Minime. 943



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 943 del 14 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: La questione
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Paulo Lima intervista Pedro Casaldaliga (2004)
6. Fausto Marinetti ricorda don Zeno Saltini
7. Wislawa Szymborska: Vermeer
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA QUESTIONE

Una questione come il colpo di stato razzista che sta criminalizzando,
schiavizzando e perseguitando milioni di persone innocenti; che sta
deportando nei campi di concentramento ed esponendo a torture indicibili
migliaia di persone innocenti; che sta provocando la morte in mare di un
numero imprecisato di persone innocenti.
Una questione che dovrebbe provocare l'insurrezione nonviolenta del popolo
italiano in difesa della legalita', della civilta', dell'umanita'.
Una questione che dovrebbe vedere il Presidente della Repubblica chiamare
tutte le istituzioni alla lotta in difesa della Costituzione della
Repubblica Italiana violata dal colpo di stato razzista e squadrista del
governo dell'eversione dall'alto.
Una questione che dovrebbe vedere la comunita' internazionale guidata
dall'Onu intervenire per fermare la persecuzione razzista che sta
assassinando vite innocenti nel Mediterraneo e sta schiavizzando milioni di
innocenti in Italia.
Una questione cosi' tragica e decisiva dai mass-media italiani tutti (o
quasi), e dal ceto politico italiano tutto (con minime eccezioni), e dai
loro cortigiani e parassiti, e' presentata come se fosse una sorta di
baruffa chiozzotta e un regolamento di conti per l'egemonia all'interno
della destra eversiva al governo tra i due coautori della legge razzista n.
189/2002 (la cosiddetta legge Bossi-Fini, che - facendo seguito alla legge
n. 40/1998, la cosiddetta legge Turco-Napolitano, che riapri' in Italia i
campi di concentramento - ha spianato la strada alla scellerata legge
razzista e nazista n. 94/2009 che illegalmente e criminalmente istituisce in
Italia il regime dell'apartheid: la negazione dell'umanita', l'antitesi
della civilta', l'annientamento del diritto, il dispiegarsi della barbarie e
dell'orrore).
*
Esseri umani vengono privati di ogni diritto. Esseri umani vengono
torturati. Esseri umani vengono fatti morire. Un colpo di stato razzista sta
nazificando il nostro paese. E per i mass-media e coloro che su essi hanno
voce si tratta soltanto di manovre preelettorali. Cosa e' accaduto in questo
paese per giungere a un simile duplice orrore?
Esseri umani vengono privati di ogni diritto. Esseri umani vengono
torturati. Esseri umani vengono fatti morire. Un colpo di stato razzista sta
nazificando il nostro paese. E per i mass-media e coloro che su essi hanno
voce tutto cio' non conta nulla, contano solo le ignobili gesta
boccaccesche, gli aspetti piu' ridicoli e grotteschi, torbidi e morbosi, di
un ceto e un sistema di potere che - col vecchio trucco del cane di
Alcibiade - sta frattanto realizzando un colpo di stato razzista,
schiavista, squadrista.
Esseri umani vengono privati di ogni diritto. Esseri umani vengono
torturati. Esseri umani vengono fatti morire. Un colpo di stato razzista sta
nazificando il nostro paese. Nell'indifferenza della generalita'
dell'opinione pubblica, nell'indifferenza delle rappresentanze
istituzionali. Cosa e' accaduto in questo paese per giungere a un simile
duplice orrore?
*
A questo duplice orrore tu devi resistere.
Opponiti tu a questo crimine atroce ed infame.
Difendila tu l'umanita', la civilta', la legalita'.
Difendila tu la Costituzione della Repubblica Italiana.
Difendile tu le persone innocenti perseguitate da un governo criminale.
*
Il colpo di stato razzista va denunciato, contrastato, sconfitto.
Va denunciato, contrastato, sconfitto con la forza della verita', con la
forza del diritto, con la forza della democrazia, con la forza della
civilta', con la forza della nonviolenza.
Ogni persona di volonta' buona si opponga al colpo di stato razzista.
Ogni organizzazione democratica si opponga al colpo di stato razzista.
Ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana si
opponga al colpo di stato razzista.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. RIFLESSIONE. PAULO LIMA INTERVISTA PEDRO CASALDALIGA (2004)
[Dal mensile "Jesus", n. 3, marzo 2004, col titolo "Dom Pedro Casaldaliga.
