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Legalita' e' umanita'. 40
- Subject: Legalita' e' umanita'. 40
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 16 Sep 2009 18:15:43 +0200
- Importance: Normal
===================== LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 40 del 16 settembre 2009 In questo numero: 1. Due mesi 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Cosa fare 5. Pietro Calvisi: Migranti trattati come rifiuti tossici 6. Martin Luther King: La scelta della nonviolenza 1. EDITORIALE. DUE MESI Sono passati due mesi dalla promulgazione della legge n. 94 del 15 luglio 2009, in vigore dall'8 agosto. Due mesi in cui le misure razziste, schiaviste e squadriste in essa contenute hanno gia' iniziato a dispiegare i loro feroci, criminali effetti nelle carni e nella psiche delle vittime, ed altresi' nella psiche dei carnefici e degli spettatori indifferenti complici dell'orrore. Invece non si e' ancora dispiegata un'opposizione sociale e politica adeguata, ed anzi si ha l'impressione che da parte delle rappresentanze politiche ed istituzionali, ed ideologiche (i giornali, gli intellettuali) e sociali (l'associazionismo, le forme organizzate della societa' civile), di quella che pure in teoria dovrebbe essere l'opposizione democratica al regime berlusconiano, la sorte di milioni di migranti oggi effettualmente crudelmente perseguitati non interessi granche', ed anzi interessino molto di piu' - o quasi esclusivamente - le vicende boccaccesche e le comparsate televisive. Gli esseri umani perseguitati, torturati, lasciati morire, sono cosa troppo triviale per richiamar l'attenzione di un ceto privilegiato che indipendentemente da cosa proclami di essere e' nei fatti ampiamente subalterno al totalitarismo di nuovo genere berlusconiano e complice dell'orrore razzista, al punto che neppure si avvede della persecuzione in corso. E in mancanza di un'opposizione adeguata la protervia razzista si e' ancor piu' scatenata, nelle dichiarazioni propagandistiche come negli atti di governo, e nei concreti comportamenti massivamente indotti. * Ma un'opposizione sta pur crescendo, lentamente ma costantemente, consapevole della nuda realta' perche' questa nuda realta' conosce e riconosce. E' la consapevolezza degli operatori dell'amministrazione della giustizia e delle forze dell'ordine, di cui autorevoli personalita' e rappresentanze istituzionali e sindacali da mesi denunciano gli effetti sciagurati di una politica razzista, dereistica ed anomica, incostituzionale ed antigiuridica, che insensatamente criminalizza persone innocenti e cosi' effettualmente favoreggia i poteri criminali e configura un'eversione dall'alto. E' la consapevolezza degli operatori della solidarieta', che unanimi denunciano la criminalita' e la follia delle misure razziste, schiaviste e squadriste, criminali e criminogene, incostituzionali ed antigiuridiche. Ed e' la consapevolezza altresi' dei rappresentanti piu' autorevoli delle piu' importanti istituzioni internazionali di cui l'Italia fa parte - dall'Onu all'Unione Europea -, che denunciano l'illegalita' della politica razzista del governo italiano, ed i suoi effetti assassini. * L'opposizione al razzismo e' un dovere di tutte le persone di volonta' buona, di tutte le organizzazioni democratiche, di tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana. Ed e' un dovere dell'intera umanita'. Che ogni giorno nuove voci si levino. Che ogni giorno cresca l'azione di denuncia e contrasto del colpo di stato razzista in Italia. Che ogni giorno sempre piu' persone si convincano della necessita' di salvare le vite di tutti gli esseri umani, di difendere i diritti di tutti gli esseri umani, di opporsi alla persecuzione, di opporsi all'apartheid, di opporsi al nazismo che torna. 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 5. UNA SOLA UMANITA'. PIETRO CALVISI: MIGRANTI TRATTATI COME RIFIUTI TOSSICI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 settembre 2009 riportiamo ampia parte del seguente articolo dal titolo "Immigrazione. L'Onu respinge l'Italia" e il sommario "Il commissario per i diritti umani: Migranti trattati come rifiuti tossici. Il governo: accuse inaudite" (abbiamo omesso la seconda parte dell'articolo che riportava le deliranti dichiarazioni di politicanti italiani)] Le politiche di respingimento contro i migranti, attuate dal governo Berlusconi nelle acque del canale di Sicilia, incassano il cartellino rosso anche dalle Nazioni Unite. La dura condanna arriva direttamente dall'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Navi Pillay, che denuncia il trattamento riservato ai migranti "abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale". E' quando emerge