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Minime. 915
- Subject: Minime. 915
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 17 Aug 2009 00:56:21 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 915 del 17 agosto 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La guerra che uccide 2. La persecuzione razzista 3. Un appello urgente 4. Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 5. Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 6. Istruzioni per l'uso e indirizzi utili 7. Luisa Muraro ricorda Ivana Ceresa 8. Teresa Pullano presenta "Europolis" di Patrizia Nanz 9. Chiara Zamboni presenta "adateoriafemminista" 10. Riletture: Henri Lefebvre, Critica della vita quotidiana 11. Riletture: Henri Lefebvre, Il materialismo dialettico 12. Riletture: Henri Lefebvre, La sociologia di Marx 13. Riletture: Henri Lefebvre, La vita quotidiana nel mondo moderno 14. Riletture: Henri Lefebvre, Lo Stato 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento 16. Per saperne di piu' 1. LE ULTIME COSE. LA GUERRA CHE UCCIDE Alla guerra che uccide tu opponiti sempre. Le vite umane, tu soccorrile sempre. 2. LE ULTIME COSE. LA PERSECUZIONE RAZZISTA Alla persecuzione razzista tu opponiti sempre. Le vite umane, tu soccorrile sempre. 3. UNA SOLA UMANITA'. UN APPELLO URGENTE A tutte le persone che ci leggono chiediamo di presentare esposti alle magistrature e ad altre istituzioni affinche' siano abrogate le misure razziste e squadriste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" e siano processati i colpevoli del tentativo di colpo di stato da esse misure configurato. * Vorremmo che nel lasso di tempo piu' breve possibile migliaia di esposti raggiungano tutte le Procure d'Italia e numerosi altri pubblici ufficiali ed attivino cosi' le procedure che portino con la massima tempestivita' possibile all'intervento della Corte Costituzionale che abroghi le illegali e criminali misure razziste, squadriste e golpiste contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94. * Vorremmo che si sviluppasse un movimento di dimensioni massive, corale, di popolo, in difesa della Costituzione e dell'umanita', in difesa della legalita' e della civilta', un movimento che si opponga al razzismo e allo squadrismo, che si opponga al tentativo di colpo di stato del governo dell'eversione dall'alto. * Proponiamo di utilizzare come modello gli esposti che abbiamo presentato noi stessi e di seguito riportiamo, oppure di formularne, presentarne, diffonderne di piu' elaborati e dettagliati ancora; in ogni caso di agire tempestivamente nel richiedere che le competenti magistrature intervengano per ripristinare la legalita' violata dai golpisti razzisti. Agire tempestivamente, poiche' ogni giorno che passa il razzismo miete vittime. Agire tempestivamente, per la legalita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Con la forza della verita'. Con la forza del diritto. Con la forza dell'ordinamento giuridico. Con la forza della nonviolenza. 4. UNA SOLA UMANITA'. ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di Viterbo Al Presidente del Tribunale di Viterbo Al Presidente della Corte d'Appello di Roma Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di Viterbo Al Presidente della Provincia di Viterbo Al Presidente della Regione Lazio Al Questore di Viterbo Al Prefetto di Viterbo Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Giuseppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 8 agosto 2009 5. UNA SOLA UMANITA'. ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di Viterbo Al Presidente del Tribunale di Viterbo Al Presidente della Corte d'Appello di Roma Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di Viterbo Al Presidente della Provincia di Viterbo Al Presidente della Regione Lazio Al Questore di Viterbo Al Prefetto di Viterbo Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Giuseppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 8 agosto 2009 6. AGENDA. ISTRUZIONI PER L'USO E INDIRIZZI UTILI Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli espsoti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere ampliati, o resi piu' dettagliati, se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Diamo di seguito gli indirizzi delle istituzioni centrali cui inviare gli esposti; gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano ovviamente da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Al Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it Al Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it Al Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it Al Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it Al Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it Al Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Al Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm Al Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp Al Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti non sostituiscono l'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi di inviare sempre comunque anche copia cartacea degli esposti per posta (con raccomandata). Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it 7. MEMORIA. LUISA MURARO RICORDA IVANA CERESA [Dalla rivista on-line "Per amore del mondo" della comunita' filosofica femminile di Diotima (www.diotimafilosofe.it) riprendiamo il seguente ricordo dal titolo "Ricordo di Ivana Ceresa", datato primo marzo 2009 ed accompagnato dalla seguente nota: "Le citazioni e una parte delle notizie sono tratte da: Ivana Ceresa, Relazione per la conferenza anglo-italiana 'Donne e istituzioni', 10-12 sett. 1991, sez. 'Donne nella Chiesa', testo dattiloscritto in data 8 sett. 1991; Eadem, Regola dell'ordine della Sororita', in 'Via Dogana' 48 (febbraio 2000), pp. 15-17"] Ivana Ceresa e' morta il 28 febbraio, la vigilia del ritorno della primavera. La morte da' compiutezza alla vita che viviamo in prima persona; poi, sempre su questa terra, comincia quella che viviamo nel ricordo e nell'affetto delle poche o tante persone che hanno popolato la nostra esistenza. Sono tante, nel caso d'Ivana, e in maggioranza donne. Era nata a Rivalta sul Mincio il 14 marzo 1942 e qui passo' l'infanzia e l'adolescenza. Di quel tempo ci ha consegnato un ricordo sopra tutti, quello della nonna paterna: a lei, raccontava Ivana, ho fatto le prime domande su Dio, da lei ho ricevuto la grande ispirazione della mia vita, essere teologa. Teo-logare, dire Dio, e' quello che ha voluto fare, principalmente, fin da giovane. Singolare vocazione in ogni tempo, doppiamente per una donna cattolica di quei tempi, cui era precluso ogni accesso allo studio della teologia. Ma i tempi sarebbero cambiati, e sono cambiati anche grazie a lei e altre come lei. Nel 1966 si laureo' in lettere all'Universita' cattolica di Milano, con una tesi su "San Bernardo e i laici", per la cui preparazione ebbe la gioia di un incontro con Yves Congar, che ricordiamo tra i rinnovatori della teologia cattolica e che, all'epoca, era consultore ai lavori del Concilio Vaticano II, allora in corso. La mia amicizia con lei risale agli anni dell'universita', infatti eravamo entrambe "marianne", cioe' ospiti del Collegio universitario Marianum. Di lei mi stupi' non poco scoprire che la sera, nella sua stanza, recitava il rosario in compagnia di poche altre, da lei liberamente riunite. Per me era una bigotteria, ma non osai pensarlo di lei, perche' ogni cosa che faceva, la faceva con signoria, gia' allora. Di ritorno a Mantova, Ivana conobbe e sposo' Maurizio Castelli, agronomo, che le e' stato vicino fino alla fine, con lui ha avuto due figli e insieme a questi nella loro famiglia e' cresciuta anche una bambina ricevuta in adozione. Ricordo il loro accogliente interno domestico, affacciato sulla bella piazza Matilde da Canossa: li' noi due, quando