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Telegrammi. 233
- Subject: Telegrammi. 233
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 26 Jun 2010 00:53:48 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 233
del 26 giugno 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche
della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. Il 27 giugno a Viterbo
2. Alcuni testi dall'ottobre 2009 al giugno 2010
3. Marek Edelman
4. Per Claude Levi-Strauss (1908-2009)
5. Delle vittime della guerra e del razzismo
6. Ricciardo Aloisi: Di tutte le risorse la piu' scarsa
7. Gli sproloqui di Griso Barracane: E poi 8. Gli sproloqui di Griso Barracane: Poiche' vi e' una sola umanita'
9. Ricciardo Aloisi: Samsara
10. La rivolta degli schiavi 11. Piccolo epitaffio per Primo Levi
12. Come
13. Per il nostro maestro Albert Camus
14. Benito D'Ippolito: Durante la costruzione della
torre di Babele
15. Erasmo Annibale Carsolari: Righe
interrotte in memoria di Corso Salani, cineasta,
militante 16. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
17.
"Azione nonviolenta"
18.
Segnalazioni librarie
19. La "Carta" del Movimento
Nonviolento 20. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. IL 27 GIUGNO A VITERBO
Domenica 27 giugno 2010, con inizio alle ore
15,30, presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" a Viterbo, si
svolgera' il trentesimo incontro di studio del percorso di formazione e
informazione nonviolenta iniziato da alcuni mesi.
All'incontro partecipa il responsabile del
Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
Il centro sociale autogestito "Valle Faul" si trova in strada
Castel d'Asso snc, a Viterbo.
L'iniziativa e' ovviamente aperta alla partecipazione di tutte le persone
interessate.
2. ARCHIVIO. ALCUNI TESTI DALL'OTTOBRE 2009 AL
GIUGNO 2010
Riproponiamo alcuni testi gia' apparsi sul nostro
notiziario tra l'ottobre 2009 ed oggi.
3. LUTTI. MAREK EDELMAN
[Dal sito del Comitato per la foresta dei
Giusti (www.gariwo.it) riprendiamo la
seguente notizia su Marek Edelman: "Marek Edelman
(1919-2009) nasce nel 1919 a Homel, nell’attuale Bielorussia, da una famiglia di
ebrei. Giovanissimo, si iscrive al Bund, il partito socialista ebraico di
Russia, Lituania e Polonia, e diventa un noto attivista politico. Vicecomandante
della rivolta del Ghetto di Varsavia nel 1943, si distingue per coraggio e
determinazione nella battaglia impari contro le truppe naziste dopo quattro mesi
di assedio e di strenua resistenza degli ebrei rinchiusi nel ghetto. Riesce a
sfuggire alla retata delle SS passando attraverso le fognature nella parte
ariana della citta' insieme ai pochi sopravvissuti delle squadre di
combattimento. Di quell’esperienza ricorda: 'Ero giovane, avevo un mitra in
pugno, difendevo il ghetto dalle SS. O noi o loro, non c’era tempo per i
sentimenti. C’era solo la certezza che contro una dittatura si puo' sempre e
solo lottare. Io penso sempre che quando la vittima e' oppressa bisogna
stare dalla sua parte. Bisogna darle riparo, nasconderla, senza paura e sempre
opponendosi a coloro che vogliono schiacciarla'. Un anno dopo, nell’agosto del
1944, partecipa con i suoi uomini all’insurrezione di Varsavia. Dopo la guerra
si laurea in medicina e diventa un noto cardiologo. Si riconosce in un
socialismo dal volto umano, distante dalle logiche staliniste, e sogna un’Europa
democratica in cui regni la fratellanza dei popoli. Dopo essere stato braccato
dai nazisti per le sue origini, viene perseguitato dai comunisti sia perche'
