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Esseri umani contro il razzismo
- Subject: Esseri umani contro il razzismo
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 4 Aug 2009 14:32:50 +0200
- Importance: Normal
=============================== ESSERI UMANI CONTRO IL RAZZISMO =============================== Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 4 agosto 2009 1. Peppe Sini: Difendere la legalita' qui e ora significa opporsi alle criminali misure razziste e squadriste che un governo golpista e disumano pretende di imporci 2. Una proposta urgente 3. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati 4. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.) 5. Comunita' battista di Livorno: Chiamati alla solidarieta' 6. Marco Revelli: Quante volte 7. Raffaele K. Salinari: Comma 22 8. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 9. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 10. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed organizzazioni per i diritti dei bambini 11. Riletture: Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo 12. Riletture: Primo Levi, I sommersi e i salvati 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DIFENDERE LA LEGALITA' QUI E ORA SIGNIFICA OPPORSI ALLE CRIMINALI MISURE RAZZISTE E SQUADRISTE CHE UN GOVERNO GOLPISTA E DISUMANO PRETENDE DI IMPORCI Lo squadrismo e' un crimine. Chi lo promuove, chi lo sostiene, chi lo favoreggia, chi lo accetta, e' un criminale. Il razzismo e' un crimine. Chi lo promuove, chi lo sostiene, chi lo favoreggia, chi lo accetta, e' un criminale. Il colpo di stato e' un crimine. Chi lo promuove, chi lo sostiene, chi lo favoreggia, chi lo accetta, e' un criminale. * E' diritto e dovere di ogni persona e di ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana opporsi allo squadrismo, al razzismo, al colpo di stato. Le misure razziste e squadriste, anticostituzionali ed antigiuridiche, criminali e criminogene del cosiddetto "pacchetto sicurezza" costituiscono una gravissima aggressione golpista e totalitaria al nostra paese e al nostro popolo, un gravissimo tentativo di eversione dall'alto. E' diritto e dovere di ogni persona e di ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana opporsi allo squadrismo, al razzismo, al colpo di stato. * Al Parlamento chiediamo ancora, prima che il cosiddetto "pacchetto sicurezza" che contiene quelle scellerate ed infami misure criminali e criminogene entri in vigore, di nuovamente deliberare in materia, e cassarle definitivamente. In assenza di cio', compiendosi con l'entrata in vigore di quelle misure un attentato alla Costituzione ed una serie di crimini connessi, chiederemo immediatamente alle competenti magistrature di perseguire i criminali razzisti, squadristi e golpisti, e di attivare le procedure che portino all'abrogazione ope legis da parte della Corte Costituzionale di quelle abominevoli misure che pretendono di far strame dello stato di diritto, della democrazia, della civilta' giuridica, del sentimento di umanita', che pretendono di imporre il regime dell'apartheid nel nostro paese, che pretendono di imporre al nostro paese il ritorno dello squadrismo fascista. * Nessuno sia complice del colpo di stato. Nessuno si arrenda al razzismo. Nessuno si rassegni all'apartheid. Difendiamo la legalita'. Difendiamo la democrazia. Difendiamo la civilta'. Difendiamo la Costituzione della Repubblica Italiana. Difendiamo la dignita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Con la forza della verita'. Con la forza del diritto. Con la forza dell'ordinamento giuridico democratico. Con la forza della nonviolenza. 2. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di: a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica; b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa richiesta; c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa richiesta; d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia; e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta. * Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti: a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe rossi_m at posta.senato.it Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso i siti di Camera e Senato. 