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Minime. 943
- Subject: Minime. 943
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 14 Sep 2009 00:59:56 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 943 del 14 settembre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: La questione 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Cosa fare 5. Paulo Lima intervista Pedro Casaldaliga (2004) 6. Fausto Marinetti ricorda don Zeno Saltini 7. Wislawa Szymborska: Vermeer 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA QUESTIONE Una questione come il colpo di stato razzista che sta criminalizzando, schiavizzando e perseguitando milioni di persone innocenti; che sta deportando nei campi di concentramento ed esponendo a torture indicibili migliaia di persone innocenti; che sta provocando la morte in mare di un numero imprecisato di persone innocenti. Una questione che dovrebbe provocare l'insurrezione nonviolenta del popolo italiano in difesa della legalita', della civilta', dell'umanita'. Una questione che dovrebbe vedere il Presidente della Repubblica chiamare tutte le istituzioni alla lotta in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana violata dal colpo di stato razzista e squadrista del governo dell'eversione dall'alto. Una questione che dovrebbe vedere la comunita' internazionale guidata dall'Onu intervenire per fermare la persecuzione razzista che sta assassinando vite innocenti nel Mediterraneo e sta schiavizzando milioni di innocenti in Italia. Una questione cosi' tragica e decisiva dai mass-media italiani tutti (o quasi), e dal ceto politico italiano tutto (con minime eccezioni), e dai loro cortigiani e parassiti, e' presentata come se fosse una sorta di baruffa chiozzotta e un regolamento di conti per l'egemonia all'interno della destra eversiva al governo tra i due coautori della legge razzista n. 189/2002 (la cosiddetta legge Bossi-Fini, che - facendo seguito alla legge n. 40/1998, la cosiddetta legge Turco-Napolitano, che riapri' in Italia i campi di concentramento - ha spianato la strada alla scellerata legge razzista e nazista n. 94/2009 che illegalmente e criminalmente istituisce in Italia il regime dell'apartheid: la negazione dell'umanita', l'antitesi della civilta', l'annientamento del diritto, il dispiegarsi della barbarie e dell'orrore). * Esseri umani vengono privati di ogni diritto. Esseri umani vengono torturati. Esseri umani vengono fatti morire. Un colpo di stato razzista sta nazificando il nostro paese. E per i mass-media e coloro che su essi hanno voce si tratta soltanto di manovre preelettorali. Cosa e' accaduto in questo paese per giungere a un simile duplice orrore? Esseri umani vengono privati di ogni diritto. Esseri umani vengono torturati. Esseri umani vengono fatti morire. Un colpo di stato razzista sta nazificando il nostro paese. E per i mass-media e coloro che su essi hanno voce tutto cio' non conta nulla, contano solo le ignobili gesta boccaccesche, gli aspetti piu' ridicoli e grotteschi, torbidi e morbosi, di un ceto e un sistema di potere che - col vecchio trucco del cane di Alcibiade - sta frattanto realizzando un colpo di stato razzista, schiavista, squadrista. Esseri umani vengono privati di ogni diritto. Esseri umani vengono torturati. Esseri umani vengono fatti morire. Un colpo di stato razzista sta nazificando il nostro paese. Nell'indifferenza della generalita' dell'opinione pubblica, nell'indifferenza delle rappresentanze istituzionali. Cosa e' accaduto in questo paese per giungere a un simile duplice orrore? * A questo duplice orrore tu devi resistere. Opponiti tu a questo crimine atroce ed infame. Difendila tu l'umanita', la civilta', la legalita'. Difendila tu la Costituzione della Repubblica Italiana. Difendile tu le persone innocenti perseguitate da un governo criminale. * Il colpo di stato razzista va denunciato, contrastato, sconfitto. Va denunciato, contrastato, sconfitto con la forza della verita', con la forza del diritto, con la forza della democrazia, con la forza della civilta', con la forza della nonviolenza. Ogni persona di volonta' buona si opponga al colpo di stato razzista. Ogni organizzazione democratica si opponga al colpo di stato razzista. Ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana si opponga al colpo di stato razzista. 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 5. RIFLESSIONE. PAULO LIMA INTERVISTA PEDRO CASALDALIGA (2004) [Dal mensile "Jesus", n. 3, marzo 2004, col titolo "Dom Pedro Casaldaliga. La poesia ribelle del vangelo" e il sommario "Dopo un lungo e vivace episcopato, il vescovo brasiliano di Sao Felix do Araguaia, noto in tutto il mondo per i suoi libri e le sue posizioni in favore dei poveri e della teologia della liberazione, e' pronto a lasciare la diocesi. Ma non sara' un pensionamento tranquillo: per la sua lotta in favore degli indios c'e' ancora chi lo vuole morto"] Al mercato nero degli omicidi su commissione, la testa di dom Pedro Casaldaliga vale 60.000 reais, 20.000 euro. Tutto sommato, niente male per questo piccolo grande vescovo brasiliano, che da 36 anni guida la prelatura di Sao Felix do Araguaia, nello Stato del Mato Grosso, e che, giunto all'eta' di 76 anni, attende con serenita' la nomina del suo successore a capo della diocesi. Della taglia e delle minacce di morte, dom Pedro non si preoccupa: "Continuo a pensare che la vita di un vescovo non vale piu' di quella di un contadino", dice. E poi, non e' solo: a essere in gioco e' la sopravvivenza di tutto il popolo Xavante, gli indios della regione, che da quattro mesi - con il sostegno del vescovo - lottano per tornare in possesso di un'area di 170.000 ettari, terra demarcata e ufficialmente omologata come "riserva" indigena, ma attualmente invasa e occupata da 700 fazendeiros. Essere al centro di un mirino, per monsignor Casaldaliga, non e' una novita'. In qualche modo, puo' essere considerato un ritorno alla gioventu', al 1968, quando - missionario claretiano appena quarantenne - lascio' la Spagna, per assumere la cura pastorale di questo territorio di 150.000 chilometri quadrati nel cuore dell'Amazzonia. Erano i tempi della dittatura, a Brasilia comandavano i generali e Sao Felix do Araguaia era considerata zona di guerriglia. Nella Chiesa, invece, si viveva il fervore del post-Concilio. E in America latina si affacciava la teologia della liberazione, che dom Pedro ha visto nascere e di cui e' ancora oggi sostenitore e difensore. "L'utopia e' sogno, e' stimolo, e' servizio", commenta. Quando scrive, il suo stile e' un mix di prosa sociale e di versi poetici che lo ha reso noto in tutto il mondo. Ma quando parla, si accalora, gli occhi castani gli brillano, e il suo corpo minuto come quello di una canna di fiume (un metro e settanta per 52 chili) sembra ingigantirsi. La sua lingua non e' diplomatica. I suoi modi sono diretti. Non ama i titoli ecclesiastici. Veste come i contadini di Sao Felix. Gli piace girare tra la gente. Vive in una semplice casetta di mattoni di argilla. E l'anello che porta al dito, simbolo della dignita' episcopale, non e' d'oro ma di tucum, la palma dell'Amazzonia. Una volta, mentre tornava a casa in corriera da una visita pastorale per la diocesi, chiese all'autista di fermarsi per consentirgli di scendere un attimo e fare la pipi'. Il guidatore, che non aveva capito bene il suo portunhol (misto di spagnolo e portoghese), lo lascio' in mezzo alla strada e riparti'. Perso in mezzo alla campagna, dom Pedro fermo' dei braccianti e chiese loro aiuto, presentandosi come il vescovo. E quelli gli risero in faccia, ribattendo: "Se lei e' vescovo, noi siamo il papa". Delle apparenze non si e' mai dato pensiero. Steso sull'amaca, seduto