Telegrammi. 185



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 185 del 9 maggio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Il regime dei torturatori
2. La guerra assassina
3. Oggi a Viterbo
4. Una lettera aperta al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali
5. Alcune brevi notizie bibliografiche sulla canzone "Bella ciao"
6. Arianna Marullo: Vita di Rolando Monti, pittore
7. "Azione nonviolenta"
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: IL REGIME DEI TORTURATORI
 
Le violenze che vengono commesse su immigrati e rom in Italia in questi ultimi anni, e particolarmente in questi ultimi mesi da quando e' stato compiuto il colpo di stato razzista, sono inenarrabili.
Umiliazioni, sevizie, persecuzioni, pogrom, internamenti in campi di concentramento, deportazioni, fino a provocare la morte.
Innumerevoli innocenti minacciati, ricattati, perseguitati, braccati, torturati, abbandonati alla morte ed alla morte spinti: nel nostro paese, oggi.
Violazioni abominevoli dei piu' fondamentali diritti umani: nel nostro paese, oggi.
Come e' possibile non vedere?
Come e' possibile tacere?
Come e' possibile che il popolo italiano permetta ai nazisti al governo di commettere questa atroce macellazione di vite umane?
*
Cosa si attende ancora a insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della legalita', della democrazia, della civilta', dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
Cosa si attende ancora a insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per far cessare l'orrore nazista in corso nel nostro paese oggi?
 
2. EDITORIALE. LA GUERRA ASSASSINA
 
La guerra e' sempre assassina.
La guerra e' sempre nemica dell'umanita'.
La guerra e' il crimine supremo.
E chi alla guerra non si oppone, della guerra e' complice.
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Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.
Cessi la complicita' del popolo italiano con questo crimine abominevole.
 
3. INCONTRI. OGGI A VITERBO
 
Oggi, domenica 9 maggio 2010, con inizio alle ore 15,30, presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" a Viterbo, si svolgera' il ventitreesimo incontro di studio del percorso di formazione e informazione nonviolenta iniziato da alcuni mesi.
Partecipa il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
Il centro sociale autogestito "Valle Faul" si trova in strada Castel d'Asso snc, a Viterbo.
L'iniziativa e' ovviamente aperta alla partecipazione di tutte le persone interessate.
 
4. CARTEGGI. UNA LETTERA APERTA AL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Signor Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali,
le scriviamo ancora una volta per segnalarle l'assoluta illegalita' e demenzialita' della realizzazione di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge a Viterbo.
E per chiedere anche il suo impegno in difesa dell'ambiente e della salute della popolazione di Viterbo, dei beni paesaggistici e culturali, delle autentiche vocazioni produttive del territorio, del vero diritto al lavoro (poiche' quest'opera a Viterbo devasterebbe il territorio e danneggerebbe gravemente ed irreversibilmente il termalismo, l'agricoltura, beni ambientali e culturali ed altre risorse ed opportunita', provocando cosi' in realta' un drammatico ulteriore impoverimento della comunita' locale), ed infine del diritto a politiche sociali adeguate e sollecite del benessere dei cittadini.
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Come lei gia' sa, la realizzazione di un mega-aeroporto nella preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria, un'area di immenso pregio ambientale, culturale e terapeutico, e a ridosso di popolosi quartieri della citta', avrebbe come immediate conseguenze lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' nei pressi di popolosi quartieri della citta'); il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.
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Lei sa anche che un mega-aeroporto produce un enorme inquinamento che provoca gravi danni alla salute della popolazione che vive nei dintorni; che nel caso specifico del mega-aeroporto a Viterbo manca completamente la Valutazione d'impatto ambientale, obbligatoria per legge; e che la magistratura viterbese ha gia' emesso avvisi di garanzia per il reato di corruzione a carico di amministratori e dirigenti del Comune di Viterbo in relazione alla modifica del Piano regolatore nelle aree toccate dalle opere connesse alla realizzazione del mega-aeroporto.
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Viterbo nell'ambito della mobilita' ha bisogno non di un insensato ed illegale mega-aeroporto, ma di migliorare la rete ferroviaria ed i collegamenti con Roma, con Orte e con Civitavecchia; una mobilita' coerente con la difesa e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali e delle vocazioni produttive del territorio viterbese.
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Signor Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali,
con la presente lettera vorremmo chiedere il suo impegno per impedire che si sperperi il pubblico denaro per realizzare un'opera folle e criminale; per impedire che si violino le leggi vigenti; per impedire che si distruggano risorse insostituibili come l'area termale del Bulicame e l'agricoltura di qualita' della zona circostante.
La realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge e' un crimine che deve essere impedito.
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Restando a disposizione per illustrare dettagliatamente e con dovizia di documentazione quanto sopra sommariamente esposto, auspicando un cenno di riscontro, voglia gradire distinti saluti.
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Il Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 8 maggio 2010
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org, recapito postale: c/o Centro di ricerca per la pace, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
 