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Signori Presidenti dei due rami del Parlamento, il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, con la presente siamo a richiedere che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Distinti saluti, firma luogo e data indirizzo completo del mittente 4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.) Il Consiglio ... di ..., premesso che il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, chiede al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio. 5. UNA SOLA UMANITA'. COMUNITA' BATTISTA DI LIVORNO: CHIAMATI ALLA SOLIDARIETA' [Dal sito www.ildialogo.org riprendiamo il seguente intervento della Comunita' Battista di Livorno col titolo "Legge sulla 'sicurezza': siamo preoccupati" e il sommario "La posizione della comunita' battista di via del Vecchio Lazzeretto, a Livorno, riguardo alla cosiddetta 'legge sulla sicurezza' approvata recentemente dal Governo italiano"] Come cristiani appartenenti alla comunita' battista di Livorno, preoccupati per l'aumento di episodi di intolleranza e violenza razzista verificatisi nel nostro paese negli ultimi mesi, abbiamo aderito alla campagna contro il razzismo, l'indifferenza e la paura dell'altro "Non aver paura - apriti agli altri - apri ai diritti". Il 2 luglio il governo italiano, che spesso fa leva sui principi cristiani sui quali fonda le sue battaglie, ha approvato definitivamente la legge sulla "sicurezza"; a questo proposito vogliamo esprimere la nostra rinnovata preoccupazione per la sorte di tutte quelle persone che emigrano nel nostro paese per cercare un futuro migliore, persone in fuga da miseria, guerre e persecuzioni, molte delle quali sono state respinte, come abbiamo visto, poche settimane fa in Libia, senza che della loro sorte si sia saputo piu' nulla. La nostra coscienza di cristiani/e che si fonda sulle Scritture ci spinge all'accoglienza dello straniero: "Quando qualche straniero abitera' con voi nel vostro paese, non gli farete torto. Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi e' nato fra voi; tu lo amerai come te stesso; poiche' anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto. Io sono il Signore vostro Dio" (Levitico 19, 33-34). Condividiamo il giudizio di Franca Di Lecce, direttrice del Servizio rifugiati e migranti (Srm) della Fcei (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia) che si esprime cosi': "L'approvazione del disegno di legge sulla sicurezza e' una grave sconfitta culturale per l'intero paese. Si punisce non chi commette reato ma una semplice condizione esistenziale: essere migrante e aspirare a un futuro migliore e' ora un crimine. Inoltre con la nuova legge il riconoscimento dei figli, il matrimonio, l'effettiva possibilita' di essere curati senza paura di essere denunciati, il trasferimento di danaro nel proprio paese e tutti gli atti civili saranno subordinati al permesso di soggiorno, che sara' sempre piu' difficile da ottenere e cosi' facile da perdere, grazie al sistema dei punti, ai costi sempre piu' alti, a improbabili indici di integrazione da raggiungere... In questo contesto non e' rincuorante la proposta di un provvedimento di urgenza sulla regolarizzazione delle colf e delle badanti. Da un lato ci si preoccupa delle famiglie italiane, e dall'altro lato si restringono i diritti delle famiglie dei migranti. Oltre a sentirlo come un rattoppo, e' un tentativo di distrazione dalla legge disumana appena approvata ed e' pericoloso per il messaggio che lancia: si salva chi serve i signori. La cultura della solidarieta' e dei diritti su cui abbiamo fondato la nostra democrazia lascia il posto alla cultura della sudditanza e dell'umiliazione...". Siamo convinti/e che ci sono momenti nella storia in cui siamo chiamati/e a decidere da che parte stare e quale legge seguire: la legge degli uomini o la legge di Dio? Anche a questa domanda troviamo risposta nel libro degli Atti (cap. 5, 29): "Bisogna ubbidire a Dio anziche' agli uomini", così come hanno risposto nel passato i tanti credenti perseguitati per la loro fedelta' alle Scritture. Anche l'art. 16 della confessione di fede delle chiese battiste in Italia e' orientata in questo senso: "Il ruolo della Chiesa di Cristo, distinto e separato da quello dello Stato, consiste nel perseguire la propria missione ora in coordinazione con gli ordinamenti dello Stato, ora in contestazione delle sue degenerazioni che limitano la liberta' e corrompono la giustizia". Noi pensiamo che come cristiani siamo