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Minime. 911
- Subject: Minime. 911
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 13 Aug 2009 01:17:38 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 911 del 13 agosto 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Non uccidere 2. Un appello urgente 3. Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 4. Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 5. Istruzioni per l'uso e indirizzi utili 6. Il testimone 7. Zita Dazzi intervista Virginio Colmegna 8. Alberto Laggia: Religiose e religiosi contro le misure razziste del "pacchetto sicurezza", nel nome del Vangelo 9. Uno scambio di lettere tra don Carlo e don Antonio Sciortino 10. "Corriere della sera": Finanche l'ex ministro Tremaglia chiede l'abolizione del "reato di immigrazione clandestina" 11. Alexian Santino Spinelli: Il cordoglio e la solidarieta' 12. Consiglio della Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Ateneo di Modena e Reggio Emilia: Contro il razzismo e la xenofobia 13. Per Aung San Suu Kyi 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento 15. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. NON UCCIDERE Opporsi alla guerra. Opporsi al razzismo. Opporsi ai poteri criminali. Salvare le vite. Vi e' una sola umanita'. 2. UNA SOLA UMANITA'. UN APPELLO URGENTE A tutte le persone che ci leggono chiediamo di presentare esposti alle magistrature e ad altre istituzioni affinche' siano abrogate le misure razziste e squadriste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" e siano processati i colpevoli del tentativo di colpo di stato da esse misure configurato. * Vorremmo che nel lasso di tempo piu' breve possibile migliaia di esposti raggiungano tutte le Procure d'Italia e numerosi altri pubblici ufficiali ed attivino cosi' le procedure che portino con la massima tempestivita' possibile all'intervento della Corte Costituzionale che abroghi le illegali e criminali misure razziste, squadriste e golpiste contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94. * Vorremmo che si sviluppasse un movimento di dimensioni massive, corale, di popolo, in difesa della Costituzione e dell'umanita', in difesa della legalita' e della civilta', un movimento che si opponga al razzismo e allo squadrismo, che si opponga al tentativo di colpo di stato del governo dell'eversione dall'alto. * Proponiamo di utilizzare come modello gli esposti che abbiamo presentato noi stessi e di seguito riportiamo, oppure di formularne, presentarne, diffonderne di piu' elaborati e dettagliati ancora; in ogni caso di agire tempestivamente nel richiedere che le competenti magistrature intervengano per ripristinare la legalita' violata dai golpisti razzisti. Agire tempestivamente, poiche' ogni giorno che passa il razzismo miete vittime. Agire tempestivamente, per la legalita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Con la forza della verita'. Con la forza del diritto. Con la forza dell'ordinamento giuridico. Con la forza della nonviolenza. 3. UNA SOLA UMANITA'. ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di Viterbo Al Presidente del Tribunale di Viterbo Al Presidente della Corte d'Appello di Roma Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di Viterbo Al Presidente della Provincia di Viterbo Al Presidente della Regione Lazio Al Questore di Viterbo Al Prefetto di Viterbo Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Giuseppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 8 agosto 2009 4. UNA SOLA UMANITA'. ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di Viterbo Al Presidente del Tribunale di Viterbo Al Presidente della Corte d'Appello di Roma Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di Viterbo Al Presidente della Provincia di Viterbo Al Presidente della Regione Lazio Al Questore di Viterbo Al Prefetto di Viterbo Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Giuseppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 8 agosto 2009 5. AGENDA. ISTRUZIONI PER L'USO E INDIRIZZI UTILI Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli espsoti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere ampliati, o resi piu' dettagliati, se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Diamo di seguito gli indirizzi delle istituzioni centrali cui inviare gli esposti; gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano ovviamente da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Al Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it Al Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it Al Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it Al Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it Al Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it Al Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Al Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm Al Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp Al Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti non sostituiscono l'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi di inviare sempre comunque anche copia cartacea degli esposti per posta (con raccomandata). Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it 6. LE ULTIME COSE. IL TESTIMONE Come testimone della bonta' delle "ronde" la televisione esibisce un sindaco recentemente condannato per razzismo. Quando si dice l'uomo giusto al posto giusto. 7. UNA SOLA UMANITA'. ZITA DAZZI INTERVISTA VIRGINIO COLMEGNA [Dal quotidiano "La Repubblica" del 10 agosto 2009 col titolo "Don Colmegna, presidente della Casa della Carita' di Milano, boccia le parole di Bossi: Basta trattare tutti da criminali, tanti sono venuti per aiutarci"] "Far diventare la clandestinita' un reato segna un arretramento culturale pericoloso. Nella casistica della clandestinita' rientrano molte categorie di persone diverse. Generalizzare, criminalizzare indistintamente tutti, allo stesso modo, non solo e' sbagliato, ma non ha nemmeno senso". * - Zita Dazzi: Perche', don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carita' di Milano? - Virginio Colmegna: Si parla di carcere, di espulsioni, poi si banalizza tutto con la storia dell'ammenda. Questa legge e' inapplicabile. * - Zita Dazzi: La richiesta di legalita' e' pero' molto sentita. - Virginio Colmegna: Clandestine sono anche le badanti che curano i nostri anziani, le baby sitter. Persone che sostengono l'economia reale, oltre che l'economia sociale. Vogliamo metterli tutti in galera? * - Zita Dazzi: Il ministro Bossi contrappone gli immigrati agli italiani che andavano all'estero "per lavorare e non per uccidere". - Virginio Colmegna: Non vorrei commentare discorsi di questo genere. Altre importanti cariche dello Stato hanno parlato diversamente, come anche il mondo ecclesiale. * - Zita Dazzi: E' sbagliato fare l'equazione clandestini uguale a criminali? - Virginio Colmegna: Ci sono reati legati alla clandestinita', ma basta con le provocazioni. Bisogna essere inflessibili per assicurare la legalita', ma non bisogna rassicurare l'opinione pubblica lanciando slogan che aumentano la tensione. La violenza non ha etnia. * - Zita Dazzi: Che cosa serve per garantire la legalita'? - Virginio Colmegna: Bisogna restituire dignita' alle persone, riconoscere diritti di cittadinanza paralleli all'assunzione di doveri. Punire chi non e' in regola, come se questo fosse in ogni caso un reato penale, consegna le persone a una condizione di lacerazione sociale compiuta, che non puo' produrre altro che danni. 