5. MATERIALI. ALCUNE BREVI NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE SULLA CANZONE "BELLA CIAO"
 
"Bella ciao" e' la canzone piu' nota della Resistenza italiana, e una delle piu' note della Resistenza europea.
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Nella nota antologia a cura di Giuseppe Vettori, Canzoni italiane di protesta 1794/1974, Newton Compton, Roma 1974, 1976 (edizione scolastica), a p. 379 si ricostruisce la genesi e la fortuna del testo e come esso si ricolleghi a varie tradizioni della cultura popolare, a canti di lavoro ed a sedimenti antropologici rimontanti a secoli precedenti.
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Nel volume dei prestigiosi musicologi A. Virgilio Savona e Michele L. Straniero, Canti della Resistenza italiana, Rizzoli, Milano 1985, alle pp. 74-75 si riportano ulteriori informazioni e riferimenti.
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Prescindendo in questa sede dalla discografia (che pure, ovviamente, e' ampia e varia), ed attenendoci unicamente alla bibliografia di qualche rilevanza critica, segnaliamo anche almeno:
- S. Boldini, Il canto popolare strumento di comunicazione e di lotta, Editrice sindacale italiana, Roma 1975;
- T. Romano, G. Solza, Canti della Resistenza italiana, Edizioni Avanti, Milano 1960;
- A. Sala, Canti d'Italia dal Risorgimento alla Resistenza, Edizioni Carrara, Bergamo 1977.
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Per la contestualizzazione nell'ambito della musica popolare:
- Roberto Leydi, I canti popolari italiani, Mondadori, Milano 1973;
- Giuseppe Vettori (a cura di), Canti popolari italiani, Newton Compton, Roma 1974, 1976.
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Per la contestualizzazione storica:
- Giorgio Candeloro, Storia dell'Italia moderna, Feltrinelli, Milano (particolarmente il vol. X, 1984, 1990);
- Alberto Cavaglion, La Resistenza spiegata a mia figlia, L'ancora del Mediterraneo, s.l. 2005;
- Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, Einaudi, Torino 1952, e successive riedizioni;
- Claudio Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralita' nella Resistenza, Bollati Boringhieri, Torino 1991;
- Franco Venturi, La lotta per la liberta', Einaudi, Torino 1996.
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Una postilla forse non disutile
"Bella ciao" e' canzone simbolo non solo della lotta del popolo italiano contro la barbarie nazifascista, ma anche della lotta di ogni popolo oppresso da un invasore o da un regime violatore dei diritti umani, e anche - infine e decisivamente - della lotta dell'umanita' intera contro ogni forma di occupazione militare straniera, dittatura, oppressione politica e sociale.
E' accaduto personalmente a chi scrive queste righe di averla sentita cantare in molte occasioni da persone greche, spagnole, polacche, latinoamericane che si erano battute e si battevano contro le dittature che opprimevano le loro patrie; e negli anni Ottanta anche da persone sudafricane che si battevano contro il regime razzista del loro paese.
Ed era sorprendente rilevare come persone che non conoscevano la lingua italiana e che provenivano da altri paesi e continenti conoscessero a memoria questa canzone nella nostra lingua e si riconoscessero in essa per dire la loro sofferenza e il loro anelito di liberta'.
Per tutte queste persone "Bella ciao" non era piu' solo la canzone dell'Italia migliore che nel 1943-1945 lottava contro l'occupante nazista e il fascista di Salo' suo complice e servo, ma il canto del risorgimento della dignita' umana nella lotta corale contro ogni potere disumano e contro ogni violenza assassina, un canto che non si estinguera' finche' esistera' la civilta' umana.
 
6. PROFILI. ARIANNA MARULLO: VITA DI ROLANDO MONTI, PITTORE

[Ringraziamo Arianna Marullo (per contatti: ariannamarullo at tiscali.it) per averci messo a disposizione questo suo saggio originariamente pubblicato nel catalogo della mostra "Rolando Monti. Dal tonalismo all'astrazione lirica" (a cura di Mariastella Margozzi e Arianna Marullo) che si e' tenuta a Roma dal 13 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010 presso il Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti decorative il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX (M. Margozzi, A. Marullo, Rolando Monti. Dal tonalismo all'astrazione lirica, Fabbrigrafica Adv, Roma 2009).

Arianna Marullo e' una delle piu' autorevoli collaboratrici del Centro di ricerca per la pace di Viterbo; dottoressa in beni culturali, lungo un decennio e' stata fondamentale animatrice del centro sociale "Valle Faul", forse la piu' rilevante, appassionante ed innovativa esperienza di solidarieta' concreta, di convivenza delle differenze, e di promozione della dignita' umana che ci sia stata a Viterbo negli ultimi decenni, caratterizzata dalla scelta della nonviolenza; negli ultimi anni lavora a Roma nell'ambito della critica d'arte e dell'attivita' museale, della valorizzazione di esperienze culturali e di artisti sovente negletti, e dell'allestimento di rassegne e mostre, contribuendo anche - con la perizia e l'acribia che le sono proprie - a ricerche e cataloghi; e' tra le promotrici dell'associazione nonviolenta "We have a dream"]

 

Rolando Monti nasce il 24 novembre 1906 a Cortona da Luigi, farmacista di Perugia autore di vari volumi in prosa e in versi e di poesie in vernacolo perugino, e Agnese Mignatti, di Trevi. Nel 1912 la famiglia Monti si trasferisce a Monterosso al Mare, dove Luigi rileva la farmacia del paese.

