Telegrammi. 178
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- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 2 May 2010 01:16:01 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 178 del 2 maggio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche
della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. Viterbo ha reso omaggio ad Alfio Pannega
2. Opporsi sempre alla guerra e al razzismo
3. "Azione nonviolenta" di maggio 2010
4. Anna
Grazia Casieri: Claude Levi-Strauss e l'antropologia strutturale (parte terza e
conclusiva)
5.
Marco Ambrosini presenta "L'euro solidale. Una carta d'intenti per la finanza
etica" di Elisa Baldessone, Marco Ghiberti, Gianluca Viaggi
6. Oggi
a Viterbo
7.
Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento
Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. LUTTI. VITERBO HA RESO OMAGGIO AD ALFIO
PANNEGA
Presso il cimitero di Viterbo sabato primo maggio
si e' svolta la cerimonia laica con cui e' stato dato l'estremo saluto della
citta' ad Alfio Pannega.
Centinaia di cittadini (e tra essi le massime
rappresentanze delle istituzioni locali e dei movimenti democratici) e le
persone che hanno condiviso con lui l'esperienza del centro sociale occupato
autogestito "Valle Faul" hanno reso omaggio al poeta e
all'antifascista, una delle figure piu' luminose e indimenticabili di
Viterbo, deceduto ottantaquattrenne nella notte tra giovedi' e
venerdi'.
2. EDITORIALE. OPPORSI SEMPRE ALLA GUERRA E AL RAZZISMO
Opporsi sempre alla guerra e al razzismo.
Costruire ogni giorno la pace e la solidarieta'.
Difendere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
3. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI MAGGIO
2010
E' uscito il numero di maggio 2010 di "Azione
nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel
1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della
nonviolenza in Italia e nel mondo.
In questo numero: Tariffe postali e liberta' di
stampa, di Mao Valpiana; Praticare appartenenze multiple come baluardo contro
ottusita' e razzismo, di Elena Buccoliero; Appartenenze plurime ed identita'
molteplici per un progetto politico-culturale di citta' aperta, di Rocco Pompeo;
Un percorso sulla legalita' come pratica di partecipazione sociale, di Lorenzo
Porta; Nel centenario di Tolstoj, il piu' grande apostolo della nonviolenza, di
Gloria Gazzeri; Dall'educazione alla formazione, il percorso pedagogico di
Tolstoj, di Antonio Vigilante. Le rubriche: Economia. Un albero per salvare la citta' condannata, a cura di Paolo Macina; Educazione. La convivenza s’impara, lettura pedagogica dell’opera di Langer, a cura di Pasquale Pugliese; Osservatorio internazionale. Un anno cruciale per il disarmo nucleare, a cura di Caterina Bianciardi e Ilaria Nannetti; Per esempio. Mani di donna per fermare il deserto, a cura di Maria G. Di Rienzo; Cinema. La verita' oltraggiata vista dai piu' deboli, a cura di Enrico Pompeo; Libri. Un protagonista della storia dell’obiezione di coscienza, a cura di Sergio Albesano; Granello di senape. Da un Dio violento alla misericordia di Gesu', a cura di Enrico Peyretti; Il calice. Ripartire dalle foglie morte, a cura di Christoph Baker; Lettere. Il vegetarianesimo e la Chiesa cattolica, di Beppe Marasso; Campi estivi Mir - Movimento Nonviolento e iniziative alla Casa per la Pace di Ghilarza, a cura della redazione. In copertina: Per la citta' aperta. In seconda: Indice. In terza di copertina: Materiale disponibile. In ultima: L’ultima di Biani, Noi ascoltiamo la gente. Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'". 4. PROFILI. ANNA GRAZIA CASIERI: CLAUDE LEVI-STRAUSS E L'ANTROPOLOGIA STRUTTURALE (PARTE TERZA E CONCLUSIVA) [Ringraziamo Anna Grazia Casieri (per contatti: annagraziacasieri at yahoo.it) per averci messo a disposizione il seguente saggio redatto nel dicembre 2009 nell'ambito del corso "Elementi di antropologia culturale" presso la Facolta' teologica pugliese, Istituto superiore di scienze religiose "Giovanni Paolo II" di Foggia. Suor Anna
Grazia Casieri, della congregazione delle murialdine, gia' missionaria in
Messico, impegnata in attivita' educative e di solidarieta', insegna nella
scuola pubblica a
Foggia.
Claude Levi-Strauss, nato a Bruxelles nel 1908 da genitori francesi (la
famiglia rientra a Parigi nel 1909), forse il maggior antropologo nel Novecento.