8. UNA SOLA UMANITA'. ALBERTO LAGGIA: RELIGIOSE E RELIGIOSI CONTRO LE MISURE RAZZISTE DEL "PACCHETTO SICUREZZA", NEL NOME DEL VANGELO [Da "Famiglia cristiana" n. 32 del 9 agosto 2009 col titolo "L'altro nord dei preti obiettori", l'occhiello "Immigrati. Sacerdoti, frati suore contestano il pacchetto sicurezza voluto dal governo" e il sommario "Dal Veneto al Piemonte: voci critiche, nel nome del Vangelo. Come nel caso di don Alberico Alfonsi, parroco a Padova"] "Venga a vedere, poi ragioniamo". Ancor prima di presentarsi, don Alberico ci accompagna nel giardino che sta di fronte alle strutture dell'oratorio dove sono ammassati materiali edili. E attraverso un foro sulla parete di legno di una fatiscente baracca adibita a deposito d'attrezzi ci indica uno sconosciuto che sta dormendo, accovacciato a terra, nell'unico spazio lasciato libero dal legname: un angolo di un metro e mezzo per cinquanta centimetri, dove non dormirebbe neanche un cane. Li' accanto ha posato i suoi pochissimi effetti personali: un portamonete, qualche documento e un pacchetto di sigarette. "E' l'ennesimo immigrato proveniente da chissa' dove, di passaggio per la ricca Padova, che la notte scorsa s'e' introdotto qui dentro per trovare un posto dove posare il capo. Per la legge sarebbe un clandestino, uno da denunciare. Ma non lo faro' certo io. Come potrei? Le sembra possibile vivere in queste condizioni disumane?". In queste poche parole sta tutta l'amarezza di chi e' impotente di fronte alla disperazione e alla miseria, ma anche la netta convinzione che per un cristiano e per un prete che dirige una comunita' prima di tutto viene il dovere dell'accoglienza. Le emergenze sociali di Padova e della sua periferia le conosce bene don Alberico Alfonsi, settant'anni portati alla grande, molti dei quali spesi tra i ragazzi e gli oratori (e' anche vicepresidente dell'Anspi, l'associazione San Paolo che promuove, appunto, le realta' oratoriali sparse in Italia): e' parroco dal 1980, qui alla Beata Vergine Maria a Cave, quartiere della prima cintura urbana della citta'; e questa zona, edificata nel 1956, l'ha vista crescere, gonfiarsi caoticamente e diventare un rione con una forte presenza d'immigrati. "Su seimila residenti, quasi 400 provengono dall'estero. Una meta' vive e lavora qui regolarmente, come muratore, camionista, piastrellista o fornaio. Un'altra meta' non e' in regola col permesso di soggiorno. Purtroppo molti di loro sono ammassati in una palazzina della vicina via Dini diventata tristemente nota alle cronache cittadine per le retate della polizia, lo spaccio e la prostituzione", spiega il sacerdote. Da tempo, nel quartiere, la parrocchia e' diventata un punto di riferimento per gli stranieri in cerca d'aiuto. Qui trovano un po' d'accoglienza: vengono messi a disposizione i servizi degli impianti sportivi, mentre la Caritas e la San Vincenzo, ogni mercoledi', distribuiscono generi alimentari e vestiario, oltre a fare consulenza. * La gratitudine della giovane Ivette "E' una benedizione essere capitati a Cave", dichiara Ivette, venticinquenne studentessa camerunense, iscritta al secondo anno della facolta' di Medicina a Padova e madre da poco piu' d'un mese: "Questa comunita' cristiana mi ha dimostrato con i fatti che il Signore aiuta, e che possiamo non sentirci stranieri in un momento in cui noi stranieri abbiamo paura di vivere in Italia". Si commuove e piange la giovane Ivette, accarezzando la piccola Bakita che tiene in braccio. E' sostenuta economicamente dalla parrocchia ed e' ospite di "Casa famiglia", una comunita' che sorge fuori Padova, gestita da don Giuseppe Maniero. Sono una trentina le donne migranti che risiedono a Cave e che la parrocchia aiuta. Con o senza permesso di soggiorno. Don Alberico motiva cosi' la sua discreta, ma assai concreta obiezione di coscienza: "Noi rispettiamo le leggi, ma dobbiamo anche avere il coraggio di dire quando una legge non rispetta l'uomo. La crisi economica, che sta creando nel Nordest disoccupazione anche tra gli italiani, sta mietendo vittime soprattutto tra gli immigrati. Ed e' inaccettabile che una legge come quella emanata recentemente dal Governo trasformi i piu' poveri, chi perde il lavoro e magari vive nel nostro Paese da anni, pagando le tasse e comportandosi bene, in clandestini. Non si tratta di essere ostili al Governo ma a disposizioni legislative che vanno contro la dignita' della