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Telegrammi. 172
- Subject: Telegrammi. 172
 - From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
 - Date: Mon, 26 Apr 2010 01:05:08 +0200
 
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 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO 
 Numero 172 
del 26 aprile 2010 
Telegrammi della nonviolenza in cammino 
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche 
della nonviolenza 
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 
1. Associazione "Respirare": Il 25 aprile memoria e fedelta' a un impegno 
di verita', solidarieta', giustizia 
2. Lucinda Marshall: L'altro terrorismo 
3. Il sindaco Jekyll e il sindaco Hyde, a Viterbo 
4. L'ennesima occasione persa dall'ex-presidente della Provincia di Viterbo 
(per starsene zitto) 
5. "Azione nonviolenta" 
6. Segnalazioni librarie 
7. Indice dei "Telegrammi" di gennaio 2010 
8. La "Carta" del Movimento 
Nonviolento 
9. Per saperne di piu' 
1. RIFLESSIONE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": IL 25 
APRILE MEMORIA E FEDELTA' A UN IMPEGNO DI VERITA', SOLIDARIETA', 
GIUSTIZIA 
[Riceviamo e 
diffondiamo] 
Il 25 aprile e' la festa della liberazione dalla 
criminale barbarie nazifascista. 
E' il ricordo della Resistenza che all'orrore 
dell'ordine hitleriano della guerra e dei campi di sterminio si 
oppose. 
E' la celebrazione di quel patto "giurato fra 
uomini liberi / che volontari si adunarono / per dignita' non per odio / 
decisi a riscattare / la vergogna e il terrore del mondo" (come scrisse 
Piero Calamandrei nella lapide murata nel palazzo comunale di 
Cuneo). 
E' la riaffermazione della fedelta' alla 
Costituzione della Repubblica Italiana, scritta e giurata col sangue e nel nome 
delle vittime del nazifascismo. 
Il 25 aprile e' la fedelta' alla promessa e alla 
speranza di abolire ogni guerra ed ogni oppressione; la fedelta' all'impegno di 
opporsi ad ogni strage e ad ogni persecuzione. 
* 
Questo 25 aprile, in nome di questa memoria e di 
questo dovere, noi dichiariamo che essere fedeli alle ragioni della Resistenza 
ed ai valori della Costituzione della Repubblica Italiana si traduce in due 
compiti fondamentali: opporsi alla guerra; opporsi al razzismo. 
E quindi chiediamo che cessi immediatamente la 
partecipazione militare italiana alla guerra afgana. 
E quindi chiediamo che siano abolite immediatamente 
le misure razziste, schiaviste e squadriste con cui il governo italiano 
perseguita poveri e migranti. 
* 
L'associazione "Respirare" 
Viterbo, 24 aprile 2010 
L'associazione "Respirare" e' stata promossa a 
Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto 
alla salute e la difesa dell'ambiente. 
2. 
EDITORIALE. LUCINDA MARSHALL: L'ALTRO TERRORISMO 
[Ringraziamo Maria G. Di 
Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) 
per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente 
intervento di Lucinda Marshall, attivista 
femminista e pacifista, che ha tenuto questa lezione il 13 aprile 2010 
all'Universita' di Dayton] 
Per riuscire 
a comprendere appieno il militarismo e' necessario guardarlo con una lente 
di genere, e stasera io intendo parlare di cosa c'e' nel militarismo che mette 
le donne particolarmente a rischio. Generalmente, ci sono tre modi in cui le 
persone cercano di ottenere potere per se stesse: 
il 
primo e' il “potere tra” (comunita'), il senso che siamo in tutto questo 
insieme; il secondo e' il “potere da dentro” o, in altre parole, la tua 
forza interiore e le tue capacita'; infine, molti credono che si possa ottenere 
potere per se' tramite il dominio. 
Il 
militarismo, ed il patriarcato che esso difende, sono basati sulla nozione di 
dominio, e mettono le donne a rischio particolare per vittimizzazione, 
violazione e danno. Per ottenere potere con questo metodo tu devi avere qualcuno 
su cui esercitarlo, e per fare cio' devi etichettare questo qualcuno come 
“altro”. 
Creare 
l'altro e' un aspetto critico sia del militarismo sia della violenza contro 
le donne: e' il creare una falsa distinzione fra due persone differenti o 
fra due differenti gruppi di persone. L'altro viene quindi definito come “meno 
di”. Una volta definito come “meno di”, l'altro deve essere protetto o 
distrutto. Le morti di civili ammontano ora al 70% dei caduti di ogni azione 
militare. Poiche' donne e bambini sono la maggioranza della popolazione civile, 
sono anche la maggioranza delle vittime civili. 
Cosa c'e' nel 
conflitto militare che rende le donne piu' vulnerabili? Tanto per cominciare, 
c'e' una rottura nella governabilita' e nella forza della legge. Altri fattori 
includono la perdita delle proprie case, la separazione dalle famiglie, il 
diventare rifugiate, la perdita del lavoro. 