ebreo che per i suoi ideali. Nel 1968, nel quadro dell'odiosa campagna
"antisionista" del partito guidato da Gomulka, Edelman perde il posto di lavoro
in ospedale. Negli anni Settanta la sua autonomia e liberta' di pensiero lo
spingono a partecipare all’attivita' di Solidarnosc, scelta che nel 1981, con
l'introduzione della "legge marziale" del generale Jaruzelski, gli costera'
l'arresto insieme a molti altri leader del movimento. Nel 1989, alla caduta del
regime, viene eletto deputato alla Dieta, il Parlamento nazionale, e resta in
carica fino al 1993. Durante l’assedio serbo, negli Anni Novanta, si schiera al
fianco della popolazione di Sarajevo. Si e' spento a Varsavia il 2 ottobre
2009. Alla notizia della sua morte, radio e tv polacche hanno sospeso le
trasmissioni per darne notizia. Edelman e' stato un simbolo e un punto di
riferimento per molti giovani del suo Paese, decorato in Polonia con l’ordine
dell’Aquila bianca e, nel 2008 con la Legione d’onore francese. Si definiva un
“guardiano dei morti”, riferendosi alle vittime della barbarie nazista, per la
cui memoria si e' sempre battuto con ostinazione, ma amava occuparsi della
vita, come esponente dell’umanesimo socialista e come medico. E’ autore dei
libri: Il ghetto di Varsavia. Memorie e storia dell’insurrezione; Arrivare prima
del buon Dio, C'era l'amore nel ghetto". Riportiamo anche il ricordo di Andrea
Tarquini apparso sul quotidiano "La
Repubblica" del 3 ottobre 2009 col titolo "Addio a Marek Edelman eroe del ghetto
di Varsavia": "L'Europa, la cultura ebraica e mondiale tout court e l'era
contemporanea hanno perso uno degli ultimi grandi testimoni dell'Olocausto,
della Resistenza e della Storia. Marek Edelman, il leggendario comandante
dell'insurrezione del Ghetto di Varsavia contro l'esercito occupante della
Germania nazista, e' morto nella sua casa nella capitale polacca. Da almeno due
settimane la sua salute si era deteriorata. A 90 anni, si e' spento sereno nel
suo letto, con a fianco a confortarlo fino all'ultimo le persone che piu' amava.
Alla notizia, radio e tv polacca hanno subito interrotto le trasmissioni per
dare l'annuncio. Con Marek Edelman viene a mancare uno dei protagonisti piu'
eccezionali del nostro tempo, 'il guardiano', come s'intitola la sua biografia
trascritta da Rudi Assuntino e Wlodek Goldkorn. Nato nel 1919 a Homel, oggi in
Bielorussia, studente in medicina nel vivace clima della numerosa, colta e
attivissima borghesia ebraica della Polonia di prima della guerra e di Hitler,
scelse presto l'impegno politico. Si iscrisse da giovane al Bund, cioe' il
partito socialista ebraico (Allgemeiner Jidischer Arbeiter-Bund in Russland,
Lite un Poiln, Partito unito ebraico dei lavoratori in Russia, Lituania e
Polonia). Era non lontano dalla capitale il primo settembre 1939, quando gli
Stukas della Luftwaffe e le Panzerdivisionen della Wehrmacht lanciarono la
brutale aggressione alla Polonia che avrebbe scatenato la seconda guerra
mondiale. Proprio il primo settembre scorso, nell'ultima intervista che concesse
a 'Repubblica', ricordo' quei giorni tremendi, lucida e serena voce della
memoria. 'Rammento gli Stukas in picchiata, citta' e villaggi distrutti,
l'accanimento bestiale sui civili... tornai a Varsavia, non trovai piu' i miei
amici e compagni di studi. Misi in salvo i miei pochi averi, fuggii, mi detti
alla macchia, mi unii alla Resistenza'. Furono momenti tragici, ci narrava la
sua voce. 'O noi o loro, la cosa piu' terribile non erano nemmeno i