Laureato in filosofia, nel 1934 accetta la proposta di una cattedra di
sociologia all'Universita' di Sao Paulo in Brasile, dove giunge nel 1935 e
svolge la sua prima missione etnografica tra i Caduveo e i Bororo; nel 1938
seconda spedizione etnografica tra i Nambikwara e i Tupi-Kawahib. Nel 1941 e'
alla New School for Social Research di New York; nel '42 conosce il linguista
Roman Jakobson. Tornato in Francia dopo la guerra, nel 1948 e' ricercatore al
Cnrs. Nel 1950 e' in india e in Pakistan per l'Unesco; ottiene una cattedra
all'Ecole Pratique des Hautes Etudes. Nel 1960 al College de France. Nel 1973 e'
eletto all'Academie Francaise. E' deceduto nel 2009. La sua opera e' tra le
fondamentali del XX secolo. Tra le opere di Claude Levi-Strauss: La vita
familiare e sociale degli indiani Nambikwara (1948), Einaudi; Le strutture
elementari della parentela (1949), Feltrinelli; Razza e storia (1952), Einaudi;
Tristi tropici (1955), il Saggiatore, poi Mondadori; Antropologia strutturale
(1958), Il Saggiatore, poi Mondadori; Il totemismo oggi (1962), Feltrinelli; Il
pensiero selvaggio (1962), Il Saggiatore; i quattro volumi delle Mythologiques:
Il crudo e il cotto (1964), Il Saggiatore, poi Mondadori; Dal miele alle ceneri
(1966), Il Saggiatore, poi Mondadori; L'origine delle buone maniere a tavola
(1968), Il Saggiatore; L'uomo nudo (1970), Il Saggiatore; Antropologia
strutturale due (1973), Il Saggiatore; La via delle maschere (1975), Einaudi;
Mito e significato (1979), Il Saggiatore; Lo sguardo da lontano (1983), Einaudi;
Parole date (1984), Einaudi; La vasaia gelosa (1985), Einaudi; De pres et de
loin (1988, nuova ed. 1990); Des symboles et leurs doubles (1989); Storia di
Lince (1991), Einaudi; Guardare, ascoltare, leggere (1993), Il Saggiatore;
Saudades do Brasil (1994), Il Saggiatore. Di notevole importanza anche le
conversazioni con Georges Charbonnier: Primitivi e civilizzati, Rusconi. Opere
su Claude Levi-Strauss: un'agile presentazione con un'antologia essenziale di
testi e' quella di Sergio Moravia, Levi-Strauss e l’antropologia strutturale,
Sansoni, Firenze 1973, 1978; una buona monografia introduttiva e' quella di
Francesco Remotti, Levi-Strauss. Struttura e storia, Einaudi, Torino 1971;
un'altra e' quella di Sergio Moravia, La ragione nascosta. Scienza e filosofia
nel pensiero di Claude Levi-Strauss, Sansoni, Firenze 1969, 1972; piu' recente
e' il volume di Enrico Comba, Introduzione a Levi-Strauss, Laterza, Roma-Bari
2000]
3. Limiti e meriti dello strutturalismo in Levi-Strauss Numerose
sono state le obiezioni mosse al metodo strutturalista. Una
prima obiezione si manifesta ad opera di Geertz, secondo il quale la varieta'
dei costumi e dei sistemi di
pensiero non costituisce una sorta di livello superficiale, oltrepassando
il quale sarebbe possibile cogliere quelle regolarita' astratte che formano il
sistema operativo dello “spirito umano”, bensi' il terreno di lavoro specifico
dell’antropologo. La natura umana e' costituita proprio dalle differenze e
dalla molteplicita' delle esperienze e in questo consiste l’ambito privilegiato
dell’indagine etnografica. Un altro
fronte di critica al metodo strutturalista proviene dagli antropologi di tradizione britannica che hanno reagito
negativamente all’affermazione secondo cui non solo il mito non riflette
necessariamente la realta' sociale in cui e' prodotto, ma spesso ne
rappresenta un’immagine deformata e capovolta. Il lavoro di Strenski, inoltre, mette in luce il rifiuto di Levi-Strauss di attribuire valore teorico a nozioni quali la “religione” o il “sacro”, che costituiscono, invece, il punto centrale della riflessione di Eliade, per ricondurre il pensiero mitico a una modalita' puramente logica di operare della mente umana. Un altro
elemento di critica consiste nel vedere il procedimento levi-straussiano come un
tipo di analisi che opera una scelta sul materiale mitologico, identificando
alcuni elementi pertinenti e trascurandone altri, senza peraltro stabilire con
quali criteri venga operata tale scelta, in questo modo si nega la possibilita'
che i fattori non presi in considerazione possano essere di grande importanza
sociale per il gruppo in cui quei racconti sono stati
creati. Ma, a
prescindere da ogni critica, non possiamo ignorare che l’analisi strutturale ha
fornito un nuovo strumento di analisi comparativa che permette di affrontare lo
studio della mitologia su nuove basi mettendo in luce la profonda unita' di temi
e di motivi che unisce i racconti mitologici delle Americhe, paragonabili alla
mitologia del mondo antico o indoeuropeo (cfr. E. Comba, Introduzione ..., pp.