dal discorso, anticipato ieri a Ginevra, che Pillay pronuncera' oggi all'inaugurazione della dodicesima sessione del Consiglio Onu dei diritti umani. Riferendosi al caso del gommone degli eritrei rimasto in mare senza soccorsi, lo scorso mese di agosto per 20 giorni fra la Libia, Malta e l'Italia, l'Alto commissario spiega che "in molti casi, le autorita' respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi". Oggi inoltre "partendo dal presupposto che le imbarcazioni in difficolta' trasportano migranti, le navi le oltrepassano ignorando le suppliche di aiuto, in violazione del diritto internazionale". Gli stessi pescatori, che negli anni hanno sempre aiutato i natanti in avaria, intervistati dal "Manifesto" qualche settimana fa, hanno detto che dopo l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, e quindi del favoreggiamento per coloro i quali li aiutano ad entrare nel paese, evitano di avvicinare e addirittura di segnalare alle autorita' le barche con i migranti a bordo anche se richiedenti soccorso. Con queste premesse, prosegue l'Alto commissario allargando il campo dell'analisi ad altre aree critiche del pianeta, il "loro destino e' cosi' segnato mentre cercano di attraversare il Mediterraneo, il Golfo di Aden (fra la Somalia e lo Yemen, n.d.r.), i Caraibi, l'Oceano Indiano o altre zone di mare". A cadere sotto le critiche delle Nazioni Unite e' anche "la pratica della detenzione dei migranti irregolari, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei controlli delle frontiere", pratica che deve cessare. Il fenomeno dell'immigrazione e' diventato uno dei piu' seri problemi legati ai diritti umani nel mondo contemporaneo, poiche' "milioni di persone, che rischiano la vita in cerca di una vita migliore", spesso cadono "preda dei trafficanti di esseri umani che prosperano soprattutto dove il controllo dei governi e' piu' debole". Richiami a molti paesi dell'Unione Europea, fra cui l'Italia, giungono anche sulla questione delle "discriminazioni e dei trattamenti degradanti" riservati alla popolazione Rom. Secondo la Pillay, "nonostante gli sforzi intrapresi dagli stati membri, dalle organizzazioni internazionali e regionali, il sentimento anti-Rom in Europa resta forte"... 6. MAESTRI. MARTIN LUTHER KING: LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA [Riproponendo questo testo, nuovamente ringraziamo Fulvio Cesare Manara per averci messo a disposizione l'antologia di scritti e discorsi di Martin Luther King da lui curata, Memoria di un volto: Martin Luther King, Dipartimento per l'educazione alla nonviolenza delle Acli di Bergamo, Bergamo 2002. Il testo seguente e' tratto da La forza di amare, Torino, Sei, 1968, 1973 e successive ristampe, pp. 268-274 (la traduzione e' dell'indimenticabile padre Ernesto Balducci)] Dopo aver letto Rauschenbusch [Cristianesimo e crisi sociale] mi volsi ad uno studio serio delle teorie sociali ed etiche dei grandi filosofi. Durante quel periodo, disperai quasi del potere dell'amore di risolvere i problemi sociali. La filosofia del porgere?l'altra?guancia e dell'amare?i?propri?nemici sono valide, pensavo, solo quando individui sono in conflitto con altri individui; ma quando sono in conflitto gruppi razziali e nazioni, e' necessario un comportamento piu' realistico. Allora, venni in contatto con la vita e con l'insegnamento del Mahatma Gandhi. Leggendo le sue opere, rimasi profondamente affascinato dalle sue campagne di resistenza nonviolenta. Tutto il concetto gandhiano di satyagraha (satya e' verita' che equivale ad amore e agraha e' forza; satyagraha, percio', significa verita'-forza, o amore-forza) era profondamente significativo per me. Via via che scavavo a fondo nella filosofia di Gandhi, il mio scetticismo riguardo al potere dell'amore diminuiva gradualmente, ed io arrivai a vedere per la prima volta che la dottrina cristiana dell'amore, operante attraverso il metodo gandhiano della nonviolenza, e' una delle armi piu' potenti a disposizione di un popolo oppresso nella sua lotta per la liberta'. A quel tempo, comunque, io acquistai solo una comprensione intellettuale ed una stima di quella posizione, e non avevo alcuna ferma decisione di organizzarla in una situazione socialmente effettiva. Quando, nel 1954, mi recai a Montgomery, Alabama, come pastore, non avevo la minima idea che piu' tardi mi sarei trovato coinvolto in una crisi in cui la resistenza nonviolenta avrebbe potuto essere applicabile. Dopo che ebbi vissuto in quella comunita' per circa un anno, ebbe inizio il boicottaggio degli autobus. I neri di Montgomery, esasperati dalle umilianti esperienze che avevano costantemente subito negli autobus, espressero con una massiccia azione di noncooperazione la loro