sciupio vistoso. Anche qui e' questione d’amore, non
solo per se' e per i propri figli, ma per il pianeta tutto.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze? - Daniela Musumeci: Credo che in questo ci sia
maestra Vandana Shiva: l’unica democrazia possibile e' globale e si fonda
sul rispetto delle risorse come delle persone e di ogni vivente.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze? - Daniela Musumeci: Secondo me, una comunita'
autentica puo' esistere solo sulla base di pratiche egualitarie e libertarie:
dove c’e' diseguaglianza economica e verticismo autoritario non c’e' comunita'.
Si puo' pensare di realizzare piccole comunita' dallo sviluppo autocentrato che
si pongano come esempio, ma e' difficile non scivolare nell’utopia dei
falansteri di Fourier; e' difficile realizzare comunita' comunistiche e
libertarie all’interno del mercato capitalista. E’ stato il sogno della mia
generazione...
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze? - Daniela Musumeci: Sono valori che accomunano
religioni e culture diverse, in nome dei quali si puo' provare a realizzare
gruppi di vita comunitaria interculturali e interreligiosi.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze? - Daniela Musumeci: Torniamo al concetto di
sviluppo sostenibile ed ecocompatibile, di epistemologia critica, di rifiuto
dello spreco; ma la coscienza del limite, kantianamente, e' anche e prima
di tutto la consapevolezza dei propri desideri, delle proprie aspirazioni e
delle proprie possibilita', che sola ci consente di metterci in gioco insieme ad
altri nel reciproco impegno e rispetto.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione? - Daniela Musumeci: In una sorta di percorso a
cerchi concentrici sempre piu' larghi: dalla piccola comunita' cui apparteniamo
fino al mondo intero.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'? - Daniela Musumeci: Internet come strumento di
interrelazioni per la costruzione di reti di reti e come strumento di
controinformazione, di denuncia e di proposta.
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto? - Daniela Musumeci: Mi chiamo Daniela Musumeci,
ho 57 anni, insegno filosofia e storia presso il liceo classico Umberto I di
Palermo. Dal ’68 in poi ho sempre partecipato alle iniziative politiche e
sociali della mia isola nel mondo dell’associazionismo ed anche dei partiti di
sinistra. In particolare, ho fatto parte dell’Associazione siciliana delle donne
per la lotta contro la mafia ed ho collaborato con la rivista di donne
"Mezzocielo", occupandomi soprattutto di pedagogia della differenza e
interculturalita'. Oltre a numerosissimi articoli, anche a carattere filosofico,
ho pubblicato tre libri: due raccolte di poesie (Doveri d’allegria e La quinta
dimora) e una raccolta di riflessioni sui quattro elementi alla luce
dell’antropologia e della storia delle religioni (Devota come un ramo) per i
tipi della Ila Palma. In preparazione, ancora poesie.
* - Paolo Arena e Marco
Graziotti: C'e' qualcosa che
vorrebbe aggiungere? - Daniela Musumeci: Solo un profondo ringraziamento per avermi offerto la possibilita' di comunicare le mie esperienze e il mio sentire, ma soprattutto per avermi stimolata a riflettere sul senso del mio fare. 3. APPELLI.
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 4.
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'".
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Francesco Pullia, Dimenticare Cartesio. Ecosofia per la compresenza,
Mimesis, Milano-Udine 2010, pp. 122, euro 12.
*
Riedizioni
- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunita',
Milano 1967, 1999, Einaudi, Torino 2004, Mondadori, Milano 2010, pp. LXXXIV +
710, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
- Giacomo Leopardi, Operette morali, Rcs Rizzoli Libri, Milano 2008, 2010,
2 voll. per pp. 372 + 372, euro 7,50 + 7,50 (in supplemento al "Corriere della
sera").
- Ludwig von Mises, L'azione umana, Utet, Torino 1959, De Agostini - Il
sole 24 ore, Novara-Milano 2010, pp. XXVI + 862, euro 12,90.
- Carl R. Rogers, Barry Stevens, Da persona a persona. Il problema di
essere umani, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1987, Fabbri - Rcs Libri, Milano 2007,
2010, pp. 288, euro 9,90. 6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 258 del 21 luglio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
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