Come 
risultato del militarismo le donne vengono vittimizzate sessualmente tramite lo 
stupro, il traffico a scopo sessuale e la schiavitu' sessuale, i matrimoni 
forzati e le gravidanze imposte, il femminicidio. 
Ci sono poi 
da considerare diversi altri punti: le guerre non vengono piu' combattute nei 
campi di battaglia, ma nelle citta' e nei villaggi; durante la guerra i corpi 
delle donne diventano frequentemente parte del campo di battaglia su cui le 
opposte forze si contendono la supremazia; i corpi delle donne sono spesso 
considerati “bottino di guerra” o resi invisibili dalla dicitura “effetti 
collaterali”. 
E la violenza 
contro le donne non si ferma quando il conflitto cessa. Abbiamo tutti udito 
degli stupri commessi dai “peacekeepers” delle Nazioni Unite, o di soldati che 
tornano a casa e aggrediscono o uccidono le loro mogli. Come potete aver saputo 
di recente, e' stato confermato che due donne incinte ed un'adolescente 
sono state uccise durante una specie di raid compiuto contro un raduno familiare 
per celebrare la nascita di un bambino in Afghanistan lo scorso febbraio. Non 
solo le due donne sono state uccise a sangue freddo, ma la Nato ha tentato di 
dire che erano gia' morte quando loro sono arrivati la', e che erano vittime di 
“delitti d'onore”. E' stato provato che non era cosi', e come ha detto un 
parente angosciato: “Perche' qualcuno dovrebbe uccidere una donna incinta ad una 
festa che celebra la nascita?”. Il "Times" di Londra riporta che delle 
pallottole sono state estratte dai corpi delle donne, e un bel mucchio di 
pallottole hanno decorato i muri tutt'intorno a loro. 
I numeri 
parlano da soli: 500.000 donne stuprate durante 
il conflitto in Ruanda; 64.000 donne stuprate 
durante il conflitto in Sierra Leone; 40.000 
donne stuprate in Bosnia-Erzegovina; 4.500 stupri 
in solo sei mesi in un'unica provincia della Repubblica democratica del Congo; 
centinaia di donne stuprate ogni giorno nel 
Darfur. 
E' proprio 
per l'enormita' di questi numeri che noi sappiamo che la violenza contro le 
donne e' sistemica al militarismo. 
* 
La 
connessione tra militarismo e violenza di genere e' un'istanza globale, ma 
stasera mi concentrero' su cio' che riguarda in special modo gli Usa. Ci sono 
molte ragioni per questa scelta. 
Gli Usa sono 
la piu' grande potenza militare al mondo e poiche' la maggioranza qui e' 
composta da cittadine e cittadini statunitensi trovo appropriato parlare dei 
nostri errori e di cio' di cui dobbiamo assumerci la responsabilita', prima 
di puntare il dito contro qualcun altro. 
* 
Cominciamo 
con l'Afghanistan. Una delle giustificazioni fornite per l'invasione 
dell'Afghanistan era la “liberazione” delle donne afgane. Come Human Rights 
Watch ha detto nel dicembre scorso: “Le donne afgane sono fra quelle che hanno 
lo status peggiore al mondo, la violenza contro di esse e' endemica ed il 
governo del paese non riesce a proteggerle da crimini quali lo stupro e 
l'omicidio”. 
Oggi la 
maggioranza delle afgane sono vulnerabili alla violenza domestica; il sistema 
giudiziario fornisce scarse possibilita' di ottenere giustizia alle vittime di 
questa violenza; se non ci sono testimoni di uno stupro la donna puo' essere 
accusata di adulterio; le vittime della violenza sessuale sono spesso 
imprigionate o uccise; le donne che subiscono violenza domestica possono essere 
spinte a gesti estremi, incluso il suicidio, spesso per autoimmolazione. Il 
reparto ustionati dell'ospedale di Herat ha registrato 90 casi di donne che si 
sono date fuoco in undici mesi. L'Afghanistan e' il solo paese al mondo in 
cui il tasso di suicidi e' piu' altro fra le donne che fra gli uomini. Fra 
il 70 e l'80% delle bambine sotto i dodici anni vengono costrette al matrimonio. 
Ci sono attualmente veri e propri mercati dove le donne si vendono e si 
comprano. Andare a scuola e' rischioso per una femmina, a causa degli 
attacchi con le bombe e con l'acido. Gli omicidi di importanti leader donne sono 
tutti rimasti impuniti. 
* 
E poi ci 
siamo mossi verso l'Iraq e ancora abbiamo usato la giustificazione del dover 
“liberare” le donne: e sebbene nel paese ci fossero problemi seri, come le 
“stanze dello stupro”, le donne irachene godevano dei piu' alti livelli di 
liberta' del mondo arabo. Dopo l'invasione, invece ci sono 750.000 vedove di 
guerra in Iraq che hanno mezzi scarsi o nessun mezzo del tutto per sopravvivere; 
moltissime donne sono diventate profughe in Giordania e Siria, spesso separate 
dalle famiglie e percio' prive di sostegno e protezione; la nuova Costituzione 
irachena, benedetta dagli Usa, da' la precedenza alla "legge islamica” 
invece che a quella civile; i “delitti d'onore” sono aumentati esponenzialmente, 
e cosi' il traffico di donne a scopo sessuale. 
