Minime. 934



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 934 del 5 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Maria G. Di Rienzo: Il silenzio dei giornali
2. Mentre
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
5. Cosa fare
6. Tommaso Di Francesco intervista Fabio Mini
7. Luigi Manconi: Profughi deportati dall'Italia e torturati in Libia
8. Giancarla Codrignani: Intervento nel dibattito dell'Associazione
"Orlando"
9. Gianpasquale Santomassimo ricorda Luigi Cortesi
10. Un nuovo libro di Chiara Ingrao
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: IL SILENZIO DEI GIORNALI
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo intervento]

Da qualche settimana si da' un interessante dibattito nell'ex sinistra
italiana (ora sinergica coalizione di sintesi "fra illuminismo e
cristianesimo", un gruppo che guarda al futuro... al futuro di tre secoli fa
come minimo): si tratta del silenzio delle donne. "Interessante" e' un
eufemismo ironico, nel mio caso, perche' le dissertazioni non hanno
stimolato una sola delle cellule cerebrali, ammetto che sono poche, in mia
dotazione. Succede che i dirigenti del partitone si aspettavano qualcosa che
non e' accaduto, e cioe' che a fronte degli scandali "sessuali" relativi al
governo in carica, "le donne" ripulissero l'immenso ammontare di spazzatura
misogina, sessista, razzista e guerrafondaia, creato anche da loro, in cui
il nostro paese sta soffocando. E' una storia che mi e' nota e che si ripete
da troppo tempo perche' io possa ancora meravigliarmi. A volte funziona: nel
senso che storicamente spesso donne hanno fatto quanto gli uomini chiedevano
loro (mamma, pulisci tu perche' io non so piu' dove mettere le mani), e nei
molti casi in cui hanno avuto successo sono state immediatamente estromesse
dallo scenario successivo... che a suo tempo si e' trasformato di nuovo in
una discarica tossico-nociva e via cosi'.
Puo' darsi, anche se l'erosione della memoria e' una costante per mantenere
gli attuali assetti di potere, che echi di cio' risuonino nelle mente delle
donne italiane. Ma credo che il principale motivo del "silenzio delle donne"
sia la sordita' di quelli e quelle che ora ne stanno disquisendo con gran
sofferenza e sfoggio intellettuale. Lo stesso giornale in cui oggi si piange
ha pubblicato per un decennio articoli e commenti sul cosiddetto
post-femminismo: e nessuno dei comunicati, delle lettere, degli annunci, dei
resoconti delle femministe (gliene ho spediti un bel po' anch'io); ha
strillato, come tutti gli altri quotidiani, "dove sono le femministe?" ogni
qualvolta si e' dato un caso di violenza di genere, e non ha riportato in
cronaca una sola delle iniziative antiviolenza delle donne; ha suggerito che
assassinare una figlia "ribelle" sia semplicemente una pratica culturale che
confligge con il concetto "occidentale" di diritti umani; ha recensito con
favore e zelo testi singhiozzanti sulla "mascolinita' in pericolo" e la
ricerca degli spermatozoi perduti; ha rubricato come "drammi della gelosia"
i vari episodi di femminicidio avvenuti nel nostro paese; ha tenuto bordone,
come diceva mia nonna, a vari tentativi di limitare o impedire la liberta'
di scelta delle donne, purche' venissero operati dalla parte politica di
riferimento.
Scusatemi, ma per quale motivo una donna scontenta di come vanno le cose
attualmente (e credo che siamo in tante) dovrebbe ritenervi interlocutori
privilegiati o sensibili? Lasciando da parte la questione della violenza di
genere, come state coprendo la protesta contro le leggi razziali in Italia?
Vi siete accorti che sta accadendo qualcosa, o visto che quel qualcosa non
e' sponsorizzato dal partitone non vale niente ed e' meglio non parlarne?
Aprite un dibattito su "il silenzio dei giornali", "il silenzio dei
giornalisti", "i problemi d'udito e di vista dei professionisti dei media",
"la tendenza alla pecoraggine nel mondo dell'informazione". Chissa' che non
vi venga qualche idea. Poi, se e' un'idea sensata, vengo anch'io a ripulire
la vostra spazzatura, promesso.