abbiamo ripreso a frequentarci, verso la fine degli anni Ottanta, ci siamo ritrovate tante volte a riflettere sulla politica delle donne, sui grandi cambiamenti in corso, su noi stesse, per non farci sorprendere impreparate. Lei avrebbe detto: per tenere la lampada pulita e accesa. Li' le arrivavano telefonate con richieste di ogni tipo e poi, a una certa ora, in carne ed ossa, i figli e il marito e insieme si mangiava. Accostare con sorprendente armonia cose ordinarie e cose straordinarie, e' sempre stata una caratteristica di questa donna che stiamo ricordando e incominciamo a conoscere meglio. A Mantova, dopo la laurea, divento' insegnante di lettere nelle scuole medie superiori. Partecipo' alle rivolte giovanili del Sessantotto e lei stessa ha riassunto la sua partecipazione con parole lievemente ironiche: "In quegli anni teologai per contestare: l'autoritarismo, il conformismo, la misoginia, il capitalismo e tutto il resto, scrivendo e parlando, occupando e dimettendomi, nella scuola, in casa e in chiesa". Ma lo faceva in una prospettiva mutilante, scrivera' in seguito: "pensavo che fosse ancora tutta questione di raggiungere la parita', di volere e poter essere come un uomo. E spesso ci riuscii: la mia compromissione con il patriarcato era cosi' grande e inconsapevole da ritenermi interpretata dalla prospettiva emancipazionista". La svolta che le mostro' la sua personale vocazione venne negli anni Ottanta e fu il compimento, improvviso e sorprendente, di un lungo percorso, cominciato negli scambi con la nonna di Rivalta. Vide che la sua strada, da sempre, andava nel senso di dire Dio al femminile, di aiutare dunque la Chiesa nel suo insieme a uscire dal sessismo del linguaggio, delle pratiche, dei modelli, e le donne a parlare e muoversi in essa liberamente e autorevolmente. Bisogna dire che lei, Ivana, di cio' ha dato un esempio notevolissimo, che mi sento di poter accostare a quello delle grandi figure femminili nella storia della Chiesa. In quella presa di coscienza, a detta della stessa Ivana, conto' l'incontro e lo scambio con la comunita' filosofica Diotima dell'Universita' di Verona, nata nel 1984 e conosciuta per le sue ricerche sul pensiero della differenza sessuale. Da quel momento comincio' per lei una stagione di letture, di scrittura e di parola che e' durata fino ai nostri giorni, in grande e in piccolo, nella pratica quotidiana come nei colloqui e convegni in diverse parti d'Italia, per cambiare il linguaggio della fede e della predicazione in rispondenza con l'esperienza delle donne, con i loro saperi e le loro esigenze. Raccontare Dio in lingua femminile, dira'. I percorsi della sua ricerca come della sua predicazione (parola insolita per una donna, ma esatta per lei) non si fermavano mai al solo ragionamento filosofico ma passavano regolarmente per la meditazione della Bibbia e per la storia della Chiesa. Oltre al riferimento, dominante, alla figura di Maria, c'erano quelli alle sante, come Chiara d'Assisi, Angela Merici, Osanna Andreasi, e ad altre protagoniste che sante non furono mai dichiarate, come Guglielma Boema e Margherita Porete. Mantova, citta' e diocesi, e' sempre rimasta il luogo maggiore e centrale del suo impegno. I gruppi e le associazioni di donne in citta' e provincia hanno sempre contato sulla sua partecipazione. Ivana era contenta di essere mantovana. Della citta' conosceva e onorava la storia politica. La sua appartenenza principale, naturalmente, era alla Diocesi, per la quale in effetti si e' costantemente spesa in tanti servizi ecclesiali, sempre un po' sorpresa di non essere impiegata apertamente per quello che lei propriamente era, una donna teologa. Paradossalmente, questo titolo le e' stato riconosciuto piu' volentieri in ambiente laico. Tra le esperienze piu' belle e importanti della sua vita, dopo la svolta, Ivana metteva il seminario da lei tenuto nel 1989-90 presso la mantovana