bombardamenti e i massacri, era la sensazione, anche se per il momento
sopravvivevi, di essere degradati a Untermenschen, a subumani. E anche loro, i
soldati tedeschi, erano ridotti a bestie. Non c'era tempo per pensare alle loro
anime: o noi o loro, ogni giorno sopravvivevi e non sapevi fino a quando saresti
sopravvissuto'. Nella Resistenza europea ed ebraica, Marek Edelman ebbe un ruolo
anche politico di primo piano. Convinse il Bund a unirsi alla Zydowska
organizacja bojowa, l'organizzazione combattente ebraica. Quando comincio' nel
1943 l'insurrezione del Ghetto di Varsavia, ne fu il vicecomandante, e il primo
sul campo, secondo solo al massimo responsabile politico Anjelewicz. Anjelewicz
si tolse la vita per sfuggire alla Gestapo, Edelman al comando di gruppi di
partigiani ebraici riusci' a fuggire attraverso le fogne e si uni' ai partigiani
polacchi. Costitui' gruppi armati del Bund e nell'agosto 1944 combatte' di
nuovo, questa volta nell'insurrezione dell'Armia Krajowa, l'esercito partigiano
conservatore che schierava a fianco degli Alleati piu' soldati di quelli di de
Gaulle. Nel dopoguerra, decise di restare in Polonia nonostante la nuova
oppressione imposta da Stalin e l'antisemitismo spesso incoraggiato dalla
dittatura. Fu un medico straordinario a Lodz, la Manchester polacca, antico
centro della rivoluzione industriale, e scrisse numerosi libri sulla Resistenza
e l'Olocausto. Molti lo odiavano: antisemiti d'ogni sorta, e antisemiti al
potere a Varsavia. Come il potente ministro dell'Interno del dittatore Wladyslaw
Gomulka, Mieczyslaw Moczar, che quando scoppio' nel 1968 (a marzo, due mesi
prima che a Parigi) la rivolta studentesca polacca, reagi' con una spietata
purga, cacciando gli ultimi ebrei dal paese. Edelman fu licenziato, per la
seconda volta, dall'ospedale. Quando poi, nel 1976, il dissenso guidato da Jacek
Kuron, Adam Michnik e altri fondo' contro la repressione antioperaia il Comitato
di difesa dei lavoratori (Kor) lui si impegno' al loro fianco. Dopo il golpe di
Jaruzelski fu piu' volte arrestato. Divenne poi uno dei piu' ascoltati
consiglieri di Solidarnosc, una delle massime menti laiche dell'opposizione
democratica, e partecipo' alla Tavola rotonda, il negoziato del 1989 tra
Solidarnosc e la giunta militare-comunista del generale Wojciech Jaruzelski. Fu
uno degli artefici dell'idea che scaturi' da quel Tavolo: la trattativa per una
transizione non violenta dal socialismo reale alla democrazia, sull'esempio
della Spagna dopo la morte di Franco. Dal 1989, l'anno della svolta in cui si
tennero in Polonia le prime elezioni semilibere dell'allora blocco sovietico, al
1993, fu anche deputato alla Dieta. Quando Helmut Kohl visito' Varsavia tornata
democratica, lui lo guido' in visita nell'ex Ghetto: 'Vede, cancelliere, la'
affrontammo la Wehrmacht'. Nel 1998 il presidente Aleskander Kwasniewski, ex
comunista e quindi sua ex controparte alla Tavola rotonda, lo insigni'
dell'ordine dell'Aquila, la massima onorificenza polacca. Il breve periodo del
nazionalpopulismo dei gemelli Kaczynski fu pesante anche per lui, ma 'il
comandante', come chi lo conosceva lo chiamava con affetto rispettoso e
riverente, non si scoraggiava mai. Continuava a dire la sua, e sopravvisse (con
la vittoria del liberal Donald Tusk) al loro potere. Fino all'ultimo, fu un uomo
del dialogo. Anche verso la Germania: 'Hanno saputo cambiare, sono un altro
paese', ci disse tante volte, l'ultima volta proprio il primo settembre,
commosso dal discorso-mea culpa di Angela Merkel..."]