2. LE ULTIME COSE. MENTRE

Mentre le burocrazie della ex-sinistra prostituita sono intente ad
organizzare concertini, spettacolini e festicciole, o i dibattiti in cui la
realta' sparisce e resta solo la ciancia, ogni giorno in Afghanistan vengono
massacrati esseri umani innocenti, vittime della guerra terrorista e
stragista cui anche l'Italia illegalmente partecipa in violazione del
diritto internazionale e dell'art. 11 della Costituzione.
Ed ogni giorni in Italia si dispiega la furia del colpo di stato razzista
che sta perseguitando milioni di esseri umani innocenti. Milioni di esseri
umani innocenti. In violazione della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il colpo di stato razzista, schiavista, squadrista.
*
Occorre opporsi alla guerra.
Ed occorre opporsi al colpo di stato razzista.
Le vite umane: tu abbile a cuore.

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

5. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

6. AFGHANISTAN. TOMMASO DI FRANCESCO INTERVISTA FABIO MINI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 settembre 2009 col titolo "Il generale
Fabio Mini: L'attivismo militare italiano e' fallimentare"]

Al generale Fabio Mini, ex comandante della Nato in Kosovo, esperto di crisi
internazionali - collabora con "Limes" - e che piu' volte e' intervenuto
sulle ambiguita' della missione militare italiana in Afghanistan, abbiamo
rivolto alcune domande.
*
- Tommaso Di Francesco: Che fine hanno fatto le elezioni afghane? Erano un
"successo", ora la leadership di Hamid Karzai e la coalizione militare
occidentale che occupa il paese da otto anni temono i risultati. Non
riescono piu' a nascondere le basse percentuali dei votanti e la valanga dei
brogli...
- Fabio Mini: Le elezioni afghane saranno presentate come un successo, a
prescindere dal loro esito. In questo campo ormai da anni assistiamo alla
piu' grande mistificazione della democrazia. Le elezioni servono soltanto a
giustificare un sistema e non a registrare la volonta' popolare. Queste
elezioni afghane sono ancor piu' mistificatorie perche' finiranno per
legittimare il vecchio potere del quale non si vogliono riconoscere ne' le
debolezze ne' le alternative. Di fatto si finira' per ignorare il vero
risultato delle elezioni che si puo' sintetizzare in questi punti: 1. La
gente non e' andata a votare sia perche' impaurita sia perche'
insoddisfatta. 2. Hanno vinto la paura, l'inefficienza, l'insicurezza, la
stanchezza di una guerra che nessuno capisce e approva piu'. 3. Hanno perso
le prospettive di stabilizzazione basate esclusivamente sulla forza militare
e hanno perso le strategie della forza tecnologica, esterna e distante dalle
esigenze elementari della gente. 4. Hanno vinto le ingerenze pakistane e
iraniane soltanto perche' si presentano come antagoniste a quelle
occidentali e questo dovrebbe far riflettere sul grado di consenso che
riscuotono le politiche finora imposte dagli americani e dalla Nato. 5.
Hanno vinto le spinte centrifughe specialmente perche' non si e' ancora
capito che in Afghanistan nessuno vuole e nessuno e' in grado di costituire
e gestire un centro qualsiasi, tantomeno se questo porta soltanto maggior
