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Minime. 957
- Subject: Minime. 957
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 28 Sep 2009 00:54:41 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 957 del 28 settembre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Harijan 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Cosa fare 5. Movimento Nonviolento: 2 ottobre 2009, Giornata internazionale della nonviolenza. Iniziativa comune del Movimento Nonviolento in ogni regione d'Italia 6. Claudio Ragaini: Il carteggio tra l'Abbe' Pierre e Albert Schweitzer (1998) 7. Riletture: Gaspara Stampa, Rime 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: HARIJAN "Harijan" e' il termine con cui Gandhi chiamava gli "intoccabili", gli esclusi, le piu' oppresse e sofferenti vittime del sistema castale della societa' tradizionale indiana. "Harijan" vuol dire "popolo di Dio", e Gandhi sapeva che chi non lottava per loro e con loro, per i loro diritti e quindi per i diritti di tutti gli esseri umani nessuno escluso, non era un amico della nonviolenza, non era una persona decente. Oggi le misure razziste e schiaviste imposte in Italia dal governo dell'eversione dall'alto pretendono di introdurre nel nostro paese un regime di apartheid, di segregazione, di denegazione dell'umanita' di esseri umani marchiati come nuovi "intoccabili", come nuovi "Untermenschen", "sottouomini". E' l'orrore nazista che oggi e' al governo del nostro paese. E' l'orrore nazista a cui hanno il dovere di opporsi tutte le persone di volonta' buona, tutte le organizzazioni democratiche, tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana, l'intera umanita' civile e solidale. * Oggi qui occorre un'insurrezione nonviolenta del popolo italiano in difesa della legalita' e dell'umanita'; un'insurrezione nonviolenta che con la forza della verita' e del diritto, della coscienza e della democrazia, denunci, contrasti e sconfigga il colpo di stato razzista, schiavista, squadrista. Oggi, qui. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 5. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: 2 OTTOBRE 2009, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA. INIZIATIVA COMUNE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO IN OGNI REGIONE D'ITALIA [Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] L'Assemblea generale dell'Onu ha fissato al 2 ottobre di ogni anno la Giornata internazionale della nonviolenza. La data e' stata scelta in quanto anniversario della nascita di Gandhi, ispiratore dei movimenti per la pace, la giustizia, la liberta' di tutto il mondo. In una risoluzione approvata dai 192 Stati membri dell'Onu, su proposta del governo indiano, l'Assemblea invita tutti i paesi, organizzazioni e individui a "commemorare questo giorno per promuovere una cultura della pace, della tolleranza, della comprensione e della nonviolenza". E' infatti con Gandhi che nasce la nonviolenza moderna. Certo, essa e' sempre esistita, e' "antica come le montagne", ma prima del Mahatma era sempre stata intesa come via personale alla salvezza, come codice individuale, come precetto valido per l'individuo. E' solo con la straordinaria esperienza gandhiana, prima in Sudafrica e poi in India, che la nonviolenza diventa politica, strumento collettivo di liberazione. La nonviolenza e' stata la vera, grande, unica, rivoluzione del XX secolo. Le ideologie del Novecento si sono frantumate alla prova della storia, sono state sepolte nelle tragedie dei campi di sterminio e nei gulag, sono morte nei massacri della prima e della seconda guerra mondiale. Solo la nonviolenza resta ad indicare una nuova via. La nonviolenza e' un mezzo e un fine, e' uno strumento per risolvere i conflitti che la vita ci presenta, a livello individuale e sociale (poverta', discriminazioni, esclusioni, ecc.); la violenza mira a sconfiggere o eliminare l'avversario; la nonviolenza vuole far emergere la verita' e offrire una via d'uscita per tutti; preferisce