Ora e' scomparso anche il compagno Edelman. Di cio' che recava nel suo zaino compagni ogni persona buona prenda la sua parte. Che nulla vada perduto dell'eredita' del nostro comandante. Altre lotte s'avranno da affrontare. E altri Marek sorgere dovranno. 4. LUTTI. PER CLAUDE LEVI-STRAUSS
(1908-2009)
[Claude Levi-Strauss, nato a Bruxelles nel 1908 da
genitori francesi (la famiglia rientra a Parigi nel 1909), forse il maggior
antropologo nel Novecento. Laureato in filosofia, nel 1934 accetta la proposta
di una cattedra di sociologia all'Universita' di Sao Paulo in Brasile, dove
giunge nel 1935 e svolge la sua prima missione etnografica tra i Caduveo e i
Bororo; nel 1938 seconda spedizione etnografica tra i Nambikwara e i
Tupi-Kawahib. Nel 1941 e' alla New School for Social Research di New York; nel
'42 conosce il linguista Roman Jakobson. Tornato in Francia dopo la guerra, nel
1948 e' ricercatore al Cnrs. Nel 1950 e' in india e in Pakistan per l'Unesco;
ottiene una cattedra all'Ecole Pratique des Hautes Etudes. Nel 1960 al College
de France. Nel 1973 e' eletto all'Academie Francaise. E' deceduto nel 2009. La
sua opera e' tra le fondamentali del XX secolo. Tra le opere di Claude
Levi-Strauss: La vita familiare e sociale degli indiani Nambikwara (1948),
Einaudi; Le strutture elementari della parentela (1949), Feltrinelli; Razza e
storia (1952), Einaudi; Tristi tropici (1955), il Saggiatore, poi Mondadori;
Antropologia strutturale (1958), Il Saggiatore, poi Mondadori; Il totemismo oggi
(1962), Feltrinelli; Il pensiero selvaggio (1962), Il Saggiatore; i quattro
volumi delle Mythologiques: Il crudo e il cotto (1964), Il Saggiatore, poi
Mondadori; Dal miele alle ceneri (1966), Il Saggiatore, poi Mondadori; L'origine
delle buone maniere a tavola (1968), Il Saggiatore; L'uomo nudo (1970), Il
Saggiatore; Antropologia strutturale due (1973), Il Saggiatore; La via delle
maschere (1975), Einaudi; Mito e significato (1979), Il Saggiatore; Lo sguardo
da lontano (1983), Einaudi; Parole date (1984), Einaudi; La vasaia gelosa
(1985), Einaudi; De pres et de loin (1988, nuova ed. 1990); Des symboles et
leurs doubles (1989); Storia di Lince (1991), Einaudi; Guardare, ascoltare,
leggere (1993), Il Saggiatore; Saudades do Brasil (1994), Il Saggiatore. Di
notevole importanza anche le conversazioni con Georges Charbonnier: Primitivi e
civilizzati, Rusconi. Opere su Claude Levi-Strauss: un'agile presentazione con
un'antologia essenziale di testi e' quella di Sergio Moravia, Levi-Strauss e
l’antropologia strutturale, Sansoni, Firenze 1973, 1978; una buona monografia
introduttiva e' quella di Francesco Remotti, Levi-Strauss. Struttura e storia,
Einaudi, Torino 1971; un'altra e' quella di Sergio Moravia, La ragione nascosta.
Scienza e filosofia nel pensiero di Claude Levi-Strauss, Sansoni, Firenze 1969,
1972; piu' recente e' il volume di Enrico Comba, Introduzione a Levi-Strauss,
Laterza, Roma-Bari 2000]
Del riconoscimento di umanita', della nonviolenza
in cammino, il miglior fabbro. 5. RIFLESSIONE. DELLE VITTIME DELLA GUERRA E DEL
RAZZISMO
Delle vittime della guerra e del
razzismo.
La guerra afgana cui l'Italia
criminalmente partecipa.
Il colpo di stato razzista compiuto dal governo
italiano.
Di questo orrore dobbiamo parlare.
E della lotta per farlo cessare.
6. RIFLESSIONE. RICCIARDO ALOISI: DI TUTTE LE
RISORSE LA PIU' SCARSA
Di tutte le risorse la piu' scarsa
e' la pieta'.
L'orrore lo si maschera da farsa
il boia tesse elogi alla bonta'.
Un abbrutito gregge ascolta e tace
e piu' sente cantar lodi alla pace
piu' gode della disumanita'.
