Minime. 940



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 940 dell'11 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. L'omerta'
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Jeff Halper in Italia
6. Umberto De Giovannangeli intervista Desmond Tutu
7. Aharon Appelfeld: I bambini nella Shoah
8. Serena Fuart presenta "La valigia di Teresa" di Adriana Miceu
9. Donatello Santarone presenta "Contro l'indifferenza" di Antonio Gramsci
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. L'OMERTA'

L'omerta' sulla guerra afgana.
L'omerta' sul colpo di stato razzista.
*
Se non si denuncia e non si contrasta la guerra e il razzismo, che speranza
puo' esservi di riuscire a difendere la democrazia, la legalita'
costituzionale, i diritti umani?
*
Opporsi alla guerra e al razzismo e' il primo diritto, il primo dovere.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. INCONTRI. JEFF HALPER IN ITALIA
[Dalla rivista "Una Citta'" (per contatti: mailing at unacitta.org) riceviamo e
diffondiamo]

Jeff Halper sara' in Italia dall'11 al 24 settembre per una serie di
incontri promossi da Una citta', Testimone di Pace, zeitun.ning.com,
Fondazione Langer, Rete Ebrei Contro l'Occupazione, Fondazione Alfred Lewin.
Parlera' dell'attuale situazione in Medio Oriente, confrontandosi su alcune
domande cruciali: e' ancora possibile uno Stato palestinese dopo anni di
continua espansione degli insediamenti, la costruzione delle bypass road e
l'innalzamento di un muro gigantesco? E cosa potra' succedere se i
palestinesi si convinceranno che non c'e' piu' speranza per un loro Stato?
*
Jeff Halper, ebreo americano originario del Minnesota, vive in Israele, a
Gerusalemme, dagli anni '70. Urbanista e antropologo, gia' docente
all'Universita' Ben Gurion del Negev, oggi coordina il Comitato israeliano
contro la demolizione delle case palestinesi (Icahd).
Nel settembre 2007, ha ricevuto ad Ovada il Premio "Rachel Corrie" come
Testimone di Pace. Ha partecipato al primo viaggio di Free Gaza nell'agosto
del 2008 che ha rotto il blocco navale israeliano che durava da oltre 40
anni. E' cittadino onorario di Gaza.
*
Calendario
- 11 settembre: Bolzano, ore 17, Sala Kolping
- 13 settembre: Vicenza, ore 11, Festival No dal Molin, area dibattiti
- 14 settembre: Brescia, ore 17, Sala Romanino, Missionari Saveriani, via
Piamarta 9
- 15 settembre: Alessandria, ore 21, Associazione Cultura & Sviluppo, piazza
Fabrizio De Andre' 76 (davanti al Politecnico)
- 16 settembre: Torino, ore 20.45, Scuola per l'Alternativa, Via Cialdini 4
- 17 settembre: Genova, ore 11, Polo delle Facolta' Letterarie e
Umanistiche, Via Balbi; ore 17.30, Sala del Minor Consiglio di Palazzo
Ducale; ore 20, Cena di solidarieta' al Circolo Zenzero
- 18 settembre: Savona, ore 12 conferenza stampa (luogo in via di
definizione)
- 18 settembre: Pisa, via Battisti 51 (c/o Centro Sociale Rebeldia), ore 21:
proiezione del documentario "Building resistance" di Giuliano Marrucci
(Israele e Palestina, 2008); ore 21.30: conferenza "Israeliani contro
l'occupazione. Strategie di resistenza all'Apartheid"
- 19 settembre: Rimini, ore 21.15, Sala degli Archi, piazza Cavour
- 20-22 settembre: Roma (programma in via di definizione)
- 23 settembre: Napoli, (programma in via di definizione)
*
Aderiscono: Berretti Bianchi, Missione Oggi, Associazione di Amicizia
Italia-Palestina, Pax Christi, Fondazione Micheletti, No dal Molin, Ics,
Coordinamento provinciale Palestina, Genova pro Palestina, Gruppo BDS - Pisa
per la Palestina, Un ponte per..., Rimini Gaza, Rete Radie' Resch, Centro
Gandhi Edizioni, Centro Sereno Regis, Comitato di Solidarieta' con il Popolo
palestinese...