convincere piuttosto che vincere. Non c'e' un nemico da criminalizzare, ma un avversario da conquistare. Oggi la vita stessa del pianeta e' a rischio. Crisi ecologica e crisi belliche rendono il futuro incerto. Dobbiamo rovesciare il motto "se vuoi la pace prepara la guerra" nel suo giusto verso "se vuoi la pace prepara la pace", a partire dal ripudio della guerra e degli strumenti che la rendono possibile: eserciti e armi. Dobbiamo invertire la rotta, se siamo ancora in tempo. Dobbiamo disarmare, le nostre menti innanzitutto, per "svuotare gli arsenali e riempire i granai". In questa occasione il Movimento Nonviolento (fondato da Aldo Capitini, che ha introdotto in Italia il pensiero ed il metodo di Gandhi), ha promosso una iniziativa comune nazionale. Tutti gli iscritti, i simpatizzanti, i singoli amici della nonviolenza, gruppi e centri del Movimento, hanno organizzato nella propria citta' o nel proprio paese un'iniziativa pubblica: una presenza in piazza, un banchetto, l'esposizione della nostra bandiera, una conferenza, una fiaccolata, la distribuzione di un volantino; un'azione che il 2 ottobre colleghera' idealmente tutte le realta' degli amici della nonviolenza a livello nazionale. Abbiamo voluto coinvolgere soprattutto le scuole (dalle elementari ai licei) affinche' presidi ed insegnanti sensibili, insieme agli studenti, ricordino la figura di Gandhi e affrontino il tema dell'educazione alla pace. E' stata anche realizzata una diffusione straordinaria del numero speciale della rivista "Azione nonviolenta", dedicato all'attualita' del pensiero di Gandhi. Abbiamo notizie di eventi organizzati in ogni regione italiana: Valle d'Aosta: Aosta; Piemonte: Torino (una mostra per le scuole), Alba CN (letture e film); Lombardia: Brescia (un incontro pubblico), Bergamo, Clusone BG (un volantinaggio), Lodi, Sesto e Uniti CR, Ranica BG; Veneto: Verona (un concerto), Vicenza (inaugurazione di un busto di Gandhi), Padova, Mestre; Trentino Alto Adige: Rovereto, Trento (letture nelle scuole); Friuli Venezia Giulia: Trieste (un concerto), Cormons (un dibattito), Cordenons PN, Torrata PN (una cena conviviale); Emilia Romagna: Ferrara, Reggio Emilia, Faenza; Liguria: Genova (silenzio per la pace); Toscana: Firenze (letture in piazza), Livorno (banchetti in citta'), Pisa; Sardegna: Tempio Pausania, Cagliari, Ghilarza (una marcia Seneghe-Morbello), Nuoro; Lazio: Roma (una mostra artistica), Viterbo; Marche: Centobuchi AP; Umbria: Gubbio (iniziativa scout); Campania: Napoli; Abruzzo: Pescara (esposizione bandiere); Molise: Castropignano; Puglia: San Vito dei Normanni, Manduria; Basilicata: Potenza; Calabria: Vibo Valentia; Sicilia: Comiso (preghiera per la pace), Avola. Segnaliamo un'iniziativa anche in Svizzera, a Bellinzona (nelle scuole). * Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, cell. 3482863190, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.nonviolenti.org 6. MAESTRI. CLAUDIO RAGAINI: IL CARTEGGIO TRA L'ABBE' PIERRE E ALBERT SCHWEITZER (1998) [Dal mensile "Jesus", n. 5, maggio 1998, col titolo "1954-1964: il carteggio tra l'Abbe' Pierre e Albert Schweitzer. Le lettere di due apostoli"] Nel giugno del 1954 l'Abbe' Pierre chiede a Schweitzer, per la rivista di cui e' direttore, un parere sul problema dell'esclusione sociale e della solidarieta'. Dal cuore del Gabon il medico elvetico gli invia una lunga e affettuosa lettera nella quale gli rivolge consigli e raccomandazioni. Inizia cosi' una decennale corrispondenza tra due grandi testimoni, impegnati sulle frontiere della carita'. L'Abbe' Pierre (Henri Groues) e' nato a Lione il 5 agosto 1912. Ordinato sacerdote nel 1938, durante la seconda guerra mondiale ha partecipato attivamente alla Resistenza francese. Nel 1949 ha fondato la comunita' di Emmaus. Eletto deputato all'Assemblea nazionale, ha lasciato la politica attiva per dedicarsi interamente a quella "insurrezione della bonta'" che, lanciata nell'inverno del 1954, intende affrontare i problemi degli