Minime. 935



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 935 del 6 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Di cosa consiste la guerra
2. Contro il colpo di stato razzista
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
5. Cosa fare
6. Luisa Muraro: Se quello che ci interessa e' un'opposizione femminile
7. Loris Campetti ricorda Oscar Marchisio
8. Francesco Garibaldo ricorda Oscar Marchisio
9. Liliana Moro presenta "Tra femminile e materno: l'invenzione della madre"
a cura di Carla Busato Barbaglio e Maria Luisa Mondello
10. Francesco Stella presenta "Cicerone. La parola e la politica" di
Emanuele Narducci
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. LE ULTIME COSE. DI COSA CONSISTE LA GUERRA

Di stragi la guerra consiste. Di stragi di esseri umani.
*
La legge italiana ripudia la guerra.
Chi appoggia la guerra e' quindi fuorilegge.
Sono un crimine, e' chiaro, le stragi.

2. I COMPITI DELL'ORA. CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA

Contro il colpo di stato razzista occorre si dispieghi subito, persuasa e
cogente, l'opposizione di ogni persona di volonta' buona, l'opposizione di
ogni organizzazione democratica, l'opposizione di ogni istituzione fedele
alla Costituzione della Repubblica Italiana.
Contro il colpo di stato razzista occorre si dispieghi subito, persuasa e
cogente, un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze in
difesa della legalita', della civilta', dell'umanita'.

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

5. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

6. RIFLESSIONE. LUISA MURARO: SE QUELLO CHE CI INTERESSA E' UN'OPPOSIZIONE
FEMMINILE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo il seguente intervento, una versione abbreviata del quale e'
apparsa sul quotidiano "L'Unita'" del 30 agosto 2009]