La poesia ribelle del vangelo" e il sommario "Dopo un lungo e vivace
episcopato, il vescovo brasiliano di Sao Felix do Araguaia, noto in tutto il
mondo per i suoi libri e le sue posizioni in favore dei poveri e della
teologia della liberazione, e' pronto a lasciare la diocesi. Ma non sara' un
pensionamento tranquillo: per la sua lotta in favore degli indios c'e'
ancora chi lo vuole morto"]

Al mercato nero degli omicidi su commissione, la testa di dom Pedro
Casaldaliga vale 60.000 reais, 20.000 euro. Tutto sommato, niente male per
questo piccolo grande vescovo brasiliano, che da 36 anni guida la prelatura
di Sao Felix do Araguaia, nello Stato del Mato Grosso, e che, giunto
all'eta' di 76 anni, attende con serenita' la nomina del suo successore a
capo della diocesi.
Della taglia e delle minacce di morte, dom Pedro non si preoccupa: "Continuo
a pensare che la vita di un vescovo non vale piu' di quella di un
contadino", dice. E poi, non e' solo: a essere in gioco e' la sopravvivenza
di tutto il popolo Xavante, gli indios della regione, che da quattro mesi -
con il sostegno del vescovo - lottano per tornare in possesso di un'area di
170.000 ettari, terra demarcata e ufficialmente omologata come "riserva"
indigena, ma attualmente invasa e occupata da 700 fazendeiros.
Essere al centro di un mirino, per monsignor Casaldaliga, non e' una
novita'. In qualche modo, puo' essere considerato un ritorno alla gioventu',
al 1968, quando - missionario claretiano appena quarantenne - lascio' la
Spagna, per assumere la cura pastorale di questo territorio di 150.000
chilometri quadrati nel cuore dell'Amazzonia. Erano i tempi della dittatura,
a Brasilia comandavano i generali e Sao Felix do Araguaia era considerata
zona di guerriglia. Nella Chiesa, invece, si viveva il fervore del
post-Concilio. E in America latina si affacciava la teologia della
liberazione, che dom Pedro ha visto nascere e di cui e' ancora oggi
sostenitore e difensore.
"L'utopia e' sogno, e' stimolo, e' servizio", commenta. Quando scrive, il
suo stile e' un mix di prosa sociale e di versi poetici che lo ha reso noto
in tutto il mondo. Ma quando parla, si accalora, gli occhi castani gli
brillano, e il suo corpo minuto come quello di una canna di fiume (un metro
e settanta per 52 chili) sembra ingigantirsi. La sua lingua non e'
diplomatica. I suoi modi sono diretti. Non ama i titoli ecclesiastici. Veste
come i contadini di Sao Felix. Gli piace girare tra la gente. Vive in una
semplice casetta di mattoni di argilla. E l'anello che porta al dito,
simbolo della dignita' episcopale, non e' d'oro ma di tucum, la palma
dell'Amazzonia.
Una volta, mentre tornava a casa in corriera da una visita pastorale per la
diocesi, chiese all'autista di fermarsi per consentirgli di scendere un
attimo e fare la pipi'. Il guidatore, che non aveva capito bene il suo
portunhol (misto di spagnolo e portoghese), lo lascio' in mezzo alla strada
e riparti'. Perso in mezzo alla campagna, dom Pedro fermo' dei braccianti e
chiese loro aiuto, presentandosi come il vescovo. E quelli gli risero in
faccia, ribattendo: "Se lei e' vescovo, noi siamo il papa".
Delle apparenze non si e' mai dato pensiero. Steso sull'amaca, seduto al
tavolo di lavoro, concentrato su un libro o mentre predica, cio' che lo
tiene desto e' la diffusione del messaggio evangelico e di cio' che
definisce "l'ottavo sacramento cristiano": la solidarieta'.
La sua testimonianza e le sue posizioni a favore dei piu' poveri gli sono
costate incomprensioni negli ambienti ecclesiali e vere persecuzioni da
parte di quelli politici. Fu il primo vescovo brasiliano a denunciare
l'esistenza del "lavoro schiavo" nel suo Paese. Lo fece nell'ottobre 1971,
in occasione della sua consacrazione episcopale, con la prima lettera
pastorale, intitolata Una Chiesa dell'Amazzonia in conflitto con il
latifondo e l'emarginazione sociale. Grazie alle sue denunce, la prelatura
di Sao Felix divenne in breve il punto di riferimento per le comunita' di
base e i movimenti della societa' civile che si opponevano ai generali. Ma
anche bersaglio privilegiato degli attacchi della destra brasiliana.
