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Telegrammi. 171
- Subject: Telegrammi. 171
 - From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
 - Date: Sun, 25 Apr 2010 00:48:24 +0200
 
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 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO 
 Numero 171 
del 25 aprile 2010 
Telegrammi della nonviolenza in cammino 
proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche 
della nonviolenza 
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 
1. Oggi a Viterbo 
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie 
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, 
n. 94 
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega 
Nord 
5. Primo Levi: Shema' 
6. Primo Levi: Alzarsi 
7. Primo Levi: Si immagini ora un uomo 
8. Primo Levi: Che appunto perche'... 
9. Primo Levi: Verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945 
10. Primo Levi: Hurbinek 
11. Primo Levi: Approdo 
12. Primo Levi: La bambina di Pompei 
13. Primo Levi: Non ci sono demoni... 
14. Primo Levi: Partigia 
15. Primo Levi: Il superstite 
16. Primo Levi: Contro il dolore 
17. Primo Levi: Canto dei morti invano 
18. Primo Levi: Agli amici 
19. Primo Levi: La vergogna del mondo 
20. Primo Levi: Il nocciolo di quanto abbiamo da dire 
21. Piero Calamandrei: Epigrafi per donne, uomini e citta' della 
Resistenza 22. La "Carta" del Movimento 
Nonviolento 
23. Per saperne di piu' 
1. INCONTRI. OGGI A VITERBO 
 
Oggi, domenica 25 aprile 2010, con inizio 
alle ore 15,30, presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" a 
Viterbo, si svolgera' il ventunesimo incontro di studio del percorso 
di formazione e informazione nonviolenta iniziato da alcuni mesi. 
Partecipa il responsabile del Centro di 
ricerca per la pace di Viterbo. 
* 
Il 25 aprile essendo l'anniversario della 
liberazione dal nazifascismo, l'incontro sara' 
anche occasione di celebrazione della Resistenza, nel modo in cui la 
Resistenza va celebrata: ereditandone l'impegno morale e civile; 
inverandone i valori ed il significato, e quindi proseguendone l'impegno e la 
lotta contro ogni oppressione, contro ogni menzogna, contro ogni ingiustizia, 
contro ogni violenza, per un'umanita' di persone libere, responsabili e 
solidali, eguali in diritti e dignita'. 
Poiche' vi e' oggi in Italia un governo golpista 
che ha attuato un colpo di stato razzista, e poiche' l'Italia sta 
criminalmente partecipando a una guerra scellerata in Afghanistan, occorre oggi 
impegnarsi in particolare contro il razzismo e contro la guerra; per salvare le 
vite e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani; con la forza della 
verita', con la scelta della nonviolenza. * 
Il centro sociale autogestito "Valle Faul" si trova in strada 
Castel d'Asso snc, a Viterbo. 
L'iniziativa e' ovviamente aperta alla partecipazione di tutte le persone 
interessate. 
2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA 
NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE 
CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 
Alla Procura della Repubblica di ... 
Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA 
NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO 
Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA 
DENOMINATA LEGA NORD 
Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord Egregi Presidenti, ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e' riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile. Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo, sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati. Con osservanza, Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 27 febbraio 2009 5. MEMORIA. PRIMO LEVI: SHEMA' 
[Da Primo Levi, Ad ora incerta (ma e' anche l'epigrafe che apre Se questo 
e' un uomo), ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 525] 
Voi che vivete sicuri 
Nelle vostre tiepide case, 
Voi che trovate tornando a sera 
Il cibo caldo e visi amici: 
Considerate se questo e' un uomo, 
Che lavora nel fango 
Che non conosce pace 
Che lotta per mezzo pane 
Che muore per un si' o per un no. 
Considerate se questa e' una donna, 
Senza capelli e senza nome 
Senza piu' forza di ricordare 
Vuoti gli occhi e freddo il grembo 
Come una rana d'inverno. 
Meditate che questo e' stato: 
Vi comando queste parole. 
Scolpitele nel vostro cuore 
Stando in casa andando per via, 
Coricandovi alzandovi: 
Ripetetele ai vostri figli. 
O vi si sfaccia la casa, 
La malattia vi impedisca, 
I vostri nati torcano il viso da voi. 
10 gennaio 1946 
6. MEMORIA. PRIMO LEVI: ALZARSI 
[Da Primo Levi, Ad ora incerta (ma e' anche l'epigrafe che apre La tregua), 
ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 526] 
Sognavamo nelle notti feroci 
Sogni densi e violenti 
Sognati con anima e corpo: 
Tornare; mangiare; raccontare. 
Finche' suonava breve sommesso 
Il comando dell'alba: 
"Wstawac": 
E si spezzava in petto il cuore. 
Ora abbiamo ritrovato la casa, 
Il nostro ventre e' sazio, 
Abbiamo finito di raccontare. 
E' tempo. Presto udremo ancora 
Il comando straniero: 
"Wstawac". 
