Legalita' e' umanita'. 37



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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 37 del 13 settembre 2009

In questo numero:
1. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
3. Cosa fare
4. Luigi Ferrajoli: Il razzismo istituzionale del governo
5. Martin Luther King: Un discorso del 5 dicembre 1955

1. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

4. UNA SOLA UMANITA'. LUIGI FERRAJOLI: IL RAZZISMO ISTITUZIONALE DEL GOVERNO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 12 settembre 2009 col titolo "Il razzismo
istituzionale del governo. Fuori legge" e la nota redazionale "Pubblichiamo
la relazione del filosofo all'incontro 'La frontiera dei diritti. Il diritto
alla frontiera' organizzato a Lampedusa da Magistratura democratica, dal
Medel e dal Movimento per la giustizia]

E' con un senso di sgomento e di mortificazione civile che siamo oggi qui a
Lampedusa per discutere della vergognosa politica italiana in materia di
immigrazione: delle scandalose leggi razziste e incostituzionali varate
dall'attuale governo contro gli immigrati, fino alla criminalizzazione della
stessa condizione di immigrato irregolare; dei respingimenti di massa
illegittimi, in violazione del diritto d'asilo, di migliaia di disperati che
fuggono dalla fame, o dalle persecuzioni o dalle guerre; delle violazioni
dei diritti e della dignita' della persona negli attuali centri di
espulsione, e piu' ancora nei lager libici nei quali gli immigrati respinti
vengono destinati; delle centinaia di morti, infine - fino alla tragedia dei
73 eritrei lasciati annegare in mare lo scorso agosto, dopo 21 giorni alla
deriva - vittime della disumanita' del nostro governo, immemore della lunga
tradizione di emigrazione del nostro paese.
*
La guerra ai migranti
Ci troviamo di fronte ad un cumulo di illegalita' istituzionali, che hanno
provocato critiche e proteste da parte dell'Onu, dell'Unione Europea e della
Chiesa cattolica e che deturpano i connotati essenziali della nostra
democrazia. (...) Credo sia opportuno, in via preliminare, misurarne la
contraddizione profonda con i principi piu' elementari della tradizione
liberale. Entro questa tradizione, il diritto di emigrare e' il piu' antico
dei diritti naturali, essendo stato proclamato alle origini della civilta'
giuridica moderna. Ben prima della teorizzazione hobbesiana del diritto alla
vita e di quella lockiana dei diritti di liberta', lo ius migrandi fu
infatti configurato dal teologo spagnolo Francisco de Vitoria, nelle sue
Relectiones de Indis svolte a Salamanca nel 1539, come un diritto universale
e insieme come il fondamento del nascente diritto internazionale moderno.
Di fatto la sua proclamazione era chiaramente finalizzata alla
legittimazione della conquista spagnola del Nuovo mondo: anche con la
guerra, ove all'esercizio di quel diritto fosse stata opposta illegittima
resistenza. Tuttavia - benche' asimmetrico, non essendo certo esercitabile
dalle popolazioni dei "nuovi" mondi, ma solo dagli europei che lo invocarono
a sostegno delle loro conquiste e colonizzazioni - lo ius migrandi rimase da
allora un principio fondamentale del diritto internazionale consuetudinario.
*
In nome della proprieta' privata
John Locke lo teorizzo' come essenziale al nesso proprieta', lavoro,
sopravvivenza sul quale fondo' la legittimita' del capitalismo: "la stessa
norma della proprieta'", in forza della quale ciascuno e' proprietario dei
frutti del proprio lavoro, egli scrisse, "puo' sempre valere nel mondo senza
pregiudicare nessuno, poiche' vi e' terra sufficiente nel mondo da bastare
al doppio di abitanti" (...). Kant, a sua volta, enuncio' ancor piu'
esplicitamente non solo il "diritto di emigrare", ma anche il diritto di
immigrare, che formulo' come "terzo articolo definitivo per la pace
perpetua". Infine il diritto di emigrare fu consacrato nell'art. 13 della
Dichiarazione universale dei diritti nel 1948 e in quasi tutte le odierne
costituzioni, inclusa quella italiana (...).