"Qui non c'e' mai stata la guerriglia", racconta dom Pedro. "Ma i militari
erano convinti che nella zona funzionasse un nucleo di lotta armata e che la
diocesi ne fosse il braccio ecclesiastico. Per questo motivo diversi miei
collaboratori, come padre Joao Bosco Burnier e altri, sono stati uccisi".
Accusato di essere un sovversivo, monsignor Casaldaliga ha ricevuto decine
di minacce di morte, e' scampato a un agguato, e' stato messo in carcere e
ha subito cinque processi per espellerlo.
Non ha mai fatto marcia indietro. E' stato uno dei fondatori della
Commissione pastorale della terra (Cpt) e del Consiglio indigenista
missionario (Cimi), gli organismi della Conferenza episcopale brasiliana
piu' impegnati in difesa dei contadini e degli indios. Tramontata la
dittatura, verso la meta' degli anni Ottanta, Casaldaliga ha stretto i
rapporti con l'America centrale: il Nicaragua, il Salvador di monsignor
Oscar Romero, il Guatemala. Per il suo ruolo di paladino dei diritti umani
in Brasile e in tutta l'America latina, ha ricevuto diversi premi
internazionali.
Ogni anno, da quando e' vescovo, scrive una lettera pastorale che,
regolarmente, rimbalza ai quattro angoli del pianeta. Il tono delle ultime,
pero', e' quello dell'addio. Il 16 febbraio 2003, data del suo
settantacinquesimo compleanno, ha inviato in Vaticano la richiesta di
rinuncia all'incarico, come vuole la regola ecclesiale. Dom Pedro, negli
ultimi tempi, risente dei problemi della vecchiaia: la pressione alta lo
costringe a una rigida dieta alimentare. Gli attacchi di malaria lo lasciano
di cattivo umore. E come se non bastasse, si trova ogni giorno a combattere
contro i sintomi del Parkinson, lo stesso male che affligge il suo vecchio
amico cardinale Paulo Evaristo Arns e papa Giovanni Paolo II. "Ho buoni
compagni di strada", scherza.
*
- Paulo Lima: Con l'arrivo del suo successore, lei partira' da bravo
missionario?
- Pedro Casaldaliga: Se sara' un vescovo piu' o meno della mia stessa linea
pastorale, mi piacerebbe rimanere. Se sara' differente, e' meglio che io
vada via, per non creare tensioni. Lascio tutto nelle mani di Dio. Vedremo
le circostanze.
*
- Paulo Lima: Nel frattempo, pero', la situazione a Sao Felix si e' fatta
tesa a causa del conflitto per il possesso delle aree indigene. Qual e' la
realta' che vivono gli Xavante?
- Pedro Casaldaliga: I territori che oggi sono occupati dai fazendeiros
bianchi sono sempre appartenuti al popolo Xavante. Nel 1968, quando arrivai
qui, loro ancora vivevano in quest'area. Poi sono stati espulsi e deportati
in altre zone. Della terra degli indigeni si e' appropriata la
multinazionale italiana Agip, che poi l'ha rivenduta ai fazendeiros della
zona. Quest'area e' gia' stata demarcata come territorio indigeno. Poi e'
stata sollevata una contesa e la sentenza definitiva ci sara' solo in questo
mese di marzo. Politici e imprenditori sono interessati alle terre degli
indios per la produzione di soja. Ma non e' giusto che, per questo, gli
Xavante vivano in mezzo a una strada. Penso che le minacce di morte contro
di me e altri leader popolari che appoggiano la protesta degli indigeni
provengano da questi settori.
*
- Paulo Lima: Di fronte a queste minacce, che cosa prova?
- Pedro Casaldaliga: Cerco di evitare di andare in giro da solo. La polizia
federale mi ha dato una scorta, ma io ho chiesto loro di essere discreti,
non voglio creare tensioni ancora maggiori. Per il resto, continuo a dormire
tranquillo, faccio poesia, sogno. L'ultima parola, secondo me, ce l'ha
sempre la speranza: e' un bene comune, storico ed escatologico
dell'umanita'.