Scuola di cultura contemporanea, e intitolato "Donne e teologia: dire Dio al femminile?", che fu per le molte accorse, l'occasione di entrare in contatto con la migliore teologia femminista e per non poche di tornare a pensare a Dio. Tuttavia, la Diocesi mantovana non ha mancato di approvare quella che consideriamo l'opera piu' importante di Ivana Ceresa. Mi riferisco alla Sororita' che l'anno scorso ha compiuto dieci anni. La fondazione ad opera di Ivana Ceresa risale dunque al 1998 ed ebbe il riconoscimento del vescovo di Mantova, Egidio Caporello, nel 2002. Si tratta di un'aggregazione femminile (ma lei ne parla come di un ordine) per la quale la fondatrice si e' ispirata, spiega lei stessa, alle cristiane antiche, alle beghine, alle compagne di Chiara d'Assisi, a quelle di Angela Merici, come anche al pensiero delle teologhe femministe e delle filosofe della differenza. Impresa umile e ambiziosa insieme, esattamente com'era lei (e come restera' nel nostro vivo ricordo), una donna placida che riuniva gli opposti in un mix di cui lei conserva il segreto e noi godiamo i frutti. 8. LIBRI. TERESA PULLANO PRESENTA "EUROPOLIS" DI PATRIZIA NANZ [Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 agosto 2009 col titolo "Il demos europeo nato nella traduzione delle differenze"] Patrizia Nanz, Europolis, Feltrinelli, pp. 266, 25. * Le elezioni europee non hanno mai mobilitato le folle e men che meno hanno acceso passioni e sentimenti rivoluzionari nei cuori degli abitanti del vecchio continente. I risultati dell'ultimo appuntamento elettorale lo confermano. Se nessuno parla piu' della crisi politica che l'Unione sta attraversando, cio' non significa che i problemi siano scomparsi. L'Europa di oggi non ha nessuna idea di dove stia andando, di quali siano i suoi fini ed i suoi obiettivi sociali e politici. A questa domanda cerca di dare una risposta il saggio di Patrizia Nanz, Europolis. L'autrice, docente di scienze politiche all'Universita' di Brema, parte da una rassegna delle posizioni teoriche finora emerse sulla natura del processo di integrazione. Smonta la tesi dell'Europa come mercato, secondo la quale la politica comunitaria e' il luogo di protezione dei diritti individuali e di regolazione degli interessi privati. Non esiste un ordine istituzionale neutrale, perche' le politiche regolatrici hanno sempre conseguenze distributive, e in tal modo producono vincitori e perdenti. Questa e' infatti la principale preoccupazione della "corrente" socialdemocratica, secondo la quale e' difficile garantire un'adeguata ripartizione delle risorse al di la' della sfera di solidarieta' dello stato nazionale. Questa tesi annovera tra i suoi fautori Claus Offe, secondo il quale senza la costruzione di un'omogeneita' sociale e di una reciprocita' negli obblighi morali non vi e' alcuno spazio per una politica democratica su scala comunitaria. Manca, insomma, un popolo senza il quale l'Europa non ha altro destino che quello di restare un arido mercato. Patrizia Nanz obietta che i meccanismi di solidarieta' e di partecipazione a livello nazionale non sono sempre stati efficienti ed ottimali e che l'idea di identita' nazionale e' stata creata artificialmente ed e' sempre stata caratterizzata da discontinuita' nel tempo e nello spazio. La soluzione al problema dell'identita' europea non passa dunque attraverso la costruzione di una nazione su scala continentale. E' invece necessario elaborare una terza via tra l'universalismo liberale astrattamente giuridico e la reificazione delle differenze culturali. Detto altrimenti, la Nanz si chiede come e' possibile ripensare i principi della democrazia in un contesto di pluralismo culturale e sociale come quello europeo. Gli stati membri infatti comprendono molte varieta' di gruppi etnici, linguistici e religiosi insediati da lungo tempo entro i confini nazionali. Inoltre, i movimenti migratori iniziati dalla fine