persona", afferma il parroco di Cave. Nella parrocchia della Beata Vergine non ci sono "clandestini", ne' delatori, ma solo accolti nel nome di Dio. 9. UNA SOLA UMANITA': UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DON CARLO E DON ANTONIO SCIORTINO [Da "Famiglia cristiana" n. 32 del 9 agosto 2009 (dalla rubrica di lettere "Colloqui col padre" tenuta dal direttore don Antonio Sciortino) col titolo "Un grido di esecrazione verso chi ha voluto una legge cosi' punitiva e cattiva. Io prete e anche 'fuorilegge'" e il sommario "Grande disagio verso alcune norme del Pacchetto sicurezza che hanno messo in seria difficolta' centinaia di migliaia di famiglie con badanti e colf che assistono anziani e bambini"] Caro don Antonio, sento l'obbligo morale di usare anche la mia voce per sottolineare l'iniquita', mi verrebbe da dire la "cattiveria", della recente legge che, mischiando tanti aspetti riguardanti la sicurezza e facendo, quindi, una gran confusione, istituisce il reato di immigrazione clandestina. L'immigrato non in regola con il permesso di soggiorno e' automaticamente un criminale, da processare, multare e buttare via. Quanta sofferenza creera' questa legge: penso alla paura, ai sospetti, alla possibilita' di ricatti nel rapporto tra datori di lavoro e dipendenti non in regola. Una legge anche difficile da applicare, che colpisce tantissime famiglie italiane. Ho vissuto sulla mia pelle una esperienza simile. Per otto anni i miei genitori sono stati assistiti da cosiddette "badanti". Da due anni e' rimasto solo il babbo. Abbiamo vissuto situazioni difficili, con grandi difficolta' burocratiche per il rinnovo dei permessi e per la complessita' delle assunzioni. Piu' volte mi e' capitato di dover partire, nel cuore della notte, con la "badante" e fare ore di umilianti file davanti alla Questura della citta' per avere il numero ed essere ricevuti! E con gravi difficolta' anche finanziarie: fra tutto - stipendio, contributi Inps, spese per vitto e alloggio - la nostra famiglia (come tutte le migliaia di famiglie nelle stesse situazioni) spende oltre 1.000 euro al mese. Senza contributi da parte dello Stato. Dov'e' la politica a favore delle famiglie, o la loro centralita' tanto sbandierata dal nostro premier? Le famiglie come la mia, con anziani non autosufficienti o con bambini piccoli, sono lasciate semplicemente da sole ad arrangiarsi, a trovare soluzioni "fai da te", senza nessun aiuto. Sempre piu' spesso, la soluzione sta nel dover ricorrere all'assistenza indispensabile di "badanti". Anche a noi e' capitato cosi', non avevamo altra scelta. L'unica alternativa era mettere i miei cari in una casa di riposo. Soluzione molto triste. Ma anche molto piu' onerosa per noi e per la societa'. Confesso che, per circa un anno, sono stato anch'io un "fuorilegge". Appena approvata la legge Bossi-Fini, avevamo una signora polacca, neocomunitaria e, quindi, con necessita' di permesso di soggiorno. Noi non l'abbiamo potuta regolarizzare, come l'altra che avevamo avuto negli anni precedenti, perche' non siamo rientrati nelle famose "quote". E' davvero il colmo: un onesto cittadino, e anche prete, per il bene della propria famiglia deve diventare "fuorilegge"! Ripenso a questo periodo, alle paure mie e a quelle della "badante", al disagio di non essere a posto con la legge, e mi ritorna una grande indignazione. Si calcola che sono circa 500.000 le situazioni irregolari: anche ragionando solo per il nostro interesse (e questa non e' un'ottica cristiana), queste famiglie sono costrette a vivere in una situazione di disagio e di paura senza sbocchi. Per non parlare della sofferenza e delle difficolta' delle lavoratrici e dei lavoratori senza permesso: se si ammalano, se hanno un incidente sul lavoro, se devono andare in ospedale... che faranno, e che ne sara' delle loro famiglie? Provo vergogna per gli uomini politici e la maggioranza di Governo che hanno approvato, superando ogni divergenza, questo pacchetto sulla