*
- Paulo Lima: Una volta lei ha detto che il fiume Araguaia e' un po'
anarchico, e' pieno di curve, non segue mai una linea retta. Anche lei si
sente un po' anarchico?
- Pedro Casaldaliga: Vivo in Amazzonia, in un mondo aperto, libero. Grazie a
Dio, la "civilta'" e' lontana. Cosa vuol dire anarchico? Se vuol dire
libero, allora sono un anarchico. Soprattutto quando cerco di evitare tutto
cio' che e' burocrazia eccessiva. Senza voler dare lezioni a nessuno, sento
che dentro la Chiesa pesano troppo i titoli. Pesa molto il protocollo. Se
guardassimo di piu' il Vangelo, dovremmo semplificare la vita. A mio
giudizio, il Vaticano non dovrebbe essere uno Stato ne' il Papa un capo di
Stato. Dovrebbe essere un animatore della Chiesa, un coordinatore delle
diocesi. La vita nella Chiesa potrebbe essere piu' semplice.
*
- Paulo Lima: Nella sua diocesi ha cercato di fare in modo diverso?
- Pedro Casaldaliga: Ho cercato di adottare uno stile piu' comunitario. Il
voto del vescovo vale come quello di qualsiasi laico, religioso o prete.
L'autorita' non si ottiene con l'imposizione.
*
- Paulo Lima: Negli anni, la prelatura di Sao Felix e' diventata un punto di
riferimento per altre diocesi e per laici in tutto il mondo.
- Pedro Casaldaliga: Non direi punto di riferimento. Semplicemente siamo
rimasti sotto i riflettori perche' il nostro impegno ha coinciso con
l'irruzione del capitalismo nelle campagne. Certo, abbiamo denunciato le
ingiustizie che questo processo ha provocato, abbiamo informato e anche
gridato, talvolta abbiamo cantato. E cio' ha reso nota la nostra lotta.
*
- Paulo Lima: Che cosa le piace fare, al di la' dei suoi impegni di vescovo?
- Pedro Casaldaliga: Mi piace leggere, andare al cinema, ma ho poche
opportunita' per queste cose. Ogni tanto vedo qualche film in videocassetta.
*
- Paulo Lima: Quale senso da' ai suoi libri e alla sua poesia?
- Pedro Casaldaliga: Cerco di registrare sulla carta alcune storie. Mi serve
anche per sfogarmi. Scrivo per comunicare con gli amici e le comunita' che
ho conosciuto nel mondo, come forma di ringraziamento per la loro
solidarieta' nei nostri confronti.
*
- Paulo Lima: Solidarieta' anche economica?
- Pedro Casaldaliga: Si'. La prelatura sopravvive quasi soltanto grazie agli
aiuti dall'estero. La cosa piu' bella e' che, per lo piu', gli aiuti
giungono da comunita' piccole e povere, da gente che lavora e che alla fine
del mese riesce a mettere un po' di soldi dello stipendio da parte, per
aiutare il cosiddetto "Terzo mondo". Dico sempre che il Primo mondo si
salvera' grazie al "sacramento della solidarieta'".
*
- Paulo Lima: Che bilancio fa di questi anni alla guida della diocesi? Che
cosa cambierebbe, se potesse?
- Pedro Casaldaliga: Al primo posto metterei piu' preghiera, una preghiera
piu' serena. Poi piu' poverta' e semplicita', e quindi anche piu' liberta'
di spirito. Terzo, piu' prossimita' alla gente. Un cuore un po' piu'
misericordioso, mantenendo la tenerezza e l'accoglienza.
*
- Paulo Lima: Nel febbraio scorso i movimenti popolari hanno chiesto alla
Conferenza episcopale brasiliana di partecipare a una grande manifestazione
per chiedere cambiamenti sociali al governo di Lula. Che cosa ne pensa?
- Pedro Casaldaliga: Cio' che puo' cambiare la rotta del nostro governo e'
la pressione popolare. Altrimenti, il neoliberismo continuera' e
l'economicismo avra' l'ultima parola, anche se si tratta di un governo di
sinistra.
*
- Paulo Lima: Dopo il primo anno di governo, da' ancora un voto di fiducia
al presidente Lula?