conflittualita' interna e nessun beneficio economico e sociale. Attribuire
questi risultati alla forza residua di Al Qaeda o a quella rinascente dei
Talebani e' una semplificazione altrettanto mistificatoria: in realta' la
politica dell'occupazione militare sta favorendo una nuova guerra civile e
l'eventuale forza di Al Qaeda e dei Talebani sono la conseguenza e non la
causa di questo errore d'impostazione politico-strategica.
*
- Tommaso Di Francesco: Il generale Usa McChrystal, a capo delle forze
Nato/Isaf ammette in un rapporto, inviato al comandante supremo Petraeus e
alla Casa bianca, che "la strategia militare Usa in Afghanistan non
funziona". Qual e' il suo giudizio e che fine fa la cosiddetta "nuova
strategia" di Obama che annuncia un maggiore impegno civile ma intanto invia
migliaia di nuovi soldati americani? E quale segnale manda alla Nato il
rapporto Usa?
- Fabio Mini: Il presidente Obama ha sposato un approccio all'Afghanistan
chiaramente orientato al disimpegno dall'Iraq. Pensava che ci fosse una
guerra sporca, quella irachena, che potesse essere emendata da una guerra
pulita, quella afghana. Il suo piano complessivo d'integrazione militare e
civile avrebbe potuto funzionare, ma con meno truppe e maggiore impegno
civile e non con l'invio di quei militari che ormai si rifiutano di andare
in Iraq. L'appello di Mc Chrystal e' genuino, ma altrettanto vera e' la
constatazione che l'Afghanistan ha bisogno di approcci diversi da tutti i
tipi di guerre che americani e Nato hanno condotto finora. Purtroppo in
questi ultimi otto anni nessuno ha imparato niente dalle guerre fatte. E
questa incapacita' d'imparare dagli errori precedenti si manifesta quando le
guerre sono ormai irrimediabilmente perdute. La posizione della Nato e'
diversa da quella americana: Obama lotta per dare un senso politico e
strategico ad una guerra tatticamente perduta, la Nato lotta per tenere
insieme un'alleanza fradicia di sudore e fatica, e se ne frega della perdita
o della vittoria e persino delle vittime che questo comporta. Non so se il
gioco vale la candela.
*
- Tommaso Di Francesco: Non e' paradossale che l'ammissione Usa di
fallimento della guerra avvenga nel momento in cui l'Italia ha inviato nuove
truppe - che ormai combattono - e i Tornado da bombardamento (con i
cannoncini "precisi", dicono i vertici militari)? Mentre Frattini e La Russa
chiedono una modifica dell'ingaggio "per fare la guerra allo scopo
d'implementare la pace", fino ad una modifica dell'articolo 11 della
Costituzione...
- Fabio Mini: La posizione italiana e' contraddittoria come quella dei paesi
che hanno aderito all'iniziativa di Bonn credendo di dover stabilizzare il
paese e si sono trovati invischiati in una guerra che sanno di non poter
vincere solo con i cannoni o i Tornado. Il giochetto di negare che la guerra
esiste non funziona piu'. Se ne sono accorti tutti. Ora bisognerebbe
convincere i nostri governanti che tutto questo attivismo militare
svincolato da un piano di recupero dell'equilibrio di forze interne, unico
collante possibile, e' destinato a provocare una nuova ed infinita guerra
civile afghana con le forze straniere schierate ora da una parte e poi,
forse, dall'altra. Se questo e' cio' che si vuole, buon lavoro.