* 
Ma non sono 
solo le donne della popolazione civile ad essere messe a rischio. Il 30% delle 
donne nell'esercito statunitense vengono stuprate mentre sono in servizio, il 
71% subisce aggressioni a sfondo sessuale, il 90% molestie. Gli studi che 
riportano queste cifre riportano anche che il 90% di queste aggressioni non sono 
formalmente denunciate. Come ha notato di recente una deputata, le donne 
nell'esercito sono piu' a rischio di essere ferite da un commilitone che da 
qualsiasi nemico. La situazione e' talmente brutta nei teatri di guerra che 
le donne non vanno neppure al bagno da sole per timore di essere stuprate dai 
colleghi. E' importante notare che la scarsissima percentuale di condanne per i 
perpetratori crea una cultura dell'impunita' rispetto alla violenza 
sessuale. 
* 
Dobbiamo 
anche parlare della vittimizzazione sessuale diretta delle donne civili da parte 
dell'esercito statunitense. La prostituzione fiorisce attorno alle basi 
militari, sia negli Usa sia all'estero. Adulte e ragazze vengono trasferite in 
loco non appena le truppe arrivano. Il Pentagono ha emanato delle direttive 
anti-prostituzione ed anti-traffico di donne, nel 2004, che dovrebbero portare i 
violatori davanti alla corte marziale, ma poco e' stato fatto per metterle 
in pratica. 
All'inizio di 
quest'anno, il governo delle Filippine ha smesso di concedere permessi di 
espatrio per lavoro alle donne che cercano impiego nei bar e nei club che 
circondano le basi militari in Corea del Sud, perche' la maggioranza di esse 
finisce per essere costretta a prostituirsi. A molte di queste donne i 
reclutatori dicono che esse intratterranno le truppe danzando e cantando nei 
bar, ma poi il lavoro reale e' servire bevande costose con questa clausola: 
le donne hanno una quota di beveraggi da vendere e se non la raggiungono si 
indebitano, e questi debiti devono pagarli con servizi sessuali. 
In Giappone, 
un anno dopo che il Dipartimento della Difesa aveva bandito la presenza di 
prostitute nelle basi americane, e' saltato fuori un fiorente commercio in 
cui “massaggiatrici” vendevano sesso per prezzi variabili dai 30 ai 70 dollari 
attorno alle basi stesse. 
E' anche 
importante notare che il problema si estende ai “contractor” privati, come gli 
uomini di Dyncorp in Bosnia alla fine degli anni '90, e all'inizio di 
quest'anno e' venuto alla luce che gli ufficiali dell'agenzia Blackwater di 
stanza in Afghanistan avevano una prostituta filippina a libro paga, con la 
causale “Ricreazione a beneficio del morale”. 
* 
Ogni volta in 
cui esce un nuovo studio o un nuovo rapporto viene fatto al Congresso rispetto 
alle violenze sessuali nell'esercito, e ce ne sono stati un po', inevitabilmente 
io vengo chiamata al telefono da un giornalista che mi chiede se questo fara' 
una differenza. La risposta, in breve, e' no. Lo stupro e la denigrazione 
delle donne sono di fatto armi di guerra, da sempre, e la riduzione delle 
donne a oggetto e' ancora viva e vegeta nell'esercito. 
Nonostante un 
bando decennale della vendita di materiale pornografico nelle basi militari, 
l'esercito ha di recente deciso che "Playboy" e "Penthouse" non sono 
classificabili come riviste pornografiche: adesso non voglio entrare in un 
dibattito su cos'e' la pornografia, il punto e' che la riduzione delle 
donne a oggetto e' storicamente intrinseca al militarismo e 
nessun ammontare di testimonianze rese al Congresso cambiera' questo 
fatto. 
Il numero di 
violenze sessuali denunciate nell'esercito e' salito, e cio' puo' essere 
dovuto in parte al miglioramento dei meccanismi di denuncia, ma si tratta ancora 
di una piccola parte del numero reale. E' cruciale comprendere che cio' che 
non e' salito e' il numero di processi legali e di condanne, e finche' 
questo non accade un miglioramento sostanziale della situazione non e' 
prevedibile. 
* 
Anche se mi 
sono concentrata primariamente sul militarismo statunitense, e' chiaro che 
qualunque altro tipo di militarismo, sia esso di milizie nazionali, di forze 
ribelli, eccetera, conduce alla violenza contro le donne ovunque si dia, e che 
con questa violenza bisogna fare i conti ovunque, in Indonesia come in Darfur o 
nella Repubblica democratica del Congo. Ci sarebbe da fare un'approfondita 
riflessione sul ruolo degli Usa in queste situazioni, per esempio il nostro 
sostegno al governo indonesiano o la nostra mancanza d'azione rispetto al 
Darfur: quando non stiamo perpetrando direttamente la violenza non significa che 
non siamo coinvolti nel far permanere il problema, o che non dovremmo agire per 
far cessare la violenza. 