- Pedro Casaldaliga: Gliel'ho dato nel gennaio 2003 e continuo a dargli un
voto di fiducia ora... solo un po' piu' sfiduciato. A Brasilia si insiste
sulla "stabilita' economica". Ma Lula dovrebbe essere piu' umile e realista
per riconoscere che il suo governo e' debole soprattutto sulle politiche
sociali.
*
- Paulo Lima: Lei e' uno dei promotori dell'idea di un nuovo Concilio per la
Chiesa. Avete ricevuto molte adesioni?
- Pedro Casaldaliga: Si', il loro numero aumenta in tutto il mondo.
Insistiamo, soprattutto per creare un processo, un atteggiamento conciliare
che susciti la volonta' e la speranza di un grande evento che possa
sconvolgere la Chiesa.
*
- Paulo Lima: Quale futuro l'attende con l'arrivo del suo successore in
diocesi?
- Pedro Casaldaliga: L'anno scorso ho presentato la mia rinuncia. Il Papa mi
ha chiesto di restare fino all'arrivo del successore. Non so chi sara' ne'
quando verra' nominato. La mia vita procede normalmente. Ma siamo tutti in
attesa. Penso che sarebbe meglio che il Vaticano fosse piu' chiaro e
trasparente e che le nomine fossero fatte con una partecipazione... non
direi piu' democratica, ma piu' fraterna. La fraternita' e' piu' grande
della democrazia.
*
Postilla. Pedro Casaldaliga
Monsignor Pedro Casaldaliga e' nato a Balsareny, in Catalogna, il 16
febbraio 1928. Ordinato sacerdote tra i claretiani nel 1952, e' stato
nominato responsabile della prelatura di Sao Felix do Araguaia nel 1968 e
tre anni dopo, il 27 agosto 1971, e' stato consacrato vescovo.
Dom Pedro Casaldaliga ha scritto fino a oggi 26 libri, tradotti in
moltissime lingue. In Italia ne sono stati pubblicati soltanto tre, tutti
dalla Cittadella editrice: si tratta di Nella fedelta' ribelle (1985), Fuoco
e cenere al vento. Antologia spirituale (1985) e Spiritualita' della
liberazione, scritto insieme a Jose' Maria Vigil (1995). Alcuni volumetti
sono stati diffusi in proprio da piccoli gruppi cristiani.
Tra gli impegni del presidente Lula - ribadisce lo stesso ministro - c'e'
anche la soluzione della questione indigena, che coinvolge varie etnie,
oltre gli Xavante del Mato Grosso.
Gli indios esigono la restituzione di 170.000 ettari di terreno in Mato
Grosso, attualmente in possesso di fazendeiros bianchi.

6. PROFILI. FAUSTO MARINETTI RICORDA DON ZENO SALTINI
[Dal mensile "Jesus", n. 6, giugno 2006, col titolo "Don Zeno Saltini.
L'irregolare della Provvidenza" e il sommario "Don Zeno Saltini (1900-1981):
il prete 'irregolare', che manda in bestia il ministro Scelba per la sua
fede eccessiva nella Provvidenza. Il suo radicalismo evangelico e i suoi
attacchi alle istituzioni indurranno la Curia romana a prendere posizione.
Nel XXV anniversario della sua morte e nel LXXV della nascita di Nomadelfia,
la testimonianza di un suo confidente"]

Ti incontro nell'effervescente '68-'69. I giovani marciano dietro a un
sogno. Il maggio francese vuole "la fantasia al potere". Tu ce l'avevi messa
nel '31 quando, salendo l'altare, ti facevi padre di un abbandonato, il
primo di quattromila. Perche' "il mondo non ha bisogno di palliativi, ma di
cambiare rotta nel rapporto umano". Solo chi scende nelle fogne e si
identifica con le vittime puo' avere tanta certezza. Tu ne hai da vendere.