Nel 1923 i Monti si stabiliscono definitivamente a Rapallo, luogo che incidera' profondamente nella formazione di Rolando, nel cui immaginario emergeranno sempre prepotenti la luce, il mare e i colori del paesaggio ligure. Rapallo inoltre, fino alla seconda guerra mondiale, e' luogo di soggiorno di intellettuali e artisti come Thomas Mann, Franz Werfel, Oskar Kokoschka, Gerart Hamptmann e Max Beerbohm. Molti di questi personaggi entrano in contatto con Luigi Monti grazie alla sua nuova attivita', il negozio Ars Umbra, dove vende ceramiche di De Ruta, che annovera tra i suoi clienti persino i duchi di Windsor. Rolando frequenta in particolare Ezra Pound, con il quale nel corso degli anni intessera' una fraterna amicizia, durata fino alla scomparsa del poeta statunitense.

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In contrasto con i desideri del padre, che lo aveva indirizzato agli studi di ragioneria in un istituto di Genova, nel 1924 Rolando si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove e' allievo di Felice Carena. Qui si nutre della vivezza della temperie culturale fiorentina ma resta fortemente legato all’ambiente ligure. Torna ogni estate a Rapallo, a lavorare in un piccolo studio che prende in affitto e ad esercitarsi negli amati sport acquatici, che pratichera' fino a tarda eta'. I continui dissidi con il padre, contrario alla scelta del figlio che vedeva votato a un futuro incerto e pieno di ostacoli, lo spingono a lasciare il tetto familiare.

Cosi' nel 1928, terminati gli studi, Rolando Monti si reca a Roma “con una valigetta piena di verdi speranze” (1) e l’impellente necessita' di trovare un lavoro. Grazie all’aiuto di Ferruccio Ferrazzi, ha un primo studio in via delle Sette Sale. Si tratta di una baracca mal messa al punto che, in caso di pioggia, l’artista e' costretto a dipingere proteggendosi dalle intemperie con un ombrello; i dintorni in compenso sono incantevoli e Rolando stringe rapporti di buon vicinato e mutuo soccorso con artigiani e personaggi particolari della “repubblichetta di Via Sette Sale” (2) che lo introducono nell’ambiente romano.

Piu' tardi, grazie all’affetto quasi paterno e al mecenatismo di Luigi Falcioni, oste della Rupe Tarpea per il quale decora gli ambienti delle Grotte d’Enotria in via Veneto, riesce a trasferirsi in un nuovo studio in via dei Cappuccini. Cipriano Efisio Oppo, segretario generale del Sindacato fascista di Belle Arti del Lazio, colpito dai disegni di Monti, lo ingaggia come aiuto per l’esecuzione di alcune lunette decorative e lo invita a partecipare alla Prima Mostra Sindacale del 1929, dove espone i dipinti Mezzo nudo di donna, Nudo di uomo, Poeta e due ritratti di bimba. Da questo momento inizia ad esporre a tutte le Sindacali del Lazio e ad altre regionali, delle Puglie e della Liguria, e interregionali di Napoli e Milano; i suoi disegni vengono riprodotti su “La Tribuna” e “L’Italia Letteraria”, dandogli un po’ di notorieta'.

Le prime opere di Monti mostrano la ricerca di forme sintetiche e pulite, di una composizione sobria dal disegno equilibrato ed essenziale.

Una sera del 1931 mentre lavora in un’aula del  Circolo Artistico, dove allora frequentava la Scuola Libera del nudo, viene chiamato al telefono. Giunto all’apparecchio lo trova occupato da una giovane italo-americana, causa dell’equivoco l’omonimia. Rolando conosce cosi' Nancy Monti, che sposera' nel 1937 e da cui nel 1939 avra' il figlio Paolo; sara' sua compagna e modella per tutta la vita.

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Nel 1931 e' ancora Oppo, allora segretario della Quadriennale d’arte di Roma, ad invitare l’artista cortonese alla prima edizione della rassegna romana, dove lo segnala acquistando personalmente il dipinto Mazzo di rose. In questa occasione Carena gli presenta Emanuele Cavalli e Giuseppe Capogrossi, ai quali Monti si lega profondamente: “Alla base della nostra amicizia stava la stima reciproca, affinita' di carattere e di gusti ed il comune desiderio di evadere dal clima artistico del momento” (3). Al gruppo si aggiunge ben presto anche Fausto Pirandello, tornato da Parigi. Meno quest’ultimo, che abitava nei pressi di piazza Fiume, avevano tutti studio e casa nel quartiere Prati e percio' spesso si ritrovavano la sera in un’osteria in via Cola di Rienzo, a scambiarsi pensieri ed esperienze sulla pittura.