7. UNA SOLA UMANITA'. LUIGI MANCONI: PROFUGHI DEPORTATI DALL'ITALIA E
TORTURATI IN LIBIA
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 3 settembre 2009 col titolo "Quelle foto
inchiodano l'ipocrisia del governo". Le fotografie pubblicate da "L'Unita'"
cui si fa riferimento documentano le atroci violenze e torture subite nei
campi di concentramento libici da profughi che avevano diritto d'asilo in
Italia e che l'Italia ha criminalmente deportato in Libia]

Bene avrebbe fatto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a trovare
il tempo per visitare il campo di Ganfuda, durante la sua recente visita in
Libia. Certo, il programma era serrato e non consentiva variazioni (anche
per evitare il rischio di incontrare, a zonzo per Tripoli, specchiati
galantuomini come il presidente del Sudan, Al Bashir, e il capo dei pirati
somali, Hassan Hayr detto "Bocca larga", li' convenuti per i
festeggiamenti): e, tuttavia, ci si puo' augurare che, in una prossima
visita, il Premier trovi modo di fare una capatina in quel centro di
detenzione dove sono reclusi, tra gli altri, i profughi respinti dai natanti
del "pattugliamento congiunto" italo-libico. Le foto pubblicate
dall'"Unita'" non lasciano dubbi: l'esito ultimo - o almeno uno degli
ultimi - del trattato Italia-Libia e' un'autentica schifezza: un luogo e un
rituale di segregazione e degradazione della "nuda vita", mortificata,
violentata, brutalizzata. E un oltraggio sotto il profilo umano, sociale,
giuridico.
Tra quegli uomini, quelle donne e quei minori ristretti nei campi libici ci
sono i nostri "respinti", quelli sui quali e' stata costruita una vera e
propria ideologia della sicurezza nazionale. Ovvero un racconto sordido,
fatto di autoesaltazione della potenza, anche fisica (navi contro barconi,
forze di polizia contro inermi) e di uno sgangherato e truce "terzomondismo"
leghista ("aiutiamoli a casa loro": si e' visto). Quell'ideologia si esprime
attraverso messaggi irresponsabili: respingendoli, impediamo che muoiano in
mare. Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, intervistato da
Radio radicale, ha affermato: l'Italia ha salvato "dalla morte in mare tanti
clandestini", si dimentica di un dato (diffuso da Acli, Federazione delle
Chiese Evangeliche, Centro Astalli, Caritas, Comunita' di Sant'Egidio,
Fondazione Migrantes), mai smentito, che parla di almeno 412 persone morte
nei primi otto mesi del 2009, mentre tentavano di raggiungere le coste
italiane. Viene vantata, cosi', come un successo straordinario, la drastica
riduzione degli sbarchi (peraltro gia' compromessa dagli arrivi degli ultimi
giorni), occultando quale possa essere la sorte dei respinti: o la
permanenza nei centri di detenzione o la restituzione ai paesi da cui sono
fuggiti o, infine, un ulteriore tentativo di raggiungere l'Europa, con altri
mezzi, su altre rotte e magari con rischi maggiori.
Ora, non c'e' dubbio che il trattato Italia-Libia abbia molti altri
capitoli, alcuni dei quali degni di considerazione, ma il senso di
quell'accordo e' riassumibile nella natura del trattamento riservato ai
migranti: perche' questo rappresenta il primo problema economico-sociale
dell'Europa e perche', dal modo di affrontarlo, discende la valutazione del
tasso di democrazia di un sistema. Le foto dell'"Unita'" ci dicono,
pertanto, qualcosa di terribile su quel tasso di democrazia non solo con
riferimento alla Libia, ma anche al nostro paese.
Ma il discorso non si esaurisce qui, purtroppo. Nella stessa intervista,
Mantovano ha testualmente dichiarato: "l'Italia e' il paese che negli ultimi
anni ha esaminato il maggior numero di domande di asilo in Europa e ne ha
accolto (...) il piu' gran numero". E' forse vero che negli ultimi anni e'
cresciuta la percentuale di richieste accolte, ma i dati assoluti vanno in
una direzione totalmente diversa e disegnano una situazione esattamente
opposta. In Italia, al 31 dicembre del 2008, godevano dello status di
rifugiato o della protezione umanitaria circa 50.000 persone, in Francia
pressappoco 160.000, in Germania 582.735. Qualcosa non torna, dunque,
nell'aritmetica del Ministero dell'Interno.
Infine c'e' una fondamentale questione di diritto totalmente elusa: non e'
stato detto da quali paesi provenissero i 75 respinti, il 30 agosto scorso.
E' lecito immaginare che almeno una parte provenisse dal Corno d'Africa, se
e' vero che l'unico accolto dall'Italia e' un minorenne somalo bisognoso di
cure ospedaliere (e in quello stesso barcone si trovavano 15 donne e tre
minori). Bene, e' stata accertata la provenienza di queste persone? E' stato
consentito loro di chiedere lo status di rifugiato, e di chiederlo
singolarmente, attraverso colloqui individuali? E' vero o non e' vero che
sono stati trasportati su un natante italiano - e dunque su suolo italiano -
e cio' imponeva comunque che fosse garantita la possibilita' di chiedere
asilo? Non e' stato consentito loro: oggi potrebbero essere tra quegli
infelici ritratti dalle foto dell'"Unita'".