L'apatia politica, oggi purtroppo diffusa, non ha ne' sesso ne' eta', ha
detto giustamente Benedetta Barzini nel suo intervento al dibattito promosso
dall'"Unita'" sul tema "Dove sono le donne". Se cosi' e', non sembra giusto
rivolgersi specialmente alle donne e prendersela con le femministe. Una
ragione c'e', tuttavia: negli ultimi decenni le donne sono state
protagonista di cambiamenti positivi e le aspettative nei loro confronti
sono ancora vive, come ha mostrato il recente messaggio di Veronesi sulla
forza delle donne. Cio' di cui occorre tenere conto e' che anche loro, le
donne, anche noi, le femministe, avevamo delle aspettative e che molte di
queste non hanno ancora trovato risposta. L'indignazione femminile non e' un
pulsante che si possa premere a piacere.
Faro' un caso soltanto, minore solo in apparenza, quello del linguaggio
della vita pubblica. Tra i paesi europei che conosco meglio, l'Italia e'
l'unico che non ha ancora imparato il corretto uso del femminile nel
linguaggio pubblico. (Il confronto e' con i paesi di lingua spagnola,
tedesca e francese, non con l'inglese, per la sua peculiare grammatica dei
generi). Questi paesi non hanno esitato a usare il femminile, correttamente
coniato, per cariche e professioni cui oggi accedono anche le donne. In
Italia invece regna il disordine: maschili tenaci ("il ministro" Carfagna),
femminili strampalati ("presidentessa"), nomi maschili con articoli
femminili e predicati che vanno per conto loro, imbarazzo di chi si rivolge
a una Letizia Moratti: "Signor sindaco" o "Signora sindaco"...
Ma non e' solo la lingua che ne soffre. Se la donna che lavora in fabbrica
si chiama operaia e quella che serve la clientela, commessa, ma quella che
governa una citta' o siede in parlamento prende un titolo di genere
maschile, il messaggio che si riceve e' trasparente anche ai bambini delle
elementari. La questione e' stata posta molto presto dalle femministe e
ripresa dai linguisti piu' attenti, ma con risultati modesti, sciatteria e
disordine continuano a regnare nell'uso corrente, sui giornali e negli altri
media, forse per inconsapevolezza della posta in gioco. Ricordo, anni fa, un
bell'intervento della scrittrice Clara Sereni sull'importanza di assumere il
femminile pubblicamente come incoraggiamento a tutte le donne.
Attualmente ci troviamo a fare i conti con un altro effetto della tendenza a
cancellare il femminile o a ridicolizzarlo quando si presenta fuori dalla
sfera della vita familiare. E' il contraccolpo che ne viene alle donne
attive nella vita pubblica ed esposte per cio' stesso al clima di volgarita'
favorito da un capo del governo che promette cariche pubbliche in cambio di
servizi sessuali. E rende cosi' letteralmente vera la vecchia equazione
maschilista tra donna pubblica e prostituta. Si capisce che queste donne
siano indignate. Non si capisce pero' che se la prendano con altre donne (le
ragazze che accettano inviti altolocati, le mamme delle ragazze, le
femministe che non fanno manifestazioni). Qui, infatti, non c'entrano le
aspettative, qui si tratta di risposte che bisogna incominciare a dare in
prima persona alle persone giuste, che nel caso in questione non sono le
donne.
Berlusconi non ha inventato niente, occorre dirlo? Nella bottega sempre
aperta del potere dove tutto si compra e tutto si vende, lui si e' distinto
per certi comportamenti che sono un'esplicita caricatura di quello che li'
avviene. Il contrasto fra un certo successo popolare che ha in Italia e lo
scandalo che suscita all'estero, si riduce in fondo a una questione di
distanze. Da distante si vede quello che esce dalle righe. Da vicino si vede
anche la cerchia dei tanti che gli somigliano, sui quali lui riesce a
spiccare per una schiettezza di uomo furbo, come quando ha replicato "non
sono un santo". Da vicino si vede anche che l'indignazione che suscita in
Italia non e' tutta di buona marca. Ci sono uomini, e sono tanti, che si
sentono offesi nella loro dignita' di facciata. Gli va bene che la bottega
funzioni ma che sia con un certo decoro. In che cosa questo consista
esattamente, non lo so, pero' ho notato un fatto degno di attenzione: le
donne coinvolte nelle ultime vicende berlusconiane non hanno sacrificato
niente sull'altare del decoro di facciata e invece hanno sacrificato
qualcosa su quello del dire la verita'. A proposito: dire e ascoltare la
verita' e' un buon antidoto contro l'apatia e se siamo finiti cosi' in basso
nella moralita' pubblica, ci siamo finiti, forse, a forza di non sentirla
mai dire.
Percio', secondo me, la polemica deve indirizzarsi a quelli che, per
continuare a frequentare la bottega senza mettersi in questione, offrono a
Berlusconi il supporto di una indignazione annacquata o addirittura finta, a
prescindere dalla virulenza delle loro espressioni verbali. C'e' molta
opposizione politica che ha queste caratteristiche e che, di conseguenza,
non convince.
Se quello che ci interessa e' suscitare un'opposizione politica femminile,
cerchiamo di fare posto alla "verita' delle donne" (chiamo cosi' lo sguardo
disincantato sul sesso maschile, che non esclude ne' l'amore ne' la
collaborazione) e di fare leva sulla presa di coscienza di una differenza
femminile anche nella vita pubblica.

7. LUTTI. LORIS CAMPETTI RICORDA OSCAR MARCHISIO
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 agosto 2009 col titolo "Oscar
Marchisio, intellettuale di classe"]