La prima volta, non ti do due soldi. Tu non disquisisci, ti racconti: "Non
sono che un aiutante di Dio, il suo postino". I quindici giorni passati in
comunita' mi sconvolgono: mi pare d'esserci nato. Ti seguo con l'entusiasmo
del neofita. M'introduci nel tuo modo di leggere il Vangelo: "Cristo e' una
conchiglia. Aprila, ci trovi l'uomo tradito dalla vita. Immergi le mani
nelle sue stigmate, ma non bere le sue lacrime per sentirti buono. Se un
figlio ti chiede la mamma non gli darai l'assistente a ore e con lo
stipendio. Si puo' pagare l'amore? O Dio e' crudele a fare gli orfani e gli
anziani o crudeli siamo noi, che non troviamo soluzioni. Esci di casa ogni
mattina e non sai se torni la sera. Non e' come andare in aereo senza
paracadute?".
Una vita spesa per Dio nell'uomo, la tua. Nel '48 svuoti il brefotrofio di
Roma di 120 scartini. Pretendi di mettere fine all'istituzione stessa
dell'orfano, cancellarne il termine dal dizionario.
Professionista del sogno, inquilino dell'utopia, funambolo della fede. E io
mi sento un nano, che tenta di infilare i piedi nelle orme d'un gigante. Non
ci stai nel manichino del prete. Ne' portavoce ne' portaborse. Personalita'
dirompente, carattere vulcanico, temperamento sanguigno. Ligio e ribelle,
obbediente e rivoluzionario, semplice come un bambino, profondo come un
mistico. Nella cornice d'un volto bonario, corporatura abbondante, occhio
scrutatore, battuta pronta: "L'amore e' come una prostituta. Se non si da' a
tutti che amore e'?". "Salti mortali, ma sempre nella barca di Pietro".
Per anni avevo desiderato d'incontrare un uomo di Dio, senza negare l'uomo.
Senza fughe in avanti o fuori dalla storia, senza visioni ne' miracoli. Non
farai mai il cristiano alle spese dell'uomo. Acrobata di Dio e dell'uomo.
Sul trapezio del tempo, in cerca d'una proposta sociale diversa
dall'anarchia liberale e dalla schiavitu' del proletariato. La tua passione:
la santita' sociale. "Non si e' mai visto come si possa essere santi in
diversi, cioe' imitatori di Cristo a livello familiare, sociale e politico".
Nel dopoguerra batti le piazze emiliane: "Fe' du mucc, fate due mucchi... Da
una parte chi ha i soldi, dall'altra chi non li ha e andiamo al potere!".
Come elettrizzi le folle, fisarmonica a tracolla, toccando le corde magiche
del cuore! "Dio ci ha dato una misura precisa: uno stomaco, non due. Perche'
vuoi guadagnare piu' di un altro?". In piazza stai da dio. Con le parabole
politiche colorite di dialetto. E il popolo sogna a occhi aperti con te.
Non risparmi invettive ai ricchi e alle istituzioni che tradiscono i poveri.
La tua popolarita' inquieta. L'autorita' religiosa proibisce il movimento
dei "due mucchi", perche' disturba i piani della Dc. Realizzi il tuo sogno
con i figli: costruire la "citta' di Dio", far vedere fin dove si puo'
applicare la fede nel sociale. Cristo non e' "il cappellino della domenica".
Se e' Salvatore del mondo, fermento, sale, fuoco, deve dire una parola
creatrice alla famiglia, alla politica, alla societa', al lavoro.
"Occupiamo l'ex-campo di concentramento di Fossoli. Uomini, donne, bambini
buttano giu' le muraglie con le mani. La 'guerra degli angeli' ('48). Nel
campo dell'odio nasce Nomadelfia: dove la fraternita' e' legge, non piu'
consiglio. Non un ricovero, una citta' di fratelli. Dei disoccupati mi
chiedono lavoro. 'Per noi il rapporto padrone-operaio e' contro natura. Se
siamo fratelli come faccio a sfruttare il tuo sudore? O fratelli o niente'.
Nomadelfia e' per chi cerca il pane della fraternita' non il sasso
dell'assistenza umiliante. E, per essere fratelli, bisogna essere alla pari.
Tra amici ci si aiuta, tra fratelli si condivide".
Negli anni '50 sei l'uomo piu' chiacchierato. L'utopia s'e' fatta carne: la
tua "tribu'" arriva a 1.150 persone, di cui 800 accolti. La domenica, file
di pullman invadono il campo di tifosi della carita'. Il cardinale di
Milano, Ildefonso Schuster, affida una quarantina di abbandonati alle mamme,
dicendo: "Nomadelfia e' una pagina di Vangelo. Tutto il resto, cornice". Il
nunzio, mandato per inquisire, torna entusiasta: "Nomadelfia non si puo'
capire da Roma, bisogna vederla con gli occhi".