* 
Vorrei ora 
parlare di cosa puo' essere fatto, a livello nazionale ed internazionale, per 
cambiare il paradigma che permette la vittimizzazione delle donne quale 
risultato del militarismo. Ci sono alcuni strumenti a disposizione. Uno dei piu' 
importanti e' la Cedaw, ovvero la “Convenzione per l'eliminazione di 
tutte le forme di discriminazione contro le donne”, che definisce la violenza 
contro le donne una violazione dei diritti umani, ed e' spesso descritta 
come la “carta dei diritti delle donne”. Fino ad ora, 185 paesi hanno ratificato 
la Convenzione. Gli Stati Uniti sono tra i paesi che non l'hanno ancora fatto, 
come l'Iran ed il Sudan. 
Ci sono anche 
numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di 
cui e' importante sapere. La prima, la Risoluzione 1325, attesta lo 
sproporzionato e speciale impatto che il conflitto armato ha sulle donne, e 
riconosce che i contributi delle donne alla prevenzione dei conflitti, alla 
risoluzione dei conflitti ed alla costruzione della pace sono sottovalutati e 
poco utilizzati. Inoltre, sottolinea l'importanza dell'uguale e piena 
partecipazione delle donne come agenti attivi nelle istanze riguardanti pace e 
sicurezza. 
La seconda, 
la Risoluzione 1820, chiede a tutte le parti coinvolte in conflitti armati di 
cessare gli atti di violenza sessuale contro la popolazione civile e chiama alla 
protezione di donne e bambine da tutte le forme di questa violenza. 
Abbiamo anche 
il Tribunale Internazionale creato nel 1998. E' di importanza cruciale il fatto 
che il suo statuto classifica la violenza sessuale quale crimine di guerra e 
fornisce un mezzo per rendere i perpetratori responsabili delle loro azioni. Il 
Tribunale stabilisce anche misure per facilitare le indagini sulla violenza di 
genere e criteri standard per il trattamento delle vittime, inclusa la 
protezione dei testimoni e la consulenza legale. Gli Usa si oppongono a questo 
Tribunale e non vi partecipano. 
Infine, negli 
Usa e' stato reintrodotto in febbraio l'International Violence Against 
Women Act (Ivawa), approvato sia alla Camera sia al Senato. Incorporera' 
tutte le politiche estere tese a fornire programmi di assistenza per porre fine 
alla violenza di genere ed alla poverta', per promuovere opportunita' economiche 
per le donne, per fermare la violenza contro le bambine nelle 
scuole. 
* 
Questi sono 
strumenti disponibili a livello internazionale e nazionale, ma voi ed io non 
siamo membri del Congresso o delegati alle Nazioni Unite. Percio', la 
riflessione su cui voglio concludere e' questa: cosa possiamo fare, noi che 
siamo qui stasera, per cambiare il paradigma? 
Perche' vi 
sia una pace che includa le donne, dobbiamo essere capaci di cogliere la 
connessione fra la creazione dell'altro che abilita il militarismo e la 
creazione dell'altro che abilita la violenza sessuale. Creare pace nel mondo 
deve includere il creare pace nelle nostre case. E dobbiamo prendere sul serio 
la violenza nelle relazioni intime, quanto prendiamo sul serio le violenze che 
si danno in guerra. Abbiamo la necessita' di ammettere che la violenza 
sessuale e' un'arma di guerra. Quando gli uomini vanno in guerra, donne e 
bambini sono la stragrande maggioranza delle vittime innocenti. Dobbiamo 
riconoscere questo e farne un'istanza frontale e centrale. 
Se ricordate 
come ho cominciato questo intervento, ci sono tre modi in cui si cerca di 
ottenere potere e noi dobbiamo muoverci dal dominio ad una cornice comprensiva 
del “potere tra” e del “potere da dentro”. Dobbiamo compiere un passaggio 
paradigmatico fondamentale, muovendoci verso un pensiero di partnership 
(partenariato), un concetto di cui Riane Eisler e' stata pioniera. Invece 
di etichettare gli altri come avversari e competitori, vediamo come possono 
essere nostri compagni, come insieme possiamo creare soluzioni e costruire 
relazioni significative e giuste. Allora avremo davvero 
potere. 3. RIFLESSIONE. IL SINDACO JEKYLL E IL SINDACO 
HYDE, A VITERBO 
 [Riceviamo e 
diffondiamo] 
Intervenendo sulla situazione dell'area 
naturalistica, archeologica e termale del Bulicame, uno dei luoghi piu' 
caratteristici e preziosi del territorio viterbese, che ispiro' Dante e che 
dovrebbe essere curato come la pupilla dei propri occhi, il sindaco di Viterbo 
dichiara di condividere l'esigenza di salvaguardare l'area dal vandalismo e di 
condividere anche l'obiettivo "di offrire ai viterbesi il Parco del Bulicame, 
tra storia e natura". E dice cosa buona e giusta. 