*
Per ulteriori informazioni: "Una citta'", tel. 054321422, e-mail:
unacitta at unacitta.it, sito: www.unacitta.it

6. RIFLESSIONE. UMBERTO DE GIOVANNANGELI INTERVISTA DESMOND TUTU
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 2 settembre 2009 col titolo "Intervista a
Desmond Tutu: Ho rivisto l'apartheid nei check-point della Cisgiordania" e
il sommario "Il Nobel per la pace: Centinaia di posti di blocco umiliano i
palestinesi. La sicurezza non e' questa, Israele faccia tesoro della storia
del Sudafrica. Appello ai fratelli ebrei: La sicurezza non potra' venire
attraverso recinzioni, muri e fucili, ma dal rispetto dei diritti dei
palestinesi"]

"In Sudafrica hanno cercato di ottenere la sicurezza dalla canna del fucile.
Non l'hanno mai avuta. Perche' la sicurezza per una parte non puo' essere
realizzata sulla sofferenza, l'umiliazione, le punizioni collettive inflitte
ad un'altra parte della popolazione o a un popolo che rivendica la propria
liberta' e autodeterminazione. E' una lezione della storia di cui Israele
dovrebbe far tesoro. Purtroppo ancora non e' cosi'".
A parlare e' colui che assieme a Nelson Mandela e' stato l'uomo simbolo
della lotta al regime segregazionista sudafricano: monsignor Desmond Tutu,
premio Nobel per la Pace nel 1984. Nei giorni scorsi Tutu ha visitato
Israele e la Cisgiordania assieme ad altri Nobel per la Pace, tra i quali
l'ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter. "L'Unita'" ha avuto modo di
rivolgergli alcune domande.
*
- Umberto De Giovannangeli: Monsignor Tutu, Lei ha visitato piu' volte i
Territori occupati. In una nostra passata conversazione, Lei ha denunciato
la condizione disperata in cui versa la popolazione di Gaza. In questo
viaggio, Lei ha visitato la Cisgiordania. Qual e' la cosa che l'ha piu'
colpita?
- Desmond Tutu: I check-point. Sono centinaia e spezzano la Cisgiordania in
mille frammenti territoriali. Quei check-point, assieme al Muro, isolano
villaggi, spezzano comunita'; quei check -point sono l'espressione di un
dominio che segna la quotidianita' di decine di migliaia di palestinesi. Li
prostra, li umilia. Essi mi riportano indietro nel tempo, al Sudafrica
dell'apartheid.
*
- Umberto De Giovannangeli: Un parallelo pesante, monsignor Tutu.
- Desmond Tutu: Lo so e me ne dispaccio, ma la realta' e' questa. Ed e' una
realta' in cui un soldato puo' ergersi a giudice ed emettere sentenze senza
appello. E' un arbitrio che spesso si rivolge contro anziani, donne, che non
chiedono di entrare in Israele ma di raggiungere un villaggio nella
Cisgiordania...
*
- Umberto De Giovannangeli: Israele giustifica questa pratica in nome della
sua sicurezza..
- Desmond Tutu: E' un approccio errato, oltre che profondamente ingiusto. E'
l'impotenza della ragione mascherata con l'esercizio della forza. E'
un'illusione, una tragica illusione. E' quello che provo a ripetere ai miei
amici israeliani ed ebrei: Israele non potra' mai ottenere la sicurezza
attraverso le recinzioni, i muri, i fucili. La sicurezza potra' essere
realizzata solo quando i diritti umani di tutti saranno riconosciuti e
rispettati. E' una lezione della storia che viene dal mio Paese, il
Sudafrica.