Da questo sodalizio prese vita una ricerca artistica comune, che intendeva conferire al colore la massima funzione espressiva, affidandogli la costruzione dell’oggetto; le opere frutto di questa ricerca furono esposte per la prima volta nel 1932, alla Terza mostra del Sindacato fascista Belle Arti del Lazio, dove Monti presenta dipinti che rivelano lo sguardo attento e affettuoso che rivolge al suo mondo quotidiano,  come Il vecchio fonditore (4), Vasetto con rose, Fiori di carta, Sposalizio (5), Mezzo nudo, Ritratto di bimba e il disegno Paesaggio delle Sette Sale.

Il gruppo, presto battezzato dalla critica “pittori tonali romani”, partecipa da quel momento a tutte le rassegne nazionali d’arte.

Nel 1935 aderisce anche Roberto Melli, che gia' dal 1934 aveva rapporti con Monti; in un paio di lettere di quell’anno propone a Rolando di entrare a far parte del comitato di redazione di una rivista che doveva divenire “un organo che si impegni di lasciare un’orma profonda e susciti universale, attuale interesse e possa accentrare il diritto di chiarire i fatti tutti dell’arte” (6). Nel 1935 il gruppo espone a Bari alla Mostra dei Pittori Tonali Romani: Capogrossi, Cavalli, Melli, Monti (7).

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Nel dicembre del 1932 Monti aveva avuto la sua prima personale a Rapallo (8), dove aveva esposto, oltre a quello del commediografo Kempner, il ritratto di Ezra Pound, pubblicato nel 1933 su “The New York Times Book Review”. Il rapporto con il poeta statunitense divenne di anno in anno piu' profondo, tanto che Pound chiese a Rolando di eseguire anche il ritratto di suo padre e sua madre; di quest’ultimo pero' fu fatto solo il disegno preparatorio. La corrispondenza tra i due ben esprime il burbero affetto del poeta verso il giovane artista, al quale, senza alcuna traccia di paternalismo, dispensa consigli e appoggio (9).

Durante gli anni trenta Monti stringe amicizia anche con Elsa Morante, Alberto Moravia, Romeo Lucchese, Cesare Zavattini, Mario Soldati. A Rapallo frequenta, oltre al gia' citato Pound, Kokoschka (con il quale partecipa a una collettiva nella cittadina ligure nel 1933 (10)), Moses Levy ed Enrico Paulucci.

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Dopo aver partecipato all’edizione del 1931, Monti e' sempre presente alla Quadriennale di Roma; nel 1935 vi espone i dipinti Natura morta, Ritratto di donna e Rapallo in settembre.

Nel 1936 riscuote grandi consensi nella sua prima importante mostra personale alla Galleria La Cometa di Roma (11), con un’introduzione in catalogo di Libero de Libero.

Nel 1937 realizza, in collaborazione con l’architetto Vinicio Paladini, due grandi decorazioni murali per la Mostra del Tessile Nazionale e l’anno successivo esegue una tempera murale, il cosiddetto “quadro del Dinosauro”, per la Mostra Autarchica del Minerale Italiano.

Alla VIII Sindacale del Lazio del 1938 espone quattro opere, una delle quali, Donna con ventaglio, viene acquistata dalla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma.

Nel 1939 partecipa alla III Quadriennale e tiene una nuova significativa personale, insieme a Cavalli, alla Galleria La Zecca di Torino, invitato da Felice Casorati ed Enrico Paulucci; in questa occasione espone i dipinti Meriggio, Golfo di Rapallo, Maglia verde, Popolane in riposo e Pesca di notte.

Si tratta di opere che mostrano la maturita' del linguaggio pittorico dell’artista, la cui originaria disposizione di colorista, nella rappresentazione di oggetti scelti spesso per la loro funzione cromatica, risolve i problemi di rapporto tonale con una tavolozza raffinata quanto pulita. Nella loro semplicita' di impostazione, questi dipinti ben esprimono la partecipazione emotiva dell’autore, la sua profonda vena di trattenuto ma schietto lirismo, lontano da ogni costruzione intellettuale. Secondo quanto scritto da Monti a Marcello Venturoli all’inizio del 1960, quella con Cavalli a Torino sarebbe stata l’ultima mostra degli artisti tonali (12).

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In seguito all’emanazione delle leggi razziali aiuta l’amico Melli, tagliato fuori dai circuiti ufficiali in quanto di origine ebraica, riuscendo a far acquistare a Bottai alcune sue opere. Lo stesso Monti, allo scoppio della guerra, si trova in difficolta': temendo ritorsioni verso la moglie italoamericana ed  il figlio Paolo, lascia Roma per un periodo, trasferendosi con la famiglia in un paese dell’Umbria, presso uno zio.

Partecipa al II Premio Bergamo nel 1940 con l’opera Meriggio e, nello stesso anno, la Galleria nazionale d’arte moderna acquisisce il dipinto Natura morta (Mele e arance) (13). Ancora nel 1940 vince la cattedra di Figura disegnata presso il Liceo Artistico di Roma, iniziando la carriera di appassionato insegnante che lo accompagnera' per il resto della vita.