* 
Ma lo stesso sindaco, dismesse le sobrie vesti del 
dottor Jekyll ed indossate quelle dell'orgiastico mister Hyde, e' da anni uno 
dei fautori del dissennato e sciagurato progetto speculativo di realizzare 
in quell'area un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge; ovvero 
un'opera che devastera' per sempre l'area del Bullicame, ovvero il piu' 
scellerato e insensato dei vandalismi. 
* 
Vorremmo allora pregare il sindaco di Viterbo di 
uscire da questa schizofrenia, e di decidersi a fare la cosa giusta e solo la 
cosa giusta, di impegnarsi cioe' a favore della conservazione e valorizzazione 
dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame; di impegnarsi 
a favore della creazione del parco del Bulicame, come ha dichiarato 
oggi. 
E conseguentemente di cessare di essere complice 
della lobby speculativa di estrema destra che l'area del Bulicame vorrebbe 
devastare irreversibilmente. 
* 
Il sindaco di Viterbo sa, poiche' a Viterbo lo 
sanno ormai anche i sassi, quello che un appello sottoscritto da innumerevoli 
illustri scienziati e personalita' della cultura, delle istituzioni e della 
vita civile esprime cosi': "L'area archeologica e termale del Bulicame a 
Viterbo, un'area di preziose emergenze e memorie storiche e culturali, e di 
altrettanto preziosi beni naturalistici e risorse terapeutiche, e' minacciata di 
distruzione dalla volonta' di una lobby speculativa di realizzarvi un 
mega-aeroporto. La realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate 
conseguenze: a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e 
culturali che vi si trovano; b) la devastazione dell'agricoltura della zona 
circostante; c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle 
risorse termali; d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed 
elettromagnetico che sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della 
vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi 
quartieri della citta'); e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto 
Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; f) uno sperpero colossale di 
soldi pubblici; g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei 
vincoli di salvaguardia presenti nel territorio". 
* 
Ebbene, faccia una cosa buona il sindaco di 
Viterbo: tenga fede a quanto ha dichiarato oggi, si impegni per difendere il 
Bulicame e perche' si realizzi il parco del Bulicame. 
E dica finalmente di aver capito che il 
mega-aeroporto sarebbe un crimine ed una follia; dica finalmente che quell'opera 
nociva, distruttiva e fuorilegge non deve essere realizzata. 
Dica finalmente che occorre difendere la legalita', 
il benessere e i diritti della popolazione, l'ambiente casa comune; e che quindi 
l'operazione speculativa del mega-aeroporto va respinta una volta per 
tutte. 
Sia coerente con quanto ha oggi affermato e riconosca quindi il suo lungo e grave errare, e se ne dichiari 
pentito. Errare humanum est, perseverare diabolicum. * 
Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di 
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della 
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti 
 Viterbo, 24 aprile 2010 
Per contattare direttamente la portavoce del 
comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it 
4. RIFLESSIONE. L'ENNESIMA OCCASIONE PERSA 
DALL'EX-PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VITERBO (PER STARSENE ZITTO) 
 L'ex-presidente della Provincia di Viterbo, 
promosso di recente segretario regionale del Pd del Lazio, non pago di aver 
regalato l'ente locale alla destra eversiva berlusconiana, ha perso un'ennesima 
buona occasione per starsene zitto. 
Infatti ha avuto la bella pensata di esprimersi 
ancora una volta a sostegno della realizzazione a Viterbo di 
un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge. 
Cosi' persistendo nel favoreggiare la lobby 
speculativa di estrema destra che quell'opera scellerata vorrebbe realizzare 
devastando l'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame, 
avvelenando la popolazione viterbese, violando le leggi e saccheggiando le casse 
del pubblico erario. 
* 
Verrebbe da chiedersi: ma che gli abbiamo fatto di 
male per voler cosi' pervicacemente devastare la nostra terra e attentare alla 
nostra salute? 
Ma chi glielo fa fare di continuare ad essere 
complice della destra piu' estrema e piu' ignobile, piu' truffaldina e piu' 
vandalica? 
Ma perche' mai continua ad essere manutengolo di 
un'operazione la cui insensatezza, illegalita' ed immoralita' e' stata 
definitivamente dimostrata? 
Labirintico enigma. Parafrasando Thomas Mann: 
profondo e' il pozzo dell'animo umano, sara' anche insondabile? 
* 
Ma forse l'ex-presidente della 
Provincia risponderebbe come lo scorpione del noto aneddoto raccontato da 
Orson Welles nei panni di Mr. Arkadin nell'omonimo film: "E' nel 
mio carattere". Pessimo 
carattere. 5. 
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"  
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata 
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle 
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. 
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: 
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo 
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto 
"copia di 'Azione nonviolenta'". 
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE 
Riletture 
- Claudio Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralita' nella 
Resistenza, Bollati Boringhieri, Torino 1991, pp. XIV + 826. 