chiamati dalla Parola dell'evangelo a stare dalla parte degli ultimi, di quelle donne e quegli uomini, cui vengono negati i diritti, che vogliamo chiamare con i loro nomi: Abdul, Nabruka, Vira, Irina, Mohamed, Murabu, Lena... Percio' vogliamo rifiutare la logica prodotta da una strategia della paura che porta a una tragica anestetizzazione dei sentimenti e delle coscienze - cosi' prosegue Di Lecce - proprio a partire dall'elaborazione di quel dolore che proviamo per quelle storie di diritti negati, di vite spezzate e umiliate, di coscienze dilaniate, per cambiare questa societa' avvelenata, malata e anestetizzata. Invertiamo la rotta, e' il tempo della disobbedienza civile. Vorremmo anche, tramite queste parole che esprimono la nostra posizione, rivolgere un appello a tutte le comunita' religiose, associazioni laiche e comitati impegnati sul territorio, che si sentono chiamati alla cultura della solidarieta' e dell'inclusione, al fine di realizzare una rete di confronto, collaborazione e appoggio reciproco, sollecitati/e dalle parole di Martin Luther King: "Non ho paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli onesti". 6. UNA SOLA UMANITA'. MARCO REVELLI: QUANTE VOLTE [Dal quotidiano "Il manifesto" del primo agosto 2009 col titolo "Razzismo. Immaginario avvelenato"] Dopo il reato di clandestinita' le ronde. Dopo le ronde l'esame di dialetto per i professori. Ogni giorno una nuova, piccola croce nell'elenco delle vergogne. E noi a guardare lo spettacolo dell'Italia civile che va giu', incerti tra l'indignazione etica e il disgusto estetico. Tra l'incredulita' per la forzatura dei confini ritenuti fino a ieri invalicabili dei diritti umani violati, e lo schifo per l'esibizione di ignorante rozzezza ostentata in forma di legge e di proposta parlamentare. Di reazione politica, neanche l'ombra. Come se quanto accade non fosse in realta' vero. Non si misurasse effettivamente con la nostra vicenda storica. Non costituisse uno strappo reale, un attentato a quella costituzione materiale - e anche, a questo punto, formale - che aveva trainato l'Italia tra i paesi all'onor del mondo. A guardare i telegiornali, i volti bipartisan dei politici esternatori, degli eterni portavoce, con sullo sfondo l'immutabile facciata di Montecitorio, si direbbe che sia tutta finzione. Sceneggiata. Teatrino. Che si', Bossi e Calderoli le sparano grosse, ma poi tutto si rivelera' per quello che e' sempre stato. Farsa. Gioco delle parti per strappare un briciolo di visibilita'. Per riequilibrare un rapporto interno. Per controbilanciare le simmetriche sparate "sudiste" di Lombardo e compagni. E nel "pacchetto sicurezza", e' vero, molta della nostra civilta' giuridica cade a pezzi, ma solo sulla carta, nella pratica molto si aggiustera' da solo: le badanti "si salveranno" - proprio cosi', "si salveranno" intitolava un noto quotidiano indipendente nazionale, come se non fossero loro a salvare "noi" quando un famigliare diventa non piu' autosufficiente, e bisogna risolvere il problema dei nostri vecchi. I clandestini con davvero voglia di lavorare e di lasciarsi massacrare di fatica sul lavoro non finiranno dietro le sbarre, dove d'altra parte non c'e' piu' posto nemmeno per i criminali veri. Le ronde saranno piccole e inoffensive, romperanno piu' le scatole alla Pubblica sicurezza vera che non ai magrebini o ai rumeni che si attarderanno per strada. Bravi ragazzi che magari giocheranno a fare le "SS" come quelli di Massa, ma "per gioco", appunto. Non esageriamo con gli allarmismi fuori tempo. Non gridiamo al lupo al lupo. Atteniamoci ai fatti! Gia', atteniamoci ai fatti. I fatti ci dicono che in pochi mesi si e' realizzata per legge la privatizzazione - per ora interstiziale - dell'ordine pubblico (perche' questo sono in effetti le "ronde": una rottura gravissima del principio proprio della modernita' costituzionale che assegna allo Stato il monopolio della forza e della tutela dell'"ordine pubblico": pubblico non a caso, perche' non "privatizzabile"). Si e' proposta senza pudore in sede politica - trovando amichevole e compiacente ascolto nella ministra competente - la regionalizzazione della Pubblica istruzione, ridotta anche linguisticamente (il fondamento primo di ogni processo cognitivo) al raggio corto delle comunita' locali. Al potere segregante dei muri lessicali. Si e' attuata, nel silenzio