11 gennaio 1946 
7. MEMORIA. PRIMO LEVI: SI IMMAGINI ORA UN UOMO... 
[Da Primo Levi, Se questo e' un uomo, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 
1997, vol. I, p. 21] 
Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti 
la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto 
quanto possiede: sara' un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico 
di dignita' e discernimento, poiche' accade facilmente, a chi ha perso tutto, di 
perdere se stesso; tale quindi, che si potra' a cuor leggero decidere della sua 
vita o morte al di fuori di ogni senso di affinita' umana; nel caso piu' 
fortunato, in base ad un puro giudizio di utilita'. Si comprendera' allora il 
duplice significato del termine "Campo di annientamento"... 
8. MEMORIA. PRIMO LEVI: CHE APPUNTO PERCHE'... 
[Da Primo Levi, Se questo e' un uomo, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 
1997, vol. I, p. 35] 
Che appunto perche' il Lager e' una gran macchina per ridurci a bestie, noi 
bestie non dobbiamo diventare; che anche in questo luogo si puo' sopravvivere, e 
percio' si deve voler sopravvivere, per raccontare, per portare testimonianza; e 
che per vivere e' importante sforzarci di salvare almeno lo scheletro, 
l'impalcatura, la forma della civilta'. Che siamo schiavi, privi di ogni 
diritto, esposti a ogni offesa, votati a morte quasi certa, ma che una facolta' 
ci e' rimasta, e dobbiamo difenderla con ogni vigore perche' e' l'ultima: la 
facolta' di negare il nostro consenso. 
9. MEMORIA. PRIMO LEVI: VERSO IL MEZZOGIORNO DEL 27 GENNAIO 1945 
[Da Primo Levi, La tregua, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. 
I, pp. 205-206] 
La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del 
27 gennaio 1945. Fummo Charles ed io i primi a scorgerla (...). 
Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi 
mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo. Quando 
giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e 
timide, e volgendo sguardi legati da uno strano imbarazzo sui cadaveri 
scomposti, sulle baracche sconquassate, e su noi pochi vivi (...). 
Non salutavano, non sorridevano, apparivano oppressi, oltre che da pieta', 
da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi 
allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci 
sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o 
sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che 
il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, 
che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e 
che la sua volonta' buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a 
difesa. 
10. MEMORIA. PRIMO LEVI: HURBINEK 
[Da Primo Levi, La tregua, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. 
I, p. 216] 
Hurbinek, che aveva tre anni e forse era nato in Auschwitz e non aveva mai 
visto un albero; Hurbinek, che aveva combattuto come un uomo, fino all'ultimo 
respiro, per conquistarsi l'entrata nel mondo degli uomini, da cui una potenza 
bestiale lo aveva bandito; Hurbinek, il senzanome, il cui minuscolo avambraccio 
era pure stato segnato col tatuaggio di Auschwitz; Hurbinek mori' ai primi 
giorni del marzo 1945, libero ma non redento. Nulla resta di lui: egli 
testimonia attraverso queste mie parole. 
11. MEMORIA. PRIMO LEVI: APPRODO 
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, 
vol. II, p. 542] 
Felice l'uomo che ha raggiunto il porto, 
Che lascia dietro se' mari e tempeste, 
I cui sogni sono morti o mai nati; 
E siede e beve all'osteria di Brema, 
Presso al camino, ed ha buona pace. 
Felice l'uomo come una fiamma spenta, 
Felice l'uomo come sabbia d'estuario, 
Che ha deposto il carico e si e' tersa la fronte 
E riposa al margine del cammino. 
Non teme ne' spera ne' aspetta, 
Ma guarda fisso il sole che tramonta. 
10 settembre 1964 
12. MEMORIA. PRIMO LEVI: LA BAMBINA DI POMPEI 
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, 
vol. II, p. 549] 
Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra 
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna 
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre 
Quasi volessi ripenetrare in lei 
Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero. 
Invano, perche' l'aria volta in veleno 
E' filtrata a cercarti per le finestre serrate 
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti 
Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso. 
Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata 
A incarcerare per sempre codeste membra gentili. 
Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso, 
Agonia senza fine, terribile testimonianza 
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme. 
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella, 
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura 
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani: 
La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento, 
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito. 
Nulla rimane della scolara di Hiroshima, 
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli, 
Vittima sacrificata sull'altare della paura. 
Potenti della terra padroni di nuovi veleni, 
Tristi custodi segreti del tuono definitivo, 
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo. 
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate. 
20 novembre 1978 
13. MEMORIA. PRIMO LEVI: NON CI SONO DEMONI... 
[Da Primo Levi, La ricerca delle radici, ora in Idem, Opere, Einaudi, 
Torino 1997, vol. II, p. 1519] 
Non ci sono demoni, gli assassini di milioni di innocenti sono gente come 
noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano. Non hanno sangue diverso dal 
nostro, ma hanno infilato, consapevolmente o no, una strada rischiosa, la strada 
dell'ossequio e del consenso, che e' senza ritorno. 
