Minime. 913



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 913 del 15 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Un appello urgente
2. Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di
reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
3. Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello
squadrismo
4. Istruzioni per l'uso e indirizzi utili
5. Giusi Marcante: Raccolta clandestina
6. Giulia d'Agnolo Vallan ricorda Walter Cronkite
7. Francesca Pedroni ricorda Merce Cunningham
8. Riedizioni: Jean-Jacques Rousseau, Il contratto sociale. Emilio. Scritti
politici
9. Riedizioni: Leo Turrini, Bartali
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. UNA SOLA UMANITA'. UN APPELLO URGENTE

A tutte le persone che ci leggono chiediamo di presentare esposti alle
magistrature e ad altre istituzioni affinche' siano abrogate le misure
razziste e squadriste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" e siano
processati i colpevoli del tentativo di colpo di stato da esse misure
configurato.
*
Vorremmo che nel lasso di tempo piu' breve possibile migliaia di esposti
raggiungano tutte le Procure d'Italia e numerosi altri pubblici ufficiali ed
attivino cosi' le procedure che portino con la massima tempestivita'
possibile all'intervento della Corte Costituzionale che abroghi le illegali
e criminali misure razziste, squadriste e golpiste contenute nella legge 15
luglio 2009, n. 94.
*
Vorremmo che si sviluppasse un movimento di dimensioni massive, corale, di
popolo, in difesa della Costituzione e dell'umanita', in difesa della
legalita' e della civilta', un movimento che si opponga al razzismo e allo
squadrismo, che si opponga al tentativo di colpo di stato del governo
dell'eversione dall'alto.
*
Proponiamo di utilizzare come modello gli esposti che abbiamo presentato noi
stessi e di seguito riportiamo, oppure di formularne, presentarne,
diffonderne di piu' elaborati e dettagliati ancora; in ogni caso di agire
tempestivamente nel richiedere che le competenti magistrature intervengano
per ripristinare la legalita' violata dai golpisti razzisti.
Agire tempestivamente, poiche' ogni giorno che passa il razzismo miete
vittime.
Agire tempestivamente, per la legalita' e i diritti umani di tutti gli
esseri umani.
Con la forza della verita'.
Con la forza del diritto.
Con la forza dell'ordinamento giuridico.
Con la forza della nonviolenza.

2. UNA SOLA UMANITA'. ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE
FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO
2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di Viterbo
Al Presidente del Tribunale di Viterbo
Al Presidente della Corte d'Appello di Roma
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di Viterbo
Al Presidente della Provincia di Viterbo
Al Presidente della Regione Lazio
Al Questore di Viterbo
Al Prefetto di Viterbo
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Giuseppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 8 agosto 2009

3. UNA SOLA UMANITA'. ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL
FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di Viterbo
Al Presidente del Tribunale di Viterbo
Al Presidente della Corte d'Appello di Roma
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di Viterbo
Al Presidente della Provincia di Viterbo
Al Presidente della Regione Lazio
Al Questore di Viterbo
Al Prefetto di Viterbo
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Giuseppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 8 agosto 2009

4. AGENDA. ISTRUZIONI PER L'USO E INDIRIZZI UTILI

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
espsoti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere ampliati, o
resi piu' dettagliati, se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente
gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Diamo di seguito gli indirizzi delle istituzioni centrali cui inviare gli
esposti; gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano ovviamente da
Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Al Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza
Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito:
www.cortedicassazione.it
Al Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
Al Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
Al Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
Al Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
Al Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Al Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60,
B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 -
+32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
Al Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
Al Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti non sostituiscono l'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi di
inviare sempre comunque anche copia cartacea degli esposti per posta (con
raccomandata).