decisione di essere liberi: giunsero ad accorgersi che, in fin dei conti, era piu' onorevole camminare dignitosamente per le strade che farsi trasportare in autobus in quella forma umiliante. All'inizio della protesta, essi si rivolsero a me perche' servissi loro da portavoce. Accettando tale responsabilita', il mio pensiero, consciamente o inconsciamente, veniva riportato al Discorso della Montagna e al metodo gandhiano della resistenza nonviolenta: questo principio divenne la luce che guidava il nostro movimento: Cristo forniva lo spirito e i motivi, Gandhi forniva il metodo. L'esperienza di Montgomery servi' a chiarire il mio pensiero riguardo alla questione della nonviolenza piu' di tutti i libri che avevo letti. Via via che i giorni si susseguivano, mi convincevo sempre piu' del potere della nonviolenza. La nonviolenza divenne piu' che un metodo a cui io davo il mio assenso intellettuale: divenne dedizione ad una forma di vita. Molte questioni che non avevo chiarito intellettualmente riguardo alla nonviolenza venivano ora risolte entro la sfera dell'azione pratica. Il privilegio che ebbi di fare un viaggio in India lascio' una grande impronta su di me personalmente, perche' era corroborante vedere di prima mano gli impressionanti risultati di una lotta nonviolenta per la conquista dell'indipendenza. La messe di odio e di risentimento che ordinariamente segue una campagna violenta non si riscontrava da nessuna parte in India, e un'amicizia reciproca, basata sulla completa uguaglianza, esisteva tra indiani e inglesi entro il Commonwealth. * Non vorrei dare l'impressione che la nonviolenza possa compiere miracoli da oggi a domani: gli uomini non si lasciano facilmente smuovere dai loro binari mentali o liberare dai loro sentimenti irrazionali, frutto di pregiudizi. Quando i non privilegiati chiedono liberta', i privilegiati dapprima reagiscono con risentimento e resistenza: anche quando le richieste sono presentate in termini nonviolenti, la risposta iniziale e' sostanzialmente la stessa. Io sono sicuro che molti dei nostri fratelli bianchi a Montgomery e attraverso il Sud sono ancora pieni di risentimento contro i dirigenti neri, anche se questi hanno cercato di seguire una via di amore e di nonviolenza. Ma l'azione nonviolenta ha un'influenza sui cuori e sulle anime di coloro che sono impegnati in essa: da' loro un nuovo rispetto di se stessi; suscita risorse di forza e di coraggio che essi non sapevano di possedere; infine, scuote a tal punto la coscienza dell'oppositore che la riconciliazione diviene una realta'. * Piu' recentemente, sono giunto a riconoscere la necessita' del metodo della nonviolenza nelle relazioni internazionali. Pur non essendo convinto della sua efficacia nei conflitti tra nazioni, io pensavo che, pur non potendo mai essere un bene positivo, la guerra potrebbe servirci come bene negativo, prevenendo la diffusione e la crescita di una forza malvagia: la guerra, per quanto orribile potrebbe essere preferibile all'arrendersi ad un sistema totalitario. Ora, pero', io vedo che la distruttivita' potenziale delle armi moderne elimina totalmente la possibilita' che la guerra rappresenti mai piu' un bene negativo. Se ammettiamo che l'umanita' ha il diritto di sopravvivere, allora dobbiamo trovare un'alternativa alla guerra ed alla distruzione. Nella nostra epoca di veicoli spaziali e di missili balistici telecomandati, la scelta e' tra la nonviolenza e la nonesistenza. Io non sono un pacifista dottrinario, ma ho cercato di abbracciare un pacifismo realistico, che considera la posizione pacifista come il male minore nelle circostanze attuali. Io non proclamo di essere libero dal dilemma morale che il cristiano non pacifista deve affrontare, ma sono convinto che la Chiesa non puo' rimanere in silenzio mentre il genere umano e' di fronte alla minaccia dell'annientamento nucleare. Se e' fedele alla sua missione, la Chiesa deve chiedere la fine della gara degli armamenti. * Alcune mie personali sofferenze di questi ultimi anni sono pure servite a formare il mio pensiero. Esito sempre a menzionare tali esperienze, per timore di suscitare una falsa impressione: una persona che continuamente richiama l'attenzione sulle sue prove e sofferenze, corre il rischio di acquistare un complesso di martire e di dare agli altri l'impressione di cercare consapevolmente simpatia. E' possibile che uno sia egocentrico nel sacrificio di se'. Percio' sono sempre riluttante a citare i miei sacrifici personali. Mi sento, pero', in certo modo giustificato di menzionarli in questo saggio, a motivo dell'influenza che essi hanno avuto sul mio pensiero. A causa del mio impegno nella lotta per la liberta' della mia gente, in questi ultimi anni ho