14. MEMORIA. PRIMO LEVI: PARTIGIA 
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, 
vol. II, p. 561] 
Dove siete, partigia di tutte le valli, 
Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse? 
Molti dormono in tombe decorose, 
Quelli che restano hanno i capelli bianchi 
E raccontano ai figli dei figli 
Come, al tempo remoto delle certezze, 
Hanno rotto l'assedio dei tedeschi 
La' dove adesso sale la seggiovia. 
Alcuni comprano e vendono terreni, 
Altri rosicchiano la pensione dell'Inps 
O si raggrinzano negli enti locali. 
In piedi, vecchi: per noi non c'e' congedo. 
Ritroviamoci. Ritorniamo in montagna, 
Lenti, ansanti, con le ginocchia legate, 
Con molti inverni nel filo della schiena. 
Il pendio del sentiero ci sara' duro, 
Ci sara' duro il giaciglio, duro il pane. 
Ci guarderemo senza riconoscerci, 
Diffidenti l'uno dell'altro, queruli, ombrosi. 
Come allora, staremo di sentinella 
Perche' nell'alba non ci sorprenda il nemico. 
Quale nemico? Ognuno e' nemico di ognuno, 
Spaccato ognuno dalla sua propria frontiera, 
La mano destra nemica della sinistra. 
In piedi, vecchi, nemici di voi stessi: 
La nostra guerra non e' mai finita. 
23 luglio 1981 
15. MEMORIA. PRIMO LEVI: IL SUPERSTITE 
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, 
vol. II, p. 576] 
a B. V. 
Since then, at an uncertain hour, 
Dopo di allora, ad ora incerta, 
Quella pena ritorna, 
E se non trova chi lo ascolti 
Gli brucia in petto il cuore. 
Rivede i visi dei suoi compagni 
Lividi nella prima luce, 
Grigi di polvere di cemento, 
Indistinti per nebbia, 
Tinti di morte nei sonni inquieti: 
A notte menano le mascelle 
Sotto la mora greve dei sogni 
Masticando una rapa che non c'e'. 
"Indietro, via di qui, gente sommersa, 
Andate. Non ho soppiantato nessuno, 
Non ho usurpato il pane di nessuno, 
Nessuno e' morto in vece mia. Nessuno. 
Ritornate alla vostra nebbia. 
Non e' mia colpa se vivo e respiro 
E mangio e bevo e dormo e vesto panni". 
4 febbraio 1984 
16. MEMORIA. PRIMO LEVI: CONTRO IL DOLORE 
[Da Primo Levi, L'altrui mestiere, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 
1997, vol. II, p. 675] 
E' difficile compito di ogni uomo diminuire per quanto puo' la tremenda 
mole di questa "sostanza" che inquina ogni vita, il dolore in tutte le sue 
forme; ed e' strano, ma bello, che a questo imperativo si giunga anche a partire 
da presupposti radicalmente diversi. 
17. MEMORIA. PRIMO LEVI: CANTO DEI MORTI INVANO 
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, 
vol. II, p. 615] 
Sedete e contrattate 
A vostra voglia, vecchie volpi argentate. 
Vi mureremo in un palazzo splendido 
Con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco 
Purche' trattiate e contrattiate 
Le vite dei vostri figli e le vostre. 
Che tutta la sapienza del creato 
Converga a benedire le vostre menti 
E vi guidi nel labirinto. 
Ma fuori al freddo vi aspetteremo noi, 
L'esercito dei morti invano, 
Noi della Marna e di Montecassino 
Di Treblinka, di Dresda e di Hiroshima: 
E saranno con noi 
I lebbrosi e i tracomatosi, 
Gli scomparsi di Buenos Aires, 
I morti di Cambogia e i morituri d'Etiopia, 
I patteggiati di Praga, 
Gli esangui di Calcutta, 
Gl'innocenti straziati a Bologna. 
Guai a voi se uscirete discordi: 
Sarete stretti dal nostro abbraccio. 
Siamo invincibili perche' siamo i vinti. 
Invulnerabili perche' gia' spenti: 
Noi ridiamo dei vostri missili. 
Sedete e contrattate 
Finche' la lingua vi si secchi: 
Se dureranno il danno e la vergogna 
Vi annegheremo nella nostra putredine. 
14 gennaio 1985 
18. MEMORIA. PRIMO LEVI: AGLI AMICI 
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, 
vol. II, p. 623] 
Cari amici, qui dico amici 
Nel senso vasto della parola: 
Moglie, sorella, sodali, parenti, 
Compagne e compagni di scuola, 
Persone viste una volta sola 
O praticate per tutta la vita: 
Purche' fra noi, per almeno un momento, 
Sia stato teso un segmento, 
Una corda ben definita. 
Dico per voi, compagni d'un cammino 
Folto, non privo di fatica, 
E per voi pure, che avete perduto 
L'anima, l'animo, la voglia di vita. 
O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu 
Che mi leggi: ricorda il tempo 
Prima che s'indurisse la cera, 
Quando ognuno era come un sigillo. 