E' vissuto poco il nostro compagno e collaboratore Oscar Marchisio. Eppure,
non basterebbero tre vite a uno come noi per riuscire a pensare e a
realizzare tutte le cose che ha pensato e realizzato lui. Per piu' di 25
anni ha collaborato con "Il manifesto", mettendo il naso nella politica e
nell'economia con mano leggera, curiosita' e spregiudicatezza. E' stato
appassionatamente dalla parte del lavoro senza percio' temere la
contaminazione con il capitale, con l'impresa. Studiava i modelli economici
e sociali esistenti e ne ipotizzava di nuovi, per questo guardava con
avidita' fuori dai campo visivo conosciuto. Per questo, a un certo punto
della sua ricerca, e' sbarcato in Cina (ricordiamo l'appuntamento atteso con
"ChinaNews") senza trascurare la sua formazione e la centralita' della
classe (si chiamava "Classe" una delle tante riviste a cui ha collaborato).
Senza perdere i contatti con la sua terra d'origine, la Liguria, Genova e
poi Sanremo, muovendosi con maestria tra le nebbie del porto di Imperia dove
impazzavano i Caltagirone e gli Scajola.
Oscar e' stato un intellettuale anomalo, un vulcano di idee che ci
rovesciava addosso, costringendoci a volte a feroci selezioni tra i tanti
titoli proposti. Dalla fantascienza al cibo, dalla mobilita' urbana al nuovo
modo di costruire l'automobile. L'automobile era un'idea fissa di Oscar, non
perdeva occasione per smontarla e ricostruirla, possibilmente con un altro
motore, magari progettando una proprieta' collettiva perche', diceva, il
vecchio modello basato su una o piu' vetture per nucleo familiare e' morto
per incompatibilita' ambientale. Il suo ultimo articolo per "Il manifesto"
e' del 31 luglio di quest'anno e aveva per titolo "Se la Cina viaggiasse
come noi". Per studiare l'auto aveva viaggiato da Torino alla Svezia, dagli
Stati Uniti alla Cina, per ritrovare sempre, al ritorno, interlocutori
attenti nel gruppo dirigente nazionale della Fiom e della Camera del lavoro
di Bologna.
Oscar Marchisio ha insegnato sociologia del lavoro presso le universita' di
Pisa e Urbino ed e' stato consulente, dal suo ufficio di Pechino, di
svariate aziende in Cina. Ha scritto molti libri per diverse case editrici,
alcuni anche per la Manifestolibri, tra cui McMarx. Critica della socialita'
come prodotto industriale, che analizza il modello di consumo costruito da
McDonald's, Microsoft e Walt Disney. Oppure Molteplice persona.
Soggettivita' e conflitti oltre la rivoluzione liberale. Tutto questo non
poteva bastargli, cosi' si e' fatto lui stesso editore dando vita a
Socialmente, per pubblicare tra gli altri titoli Bologna operaia.
Oscar ci ha lasciati nella notte tra giovedi' e venerdi', colpito da un
infarto, aveva solo 59 anni. Non sappiamo cosa stesse rimuginando, a quali
altri progetti lavorasse. La scorsa settimana ci aveva promesso un
"articolo-bomba", non aveva voluto dirci di piu', non ne conosceremo mai il
contenuto. I funerali si svolgeranno alle 16,30 di oggi alla Chiesa degli
Angeli di Sanremo. Dal collettivo del manifesto un forte abbraccio alla sua
compagna Ornella e alle sue due figlie. (loris campetti)

8. LUTTI. FRANCESCO GARIBALDO RICORDA OSCAR MARCHISIO
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 agosto 2009 col titolo "Oscar
Marchisio, rigore e creativita'"]

La mia amicizia ed il mio sodalizio intellettuale con Oscar Marchisio risale
agli anni Ottanta. Lui veniva da una esperienza di direzione all'Ansaldo,
poi di consulente per grandi imprese internazionali di consulenza prima di
mettersi in proprio, io ero allora il segretario generale della Fiom di
Bologna e cercavo risposte alternative nella gestione delle imprese,
specificatamente sui problemi della produttivita' e della prestazione
lavorativa. Fu un intendersi immediato; lui ci forni' di strumenti
concettuali che aiutarono un'intera stagione di negoziazione d'avanguardia a
Bologna e poi in Italia.
Da li' inizio' un percorso che coinvolse altri amici sindacalisti - Claudio
Sabattini, Tiziano Rinaldini, Anna Naldi - in una avventura intellettuale
che affronto' i temi dello sviluppo e della politica industriale nel
contesto internazionale con una particolare attenzione alla mobilita'
sostenibile e poi, negli ultimi anni, alla Cina. Oscar amava tradurre le sue
intuizioni in proposte concrete presentate, con inguaribile ottimismo e
voglia di trasformare il mondo, a tutti coloro che avrebbero potuto
realizzarle; non era tempo per essere ascoltati dalla sinistra di governo
locale e poi nazionale, se non per rare eccezioni. Fu Oscar a rendere vicina
la problematica dello sviluppo cinese a molti di noi, nel sindacato e nella
sinistra italiana. Un numero grande di libri, ma uno ancora piu' grande di
appunti di ricerca, di rapporti su aziende, settori e paesi, finalmente, con
sua grande soddisfazione ordinate in un mega-archivio, testimoniano questo
suo impegno.
Sarebbe tradire la sua memoria non ricordare che la sua immensa creativita'
non riusciva a sfogarsi nel lavoro su questi "temi seri" e quindi i romanzi,
le incursioni nelle problematiche del cibo e la sua esperienza come
imprenditore del settore, e poi, da ultimo, la casa editrice.
La sua mente non voleva riposare ma trovare un oggetto sempre nuovo su cui
impegnarsi in uno sfibrante viaggiare per tutto il mondo.
La notizia della sua morte ancora giovane e nel pieno della sua creativita'
lascia tutti i suoi amici sgomenti e priva la sinistra ed il movimento
sindacale italiano di un amico e di un intellettuale sempre aperto alla
discussione ed al contributo originale. Un abbraccio per la sua compagna di
una vita e le sue figlie cosi' amate.

