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Minime. 959
- Subject: Minime. 959
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 30 Sep 2009 00:51:35 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 959 del 30 settembre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Severino Vardacampi: Tristezze 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Cosa fare 5. Grazia Naletto: Una sanatoria per pochi 6. Enrico Pugliese: Vent'anni dopo 7. Anna Maffei: In difesa della liberta' di informazione 8. Movimento Nonviolento: 2 ottobre 2009, Giornata internazionale della nonviolenza. Iniziativa comune del Movimento Nonviolento in ogni regione d'Italia 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento 10. Per saperne di piu' 1. LE ULTIME COSE. SEVERINO VARDACAMPI: TRISTEZZE Lo stupro di una bambina. Ogni stella si spegne. Il cielo stesso crolla sulla terra. * Come tutti, trovo ripugnante la visione del mondo, lo stile di vita, l'azione corruttiva, la barbarie di Berlusconi e del berlusconismo. Ma non credo che siano granche' diversi tanta parte del ceto politico e dei prominenti dell'informazione stampata e televisiva che pure pretendono di esser ritenuti a Berlusconi ed al berlusconismo alternativi: vi vedo lo stesso maschilismo, la stessa tracotanza, lo stesso fascismo. E mi sovviene - chiedo scusa - la vicenda romana: quelle epiche lotte tra Repubblica e Principato, tra potere senatorio e cesarismo, erano nella realta' (nel simbolo ben altra cosa, so bene: anch'io mi commuovo leggendo e rileggendo quegli storici e quegli oratori) lotta intestina tra poche grandi famiglie tutte parimenti complici nella visione del mondo - e nell'organizzazione della societa' - schiavista, militarista, fascista (agli studenti dovresti chieder sempre: quante scrittrici latine conoscete? Una societa' maschilista e' sempre gia' il fascismo). * Come tutti, so che uccidere una persona e' male. E allora come e' possibile che ormai da quasi dieci anni l'Italia partecipi a una guerra che ha mietuto e continua a mietere innumerevoli vittime, e la quasi totalita' del popolo italiano non muova un dito perche' questo massacro cessi? * Come tutti, ritengo il razzismo e lo schiavismo dei crimini contro l'umanita'. E molto mi sorprende, e ancor piu' mi addolora, che tante brave persone non si avvedano dell'abominevole colpo di stato razzista e schiavista in corso in Italia, e non sentano la necessita' morale di insorgere contro la persecuzione nazista dei migranti. * Come tutti, so che l'attuale modello di sviluppo (e con esso le ideologie ad esso inerenti) e' in rotta di collisione con i limiti della biosfera, e che se non si cambia strada la civilta' umana e' nel piu' grave pericolo, la catastrofe e' a un passo. So, quindi so che devo. Anch'io ho letto quell'XI tesi su Feuerbach (e meditato sulle sue dialettiche, e so che quella consegna della trasformazione del mondo oggi meglio sarebbe articolarla e precisarla nel segno del duplice fine della liberazione dell'umanita' e della preservazione della biosfera - principio responsabilita', solidarieta' e comunione che tutti raggiunge -). * "Y las pobres muchachas muertas, escamoteadas en abril, las que asomaronse y hundieronse como en las olas el delfin?" (Gabriela Mistral, Cancion de las muchachas muertas, vv. 1-4, in Eadem, Tala, 1938) 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 5. UNA SOLA UMANITA'. GRAZIA NALETTO: UNA SANATORIA PER POCHI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 settembre 2009 col titolo "Stranieri, il mezzo flop della sanatoria fatta per pochi"] La regolarizzazione "selettiva" sta per volgere al termine. Chi non lo avesse ancora fatto, ed e' titolare dei requisiti necessari, ha tempo fino al 30 settembre per regolarizzare la posizione lavorativa di una collaboratrice domestica o di un massimo di due assistenti familiari. Sinora le domande presentate sono molto inferiori alle 500-600.000 attese dal ministero degli interni: sono 151.703 secondo i dati ufficiali aggiornati al 22 settembre, in maggioranza collaboratrici domestiche (88.008). Sebbene i dati degli ultimi giorni registrino un aumento, difficilmente il dato definitivo confermera' le previsioni e raggiungera' le 341.121 domande di regolarizzazione presentate nel 2002 solo per il lavoro domestico. I motivi che possono spiegare questo risultato sono molteplici. In primo luogo la tipologia dei requisiti richiesti. 