conosciuto ben pochi giorni tranquilli. Sono stato rinchiuso nelle prigioni dell'Alabama e della Georgia dodici volte; due volte la mia casa e' stata colpita dalle bombe. Raramente passa un giorno che la mia famiglia ed io non riceviamo minacce di morte; io sono stato vittima di un'aggressione quasi fatale: in senso molto reale, dunque, sono stato percosso dalle tempeste della persecuzione. Devo ammettere di aver pensato, a volte, che non potevo piu' sopportare un cosi' pesante fardello, e di essere stato tentato di ritirarmi ad una vita piu' tranquilla e serena. Ma, ogni volta che mi si e' presentata una tale tentazione, qualcosa veniva a rafforzare e a sorreggere la mia decisione. Ormai ho imparato che la soma del Maestro e' leggera precisamente quando noi prendiamo su di noi il suo giogo. Le prove personali mi hanno anche insegnato il valore di una immeritata sofferenza. Quando le mie sofferenze aumentarono, io mi resi subito conto che vi erano due maniere in cui potevo rispondere alla mia situazione: o reagire con risentimento, o cercare di trasformare la sofferenza in una forza costruttiva. Decisi di seguire la seconda maniera. Riconoscendo la necessita' della sofferenza, avevo cercato di fame una virtu': foss'anche solo per salvarmi dall'amarezza, avevo cercato di vedere le mie prove personali come un'occasione per trasfigurare me stesso e per salvare il popolo implicato nella tragica situazione che ora prevale. Ho vissuto questi ultimi anni con la convinzione che la sofferenza immeritata e' redentiva. Vi sono alcuni che ancora considerano la croce come un ostacolo, altri la considerano follia, ma io sono convinto, piu' di quanto lo sia mai stato prima, che essa e' la potenza di Dio per la salvezza sociale e individuale. Cosi', come l'apostolo Paolo, io posso dire, umilmente ma con fierezza: "Io porto nel mio corpo i segni del Signore Gesu'". * Gli angosciosi momenti che ho passati durante questi ultimi anni mi hanno anche portato piu' vicino a Dio. Piu' che mai prima, sono convinto della realta' di un Dio personale. Certo, ho sempre creduto nella personalita' di Dio: ma, in passato, l'idea di un Dio personale era poco piu' di una categoria metafisica che io trovavo teologicamente e filosoficamente soddisfacente; ora, essa e' una realta' vivente che e' stata convalidata dall'esperienza della vita quotidiana. Negli ultimi anni, Dio e' stato profondamente reale per me. In mezzo ai pericoli esterni, ho sentito una calma interiore; in mezzo a giorni desolati e a notti di terrore, ho udito una voce interiore che diceva: "Ecco, io saro' con te". Quando le catene della paura e i ceppi della frustrazione avevano quasi ridotto all'impotenza i miei sforzi, ho sentito la potenza di Dio che trasformava il travaglio della disperazione nell'allegria della speranza. Io sono convinto che l'universo e' sotto il controllo di un'intenzione amorosa e che nella lotta per la giustizia l'uomo ha alleati cosmici. Dietro le dure apparenze del mondo, vi e' un potere benigno. Dire che questo Dio e' personale non significa renderlo un oggetto finito accanto ad altri oggetti o attribuirgli le limitazioni della personalita' umana: significa prendere quello che vi e' di piu' alto e di piu' nobile nella nostra coscienza e affermarne la perfetta esistenza in lui. E' certamente vero che la personalita' umana e' limitata, ma la personalita' in quanto tale non implica necessariamente delle limitazioni: essa significa semplicemente autocoscienza e autodirezione. Cosi', nel piu' vero senso della parola, Dio e' un Dio vivente. In lui sono sentimento e volonta', responsivi alle piu' profonde emozioni del cuore umano: questo Dio evoca la preghiera e insieme vi risponde. * L'ultima decade e' stata quanto mai eccitante. A dispetto delle tensioni e incertezze di questo periodo, qualcosa di profondamente significativo si sta facendo strada. I vecchi sistemi di sfruttamento e di oppressione stanno scomparendo; nuovi sistemi di giustizia e di uguaglianza stanno nascendo. Realmente, questo e' un gran tempo per vivere. Percio', io non sono ancora scoraggiato riguardo al futuro. D'accordo che il facile ottimismo di ieri e' impossibile; d'accordo che ci troviamo di fronte ad un a crisi mondiale che cosi' spesso ci lascia eretti in mezzo al crescente mormorio dell'agitato mare della vita. Ma ogni crisi ha al tempo stesso i suoi rischi e le sue possibilita': puo' significare salvezza o condanna. In un mondo buio e confuso, il Regno di Dio puo' ancora regnare nel cuore degli uomini. ===================== LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 40 del 16 settembre 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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