9. LIBRI. LILIANA MORO PRESENTA "TRA FEMMINILE E MATERNO: L'INVENZIONE DELLA
MADRE" A CURA DI CARLA BUSATO BARBAGLIO E MARIA LUISA MONDELLO
[Dal sito della Libera Universita' delle donne di Milano
(www.universitadelledonne.it)]

Carla Busato Barbaglio, Maria Luisa Mondello (a cura di), Tra femminile e
materno: l'invenzione della madre, Franco Angeli, Milano 2009, pp. 170, euro
17,50.
*
Opera collettiva di ampio respiro, questo testo apre dimensioni inedite alla
riflessione sul femminile come genere; i diversi contributi offrono
l'apporto della psicoanalisi, dell'antropologia, della storia delle
religioni e della cultura, a comporre un quadro aperto e nuovo della
maternita'.
La pubblicazione segue un lavoro analogo a Le figure del padre (2001)
completando il lavoro di interrogazione approfondita e scientifica delle
determinanti oppositive tra i sessi nella genitorialita'. Al vaglio di
questi contributi appare con chiarezza quanto sia decisiva l'elaborazione
culturale nell'attribuire le competenze di genere.
Ad esempio un approccio accorto all'opera di Freud riesce a evidenziarne le
influenze culturali nel designare i caratteri distintivi tra i sessi,
laddove il maschile e' definito come attivo e il femminile come passivo,
invocando in ultima analisi la base biologica. Ma la biologia ora ci
fornisce informazioni piu' articolate sia sulle dinamiche del concepimento
(non c'e' un ovulo passivo penetrato da uno spermatozoo intraprendente), sia
sulle basi fisiologiche dei comportamenti, per cui risulta davvero difficile
individuare qualche cosa che si possa definire come una specie di "gene
femminile dell'accudimento". "Non emergono strette conferme di un'elettiva
specializzazione biologica materna, quanto piuttosto che le capacita' e le
funzioni materne [...] (siano) integrazioni complesse tra predisposizioni
genetiche e grammatiche antropologiche...".
Inoltre la centralita' e l'esclusivita' del rapporto madre-bambino non
risulta cosi' determinante e necessaria allo sviluppo di una personalita'
serena ed equilibrata. "Uno dei dati piu' stimolanti delle ricerche sugli
stili di attaccamento sta nella dimostrazione che esistono piu' modalita' di
legame separate e indipendenti: il legame con la figura materna, con quella
paterna e con altre figure".
Queste ipotesi di fondo avanzate dallo psicanalista Amedeo Falci
nell'Introduzione vengono articolate e arricchite da contributi di
discipline e stili differenti ma tutti ugualmente stimolanti.
Dalla lucida testimonianza di "una non-madre" del calibro di Rossana
Rossanda all'esegesi dei protovangeli condotta da Giuseppe Barbaglio
nell'ottica di individuare il processo attraverso cui i cristiani dei primi
secoli sono giunti alla costruzione e al culto della madre-vergine.
Vi si puo' trovare anche la lettura antropologica delle devozioni ancor oggi
presenti nelle grotte (luogo del materno per eccellenza) della Tuscia
condotta da Clara Gallini che vi legge i segni di un conflitto secolare tra
maschile e femminile.
Oppure una vasta rassegna della figura materna nella letteratura turca,
inserita da Ayse Saracgil nel contesto storico che precede, accompagna e
segue la modernizzazione di Kemal Ataturk. E si prova un leggero senso di
vertigine vedendo quanto le madri turche siano specchio fedele delle madri
italiane.
Carla Busato Barbaglio illumina la relazione madre-figlio con riflessioni
che le derivano dall'esperienza clinica di lavoro con famiglie che
desiderano adottare un bambino, ma anche dalla sua "esperienza personale di
madre e di nonna" e lo fa con rara attenzione alle variabili, alle sfumature
e alla mobilita' dei sentimenti e delle relazioni.
Anche Maria Luisa Mondello parte dalla sua esperienza di osservazione
clinica per indagare i rapporti tra maternita' e sessualita' nella cultura
occidentale cristiana e avanzare ipotesi estremamente suggestive quanto
radicalmente innovative sulla concezione stessa della sessualita' e del
corpo femminile e maschile.
Un libro non solo per specialisti, dunque, che rappresenta un'occasione
importante di approfondimento, anche per la vasta e precisa bibliografia, e
che diventa prezioso in questa fase della cultura italiana in cui assistiamo
a una generale restaurazione ideologica e al rilancio di immagini arretrate
del femminile sussunto in esclusiva in una maternita' totalizzante e
zuccherosa.