Nella primavera del 1942 partecipa con 23 opere alla LIV Mostra della Galleria di Roma insieme a Franco Gentilini, Aldo Natili, Giovanni Stradone e Marino Mazzacurati. Direttore della mostra e' Orazio Amato, consiglieri Antonio Maraini, Enrico Del Debbio, Antonio Giulio Bragaglia e Palma Bucarelli; la Galleria nazionale d’arte moderna in questa occasione acquista l’olio su tela La cava e, l’anno successivo alla IV Quadriennale, a conferma dell’interesse verso l’artista, Semprevivi. Alla IV Quadriennale gli viene acquistato anche il dipinto Un cartoccio d’uva, stavolta dal Comune di Roma.

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Espone nel 1947 alla Kunsthalle di Berna. Il 1948 e' un anno ricco di importanti avvenimenti per Rolando Monti: diviene membro dell’Art Club; espone tre opere, Paolo, Frutta, Il Poggiolo, alla Quadriennale che si svolge alla Galleria nazionale d’arte moderna; e' invitato al Premio Michetti di Francavilla a Mare, alla mostra milanese Del Dono d’Arte e del Dono per l’Arte e ad una collettiva a Johannesburg; un suo dipinto, In giardino, e' presentato alla Biennale di Venezia.

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Nel quadro dell’animato dibattito che vedeva artisti e critici schierati su fronti opposti riguardo l’arte astratta Rolando Monti, coerentemente con il suo primo orientamento, sceglie l’opposizione al dilagare dell’arte non figurativa, pur se in quegli anni egli stesso inizia una profonda riflessione sull’arte fauve e cubista e in particolare sull’opera di Matisse. In questa ottica prende parte programmaticamente all’esposizione alla Galleria Giosi del dicembre 1948 (che sara' riproposta nel 1951 alla Galleria Vigna Nuova di Firenze) insieme a Gentilini, Emilio Greco, Giovanni Omiccioli, Francesco Perotti, Pirandello, Domenico Purificato, Stradone, Orfeo Tamburi e Alberto Ziveri; la Galleria nazionale d’arte moderna acquista una delle sue opere esposte, Donna che beve in una tazza.

La mostra non manca di suscitare polemiche. In seguito ad un articolo di Virgilio Guzzi su “Il Tempo”, infatti, gli artisti espositori sfidano il critico a duello: Gentilini nomina come secondi gli scrittori De Angelis e De Begnac, Monti il pittore Cena e l’arch. Sirabella, Purificato i giornalisti Greci e Pugliese, Guzzi invita a rappresentarlo Pirandello (sostituito, in quanto parte in causa, dal giornalista de “Il Tempo” Schiro') e Bertoletti; mentre e' in atto la polemica Stradone espone alla Giosi un dipinto raffigurante un camaleonte antropomorfo, il cui volto ha i lineamenti di Guzzi.  La querelle, che sara' alla ribalta sulla carta stampata fino alla fine del gennaio 1949, si risolvera' con la stesura di un documento chiarificatore in accordo tra le parti (14).

Anche la radio si occupo' della questione: il 3 febbraio 1949 va in onda “Il Salotto di Buonincontro”, a cura di Anna Maria Romagnoli Meschini, a cui sono invitati Monti, Pirandello, Purificato e Stradone affinche' chiariscano il proprio pensiero; gli stessi artisti, insieme a Greco, Omiccioli, Gentilini e Alberto Ziveri, sono intervistati una settimana dopo in un bar romano (15).

Nel 1949 e' invitato ad esporre a Praga, alla Mostra della giovane arte italiana, e partecipa al Premio Taranto.

Con il contributo del Ministero della Pubblica Istruzione, nel 1950 compie un viaggio di studio a Parigi, in Belgio e in Olanda; nello stesso anno partecipa alla stesura del regolamento della VI Quadriennale.

Nel 1950 e' premiato al I giro d’Italia della pittura contemporanea, organizzato dalla Galleria Cairola di Milano e l’editore De Luca gli dedica una monografia con una introduzione di Guglielmo Petroni e una nota di Cavalli.

Ancora nel 1950 partecipa alla mostra annuale dell’Art Club, presso la Galleria nazionale d’arte moderna dal 22 aprile al 15 maggio, col dipinto Interno, e alla XXV Biennale di Venezia con l’olio Bagnante a riposo.

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Nella prima metà degli anni Cinquanta le opere di Monti affrontano un tema che restera' a lungo privilegiato nella sua poetica: il mare e il paesaggio ligure. Una serie di esposizioni accoglie questi dipinti, che mostrano l’elaborazione di un linguaggio pittorico neocubista, attento all’uso del colore.

Nel marzo 1951 ha una personale allo Studio d’arte Palma con un’introduzione di Giorgio Caproni; sono per lo piu' opere ispirate al mondo ligure, come Primi bagni, Sirena, Lezione di nuoto, Porto di Rapallo, Tetti liguri, Pescherecci in porto, cosi' come i dipinti che espone al Palazzetto Venezia nello stesso anno e nell’aprile del 1952 alla Galleria Il Pincio, con una premessa e una poesia di Giorgio Caproni a corredo del catalogo.