La nonviolenza
non e' la mera buona educazione
il garbo, il galateo, l'assuefazione
ai riti cortigiani, l'obbedienza
all'etichetta ed alla convenienza.
La nonviolenza e' quella compassione
che sempre lotta contro la
violenza. 7. GLI SPROLOQUI DI GRISO BARRACANE: E
POI
E poi c'e' quello che solerte invita
a rendersi collaborazionisti
e del colpo di stato dei razzisti
e della guerra che strozza ogni vita.
E quello che con voce assai
stizzita
invoca la tortura e il repulisti
di tutti quanti quei poveri
cristi
disturbator di sua sazia dormita.
E chi la dignita' ha prostituita
e ancor fingendosi dei
pacifisti
nel novero, e degli antirazzisti,
adesso dei nazisti e'
un parassita. L'enfiata labbia che dalla
tivu'
al soldo del governo che assassina
copre i massacri con la parlantina:
contrastala adesso, contrastala
tu. La gente empia che la schiavitu'
elogia, e che con mille e una
moina
zelante avalla ogni carneficina:
contrastala adesso, contrastala tu.
La cricca che travolto ogni tabu'
governa con la frusta e con la
mina
con la lupara e con la
ghigliottina:
contrastala adesso, contrastala
tu. 8. GLI SPROLOQUI DI GRISO
BARRACANE: POICHE' VI E' UNA SOLA UMANITA'
Poiche' vi e' una sola umanita'
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarieta'
da chiunque altro sia essere umano.
Nessun confine puo' la dignita'
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualita'
umana propria di ogni essere umano.
Se l'edificio della civilta'
umana ha un senso, ed esso non e'
vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalita'.
Se la giustizia e se la liberta'
non ciancia, bensi' pane quotidiano
hanno da essere, cosi' il lontano
come il vicino merita pieta'.
Nel condividere e' la verita'
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto e' la felicita'
ogni diritto e' un diritto umano.
Se vero e' che tutto finira'
non prevarra' la morte sull'umano
soltanto se la generosita'
sara' la legge di ogni essere umano.
La nonviolenza e' questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza e' questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.
9. TESTI. RICCIARDO ALOISI: SAMSARA
Come quell'acrobatico architetto
che e' il ragno, il ragno silenzioso
che tesse i suoi fili nel vento,
perfetto
ed obbrobrioso.
Quale Platone, e perche', e'
incarcerato
in quel corpo obliquo e lesto
in quel danzare sottile e scellerato
in quel pensiero fragile, geometrico e
funesto? 10. RIFLESSIONE. LA RIVOLTA DEGLI
SCHIAVI
Poi viene il giorno che un uomo che e' un
uomo
non ne puo' piu' di esser tenuto
schiavo,
non ne puo' piu' di subire ogni
violenza.
Organizza la sua lotta
contro la mafia e contro il razzismo
per la casa, il lavoro, i diritti, la
dignita',
per il reciproco rispetto, la civile
convivenza.
Percosso ed umiliato, mozzatagli la
lingua
gettato tra i rifiuti, braccato come
preda
sfruttato e denegato nella sua
umanita'
null'altro avendo che la sua
disperazione
della sua disperazione si fa
forza
cessa di essere invisibile rompendo
gli specchi del consumo che lo
esclude,
i segni del dominio che lo opprime,
le merci che gli strappano la vita,
dell'estremo sfruttamento le catene.
Cerca l'umana solidarieta'.
Il riconoscimento. La riconoscenza.
La sua voce va ascoltata, la sua
ribellione
e' giusta.
Solo occorre
che trovi quella lotta la
sua via,
e quella sola via e' la nonviolenza.
Ed occorre
che la democrazia lo riconosca
essere umano, portatore di diritti,
persona.
Occorre che la democrazia
si faccia azione e si faccia
coscienza.
Al governo razzista e assassino
al potere mafioso e nazista
tutti dobbiamo opporre resistenza.
Vi e' una sola umanita'. Una sola.
Tutti o nessuno ne facciamo parte.
Solo la nonviolenza puo' salvarci
tutti.