10. LIBRI. FRANCESCO STELLA PRESENTA "CICERONE. LA PAROLA E LA POLITICA" DI
EMANUELE NARDUCCI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del primo settembre 2009 col titolo "Una
civilta' edificata sulle teste dei nemici" e il sottotitolo "Storia. Il
Cicerone di Emanuele Narducci da Laterza"]

Emanuele Narducci, Cicerone. La parola e la politica, Laterza, pp. 450, euro
30.
*
"Chi uccide un proscritto ce ne porti la testa; per ciascuna di queste, gli
uomini liberi riceveranno venticinquemila dracme attiche di ricompensa, gli
schiavi riceveranno la liberta', diecimila dracme attiche e i diritti di
cittadinanza del loro padrone. Le medesime ricompense saranno riconosciute
ai delatori".
Cosi', con una agghiacciante citazione dall'editto di Antonio, Lepido e
Ottaviano, la cui unica nota involontariamente ironica e' il pagamento in
valuta estera dell'assassinio su commissione, comincia il libro dedicato in
limine mortis dal latinista Emanuele Narducci, prematuramente scomparso nel
2007, al suo amatissimo Cicerone, alfiere e poi vittima della cosiddetta
civilta' romana. Una civilta' costruita (anche) sulle teste dei proscritti,
cioe' dei nemici politici, appese ai rostri del Foro, cosi' come lo
splendore signorile del Rinascimento fiorentino fu costruito, al netto della
sontuosa propaganda, (anche) sulle teste dei condannati a morte con cui i
ragazzi giocavano in piazza della Signoria dopo le esecuzioni capitali. Di
che lacrime gronda la potenza che ha forgiato l'Europa, e soprattutto di che
sangue, lo si puo' apprendere anche da una scelta narrativa discreta e
insieme coraggiosa come quella di Cicerone. La parola e la politica: far
cominciare una storia che si vuole solenne dalla sua fine disperata, forse
persino vile, e per di piu' incerta nella sequenza degli eventi.
Narducci lascia infatti aperto il confronto fra le versioni divergenti sugli
ultimi giorni di questo personaggio immenso, che ha inventato la lingua
della prosa moderna e costruito il mito del principe del foro, ma che, per
voler essere l'ago della bilancia in tempi in cui le bilance venivano
spezzate, perse se stesso e forse la convinzione nei valori che aveva
idealizzato. Proscritto, quindi condannato all'assassinio a pagamento, da
quel Marco Antonio contro il quale si era schierato apertamente illudendosi
di far leva su Ottaviano, Cicerone mori' raggiunto dai sicari mentre era in
fuga da Formia, dove oggi, poco visibile e certamente trascurata, lentamente
rovina la sua tomba, sopra un giardino di bouganville nel quale ho giocato
per anni, da bambino, inconsapevole di tanta precipitata grandezza.
Gli esitanti itinerari e i tortuosi ripensamenti delle ultime ore li
raccontano Livio, forse con piu' perfidia di quanto Narducci per troppo
amore sia disposto a riconoscergli, e - da scrittore vero - Plutarco, e poi
Appiano nelle Guerre civili, finche' quasi tre secoli dopo i fatti Cassio
Dione con chiaroscuro piu' aperto e volgare inventa (inventa?) la scena pulp
della moglie di Antonio che con la testa di Cicerone non giocava a palla
come i sudditi dei Medici ma si divertiva a strapparle la lingua e pungerla
con spilli. Questa biografia "pubblica" di Cicerone attraverso le opere,
orazioni dialoghi trattati e lettere, diventa nelle mani di Narducci un
