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Legalita' e' umanita'. 63
- Subject: Legalita' e' umanita'. 63
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 9 Oct 2009 13:43:03 +0200
- Importance: Normal
===================== LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 63 del 9 ottobre 2009 In questo numero: 1. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 3. Cosa fare 4. Cinzia Gubbini: Cap Anamur 5. Federica Sossi: Naufraghi 6. Elio Di Bella intervista Elias Bierdel 1. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 4. UNA SOLA UMANITA'. CINZIA GUBBINI: CAP ANAMUR [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 ottobre 2009 col titolo "Assolta la Cap Anamur, salvare vite non e' reato" e il sommario "La ong processata per aver portato 37 profughi in Italia"] Assolti con formula piena, perche' il fatto non costituisce reato. Non e' reato, cioe', salvare vite umane in mare. Per fortuna. Si conclude cosi' dopo cinque anni la vicenda della Cap Anamur, la nave appartenente all'omonima associazione tedesca che nel 2004 trasse in salvo in acque internazionali 37 migranti che si trovavano su un gommone in avaria. Per quelle persone, che volevano chiedere in Italia il diritto di asilo e non gli fu concesso, il dado e' stato tratto tanto tempo fa: furono tutti espulsi. Una pena esemplare. Il presidente dell'associazione Elias Bierdel, il capitano della nave Stefan Schmidt e il primo ufficiale Vladimir Dachkevitce finirono invece alla sbarra (e per quattro giorni in carcere) con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ieri il tribunale di Agrigento - presieduto da Antonia Sabatino - li ha riabilitati: avevano ragione loro, l'Italia avrebbe dovuto permettere l'attracco alla nave che aveva soltanto compiuto un atto umanitario, oltre che obbligatorio per le leggi del mare e quelle internazionali. L'Italia, allora guidata dal secondo governo Berlusconi, mostro' invece la faccia feroce. A dirigere le operazioni fu il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, su indicazione pero' dell'intero governo che vide nella vicenda della Cap Anamur un'occasione per aprire la strada ai respingimenti facili. Quello che accade in quei 21 giorni rappresento' una svolta nella politica migratoria del governo, che in questi ultimi mesi ha conosciuto il suo compimento dopo il patto con la Libia. Era il 2 luglio del 2004 quando la nave umanitaria - che prima di incrociare i migranti era diretta in Iraq, carica di aiuti - fu bloccata dal governo italiano al limitar delle acque nazionali, a 17 miglia dalla costa. La nave aveva chiesto la possibilita' di attraccare, gli fu negato in modo eclatante: furono schierate due motovedette della guardia costiera, il cielo fu sorvolato da elicotteri per giorni. Una situazione mai vista. La vicenda si trasformo' immediatamente in un caso politico. Verso Porto Empedocle si riversarono giornalisti di diversi paesi. Si mise in moto la solita macchina diplomatica: braccio di ferro tra Malta e la Germania (che secondo il governo italiano avrebbero dovuto accogliere la nave) e l'Italia. Comincio' anche una campagna al massacro contro Bierdel e la sua associazione: senza tanti giri di parole furono accusati di aver salvato quelle 37 persone soltanto per farsi pubblicita'. E questa e' stata la tesi sostenuta dai pubblici ministeri per tutta la durata del processo. Soltanto il 12 luglio, alla fine di estenuanti trattative e con una situazione a bordo ormai intollerabile, fu concesso l'attracco. Ma la sorpresa fu amara: Bierdel, Schmidt e Dachkevitce vennero ammanettati. Gli immigrati furono trasferiti in centri di detenzione. Si dichiaravano sudanesi, ma vennero tutti espulsi verso il Ghana. Si salvarono solo in due. A ricordare quanto accadde in quei giorni, ha ragione Elias Bierdel a dire: "C'e' poco da essere allegri". E' stato questo il suo commento, ieri, dopo la lettura della sentenza: "Siamo stati sotto processo per cinque anni, soltanto per aver salvato delle vite umane", ha aggiunto. Ma in realta' ieri e' stata festa, per i tre imputati assolti, per gli avvocati difensori che si sono battuti senza sosta per cinque anni, per le associazioni italiane e tedesche che in