Esseri umani contro il razzismo



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ESSERI UMANI CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 4 agosto
2009

1. Peppe Sini: Difendere la legalita' qui e ora significa opporsi alle
criminali misure razziste e squadriste che un governo golpista e disumano
pretende di imporci
2. Una proposta urgente
3. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al
Presidente della Camera dei Deputati
4. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee
elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.)
5. Comunita' battista di Livorno: Chiamati alla solidarieta'
6. Marco Revelli: Quante volte
7. Raffaele K. Salinari: Comma 22
8. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
9. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
10. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed
organizzazioni per i diritti dei bambini
11. Riletture: Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo
12. Riletture: Primo Levi, I sommersi e i salvati

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DIFENDERE LA LEGALITA' QUI E ORA SIGNIFICA
OPPORSI ALLE CRIMINALI MISURE RAZZISTE E SQUADRISTE CHE UN GOVERNO GOLPISTA
E DISUMANO PRETENDE DI IMPORCI

Lo squadrismo e' un crimine. Chi lo promuove, chi lo sostiene, chi lo
favoreggia, chi lo accetta, e' un criminale.
Il razzismo e' un crimine. Chi lo promuove, chi lo sostiene, chi lo
favoreggia, chi lo accetta, e' un criminale.
Il colpo di stato e' un crimine. Chi lo promuove, chi lo sostiene, chi lo
favoreggia, chi lo accetta, e' un criminale.
*
E' diritto e dovere di ogni persona e di ogni istituzione fedele alla
Costituzione della Repubblica Italiana opporsi allo squadrismo, al razzismo,
al colpo di stato.
Le misure razziste e squadriste, anticostituzionali ed antigiuridiche,
criminali e criminogene del cosiddetto "pacchetto sicurezza" costituiscono
una gravissima aggressione golpista e totalitaria al nostra paese e al
nostro popolo, un gravissimo tentativo di eversione dall'alto.
E' diritto e dovere di ogni persona e di ogni istituzione fedele alla
Costituzione della Repubblica Italiana opporsi allo squadrismo, al razzismo,
al colpo di stato.
*
Al Parlamento chiediamo ancora, prima che il cosiddetto "pacchetto
sicurezza" che contiene quelle scellerate ed infami misure criminali e
criminogene entri in vigore, di nuovamente deliberare in materia, e cassarle
definitivamente.
In assenza di cio', compiendosi con l'entrata in vigore di quelle misure un
attentato alla Costituzione ed una serie di crimini connessi, chiederemo
immediatamente alle competenti magistrature di perseguire i criminali
razzisti, squadristi e golpisti, e di attivare le procedure che portino
all'abrogazione ope legis da parte della Corte Costituzionale di quelle
abominevoli misure che pretendono di far strame dello stato di diritto,
della democrazia, della civilta' giuridica, del sentimento di umanita', che
pretendono di imporre il regime dell'apartheid nel nostro paese, che
pretendono di imporre al nostro paese il ritorno dello squadrismo fascista.
*
Nessuno sia complice del colpo di stato.
Nessuno si arrenda al razzismo.
Nessuno si rassegni all'apartheid.
Difendiamo la legalita'.
Difendiamo la democrazia.
Difendiamo la civilta'.
Difendiamo la Costituzione della Repubblica Italiana.
Difendiamo la dignita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Con la forza della verita'.
Con la forza del diritto.
Con la forza dell'ordinamento giuridico democratico.
Con la forza della nonviolenza.

2. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE

Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di:
a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica;
b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa
richiesta;
c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa
richiesta;
d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia;
e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed
istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta.
*
Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti
i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti:
a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio
l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it
b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un
esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe
rossi_m at posta.senato.it
Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso
i siti di Camera e Senato.

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Signori Presidenti dei due rami del Parlamento,
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
con la presente siamo a richiedere
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti,
firma
luogo e data
indirizzo completo del mittente

4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE
ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.)

Il Consiglio ... di ...,
premesso che
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
chiede
al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei
Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme
palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia
nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia
modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Da' mandato
al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al
Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei
Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di
renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle
altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni
del Consiglio.