Di noi ciascuno reca l'impronta 
Dell'amico incontrato per via; 
In ognuno la traccia di ognuno. 
Per il bene od il male 
In saggezza o in follia 
Ognuno stampato da ognuno. 
Ora che il tempo urge da presso, 
Che le imprese sono finite, 
A voi tutti l'augurio sommesso 
Che l'autunno sia lungo e mite. 
16 dicembre 1985 
19. MEMORIA. PRIMO LEVI: LA VERGOGNA DEL MONDO 
[Da Primo Levi, I sommersi e i salvati, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 
1997, vol. II, pp. 1157-1158] 
E c'e' un'altra vergogna piu' vasta, la vergogna del mondo. E' stato detto 
memorabilmente da John Donne, e citato innumerevoli volte, a proposito e non, 
che "nessun uomo e' un'isola", e che ogni campana di morte suona per ognuno. 
Eppure c'e' chi davanti alla colpa altrui, o alla propria, volge le spalle, 
cosi' da non vederla e non sentirsene toccato: cosi' hanno fatto la maggior 
parte dei tedeschi nei dodici anni hitleriani, nell'illusione che il non vedere 
fosse un non sapere, e che il non sapere li alleviasse dalla loro quota di 
complicita' o di connivenza. Ma a noi lo schermo dell'ignoranza voluta, il 
"partial shelter" di T. S. Eliot, e' stato negato: non abbiamo potuto non 
vedere. Il mare di dolore, passato e presente, ci circondava, ed il suo livello 
e' salito di anno in anno fino quasi a sommergerci. Era inutile chiudere gli 
occhi o volgergli le spalle, perche' era tutto intorno, in ogni direzione fino 
all'orizzonte. Non ci era possibile, ne' abbiamo voluto, essere isole; i giusti 
fra noi, non piu' ne' meno numerosi che in qualsiasi altro gruppo umano, hanno 
provato rimorso, vergogna, dolore insomma, per la colpa che altri e non loro 
avevano commessa, ed in cui si sono sentiti coinvolti, perche' sentivano che 
quanto era avvenuto intorno a loro, ed in loro presenza, e in loro, era 
irrevocabile. Non avrebbe potuto essere lavato mai piu'; avrebbe dimostrato che 
l'uomo, il genere umano, noi insomma, eravamo potenzialmente capaci di costruire 
una mole infinita di dolore; e che il dolore e' la sola forza che si crei dal 
nulla, senza spesa e senza fatica. Basta non vedere, non ascoltare, non 
fare. 
20. MEMORIA. PRIMO LEVI: IL NOCCIOLO DI QUANTO ABBIAMO DA DIRE 
[Da Primo Levi, I sommersi e i salvati, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 
1997, vol. II, pp. 1149-1150] 
L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti e' 
estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre piu' estranea si va 
facendo a mano a mano che passono gli anni (...). 
Per noi, parlare con i giovani e' sempre piu' difficile. Lo percepiamo come 
un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di 
non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre 
esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento 
fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perche' inaspettato, non 
previsto da nessuno. E' avvenuto contro ogni previsione; e' avvenuto in Europa; 
incredibilmente, e' avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla 
fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi 
muove al riso; eppure Adolf Hitler e' stato obbedito ed osannato fino alla 
catastrofe. E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo: questo e' il nocciolo di 
quanto abbiamo da dire. 
21. MEMORIA. PIERO CALAMANDREI: EPIGRAFI PER DONNE, 
UOMINI E CITTA' DELLA RESISTENZA 
 [I testi che qui ancora una volta riproponiamo sono 
estratti dal libro di discorsi, scritti ed epigrafi di Piero Calamandrei, Uomini 
e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente ristampato da 
Laterza, Bari 1977 (l'edizione da cui citiamo), poi riproposto da Linea d'ombra, 
Milano 1994, e nuovamente da Laterza nel 2006. 