*
- Umberto De Giovannangeli: Assieme ad altri Nobel per la Pace, lei ha
incontrato i pacifisti palestinesi e israeliani che animano le proteste del
villaggio di Bi'ilin contro la costruzione del Muro.
- Desmond Tutu: La loro e' una testimonianza straordinaria di resistenza
nonviolenta. Agli attivisti di Bi'ilin ho portato la mia solidarieta' e il
mio sostegno, ricordando loro che con la nonviolenza Gandhi riusci' a
sconfiggere l'impero britannico e Martin Luther King a portare avanti la
lotta per i diritti della gente di colore negli Usa. La disobbedienza civile
e' la giusta via per far valere i diritti di una comunita', di un popolo. E'
una scelta coraggiosa, lungimirante, eroica. Essa va sostenuta da ogni
persona che crede davvero nella pace e nella giustizia.
*
- Umberto De Giovannangeli: Lei parla di disobbedienza civile, ma tra i
palestinesi sono ancora in molti a perorare, e praticare, la lotta armata.
- Desmond Tutu: In passato ho avuto modo di interloquire con dirigenti di
Hamas. A loro ho ripetuto che sparare missili contro le citta' israeliane ai
confini con Gaza era doppiamente sbagliato: perche' e' sempre sbagliato
colpire civili e perche' quelle azioni avrebbero rafforzato quanti in
Israele ritengono che esista una soluzione militare alla questione
palestinese. La realta', purtroppo, mi sta dando ragione. Mi lasci
aggiungere, pero', che non c'e' giustificazione alcuna ai crimini di guerra
compiuti nella Striscia da Israele durante l'operazione denominata "Piombo
fuso". A denunciarlo sono le agenzie Onu impegnate a Gaza e le piu'
importanti associazioni umanitarie internazionali. A confermarlo sono anche
le testimonianze di diversi soldati israeliani impegnati nelle operazioni
militari. Resto convinto che l'unico modo per porre fine alle violenze e
all'ingiustizia e' che israeliani e palestinesi si siedano attorno a un
tavolo per cercare insieme un compromesso accettabile per le due parti. Non
esistono scorciatoie al dialogo.
*
- Umberto De Giovannangeli: Un'affermazione che riecheggia quanto piu' volte
affermato dal presidente Usa, Barack Obama.
- Desmond Tutu: Nutro molte speranze nel presidente Obama. Mi ha molto
colpito il suo discorso del giugno scorso al Cairo. Obama ha creato molte
aspettative nel mondo arabo, tra i palestinesi. Sta a lui non deluderle. Per
questo e' importante che passi al piu' presto dalle parole ai fatti”.
*
- Umberto De Giovannangeli: Dialogo e negoziato. Con dentro o fuori Hamas?
- Desmond Tutu: I conflitti si risolvono trattando con i nemici, non con gli
amici.

7. MEMORIA. AHARON APPELFELD: I BAMBINI NELLA SHOAH
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 2 settembre 2009 col titolo "Quando la
Shoah non avra' piu' testimoni" e il sommario "I sopravvissuti finora hanno
sottratto lo sterminio degli ebrei alla sfera dell'incredibile. Tra poco non
resteranno che i bambini di allora, con la loro memoria senza filtri. Nel
momento stesso in cui raccontano e rivelano, i superstiti adulti non possono
non nascondere. Per i bimbi invece non c'era un prima, l'orrore era il latte
nero che bevevano da mattino a sera"]

Sono passati sessantaquattro anni dalla fine della seconda guerra mondiale e
mi sembra che stiamo entrando in un periodo nuovo nel nostro rapporto con la
Shoah. La novita' si fa sempre piu' visibile perche' i sopravvissuti stanno
lasciando questo mondo.