emarginati, dei senza casa, dei poveri. Di nazionalita' tedesca - originario dell'Alsazia - e di religione protestante, Albert Schweitzer (1875-1965), una volta laureatosi in medicina (1913), decise di partire alla volta di Lambarene', oggi nel Gabon, allora nell'Africa Equatoriale francese, dove apri' un ospedale e un lebbrosario che gesti' fino alla morte. Nel 1953 ottenne il Nobel per la pace. * Estate del 1954: e' l'anno del disastro militare francese di Dien Bien Phu, in Indocina, prologo alla guerra del Vietnam; e della furiosa campagna di McCarthy contro il pericolo comunista in America. Da Paesi distanti migliaia di chilometri, due grandi personalita' del nostro secolo, differenti per carattere e opere, ma unite nelle stesse finalita', fanno la loro conoscenza epistolare, preludio di un'amicizia profonda che li accompagnera' negli anni futuri. Sono due autorita' morali nel pieno della maturita' e della notorieta'. L'uno, Albert Schweitzer, il medico, teologo e musicista alsaziano, ha lasciato l'Europa e la carriera per andare a fondare un ospedale per lebbrosi a Lambarene', nella foresta del Gabon. Ha 78 anni ed e' all'apice della sua fama: ha ricevuto l'anno prima il premio Nobel per la pace, e' diventato un personaggio della fantasia popolare; la sua immagine patriarcale dai grandi baffi spioventi e il casco bianco in testa, o la sua figura raccolta sulla tastiera dell'organo, che si e' portato dall'Europa nella sua capanna, compaiono su tutti i rotocalchi del mondo e ne hanno fatto un simbolo del nostro tempo, non ancora intaccato dalle polemiche e dai sarcasmi. Su di lui e' stata scritta un'opera teatrale di successo: E' mezzanotte dottor Schweitzer, da cui e' stato tratto anche un film. L'altro e' l'Abbe' Pierre, al secolo Henri Groues, il prete francese apostolo dei diseredati e dei senza casa. E' molto piu' giovane, ha 42 anni, ma nel suo Paese, e non solo in quello, costituisce un punto di riferimento nella mappa della solidarieta' e della carita'. Gia' deputato, ha lasciato il Parlamento francese per fondare le comunita' Emmaus e offrire una ragione di vita a chi nella vita non ha piu' nulla da ricevere. I suoi "straccivendoli" che raccolgono e riciclano gli scarti della citta' sono diventati popolari; cosi' come le sue campagne per i senza casa, in una Francia assediata dal problema degli alloggi, hanno fatto scalpore. Proprio in quell'anno, nel gelido gennaio di Parigi, da un microfono di Radio Lussemburgo, l'Abbe' ha mobilitato l'opinione pubblica e le autorita' parigine per raccogliere aiuti a favore dei bisognosi che vivono sui marciapiedi e sotto i ponti. La sua "insurrezione della bonta'" e' diventata un simbolo nella storia di Emmaus, ha contagiato la Francia, ha reso l'Abbe' Pierre il prete piu' famoso del Paese. I due personaggi non si conoscono, non si sono mai incontrati. Il dottor Schweitzer e' partito per l'Africa molti anni prima, l'Abbe' ha trascorso la sua gioventu' in convento prima di diventare cappellano di Marina e poi partigiano e poi difensore dei senza casa. Oggi confessa che del medico alsaziano e del suo ospedale non sapeva nulla, fino a quando, agli inizi degli anni '50, non gli si presentarono due signori svizzeri, affidandogli un'offerta in danaro lasciata da un benefattore per essere divisa con il dottor Schweitzer: "E chi e'?", chiese l'Abbe' un po' ingenuamente e seppe tutto di lui e della sua attivita' filantropica. Nasce cosi' il primo contatto, preludio al loro incontro. Nel giugno del 1954, il secondo numero della rivista di Emmaus "Faim et soif", diretta dall'Abbe' Pierre, si rivolge al dottor Schweitzer, come ad altri importanti personaggi della scena mondiale, chiedendo di esprimere un parere sul problema dell'esclusione sociale e della solidarieta'. Rispondono il primo ministro indiano Nehru, il biologo Rostand, Walter Hallstein, ministro degli Esteri tedesco, e il dottor Schweitzer, appunto. Piu' che una risposta quella dell'anziano medico e' una lunga e