1) Il versamento di un contributo forfettario di 500 euro da parte del datore di lavoro e' in realta' pagato nella quasi totalita' dei casi dagli stessi lavoratori e in caso di mancato accoglimento della domanda non sara' restituito. Non tutti sono disponibili a rischiare. 2) Per l'assunzione di una collaboratrice domestica il reddito imponibile minimo richiesto (20.000 euro) sale a 25.000 euro se il datore di lavoro non lo raggiunge autonomamente e deve integrarlo con quello di un altro familiare convivente. 3) Il tetto minimo di 20 ore di lavoro settimanali. La forma di collaborazione domestica piu' diffusa e' quella "a ore", in media tra le quattro e le sei ore settimanali: per raggiungere il minimo di 20 ore la lavoratrice deve avere in corso almeno 3-4 rapporti di lavoro. La regolarizzazione in corso, a differenza di quella del 2002, non consente di cumulare diversi rapporti di lavoro: la domanda deve essere presentata da un unico datore di lavoro per un minimo di 20 ore settimanali. 4) La necessita' di indicare il domicilio (che dovra' risultare "idoneo" al momento della stipula del contratto di soggiorno) costituisce un altro ostacolo: per legge il cittadino straniero non puo' stipulare un contratto di locazione se non e' titolare del permesso di soggiorno. Se non convive con il proprio datore di lavoro, e' "ospite" di proprietari che affittano al nero oppure vive in alloggi il cui contratto di locazione e' intestato a qualcun altro. In entrambi i casi, chi "ospita" puo' avere una certa reticenza a dichiarare alle autorita' di pubblica sicurezza, entro 48 ore dalla presentazione della domanda, di ospitare un cittadino straniero privo di permesso di soggiorno. Ma forse la ragione principale e' un'altra. La retorica sicuritaria ed esplicitamente xenofoba che ha accompagnato l'introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale e il complesso delle norme che inaspriscono la disciplina sull'immigrazione, ha contribuito da un lato a diffondere nelle famiglie la paura di "esporsi" ("se la domanda di regolarizzazione non viene accettata che cosa succede?"), dall'altro ad alimentare il razzismo. E il razzismo certo non favorisce la tutela dei diritti. Si dira': si tratta comunque di un provvedimento positivo che consente a migliaia di persone straniere di uscire dall'invisibilita'. E' vero, ma esclude le migliaia di lavoratori stranieri che lavorano al nero nel settore agricolo, in quello edile, turistico e della ristorazione nonche' in molte piccole imprese manifatturiere. E' stata ventilata la possibilita', da parte di alcuni membri del governo, di un prossimo provvedimento rivolto a sanare questi lavoratori. E' augurabile che arrivi al piu' presto. 6. UNA SOLA UMANITA'. ENRICO PUGLIESE: VENT'ANNI DOPO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 settembre 2009 col titolo "Jerry Masslo e la solitudine antirazzista"] Venti anni fa Villa Literno. C'era stato l'assassinio di un giovane nero sudafricano, richiedente asilo, Jerry Masslo. Provo un po' di imbarazzo a scriverlo, ma non si era trattato di un semplice episodio di violenza razzista. Comunque - accerto' la magistratura - non era certo quello l'aspetto principale. Dei balordi tentarono una rapina nei confronti di un giovane nero, ritenuto probabilmente piu' debole e indifeso, e alla sua reazione lo uccisero. Il delitto porto' all'attenzione dell'opinione pubblica nazionale la questione delle condizioni di vita e soprattutto dell'insicurezza che vivevano gli immigrati. L'emozione nel Paese fu grande e la reazione a livello sociale e istituzionale fu notevole. A Villa Literno - dove vivevano in condizione di estrema precarieta' i lavoratori immigrati occupati prevalentemente in agricoltura - c'era gia' un qualche intervento del volontariato laico e cattolico. La Cgil si mobilito' con forza nelle manifestazioni di protesta e solidarieta' che fecero seguito all'assassinio. Ai funerali di Masslo a Villa Literno c'era tanta gente e c'erano molte alte autorita' politiche, a cominciare da Claudio Martelli, allora ministro della giustizia. L'episodio e le mobilitazioni accelerarono l'approvazione della legge su immigrati e rifugiati che porta