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it

5. UNA SOLA UMANITA'. GIUSI MARCANTE: RACCOLTA CLANDESTINA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 13 agosto 2009 col titolo "Raccolta
clandestina" e il sommario "La clandestinita' e' reato da qualche giorno in
Italia ma a Rignano Garganico, vicino Foggia, il lavoro prosegue come ogni
anno. Contando sulle tante braccia di immigrati che per lavorare accettano
qualsiasi condizione"]

Baracche di cartone e nylon tenute insieme da fasce di plastica nera, le
stesse che si vedono abbandonate sui campi dove fino a qualche giorno fa
c'erano i pomodori. La clandestinita' e' reato da qualche giorno in Italia
ma a Rignano Garganico, una decina di chilometri a nord est di Foggia, la
raccolta prosegue come ogni anno. Contando sulle tante braccia di immigrati
senza documenti che per lavorare accettano qualsiasi condizione e si
spostano da una parte all'altra dell'Italia, di raccolta in raccolta, di
sfruttamento in sfruttamento. La nuova legge non rappresenta un problema per
le centinaia di ragazzi che affollano "il ghetto" di Rignano. "Quando hai
fame non puo' essere questa la tua preoccupazione", racconta piu' di uno. E
d'altronde non sembra essere un problema neanche per i "caporali" che
lucrano sui magri guadagni dei raccoglitori, e per le aziende dei produttori
perche' il pomodoro va raccolto altrimenti marcisce. Da fine luglio agli
inizi di settembre c'e' bisogno di piu' manodopera possibile.
Lo chiamano "il ghetto" e una ragione c'e'. E' un alternarsi continuo di
costruzioni in muratura semidiroccate e di baracche dove di solito vanno ad
abitare gli ultimi arrivati. Se passate da queste parti vedrete diversi
uomini che spingono dei passeggini, non ci sono neonati dentro anche se c'e'
qualche bambino che abita tra le baracche. Servono a caricare il bidone
dell'acqua, bene tra i piu' preziosi e che il Comune ha portato sotto forma
di cisterne di plastica dopo che i sindacalisti della Flai-Cgil sono andati
a denunciare che li' non c'era neanche quello. Qualcuno gode del lusso di
una casetta tutta (o quasi) per se'. E' del "capo nero", qui chiamano cosi'
il caporale non italiano, sul muro qualcuno ha scritto con della pittura
rosa e verde "Nigeria". Le stime dicono che al ghetto ci sono un migliaio di
persone, sono tutti africani, quasi tutti maschi. Qualche ragazza c'e',
anche lei dalla Nigeria: "Non vogliamo avere niente a che fare con loro",
spiega un ragazzo del Ghana alludendo a un modo di guadagnare che lui non
condivide. E' l'11 agosto: martedi' pomeriggio e sono circa le sei al
ghetto, molti lavoratori sono rientrati dalla campagna. Chi ha avuto la
"fortuna" di lavorare tutto il giorno puo' aver passato anche dodici o
quattordici ore in campagna. Ha riempito una decina di cassoni con i
pomodori. Il cassone e' il grande contenitore di plastica che poi finisce
dritto sul camion, i tir arrivano sul campo e caricano direttamente per poi
scaricare alle aziende di trasformazione. Sulla strada da Foggia a Salerno
in questi giorni e' una processione continua di camion ma da due anni un
imprenditore salernitano ha impiantato qui un'azienda che trasforma l'oro
rosso. Contraddizione tra le contraddizioni: a Foggia non esisteva una
fabbrica che lavorava il pomodoro. Tra i cassoni il piu' diffuso e' quello
da tre quintali. Al lavoratore immigrato vanno tre euro, a volte tre euro e
mezzo su cinque complessivi: questo significa che il caporale succhia due
euro da ogni cassone.