Ho ricordato queste origini dello ius migrandi perche' la loro memoria
dovrebbe quantomeno generare una cattiva coscienza in ordine
all'illegittimita' morale e politica, ancor prima che giuridica, della
legislazione contro gli immigrati. Quell'asimmetria, in forza della quale
quel diritto fu utilizzato dai soli occidentali a danno delle popolazioni
dei nuovi mondi, si e' oggi rovesciata. Dopo cinque secoli di colonizzazioni
e rapine non sono piu' gli europei ad emigrare nei paesi poveri del mondo,
ma sono al contrario le masse affamate di questi stessi paesi che premono
alle nostre frontiere. E con il rovesciamento dell'asimmetria si e' prodotto
anche un rovesciamento del diritto. Oggi che l'esercizio del diritto di
emigrare e' divenuto possibile per tutti ed e' per di piu' la sola
alternativa di vita per milioni di esseri umani, non solo se ne e'
dimenticato l'origine storica e il fondamento giuridico nella tradizione
occidentale, ma lo si reprime con la stessa feroce durezza con cui lo si e'
brandito alle origini della civilta' moderna a scopo di conquista e
colonizzazione. Nel momento in cui si e' trattato di prenderne sul serio il
carattere "universale", quel diritto e' infatti svanito, capovolgendosi nel
suo contrario: tramutandosi in reato.
E' questa l'enorme novita' dell'attuale legislazione italiana rispetto alle
stesse leggi anti-immigrazione del passato, come la Bossi-Fini o le varie
leggi contro gli immigrati degli altri paesi europei: la criminalizzazione
degli immigrati clandestini. (...)
Ma oggi la novita' della criminalizzazione degli immigrati compromette
radicalmente l'identita' democratica del nostro paese. Giacche' essa ha
creato una nuova figura: quella della persona illegale, fuorilegge solo
perche' tale, non-persona perche' priva di diritti e percio' esposta a
qualunque tipo di vessazione; destinata dunque a generare un nuovo
proletariato, discriminato giuridicamente e non piu' solo, come i vecchi
immigrati, economicamente e socialmente.
Il salto di qualita' consiste dunque nei connotati intrinsecamente razzisti
della nuova legislazione: dapprima del decreto legge n.92/2008, convertito
in legge il 24 luglio del 2008, che ha introdotto, per qualunque reato,
l'aggravante della condizione di clandestino, l'aumento della pena fino a un
terzo e il divieto di concedere le attenuanti generiche sulla sola base
dell'assenza di precedenti penali; poi, soprattutto, della legge sulla
sicurezza (...) E' stato infine allungato da 2 a 6 mesi il tempo di
permanenza dei clandestini nei centri di espulsione (Cie). Infine le norme
apertamente razziste, di triste memoria nel nostro paese: il divieto dei
matrimoni misti per l'immigrato irregolare; gli ostacoli alle rimesse di
denaro alle famiglie; il divieto per quanti sono privi del permesso di
soggiorno di iscrivere i figli all'anagrafe, con il conseguente pericolo che
questi, non essendo riconosciuti, possano essere dati in adozione e
sottratti alle loro madri, la cui sola alternativa sara' il parto
clandestino e la clandestinita' dei loro figli. (...)
*
Buttati a mare
La cosa piu' sconfortante e' che queste leggi non sono bastate a soddisfare
le pulsioni razziste presenti nell'attuale governo. Anch'esse, benche'
crudelmente discriminatorie, sono state violate dal nostro governo. E'
quanto e' accaduto in questi mesi, a partire dallo scorso 6 maggio, con
l'infamia dei respingimenti in mare, nel corso dei quali centinaia di
persone sono state rigettate, a rischio della loro vita, nei campi libici o
nei loro paesi di provenienza. Questi respingimenti sono illegali sotto piu'
aspetti. Hanno violato, anzitutto, il diritto d'asilo stabilito
dall'articolo 10 (comma 3) della Costituzione per "lo straniero al quale sia
impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche",
giacche' le navi italiane con cui gli immigrati vengono riportati in Libia
sono territorio italiano, siano esse in acque territoriali o in acque
extraterritoriali. E lo hanno violato doppiamente, giacche' questi disperati
vengono respinti in quei veri lager che sono i campi libici, dove sono
destinati a rimanere senza limiti di tempo e in violazione dei piu'
elementari diritti umani. Hanno violato, in secondo luogo, la garanzia
dell'habeas corpus stabilita dall'articolo 13 (comma 3) della Costituzione:
questi respingimenti si sono infatti risolti in accompagnamenti coattivi,
non sottoposti a nessuna convalida giudiziaria. (...) Infine sono state
violate le convenzioni internazionali che l'Italia, nell'articolo 10 della
Costituzione si e' impegnata a rispettare: l'art. 13 della Dichiarazione
universale dei diritti umani sulla liberta' di emigrare; l'art. 14 della
stessa Dichiarazione sul diritto d'asilo; l'art. 4 del protocollo 4 della
Convenzione europea dei diritti umani che vieta le espulsioni collettive.