8. RIFLESSIONE. GIANCARLA CODRIGNANI: INTERVENTO NEL DIBATTITO
DELL'ASSOCIAZIONE "ORLANDO"
[Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at alice.it) per
questo intervento, che fa riferimento al dibattito sul quid agendum dopo
l'azione giudiziaria promossa da Berlusconi contro giornaliste, scrittrici e
collaboratrici del quotidiano "L'Unita'", azione giudiziaria che e' anche
interna ad una strategia intimidatoria che il blocco berlusconian-leghista
sta dispiegando contro quanti si oppongono alla condotte immorali e
criminali di rilevanti figure istituzionali ed alle politiche criminali ed
eversive del governo]

Care amiche, intervengo anch'io.
Neppure io avrei pensato di arrivare a questo punto. Ovviamente e' da parte
di tutte doverosa - e dolente - la solidarieta' alle giornaliste e
all'"Unita'" (mi permetto una battuta a scopo rasserenatorio: se il
Presidente querela per essere stato definito "un impotente", il tribunale
dovra' accertarne le condizioni reali. Non siamo negli Usa, ma ci e' gia'
passato Clinton ...).
Siamo persone serie e, quindi, torniamo a parlare di noi. Che l'umiliazione
di tutto un genere sia avvenuta da parte di chi si e' permesso di querelarci
e' palese a tutti. Penso che il suggerimento delle amiche che hanno
menzionato la Corte di Strasburgo sia da accogliere immediatamente: troviamo
una giurista che stenda il nostro ricorso e assumiamoci le nostre
responsabilita'. A mio avviso e' un'azione urgente e spero che si attivi al
piu' presto: io firmo gia' fin d'ora, se sono necessarie anche le firme
singole.
Ma mi corre l'obbligo (insieme con il solito brivido per la schiena) di
sottolineare che sulla dignita' femminile la parte maschile continua a non
reagire. A donne e uomini sta a cuore la liberta' di stampa e credo che
saremo ben presenti alla manifestazione che si dovrebbe tenere il 19 a Roma.
Ma non e' normale in vigenza della parita' che conti solo il neutro che
esclude le diversita' dei generi: qui siamo di fronte a quello che noi non
chiameremmo mai vilipendio (che, peraltro, riguarda anche la bandiera), ma
che e' stata assoluta violenza all'immagine e al corpo di tutte le donne. Le
parlamentari Pd hanno fatto un'interpellanza, in quanto donne. Assenti,
tuttora, i maschi, che mi risulta non abbiano depositato nessun atto formale
in materia; ma sembra che non si siano neppure accorti che, quanto a
dignita', e' andata a rotoli anche la loro. Una volta chiamavano "onore" il
luogo del nostro corpo che, se violato, infangava l'intera famiglia e
permetteva vendette mortali. Possibile che nessuno sia reattivo sulla
vergogna che dovrebbe sentire un uomo di fronte a "un capo" che si comporta
come il presidente del Consiglio de Ministri italiano? Non e' che tutti si
ritengono, rispetto al sesso, degli "utilizzatori"?
Le donne giustamente sentono il problema di interrogarsi su dove stiamo
andando con questo decadimento culturale e sociale e si interrogano su se
stesse e sulle giovani donne, che non sono tutte deficienti o escort. Ma si
chiedono pure se anche gli uomini si interrogano sul senso generale della
sessualita' e che cosa dicono ai loro ragazzi, sempre piu' demotivati e
violenti nei confronti del mondo, ma soprattutto, contro le donne e - non
senza correlazione con questo decadimento culturale e sociale - gli
omosessuali.