il suo nome. Fu un momento importante che rifletteva l'atteggiamento prevalente nella societa' nei confronti di questo nuovo fenomeno. Da anni era in piedi una forma di coordinamento piu' o meno informale di soggetti impegnati nell'opera di solidarieta' agli immigrati. Era il periodo in cui le associazioni degli immigrati erano forti e rappresentative. Qualche anno prima una legge sull'immigrazione, integrata successivamente dalla legge Martelli, era stata prodotta dal lavoro collettivo di gruppi di natura politica e sociale disparata che andavano dall'estrema sinistra alla Dc. Con tutte le loro ingenuita', quelle leggi contenevano punti altamente qualificanti, quali la parita' di diritti tra lavoratori locali e lavoratori immigrati. Cosa e' successo dopo? Un qualche sedimento di quell'umore solidale e di quelle iniziative si registra ancora nella societa' italiana. E' difficile ora sostenerlo se si pensa ai recenti atti di violenza o alle dichiarazioni razziste e di esponenti politici anche di alto livello. Eppure ci sono indicatori forti di come gli immigrati, tra mille difficolta' e discriminazioni, siano riusciti a inserirsi nella nostra societa'. Pensiamo solo al grado di sindacalizzazione: tra gli operai esso e' probabilmente piu' alto che tra gli operai italiani. E la stessa societa' italiana, che pure non riesce a controllare xenofobia e razzismo, esprime orientamenti meno decisamente anti-immigrati rispetto a quelli espressi da personaggi con responsabilita' politiche e istituzionali di rilievo. Secondo sondaggi la paura dell'invasione non e' aumentata significativamente da quando gli immigrati erano 3-400.000 a ora che sono piu' di 4 milioni, nonostante irresponsabili editoriali della grande stampa. Allora cos'e' che non va? Quasi tutto. La cosa peggiore e' la caduta dei tabu' nel discorso razzista. Non si potrebbero spiegare gli episodi di recente violenza se non ci fossero dichiarazioni xenofobe senza ritegno di esponenti della Lega o, sia pure piu' moderatamente, del partito di Berlusconi. I "Bingo-bongo" di Bossi, l'insulto agli immigrati per il colore della loro pelle o per la loro religione, sono un'incitazione all'odio, cosi' come lo e' il continuo identificare gli irregolari e i clandestini come delinquenti o minaccia per la sicurezza pubblica. Gli scherzi di cattivo gusto dell'allora sindaco Gentilini sul "tiro a segno sugli immigrati" e il massacro di un povero ragazzo urlandogli "sporco negro" si collocano sulla stessa linea. E la china e' divenuta sempre piu' ripida: il razzismo verbalizzato non ha piu' freni. La novita' di questo scorcio finale di decennio e' proprio la caduta dei tabu'. Al "premetto che non sono razzista" che introduceva una volta i discorsi xenofobi ora si sostituisce l'esplicita e plateale espressione dei propri sentimenti. La storia e' cominciata con le impronte digitali dei bambini rom qualche anno addietro ed e' proseguita nel corso dell'attuale governo Berlusconi con una serie di norme vessatorie sia creativamente proposte da amministratori locali razzisti sia introdotte nella legislazione statale. E questo e' un elemento importante per chiarire la situazione e la sua evoluzione nei venti anni trascorsi da Villa Literno a oggi. Il primo punto riguarda una colpevole pratica di chiusura agli ingressi regolari che ci trasciniamo dietro ancora dai tempi della legge Martelli. Non si e' mai riusciti a introdurre nel nostro paese norme che permettessero direttamente l'ingresso legale per ricerca di lavoro, che e' poi il motivo per cui gli immigrati arrivano. Non si e' mai voluto - neanche nei periodi di governo del centrosinistra - individuare dei meccanismi per facilitare il cambiamento del permesso di soggiorno o del visto per motivi di studio o turistico in permesso per motivi di lavoro, cosi' come capitava per gli italiani che arrivavano in Germania negli anni '50 e '60. Cio' porta a un continuo riprodursi della irregolarita', che rende la condizione degli immigrati piu' fragile. Sono poi venti anni e piu' che la destra (e il centrosinistra) confondono la lotta alla clandestinita' con quella ai clandestini. Dal punto di vista dell'azione governativa e istituzionale, per gli immigrati le cose sono andate peggiorando in questo decennio. La normativa generale che governa l'immigrazione