Piero Calamandrei, nato a Firenze nel 1889 ed ivi 
deceduto nel 1956, avvocato, giurista, docente universitario, antifascista 
limpido ed intransigente, dopo la Liberazione fu costituente e parlamentare, 
fondatore ed animatore della rivista "Il Ponte", impegnato nelle grandi lotte 
civili. Dal sito dell'Anpi di Roma (www.romacivica.net/anpiroma) riprendiamo la 
seguente notizia biografica su Piero Calamandrei: "Nato a Firenze nel 1889. Si 
laureo' in legge a Pisa nel 1912; nel 1915 fu nominato per concorso professore 
di procedura civile all'Universita' di Messina; nel 1918 fu chiamato 
all'Universita' di Modena, nel 1920 a quella di Siena e nel 1924 alla nuova 
Facolta' giuridica di Firenze, dove ha tenuto fino alla morte la cattedra di 
diritto processuale civile. Partecipo' alla Grande Guerra come ufficiale 
volontario combattente nel 218mo reggimento di fanteria; ne usci' col grado di 
capitano e fu successivamente promosso tenente colonnello. Subito dopo l'avvento 
del fascismo fece parte del consiglio direttivo dell'"Unione Nazionale" fondata 
da Giovanni Amendola. Durante il ventennio fascista fu uno dei pochi professori 
che non ebbe ne' chiese la tessera continuando sempre a far parte di movimenti 
clandestini. Collaboro' al "Non mollare", nel 1941 aderi' a "Giustizia e 
Liberta'" e nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'Azione. Assieme a 
Francesco Carnelutti e a Enrico Redenti fu uno dei principali ispiratori dei 
Codice di procedura civile del 1940, dove trovarono formulazione legislativa gli 
insegnamenti fondamentali della scuola di Chiovenda. Si dimise da professore 
universitario per non sottoscrivere una lettera di sottomissione al duce che gli 
veniva richiesta dal Rettore del tempo. Nominato Rettore dell'Universita' di 
Firenze il 26 luglio 1943, dopo l'8 settembre fu colpito da mandato di cattura, 
cosicche' esercito' effettivamente il suo mandato dal settembre 1944, cioe' 
dalla liberazione di Firenze, all'ottobre 1947. Presidente del Consiglio 
nazionale forense dal 1946 alla morte, fece parte della Consulta Nazionale e 
della Costituente in rappresentanza del Partito d'Azione. Partecipo' attivamente 
ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della 
commissione d'inchiesta e della Commissione per la Costituzione. I suoi 
interventi nei dibattiti dell'assemblea ebbero larga risonanza: specialmente i 
suoi discorsi sul piano generale della Costituzione, sugli accordi lateranensi, 
sulla indissolubilita' del matrimonio, sul potere giudiziario. Nel 1948 fu 
deputato per "Unita' socialista". Nel 1953 prese parte alla fondazione del 
movimento di "Unita' popolare" assieme a Ferruccio Parri, Tristano Codignola e 
altri. Accademico nazionale dei Lincei, direttore dell'Istituto di diritto 
processuale comparato dell'Universita' di Firenze, direttore con Carnelutti 
della "Rivista di diritto processuale", con Finzi, Lessona e Paoli della rivista 
"Il Foro toscano" e con Alessandro Levi del "Commentario sistematico della 
Costituzione italiana", nell'aprile del 1945 fondo' la rivista 
politico-letteraria "Il Ponte". Mori' a Firenze nel 1956". Tra le opere di Piero 
Calamandrei segnaliamo particolarmente Uomini e citta' della Resistenza, edito 
nel 1955 e successivamente ristampato da Laterza, Roma-Bari 1977, poi riproposto 
da Linea d'ombra, Milano 1994, e nuovamente ripubblicato da Laterza nel 
2006] 
VIVI E PRESENTI CON NOI 
FINCHE' IN LORO 
CI RITROVEREMO UNITI 
MORTI PER SEMPRE 
PER NOSTRA VILTA' 
QUANDO FOSSE VERO 
CHE SONO MORTI INVANO 
(In limine al libro Uomini e citta' della 
Resistenza) 
* 
DA QUESTA CASA 
OVE NEL 1925 
IL PRIMO FOGLIO CLANDESTINO 
ANTIFASCISTA 
DETTE ALLA RESISTENZA LA PAROLA 
D'ORDINE 
NON MOLLARE 
FEDELI A QUESTA CONSEGNA 
COL PENSIERO E COLL'AZIONE 
CARLO E NELLO ROSSELLI 
SOFFRENDO CONFINI CARCERI ESILII 