sicurezza che contiene norme ingiuste e cattive. Non solo per gli stranieri, ma anche per le famiglie italiane. don Carlo * Molti hanno dato voce al disagio nei confronti delle decisioni entrate a far parte del decreto legge sulla sicurezza. La tua testimonianza, caro don Carlo, colpisce perche' nelle tue critiche confluiscono ragioni di diversa natura: contesti le norme che fanno diventare reato l'immigrazione clandestina come cittadino, come sacerdote e come una normale persona che, al pari di ciascuno, deve far fronte a problemi di famiglia. Consideri l'esclusione dall'ambito della legalita' (attuata con un tratto di penna) di centinaia di migliaia di persone impegnate nel "lavoro di cura" come una minaccia sociale. Oltre che una violazione del dovere di solidarieta'. Per non dire delle enormi difficolta' che le famiglie dovranno affrontare. Perche' tra quanto e' scritto nel patto sociale che ci tiene insieme e quanto avviene nella realta' si registra una vistosa dissonanza. Secondo il welfare state, le persone fragili e in stato di bisogno ricevono il sostegno della comunita': non per filantropia o per inclinazioni alla fraternita' religiosa, ma per una rigorosa suddivisione di diritti e doveri, che comprende un ruolo attivo dello Stato nel riequilibrare la distribuzione delle risorse. Ma se nella condizione di necessita' (come e' il tuo caso, caro don Carlo, con i tuoi genitori anziani, diventati non piu' autosufficienti), le famiglie si vedono scaricare il peso dell'assistenza, viene meno quel contratto sociale che e' proprio delle societa' piu' avanzate, alle quali ci gloriamo di appartenere. Il disagio e la paura senza sbocchi, di cui parli, sono la conseguenza di una legge che, in nome della sicurezza, smantella anche quella fragile costruzione di "Stato sociale fai da te", che molte famiglie si sono venute costruendo, in assenza di politiche sociali e per la famiglia, carenti da sempre nella nostra societa'. A questo scenario, tu aggiungi un tratto che ha del paradossale: proprio tu, onesto cittadino e prete, ti trovi costretto a "fare il furbo", cercando un modo per sventare i rigori delle norme di legge. Torna in mente l'unico discorso tenuto in Senato da Eduardo De Filippo. Il grande attore e regista teatrale, nel 1982, e' stato nominato senatore a vita. Terra' il seggio solo per pochi mesi, prima della morte. In un discorso a favore dei minori detenuti nell'Istituto Filangieri di Napoli, per perorare la sua trasformazione in un villaggio-lavoro, denuncio': "Ogni santo giorno, noi italiani ci troviamo di fronte al solito dilemma: o vivere fuori dal nostro tempo o fuori dalle nostre leggi". In questo caso, non si tratta di leggi antiquate, bensi' nuovissime; ma concepite nella paura, chiudendo gli occhi sulle conseguenze che sarebbero derivate nella vita delle persone coinvolte. La tua lettera, caro don Carlo, si chiude con un grido di esecrazione verso chi ha voluto, con occhi miopi e cuore arido, misure cosi' punitive. Ma gridare "vergogna" non basta: bisogna mettere subito mano a misure di prevenzione, per limitare i danni alle persone e alla societa' che quelle norme sono destinate a infliggere. E che hanno gia' inflitto, prima ancora d'entrare in vigore. don Antonio 10. UNA SOLA UMANITA'. "CORRIERE DELLA SERA": FINANCHE L'EX MINISTRO TREMAGLIA CHIEDE L'ABOLIZIONE DEL "REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA" [Dal "Corriere della sera" del 9 agosto 2009 col titolo "L'ex ministro degli Italiani nel mondo Tremaglia: cancellare la norma sui migranti"] Respingere il reato di immigrazione clandestina e approvare una sanatoria per gli irregolari in Italia. Parla "col cuore" Mirko Tremaglia, ex ministro per gli Italiani nel mondo, ieri a Marcinelle con il presidente della Camera Gianfranco Fini per ricordare i 262 minatori ingoiati dalla cava 53 anni fa. "Scendiamo in campo - ha detto Tremaglia - per difendere i diritti di chi e' costretto a lasciare la sua famiglia e il suo paese per lavorare". Per questo, di fronte all'ondata migratoria che interessa l'Italia, l'ex ministro ha chiesto di "cancellare il reato di immigrazione clandestina che e' assurdo, ed e' stato inventato solo per colpire i migranti che non hanno compiuto alcun reato. Si' anche alla sanatoria per i migranti che lavorano nel nostro Paese". 