Infine l'ultimo, dolente capitolo: quello dei "centri" che prima si
chiamavano "di accoglienza" e che la nuova legge chiama "centri di
identificazione e di espulsione", nei quali gli immigrati possono restare
reclusi non piu' per 60 giorni, come secondo la vecchia legge, ma per sei
mesi. Questi centri sono veri luoghi di detenzione: una detenzione,
peraltro, ancor piu' grave e penosa di quella carceraria, dato che e'
sottratta a tutte le garanzie previste per i detenuti, a cominciare dal
ruolo di controllo svolto dalla magistratura di sorveglianza.
Sono stati cosi' creati dei centri, dei luoghi, dei campi di
concentramento - chiamiamoli come vogliamo - in cui vengono recluse persone
che non hanno fatto nulla di male, ma che vengono private di qualunque
diritto e sottoposte a un trattamento punitivo senza neppure i diritti e le
garanzie che accompagnano la stessa pena della reclusione. In questi centri
la violazione dell'habeas corpus e' totale. (...)
Queste norme e queste pratiche rivelano insomma un vero e proprio razzismo
istituzionale. (...) Esse esprimono l'immagine dell'immigrato come "cosa",
come non-persona, il cui solo valore e' quello di mano d'opera a basso costo
per lavori troppo faticosi, o pericolosi o umilianti: tutto, fuorche' un
essere umano, titolare di diritti al pari dei cittadini.
*
Categorie criminali
C'e' un altro aspetto, ancor piu' grave, del razzismo istituzionale espresso
da queste norme e dalla campagna sulla sicurezza a loro sostegno: il veleno
razzista da esse iniettato nel senso comune. Queste norme e questa campagna
non si limitano a riflettere il razzismo diffuso nella societa', ma sono
esse stesse norme razziste - le odierne "leggi razziali", e' stato detto, a
distanza di 70 anni da quelle di Mussolini - che quel razzismo valgono ad
assecondare e a fomentare, stigmatizzando come pericolosi e potenziali
delinquenti non gia' singoli individui sulla base dei reati commessi, ma
intere categorie di persone sulla base della loro identita' etnica. (...)
Questo razzismo istituzionale rischia di minare alle radici la nostra
democrazia. Al tempo stesso, le politiche e le leggi che ne sono espressione
possono solo aggravare e drammatizzare tutti i problemi che si illudono di
risolvere. Mentre non saranno mai in grado di fermare l'immigrazione,
avranno come effetto principale l'aumento esponenziale del numero dei
clandestini e la loro emarginazione sociale inevitabilmente criminogena. E'
infatti evidente che, come gia' e' accaduto per l'emigrazione italiana negli
Stati Uniti negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, la condizione di
debolezza e di inferiorita' degli immigrati finisce inevitabilmente per
spingerli nell'illegalita', alla ricerca della solidarieta' e della
protezione di altri immigrati clandestini e di consegnarli, magari, al
controllo delle mafie. Occorre al contrario essere consapevoli della
complementarita' e della convergenza tra sicurezza e integrazione sociale:
una politica a garanzia della sicurezza non solo non esclude, ma implica la
massima integrazione degli immigrati, attraverso il riconoscimento della
loro dignita' di persone e la garanzia di tutti i diritti della persona.