Dhembele', cosi' dice di chiamarsi, non ha i documenti. E' un ragazzo di 23
anni e viene dal Mali. Martedi' ha iniziato a lavorare alle 12, ha fatto
solo mezza giornata. Meglio di Lafya che ha 30 anni e viene anche lui dal
Mali: "Il n'y a pas de travaille aujourd'hui". Non c'e' lavoro ed e' rimasto
a terra, come lui altri ragazzi che abitano in una costruzione accanto ad
una chiesa vuota sempre nella campagna di Rignano. Non e' il ghetto ma la
situazione non e' diversa: niente elettricita', niente acqua corrente. In
quella che forse poteva essere la canonica ci sono alcune tende, in un'altra
stanza ci sono centinaia di scarpe e alcuni panni stesi ad asciugare. I
ragazzi, qui ci abitano in centocinquanta, giocano a dama. Due sono
appoggiate per terra, come pedine hanno i tappi delle bottiglie d'acqua,
quelli bianchi e quelli rosa. "Non ho i documenti - spiega Lafya - sono in
Italia dal 2007, quando finisce il lavoro qui io torno a Rosarno (in
Calabria dove c'e' la famosa cartiera trasformata in baraccopoli - ndr) e
poi inizio la raccolta dei mandarini". L'irragionevolezza del reato di
clandestinita' sprofonda negli occhi di questo ragazzo che si sente in una
trappola da cui crede di non poter uscire: "in Italia se vuoi lavorare devi
avere i documenti e se non hai i documenti niente lavoro". La raccolta per
questo 2009 e' un po' tardiva, il tempo ha fatto si' che i pomodori stiano
maturando con un lieve ritardo. Il boom del lavoro e' atteso dalla settimana
prossima. Ma e' numerosa anche l'offerta di braccia e quel che emerge e' la
sua diversificazione. "Quello che sta avvenendo nelle campagne e' anche una
guerra senza confini tra poveri - spiega Daniele Calamita, segretario della
Flai-Cgil di Foggia - oltre ai lavoratori di origine africana ci sono i
comunitari: romeni, bulgari, polacchi e albanesi. Per loro ci sono maggiori
possibilita' di lavoro perche' non hanno problemi con i documenti". Gli
africani quindi sono l'ultimissimo gradino di questa piramide di
sfruttamento ma Calamita fa parlare i dati per fornire un altro segnale che
e' arrivato dalle campagne del foggiano. Dopo l'estate del 2006, le
inchieste giornalistiche (come quella di Fabrizio Gatti) che hanno svelato
la realta' della piana della Capitanata, ci sono stati maggiori controlli. A
suo tempo l'ex ministro Giuliano Amato aveva addirittura emanato una
circolare in cui esortava i questori a rilasciare permessi di soggiorno per
motivi di protezione sociale agli stranieri che denunciavano i loro
sfruttatori. I numeri raccontano che dai 4.500 immigrati iscritti negli
elenchi anagrafici dell'Inps nel 2006 si e' passati ai 16.000 del 2008. "Ma
per la maggior parte di questi lavoratori i padroni hanno fatto figurare
alla previdenza solo pochi giorni di lavoro, due o tre - prosegue il
segretario -. e' evidente che non e' cosi'. Per questo dico, il numero dei
lavoratori iscritti e' aumentato ma per loro quante giornate verranno
denunciate?". I produttori si lamentano, dicono che il pomodoro viene pagato
una miseria. "Le aziende parlano di nove centesimi al quintale ma i soldi
che vengono dati ai lavoratori sono sempre quelli anche quando il pomodoro
valeva molto di piu'".
Nelle campagne non ci sono solo invisibili, si possono trovare lavoratori
che hanno i documenti e ci sono diversi rifugiati politici. Assicura di
avere il permesso di soggiorno anche Prince, trentenne del Ghana, che con un
quaderno "coordina" il lavoro di altri connazionali in un campo sul Gargano
non lontano da Lesina. "Vengo da Milano, ho lavorato in una fabbrica che
adesso ha chiuso - racconta -, adesso sono qui ma io vorrei tanto poter
lavorare in una radio". Al ghetto intanto nel tardo pomeriggio arriva un
camioncino stipato di gabbie di plastica dove ci sono circa duecento polli,
vivi. Attorno al camion si accalca una ressa di persone, e' una lotta
autentica non per prendere e portare via ma per acquistare. Un pollo, un
euro e ogni ragazzo ha in mano il denaro. In pochi minuti vengono venduti
tutti ma all'italiano con occhiali e cappellino che e' stato sommerso da
questi ragazzi non va bene. "Non e' possibile lavorare cosi', non si puo' in
questo modo, quanti mi saranno fuggiti senza pagare. Io lo so, qui in mano
non ce li ho tutti i soldi che avrei dovuto avere. Io ve lo dico, se si
continua cosi' non torno piu'". Il venditore di polli queste parole le
pronuncia meta' in italiano, meta' in dialetto. Ma non e' un problema, per
chi parla inglese e francese e mastica l'italiano comprendere quello che
dice un foggiano arrabbiato non e' difficile. "Hai ragione, non succedera'
piu'", assicura un abitante del ghetto. I polli intanto sono spariti dentro
le baracche, qualcuno prende le pietre e le dispone a cerchio. Poi prende
una pentola con dell'acqua e accende il fuoco. Anche qui a Rignano il sole
si prepara a tramontare.