al tavolo di lavoro, concentrato su un libro o mentre predica, cio' che lo tiene desto e' la diffusione del messaggio evangelico e di cio' che definisce "l'ottavo sacramento cristiano": la solidarieta'. La sua testimonianza e le sue posizioni a favore dei piu' poveri gli sono costate incomprensioni negli ambienti ecclesiali e vere persecuzioni da parte di quelli politici. Fu il primo vescovo brasiliano a denunciare l'esistenza del "lavoro schiavo" nel suo Paese. Lo fece nell'ottobre 1971, in occasione della sua consacrazione episcopale, con la prima lettera pastorale, intitolata Una Chiesa dell'Amazzonia in conflitto con il latifondo e l'emarginazione sociale. Grazie alle sue denunce, la prelatura di Sao Felix divenne in breve il punto di riferimento per le comunita' di base e i movimenti della societa' civile che si opponevano ai generali. Ma anche bersaglio privilegiato degli attacchi della destra brasiliana. "Qui non c'e' mai stata la guerriglia", racconta dom Pedro. "Ma i militari erano convinti che nella zona funzionasse un nucleo di lotta armata e che la diocesi ne fosse il braccio ecclesiastico. Per questo motivo diversi miei collaboratori, come padre Joao Bosco Burnier e altri, sono stati uccisi". Accusato di essere un sovversivo, monsignor Casaldaliga ha ricevuto decine di minacce di morte, e' scampato a un agguato, e' stato messo in carcere e ha subito cinque processi per espellerlo. Non ha mai fatto marcia indietro. E' stato uno dei fondatori della Commissione pastorale della terra (Cpt) e del Consiglio indigenista missionario (Cimi), gli organismi della Conferenza episcopale brasiliana piu' impegnati in difesa dei contadini e degli indios. Tramontata la dittatura, verso la meta' degli anni Ottanta, Casaldaliga ha stretto i rapporti con l'America centrale: il Nicaragua, il Salvador di monsignor Oscar Romero, il Guatemala. Per il suo ruolo di paladino dei diritti umani in Brasile e in tutta l'America latina, ha ricevuto diversi premi internazionali. Ogni anno, da quando e' vescovo, scrive una lettera pastorale che, regolarmente, rimbalza ai quattro angoli del pianeta. Il tono delle ultime, pero', e' quello dell'addio. Il 16 febbraio 2003, data del suo settantacinquesimo compleanno, ha inviato in Vaticano la richiesta di rinuncia all'incarico, come vuole la regola ecclesiale. Dom Pedro, negli ultimi tempi, risente dei problemi della vecchiaia: la pressione alta lo costringe a una rigida dieta alimentare. Gli attacchi di malaria lo lasciano di cattivo umore. E come se non bastasse, si trova ogni giorno a combattere contro i sintomi del Parkinson, lo stesso male che affligge il suo vecchio amico cardinale Paulo Evaristo Arns e papa Giovanni Paolo II. "Ho buoni compagni di strada", scherza. * - Paulo Lima: Con l'arrivo del suo successore, lei partira' da bravo missionario? - Pedro Casaldaliga: Se sara' un vescovo piu' o meno della mia stessa linea pastorale, mi piacerebbe rimanere. Se sara' differente, e' meglio che io vada via, per non creare tensioni. Lascio tutto nelle mani di Dio. Vedremo le circostanze. * - Paulo Lima: Nel frattempo, pero', la situazione a Sao Felix si e' fatta tesa a causa del conflitto per il possesso delle aree indigene. Qual e' la realta' che vivono gli Xavante? - Pedro Casaldaliga: I territori che oggi sono occupati dai fazendeiros bianchi sono sempre appartenuti al popolo Xavante. Nel 1968, quando arrivai qui, loro ancora vivevano in quest'area. Poi sono stati espulsi e deportati in altre zone. Della terra degli indigeni si e' appropriata la multinazionale italiana Agip, che poi l'ha rivenduta ai fazendeiros della zona. Quest'area e' gia' stata demarcata come territorio indigeno. Poi e' stata sollevata una contesa e la sentenza definitiva ci sara' solo in questo mese di marzo. Politici e imprenditori sono interessati alle terre degli