affettuosa lettera scritta all'Abbe' Pierre, nella quale, da un vecchio militante della carita' al piu' giovane, gli rivolge consigli e raccomandazioni. "Caro Abbe' Pierre, le scrivo con la matita perche' mi trovo in barca sul fiume. Non puo' immaginare da quanto tempo seguo la sua attivita', e provo una profonda simpatia per lei... Le scrivo dopo quattro giorni di riflessione. Voglia considerare le osservazioni che le faccio come una profonda testimonianza di simpatia, e mi consideri come un fratello maggiore che parla al piu' giovane". Una strana lettera, un po' paternalistica, pubblicata integrale nel testo di "Faim et soif", ma che negli archivi di Emmaus, dove e' conservata trascritta a macchina, appare ridotta nella versione originale e priva di certi passaggi essenziali nei quali Schweitzer consiglia all'Abbe' di limitare i suoi messaggi e i suoi appelli, di non pensare a slanci universalistici che poco otterrebbero come effetto, essendo ogni Paese, ogni situazione, diversi l'uno dall'altro. "Lei ha l'enorme privilegio di predicare con le azioni. Le sue idee emanano dalla particolarita' delle sue azioni. Le parole non ne sono che l'accompagnamento in sordina! Conservi questo privilegio". La lettera non deve aver sortito alcun effetto sull'Abbe' dal punto di vista pratico, se non quello di aumentare il suo desiderio di conoscere di persona l'illustre interlocutore e di esporgli a voce le sue opinioni. "E' certo", dice oggi l'Abbe' Pierre, "che non ho messo in pratica i consigli del dottor Schweitzer, ho continuato ad agire secondo l'impulso, come risposta alle situazioni di abbandono nelle quali mi imbattevo. L'azione di Emmaus e' stata contagiosa, le nostre comunita' si sono diffuse in tutto il mondo, come un esempio contagioso". Nel 1954 Schweitzer e' in Europa per una serie di conferenze e di concerti. L'Abbe' Pierre, in risposta alla lunga lettera, gli invia poche righe di ringraziamento e chiede di incontrarlo, ed e' probabile che i due personaggi si siano visti, anche se non resta traccia dell'evento, ne' soccorre la memoria dell'Abbe' su tale avvenimento. Passano circa tre anni. E' l'Abbe' Pierre che scrive al medico di Lambarene', esprimendo il desiderio di incontrarlo in occasione del suo prossimo rientro in Europa: "Abbiamo entrambi a cuore tanti problemi umani cosi' dolorosi. Sarebbe, per i poveri sforzi che cerco di compiere, molto prezioso poterne parlare insieme". E infatti si incontrano in Francia, forse piu' di una volta. Il dottor Schweitzer fa dono al religioso di alcuni suoi libri di cui l'Abbe' ringrazia. Ma il suo pensiero come quello di altri amici, il sociologo brasiliano Josue' De Castro e il federalista Habicht, e' di coinvolgere il medico in una Fondazione internazionale che riunisca esponenti importanti del mondo solidaristico, per utilizzare le "enormi disponibilita' ancora immobilizzate di fronte agli appelli di Stati o di organismi sclerotizzati o abusivamente centralistici". Ne discutono in un incontro in Alsazia, a Gunsbach, il paese del dottor Schweitzer, e il medico qualche tempo dopo comunica di accettare l'invito a far parte del Consiglio della Fondazione, della cui attivita' tuttavia non restano tracce successive. Passano quasi altri tre anni durante i quali l'Abbe' Pierre attraversa un periodo di salute malferma; non c'e' traccia di altri contatti epistolari, se non un breve telegramma del febbraio 1960 con il quale l'Abbe' Pierre comunica all'amico lontano che arrivera' (anzi, "arriveremo") a Lambarene' il 4 marzo. Dunque i due hanno rinsaldato i loro rapporti, Schweitzer ha invitato il fondatore di Emmaus a visitare il suo ospedale sulla riva del fiume, e l'Abbe' non si e' fatto pregare. Non sara' l'unica visita che il religioso francese compira' a Lambarene'. Cinque anni dopo, in occasione della morte del medico, l'Abbe' Pierre rievochera' commosso sulla rivista di Emmaus gli incontri col vecchio medico e i momenti passati a conversare, di sera, seduti sui gradini di legno dell'ospedale affacciato sul fiume. Il dottor Schweitzer, ottantacinquenne, da qualche tempo, dopo la gloria del Nobel, e' al centro di polemiche e di cattiverie: l'accusano, anche in Africa, di atteggiamenti paternalistici, di gestire un ospedale vecchio, senza regole igieniche, di rifiutare la modernita' e via dicendo. L'Abbe' gli dice: "Sa, dottore, cosa mi diceva qualche mese fa un amico africano diventato ministro? 