* 
Riedizioni 
- Giuseppe Mininni, Psicologia e media, Laterza, Roma-Bari 2004, Il sole 24 
ore, Milano 2010, pp. XIV + 162, euro 9,90. 
7. MATERIALI. INDICE DEI "TELEGRAMMI" DI GENNAIO 
2010 
 
* "Telegrammi", numero 57 del primo 
gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Quattro tranci di 
vite tranciate. Un racconto di natale dal vero; 2. Fermare la guerra e le 
stragi; 3. Associazione "Respirare": L'insostenibile pesantezza del trasporto 
aereo; 4. Indice dei "Telegrammi" di dicembre 2009; 5. 
"Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 
8. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 58 del 2 gennaio 
2010: 1. Aut aut; 2. Gli sproloqui di 
Griso Barracane: Poiche' vi e' una sola umanita'; 3. Ricciardo Aloisi: Samsara; 
4. Una lettera del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo alla candidata 
alla presidenza della Regione Lazio Polverini; 5. 
"Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie: 
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento: 
8. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 59 del 3 gennaio 
2010: 1. Ricordi?2. Modello di esposto 
recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate 
da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto 
recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. 
Cosa fare; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La 
"Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne 
di piu'. 
* "Telegrammi", numero 60 del 4 gennaio 2010: 1. Un 
solo giorno; 2. Un carteggio ed una collaborazione tra la dottoressa Antonella 
Litta ed il professor Eberhard Greiser; 3. Una lettera della dottoressa Antonella Litta al Comune di 
Ronciglione sulla situazione delle acque del lago di Vico; 
4. Una 
lettera della dottoressa Antonella Litta alla Asl di Viterbo sulla situazione 
delle acque del lago di Vico; 5. Una 
lettera della dottoressa Antonella Litta al Prefetto di Viterbo sulla situazione 
della discarica di Monte Jugo; 6. "Azione 
nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 
9. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 61 del 5 gennaio 
2010: 1. Difendere la Costituzione. Abolire le 
leggi criminali e criminogene, incostituzionali ed antigiuridiche, del governo 
della guerra e del razzismo; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis 
concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella 
legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis 
concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni 
librarie; 7. La "Carta" del Movimento 
Nonviolento; 8. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 62 del 6 gennaio 
2010: 1. La Costituzione antifascista; 2. Un 
incontro di studio a Viterbo; 3. Il 10 gennaio a Viterbo; 4. Per contrastare il 
razzismo; 5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie 
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, 
n. 94; 6. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il 
favoreggiamento dello squadrismo; 7. Cosa fare; 8. 
"Azione nonviolenta"; 9. Segnalazioni librarie; 
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 
11. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 63 del 7 gennaio 2010: 1. Le stragi quotidiane; 
2. L'assessore all'Ambiente della Regione Lazio scrive al "Centro di ricerca per 
la pace" di Viterbo. Se l'assessore e' sincero, allora deve opporsi al 
mega-aeroporto; 3. Un movimento antiapartheid in Italia; 4. Modello di esposto 
recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate 
da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 5. Modello di esposto 
recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 6. 
Cosa fare; 7. "Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 9. La 
"Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per 
saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 64 dell'8 gennaio 2010: 1. Opporsi; 2. Verso la fine 
ignominiosa di una squallida truffa; 3. Modello di esposto recante la notitia 
criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute 
nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 4. Modello di esposto recante la notitia 
criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 5. Cosa fare; 6. "Azione nonviolenta"; 7. 
Segnalazioni librarie; 8. La "Carta" del 
Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 65 del 9 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Una nuova 
fase nella lotta nonviolenta contro il colpo di stato razzista, in difesa della 
legalita' costituzionale e dei diritti umani di tutti gli esseri umani; 2. Con 
gli immigrati, contro la violenza; 3. La rivolta degli schiavi; 4. Il ministro 
del pogrom; 5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie 
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, 
n. 94; 6. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il 
favoreggiamento dello squadrismo; 7. Cosa fare; 8. La dottoressa Antonella Litta 
scrive alla senatrice Emma Bonino; 9. Anche il presidente della Commissione 
Trasporti della Camera dei Deputati vittima di una squallida mistificazione; 
10. "Azione nonviolenta"; 11. Segnalazioni librarie; 12. La "Carta" 
del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 66 del 10 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: 
Governo razzista e potere mafioso coalizzati nello schiavizzare e perseguitare i 
migranti. E' l'ora dell'insurrezione nonviolenta del popolo italiano in difesa 
della Costituzione repubblicana, della legalita' democratica, dei diritti umani 
di tutti gli esseri umani; 2. Giobbe Santabarbara: Elezioni; 3. Oggi a Viterbo; 
4. L'11 gennaio 2010 il Comitato contro il mega-aeroporto fuorilegge incontra 
l'assessore regionale all'ambiente; 5. L'associazione "Respirare" scrive alle 
candidate alla presidenza della Regione Lazio; 6. 
"Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 
9. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 67 dell'11 gennaio 2010: 
1. Con le sorelle e i fratelli migranti, contro la 
mafia e il razzismo; 2. 
Sezione Anpi "Emilio Sugoni" di Nepi: In difesa della Costituzione; 
3. I 
partecipanti all'incontro di formazione nonviolenta del 10 gennaio a Viterbo 
solidali con i migranti. Contro la schiavitu', contro il razzismo, contro la 
violenza, per i diritti umani di tutti gli esseri umani; 4. 
Il comitato che si oppone al mega-aeroporto fuorilegge scrive al presidente 
della Commissione Trasporti della Camera; 5. Il "Centro di 
ricerca per la pace" di Viterbo scrive a Emma Bonino, candidata alla presidenza 
della Regione Lazio; 6. "Azione nonviolenta"; 
7. Segnalazioni librarie; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 68 del 12 gennaio 2010: 1. 
Peppe Sini: Occorre un'insurrezione nonviolenta contro il regime dell'apartheid; 
2. L'indispensabile; 3. Il comitato contro il mega-aeroporto fuorilegge ha 
incontrato l'assessore regionale all'ambiente; 4. 
"Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 
7. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 69 del 13 gennaio 2010: 1. 
Peppe Sini: Cio' che servirebbe: uno sciopero generale nazionale contro 
razzismo, schiavitu', mafie; 2. Si e' svolto il settimo incontro del percorso di 
formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo; 
3. Associazione "Respirare": Salvare il Bulicame, potenziare le ferrovie, 
evitare un disastro sanitario; 4. "Azione nonviolenta"; 
5. Segnalazioni librarie; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 70 del 14 gennaio 2010: 1. 
Contro schiavitu', mafie, pogrom e apartheid occorre uno sciopero generale; 2. 
Oggi in Italia; 3. Un incontro di studio a Viterbo su mobilita' appropriata e 
prospettiva ecoequosolidale; 4. "Azione nonviolenta"; 
5. Segnalazioni librarie; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 71 del 15 gennaio 2010: 1. 
L'ordine regna a Varsavia; 2. Frattanto la guerra; 3. Solidarieta' con la 
popolazione di Haiti vittima del sisma; 4. Una lettera al Ministro della Salute; 
5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice completo di "In cammino verso 
Assisi" (agosto-settembre 2000); 8. Indice dei numeri 1-30 (settembre-ottobre 
2000) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. La "Carta" 
del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 72 del 16 gennaio 2010: 
1. Annamaria Rivera: Dopo Rosarno; 2. Peppe Sini: Contro la dittatura razzista 
l'insurrezione nonviolenta; 3. La guerra; 4. 
Dal parlamento europeo solidarieta' all'impegno del comitato contro il 
mega-aeroporto fuorilegge; 5. Il 17 gennaio a Viterbo; 6. "Azione nonviolenta"; 7. 
Segnalazioni librarie; 8. Indice dei numeri 31-76 (novembre-dicembre 
2000) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. La "Carta" del 
Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 73 del 17 gennaio 2010: 1. 
Dinanzi; 2. Ripudia la guerra; 3. Il comitato chiede che i candidati alle 
elezioni provinciali e regionali si esprimano sulla minaccia del mega-aeroporto 
fuorilegge; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. Indice dei numeri 77-135 
(gennaio-febbraio 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. 
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 74 del 18 gennaio 2010: 1. 
La nonviolenza contro il colpo di stato razzista; 2. La nonviolenza contro la 
guerra; 3. Da Viterbo solidarieta' con le vittime del terremoto di Haiti; 4. "Azione nonviolenta"; 5. 
Segnalazioni librarie; 6. Indice dei numeri 136-214 (marzo-agosto 2001) 
de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento 
Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 75 del 19 gennaio 2010: 1. 
Una soltanto; 2. Si e' svolto l'ottavo incontro del percorso di formazione e 
informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo; 3. Anni di 
squallide menzogne e di indegne manovre della lobby del mega-aeroporto hanno 
gia' gravemente danneggiato Viterbo e l'Alto Lazio; 4. 
"Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 
6. Indice dei numeri 215-244 (settembre 2001) de "La nonviolenza e' in 
cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 76 del 20 gennaio 2010: 
1. La stessa empatia; 2. Associazione "Respirare": Analisi concreta e 
responsabilita' globale nelle scelte amministrative locali; 3. "Azione nonviolenta"; 4. Segnalazioni 
librarie; 5. Indice dei numeri 245-274 (ottobre 2001) de "La nonviolenza 
e' in cammino"; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 
7. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 77 del 21 gennaio 2010: 
1. Oggi; 2. "Azione nonviolenta"; 3. Segnalazioni librarie; 4. Indice dei numeri  
275-304 (novembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 5. 
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 78 del 22 gennaio 2010: 
1. Peppe Sini: Amarcord; 2. Qui e adesso; 3. Il 24 gennaio a Viterbo; 4. 
Imbroglioni ed imbrogliati; 5. "Azione nonviolenta"; 
6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei 
numeri 305-328 (dicembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. 
Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 79 del 23 gennaio 2010: 
1. De hominis dignitate; 2. A Viterbo il 24 gennaio; 3. A Nepi il 27 
gennaio; 4. A Soriano nel Cimino il 27 gennaio; 5. Primo Levi: Shema'; 6. 
Primo Levi: Alzarsi; 7. Primo Levi: Si immagini ora un uomo; 8. Primo Levi: Che 
appunto perche'... 9. Primo Levi: Verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945; 10. 
Primo Levi: Hurbinek; 11. Primo Levi: Approdo; 12. Primo Levi: La bambina di 
Pompei; 13. Primo Levi: Non ci sono demoni... 14. Primo Levi: Partigia; 15. 
Primo Levi: Il superstite; 16. Primo Levi: Contro il dolore; 17. Primo Levi: 
Canto dei morti invano; 18. Primo Levi: Agli amici; 19. Primo Levi: La vergogna 
del mondo; 20. Primo Levi: Il nocciolo di quanto abbiamo da dire; 21. "Azione nonviolenta"; 22. 
Segnalazioni librarie; 23. La "Carta" del Movimento 
Nonviolento; 24. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 80 del 24 gennaio 2010: 
1. Primo Levi: Al visitatore; 2. Oggi a Viterbo; 
3. A Soriano nel Cimino il 27 e il 29 gennaio; 4. Parroletti e 
Bartoncini; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 329-370 
(gennaio-settembre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. 
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 81 del 25 gennaio 2010: 
1. Opporsi al colpo di stato razzista. Con la forza della nonviolenza; 2. 
Raffaello Saffioti: Una lettera aperta ad Andrea Cozzo; 3. Maria G. Di Rienzo: 
Donne vittime di violenza domestica; 4. A Soriano nel Cimino il 27 e il 
29 gennaio; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 371-401 
(ottobre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" 
del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 82 del 26 gennaio 2010: 
1. Il 31 gennaio 2010 il comitato contro il mega-aeroporto festeggia 
gli ottanta anni del professor Osvaldo Ercoli al centro sociale autogestito 
"Valle Faul" a Viterbo; 2. Maria G. Di Rienzo: Donne 
migranti invisibili; 3. Si e' svolta al centro sociale autogestito "Valle 
Faul" di Viterbo una lettura di opere di Primo Levi in preparazione della 
Giornata della memoria; 4. A Soriano nel Cimino il 27 e il 29 gennaio; 
5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 402-431 (novembre 
2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del 
Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 83 del 27 gennaio 2010: 
1. Peppe Sini: Oggi; 2. Antonella Litta: La memoria della Shoah; 3. 
Umberto Santino: Sullo sgombero del Laboratorio Zeta a Palermo; 4. Maria G. Di 
Rienzo: Donne creatrici di pace; 5. Oggi a Soriano; 6. Il 31 gennaio a Viterbo; 
7. "Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 9. La "Carta" del 
Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 84 del 28 gennaio 2010: 
1. L'umanita' contro il razzismo; 2. Si e' svolto presso la biblioteca 
comunale di Soriano nel Cimino un incontro di riflessione nel Giorno della 
memoria della Shoah; 3. Si e' svolto il nono incontro del percorso di formazione 
e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo; 4. 
Antonella Litta: Osvaldo Ercoli educatore al rigore morale e all'impegno 
civile; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" 
del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di 
piu'. 
* "Telegrammi", numero 85 del 29 gennaio 2010: 
1. Piccolo epitaffio per Primo Levi; 2. Peppe Sini: Una testimonianza di 
gratitudine per Osvaldo Ercoli; 3. Celebrata a Nepi la Giornata della memoria 
della Shoah; 4. Oggi a Soriano nel Cimino; 5. A Viterbo il 31 gennaio; 
6. Quelli che... mentono sapendo di mentire; 7. "Azione 
nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 86 del 30 gennaio 2010: 
1. Antonella Litta: Alla scuola di Gandhi; 2. Commemorato Gandhi a 
Viterbo; 3. Una festa in onore del professor Osvaldo Ercoli; 4. Vandali al 
Bulicame; 5. Si e' svolto un incontro di studio sui diritti umani il 28 
gennaio a Viterbo; 6. Il 31 gennaio a Viterbo; 7. 
"Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. 
* "Telegrammi", numero 87 del 31 gennaio 2010: 
1. Come; 2. Oggi a Viterbo; 3. Omaggio al professor Osvaldo Ercoli; 4. 
Gli auguri dell'illustre magistrato Ferdinando Imposimato al professor Osvaldo 
Ercoli; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" 
del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di 
piu'. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO 
NONVIOLENTO 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della 
violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello 
locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere 
che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento 
persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che 
promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. 
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: 
azionenonviolenta at sis.it 
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal 
dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: 
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO 
Numero 172 del 26 aprile 2010 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal 
Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della 
nonviolenza 
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare 
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