indios per la produzione di soja. Ma non e' giusto che, per questo, gli Xavante vivano in mezzo a una strada. Penso che le minacce di morte contro di me e altri leader popolari che appoggiano la protesta degli indigeni provengano da questi settori. * - Paulo Lima: Di fronte a queste minacce, che cosa prova? - Pedro Casaldaliga: Cerco di evitare di andare in giro da solo. La polizia federale mi ha dato una scorta, ma io ho chiesto loro di essere discreti, non voglio creare tensioni ancora maggiori. Per il resto, continuo a dormire tranquillo, faccio poesia, sogno. L'ultima parola, secondo me, ce l'ha sempre la speranza: e' un bene comune, storico ed escatologico dell'umanita'. * - Paulo Lima: Una volta lei ha detto che il fiume Araguaia e' un po' anarchico, e' pieno di curve, non segue mai una linea retta. Anche lei si sente un po' anarchico? - Pedro Casaldaliga: Vivo in Amazzonia, in un mondo aperto, libero. Grazie a Dio, la "civilta'" e' lontana. Cosa vuol dire anarchico? Se vuol dire libero, allora sono un anarchico. Soprattutto quando cerco di evitare tutto cio' che e' burocrazia eccessiva. Senza voler dare lezioni a nessuno, sento che dentro la Chiesa pesano troppo i titoli. Pesa molto il protocollo. Se guardassimo di piu' il Vangelo, dovremmo semplificare la vita. A mio giudizio, il Vaticano non dovrebbe essere uno Stato ne' il Papa un capo di Stato. Dovrebbe essere un animatore della Chiesa, un coordinatore delle diocesi. La vita nella Chiesa potrebbe essere piu' semplice. * - Paulo Lima: Nella sua diocesi ha cercato di fare in modo diverso? - Pedro Casaldaliga: Ho cercato di adottare uno stile piu' comunitario. Il voto del vescovo vale come quello di qualsiasi laico, religioso o prete. L'autorita' non si ottiene con l'imposizione. * - Paulo Lima: Negli anni, la prelatura di Sao Felix e' diventata un punto di riferimento per altre diocesi e per laici in tutto il mondo. - Pedro Casaldaliga: Non direi punto di riferimento. Semplicemente siamo rimasti sotto i riflettori perche' il nostro impegno ha coinciso con l'irruzione del capitalismo nelle campagne. Certo, abbiamo denunciato le ingiustizie che questo processo ha provocato, abbiamo informato e anche gridato, talvolta abbiamo cantato. E cio' ha reso nota la nostra lotta. * - Paulo Lima: Che cosa le piace fare, al di la' dei suoi impegni di vescovo? - Pedro Casaldaliga: Mi piace leggere, andare al cinema, ma ho poche opportunita' per queste cose. Ogni tanto vedo qualche film in videocassetta. * - Paulo Lima: Quale senso da' ai suoi libri e alla sua poesia? - Pedro Casaldaliga: Cerco di registrare sulla carta alcune storie. Mi serve anche per sfogarmi. Scrivo per comunicare con gli amici e le comunita' che ho conosciuto nel mondo, come forma di ringraziamento per la loro solidarieta' nei nostri confronti. * - Paulo Lima: Solidarieta' anche economica? - Pedro Casaldaliga: Si'. La prelatura sopravvive quasi soltanto grazie agli aiuti dall'estero. La cosa piu' bella e' che, per lo piu', gli aiuti giungono da comunita' piccole e povere, da gente che lavora e che alla fine del mese riesce a mettere un po' di soldi dello stipendio da parte, per aiutare il cosiddetto "Terzo mondo". Dico sempre che il Primo mondo si salvera' grazie al "sacramento della solidarieta'". * - Paulo Lima: Che bilancio fa di questi anni alla guida della diocesi? Che cosa cambierebbe, se potesse? - Pedro Casaldaliga: Al primo posto metterei piu' preghiera, una preghiera piu' serena. Poi piu' poverta' e semplicita', e quindi anche piu' liberta' di spirito. Terzo, piu' prossimita' alla gente. Un cuore un po' piu' misericordioso, mantenendo la tenerezza e l'accoglienza. * - Paulo Lima: Nel febbraio scorso i movimenti popolari hanno chiesto alla Conferenza episcopale brasiliana di partecipare a una grande manifestazione per chiedere cambiamenti sociali al governo