'Ora che devo governare, scopro che il vecchio non era poi cosi' matto. Ma se vado a dire queste cose ai miei compatrioti evoluti verrei insultato...'". E il vecchio medico: "Mi da' una grande gioia, prima che io muoia". E aggiunge, spiegando lo spirito della sua opera: "Questo non e' un ospedale: e' un villaggio dove si cura e si guarisce. So che non e' moderno, ma e' piu' che moderno, e' umano". Arriviamo all'ottobre del 1962: durante un volo verso Bombay, l'Abbe' Pierre incorre in un fortunale che mette a duro repentaglio l'aereo sul quale viaggia. Sono attimi terribili che gli suggeriscono alcune riflessioni che raccogliera' poi in un articolo dal titolo "Il fine", nel quale si interroga sul destino dell'uomo, dando una risposta senza alternative: "Tu sei nato per amare; la tua gioia e' nel servizio al prossimo". Un mese dopo il dottor Schweitzer gli scrive un'affettuosa lettera di apprezzamento, rinnovandogli l'invito ad andarlo a trovare in Africa. L'eta' del vecchio amico e' ormai avanzata, la sua salute e' malferma. C'e' in lui la serena consapevolezza della fine che non piega tuttavia la tensione morale: "Presto compio 88 anni e questo significa che posso lasciare questo mondo da un giorno all'altro... Sono sempre al mio posto... Lotto con la mia penna contro le armi atomiche e deploro che l'opinione pubblica non si scagli contro queste armi funeste, profondamente disumane". E ancora, in una lettera di due mesi dopo: "Se mi ammalo sara' avvisato telegraficamente". Nella primavera del '63 l'Abbe' torna a incontrare il vecchio amico all'ospedale di Lambarene', nel corso di un viaggio in Africa. Poi, a luglio, c'e' il tragico episodio del naufragio sul Rio de la Plata del piroscafo Ciudad de Asuncion sul quale e' imbarcato anche l'Abbe' Pierre, in visita alle sue comunita' in Uruguay: ci sono quaranta morti tra i quattrocentoventinove passeggeri e ventidue dispersi, anche l'Abbe' e' dato tra le vittime. E' stato ripescato senza sensi dopo aver passato quattro ore in acqua aggrappato a una cassa e creduto morto. Poi la notizia che il fondatore di Emmaus e' salvo, in condizioni quasi miracolose, dopo aver visto davvero la morte da vicino. Naturalmente anche il vecchio amico, nel cuore dell'Africa, e' informato dell'accaduto e a distanza di qualche mese, benche' con le mani ormai quasi bloccate dall'artrosi, gli scrive una lettera, nella quale gli esprime la sua gioia per lo scampato pericolo: "Dio stima che tu devi ancora restare su questa terra e fare il tuo lavoro. E Dio vuole che noi, tuoi amici, possiamo ancora godere della tua presenza...". Schweitzer parla poi delle sue condizioni di salute: "La mia grande e vera sofferenza e' il crampo degli scrittori che ho ereditato da mia madre e che peggiora ogni giorno. Devo sforzarmi per scrivere in modo appena leggibile... Non riesco a imparare a dettare le lettere. Come dicevamo quando eravamo giovani? 'Ce la caveremo'. Ecco la giusta filosofia". E aggiunge: "Ti prometto che quando saro' seriamente malato, ti manderemo un telegramma". Il legame di amicizia e rispetto che si e' creato tra i due combattenti della carita' si e' rinsaldato e rinvigorito in questo luminoso tramonto della vita del medico missionario, che e' passato al "tu" nei confronti del piu' giovane amico. E' una simbiosi di sentimenti che valica frontiere e spazi temporali e che li tiene uniti nella fede. Gli scrive l'Abbe' nell'aprile del 1964: "Si', cresce misteriosamente nel tempo, ora lentamente e ora con bruschi balzi in avanti, questa prefigurazione del Regno dell'Eterno, che