IN ITALIA IN FRANCIA IN SPAGNA 
MOSSERO CONSAPEVOLI PER DIVERSE VIE 
INCONTRO ALL'AGGUATO FASCISTA 
CHE LI RICONGIUNSE NEL SACRIFICIO 
IL 9 GIUGNO 1937 
A BAGNOLES DE L'ORNE 
MA INVANO SI ILLUSERO GLI OPRESSORI 
DI AVER FATTO LA NOTTE SU QUELLE DUE 
FRONTI 
QUANDO SPUNTO' L'ALBA 
SI VIDERO IN ARMI 
SU OGNI VETTA D'ITALIA 
MILLE E MILLE COL LORO STESSO VOLTO 
VOLONTARI DELLE BRIGATE ROSSELLI 
CHE SULLA FIAMMA RECAVANO IMPRESSO 
GRIDO LANCIATO DA UN POPOLO 
ALL'AVVENIRE 
GIUSTIZIA E LIBERTA' 
(Epigrafe sulla casa dei fratelli Rosselli, in 
Firenze, via Giusti n. 38) 
* 
GIUSTIZIA E LIBERTA' 
PER QUESTO MORIRONO 
PER QUESTO VIVONO 
(Epigrafe sulla tomba dei fratelli Rosselli, nel 
cimitero di Trespiano - Firenze) 
* 
NON PIU' VILLA TRISTE 
SE IN QUESTE MURA 
SPIRITI INNOCENTI E FRATERNI 
ARMATI SOL DI COSCIENZA 
IN FACCIA A SPIE TORTURATORI CARNEFICI 
VOLLERO 
PER RISCATTARE VERGOGNA 
PER RESTITUIR DIGNITA' 
PER NON RIVELARE IL COMPAGNO 
LANGUIRE SOFFRIRE MORIRE 
NON TRADIRE 
(Epigrafe sulla villa di via Bolognese, a Firenze - 
dove fu la sede della banda Carita' - nella quale Enrico Bocci fu torturato: e 
che fu chiamata in quei mesi "Villa triste") 
* 
GIANFRANCO MATTEI 
DOCENTE UNIVERSITARIO DI CHIMICA 
NELL'ORA DELL'AZIONE CLANDESTINA 
FECE DELLA SUA SCIENZA 
ARMA PER LA LIBERTA' 
COMUNIONE COL SUO POPOLO 
SILENZIOSA SCELTA DEL MARTIRIO 
SU QUESTA CASA OVE NACQUE 
RIMANGANO INCISE 
LE ULTIME PAROLE SCRITTE NEL CARCERE 
QUANDO SOTTRASSE AL CARNEFICE 
E INVITTA CONSEGNO' ALL'AVVENIRE 
LA CERTEZZA DELLA SUA FEDE 
"SIATE FORTI - COME IO LO FUI" 
Milano 11 dicembre 1916 - Roma febbraio 
1944 
(Epigrafe sulla casa di Milano, ove nacque l'11 
dicembre 1916 Gianfranco Mattei) 
* 
LA MADRE 
QUANDO LA SERA TORNAVANO DAI CAMPI 
SETTE FIGLI ED OTTO COL PADRE 
IL SUO SORRISO ATTENDEVA SULL'USCIO 
PER ANNUNCIARE CHE IL DESCO ERA PRONTO 
MA QUANDO IN UN UNICO SPARO 
CADDERO IN SETTE DINANZI A QUEL MURO 
LA MADRE DISSE 
NON VI RIMPROVERO O FIGLI 
D'AVERMI DATO TANTO DOLORE 
L’AVETE FATTO PER UN'IDEA 
PERCHE' MAI PIU' NEL MONDO ALTRE MADRI 
DEBBAN SOFFRIRE LA STESSA MIA PENA 
MA CHE CI FACCIO QUI SULLA SOGLIA 
SE PIU' LA SERA NON TORNERETE 
IL PADRE E' FORTE E RINCUORA I NIPOTI 
DOPO UN RACCOLTO NE VIENE UN ALTRO 
MA IO SONO SOLTANTO UNA MAMMA 
O FIGLI CARI 
VENGO CON VOI 
(Epigrafe dettata per il busto, collocato nella 
sala del consiglio del Comune di Campegine, di Genoveffa Cocconi, madre dei 
sette fratelli Cervi, morta di dolore poco dopo la loro 
fucilazione) 
* 
A POCHI METRI DALL'ULTIMA CIMA 
AVVOLTA NEL NEMBO 
QUALCUNO PIU' SAGGIO DISSE SCENDIAMO 
MA LIVIO COMANDA 
QUANDO UN'IMPRESA SI E' COMINCIATA 
NON VALE SAGGEZZA 
A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE 
DALLA MONTAGNA NERA 
DOPO DIECI ANNI DAL PRIMO CONVEGNO 
S'AFFACCIANO LE OMBRE IN VEDETTA 
L'HANNO RICONOSCIUTO 
SVENTOLANO I VERDI FAZZOLETTI 
RICANTAN LE VECCHIE CANZONI 
E' LIVIO CHE SALE 
E' IL LORO CAPO 
CHE PER NON RINUNCIARE ALLA VETTA 
TRA I MORTI GIOVANI 
GIOVANE ANCH'EGLI 
E' VOLUTO RESTARE 
ASCIUGHIAMO IL PIANTO 
GUARDIAMO SU IN ALTO 
IN CERCA DI TE 
COME TI VIDERO I TEDESCHI FUGGENTI 
FERMO SULLA RUPE 
LE SPALLE QUADRATE MONTANARE 
LA MASCHIA FRONTE OSTINATA 
L'OCCHIO ACCESO DI DOLCE FIEREZZA 
FACCI UN CENNO LIVIO 
SE VACILLEREMO 
A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE 
ANCHE SE QUESTO 
E' 
MORIRE 
(Epigrafe per la morte di Livio Bianco avvenuta nel 
luglio del 1953, per una sciagura di montagna) 
* 
DALL'XI AGOSTO MCMXLIV 
NON DONATA MA RICONQUISTATA 
A PREZZO DI ROVINE DI TORTURE DI 
SANGUE 
LA LIBERTA' 
SOLA MINISTRA DI GIUSTIZIA SOCIALE 
PER INSURREZIONE DI POPOLO 
PER VITTORIA DEGLI ESERCITI ALLEATI 
IN QUESTO PALAZZO DEI PADRI 
PIU' ALTO SULLE MACERIE DEI PONTI 
HA RIPRESO STANZA 
NEI SECOLI 
(Epigrafe apposta dopo la liberazione sulla parete 