e' ancora quella del Testo Unico fondato sulla legge progressista Turco-Napolitano. Ma gia' nel 2002 l'insieme degli emendamenti peggiorativi che vanno sotto il nome di "legge Bossi-Fini" diede un primo colpo. La Bossi-Fini lascio' in piedi grosso modo l'impianto del T. U. ma ci penso' poi il taglio dei fondi a rendere impraticabili le politiche sociali che la legge prevedeva. Per converso gli aspetti persecutori e di chiusura furono solo rafforzati. E' con il terzo governo Berlusconi che si e' verificato un vero e proprio salto di qualita'. Alle dichiarazioni degli esponenti governativi seguono fatti altrettanto pericolosi. La crudelta' e' sbandierata nelle parole ed e' praticata nei fatti. L'insieme delle norme di politica sociale progressiste contenute nel T. U. viene smantellato progressivamente: dalle classi differenziali razziste per i bambini alla esclusione dei figli di irregolari dalle scuole, ai medici spia, e cosi' via di seguito. Aridatece Martelli allora? Non so. Certo e' che nella sinistra moderata di allora non c'era la fissazione securitaria che c'e' adesso. L'opinione pubblica benpensante si e' certamente un po' incarognita. E questo non e' solo colpa della destra. Insomma, gli immigrati e le associazioni che hanno lanciato la manifestazione del 17 ottobre a Roma (e quelle che in questi giorni ricordano Jerry Masslo a Villa Literno) sono molto piu' isolate di quelle che avevano preso parte alle iniziative di venti anni fa. Se vent'anni fa c'era il rischio dell'antirazzismo facile, ora c'e' quello del razzismo senza ritegno. Il clima e' cambiato. E' per questo che e' necessario rilanciare la solidarieta'. 7. INIZIATIVE. ANNA MAFFEI: IN DIFESA DELLA LIBERTA' DI INFORMAZIONE [Dall'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (per contatti: ucebi at ucebi.it) riceviamo e diffondiamo. Anna Maffei e' la presidente dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia] "La Verita' vi fara' liberi". L'Unione cristiana evangelica battista d'Italia aderisce alla manifestazione nazionale in difesa della liberta' di informazione. Le ragioni di questa adesione sono radicate nella convinzione che solo in una societa' in cui e' garantita la libera circolazione delle idee e' possibile essere cittadini e cittadine responsabili delle proprie scelte in ogni campo. Indipendentemente dalle posizioni politiche dei singoli, che vanno tutte rispettate, le chiese battiste, che vengono da una tradizione di nonconformismo ed operano al loro interno attraverso processi di ricerca del consenso liberi e democratici, esprimono con questa adesione la loro preoccupazione per il tentativo in atto nel nostro paese di soffocare e screditare tutte le voci che direttamente o indirettamente dissentono dalle politiche di governo e pongono domande politicamente legittime a chi ci governa. La storia mostra come spesso l'insofferenza diventa intolleranza, l'intolleranza censura e la censura violenza. Riteniamo che sia importante fermare questo processo degenerativo per evitare gravi derive antidemocratiche e forme imposte di conformismo politico e culturale. L'Evangelo di Gesu' Cristo ci spinge a non aver paura della verita', anche delle verita' piu' scomode che mettono in questione il nostro stile di vita e le nostre scelte in campo etico e politico. La nostra convinta partecipazione alla manifestazione per la libera stampa e' anche impegno a contribuire ad un'informazione non pilotata dai poteri forti e non impostata sulla base del maggiore profitto del mercato pubblicitario. 8. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: 2 OTTOBRE 2009, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA. INIZIATIVA COMUNE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO IN OGNI REGIONE D'ITALIA [Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] L'Assemblea generale dell'Onu ha fissato al 2 ottobre di ogni anno la Giornata internazionale della nonviolenza. La data e' stata scelta in quanto anniversario della nascita di Gandhi, ispiratore dei movimenti per la pace, la giustizia, la liberta' di tutto il mondo. In una risoluzione approvata dai 192 Stati membri dell'Onu, su proposta del governo indiano, l'Assemblea invita tutti i paesi, organizzazioni e individui a "commemorare questo giorno per promuovere una cultura della pace, della