e' Amore, sulla nostra terra cosi' carica di dolore, preparando l'incontro totale dell'aldila'". Le successive e ultime lettere dell'Abbe' Pierre a Lambarene', nel corso del 1964, riguardano la realizzazione di un'idea lungamente cullata e di cui ha gia' parlato al medico nella sua ultima visita: inviare come volontario nell'ospedale del dottor Schweitzer per un breve periodo formativo uno dei monaci della comunita' ecumenica di Taize'. "Ho la ferma convinzione", scrive il religioso francese, "che se, un giorno, degli uomini semplici, umili e lavoratori venissero a vivere nell'Africa, ... questo potrebbe essere molto fruttuoso per aiutare la nuova adolescenza di questi popoli". Il dottor Schweitzer risponde (o fa rispondere) affermativamente. E' disposto anche a finanziare una parte del viaggio, come esplicitamente, con molto spirito pratico, gli chiede l'Abbe' nella speranza che la parte restante possa arrivare dalla Comunita' di Taize' o da benefattori. Ma il priore di Taize', frere Schultz, felicissimo di appoggiare l'idea dell'Abbe' Pierre, non condivide tuttavia la questione della spesa: "Sarei imbarazzato", scrive al confratello nell'agosto del 1964, "se la somma dovesse essere raccolta tramite una richiesta pubblica: noi non accettiamo e non domandiamo mai danaro per noi stessi. Desidererei dunque un'estrema discrezione intorno a questa faccenda, affinche' nessuno abbia l'impressione che Taize' chieda denaro per pagare il viaggio di un Fratello della Comunita'". Infine, raccolti non si sa come i fondi necessari, ottenuta una riduzione sulla tariffa aerea, fratel Adrien della Comunita' di Taize' - come informa l'ultima lettera dell'Abbe' diretta al dottor Schweitzer - potra' partire per Lambarene' il 24 settembre. Nelle poche righe che accompagnano questa informazione, c'e' anche un cenno alle tensioni del mondo (siamo in piena guerra fredda) e ai timori di una guerra nucleare. "Come lei, io sento tutto quanto c'e' di preoccupante nella corsa ai 'perfezionamenti' dei mezzi di minaccia atomica. Come arrivare a ridurre la paura che, da entrambi le parti, spinge anche degli uomini di buona volonta' su questa strada di follia?". Per il novantesimo compleanno del dottor Schweitzer, il 14 febbraio 1975, viene pubblicato in Francia per le edizioni Du Cerf un volume in suo onore, Il vangelo della misericordia, che raccoglie i contributi di trentasei personalita' internazionali della cultura, del mondo ecclesiale e politico. L'Abbe' Pierre scrive una lunga postfazione al libro dal titolo "Vendicare Dio amando" e ne invia una copia in Africa con una dedica autografa: "In omaggio, in amicizia e in ringraziamento al dottor Schweitzer". Ricevendo la pubblicazione il vecchio medico risponde il 17 marzo per ringraziare. Parole toccanti, scritte a fatica, le ultime inviate all'Abbe' Pierre, che rivelano le sue precarie condizioni di salute. "Le scrivo solo poche e povere righe. Soffro del crampo degli scrittori. A volte non sono capace di scrivere. Con tutto il cuore, il suo devoto Albert Schweitzer". E' l'ultimo legame con l'amico dai comuni ideali. Il 4 settembre il mondo apprende che il Grand Docteur di Lambarene' e' morto serenamente nel suo ospedale. 7. RILETTURE. GASPARA STAMPA: RIME Gaspara Stampa, Rime, Rizzoli, Milano 1954, 1976, pp. 304. In questa edizione impreziosita dalle note di Rodolfo Ceriello, l'introduzione di Maria Bellonci, un utile apparato informativo, piace tornare a leggere la poetessa cinquecentesca, autrice di struggenti carmi e preziose agudezas come questa (CCXXIV, qui a p. 222): "L'empio tuo strale, Amore / e' piu' crudo e piu' forte / assai che quel di Morte; / che' per Morte una volta sol si more, / e tu col tuo colpire / uccidi mille, e non si puo' morire. / Dunque, Amore, e' men male / la morte che 'l tuo strale". 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 957 del 28 settembre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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