di Palazzo Vecchio che guarda Via dei Gondi, a Firenze) 
* 
SULLE FOSSE DEL VOSTRO MARTIRIO 
NEGLI STESSI CAMPI DI BATTAGLIA 
O SUPPLIZIATI DI BELFIORE 
O VOLONTARI DI CURTATONE E MONTANARA 
DOPO UN SECOLO 
MANTOVA VI AFFIDA 
QUESTI SUOI CADUTI DELLA GUERRA 
PARTIGIANA 
COME VOI SONO ANDATI INCONTRO ALLA 
MORTE 
A FRONTE ALTA CON PASSO SICURO 
SENZA VOLTARSI INDIETRO 
ACCOGLIETELI OMBRE FRATERNE 
SONO DELLA VOSTRA FAMIGLIA 
MUTANO I VOLTI DEI CARNEFICI 
RADETZKY O KESSELRING 
VARIANO I NOMI DELLE LIBERAZIONI 
RISORGIMENTO O RESISTENZA 
MA L'ANELITO DEI POPOLI E' UNO 
NELLA STORIA DOVE I SECOLI SONO ATTIMI 
LE GENERAZIONI SI TRASMETTONO 
QUESTA FIAMMA RIBELLE 
PATIBOLI E TORTURE NON LA SPENGONO 
DOPO CENT'ANNI 
QUANDO L'ORA SPUNTA 
I CIMITERI CHIAMANO LIBERTA' 
DA OGNI TOMBA BALZA UNA GIOVANE 
SCHIERA 
L'AVANZATA RIPRENDE 
FINO A CHE OGNI SCHIAVITU' SARA' 
BANDITA 
DAL MONDO PACIFICATO 
(Epigrafe murata nella sala del Palazzo Provinciale 
di Mantova nel primo decennale della Resistenza, giugno 1954) 
* 
RITORNO DI KESSELRING 
NON E' PIU' VERO NON E' PIU' VERO 
O FUCILATI DELLA RESISTENZA 
O INNOCENTI ARSI VIVI 
DI SANT'ANNA E DI MARZABOTTO 
NON E' PIU' VERO 
CHE NEL ROGO DEI CASALI 
DIETRO LE PORTE INCHIODATE 
MADRI E CREATURE 
TORCENDOSI TRA LE FIAMME 
URLAVANO DISPERATAMENTE PIETA' 
AI CAMERATI GUASTATORI 
CHE SI GLORIARONO DI QUELLE GRIDA 
SIA RESA ALFINE GIUSTIZIA 
RIPRENDANO TORCE ED ELMETTI 
SI SCHIERINO IN PARATA 
ALTRI ROGHI DOVRANNO ESSERE ACCESI 
PER LA FELICITA' DEL MONDO 
NON PIU' FIORI PER LE VOSTRE TOMBE 
SONO STATI TUTTI REQUISITI 
PER FARE LA FIORITA 
SULLE VIE DEL LORO RITORNO 
LI COMANDERA' ANCORA 
COLL'ONORE MILITARE 
CUCITO IN ORO SUL PETTO 
IL CAMERATA KESSELRING 
IL VOSTRO ASSASSINO 
* 
IL MONUMENTO A KESSELRING 
LO AVRAI 
CAMERATA KESSELRING 
IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI 
ITALIANI 
MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRA' 
A DECIDERLO TOCCA A NOI 
NON COI SASSI AFFUMICATI 
DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO 
STERMINIO 
NON COLLA TERRA DEI CIMITERI 
DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI 
RIPOSANO IN SERENITA' 
NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE 
MONTAGNE 
CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO 
NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI 
CHE TI VIDE FUGGIRE 
MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI 
PIU' DURO D'OGNI MACIGNO 
SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO 
GIURATO FRA UOMINI LIBERI 
CHE VOLONTARI SI ADUNARONO 
PER DIGNITA' NON PER ODIO 
DECISI A RISCATTARE 
LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO 
SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE 
AI NOSTRI POSTI CI RITROVERAI 
MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO 
CHE SI CHIAMA 
ORA E SEMPRE 
RESISTENZA 
(Lapide murata nel Palazzo Comunale di Cuneo il 21 
dicembre 1952) 
* 
ALL'OMBRA DI QUESTE MONTAGNE 
IL 12 SETTEMBRE 1943 
POCHI RIBELLI QUI CONVENUTI 
ARMATI DI FEDE E NON DI GALLONI 
FURONO LA PRIMA PATTUGLIA 
DELLA RESISTENZA PIEMONTESE 
CHE DOPO DUE INVERNI 
CON DUCCIO E LIVIO AL COMANDO 
PER OGNI CADUTO CENTO SOPRAGGIUNTI 
DIVENTO' 
L'ESERCITO DI GIUSTIZIA E LIBERTA' 
DILAGANTE VITTORIOSO IN PIANURA 
NEL PRIMO DECENNALE 
I VIVI SALUTANO I MORTI 
DORMITE IN PACE COMPAGNI 
L’IMPEGNO DI MARCIARE INSIEME 
VERSO L'AVVENIRE 
NON E' CADUTO 
(Epigrafe murata sulla Chiesa di Madonna del 
Colletto, inaugurata il 27 settembre 1953 con un discorso di Ferruccio 
Parri) 
* 
CONTRO OGNI RITORNO 
INERMI BORGATE DELL'ALPE 
ASILO DI RIFUGIATI 
PRESE D'ASSALTO COI LANCIAFIAMME 
ARSI VIVI NEL ROGO DEI CASALI 
I BAMBINI AVVINGHIATI ALLE MADRI 
FOSSE NOTTURNE SCAVATE 
DAGLI ASSASSINI IN FUGA 
PER NASCONDERVI STRAGI DI TRUCIDATI 
INNOCENTI 
QUESTO VI RIUSCI' 
S. TERENZIO BERGIOLA ZERI VINCA 
FORNO MOMMIO TRAVERDE S. ANNA S. 