della seconda guerra mondiale ed intensificatisi nel corso degli anni Ottanta e Novanta hanno reso multietnici i singoli stati e l'Europa. Da qui la proposta teorica dell'autrice di usare il concetto del linguista russo Michail Bachtin. Secondo Bachtin vi sono, nelle forme di comunicazione, degli schemi fondamentali delle relazioni sociali, per esempio dei tipi moderni di intersoggettivita' che sono rintracciabili nel linguaggio del romanzo europeo. Tuttavia, non esistono forme di comunicazione immediate o "pure", ma queste sono sempre mediate dalla storia. Vi sono dunque alcune condizioni, come per esempio lo spostamento verso la modernita' europea, che piu' di altre favoriscono lo scambio e la costruzione di un dibattito pubblico. Il linguaggio e' in tal modo un processo continuo di incontro tra concezioni del mondo ed e' sempre il correlato di un'interazione sociale extra-linguistica. Per questo, sostiene l'autrice, la nozione di sfera pubblica di Habermas va arricchita con la rielaborazione dei vissuti delle persone e degli elementi culturali, sociali e politici che esulano dalla pura razionalita' del dialogo inteso in senso esclusivamente liberale. Il significato e, nel caso dell'Europa, la sua sostanza come progetto politico, e' quindi sempre un prodotto intersoggettivo che scaturisce da cio' che nella traduzione si perde o resta ambiguo. Questi concetti hanno la loro esemplificazione pratica nelle storie dei migranti, attraverso le quali mettere a fuoco un'idea di cittadinanza europea come apprendimento interculturale ed accettazione delle differenze, in un dialogo serrato tra identita' personali. Peccato che, mentre i figli degli immigrati italiani in Germania sono diventati parte del dialogo multiculturale, i figli di chi e' rimasto in Italia si sono chiusi in un rifiuto astioso degli altri cittadini europei, siano essi rumeni, bulgari o polacchi. 9. RIVISTE. CHIARA ZAMBONI PRESENTA "ADATEORIAFEMMINISTA" [Dalla rivista on-line "Per amore del mondo" della comunita' filosofica femminile di Diotima (www.diotimafilosofe.it) riprendiamo la seguente segnalazione dal titolo "Amiche in rete: www.adateoriafemminista.it"] E' una rivista on-line nata nell'ottobre del 2006, che ha come taglio provocatorio e propositivo allo stesso tempo il "fare teoria" come punto focale del femminismo e necessita' della politica delle donne oggi. E' allo stesso tempo una rivista che vuole avere uno sguardo d'insieme sulla realta', uno sguardo al sistema economico e politico nel suo complesso per poter avere mappe nel muoversi nel presente. E' anche una rivista on-line napoletana, prendendo Napoli non solo come la citta' nella quale vivono le donne della redazione, ma anche come un grande laboratorio di nuove forme di intrecci tra neocapitalismo legale e illegale, istituzioni, disagi dell'anima. I titoli dei numeri usciti finora sono molto significativi da questo punto di vista. Il primo e' dedicato alla leva politica del fare teoria, il secondo a O' Sistema, poi Essere sante oggi, l'ultimo, uscito nell'ottobre del 2008, e' intitolato Monnezza. La rivista e' stata voluta da Angela Putino e Lucia Mastrodomenico, donne formatesi nel femminismo degli anni '70. Accanto a loro donne piu' giovani, tra le quali ricordo quelle che conosco personalmente: Tristana Dini, Stefania Tarantino, Nadia Nappo. Angela Putino e Lucia Mastrodomenico hanno curato e seguito i primi due numeri e impostato in discussioni comuni anche il terzo. Morte entrambe nel gennaio del 2007 a pochi giorni di distanza, le donne piu' giovani hanno mantenuto aperto il desiderio di portare avanti la rivista con il taglio pensato in comune, nonostante lo scarto scompaginante che il dolore ha provocato e di cui gli scritti del terzo numero danno testimonianza. Sono state dunque loro a lavorare al fascicolo dedicato all'essere sante oggi e poi a Monnezza. Nel rileggere i numeri della rivista tutti