I sopravvissuti erano e rimangono il terrore di chiunque - storico o
narratore - scriva della Shoah. Hanno montato la guardia affinche' gli
eventi fossero narrati nell'ordine giusto, luoghi e nomi non venissero
omessi e i particolari non fossero distorti. Per loro era indispensabile che
la Shoah fosse raccontata nei suoi esatti dettagli. Sono stato rimproverato
piu' di una volta da sopravvissuti per essere stato inesatto o per aver
descritto cio' che avvenne durante o dopo la Shoah con toni critici nei
confronti delle vittime.
Per il sopravvissuto, la memoria cronologica era un'ancora cui si aggrappava
con tutte le sue forze. La scrittura d'immaginazione sul tema della Shoah e'
stata considerata - e lo e' tuttora - un atto sproporzionato rispetto alla
gravita' del tema. Spesso si sente affermare: sulla Shoah non si gioca con
le parole ne' con la forma letteraria, ma si raccontano le cose com'erano,
il piu' precisamente possibile. E' vietato l'accesso a questo tema da parte
di qualsiasi elemento creativo che non sia la memoria. Non e' un caso che
gran parte delle opere scritte sulla Shoah siano di natura storica: quelle
psicologiche o teologiche sono una minima parte e quelle di fantasia sono
pochissime. E' ben vero che sull'argomento e' stata prodotta un'abbondante
letteratura sensazionalistica, ma le opere letterarie contenenti una verita'
profonda sono talmente rare che potrebbe contarle un bambino.
Memoria e commemorazione erano l'energia che alimentava i sopravvissuti:
essi non dimenticavano mai il solenne impegno di raccontare tutto, di non
trascurare neanche un angolino, di accerchiare l'orrore da ogni parte. Ma
ormai siamo giunti sulla soglia di una nuova fase in cui la storia della
Shoah dovra' andare avanti senza piu' sopravvissuti. Finche' loro sono
vissuti fra noi, la Shoah e' stata una presenza estremamente tangibile:
aveva un nome, un cognome, una citta' e un villaggio. Con la sua presenza,
con i suoi silenzi, il sopravvissuto dava voce all'orrore. Lo incontravi per
strada, a casa sua, alle cerimonie commemorative, insomma ovunque.
La costante presenza del sopravvissuto fra noi ha sottratto la Shoah alla
sfera dell'incredibile e l'ha introdotta in quella del visibile. Se mai
qualcuno dubitava del male che l'uomo puo' fare all'altro uomo, degli abissi
di barbarie cui puo' giungere, arrivava il sopravvissuto e glielo spiegava.
Adesso che i sopravvissuti ci lasciano a uno a uno, si avverte un timore:
come proseguira' la storia della Shoah senza di loro? In altre parole, come
faremo a preservare l'individualita' e l'intimita' che il sopravvissuto
conferiva a quell'esperienza atroce?
Ebbene, oggi sta venendo in primo piano una figura diversa di sopravvissuto.
Penso a tutti coloro che allo scoppio della guerra erano bambini: la loro
memoria e' una memoria diversa, e diverso e' il loro modo di esprimere gli
eventi. Per tanti anni, i bambini non sono stati annoverati fra i
sopravvissuti e il loro ricordo non e' stato considerato ricordo. Ora, per
comprendere il carattere della memoria del bambino, e' importante capire la
diversa natura della testimonianza del superstite adulto.
Sulla Shoah e' disponibile un corpus imponente di testimonianze scritte, ma
chi le studia a fondo non tarda ad accorgersi che esse mancano di
introspezione: in effetti, per la maggior parte non sono che cronache. Tutto
cio' che si e' palesato all'ebreo in quegli anni era al di la' della sua
ragione e della sua anima. L'ebreo si e' trovato nel punto esatto in cui e'
avvenuto l'orrore, e una volta libero ha desiderato poterlo considerare un
incubo, uno strappo nella vita che andava rimarginato il prima possibile: un
orrore che non meritava una considerazione spirituale, ma soltanto una
maledizione.