pressoche' generale, la "penalizzazione" dell'alterita': la commutazione dello "straniero" in "nemico". La rottura di quel diaframma che - fin dalla Roma antica - separava l'hospes dall'hostes, rovesciando l'ospitalita' dell'"altro da noi" (in visita amichevole) in ostilita' verso di esso (identificato come minaccia). Sono, si dira', per ora solo fatti "simbolici". Messaggi. Ma - lo ripeteremo fino alla noia - di effetti simbolici le democrazie muoiono. Perche' il simbolo lavora su quel materiale incandescente che e' l'immaginario collettivo. E il nostro immaginario collettivo si sta, passo dopo passo, avvelenando. Ci stanno abituando all'inaccettabile. Assuefazione, si chiama. Ed e', oltre un certo limite, un male incurabile. Quando poi l'effetto simbolico e' veicolato in forma di legge - quando il simbolo mortale ha la potenza della Norma, e il Negativo assume la dimensione dell'Universale che la legge appunto possiede - il Male diventa estremo. In un passato non lontano, nel ventre d'Europa, lungo derive "simboliche" non cosi' diverse, quel Male si e' fatto addirittura "assoluto". Sarebbe bene che i rappresentanti delle varie e disperse "sinistre" alzassero un momento gli occhi dalle loro faccende interne e dai loro tanti avversari "privati" e condividessero, non dico l'azione concreta di contrasto a tutto cio' (quella sembra riservata a minoranze estreme, un po' "fuori dal mondo"), ma quantomeno l'allarme. "Quante volte puo' un uomo volgere lo sguardo, e fingere di non vedere?", cantava in un tempo meno arreso Bob Dylan. Quante volte ancora? 7. UNA SOLA UMANITA'. RAFFAELE K. SALINARI: COMMA 22 [Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 agosto 2009 col titolo "Quel comma 22 che esclude gli immigrati" e la nota redazionale "Raffaele K. Salinari e' presidente di Terre des Hommes"] Il nove agosto entrera' in vigore il pacchetto sicurezza; una delle implicazioni possibili, denunciata con forza anche dall'Associazione studi giuridici sull'immigrazione, e' che i genitori immigrati senza permesso di soggiorno, i clandestini rei di questo nuovo reato, non potranno denunciare i figli all'anagrafe, privandoli in questo modo della loro naturale identita'. Non sappiamo quante siano le case religiose che hanno ancora la "ruota", il dispositivo che consentiva ai genitori clandestini di depositare il figlio in un lato di questo oggetto rotante e poi suonare la campana che avvertiva i frati o le suore che un piccoletto era stato abbandonato e quindi venire a girarla per riceverlo all'interno del convento. Ma questo e' esattamente il disperato gesto al quale potrebbero essere spinti tanti genitori immigrati clandestini se non verra' fatta chiarezza sulle norme concernenti il loro diritto al riconoscimento dei figli. E dunque, nelle more delle dichiarazioni falsamente rassicuranti del Viminale: "la madre irregolare che partorisce potra' riconoscere il proprio figlio perche' ha diritto ad un permesso di soggiorno per maternita'", e l'ipocrisia dei fatti - per ottenere questo permesso e' necessario il passaporto ed altra documentazione medica che pochissimi hanno - ci si avvia al paradosso della "ruota", in altre parole alla possibilita' che per dare cittadinanza italiana ai propri figli, i genitori clandestini li lascino nelle mani delle istituzioni sociali. In caso di abbandono, infatti, il bambino adottato dallo Stato diviene immediatamente cittadino nazionale, ottenendo in questa allucinante maniera quei diritti fondamentali che altrimenti gli sarebbero stati negati. E' infatti nozione comune che la maggioranza degli immigrati ha percorso rotte attraverso deserti, mari e zone di guerra e che il passaporto, o altro documento di identita' se mai lo avessero avuto, e' il primo pezzo di carta a scomparire tra le mani dei trafficanti di esseri umani. Ma l'aggettivo allucinante permea sino alle fondamenta questa parte del pacchetto sicurezza, facendone una replica fedele di un racconto kafkiano o, meglio, del famoso Comma 22, lo ricordate? "Chi e' pazzo puo' chiedere di essere esentato dalle missioni di guerra ma chi lo chiede non e' pazzo". Ora la situazione e' questa: l'articolo 1, comma 22 (incredibile ma vero!), lettera g, del pacchetto sicurezza, dice che gli immigrati clandestini devono mostrare il permesso di soggiorno per tutti gli atti di stato civile escluse le prestazioni sanitarie (leggi