*
Postilla. Il sindacato in campo al fianco dei lavoratori
Una campagna nazionale di dieci giorni battezzata "Oro rosso: dal reality
alla realta'" che ha visto una quarantina di sindacalisti della Flai e della
Cigl andare per i campi dove migliaia di persone stanno raccogliendo il
pomodoro.
Il sindacato ha stimato che siano stati percorsi circa ottomila chilometri
attraverso la pianura della provincia incontrando cinquemila lavoratori e
visitando centocinquanta aziende. Con volantini stampati in diverse lingue,
addirittura quindici, tante quante sono le nazionalita' delle persone che
stanno lavorando in queste settimane: inglese, francese, romeno soprattutto.
E' una presa di contatto con i lavoratori, soprattutto stranieri, che per la
Flai di Foggia e della Puglia non rappresenta una novita'. "Gia' negli anni
scorsi ci eravamo mossi con due diverse iniziative: Il camper dei diritti e
'Diritti in campo'. La particolarita' di quest'anno e' stata la
caratteristica nazionale della campagna che ha coinvolto sindacalisti da
ogni parte d'Italia che sono arrivati a Foggia per venire con noi nei campi"
spiegano dalla Flai foggiana. E infatti la giornata iniziava molto presto
per seguire gli orari del lavoro in campagna: partenza alle cinque per
intercettare i lavoratori durante la raccolta o nei luoghi dove vivono.
La pianura della Capitanata e' punteggiata di queste costruzioni fatiscenti
dove soprattutto gli africani trovano rifugio durante il periodo del
raccolto. Nei volantini che sono stati distribuiti veniva spiegato quanto
dovrebbe guadagnare un lavoratore agricolo secondo la specializzazione e
secondo il contratto. Un miraggio ovviamente per tutti gli immigrati che
raccolgono il pomodoro. Durante questi dieci giorni tra i diversi
imprenditori che, pur storcendo il naso, autorizzavano l'ingresso dei
sindacalisti nei campi uno non ha gradito per nulla la loro presenza. E'
avvenuto a Sannicandro Garganico dove un imprenditore con un carrello ha
tentato di speronare una delle macchine del sindacato; alla fine sono
intervenuti i carabinieri.
La Flai e la Cgil si preparano a replicare anche per il prossimo anno
l'iniziativa in un territorio di una regione che sta comunque tentando di
contrastare il fenomeno. Nel 2006 la Puglia ha varato una legge regionale di
contrasto al lavoro nero in tutti i settori che, tra l'altro, vincola le
aziende che accedono a finanziamenti regionali al rispetto di determinati
livelli di tutela per i lavoratori.

6. LUTTI. GIULIA D'AGNOLO VALLAN RICORDA WALTER CRONKITE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 19 luglio 2009 col titolo "So long, uncle
Walter" e il sommario "A 92 anni muore Walter Leland Cronkite, il
leggendario giornalista e conduttore simbolo del '900 televisivo americano.
Inviso al potere, e' stato il volto della rete Cbs. Tornato dal Vietnam
disse: Questa guerra non si puo' vincere"]

"And that's the way it is", le cose stanno cosi'. Nella sua autorevole
essenzialita', la celeberrima frase con cui Walter Cronkite chiudeva ogni
suo telegiornale dice molto su quello che le news televisive non sono e non
saranno mai piu'. Il suo non era un gesto provocatorio, emotivo, come il
"Good night and good luck" del contemporaneo Edward R. Murrow, ma la
tranquilla, pacata affermazione che in meno di trenta minuti di tg si poteva
dare un'idea del mondo - nelle sue complessita' e nelle sue contraddizioni.
Una responsabilita' enorme che "l'uomo piu' affidabile d'America" assumeva
ogni sera (tra il 1962 e il 1981), davanti a milioni e milioni di americani,
seduto vicino a una macchina da scrivere, con quell'alchimia specialissima
di gravitas e leggerezza - grazie alla quale sembrava capace di tenere unita
la nazione, di "rassicurare" anche nei momenti peggiori: la crisi dei
missili a Cuba, l'assassinio di Kennedy (solo pochi mesi dopo che Cronkite
aveva iniziato a dirigere le news serali dalla Cbs), quello di Martin Luther
King, la lotta per i diritti civili, il Vietnam ("questa guerra non si puo'
vincere", disse al suo ritorno dal fronte), Watergate (su cui fece un
servizio di lunghezza senza precedenti, 14 minuti, provocando le ire della
Casa bianca nixoniana).