Rincuorato da tanti segni di approvazione, solleciti l'autorizzazione per
rilanciare i "due mucchi": "Lasciamo perdere i partiti, non fanno che
dividerci. Uniamo i lavoratori in un solo movimento...".
In alto c'e' chi ti combatte e chi tifa per te. Il tuo esempio provoca,
l'eccesso disturba. Si cercano dei pretesti: troppi debiti, troppi figli,
troppa improvvisazione? Ti danno dell'"esaltato, presuntuoso, megalomane,
spregiudicato". La tua versione: "Quando si fa un'opera straordinaria,
bisogna esigere dal Signore segni straordinari. Io mi sono sempre mosso in
base a sogni, segnali particolari. Quanti salti mortali, quanti bisticci con
i metri di quaranta centimetri della Provvidenza! E poi se si mette una
misura, che amore e'?".
L'esaltazione della fede ti fa sognare borgate e citta' di fratelli. La
comunita' cresce di anno in anno in proporzioni geometriche. "Di questo
passo, nel 1972, se non succederanno diaspore, saremo 120.000". Chiedi al
governo un territorio di trentamila ettari "solo per cominciare...". E hai
un sogno: costruire una Nomadelfia in ogni continente. Ma i soldi non
arrivano, i creditori incalzano, "i figli hanno il vizio di mangiare tre
volte al giorno". Il memoriale della prefettura di Modena mette in allarme
le autorita' per la voragine dei debiti e certe sbavature dei figli. Il
ministro Scelba non accetta Nomadelfia e nega gli aiuti per gli assistiti.
"La vera ragione e' il mio movimento politico e l'accusa di fare il gioco
dei 'rossi'. La Dc perde quota... Io ricordo a Montini: 'Guardi, Eccellenza,
che lo stomaco e' d'interesse divino...'. Il rifiuto di votare Dc (1951)
colma la misura. Il Sant'Uffizio mi intima di ritirarmi, la comunita'
affonda, Scelba ordina la liquidazione coatta. La polizia riporta negli
istituti piu' di 300 minorenni. Alcuni tornano alla malavita, in tribunale,
in galera. Per me, la morte nel cuore. La coscienza in tumulto: 'Se non
posso essere loro padre come prete, lasciatemelo essere come laico'. Ottengo
la laicizzazione pro gratia. Per dieci anni offro il mio 'sacrificio' senza
celebrare. L'unica cosa cui mi aggrappo e' quella briciola di pane (il pane
per il quale tanto abbiamo pianto) innalzata sul mondo, che dice alla storia
la verita' ultima sull'uomo: 'Avevo fame di fratelli e tu mi hai dato un
popolo di fratelli'".
Grazie, Zeno.
*
Postilla. L'"autobiografia" del ribelle di Dio
Don Zeno. Obbedientissimo ribelle: questo il titolo dell'"autobiografia" di
don Zeno Saltini edita da La Meridiana e redatta da Fausto Marinetti, che e'
anche autore di questo articolo. Missionario per diciotto anni nel Sud del
mondo,  Marinetti redige la vita di don Zeno con la sapienza di chi e'
vissuto accanto al protagonista della storia: per dieci anni (dal 1969 al
1979), infatti, e' stato vicino al fondatore di Nomadelfia. E se le idee del
vulcanico sacerdote si potevano contestare, le sue opere no: e Zeno ha al
suo attivo quattromila ragazzi salvati dall'abbandono. La sua comunita',
Nomadelfia, e' una proposta di vita senza ricchi e poveri, senza benefattori
e beneficati, senza padroni e servi. "Se siamo figli, siamo fratelli. E il
Vangelo e' il nostro codice del vivere". Le foto pubblicate in questo
servizio, invece, sono tratte da un prezioso cofanetto, a cura di Nomadelfia
Edizioni, che contiene tutti gli scritti del grande e indimenticato prete
modenese.

7. MAESTRE. WISLAWA SZYMBORSKA: VERMEER
[Da Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009),
Adelphi, Milano 2009, p. 733]

Finche' quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 943 del 14 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su
"subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing
list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica
alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac at tin.it