Nel 1952 partecipa alla mostra Fantuzzi Monti Purificato Omiccioli Vangelli alla Galleria Medea di Napoli ed espone cinque opere, Lezione di nuoto, Nuotatore, Uomo sulla riva, Bagnante al sole e Colloquio, alla XXVI Biennale di Venezia, in una sala con Monachesi, Omiccioli e Greco.

L’anno successivo concorre al Premio Fiorino con i dipinti Donne sulla spiaggia e Tra le rocce e al Premio Manerbio con Pesca subacquea; partecipa alla Mostra del Fiore alla Galleria Giosi con due opere, ha una personale alla Galleria Genova di Genova e alla Galleria Vigna Nuova, con una introduzione di Ferruccio Ulivi.

Nel 1954 espone alla Galleria La Fontanella, nella collettiva dedicata alle Fontane di Roma, e alla XXVII Biennale di Venezia con i dipinti Caffe' Rapallo, Nascita di Venere, La sirena, Venditrice di limoni, Gioco alla morra.

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Monti inizia ad eseguire dal 1954 complessi cicli decorativi con la tecnica della vetrata, continuando la propria ricerca artistica attraverso questo nuovo peculiare mezzo di espressione; tra le realizzazioni piu' importanti sono da ricordare quelle per le chiese romane di Santa Prassede, nel 1955 e nel 1958, e San Giovanni Bosco, 1964; le imponenti vetrate per la chiesa di Santa Caterina a Cagliari del 1961-'62 e la Via Crucis per il Centro Traumatologico Ortopedico di Torino del 1965.

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Nel 1955 concorre con l’opera Sole a Rapallo al III Premio di pittura Esso. Nello stesso anno tiene la personale Tempere liguri alla Galleria La Medusa, introdotto in catalogo da Giancarlo Vigorelli; partecipa alla I Mostra degli artisti di Roma e Provincia al Palazzo delle Esposizioni e, con tre opere, alla Premiere Biennale de la Mediterranee ad Alessandria d’Egitto, dove viene premiato. Ancora nel 1955 espone alla VII Quadriennale i dipinti Rapallo, Crepuscolo in Riviera, Donna con collana, Rocce, mare e bagnanti, Nancy, Bagnanti, Adolescente, L’annegata e Donna con fiori, che viene acquistato in questa occasione dalla Galleria nazionale d’arte moderna.

Nel 1957, con il dipinto Fiori, si aggiudica il I Premio nazionale di Pittura Pineta di Linguaglossa.

Nel 1958 ha importanti personali in diverse gallerie: a Roma alla Galleria Alibert, a Milano alla Galleria San Fedele, presentato in catalogo da Nicola Ciarletta e Vittorio G. Rossi, e a Napoli alla Galleria del Ponte.

Nella seconda meta' degli anni Cinquanta, attraverso un passaggio che lo stesso artista definira' “un trauma, un trauma doloroso ma forse preparato da tanti anni dedicati a problemi gia' ‘astratti’: lo spazio luce di Piero della Francesca, il ‘tono’, la resa assoluta della figura e del paesaggio” (16), Monti approda definitivamente a una pittura astratta. Sono olii dalla forte matrice materica e gestuale, in linea con le contemporanee esperienze informali. I dipinti frutto di questa nuova ricerca, Superficie, litorale, Composizione, Geologica, Composizione sono presentati nel 1959 alla VIII Quadriennale, introdotti in catalogo da Annamaria Marchesini, che cosi' individua il filo rosso che lega l’intera poetica di Monti: “e' un fondamentale naturalismo, ogni opera infatti nasce da una sensazione o emozione ricevuta, da un incontro e un colloquio dell’artista con la realta'. (...) il suo mondo pittorico e' ancora un mondo di colore: ma questo colore si e' fatto materia, macchia, grumo, spessa stratificazione di toni e di timbri, perche' si realizzi un nuovo piu' profondo rapporto con la realta': un rapporto cioe' che vada al di la' delle mere apparenze” (17).

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Nel 1960 Monti partecipa al Premio nazionale di paesaggio Autostrada del Sole, organizzato dalla Quadriennale al Palazzo delle Esposizioni, con l’opera Viadotto sul torrente Fiumetto, che mostra un nuovo consolidarsi del colore in forme geometriche; nello stesso anno e' presente alla XIV edizione del Premio Michetti.

Nel 1963 partecipa con la tempera Dipinto n. 3, fuori concorso, alla IV Rassegna di arti figurative di Roma e del Lazio al Palazzo delle Esposizioni e l’anno successivo al IX Premio Termoli con altre due tempere, Composizione n. 1 e Composizione n. 2.

Nel 1965 e' invitato con cinque opere alla V Rassegna di arti figurative di Roma e del Lazio e partecipa alla mostra Arte italiana a New York.