Pane e giustizia: non se ne puo' far
senza. 11. MEMORIA. PICCOLO EPITAFFIO PER PRIMO
LEVI
[Primo Levi e' nato a Torino nel 1919, e qui e'
tragicamente scomparso nel 1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di
Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi
testimoni della dignita' umana ed un costante ammonitore a non dimenticare
l'orrore dei campi di sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno
dei punti piu' alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. Opere di Primo
Levi: fondamentali sono Se questo e' un uomo, La tregua, Il sistema periodico,
La ricerca delle radici, L'altrui mestiere, I sommersi e i salvati, tutti presso
Einaudi; presso Garzanti sono state pubblicate le poesie di Ad ora incerta;
sempre presso Einaudi nel 1997 e' apparso un volume di Conversazioni e
interviste. Altri libri: Storie naturali, Vizio di forma, La chiave a stella,
Lilit, Se non ora, quando?, tutti presso Einaudi; ed Il fabbricante di specchi,
edito da "La Stampa". Ora l'intera opera di Primo Levi (e una vastissima
selezione di pagine sparse) e' raccolta nei due volumi delle Opere, Einaudi,
Torino 1997, a cura di Marco Belpoliti. Opere su Primo Levi: AA. VV., Primo
Levi: il presente del passato, Angeli, Milano 1991; AA. VV., Primo Levi: la
dignita' dell'uomo, Cittadella, Assisi 1994; Marco Belpoliti, Primo Levi, Bruno
Mondadori, Milano 1998; Massimo Dini, Stefano Jesurum, Primo Levi: le opere e i
giorni, Rizzoli, Milano 1992; Ernesto Ferrero (a cura di), Primo Levi:
un'antologia della critica, Einaudi, Torino 1997; Ernesto Ferrero, Primo Levi.
La vita, le opere, Einaudi, Torino 2007; Giuseppe Grassano, Primo Levi, La Nuova
Italia, Firenze 1981; Gabriella Poli, Giorgio Calcagno, Echi di una voce
perduta, Mursia, Milano 1992; Claudio Toscani, Come leggere "Se questo e' un
uomo" di Primo Levi, Mursia, Milano 1990; Fiora Vincenti, Invito alla lettura di
Primo Levi, Mursia, Milano 1976]
Quest'uomo difese l'umanita' intera.
Quest'uomo ha sconfitto il fascismo.
E per tutti i secoli dei secoli che
verranno
finche' vi sara' un'umanita' nel mondo
ogni volta che tornera' il fascismo
a menar strage dell'umanita'
dai quattro angoli della terra
milioni, miliardi di donne e di uomini
insorgeranno
e nuovamente lo sconfiggeranno
nel nome di Primo Levi. 12. RIFLESSIONE. COME
Come puo' dire di esser per la pace
chi non si oppone alla guerra?
Come puo' dire di essere umano
chi non si oppone alle
persecuzioni? 13. MEMORIA. PER IL NOSTRO MAESTRO ALBERT
CAMUS
[Albert Camus,
nato a Mondovi (Algeria) nel 1913, nel 1940 a Parigi, impegnato nella Resistenza
con il movimento "Combat" (dopo la liberazione sara' redattore-capo del
quotidiano con lo stesso titolo), premio Nobel per la letteratura nel 1957,
muore nel 1960 per un incidente automobilistico. Lo caratterizzo' un costante
impegno contro il totalitarismo e per i diritti umani, che espresse sia
nell'opera letteraria e saggistica, sia nel giornalismo e nelle lotte civili
(oltre che nella partecipazione alla Resistenza). In un articolo a lui dedicato
ha scritto Giovanni Macchia (citiamo da "Camus e la letteratura del dissenso",
in Giovanni Macchia, Il mito di Parigi, Einaudi): "L'assurdo fu per Camus un
punto di partenza... Poiche' non si puo' immaginare una vita senza scelta, e
tutto ha un significato nel mondo, anche il silenzio, e vivere 'en quelque
maniere' significa pur riconoscere l'impossibilita' della negazione assoluta, la
prima cosa che noi non possiamo negare e' la vita degli altri. Nell'interno
dell'esperienza assurda nasce come prima evidenza (credere al proprio grido) la
rivolta: slancio irragionevole contro una condizione incomprensibile e ingiusta,
e che pur rivendica l'ordine nel caos. E ricordo la gioiosa impressione che