questi giorni hanno colto l'occasione della sentenza per tornare a manifestare per i diritti dei migranti. "Finalmente e' stato stabilito un principio di diritto: salvare vite in mare non e' un reato, ma un obbligo. In tribunale abbiamo persino portato l'esempio di alcune tavolette fenicie che richiamano questo principio", commenta l'avvocato Liana Nesta, del collegio dei difensori. "E' una bella pagina della giustizia italiana ed e' importante che sia stata scritta dallo stesso tribunale che ha sollevato la questione di legittimita' costituzionale sulla norma che incrimina il soggiorno illegale degli immigrati", ha detto Giuseppe Arnone, un altro dei difensori. "Si conclude una vicenda vergognosa. Chi salva vite umane va encomiato e premiato, non processato", ha commentato invece il responsabile immigrazione dell'Arci, Filippo Miraglia. "Sollievo" per il proscioglimento e' stato espresso anche dal Consiglio italiano dei rifugiati. "Penso a quanti soldi sono stati spesi per questo processo, che avrebbero potuto salvare vite umane", ha commentato il capitano Schmidt. Il suo pensiero sara' andato anche alla nave, bloccata per cinque anni nel porto siciliano. Ieri e' stata finalmente dissequestrata. Dentro c'erano centinaia di vaccini e medicinali. Tutti da buttare. 5. UNA SOLA UMANITA'. FEDERICA SOSSI: NAUFRAGHI [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 ottobre 2009 col titolo "Naufraghi da non buttare"] "C'e' poco da rallegrarsi. Siamo stati sotto processo per cinque anni, soltanto per aver salvato delle vite umane". Commenta cosi' Elias Bierdel la decisione del Tribunale di Agrigento che assolve con formula piena dall'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina Stefan Schmidt, Vladimir Dachkevitce e lo stesso Bierdel, rispettivamente comandante della nave, primo ufficiale e presidente dell'associazione umanitaria "Cap Anamur" per la vicenda che li aveva visti coinvolti nel salvataggio di 37 naufraghi nel Canale di Sicilia. Era il 20 giugno 2004 quando l'equipaggio della nave tedesca Cap Anamur, dell'omonima organizzazione non governativa con sede a Colonia, soccorreva in acque internazionali, tra Lampedusa, Malta e la Libia, 37 naufraghi di una piccola imbarcazione alla deriva, li faceva salire a bordo ed iniziava la sua battaglia in mare per la loro sopravvivenza: tre settimane di attesa, una disputa diplomatica che coinvolge tre paesi - l'Italia che vieta l'approdo, Malta chiamata in causa dall'Italia perche' considerata il porto piu' vicino al luogo del salvataggio, la Germania che dapprima sembra voler accogliere i naufraghi e in seguito abbandona al loro destino naufraghi, equipaggio, comandante e armatore della nave - poi infine l'approdo a Porto Empedocle e l'inizio di una nuova odissea. Le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per i responsabili della vicenda, arrestati e poi processati per direttissima, mura, reti, stanzoni in cemento senza comunicazione con l'esterno, pullman per i trasferimenti da una detenzione all'altra per i naufraghi, sino all'aereo dell'espulsione finale: tutti in Ghana, da dove secondo l'allora ministro dell'interno Pisanu erano arrivati, nonostante le loro richieste d'asilo, nonostante le proteste dell'Onu, e in tutta fretta, il giorno prima che la Corte Europea dei diritti dell'uomo notificasse l'ordine di sospendere un eventuale allontanamento forzato. Poco di cui rallegrarsi se si pensa all'intera vicenda e ad essa come punto d'inizio di tutto quello che ne e' conseguito. Naufraghi, continuava a chiamare le 37 persone che la sua associazione aveva soccorso Elias Bierdel; forse profughi, dal momento che molti di loro si dichiaravano sudanesi, sussurravano tra le righe alcuni dei giornalisti della stampa internazionale e nazionale che per piu' di un mese avevano seguito l'odissea; naufraghi, comunque vivi, forse profughi, ma per ora clandestini, forse addirittura terroristi aveva invece cominciato a dichiarare il ministro dell'interno italiano. E da li' l'idea che essere non migranti morti e vittime, ma naufraghi forse colpevoli, comunque vivi e ingombranti, migranti, dunque, di cui disfarsi senza tanti problemi di umanita' ha iniziato a insinuarsi permettendo via