11. UNA SOLA UMANITA'. ALEXIAN SANTINO SPINELLI: IL CORDOGLIO E LA SOLIDARIETA' [Da Alexian Santino Spinelli (per contatti: spithrom at webzone.it) riceviamo e diffondiamo il seguente intervento dal titolo "Non si faccia di tutta l'erba un fascio"] Vorrei esprimere la piu' sincera solidarieta' e il piu' vivo cordoglio alla famiglia della vittima: lo studente marchigiano Antonio De Meo morto a Villa Rosa di Martinsicuro (Teramo). Questi fatti sconcertanti e dolorosissimi avvengono anche e soprattutto perche' all'origine, a causa della cecita' politica, si e' scelto di non fare nulla per l'integrazione dei Rom attraverso anche una seria promozione sociale e culturale. Episodi come questo vanno assolutamente condannati, ma hanno una responsabilita' singola. Non si puo' condannare l'intera popolazione Rom. Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio perche' non rende giustizia a quei Rom onesti che lavorano e sono integrati: artisti, insegnanti, circensi, negozianti, sportivi, commercianti, gestori di bar e alberghi, etc. Ci si ricorda dei Rom solo quando ci sono le elezioni. I Rom sono anche cittadini italiani con gli stessi diritti e doveri. E' chiaro che l'emarginazione porta alla devianza e al degrado. Non si confonda la cultura con episodi di cronaca come si tende a fare. I Rom sono italiani quando prendono parte a manifestazioni internazionali come le Olimpiadi e non si sottolinea mai la loro etnia di appartenenza ma al contrario la si evidenzia fin troppo nei media quando sono coinvolti in episodi di cronaca. L'odio razziale che alcune parti politiche stanno fomentando va condannato con forza e determinazione. Va fermato questo processo di condanna generale e il tragico episodio non puo' e non deve far scaturire una guerra indiscriminata verso i Rom. La classe politica al governo lo e' anche e soprattutto perche' ha promosso la campagna elettorale giocando sulla paura per il diverso, e soprattutto sulla paura per i Rom. Sono stati rispolverati stereotipi risalenti al XVI secolo. A nulla valgono l'impegno, l'onesta di migliaia di altri Rom integrati che pagano per le colpe di pochi e per episodi singoli. I Rom non sono nomadi per cultura come tutti tendono ormai a credere, la maggioranza vive nelle case. I campi nomadi sono una vergognosa segregazione razziale, non un'autentica espressione culturale. Di questa "italian apartheid" ne' i politici si occupano ne' i media denunciano. I Rom sono fortemente discriminati e cio' non favorisce l'incontro, lo scambio, il rispetto reciproco, la conoscenza e l'integrazione. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Alexian Santino Spinelli, musicista e docente universitario 12. UNA SOLA UMANITA'. CONSIGLIO DELLA FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA DELL'ATENEO DI MODENA E REGGIO EMILIA: CONTRO IL RAZZISMO E LA XENOFOBIA [Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo il seguente "manifesto contro il razzismo e la xenofobia" approvato dal Consiglio della Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Ateneo di Modena e Reggio Emilia] 1. Il rispetto della persona e la disponibilita' al dialogo vanno garantiti a tutti i soggetti migranti presenti sul territorio italiano, indipendentemente dal loro status civile e politico (migranti, rifugiati politici, asilanti, sans papiers o altro) e dal possesso o meno della cittadinanza italiana. I soggetti vanno anzitutto considerati come cittadini del mondo. 