5. MAESTRI. MARTIN LUTHER KING: UN DISCORSO DEL 5 DICEMBRE 1955
[Riproponendo il seguente testo, nuovamente ringraziamo Fulvio Cesare Manara
per averci messo a disposizione l'antologia di scritti e discorsi di Martin
Luther King da lui curata, Memoria di un volto: Martin Luther King,
Dipartimento per l'educazione alla nonviolenza delle Acli di Bergamo,
Bergamo 2002. Il testo seguente e' quello del discorso tenuto da Martin
Luther King all'assemblea della Montgomery Improvement Association, Holt
Street Baptist Church, Montgomery, Alabama, 5 dicembre 1955. La traduzione i
taliana e' di Fulvio Cesare Manara, il testo originale e' in The Papers of
Martin Luther King, jr, vol. III, Birth of a New Age, December 1955 -
December 1956, Clayborne Carson (Ed.), Berkeley, University of California
Press, 1997, pp. 71-74. L'opuscolo da cui riprendiamo il testo reca anche la
seguente opportuna nota introduttiva: "Il primo incontro di massa della
Montgomery Improvement Association (in sigla: Mia) attrasse molte migliaia
di persone nella grande Chiesa Battista di Holt Street, in un quartiere
popolato da neri della classe operaia. Sia la chiesa che l'auditorium nel
seminterrato erano colmi molto prima che l'incontro avesse inizio, e c'era
pubblico all'esterno che poteva ascoltare con altoparlanti. Oltre a
cronisti, fotografi e a due troupe televisive, fra i partecipanti erano
presenti anche leader neri di altre citta' dell'Alabama, come Birmingham,
Mobile e Tuscaloosa. L'incontro inizio' con due inni, una preghiera del
reverendo W. F. Alford e una lettura dalla Scrittura (il Salmo 34) del
reverendo U. J. Fields. King poi tenne il discorso che aveva preparato in
fretta prima dell'incontro stesso. Piu' avanti fece riferimento al problema
che ebbe di fronte quando considerava cosa avrebbe detto: "Come avrei potuto
tenere un discorso che fosse abbastanza militante da mantenere la gente
disposta ad una azione positiva e nello stesso tempo abbastanza moderato da
mantenere questo fervore entro limiti controllabili e cristiani? Sapevo che
molte persone di colore erano vittime di un'amarezza che facilmente avrebbe
potuto crescere fino a proporzioni da diluvio. Cosa avrei potuto dire per
assicurarmi che restassero coraggiosi e preparati all'azione positiva e nel
contempo privi di odio e risentimento? Avrebbero potuto combinarsi il
militante e il moderato in un singolo discorso?" (1). Nel suo discorso, King
descrisse i maltrattamenti dei passeggeri neri degli autobus e la
disobbedienza civile di Rosa Parks, e poi giustifico' la protesta
nonviolenta facendo appello alla fede cristiana degli afroamericani
nell'amore e nella giustizia, e alla tradizione democratica americana della
protesta legale. Una pausa silenziosa segui' le parole di King, e poi eruppe
in un fragoroso applauso. Il reverendo Edgar N. French della Hillard Chapel
Ame Zion Church presento' Rosa Parks e Fred Daniel, uno studente del College
di Stato dell'Alabama arrestato quella mattina con l'accusa di condotta
turbolenta (poi ritirata), in quanto si sosteneva che avesse impedito ad una
donna di salire su di un autobus. Il reverendo Abernathy lesse poi la
risoluzione stesa da lui stesso, da King ed altri della commissione per la
risoluzione. L'assemblea voto' a favore in schiacciante maggioranza,
decidendo di "astenersi dal prendere gli autobus... fino a che un qualche
accordo fosse raggiunto" con la compagnia degli autobus. King fece poi una
richiesta di sostegno economico, e lascio' infine l'assemblea per
partecipare con un altro discorso ad un banchetto della Ymca"]

Amici miei, siamo di certo molto lieti nel vedere ciascuno di voi qui questa
sera. Siamo qui stasera per una faccenda grave. In un senso generale, siamo
qui perche' prima di tutto e innanzi tutto siamo cittadini americani, e
siamo decisi ad esercitare la nostra cittadinanza nel suo significato piu'
pieno. Siamo qui anche a causa del nostro amore per la democrazia, perche'
abbiamo la radicata convinzione che la democrazia, quando da un fragile
foglio di carta si traduce nella concretezza di un atto, e' la migliore
forma di governo che esista sulla terra.
Ma siamo qui in un senso piu' specifico, a causa della situazione dei bus di
Montgomery. Siamo qui perche' siamo determinati a fare in modo di correggere
questa situazione. Non si tratta di una situazione nuova. Il problema esiste
da moltissimo tempo. Da molti anni a questa parte i neri di Montgomery e in
molte altre regioni sono stati afflitti dalla paralisi delle paure che li
immobilizzano sugli autobus della nostra comunita'. In cosi' tante occasioni
i neri hanno subito intimidazioni e sono stati umiliati e colpiti -
oppressi - a causa del puro e semplice fatto di essere neri. Non ho tempo
stasera di precisare la storia di questi numerosi casi. Molti di essi sono
ora perduti nella fitta nebbia della dimenticanza, ma almeno uno rimane
fisso innanzi a noi, vivido.