Nel momento stesso in cui racconta e rivela, il sopravvissuto adulto
nasconde. Perche' non puo' non dire, ma non puo' neanche ammettere che
l'accaduto non lo ha cambiato. E' rimasto la stessa persona, legata agli
stessi, vecchi concetti di civilta'.
Le testimonianze della Shoah vanno quindi lette con attenzione, se non si
vuol vedere soltanto cio' che contengono ma anche - ed essenzialmente - cio'
che ne manca. La testimonianza del sopravvissuto e' innanzitutto la ricerca
di un sollievo: ho fatto cio' che dovevo fare. Ma che cosa e' veramente
intercorso fra lui e l'orrore, durante i suoi anni di sofferenza? Che cosa
e' cambiato dentro di lui, e come sara' la sua vita d'ora in avanti? Le
risposte a queste domande, mi sembra, non si troveranno mai. Aggiungo
subito, per evitare malintesi, che la letteratura di testimonianza e'
indiscutibilmente l'autentica letteratura della Shoah. E' un colossale
serbatoio di cronologia ebraica.
Oggi pero' ci accostiamo a quanti erano bambini durante la Shoah, e la loro
e' una testimonianza diversa. I bambini non hanno assorbito l'orrore nella
sua pienezza, ma soltanto per quella porzione che un bambino era in grado di
assimilare. I bambini non hanno il senso della cronologia, del raffronto con
il passato. Se il sopravvissuto adulto parlava di cio' che era stato prima
della guerra, per i bambini la Shoah era il presente, era la loro infanzia e
la loro giovinezza: non conoscevano altra infanzia, ne' conoscevano la
felicita'. Erano cresciuti nel terrore. Non conoscevano altra vita. Mentre
gli adulti fuggivano da se stessi e dai loro ricordi, rimuovendoli e
costruendosi una vita nuova al posto di quella di prima, i bambini non
avevano una vita precedente oppure, se l'avevano, era ormai stata
cancellata. La Shoah e' il latte nero - come dice il poeta - che essi
bevevano al mattino, a mezzogiorno e la sera.
Questo aspetto psicologico si carica anche di un significato ideologico. La
Shoah e' molto spesso concepita, anche dalle sue vittime, come una follia,
un'eclissi, un episodio che non appartiene al normale flusso del tempo,
un'eruzione vulcanica da cui ci si deve guardare, ma che non fornisce alcuna
indicazione sul resto della vita. Le vittime hanno cioe' respinto ogni
possibilita' di considerare la Shoah come vita, come vita nella sua forma
piu' spaventosamente concentrata, sul piano sia esistenziale che sociale. I
numerosi libri di testimonianza che sono stati scritti sulla Shoah sono, se
vogliamo, un disperato tentativo di ricacciare la Shoah in un angolo remoto
di follia, di tagliarla fuori dalla vita, o in altri casi di circondarla di
una specie di aura mistica, inattingibile, parlandone come di un'esperienza
che non si puo' esprimere a parole, ma semmai con un prolungato silenzio.
Invece nel caso dei bambini cresciuti all'epoca dello sterminio, la vita
durante la Shoah e' qualcosa che potevano capire, perche' l'avevano
assorbita attraverso il sangue. Quei bambini hanno conosciuto l'uomo come
bestia da preda: non in senso metaforico, bensi' come una realta' fisica, in
tutta la sua statura, con i suoi panni indosso, col suo modo di stare in
piedi o seduto, col suo modo di accarezzare il proprio figlio e picchiare il
bambino ebreo.
I bambini stavano seduti per ore a osservare. Fame, sete e debolezza li
dotavano di grande acume percettivo. Ma anziche' gli assassini, essi
osservavano i propri padri e fratelli maggiori, nella loro debolezza e nel
loro eroismo. E quelle immagini sono rimaste impresse su di loro, cosi' come
l'infanzia si stampa sulla matrice della carne di ognuno.