Dalla fine del 1965 la produzione pittorica di Monti e' caratterizzata da opere astratto-geometriche, per lo piu' eseguite a tempera, esposte per la prima volta alla IX Quadriennale (Struttura policroma, Esterno, Ore di Rapallo, Organico, Ricordo).

Nel 1966 e' al XVII Premio Avezzano e, con Struttura policroma, all’XI Premio Termoli.

Nel 1967 viene nominato docente all’Accademia di Belle Arti di Roma.

E’ premiato alla VI Rassegna di arti figurative di Roma e del Lazio del 1968, dove e' presente con le opere Nuovi Riti e due composizioni.

Nel 1969 e' premiato alla XIV edizione del Premio Termoli ed ha una importante personale, Ipotesi di spazio, presso la Galleria Il Cerchio, con una presentazione in catalogo di Giulio Carlo Argan, testi di Germano Biringhelli, Giuseppe Gatt, Nello Ponente, Giorgio Tempesti e Italo Tomassoni. Si tratta di ventidue tempere astratto-geometriche, tra cui Forma tettonica, Due campi, Cunei al quadrato, omaggio a De Stijl, Tensioni, Scacco alla Res, rigorosamente impostate sulla costruzione ritmica dello spazio, in cui anche il colore, come spiega lo stesso artista, e' inteso come “entita' spaziale” (18).

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Nel 1971 partecipa con il dipinto Crepe al XVI Premio Termoli e consegue con Sole sul golfo di Rapallo n. 1 il primo premio al Concorso nazionale di pittura Inadel.

L’anno successivo espone Omaggio a Ezra Pound e Composizione su due piani n. 3 e n. 5 alla X Quadriennale, nella sezione Situazione dell’arte non figurativa.

Nei primi anni Settanta Monti e' presente in diverse collettive, a Roma, Perugia, Portofino, Messina, Reggio Calabria, insieme ad artisti quali Luigi Boille, Aldo Calo', Franco Cannilla, Edgardo Mannucci, Achille Pace e Giulio Turcato.

Nel 1974 la XIX edizione del Premio Termoli gli dedica una mostra personale, dove sono esposte le tempere della meta' degli anni Sessanta e opere rappresentative dell’ultima ricerca di Monti, dipinti ad olio e a tempera su canapa, spesso giocate sul contrasto tra la matericita' del colore e la texture della tela. il catalogo e' presentato da Girolamo La Penna, con scritti di Argan, Gatt, Pace, Ponente, Vivaldi e Lorenza Trucchi. Nello stesso anno ha una personale alla Galleria SM 13, con una presentazione di Gatt e Trucchi.

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Dalla fine degli anni Settanta Monti sperimenta una nuova tecnica, impostata sul dialogo tra due piani pittorici, costituiti da una leggera tela di canapa sospesa su di una tavola o un’altra tela; l’artista a volte ricava delle smagliature nel tessuto di canapa, creando ulteriori effetti di trasparenza e di volume. Questa ricerca della resa di quella che l’artista definisce “terza dimensione” (19), verra' approfondita da Monti in opere realizzate dai primi anni Ottanta.

Ha una personale alla Galleria SchemaZ nel 1980, dove sono presenti, tra le altre opere, Grafico mentale, Su due piani, Avventura spaziale e Colloquio.

Nel 1982 l’Ente Premi gli dedica a Palazzo Barberini una vasta antologica, costituita da centodieci opere; il catalogo, con una premessa di Giovanni Sangiorgi, e' presentato da Petroni.

Nel 1987 Monti dona alla sua citta' natale una selezione di dieci opere destinate alla nascente raccolta d’arte moderna cittadina.

Nel 1989 alla Galleria Incontro d’arte ha la personale Olii, tempere, disegni 1930-1957, a cura di Maurizio Fagiolo dell’Arco, con una testimonianza di Virgilio Guzzi in catalogo.

Rolando Monti si spegne a Roma il 21 marzo 1991.

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Note

1. Dattiloscritto autobiografico conservato presso l’Archivio Rolando Monti.

2. Ibidem.

3. Manoscritto conservato presso l’Archivio Rolando Monti.

4. “Er vecchio Garibardi, barbutissimo e dall’aspetto feroce: fondeva continuamente metalli dalle piu' strane provenienze. Ricordo che aveva una certa predilezione per la stagnola dei miei tubetti di colore”. Dattiloscritto autobiografico conservato presso l’Archivio Rolando Monti, cit.

5. Opera distrutta dall’artista a seguito delle critiche ricevute dalla critica dell’epoca. A. Francini, La Terza Mostra del Sindacato Laziale,  “L’Italia Letteraria”, 13 marzo 1932.

6. Lettera di Melli a Monti del 23 ottobre 1934. Lettera di Melli a Monti  del 14 agosto 1934: “Di una sola cosa mi raccomando: di restare uniti in questo proposito di fare la rivista, perche' si deve fare e deve riuscire ad essere sino dal principio una voce profonda”.