Non stupisce l'affermazione piu' volte attribuita a Lyndon Johnson, "se ho
perso Cronkite, ho perso la middle America", quando il telegiornalista
inizio' una serie di reportage disastrosi sullo stato della guerra. E non
stupisce che, con quella sua voce profonda e lo sguardo benevolo dietro gli
occhiali con la montatura nera, Walter Cronkite sia spesso stato paragonato
a un'altra grandissima figura paterna dell'immaginario americano di quegli
anni, Walt Disney. Uncle Walter e Uncle Walt, zio Walter e zio Walt - i due
(entrambi figli del Midwest) si assomigliavano persino un poco. Oh, Boy!
esclamo' Cronkite quando Neil Armstrong mise il primo piede sulla luna -
come direbbe un bambino.
Venerdi' sera, la notizia delle morte di Walter Cronkite, all'eta' di 92
anni, e' arrivata verso le 19,40, appena in tempo per essere data in pasto
alla prima serata delle reti via cavo all news, in una cacofonia di
rimembranze, immagini di repertorio e cliche' che sottolineavano ancora di
piu' quanto l'idea della notizia, oggi, sia diventata altra, esplosa, una
nozione molto piu' fragile, effimera. Chissa' cosa pensava l'"uomo piu'
affidabile d'America" di una Cnn che si fa in quattro per includere i
commenti degli spettatori nei suoi servizi giornalistici, degli studi
televisivi high tech come un'astronave di Star Trek, del look patinato e del
tono agressivo dei conduttori di news.
"Sono un relatore di notizie, un giornalista televisivo, un conduttore di
telegiornale, un caporedattore - non un commentatore o un analista. Non ho
nessun desiderio di essere un pundit", aveva detto nel 1973 in un'intervista
al "Christian Science Monitor", spiegando la sua filosofia.
Walter Leland Cronkite era nato il 4 novembre 1916 a St. Joseph, in
Missouri. Da bambino consegnava giornali a domicilio e ragazzo, quando la
sua famiglia si traferi' a Huston, in Texas, trovo' lavoro nella redazione
di uno dei quotidiani locali, lo "Huston Post". Il primo incarico da
cronista (sportivo), dopo aver studiato giornalismo, economia e scienze
politiche alla University of Texas, lo trovo' presso la stazione radio di
Kansas City, Kcmo. Ma l'inizio delle sua vera e propria carriera di reporter
coincide con l'ingresso alla United Press Inernational, nel 1939. E' per
conto della Upi che Cronkite divento' uno dei primi reporter accreditati
dall'esercito americano - su cui scrisse dal Belgio, dal Nordafrica e
durante l'invasione in Normandia. Dopo aver seguito il processo di
Norimberga e diretto la redazione moscovita della Upi tra il 1946 e il 1948,
Cronkite torno' brevemente alla radio per poi passare, nel 1950, alla Cbs di
Murrow che immediatamente lo inchioda a Washington. Gli ci volle tempo per
arrivare a condurre il tg serale del network, nel 1962. Ma entro un anno ne
raddoppio' la lunghezza, portandolo a 30 minuti contro i 15 delle altre reti
nazionali e ribattezzandolo con il suo nome, Cbs Evening News with Walter
Cronkite.
Fedele alla sua formazione di reporter per un'agenzia d'informazione, e a
una certa "sacralita'" della notizia, Cronkite molto raramente prendeva
posizione in modo ovvio sulle storie che riportava. Tra le eccezioni, la
notte della morte di John Kennedy, quando i suoi occhi si riempirono di
lacrime (un'immagine ormai iconica, quasi quanto il filmino amatoriale di
Zapruder che immortalo' l'omicidio a Dallas), il Vietnam e quel servizio
iperlungo sul Watergate che diede allo scandalo tutto il rilievo necessario
per non poter essere piu' insabbiato. Cronkite lascio' la conduzione del
telegiornale Cbs nel 1981, a sessantaquattro anni, anche su pressioni del
network - che voleva rimpiazzarlo con il rampante Dan Rather. Era l'inizio
di un'era che trasformo' gli anchormen dei network in star - Rather, Tom
Brokaw, Peter Jennings - pagate stipendi miliardari, con allure patinata e
telegenica, tutto diverso da "Uncle Walter".