assieme si nota come qualsiasi proposta di pensiero, che dia il taglio al numero, nasca da una situazione deteriorata, che sta andando a male. Puo' essere un incantamento delle donne, che organizzano seminari e corsi di formazione, in formule rituali sfruttate, in idee fisse, che permettono tra l'altro di essere "imprenditrici di se'", in una iperattivita' che ricicla tutto, in una specie di catena di montaggio, in cui si smette di pensare, e che in fondo segnala un venir meno del desiderio, una specie molto aggiornata di depressione funzionale al neocapitalismo. E allora, di fronte a questo andare a male, la proposta della redazione della rivista e' quella di pensare finalmente di nuovo, rimettere in moto il pensiero guidato dal desiderio. Qui pensare e' chiamato molto semplicemente "fare teoria", senza che questo cada negli specialismi accademici. Cito dall'editoriale del primo numero: "La teoria, per noi, inizia quale rabberciatore di strutture, piccolo marchingegno di riparazione, gioco in serie; non si parte mai da un ampio sistema, qualche volta si cerca di raggiungerlo giocando 'senza rete'. In genere si cammina muovendo da un intoppo, infilando una soluzione provvisoria quando c'e' un'impasse. Insomma, una teoria si avvia sempre a partire da qualcosa che non va. E in questo c'e' la sua importanza: si accompagna al piacere di una ripresa e ad una sua eventuale trasformazione. (...) Teoria e pratica si danno il cambio, ognuna spinge e modifica l'altra, non e' come spesso si crede, che la teoria illustra la pratica; essa la elabora, ma e' da questa manipolata". La situazione deteriorata del tessuto sociale di Napoli e' stata per le donne della rivista la leva per fare pensiero e spostarsi dalla lettura corrente della camorra come semplice sistema economico per fare soldi tra l'illegale e il legale, ad una interpretazione della camorra come sistema simbolico. In tale simbolico vite che non contano guadagnano un certo valore di se' se si mettono a rischio della morte. La morte e' il significante simbolico che e' scambiabile con una vita di valore. E i ragazzini dei quartieri degradati, che tra di loro si raccontano i particolari di come la morte sia entrata nei corpi degli uccisi, stanno gia' seguendo, paradossalmente, la via che li portera' all'affiliazione. Il deterioramento delle istituzioni, e anche dell'agire delle donne in esse, segnala una incapacita' di queste di creare simbolico che entri effettivamente in conflitto con il sistema della camorra. Uno dei testi si interroga allora su quale sia il significante simbolico, che non sia la morte e che pero' si collochi al suo stesso livello di valore, e lo indica nel dispendio. Quel dispendio di un amore femminile per il reale che porta a capirne i meccanismi: unica via per la liberta' femminile, molto diversa da quella di un adattamento delle donne alla vita, che fa il gioco della biopolitica. E sull'amore ritornano anche altri interventi. Molto interessante l'editoriale del numero sull'essere sante oggi. Distaccandosi da un'idea di santita' canonizzata dalla chiesa, misurata da una vita buona, e in diretto rapporto con Dio, la condizione di essere sante qui viene intesa come rottura del potere e della catena gerarchica della forza, in un legame con il mondo, nel quale le sante fanno accadere altro. Ed infatti e' l'azione il luogo privilegiato che la redazione indica come il campo di attualita' dell'essere sante. "La relazione delle sante al mondo e' qualcosa di originario, un sentimento pre-religioso di appartenenza, un accesso immediato alla propria verita'. Sappiamo, infatti, che la verita' non e' mai data come una cosa tra le altre, ma bisogna viverla". Queste donne non sanno di essere sante, non hanno una rappresentazione di se'. Decreano se stesse per far posto ad un accadimento, che interrompe i meccanismi sociali, aprono ad un impossibile, rendendolo luogo della realta'. Sono