8. LIBRI. SERENA FUART PRESENTA "LA VALIGIA DI TERESA" DI ADRIANA MICEU
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo la seguente recensione]

La terra friulana nei primi anni del Novecento, terra povera dove si viveva
di agricoltura. Pochi privilegiati possedevano grandi proprieta' terriere,
in cui potevano lavorare i paesani o come agricoltori o come servitori nelle
loro case.
Qui nacque e visse Teresina Boschin. Una vita al servizio dei padroni senza
per questo mai sentirsi serva. Una vita attraversata da due guerre, viste
con occhi inesperti ma non ingenui. Questa, in breve, l'esistenza della
protagonista realmente vissuta e nata a Saciletto, in Friuli, nei primi anni
del Novecento e spentasi nel 2003 poco prima di compiere cent'anni. La sua
storia e' stata raccontata da Adriana Miceu, che conduce ricerche nel campo
della storia e delle tradizioni popolari e della memoria orale. Originaria
anche lei di Saciletto ha conosciuto Teresina, e' entrata in relazione con
lei e ha trascritto la sua vita nel libro La valigia di Teresa. Memorie di
una serva furlana (Centro Isontino di ricerche e documentazione storica e
sociale "Leopoldo Gasparini").
Teresina ha conosciuto la miseria vera. Vissuta in una famiglia con numerosi
fratelli, a nove anni lascia la scuola per andare a servire. Il suo lavoro,
svolto sempre con impegno, l'ha portata lontano da casa fino a Roma e
Parigi. Nel corso della sua lunga vita ha visto il declino delle famiglie
ricche e agiate presso cui aveva lavorato, ha visto la sconfitta
austroungarica e l'arrivo dell'Italia nei territori friulani. Ha vissuto a
fianco delle SS nel periodo nazi-fascista. Tutto cio' ignorante dei grandi
intrighi politici, aderente alla realta' del momento, districandosi dai guai
come ha meglio saputo fare.
La sua esistenza pero' e' sempre stata caratterizzata da un senso di
liberta' del suo vivere. Due storie d'amore andate male, non si e' mai
sposata, badando a se stessa con una sorprendente tenacia che l'ha portata
alla totale indipendenza.
Io l'ho conosciuta. Originaria di quelle terre avevo la nonna paterna che
viveva dirimpetto a Teresina. Ancora troppo piccola per capire allora, oggi
ho letto la sua storia e ne sono rimasta molto colpita. Teresina e' vissuta
lontano dagli agi e ne ha viste tante, eppure, prima di spegnersi, fa delle
considerazioni sul mondo attuale: si e' passati dallo scrivere sulla terra a
comunicare con il mondo grazie a un pc. Ma tanto progresso porta alla
solitudine, dice, e ricorda con malinconia i momenti passati insieme alla
sua famiglia, ricchi di relazioni e affetti, seppur nella miseria materiale.

9. LIBRI. DONATELLO SANTARONE PRESENTA "CONTRO L'INDIFFERENZA" DI ANTONIO
GRAMSCI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 settembre 2009 col titolo "La via
pedagogica all'egemonia" e il sommario "Antologie. Gli scritti di Antonio
Gramsci sull'educazione"]

Antonio Gramsci, Contro l'indifferenza, a cura di Lelio La Porta, Edizioni
Seam, pp.100, euro 12.
*
Questa antologia curata da Lelio La Porta, docente di storia e filosofia e
studioso gramsciano, si propone di "offrire ai nostri giovani un materiale
con scritti di Gramsci per i giovani e con i giovani in primo piano". La
dimensione educativa, infatti, e' per il pensatore sardo uno dei tasselli
centrali nella costruzione dei processi egemonici. I testi scelti da La
Porta vanno dal compito di licenza elementare del 1903, in cui e' gia'
presente la consapevolezza dell'importanza dello studio come fattore,
diremmo oggi, di mobilita' sociale ascendente, agli articoli sull'"Avanti"
degli anni '10, in cui Gramsci se la prende con il bullismo futurista di
quella che definisce "malavita scolastica", fino alle piu' famose lettere
dal carcere indirizzate ai figli Delio e Giuliano per concludere con la
riflessione dei Quaderni del carcere.