5. UNA SOLA UMANITA'. COMUNITA' BATTISTA DI LIVORNO: CHIAMATI ALLA
SOLIDARIETA'
[Dal sito www.ildialogo.org riprendiamo il seguente intervento della
Comunita' Battista di Livorno col titolo "Legge sulla 'sicurezza': siamo
preoccupati" e il sommario "La posizione della comunita' battista di via del
Vecchio Lazzeretto, a Livorno, riguardo alla cosiddetta 'legge sulla
sicurezza' approvata recentemente dal Governo italiano"]

Come cristiani appartenenti alla comunita' battista di Livorno, preoccupati
per l'aumento di episodi di intolleranza e violenza razzista verificatisi
nel nostro paese negli ultimi mesi, abbiamo aderito alla campagna contro il
razzismo, l'indifferenza e la paura dell'altro "Non aver paura - apriti agli
altri - apri ai diritti".
Il 2 luglio il governo italiano, che spesso fa leva sui principi cristiani
sui quali fonda le sue battaglie, ha approvato definitivamente la legge
sulla "sicurezza"; a questo proposito vogliamo esprimere la nostra rinnovata
preoccupazione per la sorte di tutte quelle persone che emigrano nel nostro
paese per cercare un futuro migliore, persone in fuga da miseria, guerre e
persecuzioni, molte delle quali sono state respinte, come abbiamo visto,
poche settimane fa in Libia, senza che della loro sorte si sia saputo piu'
nulla.
La nostra coscienza di cristiani/e che si fonda sulle Scritture ci spinge
all'accoglienza dello straniero: "Quando qualche straniero abitera' con voi
nel vostro paese, non gli farete torto. Tratterete lo straniero, che abita
fra voi, come chi e' nato fra voi; tu lo amerai come te stesso; poiche'
anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto. Io sono il Signore vostro Dio"
(Levitico 19, 33-34).
Condividiamo il giudizio di Franca Di Lecce, direttrice del Servizio
rifugiati e migranti (Srm) della Fcei (Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia) che si esprime cosi': "L'approvazione del disegno di legge sulla
sicurezza e' una grave sconfitta culturale per l'intero paese. Si punisce
non chi commette reato ma una semplice condizione esistenziale: essere
migrante e aspirare a un futuro migliore e' ora un crimine. Inoltre con la
nuova legge il riconoscimento dei figli, il matrimonio, l'effettiva
possibilita' di essere curati senza paura di essere denunciati, il
trasferimento di danaro nel proprio paese e tutti gli atti civili saranno
subordinati al permesso di soggiorno, che sara' sempre piu' difficile da
ottenere e cosi' facile da perdere, grazie al sistema dei punti, ai costi
sempre piu' alti, a improbabili indici di integrazione da raggiungere... In
questo contesto non e' rincuorante la proposta di un provvedimento di
urgenza sulla regolarizzazione delle colf e delle badanti. Da un lato ci si
preoccupa delle famiglie italiane, e dall'altro lato si restringono i
diritti delle famiglie dei migranti. Oltre a sentirlo come un rattoppo, e'
un tentativo di distrazione dalla legge disumana appena approvata ed e'
pericoloso per il messaggio che lancia: si salva chi serve i signori. La
cultura della solidarieta' e dei diritti su cui abbiamo fondato la nostra
democrazia lascia il posto alla cultura della sudditanza e
dell'umiliazione...".
Siamo convinti/e che ci sono momenti nella storia in cui siamo chiamati/e a
decidere da che parte stare e quale legge seguire: la legge degli uomini o
la legge di Dio? Anche a questa domanda troviamo risposta nel libro degli
Atti (cap. 5, 29): "Bisogna ubbidire a Dio anziche' agli uomini", così come
hanno risposto nel passato i tanti credenti perseguitati per la loro
fedelta' alle Scritture.
Anche l'art. 16 della confessione di fede delle chiese battiste in Italia e'
orientata in questo senso: "Il ruolo della Chiesa di Cristo, distinto e
separato da quello dello Stato, consiste nel perseguire la propria missione
ora in coordinazione con gli ordinamenti dello Stato, ora in contestazione
delle sue degenerazioni che limitano la liberta' e corrompono la giustizia".
Noi pensiamo che come cristiani siamo chiamati dalla Parola dell'evangelo a
stare dalla parte degli ultimi, di quelle donne e quegli uomini, cui vengono
negati i diritti, che vogliamo chiamare con i loro nomi: Abdul, Nabruka,
Vira, Irina, Mohamed, Murabu, Lena...
Percio' vogliamo rifiutare la logica prodotta da una strategia della paura
che porta a una tragica anestetizzazione dei sentimenti e delle coscienze -
cosi' prosegue Di Lecce - proprio a partire dall'elaborazione di quel dolore
che proviamo per quelle storie di diritti negati, di vite spezzate e
umiliate, di coscienze dilaniate, per cambiare questa societa' avvelenata,
malata e anestetizzata. Invertiamo la rotta, e' il tempo della disobbedienza
civile.
Vorremmo anche, tramite queste parole che esprimono la nostra posizione,
rivolgere un appello a tutte le comunita' religiose, associazioni laiche e
comitati impegnati sul territorio, che si sentono chiamati alla cultura
della solidarieta' e dell'inclusione, al fine di realizzare una rete di
confronto, collaborazione e appoggio reciproco, sollecitati/e dalle parole
di Martin Luther King: "Non ho paura delle parole dei violenti ma del
silenzio degli onesti".