156-163). Ancora, Levi-Strauss ritiene che la filosofia sia una proficua suscitatrice di problemi: man mano che la storia avanza, la filosofia abbandona progressivamente alla scienza un certo numero di problemi che un tempo erano di sua competenza. Quanto piu' la scienza risolve nuovi problemi, tanto piu' la filosofia ne pone di nuovi. Ma se il compito della filosofia consiste nella prospettazione di problemi che la scienza non ha ancora risolto, ne segue che la filosofia esiste, di volta in volta, sino a che la scienza non sia abbastanza forte da sostituirla, e che la vera filosofia e', in definitiva, la scienza, poiche' essa sola puo' rispondere agli interrogativi suscitati dal pensiero riflesso. Cio' significa che l'antropologia a cui mira Levi-Strauss intende essere scientifica quanto ai metodi, ma non nasconde di avere pretese filosofiche quanto all'oggetto. Dopo
aver posto una scala gerarchica tra etnografia, il lavoro descrittivo che si
compie sul campo, etnologia, la prima tappa del lavoro di sistematizzazione dei
dati, ed antropologia, l’ultima tappa, la piu' generale, del lavoro di
sistematizzazione di dati, affida a quest'ultima il compito di una conoscenza
globale dell'uomo (cfr. G. Fornero, “Filosofia e scienze umane: lo
strutturalismo”, p. 372). Dalla
geologia, dalla psicanalisi e dal marxismo Levi-Strauss ha imparato innanzitutto
a procedere oltre la facciata “superficiale e caotica” dei fatti, per
indirizzarsi verso la loro organizzazione “profonda”, verso quell’insieme di
leggi e di verita' fuori del tempo che risultano in grado di spiegare, e non
solo descrivere, l'essere e il divenire apparentemente arbitrario dei fenomeni
(cfr. ivi, p. 353). L’antropologia,
in quanto scienza, e', per Levi-Strauss, una ricerca di "strutture" al di la'
del vissuto storico e soggettivo. Il modello vero e' la stessa struttura,
alla cui organizzazione i fatti sono oggettivamente sottoposti. Le strutture
abitano nel profondo dell'inconscio e si identificano con quel plesso di forme o
categorie invarianti che governano le opere e i giorni degli individui,
costituendo nel loro insieme lo spirito umano che, persino nelle sue
manifestazioni in apparenza piu' libere, e' sottomesso a costrizioni
rigorosamente determinanti. Il
grande merito del lavoro di Levi-Strauss consiste nell’aver saputo spostare il
centro del dibattito dal piano delle societa' “primitive” a quello piu' generale
dei processi simbolici comuni a tutta l’umanita' (cfr. E. Comba, Introduzione
..., p. 153). Dobbiamo
riconoscere, comunque, che l’opera di Levi-Strauss rivela la consapevolezza che
esistono dei limiti e dei campi ben circoscritti entro cui l’analisi strutturale
puo' esercitare la propria azione. Levi-Strauss stesso indica chiaramente il
campo di pertinenza e i limiti dell’approccio strutturale ad alcuni ambiti
privilegiati della ricerca etnologica, che presentano un certo grado di
strutturazione: “Sono del tutto disposto ad ammettere che vi sono, nell’insieme
delle attivita' umane, dei livelli che sono strutturabili e altri che non lo
sono. Io scelgo delle classi di fenomeni, dei tipi di societa', dove il metodo
sia redditizio” (cit. in M. Henaff, Claude Levi-Strauss, Belfond, Paris 1991, p.
15). L’eredita'
piu' importante che l’opera di Levi-Strauss ha lasciato alle scienze umane
potrebbe consistere nell’esigenza di elaborare dei sistemi di riflessione che
consentano di varcare i confini tra lingue, culture, tradizioni diverse, di
costruire uno strumento di dialogo tra le culture e le forme di articolazione
della vita sociale proprie di specifici gruppi umani, che non dipenda unicamente
dai rapporti storici e che consenta alle scienze dell’uomo di percorrere la
diversita' delle realizzazioni locali e, al tempo stesso, di riconoscerne
l’unita' e l’universalita' (cfr. E. Comba, Introduzione ..., pp.