fluido affresco della convulsa transizione dalla repubblica al principato
(91-31 a.C.) che egli chiama felicemente "secolo breve", adottando la
celebre definizione coniata da Hobsbawm per il Novecento. In questo affresco
i bagliori militari restano sullo sfondo: pur negandosi curiosita' troppo
private la telecamera entra invece nel backstage di rapporti di classe e di
strategie politiche che solo uno sguardo affilato da decenni di fedelta'
interpretativa e da un metodo sicuro, di scuola lapenniana, poteva snodare
con tale levigata chiarezza.
Narducci, come spiega nella lucida prefazione Mario Citroni, si libera cosi'
del dilemma postromantico fra Cicerone opportunista o statista supremo ed
elude il possibile imbarazzo dell'"intellettuale di sinistra" dinanzi al
conclamato moderatismo di un personaggio per eccellenza "di centro",
accreditandolo di incrollabile senso delle istituzioni e di una consapevole
strategia di estensione della classe dirigente e di ampliamento della sua
cultura etico-politica. Sposta poi l'attenzione, oltre i cliche' della
critica storicista, su aspetti dell'oratoria antica che solo la cultura di
oggi ci consente di apprezzare meglio, problemi che - senza il minimo
cedimento all'attualizzazione, in un rigore storiografico fin troppo
continente - Narducci ci aiuta a "vedere" sintetizzando agilmente le
ricerche specialistiche degli ultimi anni: il ruolo delle orazioni nel
sistema di formazione dell'opinione pubblica, e la funzione della retorica
(la scienza della comunicazione) come strumento di collegamento fra saperi
specialistici. Fu questo a decretare la lunga superiorita' della cultura
umanistica e del suo linguaggio su quella scientifica, giustificando il
classicismo che, impaludato da umanesimo ciceroniano, soffoco' e umilio' a
lungo la scienza universitaria medievale e moderna.
In questa prospettiva discorsi pubblici e dialoghi privati vengono
ricostruiti in profonda familiarita' col testo come tracce teatrali, con i
loro fondali e i loro oggetti di scena, la ricerca estenuata del giusto tono
di voce, l'intensita' modulata dello sguardo e l'attenzione attualissima al
linguaggio dei gesti, che lo stesso Cicerone nel De oratore chiama "il
discorso del corpo". Ancora piu' sottilmente l'autoanalisi del grande
comunicatore entra nel meccanismo di immedesimazione familiare ai politici
di sempre, definendo l'oratore come "attore della verita'", interprete di
una finzione che trova e trasmette la verita' grazie alla propria capacita'
di finzione, in un senso analogo a quello inteso da Diderot nel Paradoxe sur
le comedien.
Ultimo paradosso di colui che trasformo' l'effimero dell'oralita' politica
in raffinata letteratura e' forse l'insistenza sul pubblico come giudice
finale del dibattito, anticipazione del criterio auditel che trova nel
Brutus la sua teorizzazione esplicita. Ma il pubblico reale di Cicerone non
era il "popolo", era la buona societa' alla quale concretamente si rivolgeva
nei tribunali e in senato e nelle discussioni filosofiche all'ombra di un
platano. Fuori dalle ville, le masse avevano scelto la loro strada per
illudersi di emergere: l'esercito.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 935 del 6 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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