di Lula. Che cosa ne pensa? - Pedro Casaldaliga: Cio' che puo' cambiare la rotta del nostro governo e' la pressione popolare. Altrimenti, il neoliberismo continuera' e l'economicismo avra' l'ultima parola, anche se si tratta di un governo di sinistra. * - Paulo Lima: Dopo il primo anno di governo, da' ancora un voto di fiducia al presidente Lula? - Pedro Casaldaliga: Gliel'ho dato nel gennaio 2003 e continuo a dargli un voto di fiducia ora... solo un po' piu' sfiduciato. A Brasilia si insiste sulla "stabilita' economica". Ma Lula dovrebbe essere piu' umile e realista per riconoscere che il suo governo e' debole soprattutto sulle politiche sociali. * - Paulo Lima: Lei e' uno dei promotori dell'idea di un nuovo Concilio per la Chiesa. Avete ricevuto molte adesioni? - Pedro Casaldaliga: Si', il loro numero aumenta in tutto il mondo. Insistiamo, soprattutto per creare un processo, un atteggiamento conciliare che susciti la volonta' e la speranza di un grande evento che possa sconvolgere la Chiesa. * - Paulo Lima: Quale futuro l'attende con l'arrivo del suo successore in diocesi? - Pedro Casaldaliga: L'anno scorso ho presentato la mia rinuncia. Il Papa mi ha chiesto di restare fino all'arrivo del successore. Non so chi sara' ne' quando verra' nominato. La mia vita procede normalmente. Ma siamo tutti in attesa. Penso che sarebbe meglio che il Vaticano fosse piu' chiaro e trasparente e che le nomine fossero fatte con una partecipazione... non direi piu' democratica, ma piu' fraterna. La fraternita' e' piu' grande della democrazia. * Postilla. Pedro Casaldaliga Monsignor Pedro Casaldaliga e' nato a Balsareny, in Catalogna, il 16 febbraio 1928. Ordinato sacerdote tra i claretiani nel 1952, e' stato nominato responsabile della prelatura di Sao Felix do Araguaia nel 1968 e tre anni dopo, il 27 agosto 1971, e' stato consacrato vescovo. Dom Pedro Casaldaliga ha scritto fino a oggi 26 libri, tradotti in moltissime lingue. In Italia ne sono stati pubblicati soltanto tre, tutti dalla Cittadella editrice: si tratta di Nella fedelta' ribelle (1985), Fuoco e cenere al vento. Antologia spirituale (1985) e Spiritualita' della liberazione, scritto insieme a Jose' Maria Vigil (1995). Alcuni volumetti sono stati diffusi in proprio da piccoli gruppi cristiani. Tra gli impegni del presidente Lula - ribadisce lo stesso ministro - c'e' anche la soluzione della questione indigena, che coinvolge varie etnie, oltre gli Xavante del Mato Grosso. Gli indios esigono la restituzione di 170.000 ettari di terreno in Mato Grosso, attualmente in possesso di fazendeiros bianchi. 6. PROFILI. FAUSTO MARINETTI RICORDA DON ZENO SALTINI [Dal mensile "Jesus", n. 6, giugno 2006, col titolo "Don Zeno Saltini. L'irregolare della Provvidenza" e il sommario "Don Zeno Saltini (1900-1981): il prete 'irregolare', che manda in bestia il ministro Scelba per la sua fede eccessiva nella Provvidenza. Il suo radicalismo evangelico e i suoi attacchi alle istituzioni indurranno la Curia romana a prendere posizione. Nel XXV anniversario della sua morte e nel LXXV della nascita di Nomadelfia, la testimonianza di un suo confidente"] Ti incontro nell'effervescente '68-'69. I giovani marciano dietro a un sogno. Il maggio francese vuole "la fantasia al potere". Tu ce l'avevi messa nel '31 quando, salendo l'altare, ti facevi padre di un abbandonato, il primo di quattromila. Perche' "il mondo non ha bisogno di palliativi, ma di cambiare rotta nel rapporto umano". Solo chi scende nelle fogne e si identifica con le vittime puo' avere tanta certezza. Tu ne hai da vendere. La prima volta, non ti do due soldi. Tu non disquisisci, ti racconti: "Non sono che un aiutante di Dio, il suo postino". I quindici giorni passati in comunita' mi sconvolgono: mi pare d'esserci nato. Ti seguo con l'entusiasmo del neofita. M'introduci nel tuo modo di leggere il Vangelo: "Cristo e' una conchiglia. Aprila, ci trovi l'uomo tradito dalla vita. Immergi le mani nelle sue stigmate, ma non bere le sue lacrime per sentirti buono. Se un figlio ti chiede la mamma non gli darai l'assistente a ore e con lo stipendio. Si puo' pagare l'amore? O Dio e' crudele a fare gli orfani e gli anziani o crudeli siamo noi, che non troviamo soluzioni. Esci di casa ogni mattina e non sai se torni la sera. Non e' come andare in aereo senza paracadute?". Una vita spesa per Dio nell'uomo, la tua. Nel '48 svuoti il brefotrofio di Roma di 120 scartini. Pretendi di mettere fine all'istituzione stessa dell'orfano, cancellarne il termine dal dizionario. Professionista del sogno, inquilino dell'utopia, funambolo della fede. E io mi sento un nano, che tenta di infilare i piedi nelle orme d'un gigante. Non ci stai nel manichino del prete. Ne' portavoce ne' portaborse. Personalita' dirompente, carattere vulcanico, temperamento sanguigno. Ligio e ribelle, obbediente e rivoluzionario, semplice come un bambino, profondo come un mistico. Nella cornice d'un volto bonario, corporatura abbondante, occhio scrutatore, battuta pronta: "L'amore e' come una prostituta. Se non si da' a tutti che amore e'?". "Salti mortali, ma sempre nella barca di Pietro". Per anni avevo desiderato d'incontrare un uomo di Dio, senza negare l'uomo. Senza fughe in avanti o fuori dalla storia, senza visioni ne' miracoli. Non farai mai il cristiano alle spese dell'uomo. Acrobata di Dio e dell'uomo. Sul trapezio del tempo, in cerca d'una proposta sociale diversa dall'anarchia liberale e dalla schiavitu' del proletariato. La tua passione: la santita' sociale. "Non si e' mai visto come si possa essere santi in diversi, cioe' imitatori di Cristo a livello familiare, sociale e politico". Nel dopoguerra batti le piazze emiliane: "Fe' du mucc, fate due mucchi... Da una parte chi ha i soldi, dall'altra chi non li ha e andiamo al potere!". Come elettrizzi le folle, fisarmonica a tracolla, toccando le corde magiche del cuore! "Dio ci ha dato una misura precisa: uno stomaco, non due. Perche' vuoi guadagnare piu' di un altro?". In piazza stai da dio. Con le parabole politiche colorite di dialetto. E il popolo sogna a occhi aperti con te. Non risparmi invettive ai ricchi e alle istituzioni che tradiscono i poveri. La tua popolarita' inquieta. L'autorita' religiosa proibisce il movimento dei "due mucchi", perche' disturba i piani della Dc. Realizzi il tuo sogno con i figli: costruire la "citta' di Dio", far vedere fin dove si puo' applicare la fede nel sociale. Cristo non e' "il cappellino della domenica". Se e' Salvatore del mondo, fermento, sale, fuoco, deve dire una parola creatrice alla famiglia, alla politica, alla societa', al lavoro. "Occupiamo l'ex-campo di concentramento di Fossoli. Uomini, donne, bambini buttano giu' le muraglie con le mani. La 'guerra degli angeli' ('48). Nel campo dell'odio nasce Nomadelfia: dove la fraternita' e' legge, non piu' consiglio. Non un ricovero, una citta' di fratelli. Dei disoccupati mi chiedono lavoro. 'Per noi il rapporto padrone-operaio e' contro natura. Se siamo fratelli come faccio a sfruttare il tuo sudore? O fratelli o niente'. Nomadelfia e' per chi cerca il pane della fraternita' non il sasso dell'assistenza umiliante. E, per essere fratelli, bisogna essere alla pari. Tra amici ci si aiuta, tra fratelli si condivide". Negli anni '50 sei l'uomo piu' chiacchierato. L'utopia s'e' fatta carne: la tua "tribu'" arriva a 1.150 persone, di cui 800 accolti. La domenica, file di pullman invadono il campo di tifosi della carita'. Il cardinale di Milano, Ildefonso Schuster, affida una quarantina di abbandonati alle mamme, dicendo: "Nomadelfia e' una pagina di Vangelo. Tutto il resto, cornice". Il nunzio, mandato per inquisire, torna entusiasta: "Nomadelfia non si puo' capire da Roma, bisogna