medici-spia) ed iscrizione scolastica (presidi-spia). Quindi un'interpretazione letterale del comma 22 dice che la registrazione anagrafica e' soggetta all'esibizione del permesso di soggiorno. A seguito delle proteste sollevate da diverse organizzazioni sociali, di settori della chiesa e della politica, il governo ha diramato una circolare (non un regolamento applicativo) nella quale precisa che anche l'iscrizione anagrafica rientra tra gli atti di stato civile inclusi automaticamente. Questa precisazione e' in contraddizione palese con il famoso comma 22 e dunque si e' subito chiesto un definitivo chiarimento che e' arrivato, sempre in stile Comma 22, quando il Viminale ha tirato fuori la storia del permesso di maternita' concesso alle condizioni summenzionate. Dov'e' la certezza normativa? Evidentemente non si vuole ne' ammettere il pasticcio delle contraddizioni, ne' smentire un'impostazione contraddittoria che mira appunto a quella confusione il cui scopo preciso e' la soggezione ulteriore degli immigrati clandestini. Ultimo, ma non per gravita', se da una parte rinasce l'utilizzo della "ruota" per dare un futuro migliore ai propri figli, dall'altro rinascono anche le cliniche clandestine per i parti irregolari, proprio come ai vecchi tempi del periodo antiabortista, con conseguenti guadagni criminali sempre sulla pelle dei disgraziati e conseguenze sulla salute della madre e del bambino. Ovviamente gioisce anche la criminalita' organizzata, che avra' da gestire ulteriore manodopera a basso costo "dalla nascita". La soluzione e' semplice: abolizione del comma 22 e ripristino della percorribilita' piena degli atti di stato civile e dei diritti umani per tutti e senza distinzioni. Basta una norma attuativa di due righe per ripristinare il diritto negato e lasciare le "ruote" ed il Comma 22 nel buio passato della barbarie e della necessita'. 8. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivel a anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky 10. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI Torino, 14 luglio 2009 Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2 luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di origine straniera che vivono in Italia. Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare. A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili. La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione. Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese. Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste norme previste a tutela della sicurezza pubblica. Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani. Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine straniera presenti in Italia. Associazioni e Organizzazioni che aderiscono: Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia Alisei, Societa' Cooperativa Sociale Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie Arciragazzi nazionale Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione Associazione Antigone onlus Associazione Culturale Pediatri Associazione Ibfan Italia Onlus Associazione Nessun luogo e' lontano Associazione Progetto Diritti Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus Cgil Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo Sviluppo Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia onlus Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati Defence for Children International Italia Fondazione Terre des hommes Italia onlus Ifs - Istituto Fernando Santi La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus Legambiente Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta' Save the Children Italia Servizio Legale Immigrati onlus Sos Villaggi dei Bambini onlus Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo 11. RILETTURE. HANNAH ARENDT: LE ORIGINI DEL TOTALITARISMO Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunita', Milano 1967, 1996, pp. LVI + 712. Un libro che occorre aver letto. 12. RILETTURE. PRIMO LEVI: I SOMMERSI E I SALVATI Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986, 2006, pp. XXVI + 236. Un libro che occorre aver letto. =============================== ESSERI UMANI CONTRO IL RAZZISMO =============================== Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 4 agosto 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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