Negli anni Ottanta, Cronkite condusse un progamma scientifico per la Cbs, e
le sue corrispondenze vennero ospitate anche dalla Cnn e dalla National
Public Radio. In occasione del suo novantesimo compleanno, intervistato dal
quotidiano newyorkese "Daily News", Cronkite disse: "Mi piace pensare che
oggi sarei ancora capace di seguire una notizia".
*
Postilla. Le reazioni: padre fondatore, incorruttibile, assatanato di news
"Mi sembrava incorruttibile in una professione che si presta ad essere
corrotta", diceva pochi anni fa di Walter Cronkite il regista Sidney Lumet.
E il collega giornalista e saggista David Halbestram: "Fin dagli inizi
Walter era uno dei reporter piu' assatanati, incredibilmente competitivo -
nessuno lo batteva su una notizia. La cosa sorprendente, con il passare
degli anni e l'aumentare della sua fama, e' che non sia mai cambiato: brucia
ancora dello stesso fuoco".
La notizia della morte del mitico anchorman della Cbs ha registrato reazioni
immediate ovunque. "Ha visto guerre e insurrezioni, marce e svolte miliari -
raccontandoci con calma cio' che dovevamo saperne. Senza mai perdere
l'integrita' di chi cresce nel cuore del nostro paese. Ma Walter e' sempre
stato piu' di un conduttore di telegiornale. Era qualcuno di cui fidarsi per
lasciarci guidare attraverso i fatti principali del giorno - una voce di
certezza in un mondo incerto", ha dichiarato Barack Obama in un comunicato
rilasciato venerdi'. "Walter era uno di famiglia. Ci invitava a credergli e
non ci ha mai delusi. Il paese ha perso un'icona e un caro amico, che ci
manchera' moltissimo", ha aggiunto il presidente Usa, la cui calibratissima
politica mediatica, finora, ha espresso quel desiderio di unificare,
spiegare e rassicurare che erano essenziali nella pratica di Cronkite.
Da parte sua il predecessore di Obama, George W. Bush, ha definito Cronkite
"un'icona del giornalismo americano", mentre John McCain lo ha rimpianto
ricordando "la nostra memorabile visita in Vietnam nel decimo anniversario
della caduta di Hanoi".
"Era saggio, buono e capace di divertire. L'America al meglio di se'" per la
figlia di Lyndon Johnson, Lucy Baird. E Jimmy Carter: "In quanto presidente
sapevo che Walter mi avrebbe trattato con giustezza. Le sue domande potevano
essere toste. Ma e' una sfida che ho sempre accettato con gioia".
"Aveva una grande passione per l'esplorazione dello spazio, un entusiasmo
contagioso e la fiducia del suo pubblico. Ci manchera' molto" e' la
dichiarazione rilasciata dal primo uomo sulla luna, Neil Armstrong.
Com'era prevedibile, moltissime sono state le reazioni dal mondo dei media.
"E' impossibile immaginare il telegiornale della Cbs, e persino l'America,
senza Walter Cronkite", ha detto Sean McManus, presidente della divisione
News della Cbs. Il collega Mike Wallace ha descritto Cronkite come "un
reporter di prim'ordine. Difficile immaginare qualcuno che potrei ammirare
di piu'". Mentre Brian Williams, attuale conduttore del tg della Nbc lo ha
definito "il padre fondatore della nostra professione". E, in un istante di
autoriflessione ulteriore: "Non ha mai dimenticato di essere uno di noi. Per
quello non posso fare a meno di pensare che perdere lui significa aver perso
anche un piccolo pezzo di noi stessi".

7. LUTTI. FRANCESCA PEDRONI RICORDA MERCE CUNNINGHAM
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 28 luglio 2009 col titolo "Cunningham,
danza happening" e il sommario "Teatro. All'eta' di 90 anni, scompare il
grande artista americano, un corpo rivoluzionario in qualita' di coreografo
e ballerino pronto a elargire al pubblico eventi e passi dettati dal 'caso'.