vederla con gli occhi". Rincuorato da tanti segni di approvazione, solleciti l'autorizzazione per rilanciare i "due mucchi": "Lasciamo perdere i partiti, non fanno che dividerci. Uniamo i lavoratori in un solo movimento...". In alto c'e' chi ti combatte e chi tifa per te. Il tuo esempio provoca, l'eccesso disturba. Si cercano dei pretesti: troppi debiti, troppi figli, troppa improvvisazione? Ti danno dell'"esaltato, presuntuoso, megalomane, spregiudicato". La tua versione: "Quando si fa un'opera straordinaria, bisogna esigere dal Signore segni straordinari. Io mi sono sempre mosso in base a sogni, segnali particolari. Quanti salti mortali, quanti bisticci con i metri di quaranta centimetri della Provvidenza! E poi se si mette una misura, che amore e'?". L'esaltazione della fede ti fa sognare borgate e citta' di fratelli. La comunita' cresce di anno in anno in proporzioni geometriche. "Di questo passo, nel 1972, se non succederanno diaspore, saremo 120.000". Chiedi al governo un territorio di trentamila ettari "solo per cominciare...". E hai un sogno: costruire una Nomadelfia in ogni continente. Ma i soldi non arrivano, i creditori incalzano, "i figli hanno il vizio di mangiare tre volte al giorno". Il memoriale della prefettura di Modena mette in allarme le autorita' per la voragine dei debiti e certe sbavature dei figli. Il ministro Scelba non accetta Nomadelfia e nega gli aiuti per gli assistiti. "La vera ragione e' il mio movimento politico e l'accusa di fare il gioco dei 'rossi'. La Dc perde quota... Io ricordo a Montini: 'Guardi, Eccellenza, che lo stomaco e' d'interesse divino...'. Il rifiuto di votare Dc (1951) colma la misura. Il Sant'Uffizio mi intima di ritirarmi, la comunita' affonda, Scelba ordina la liquidazione coatta. La polizia riporta negli istituti piu' di 300 minorenni. Alcuni tornano alla malavita, in tribunale, in galera. Per me, la morte nel cuore. La coscienza in tumulto: 'Se non posso essere loro padre come prete, lasciatemelo essere come laico'. Ottengo la laicizzazione pro gratia. Per dieci anni offro il mio 'sacrificio' senza celebrare. L'unica cosa cui mi aggrappo e' quella briciola di pane (il pane per il quale tanto abbiamo pianto) innalzata sul mondo, che dice alla storia la verita' ultima sull'uomo: 'Avevo fame di fratelli e tu mi hai dato un popolo di fratelli'". Grazie, Zeno. * Postilla. L'"autobiografia" del ribelle di Dio Don Zeno. Obbedientissimo ribelle: questo il titolo dell'"autobiografia" di don Zeno Saltini edita da La Meridiana e redatta da Fausto Marinetti, che e' anche autore di questo articolo. Missionario per diciotto anni nel Sud del mondo, Marinetti redige la vita di don Zeno con la sapienza di chi e' vissuto accanto al protagonista della storia: per dieci anni (dal 1969 al 1979), infatti, e' stato vicino al fondatore di Nomadelfia. E se le idee del vulcanico sacerdote si potevano contestare, le sue opere no: e Zeno ha al suo attivo quattromila ragazzi salvati dall'abbandono. La sua comunita', Nomadelfia, e' una proposta di vita senza ricchi e poveri, senza benefattori e beneficati, senza padroni e servi. "Se siamo figli, siamo fratelli. E il Vangelo e' il nostro codice del vivere". Le foto pubblicate in questo servizio, invece, sono tratte da un prezioso cofanetto, a cura di Nomadelfia Edizioni, che contiene tutti gli scritti del grande e indimenticato prete modenese. 7. MAESTRE. WISLAWA SZYMBORSKA: VERMEER [Da Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009, p. 733] Finche' quella donna del Rijksmuseum nel silenzio dipinto e in raccoglimento giorno dopo giorno versa il latte dalla brocca nella scodella, il Mondo non merita la fine del mondo. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 943 del 14 settembre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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