LEONARDO 
SCRIVETE QUESTI NOMI 
SON LE VOSTRE VITTORIE 
MA ESPUGNARE QUESTE TRINCEE DI MARMO 
DI DOVE IL POPOLO APUANO 
CAVATORI E PASTORI 
E LE LORO DONNE STAFFETTE 
TUTTI ARMATI DI FAME E DI LIBERTA' 
VI SFIDAVA BEFFARDO DA OGNI CIMA 
QUESTO NON VI RIUSCI' 
ORA SUL MARE SON TORNATI AL CARICO I 
VELIERI 
E NELLE CAVE I BOATI DELLE MINE 
CHIAMAN LAVORO E NON GUERRA 
MA QUESTA PACE NON E' OBLIO 
STANNO IN VEDETTA 
QUESTE MONTAGNE DECORATE DI MEDAGLIE 
D'ORO 
AL VALORE PARTIGIANO 
TAGLIENTI COME LAME 
IMMACOLATO BALUARDO SEMPRE ALL'ERTA 
CONTRO OGNI RITORNO 
(Epigrafe scolpita sul marmo della stele 
commemorativa delle Fosse del Frigido, inaugurata il 21 ottobre 
1954) 
* 
FANTASMI 
NON RAMMARICATEVI 
DAI VOSTRI CIMITERI DI MONTAGNA 
SE GIU' AL PIANO 
NELL'AULA OVE FU GIURATA LA 
COSTITUZIONE 
MURATA COL VOSTRO SANGUE 
SONO TORNATI 
DA REMOTE CALIGINI 
I FANTASMI DELLA VERGOGNA 
TROPPO PRESTO LI AVEVAMO DIMENTICATI 
E' BENE CHE SIANO ESPOSTI 
IN VISTA SU QUESTO PALCO 
PERCHE' TUTTO IL POPOLO 
RICONOSCA I LORO VOLTI 
E SI RICORDI 
CHE TUTTO QUESTO FU VERO 
CHIEDERANNO LA PAROLA 
AVREMO TANTO DA IMPARARE 
MANGANELLI PUGNALI PATIBOLI 
VENT'ANNI DI RAPINE DUE ANNI DI 
CARNEFICINE 
I BRIGANTI SUGLI SCANNI I GIUSTI ALLA 
TORTURA 
TRIESTE VENDUTA AL TEDESCO 
L'ITALIA RIDOTTA UN ROGO 
QUESTO SI CHIAMA GOVERNARE 
PER FAR GRANDE LA PATRIA 
APPRENDEREMO DA FONTE DIRETTA 
LA STORIA VISTA DALLA PARTE DEI 
CARNEFICI 
PARLERANNO I DIPLOMATICI DELL'ASSE 
I FIERI MINISTRI DI SALO' 
APRIRANNO 
I LORO ARCHIVI SEGRETI 
DI OGNI IMPICCATO SAPREMO LA SEPOLTURA 
DI OGNI INCENDIO SI RITROVERA' IL 
PROTOCOLLO 
CIVITELLA SANT'ANNA BOVES MARZABOTTO 
TUTTE IN REGOLA 
SAPREMO FINALMENTE 
QUANTO COSTO' L'ASSASSINIO 
DI CARLO E NELLO ROSSELLI 
MA FORSE A QUESTO PUNTO 
PREFERIRANNO RINUNCIARE ALLA PAROLA 
PECCATO 
QUESTI GRANDI UOMINI DI STATO 
AVREBBERO TANTO DA RACCONTARE 
(Epigrafe pubblicata sul "Ponte" dopo le elezioni 
politiche del 7 giugno 1953) 22. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO 
NONVIOLENTO 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della 
violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello 
locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere 
che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento 
persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che 
promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. 
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 23. PER SAPERNE DI PIU' 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: 
azionenonviolenta at sis.it 
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal 
dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: 
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO 
Numero 171 del 25 aprile 2010 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal 
Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della 
nonviolenza 
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare 
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2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa 
alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete 
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