2. Va usata una oculata pianificazione linguistica nel denominare, descrivere e riferire fatti e persone in cui sono coinvolti soggetti migranti. Si denuncia e si rifiuta l'uso e l'abuso della parola "straniero", offensiva e inadeguata per intendere con un unico termine di derivazione fascista un'ampia tipologia di soggetti che non hanno l'italiano come lingua materna. Si propone una dizione piu' aderente alla realta' come quella di "migrante". 3. Va diffuso e incrementato il valore della diversita' linguistica e culturale e il suo pianificato intervento formativo per il raggiungimento di una sviluppata competenza interculturale cui dovrebbe essere educata tutta la popolazione autoctona. 4. Va sollecitata la diffusione della "Carta di Roma" come codice etico contro la xenofobia e il razzismo. Ad essa dovrebbero attenersi tutti gli organi e le istituzioni preposti sia alla diffusione dell'informazione (giornali e diffusori massmediatici) che alla formazione dei cittadini. Va ugualmente promossa la diffusione e la discussione della recente Decisione quadro dei ministri della Giustizia della Unione Europea, che colpisce "coloro che incitano pubblicamente e intenzionalmente alla violenza e all'odio... contro un gruppo di persone o un membro di tale gruppo definito in base alla razza, al colore, alla religione, discendenza, origini nazionali o etniche", ricordando che i governi nazionali sono tenuti a recepire entro due anni tale Decisione nei rispettivi ordinamenti. 5. Va favorito e pubblicizzato il contatto con le istituzioni che si occupano statutariamente dei soggetti migranti, soprattutto con il "Forum Sociale Europeo delle Migrazioni". Cio' per progettare e coordinare campagne a tutto raggio in favore dei diritti dei migranti e contro le politiche repressive e securitarie. 6. Va sollecitata la denuncia pubblica di tutte quelle campagne di criminalizzazione dello "straniero" che, ostacolando lo sviluppo della competenza interculturale, vanno invece a costruire la "sindrome dell'invasione" come risultato di una irrazionale immagine negativa dei migranti. 7. Vanno documentati gli episodi di razzismo e di xenofobia e vanno segnalate e appoggiate le piu' significative forme di contrasto e di denuncia di tali episodi, allo scopo di superare atteggiamenti non solo di complicita', ma anche di indifferenza e di acquiescenza. 8. Va promossa e approfondita - nella normale attivita' didattica e attraverso specifiche iniziative culturali concordate con gli studenti - la comprensione delle radici del razzismo nella storia del nostro paese: dalle "imprese" coloniali alle leggi del 1938, dall'affermarsi di personalita' e indirizzi razzistici nelle varie scienze e discipline (eugenetica, demografia, antropologia, storia romana, storia coloniale, ecc.) ai progetti ideologici di creazione dell'uomo nuovo o di trasformazione guerriera del carattere degli italiani. La profondita' di tali radici significa anche la possibilita' di persistenza e di riadattamento a nuove situazioni e dimostra l'inconsistenza e soprattutto la pericolosita' del mito e delle rappresentazioni del "bravo italiano". 9. Va ricordato che la "costruzione" del migrante come "nemico" diventa funzionale a nascondere la questione politica della sicurezza, della coesione e della giustizia sociale per tutta la popolazione. 10. Va infine tenuto presente che il razzismo e la xenofobia non sono futili e casuali esternazioni individuali, bensi' segni di un profondo e pervasivo degrado sociale. Restare in silenzio significa contribuire a legittimare e a sviluppare gravi forme di intolleranza collettiva. 13. MAESTRE. PER AUNG SAN SUU KYI Ci associamo alle dichiarazioni ed alle iniziative nonviolente di solidarieta' con Aung San Suu Kyi. Chiediamo anche noi che sia immediatamente liberata e che possa candidarsi nelle prossime elezioni al governo del suo paese, come e' dimostrata volonta' del suo popolo. 14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 15. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 911 del 13 agosto 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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