Legalita' e' umanita'. 26



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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 26 del 2 settembre 2009

In questo numero:
1. Contrastare il colpo di stato razzista, con la forza della legalita'
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Stefano Liberti: Il diritto d'asilo finisce nel centro di detenzione

1. EDITORIALE. CONTRASTARE IL COLPO DI STATO RAZZISTA, CON LA FORZA DELLA
LEGALITA'

Contrastare il colpo di stato razzista.
Insieme all'opposizione alla guerra, non vi e' oggi cosa piu' urgente.
Con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della
nonviolenza.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. UNA SOLA UMANITA'. STEFANO LIBERTI: IL DIRITTO D'ASILO FINISCE NEL CENTRO
DI DETENZIONE
Dal quotidiano "Il manifesto" del primo settembre 2009 col titolo "Il
diritto d'asilo finisce nel centro di detenzione"

"Noi abbiamo chiesto soccorso. Loro sono arrivati, ci hanno presi e
riportati indietro". Richard - lo chiameremo con questo nome fittizio per
evidenti ragioni di sicurezza - ancora non si capacita di essere stato
rispedito al punto di partenza a poche decine di miglia dall'isola di
Lampedusa, meta finale di un lungo viaggio cominciato tre anni prima nel
Corno d'Africa. Richard e' una delle piu' di mille vittime dei cosiddetti
respingimenti, la politica inaugurata nel maggio scorso dal nostro ministero
dell'Interno, in virtu' della quale gli immigrati intercettati in acque
internazionali diretti verso la Sicilia vengono scortati indietro in Libia.
L'ultimo si e' concluso proprio ieri, quando all'ora di pranzo
un'imbarcazione con 75 somali a bordo e' stata ricondotta al porto di
Tripoli. Una politica che nelle parole di Silvio Berlusconi, venuto domenica
in visita in Libia in occasione dell'anniversario del trattato di amicizia,
cooperazione e partenariato firmato nell'agosto del 2008 a Bengasi, e'
"efficace perche' ha ridotto piu' del 90 per cento gli arrivi a Lampedusa".
"Dobbiamo essere severi con chi cerca di entrare clandestinamente", ha detto
il Presidente del Consiglio, ignorando di fatto le critiche dell'Alto
commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e della
Commissione europea, preoccupati per la presenza di potenziali richiedenti
asilo sulle imbarcazioni respinte in Libia.
Richard, da questo punto di vista, e' un caso emblematico. Lui e' di
nazionalita' eritrea e, se fosse arrivato in Italia, avrebbe ottenuto in
modo pressoche' automatico l'asilo politico o la protezione umanitaria. In
Libia e' invece oggi in un centro di detenzione, quello di Misradah,
colpevole di aver tentato di lasciare il paese clandestinamente. E' da qui
che, per telefono, racconta i dettagli di quella che chiama la sua
"deportazione". "Era il primo luglio scorso. Eravamo 82 persone sulla barca,
fra cui nove donne e tre bambini. Dopo quattro giorni in mare, non sapevamo
piu' dove eravamo. Con un satellitare abbiamo chiamato i nostri amici a
Tripoli, che a loro volta hanno chiamato alcuni eritrei in Italia. Questi ci
hanno ritelefonato chiedendoci le nostre coordinate satellitari per darle
alle unita' di soccorso italiane. Mezz'ora dopo e' arrivata una barca
grande, fiancheggiata da altre due barche piccole". Richard descrive
l'imbarcazione. "Era una nave militare, c'era anche un elicottero sopra".
Racconta che l'equipaggio li ha fatti salire tutti e 82 e avrebbe detto loro
che il loro calvario era finito, che erano fortunati perche' li stavano
portando in Italia, sarebbero potuti andare a Roma o a Milano. Ma intanto lo
scafo faceva rotta verso sud. Il nostro interlocutore sostiene di aver
trascorso 12 ore sulla barca italiana e che a un certo punto lui e i suoi
compagni si sono insospettiti. "I nostri amici a terra, quando avevamo dato
loro le coordinate, ci avevamo detto che eravamo a 30 miglia da Lampedusa.
Non potevamo metterci tutto quel tempo ad arrivare sull'isola".
I loro sospetti si sono poi avverati quando hanno visto spuntare una barca
piu' piccola libica. Richard racconta che a bordo c'erano anche alcuni