tolleranza, della comprensione e della nonviolenza". E' infatti con Gandhi che nasce la nonviolenza moderna. Certo, essa e' sempre esistita, e' "antica come le montagne", ma prima del Mahatma era sempre stata intesa come via personale alla salvezza, come codice individuale, come precetto valido per l'individuo. E' solo con la straordinaria esperienza gandhiana, prima in Sudafrica e poi in India, che la nonviolenza diventa politica, strumento collettivo di liberazione. La nonviolenza e' stata la vera, grande, unica, rivoluzione del XX secolo. Le ideologie del Novecento si sono frantumate alla prova della storia, sono state sepolte nelle tragedie dei campi di sterminio e nei gulag, sono morte nei massacri della prima e della seconda guerra mondiale. Solo la nonviolenza resta ad indicare una nuova via. La nonviolenza e' un mezzo e un fine, e' uno strumento per risolvere i conflitti che la vita ci presenta, a livello individuale e sociale (poverta', discriminazioni, esclusioni, ecc.); la violenza mira a sconfiggere o eliminare l'avversario; la nonviolenza vuole far emergere la verita' e offrire una via d'uscita per tutti; preferisce convincere piuttosto che vincere. Non c'e' un nemico da criminalizzare, ma un avversario da conquistare. Oggi la vita stessa del pianeta e' a rischio. Crisi ecologica e crisi belliche rendono il futuro incerto. Dobbiamo rovesciare il motto "se vuoi la pace prepara la guerra" nel suo giusto verso "se vuoi la pace prepara la pace", a partire dal ripudio della guerra e degli strumenti che la rendono possibile: eserciti e armi. Dobbiamo invertire la rotta, se siamo ancora in tempo. Dobbiamo disarmare, le nostre menti innanzitutto, per "svuotare gli arsenali e riempire i granai". In questa occasione il Movimento Nonviolento (fondato da Aldo Capitini, che ha introdotto in Italia il pensiero ed il metodo di Gandhi), ha promosso una iniziativa comune nazionale. Tutti gli iscritti, i simpatizzanti, i singoli amici della nonviolenza, gruppi e centri del Movimento, hanno organizzato nella propria citta' o nel proprio paese un'iniziativa pubblica: una presenza in piazza, un banchetto, l'esposizione della nostra bandiera, una conferenza, una fiaccolata, la distribuzione di un volantino; un'azione che il 2 ottobre colleghera' idealmente tutte le realta' degli amici della nonviolenza a livello nazionale. Abbiamo voluto coinvolgere soprattutto le scuole (dalle elementari ai licei) affinche' presidi ed insegnanti sensibili, insieme agli studenti, ricordino la figura di Gandhi e affrontino il tema dell'educazione alla pace. E' stata anche realizzata una diffusione straordinaria del numero speciale della rivista "Azione nonviolenta", dedicato all'attualita' del pensiero di Gandhi. Abbiamo notizie di eventi organizzati in ogni regione italiana: Valle d'Aosta: Aosta; Piemonte: Torino (una mostra per le scuole), Alba CN (letture e film); Lombardia: Brescia (un incontro pubblico), Bergamo, Clusone BG (un volantinaggio), Lodi, Sesto e Uniti CR, Ranica BG; Veneto: Verona (un concerto), Vicenza (inaugurazione di un busto di Gandhi), Padova, Mestre; Trentino Alto Adige: Rovereto, Trento (letture nelle scuole); Friuli Venezia Giulia: Trieste (un concerto), Cormons (un dibattito), Cordenons PN, Torrata PN (una cena conviviale); Emilia Romagna: Ferrara, Reggio Emilia, Faenza; Liguria: Genova (silenzio per la pace); Toscana: Firenze (letture in piazza), Livorno (banchetti in citta'), Pisa; Sardegna: Tempio Pausania, Cagliari, Ghilarza (una marcia Seneghe-Morbello), Nuoro; Lazio: Roma (una mostra artistica), Viterbo; Marche: Centobuchi AP; Umbria: Gubbio (iniziativa scout); Campania: Napoli; Abruzzo: Pescara (esposizione bandiere); Molise: Castropignano; Puglia: San Vito dei Normanni, Manduria; Basilicata: Potenza; Calabria: Vibo Valentia; Sicilia: Comiso (preghiera per la pace), Avola. Segnaliamo un'iniziativa anche in Svizzera, a Bellinzona (nelle scuole). * Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, cell. 3482863190, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.nonviolenti.org 9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 10. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 959 del 30 settembre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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