via, naufragio dopo naufragio, non soccorso dopo non soccorso, caso diplomatico dopo caso diplomatico, processo per favoreggiamento dopo processo per favoreggiamento, respingimento dopo respingimento, la situazione attuale: il nuovo centro di detenzione dell'isola di Lampedusa vuoto, pochi i migranti in arrivo, cinque qua e la', sopravvissuti agli innumerevoli non soccorsi piu' o meno istituzionali in acque piu' o meno internazionali e comunque mai riconosciute come nazionali dagli stati che dovrebbero intervenire, e uomini, donne, bambini, neonati, nei numerosi campi di concentramento libici, ben finanziati dall'Italia per permettere i lavori forzati, i maltrattamenti, le violenze sessuali, gli aborti a colpi di manganello, spesso anche le uccisioni di cui si ha ormai documentata e quotidiana notizia. Poco di cui rallegrarsi, ma un lieve sorriso di approvazione per una sentenza che nel nazivelinismo dell'Italia attuale ristabilisce una semplice verita': i naufraghi sono naufraghi, vite umane che in quanto tali vanno salvate. Un grazie alla Cap Anamur per averla ribadita, con tutta l'ostinazione necessaria quando le verita' di fondo vanno perdute. 6. UNA SOLA UMANITA'. ELIO DI BELLA INTERVISTA ELIAS BIERDEL [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 ottobre 2009 col titolo "Intervista. Elias Bierdel: L'incubo non e' finito, troppi morti in mare" e il sommario "Elias Bierdel e' nato a Colonia, in Germania, 47 anni fa e dopo il caso Cap Anamur ha lasciato ad altri l'incarico di presidente dell'omonima associazione e ha lasciato anche la Germania. Adesso si e' trasferito in Austria dove fa il giornalista e insegna in una scuola per infermieri. In questi anni pero' ha girato il mondo raccontando la sua incredibile vicenda: 'Tanti sono stati solidali con noi e abbiamo visto un'Europa in cui crediamo'"] Elias Bierdel e' piu' sollevato dopo la sentenza. Ma non accetta che si dica che l'incubo e' finito. Per l'ex presidente dell'associazione umanitaria tedesca "Cap Anamur", anche dopo l'assoluzione: "L'incubo non e' affatto finito. Solo poche settimane fa sono morte in mare altre persone nel Mediterraneo. L'Europa continua a mandare navi militari per impedire ai barconi dei rifugiati di arrivare sino alle nostre frontiere. Non possiamo ancora essere contenti perche' la situazione e' sempre terribile in mare per gli immigrati e non cambia per niente. Tutti mi chiedono oggi se adesso sono felice. Io riterrei piu' giusto che piuttosto chiedessero al Procuratore della Repubblica di Agrigento se non si vergogna del fatto che lui si e' riferito ai valori europei, ma non ha fatto nulla per impedire che noi venissimo trattati in questo modo durante tutto questo periodo". - Elio Di Bella: Cosa e' accaduto alle persone che avete cercato di salvare? Trentacinque delle trentasette persone che abbiamo soccorso sono state deportate in Ghana in condizioni che hanno costretto anche l'Onu a protestare. Solo ad uno di loro e' stato concesso di rimanere a Palermo e un altro che era ferito e' stato ricoverato in ospedale. Successivamente 18 persone sono state deportate in Nigeria e 17 sono rimaste nel Ghana. Nell'autunno del 2004 ho avuto l'occasione di visitare le persone deportate nel Ghana. Uno di loro e' ripartito per venire in Europa e abbiamo saputo che nella primavera del 2006, durante il tentativo di attraversare il Mediterraneo, con altre venti persone e' annegato davanti Lampedusa. - Elio Di Bella: Signor Bierdel, ritiene comunque di salvare qualcosa di questa brutta esperienza ? Ho visto che non c'e' per fortuna solo l'Europa dei cannoni, ma c'e' anche un'Europa che mi piace di piu'. E' un'Europa solidale. I frutti piu' belli di questa nostra battaglia sono stati certamente le amicizie che sono nate in Italia con tutti quelli che ci hanno dato il proprio sostegno. Mi auguro che in futuro le cose vadano diversamente e non prendano piu' il martello contro una farfalla. Alla Cap Anamur e' stata messa una catena con una brutalita' di altri tempi. ===================== LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 63 del 9 ottobre 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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