Proprio l'altro giorno, proprio lo scorso martedi' per essere esatti, uno
dei cittadini migliori di Montgomery - non uno dei migliori cittadini neri,
ma uno dei migliori cittadini di Montgomery - e' stato prelevato da un
autobus e portato in prigione ed arrestato, perche' aveva rifiutato di
alzarsi per cedere il proprio posto ad una persona bianca. Ora la stampa
vorrebbe che noi credessimo che ella ha rifiutato di lasciare un posto nella
sezione riservata ai neri, ma io voglio che questa sera voi sappiate che non
esiste una sezione riservata ai neri. La legge non e' stata mai resa chiara
su questo punto. Ora io credo di parlare con autorita' legale - non che
abbia alcuna autorita' legale, ma penso di parlare con un'autorita' legale
alle mie spalle - e affermo che la legge, l'ordinanza, l'ordinanza cittadina
non e' stata mai resa chiara (2).
La signora Rosa Parks e' una brava persona. E, siccome doveva accadere, sono
lieto che sia accaduto ad una persona come la signora Parks, perche' nessuno
puo' dubitare sulla illimitata estensione della sua integrita'. Nessuno puo'
mettere in dubbio l'altezza del suo carattere, nessuno puo' dubitare della
profondita' del suo impegno cristiano e della sua devozione agli
insegnamenti di Gesu'. E sono lieto, visto che doveva avvenire, che sia
avvenuto ad una persona che nessuno puo' definire come un fattore di
disturbo nella comunita'. La signora Parks e' una brava persona cristiana,
modesta, e tuttavia c'e' integrita' e carattere in lei. E proprio perche' si
e' rifiutata di alzarsi, ella e' stata arrestata.
E voi sapete, amici miei, viene un tempo in cui la gente si stanca di essere
calpestata dal tallone di ferro dell'oppressione. Viene un tempo, amici
miei, in cui la gente si stanca di essere immersa nell'abisso
dell'umiliazione, dove si fa esperienza dello squallore di una lamentosa
disperazione. Viene un tempo in cui la gente si stanca di essere scacciata
dallo scintillante sole estivo della vita, e lasciata in piedi in mezzo al
freddo pungente di un novembre alpino. Viene un tempo.
E siamo qui, siamo qui stasera perche' ora siamo stanchi. E voglio dire che
non siamo qui per far ricorso alla violenza. Non lo abbiamo mai fatto.
Voglio che sia noto in tutta Montgomery e in tutta la nazione che siamo
cristiani. Crediamo nella religione cristiana. Crediamo negli insegnamenti
di Gesu'. L'unica arma che abbiamo nelle nostre mani stasera e' l'arma della
protesta. E' tutto.
E certo, certo, questa e' la gloria dell'America, pur con tutti i suoi
difetti. Questa e' la gloria della nostra democrazia. Se fossimo chiusi
dentro la cortina di ferro di una nazione comunista non potremmo far questo.
Se fossimo caduti nella prigione di un regime totalitario non potremmo far
questo. Ma la grande gloria della democrazia americana e' il diritto di
protestare per i diritti. Amici miei, non permettiamo a nessuno di farci
sentire che le nostre azioni sono paragonate a quelle del Ku Klux Klan o a
quelle del "Consiglio dei cittadini bianchi". Non ci saranno croci bruciate,
in nessuna fermata degli autobus di Montgomery. Non ci sara' alcuna persona
bianca spinta fuori dalla sua casa e portata in una strada appartata per
essere linciata per non aver cooperato. Non ci sara' fra noi alcuno che si
alzera' per sfidare la Costituzione di questa nazione. Noi ci siamo riuniti
qui solo a causa del nostro desiderio di vedere esistere il diritto. Amici
miei, voglio che sia noto che stiamo per agire con decisa e coraggiosa
determinazione per ottenere giustizia sugli autobus in questa citta'.
E noi non abbiamo torto, non siamo nel torto in cio' che facciamo. Se noi
siamo nel torto, allora e' nel torto la Corte Suprema di questa nazione. Se
noi siamo nel torto, la Costituzione degli Stati Uniti e' nel torto. Se noi
siamo nel torto, Iddio onnipotente e' nel torto. Se noi siamo nel torto,
allora Gesu' di Nazaret era solo un sognatore utopista, che non e' mai sceso
sulla terra. Se noi siamo nel torto, la giustizia e' una menzogna. L'amore
non ha alcun significato. E noi, qui a Montgomery, siamo ben decisi a
lavorare e a batterci finche' la giustizia non scorrera' come l'acqua, e la
rettitudine come una poderosa corrente (3).