Il testimone passa ora alla Merce Cunningham Company che, dopo un tour di 24
mesi, si sciogliera' definitivamente, come da accordi con il suo fondatore"]

Non e' nemmeno passato un mese dalla scomparsa di Pina Bausch e un altro
grande maestro della danza del Novecento ci ha lasciati: e' Merce
Cunningham, novant'anni compiuti in aprile ma uno spirito da sperimentatore
che ne' l'eta', ne' l'artrite (da tempo era costretto sulla sedia a rotelle)
erano riuscite a fiaccare. Quella sua testa di riccioli bianchi, quel suo
fisico dinoccolato e sottile, quelle dita delle mani ripiegate, ma sempre
pronte a battere una tastiera di computer per creare nuove coreografie con
l'ausilio degli ultimi sistemi informatici, compongono gia' da tempo
l'immagine di un uomo per cui il tempo e lo spazio sono state categorie
meravigliosamente relative da esplorare con gioiosa genialita'. Basta citare
alcuni titoli come Summerspace, creato con Robert Rauschenberg, Walkaround
Time da Il grande vetro di Duchamp, o ancora Rainforest, con l'installazione
di Andy Warhol Silver Clouds, o ancora Beach Birds, per essere investiti da
un'energia di colori, tecniche e visioni molto imitata ma difficilmente
uguagliabile.
Einsteiniano della danza, Merce Cunningham, con artisti come John Cage,
compagno d'arte dagli anni del Black Mountain College, il gia' citato
Rauschenberg, Jasper Johns, e' stato nell'America post seconda guerra
mondiale artefice di una nuova visione dell'incontro tra le arti come
esperienze autonome e indipendenti la cui compresenza in scena creava una
simultaneita' di sguardi che ribaltava il comune pensiero sui meccanismi
percettivi. Musica e coreografie create indipendentemente e finite insieme
la sera della prima, grandi fondali scenografici che trasformavano il
palcoscenico in un environment dove avveniva la danza. Un artista che con
Cage, sulla scia delle filosofie orientali, ha introdotto il caso come
processo di montaggio (le famose chance operations) dando vita ai cosiddetti
Events che hanno portato in giro nel mondo la Merce Cunningham Dance Company
fondata nel 1953. Con Cunningham la danza divenne arte del movimento puro
messa in scena da danzatori in colorati costumi unisex, divenne arte
liberata dal dramma, arte di favolosa astrazione. Ogni punto dello spazio
poteva essere centro portante dell'azione: decentralizzazione psicologica e
spaziale come immersione in una straordinaria potenzialita'.
E pensare che Cunningham, nato a Centralia nel 1919 nello stato di
Washington, prima di sfoderare la sua visione rivoluzionaria dell'arte, era
cresciuto con la madre della modern dance e della coreografia come racconto
psicodrammatico, Martha Graham. Figlio d'arte ribelle che come altri della
sua epoca, si pensi al maestro del teatro danza multimediale Alwin Nikolais,
avrebbe rimesso in gioco la definizione della danza stessa come arte non di
narrazione. Un artista, Cunningham, che a settant'anni, un'eta' nella quale
c'e' chi si ritira o chi continua a produrre sulla scia del gia' detto,
comincio' a lavorare con il programma informatico Life Forms, diventando un
pioniere della scrittura coreografica al computer e nemmeno dopo di allora
si fermo'. E' restato nella memoria di molti Biped del 1999, gli anni di
Merce erano gia' ottanta: con il sistema di ripresa motion capture
Cunningham fece proiettare tra i danzatori in carne e ossa surreali
silhouettes in movimento dei danzatori. L'ultima sua creazione, Nearly
Ninety, e' stata presentata quest'anno al Bam di New York. E ogni volta si
restava stupefatti dalla capacita' di guardare in avanti dell'anziano guru
della danza del Novecento: un giovane nella voglia di esplorare che faceva
pensare non sarebbe morto mai. Ma Merce, invece, aveva in mente gli anni che
passano e, con quella sua matematica visione delle cose mischiata da sempre
al guizzo creativo, aveva gia' pensato a tutto.