162-163).
5.
LIBRI. MARCO AMBROSINI PRESENTA "L'EURO SOLIDALE. UNA CARTA D'INTENTI PER LA
FINANZA ETICA" DI ELISA BALDESSONE, MARCO GHIBERTI, GIANLUCA VIAGGI
[Ringraziamo Marco
Ambrosini (per contatti: agrcasetta at inventati.org) per questa
recensione.
Marco
Ambrosini vive e lavora nel viterbese e fa parte della redazione
di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza
nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a
Viterbo] Elisa
Baldessone, Marco Ghiberti, Gianluca Viaggi, L’euro solidale. Una carta
d’intenti per la finanza etica, Emi, Bologna 2000.
*
Gli
autori
Elisa
Baldessone e' laureata in scienze politiche con una tesi sul credito
informale e il suo impatto sullo sviluppo delle popolazioni rurali in Bolivia;
nel 1997 ha lavorato come volontaria con l’ong Acra in Bolivia; e'
collaboratrice dell’Associazione finanza etica (Afe).
Marco
Ghiberti, presidente dell’Associazione finanza etica e' esperto di vari
settori della finanza etica; ha collaborato alla stesura di Finanza etica e
impresa sociale. I valori come fattori competitivi, Il Mulino, Bologna
2000.
Gianluca Viaggi, vicepresidente dell’Associazione finanza etica, opera da
anni nell'ong Mani Tese del cui consiglio nazionale fa parte.
*
Il
libro
Questo
agile opuscolo e' una guida semplice e chiara, una base per iniziare a
porsi delle domande su un piu' etico utilizzo del denaro.
Si
spiega come puo' esistere un’economia che si opponga al neoliberismo selvaggio
degli attuali rapporti di scambio contrapponendo al sistema dominante una
finanza che non valuta solo l’aspetto economico delle operazioni, quindi le sole
garanzie patrimoniali, ma valuta anche la responsabilita' sociale ed ambientale
“introducendo nell’istruttoria economica criteri di riferimento basati sulla
promozione dello sviluppo umano e sulla responsabilita' sociale e ambientale”
(p. 24).
Nel
testo si parla di garanzie personali, di categoria o di comunita' che consentono
l’accesso al credito alle fasce piu' deboli della popolazione attraverso la
formula del microcredito: “il microcredito consiste nell’esborso di piccoli
prestiti a gruppi di persone che non hanno nessuna garanzia se non la coesione
sociale. I prestiti devono essere restituiti entro il termine stabilito (di
solito pochi mesi) e a un tasso d’interesse in genere relativamente basso. Il
prestito viene concesso al gruppo e i membri si dividono equamente la somma: se
una persona non restituisce in tempo, scatta il meccanismo del controllo
sociale, ossia gli altri membri del gruppo esercitano una forte pressione
sull’individuo, affinche' estingua il debito, poiche' sanno che se anche uno
solo di loro e' moroso, tutto il gruppo non potra' ricevere il prestito
successivo” (p. 65).
Speriamo che la finanza etica non rischi di diventare un modo
per colmare delle lacune del mercato convenzionale indebitando le fasce sociali
piu' deboli ed impoverite, che tali sono appunto per l’operare di un
sistema economico fondato sullo sfruttamento e la violenza sugli esseri umani e
sulla natura.
*
Un estratto
Il libro reca anche un "Manifesto della finanza
etica" che testualmente recita: "La finanza
eticamente orientata:
1. Ritiene che il credito, in
tutte le sue forme, sia un diritto umano. Non discrimina tra i destinatari degli
impieghi sulla base del sesso, dell'etnia o della religione, e neanche sulla
base del patrimonio, curando percio' i diritti dei poveri e degli emarginati.
Finanzia quindi attivita' di promozione umana, sociale e ambientale, valutando i
progetti col duplice criterio della vitalita' economica e dell'utilita' sociale.
Le garanzie sui crediti sono un'altra forma con cui i partner si assumono la
responsabilita' dei progetti finanziati. La finanza etica valuta altrettanto
valide, al pari delle garanzie di tipo patrimoniale, quelle forme di garanzia
personali, di categoria o di comunita' che consentono l'accesso al credito anche
alle fasce piu' deboli della popolazione.
2. Considera l'efficienza una componente della responsabilita' etica.
Non e' una forma di beneficienza: e' un'attivita' economicamente
vitale che intende essere socialmente utile. L'assunzione di responsabilita',
sia nel mettere a disposizione il proprio risparmio sia nel farne un uso che
consenta di conservarne il valore, e' il fondamento di una partnership tra
soggetti con pari dignita'.