legate ad una terra di mezzo, che non conoscono, non sanno, ma le guida nel loro agire. Sebbene nell'editoriale non se ne parli, viene subito in mente la ricerca di quali forme di politica siano possibili a partire dalla mistica femminile, con tutte le contraddizioni che questo accostamento apre, ma anche le vie inventive che suggerisce. L'impostazione, il taglio di "adateoriafemminista", e' quello di una ricerca arrischiata ai limiti tra simbolico e realta', per guadagnare su questi bordi uno sguardo teorico e politico del reale. L'inquietudine ne e' la cifra di ricerca, che muove il pensiero. E il pensiero quando nasce mette in movimento il desiderio, perche' la verita' ha la capacita' di ricongiungerci ad esso e alle sue vie creative. E' per questo che lo stile della rivista e' allegro, di un'allegria corrosiva nella critica politica e vitale nel legare piani di realta' diversi. 10. RILETTURE. HENRI LEFEBVRE: CRITICA DELLA VITA QUOTIDIANA Henri Lefebvre, Critica della vita quotidiana, Dedalo, Bari 1977, 2 voll. per pp. 310 + 424. Pubblicati nel '46 e poi nel '58 il primo e nel '61 il secondo, questi due volumi si collocano all'incrocio e all'origine di esperienze e riflessioni che ancora ci interrogano; l'ampiezza di meditazione e l'acume di osservazione di Lefebvre ancora ci fornisce preziosi strumenti ermeneutici, ed e' ancora forte un appello all'impegno intellettuale, morale, civile - di umana solidarieta' che l'umanita' intera raggiunge. La traduzione e' di Vincenzo Bonazza. 11. RILETTURE. HENRI LEFEBVRE: IL MATERIALISMO DIALETTICO Henri Lefebvre, Il materialismo dialettico, Einaudi, Torino 1949, 1975, pp. XIV + 130. Pubblicato nel '39, e in seconda edizione nel '47, "questo breve saggio rappresenta un momento dell'accanita lotta interna (ed anche esterna) al marxismo fra dogmatici e critici del dogmatismo". La traduzione e' di Aldo Natoli. 12. RILETTURE. HENRI LEFEBVRE: LA SOCIOLOGIA DI MARX Henri Lefebvre, La sociologia di Marx. Il marxismo e la societa' opulenta, Il Saggiatore, Milano 1969, pp. 216. Pubblicato nel '66, questo testo che ha per argomento sia un tema capitale che una relazione assai controversa, si segnala ancora per chiarezza e perspicuita'. Scrive l'autore in apertura: "Questo breve studio rientra in quella che altrove e' stata definita una nuova lettura di Marx. Si tratta di una interpretazione? No. Si tratta anzitutto di una restituzione, resa necessaria dallo sviluppo contraddittorio del pensiero marxista e del mondo moderno". La traduzione e' di Andrea Bonomi. 13. RILETTURE. HENRI LEFEBVRE: LA VITA QUOTIDIANA NEL MONDO MODERNO Henri Lefebvre, La vita quotidiana nel mondo moderno, Il Saggiatore, Milano 1979, pp. 232. Edizione italiana parziale del volume La vie quotidienne dans le monde moderne pubblicato nel '68 dall'autore, che vi sintetizza - e critica, e sviluppa - le sue precedenti ricerche sul tema aggettando verso svolgimenti ulteriori anche alla luce dei mutamenti storici e sociali intervenuti e in corso. A cura di Paolo Jedlowski e Amedeo Vigorelli (che vi premettono un saggio ciascuno), traduzione di Anna Sordini e Maurizio Beccari; con una bibliografia essenziale di e su Lefebvre. 14. RILETTURE. HENRI LEFEBVRE: LO STATO Henri Lefebvre, Lo Stato, Dedalo, Bari 1976-1978, 4 voll. per pp. 352 + 336 + 320 + 318. Quest'opera ponderosa articolata in quattro volumi (1. Lo Stato nel mondo moderno, 2. Teoria marxista dello Stato da Hegel a Mao, 3. Il modo di produzione statuale, 4. Le contraddizioni dello Stato moderno) costituisce un'analisi di straordinaria ampiezza e finezza. La traduzione e' di Ettore Catalano e Raffaele Licinio. Con una nota finale di Mario Spinella. 15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 16. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 915 del 17 agosto 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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