Il sito della compagnia dell'artista e' esemplificativo a riguardo. Tre le
notizie d'apertura: l'annuncio della scomparsa di Merce, la pianificazione
firmata dall'artista il 9 giugno riguardo al futuro della compagnia e
all'eredita' culturale della sua opera, le webcam a episodi intitolata
Mondays with Merce. Il secondo punto e' dettagliatissimo: continuare a
portare in giro il lavoro di Cunningham finche' e' possibile sotto la guida
dell'artista, preservare l'opera di Cunningham in forma digitale, creando
"dance capsules" che documentino l'eredita' per le generazioni future,
celebrare il lavoro dell'artista con un tour mondiale chiuso da un'ultima
performance a New York, aiutare i danzatori in modo che sostengano bene il
momento di transizione della loro carriera che prevede la chiusura della
Merce Cunningham Dance Company; la creazione del Merce Cunningham Trust,
organizzazione che per volere dell'artista stesso succedera' alla Foundation
e amministrera' e deterra' i diritti del lavoro del maestro. Cosi'
Cunningham ha spiegato la sua scelta: "La mia idea e' sempre stata quella di
esplorare il movimento fisico umano. Ho cercato di insegnare agli studenti e
ai danzatori la mia tecnica, ma in un modo che dia spazio
all'individualita'. Mi piacerebbe che il Trust continuasse a fare questo,
perche' la danza e' un processo che non si ferma mai e non dovrebbe fermarsi
se vuole restare qualcosa di vivo e di fresco". Un motto che e' la conferma
della ricchezza per i posteri lasciata da questo grande vecchio giovane
artista.
*
Postilla. Quel lungo sodalizio con Rauschenberg
Merce Cunningham ha sempre riconosciuto, nelle sue interviste, il privilegio
di aver potuto conoscere e lavorare, in piena sintonia, con personaggi del
calibro di John Cage, Robert Rauschenberg, Jasper Johns e Andy Warhol.
"Hanno arricchito enormemente la mia esperienza, attraverso l'eccezionalita'
del loro sguardo e punto di vista", ha confessato il coreografo e danzatore
americano. Ma e' vero anche il contrario. Per un giovanissimo Rauschenberg,
l'aver incontrato Cunningham al Black Mountain College (era il 1949) deve
aver significato una svolta totale. Soprattutto in tandem con il musicista
Cage. I suoi iniziali monocromi sono stati la partitura visiva e silenziosa
di Cage, mentre le sue scenografie e i costumi hanno segnato i passi di
danza delle coreografie storiche di Merce Cunningham. Correva l'estate del
1952, quando Cage organizzo' quello che viene considerato il primo
happening, "Theater Piece n. 1", al quale Rauschenberg, in procinto di
partire per l'Italia, partecipo' con gli impalpabili "White Paintings". Nel
decennio che va dal 1954 al 1965 l'artista intensifico' la collaborazione
con la Compagnia Cunningham. L'happening fu per l'artista texano una fonte
inesauribile di immediatezza e di esaltazione del presente. Merce
rappresento' proprio uno dei sodalizi piu' lunghi della sua biografia. Per
lui, Rauschenberg si trasformo' in coreografo, costumista e anche ballerino,
mentre il primo frutto di quella affinita' elettiva prendeva la forma di uno
spettacolo titolato "Minutiae" in cui i danzatori interagivano con una tela
tridimensionale. Poi arrivo', fra gli altri, anche "Summerspace", con
fondale astratto che relativizzava e rendeva pura forma geometrica il corpo
degli attori in scena.

8. RIEDIZIONI. JEAN-JACQUES ROUSSEAU: IL CONTRATTO SOCIALE. EMILIO. SCRITTI
POLITICI
Jean-Jacques Rousseau, Il contratto sociale. Emilio. Scritti politici,
Laterza, Roma-Bari 1953-2009, Mondadori, Milano 2009, pp. XXXII + 854, euro
12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Il contratto sociale, col
testo francese a fronte, nella traduzione di Maria Garin e con
un'introduzione di Tito Magri; l'Emilio a cura di Aldo Visalberghi; i saggi
contenuti nel primo volume dell'edizione laterziana degli Scritti politici a
cura di Maria Garin, con l'introduzione di Eugenio Garin. Cosa si puo'
desiderare di piu'?

9. RIEDIZIONI. LEO TURRINI: BARTALI
Leo Turrini, Bartali. L'uomo che salvo' l'Italia pedalando, Mondadori,
Milano 2004, Societa' europea di edizioni, Milano 2009, pp. IV + 230 (+ 16
pp. di inserto fotografico), euro 6,90 (in supplemento al quotidiano "Il
giornale"). Una biografia di taglio giornalistico del grande ciclista, che
giustamente mette in evidenza l'impegno di Bartali per salvare le vittime
della Shoah.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 913 del 15 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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