3. Non
ritiene legittimo l'arricchimento basato sul solo possesso e scambio di denaro.
Il tasso di interesse, in questo contesto, e' una misura di efficienza
nell'utilizzo del risparmio, una misura dell'impegno a salvaguardare le risorse
messe a disposizione dai risparmiatori e a farle fruttare in progetti vitali. Di
conseguenza il tasso di interesse, il rendimento del risparmio, e' diverso
da zero ma deve essere mantenuto il piu' basso possibile, sulla base delle
valutazioni sia economiche che sociali ed etiche.
4. E'
trasparente. L'intermediario finanziario etico ha il dovere di trattare con
riservatezza le informazioni sui risparmiatori di cui entra in possesso nel
corso della sua attivita', tuttavia il rapporto trasparente con il cliente
impone la nominativita' dei risparmi. I depositanti hanno il diritto di
conoscere i processi di funzionamento dell'istituzione finanziaria e le sue
decisioni di impiego e di investimento. Sara' cura dell'intermediario eticamente
orientato mettere a disposizione gli opportuni canali informativi per garantire
la trasparenza sulla sua attivita'.
5. Prevede la partecipazione alle scelte importanti dell'impresa non solo da
parte dei soci ma anche dei risparmiatori. Le forme possono comprendere sia
meccanismi diretti di indicazione delle preferenze nella destinazione dei fondi,
sia meccanismi democratici di partecipazione alle decisioni. La finanza etica in
questo modo si fa promotrice di democrazia economica.
6. Ha come criteri di riferimento per gli impieghi la responsabilita' sociale e ambientale. Individua i campi di impiego, ed eventualmente alcuni campi preferenziali, introducendo nell'istruttoria economica criteri di riferimento basati sulla promozione dello sviluppo umano e sulla responsabilita' sociale e ambientale. Esclude per principio rapporti finanziari con quelle attivita' economiche che ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare i diritti fondamentali della persona, come la produzione e il commercio di armi, le produzioni gravemente lesive della salute e dell'ambiente, le attivita' che si fondano sullo sfruttamento dei minori o sulla repressione delle liberta' civili. 7. Richiede un'adesione globale e coerente da parte del gestore che ne
orienta tutta l'attivita'. Qualora invece l'attivita' di finanza etica fosse
soltanto parziale, e' necessario spiegare, in modo trasparente, le ragioni
della limitazione adottata. In ogni caso l'intermediario si dichiara disposto ad
essere 'monitorato' da istituzioni di garanzia dei
risparmiatori". *
Per saperne di piu'
Per utili approfondimenti si possono leggere i libri del
"Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano (Pisa), quelli di Muhammad Yunus
sull'esperienza della Grameen Bank, i materiali prodotti in Italia dalle
esperienze di finanza etica delle Mag e della Banca etica (www.bancaetica.com), e molti documenti
e testi sia di ong che di autrici ed autori impegnati nei movimenti
ecoequosolidali, altermondialisti, per la decrescita e i diritti umani di tutti
gli esseri umani, da Vandana Shiva a Serge Latouche. Utili materiali sono
ovviamente anche nel sito www.finanza-etica.it 6. INCONTRI. OGGI A VITERBO
Domenica 2 maggio 2010, con inizio alle ore
15,30, presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" a Viterbo, si
svolgera' il ventiduesimo incontro di studio del percorso di formazione e
informazione nonviolenta iniziato da alcuni mesi.
Il centro sociale autogestito "Valle Faul" si trova in strada
Castel d'Asso snc, a Viterbo.
L'iniziativa e' ovviamente aperta alla partecipazione di tutte le persone
interessate.
7.
SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- James Graham Ballard, I miracoli della vita, Feltrinelli, Milano 2009,
2010, pp. 232, euro 9.
*
Riletture
- Giovanni Jervis, La depressione, Il Mulino, Bologna 2002, 2007, pp.
128.
* Riedizioni
- Massimo Marraffa, Filosofia della psicologia,
Laterza, Roma-Bari 2003, Il sole 24 ore, Milano 2010, pp. VIII + 162, euro
9,90.
- Vilfredo Pareto, Corso di economia politica,
Utet, Torino 1975, 2005, De Agostini - Il sole 24 ore, Novara-Milano 2010, pp.
1118, euro 12,90. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO
NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della
violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello
locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere
che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento
persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che
promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti:
azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal
dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 178 del 2 maggio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal
Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della
nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare
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