italiani e tutto lascia credere che si sia trattato di una delle tre
motovedette che il ministro degli interni Roberto Maroni ha consegnato nel
maggio scorso al governo libico in seguito all'accordo del 30 dicembre 2007
sui pattugliamenti congiunti. "Ci hanno fatto salire a bordo. Evidentemente
eravamo arrivati in acque libiche. Abbiamo passato altre tre ore sulla
motovedetta. Poi siamo arrivati a Tripoli", aggiunge l'uomo, che parla anche
di alcuni momenti di tensione sulla barca italiana, in cui l'equipaggio
avrebbe usato la forza per bloccare un incipiente tentativo di rivolta. Dal
molo di Tripoli, gli immigrati mancati sono stati poi trasferiti in vari
centri, dove tuttora si trovano. "Qui siamo in preda al nulla. Non sappiamo
quando e se ci faranno uscire. Mangiamo male. Non facciamo niente dalla
mattina alla sera", lamenta Richard, che chiede aiuto e dice di non voler
rimanere in quello che definisce "l'inferno di Misradah".
Nel centro di detenzione sulla citta' costiera della Tripolitania sono stati
rinchiusi molti degli eritrei respinti dall'Italia. Anche le donne e i
bambini. "E' un campo con un vasto cortile dove si sta di giorno e con
piccole celle per la notte". La descrizione e' di Joe (altro nome fittizio),
un eritreo di 23 anni che conosce bene il centro perche' ci ha passato due
anni della sua vita. "Sono stato li' dal 2007 al maggio scorso. Poi sono
riuscito a scappare". Seduto sul materasso che occupa meta' della sua stanza
di 4 metri quadri in un sobborgo periferico di Tripoli, il ragazzo mostra
sul cellulare le foto del campo. In un grande spiazzo di sabbia, si vedono
donne e bambini anche molto piccoli. "Stavamo tutti insieme sperando che ci
liberassero. Quando stai li' non hai informazioni, non hai la minima idea di
quanto tempo rimarrai recluso". Joe ha il tesserino di rifugiato rilasciato
dall'Unhcr di Tripoli, ma il documento non ha alcun valore in questo paese,
che non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra e non riconosce
ufficialmente nemmeno l'Alto commissariato per i rifugiati, nonostante abbia
permesso l'apertura della sede.
Joe vive con decine di altre persone in un bugigattolo dalle pareti di
cartone. Da un corridoio dal pavimento di terra sono state ricavate alcune
stanzette, ognuna delle quali occupata da una o due persone. Nelle stanze
c'e' un materasso, un fornelletto per il gas e una lampadina. "In tutto
siamo 27. Eritrei, etiopi, egiziani. Abbiamo tre bagni in tutto", racconta
il ragazzo. Joe oggi e' scoraggiato. "Gli italiani ci respingono, ma non si
rendono conto che non abbiamo scelta. Non capiscono che fuggiamo da una
situazione drammatica. In Eritrea e' impossibile vivere". Il ragazzo e'
arrivato in Libia dopo essere fuggito dal servizio militare obbligatorio nel
suo paese, che ha una durata virtualmente illimitata. Ha trascorso qualche
mese in Sudan e oggi e' a Tripoli bloccato. Ha paura di imbarcarsi, ma in
Libia deve vivere di fatto nascosto. Si sente braccato e, quando esce, si
guarda le spalle. "Non voglio finire di nuovo in un campo".
In Libia ci sono una trentina di centri di detenzione per immigrati, sparsi
per tutto il paese. La legge non prevede un tempo di permanenza massimo.
Cosi' capita che gli stranieri catturati rimangano anche anni rinchiusi. Una
situazione che certo non e' migliorata con la politica dei respingimenti:
gli immigrati rimandati indietro dall'Italia vengono portati tutti nei
centri, che finiscono per scoppiare.
"L'Italia scarica sulla Libia il problema dell'immigrazione, senza
preoccuparsi del destino di quanti vengono rimandati indietro", denuncia
Giovanni Martinelli, vescovo di Tripoli, nella cui chiesa ogni venerdi'
viene approntato un servizio di assistenza agli immigrati. "Questi ragazzi
sono gente in gamba, pieni di iniziativa. L'Europa lo deve capire. E deve
anche capire che la Libia non puo' essere lasciata sola a gestire questo
fenomeno gigantesco".

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 26 del 2 settembre 2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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