7. D. Caputi, Mostra dei Pittori Tonali Romani: Capogrossi, Cavalli, Melli, Monti, in “Quadrivio”, 2 giugno 1935.

8. Gino Saviotti, La mostra del pittore Rolando Monti, “Il Mare”, 31 dicembre 1932. “La mia - dice fermamente il Monti - e' una pittura sintetica puramente tonale, che tende con ogni sforzo verso il risultato assoluto. E’ principalmente una risultanza di tono su tono, che non tradisce la realta', ma non ne sia neppure schiava”.

9. Lettere di Ezra Pound a Rolando Monti del 7 giugno 1936 e del 2 aprile 1938.

10. A. P., Una mostra d’arte sul mare, “Il Secolo XIX”, I settembre 1933; L’inaugurazione della I Mostra d’Arte di Rapallo, “Giornale di Genova”, 2 settembre 1933.

11. G. Peyrot in “Roma”, 24 dicembre 1936; G. Prosperi, Rolando Monti alla Cometa, “Il Piccolo”, 29 dicembre 1936; C. E. Oppo, “La tribuna”, 9 febbraio 1937.

12. Lettera di Rolando Monti a Marcello Venturoli, Archivio Rolando Monti.

13. R. Guttuso, La mostra degli squadristi, in “Il Corriere delle Arti”: “In un ordine tra materiale e lirico sta la pittura di Rolando Monti, sviluppandosi, e rimasto sino a un certo punto, aderente, a quel clima che, per intenderci, diremo di tonalismo romano. Ma Monti vi aggiunse sempre, ed oggi mi pare piu' chiaramente, una sua certa bonarieta' o distrazione fantastica che lo porta ad uscire dal rigore mentale che in Capogrossi o in Melli raggiunge una perentoria assolutezza, verso una minore precisione stilistica ma anche verso una piu' affettuosa ed umana considerazione delle cose. Per cui il colore si addolcisce (si veda la bella natura morta di frutta), la materia prende un movimento leggermente sensuale e la pennellata acquista piu' lirica liberta' (“Grottesco”, “Flora”)”.

14. I pittori come al cinema, “Il Quotidiano”, 4 gennaio 1949;  Pennarosa, Giorni pari giorni dispari, “La Repubblica”, 5 gennaio 1949;  P., Giorni pari giorni dispari, “La Repubblica”, 6 gennaio 1949; D. Quattrassi, 10 pittori lancia in resta contro un critico, “La Repubblica”, 9 gennaio 1949;  E. Francia, Pittori a duello, “Il Popolo”, 12 gennaio 1949;  Pennadorica, Giorni pari giorni dispari, “La Repubblica”, 12 gennaio 1949; D. Calcagno, Inferno di pittori, “La settimana Incom”, 15 gennaio 1949; I. Pellicano, Mancato il duello tra penna e pennello, “La Tribuna Illustrata”, 23 gennaio 1949.

15. “Radiocorriere. Settimanale della radio italiana”, 13-19 febbraio 1949.

16. V. Rivosecchi, Visite ad artisti: Rolando Monti, in “Next”, a. V, n. 15, settembre-novembre 1989, pp. 17-18.

17. VIII Quadriennale nazionale d’arte di Roma, catalogo della mostra, Roma, Palazzo delle Esposizioni, dicembre 1959 - aprile 1960, De Luca editore, Roma 1959, n. 3, p. 205.

18. R. Monti in G. C. Argan, Rolando Monti, estratto da “AL 2”, a. III, nn. 6-7, giugno-luglio 1969, Roma 1969, p. 43.

19. V. Rivosecchi, Visite ad artisti: Rolando Monti, in “Next”, a. V, n. 15, settembre - novembre 1989, pp. 17-18.

 
7. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Aldo Carotenuto (a cura di), Dizionario Bompiani degli psicologi contemporanei, Bompiani, Milano 1992, pp. 308.
- Umberto Galimberti, Enciclopedia di psicologia, Utet, Torino 1992 (col titolo Dizionario di psicologia), Garzanti MIlano 1999, 2003, pp. XIV + 1248.
- Istituto Gramsci, Psicologia, psichiatria e rapporti di potere, Editori Riuniti, Roma 1971, 1974, pp. 280.
- Luciano Mecacci, Storia della psicologia del Novecento, Laterza, Roma-Bari 1992, 1998, pp. XII + 558.
- Silvia Vegetti Finzi, Storia della psicoanalisi, Mondadori, Milano 1986, 1994, pp. XIV + 454.
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Riedizioni
- Paul Davies, Dio e la nuova fisica. La mente di Dio, Mondadori, Milano 1984-1993, 2010, pp. 632, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
- Luciano Mecacci, Psicologia e psicoanalisi nella cultura italiana del Novecento, Laterza, Roma-Bari 1998, 2010, Il sole 24 ore, Milano 2010, pp. VI + 106, euro 9,90.
- Knut Wicksell, Interesse monetario e prezzi dei beni, Utet, Torino 1975, 2005, De Agostini - Il sole 24 ore, Novara-Milano 2010, pp. 402, euro 12,90.
 
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
10. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 185 del 9 maggio 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
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