Voglio dirvi che in tutte le nostre azioni dobbiamo tenerci uniti. L'unita'
e' la grande esigenza di quest'ora, e se saremo uniti potremo ottenere molte
delle cose che non solo desideriamo, ma meritiamo giustamente. E non vi
lasciate spaventare da nessuno. Noi non abbiamo paura di quel che facciamo,
perche' lo facciamo nel rispetto della legge. Nella nostra democrazia
americana non c'e' mai un momento in cui dobbiamo pensare di essere nel
torto se protestiamo. Noi ci riserviamo questo diritto. Quando i lavoratori
ovunque in questa nazione si resero conto che sarebbero stati messi sotto i
piedi dal potere capitalistico, non c'e' stato nulla di sbagliato se si sono
organizzati ed hanno protestato per i loro diritti.
Noi, i diseredati di questa terra, noi che siamo stati oppressi tanto a
lungo, siamo stanchi di attraversare la lunga notte della cattivita'. Ed ora
stiamo per uscirne verso l'aurora della liberta', della giustizia e
dell'uguaglianza. Lasciatemi dire, amici, mentre mi accingo a concludere,
per darvi giusto qualche idea sul perche' siamo qui riuniti, che noi
dobbiamo avere - e voglio sottolinearlo, in ogni nostra azione, in ogni
nostra decisione qui stasera e nel corso della settimana -, dobbiamo avere
Dio al centro. Facciamo in modo di essere cristiani in tutte le nostre
azioni. Ma voglio dirvi stasera che per noi non e' sufficiente parlare di
amore, l'amore e' uno dei punti cardine della fede cristiana. C'e' un altro
lato, che si chiama giustizia. E la giustizia e' realmente amore in azione.
La giustizia e' l'amore che corregge cio' che si rivolta contro l'amore.
Lo stesso Dio Onnipotente non e' solo il Dio che sta semplicemente la' e
dice con Osea "Ti amo Israele". Egli e' anche il Dio che si leva di fronte
alla nazione e afferma: "State calmi e sappiate che io sono Dio, e che se
non mi obbedite spezzero' la spina dorsale del vostro potere e vi sbattero'
fuori dall'orbita delle vostre relazioni internazionali e interne" (4).
Schierarsi al fianco dell'amore e' sempre giustizia, e noi stiamo solo
usando gli strumenti della giustizia. Non solo usiamo gli strumenti della
persuasione, ma abbiamo capito che dobbiamo far ricorso agli strumenti della
forza legittima. Questa faccenda non e' soltanto un processo educativo, e'
anche un processo legislativo.
Mentre ci troviamo qui stasera, e mentre ci prepariamo per quel che
accadra', cerchiamo di uscire di qui con una decisa e coraggiosa
determinazione a rimanere tutti uniti. Noi lavoreremo insieme. Quando nel
futuro saranno scritti i libri di storia, qualcuno dovra' dire che proprio
qui, a Montgomery, "c'era un popolo, un popolo nero, capelli crespi e
carnagione scura, un popolo che ha avuto il coraggio morale di alzarsi per
far valere i propri diritti. E cosi' facendo hanno instillato un nuovo
significato nelle vene della storia e della civilta'". E faremo tutto
questo. Dio ci permetta di farlo prima che sia troppo tardi. E mentre
procediamo con il nostro programma, pensiamo a tutto questo.
*
Note
1. King, Stride toward Freedom: The Montgomery Story, New York, Harper &
Row, 1958, pp. 59-60. Le citazioni che King fa dal discorso in quest'opera
(pp. 61-63) differiscono un poco dalle sue effettive parole.
2. Per abitudine gli autisti degli autobus potevano richiedere ai passeggeri
neri di spostarsi indietro, una fila alla volta, quando la precedente
sezione bianca era pienamente occupata e altri passeggeri bianchi dovevano
prendere posto.
3. Amos, 5, 24.
4. King si riferisce a Osea, 11, 1. Si riferisce probabilmente anche al
Salmo 46, 10.

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 37 del 13 settembre 2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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