9. LUTTI. GIANPASQUALE SANTOMASSIMO RICORDA LUIGI CORTESI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 settembre 2009 col titolo "L'ostinata
coerenza storica di Luigi Cortesi"]

Nato a Bergamo nel 1929, Luigi Cortesi appartenne alla generazione di
giovanissimi studiosi che si dedicarono allo studio del movimento operaio in
Italia, rinnovandone le basi e fondando una tradizione destinata a durare a
lungo ma anche a conoscere fratture e divaricazioni. Deluso dall'esito,
molto traumatico, e rivissuto ancora come tale fino agli ultimi anni,
dell'esperienza di "Movimento operaio", fondo' con Stefano Merli la "Rivista
storica del socialismo", che tra il 1958 e il 1967 inauguro' una stagione
fortemente militante del dibattito e della ricerca attorno alle origini del
Pci.
Non c'era solo la polemica su Togliatti e la svolta di Salerno, ribadita
ancora nell'edizione piu' recente dei suoi saggi sul passaggio dal fascismo
alla democrazia (Nascita di una democrazia. Guerra, fascismo, Resistenza e
oltre, Manifestolibri 2004), ma anche la diffidenza verso la matrice
gramsciana di quel partito, unita a una rivalutazione del ruolo di Bordiga
(Le origini del Pci. Studi e interventi sulla storia del comunismo, 1999).
Critico in maniera originale tanto della tradizione comunista quanto di
quella socialista (nella quale rivalutava il Turati "operaista"), fu vicino
a molte posizioni di Gaetano Arfe', pur non condividendone le scelte
politiche.
L'ultima lunga fase della sua attivita' fu dedicata, attraverso la rivista
"Giano", al tema della pace e delle sue condizioni, che era anche l'assillo
piu' evidente che animava le sue conversazioni. Una crisi di civilta'.
Cronache di fine secolo, 1999, e Storia e catastrofe. Sul sistema globale di
sterminio, 1984, in nuova edizione presso Manifestolibri nel 2004, sono i
testi che meglio compendiano questa nuova disposizione, in verita' ardua e
ambiziosa, che tendeva a fondere critica leninista dell'imperialismo e nuova
sensibilita' ecologista e pacifista. "Il materialismo storico deve
estendersi alla natura e la lotta di classe va incrociata con l'ecologia":
un programma vasto e impegnativo, difficile da porre in campo, ma perseguito
con ammirevole coerenza.

10. PUBBLICAZIONI. UN NUOVO LIBRO DI CHIARA INGRAO
[Da Chiara Ingrao (per contatti: chiara.ingrao at fastwebnet.it) riceviamo e
volentieri diffondiamo]

Cari tutti e tutte,
e' in libreria il mio nuovo romanzo, Dita di dama (Ed. La Tartaruga). Una
storia che si svolge tra l'autunno caldo del '69 e il 1972: ha radici nel
mio passato di sindacalista, e in particolare nell'esperienza di una
fabbrica romana - la Voxson. Molte delle cose raccontate sono successe
davvero, anche se io le ho rielaborate con l'immaginazione e con lo sguardo
di oggi, e da un punto di vista molto specifico: un gruppo di ragazzine di
diciott'anni (operaie e non), nel loro percorso di formazione, di lavoro e
di lotte ma anche di vita, di famiglia, di amicizia e di amori, nel loro
mondo cosi' diverso dal nostro di oggi (o no?). Ho tentato di scrivere
qualcosa di accessibile anche a chi 18 anni ce li ha nel 2009: se avete
figli/e, amici, studenti o chiunque altro abbia quell'eta' o giu' di li',
sarei grata di qualsiasi riscontro! E come sempre sono alla ricerca di
incontri nelle scuole, per chi ha modo di organizzarli; nonche' in qualsiasi
altra sede, se qualcuno ha la possibilita' di proporre presentazioni. Quella
a Roma sara' quasi certamente il 6 ottobre, con Ascanio Celestini: vi faro'
sapere appena ne avro' conferma.
Intanto, se vi va, prendete il libro, e fatemi sapere che ne pensate. O
almeno fate circolare l'informazione fra amiche e amici, se potete. Buona
lettura a tutti, con un grande grazie.
Chiara
Post scritum: Per chi ordina il libro on line, c'e' uno sconto del 20%.
Cliccare su www.bcdeditore.it, oppure su www.ibs.it. Se poi vi incuriosisce
la recensione uscita sull'"Unita'", cliccate su www.unita.it, cliccate in
alto su "edicola", e poi sulla data del 27 agosto: la recensione e' alle
pagine 40 e 41, ed e' scaricabile in formato pdf.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 934 del 5 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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