provoco' la formula cartesiana di Camus, con la sua aria di limpido giuoco,
quando la leggemmo la prima volta. Non 'je me revolte, donc je suis': ma 'je me
revolte, donc nous sommes'. Risollevare gli uomini dalla loro solitudine, dare
una ragione ai loro atti; mettersi non dalla parte degli uomini che fanno la
storia ma di coloro che la subiscono... Rivolta come fraternita'". Opere di
Albert Camus: tra le opere di Camus particolarmente significative dal nostro
punto di vista ci sembrano Il mito di Sisifo, Caligola, La peste, L'uomo in
rivolta, tutti piu' volte ristampati da Bompiani. Utile anche la lettura dei
Taccuini (sempre presso Bompiani). Si veda anche (con Arthur Koestler), La pena
di morte, Newton Compton, Roma 1981. Opere su Albert Camus: numerose sono le
monografie su Camus; si vedano almeno la testimonianza di Jean Grenier, Albert
Camus, souvenirs, Gallimard, e per una sommaria introduzione: Pol Gaillard,
Camus, Bordas; Roger Grenier, Albert Camus, soleil et ombre, Gallimard; Francois
Livi, Camus, La Nuova Italia; una recente vasta biografia e' quella di Olivier
Todd, Albert Camus, una vita, Bompiani] Che le parole vincano sulle
pallottole.
Che ogni persona sappia che ogni volta
che qualcuno nel mondo e' incatenato
lo siamo tutti.
Che ti indigni ogni menzogna, ogni
violenza.
Che ogni ingiustizia ti sia
intollerabile.
Che tu possa donare il tuo respiro al
mondo.
Che nella felicita' di tutti sia la
tua.
Sii buon discepolo del buon maestro
Alberto. 14. RIFLESSIONE. BENITO D'IPPOLITO: DURANTE LA
COSTRUZIONE DELLA TORRE DI BABELE
Questo enorme cantiere non potra' reggere
oltre.
Mentre che tiro su' i secchi di calce
sento gia' tutto come vibra e
scricchiola.
Gia' non capisco piu' che dice Eugenio
da qualche parte gia' le impalcature
scrosciano giu' verso un suolo
invisibile
tanto e' lontano. Ingegneri e
capomastri
bestemmiano, hanno estratto gia' i
coltelli.
In cielo mi pare di vedere
una freccia che sta prendendo fuoco.
Erminia ha chiuso gli occhi, dei
compagni
le strida soffoca un rombo di tempesta
che viene da sotto, che viene da
dentro. 15. LUTTI. ERASMO ANNIBALE CARSOLARI: RIGHE
INTERROTTE IN MEMORIA DI CORSO SALANI, CINEASTA, MILITANTE
[Corso Salani (Firenze 1961 - Ostia 2010) e' stato un regista
cinematografico di forte impegno linguistico, morale, civile]
Poi vi era il cinema di Corso Salani
saltatore di muri, voci nel vento
motori di sabbia, cristalli di legno
la denuncia del patriarcato
che strazia le carni e le anime.
Poi vi era la parola di Corso Salani
torrente di fuoco, chiave spezzata
eterno ritorno nel niente che annienta
sfida alla morte, sfida al razzismo
che squarta le genti e le persone.
Poi vi era lo sguardo di Corso Salani
ipnotico, enigmatico, speculare
stridulo, randagio, liminare
di tutti i confini nemico
che gli esseri umani fanno nemici.
E poi la morte di Corso Salani
il nastro che si riavvolge
la lotta che deve
continuare. 16. APPELLI.
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 17.
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
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Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'".
18. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Quentin Bell, Virginia Woolf, Garzanti, Milano 1974, 1994, pp. 557.
- Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli, Milano 1987, pp. 474.
- Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994, pp. XXIV
+ 688.
- Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt 1906-1975. Per amore del mondo,
Bollati Boringhieri, Torino 1990, 1994, pp. 642. 19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 20. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 233 del 26 giugno 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
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