Ed e' proprio nei Quaderni che Gramsci mette in guardia dal riduzionismo
panpedagogico e colloca i problemi dell'educazione nella dialettica tra
determinazioni socio-economiche e costruzioni simboliche, dilatando, tra le
tante cose, il "rapporto pedagogico" dalla scuola all'intera societa' e
connettendolo alla fondamentale categoria dell'"egemonia". "Ogni rapporto di
'egemonia' - scriveva Gramsci - e' necessariamente un rapporto pedagogico e
si verifica non solo nell'interno di una nazione, tra le diverse forze che
la compongono, ma nell'intero campo internazionale e mondiale, tra complessi
di civilta' nazionali e continentali".
Ma e' nel Quaderno 12 che la riflessione gramsciana si fa piu' organica. Il
teorico comunista connette infatti la questione dell'educazione a quella
degli intellettuali: una sovrastruttura necessaria alle classi dominanti per
il consenso e per la coercizione. In questa prospettiva e' molto marcato il
rilievo che egli assegna ai sistemi educativi come forme della riproduzione
sociale (in cio' risultando forti le consonanze con un maestro della
sociologia critica contemporanea: il francese Pierre Bourdieu). Di qui
l'interesse di tante suggestioni gramsciane: la distinzione tra scuola
attiva e scuola creativa, il nesso educazione-istruzione in polemica con
l'idealismo, la rivendicazione di una scuola unitaria di base di cultura
generale, la polemica contro l'oratoria e il dilettantismo, la nozione di
conformismo dinamico, l'impegno dello Stato nella promozione dell'istruzione
pubblica, l'educazione civile e scientifica in lotta contro le concezioni
folcloristiche dell'ambiente di provenienza degli allievi, la categoria
della mediazione, lo studio come lavoro necessario ad acquisire un abito di
concentrazione fisico-muscolare indispensabile per la ricerca, la critica
contro la concezione professionalizzante della scuola che perpetua e
cristallizza le differenze sociali, la necessita' di educare alla relazione
con le diversita'.
Tutti questi temi attraversano l'antologia di La Porta, che presenta anche
in appendice una sintetica rassegna di temi gramsciani curata da Giuseppe
Prestipino. Per chiudere, uno straordinario brano tratto da un articolo
pubblicato sull'"Avanti" il 22 marzo 1919 in cui Gramsci prende di mira un
gruppo di "scolaretti torinesi" figli della cultura bellicista, eversiva e
rozza prodotta dalla Grande Guerra. "La guerra non ha plasmato ne' coscienza
mondiale, ne' coscienza europea, ne' coscienza italiana, ne' coscienza
individuale. Appostato ad ogni angolo da un gendarme, da una spia, da un
ardito del fronte interno, il dolore si e' rincantucciato nel fondo delle
anime, come un gatto idrofobo rinchiuso in un sacco, ha morso il cuore, ha
straziato senza creare, ha distrutto, lasciando un mucchietto di sterco e di
putredine. Invece della disciplina sociale, spontaneo fiore della libera
riflessione sui doveri comuni, dal ribollire schiumoso delle passioni sono
esalati tutti gli istinti antisociali, tutta la barbarie, tutta la ferocia,
tutta la slealta' che secoli di servaggio politico, di gesuitismo e di
attivita' settaria avevano accumulato nell'animo degli italiani. La vernice
di civilta' si e' sfaldata, lasciando nuovamente apparire, nella sua nudita'
schifosa, l'irresponsabile poltroneria, l'animalesca sete di godimento, lo
spirito di sopraffazione, che sono i caratteri piu' vistosi della tradizione
sociale italiana".

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 940 dell'11 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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