6. UNA SOLA UMANITA'. MARCO REVELLI: QUANTE VOLTE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del primo agosto 2009 col titolo "Razzismo.
Immaginario avvelenato"]

Dopo il reato di clandestinita' le ronde. Dopo le ronde l'esame di dialetto
per i professori. Ogni giorno una nuova, piccola croce nell'elenco delle
vergogne. E noi a guardare lo spettacolo dell'Italia civile che va giu',
incerti tra l'indignazione etica e il disgusto estetico. Tra l'incredulita'
per la forzatura dei confini ritenuti fino a ieri invalicabili dei diritti
umani violati, e lo schifo per l'esibizione di ignorante rozzezza ostentata
in forma di legge e di proposta parlamentare. Di reazione politica, neanche
l'ombra.
Come se quanto accade non fosse in realta' vero. Non si misurasse
effettivamente con la nostra vicenda storica. Non costituisse uno strappo
reale, un attentato a quella costituzione materiale - e anche, a questo
punto, formale - che aveva trainato l'Italia tra i paesi all'onor del mondo.
A guardare i telegiornali, i volti bipartisan dei politici esternatori,
degli eterni portavoce, con sullo sfondo l'immutabile facciata di
Montecitorio, si direbbe che sia tutta finzione. Sceneggiata. Teatrino. Che
si', Bossi e Calderoli le sparano grosse, ma poi tutto si rivelera' per
quello che e' sempre stato. Farsa. Gioco delle parti per strappare un
briciolo di visibilita'. Per riequilibrare un rapporto interno. Per
controbilanciare le simmetriche sparate "sudiste" di Lombardo e compagni. E
nel "pacchetto sicurezza", e' vero, molta della nostra civilta' giuridica
cade a pezzi, ma solo sulla carta, nella pratica molto si aggiustera' da
solo: le badanti "si salveranno" - proprio cosi', "si salveranno" intitolava
un noto quotidiano indipendente nazionale, come se non fossero loro a
salvare "noi" quando un famigliare diventa non piu' autosufficiente, e
bisogna risolvere il problema dei nostri vecchi. I clandestini con davvero
voglia di lavorare e di lasciarsi massacrare di fatica sul lavoro non
finiranno dietro le sbarre, dove d'altra parte non c'e' piu' posto nemmeno
per i criminali veri. Le ronde saranno piccole e inoffensive, romperanno
piu' le scatole alla Pubblica sicurezza vera che non ai magrebini o ai
rumeni che si attarderanno per strada. Bravi ragazzi che magari giocheranno
a fare le "SS" come quelli di Massa, ma "per gioco", appunto. Non esageriamo
con gli allarmismi fuori tempo. Non gridiamo al lupo al lupo. Atteniamoci ai
fatti!
Gia', atteniamoci ai fatti. I fatti ci dicono che in pochi mesi si e'
realizzata per legge la privatizzazione - per ora interstiziale -
dell'ordine pubblico (perche' questo sono in effetti le "ronde": una rottura
gravissima del principio proprio della modernita' costituzionale che assegna
allo Stato il monopolio della forza e della tutela dell'"ordine pubblico":
pubblico non a caso, perche' non "privatizzabile"). Si e' proposta senza
pudore in sede politica - trovando amichevole e compiacente ascolto nella
ministra competente - la regionalizzazione della Pubblica istruzione,
ridotta anche linguisticamente (il fondamento primo di ogni processo
cognitivo) al raggio corto delle comunita' locali. Al potere segregante dei
muri lessicali. Si e' attuata, nel silenzio pressoche' generale, la
"penalizzazione" dell'alterita': la commutazione dello "straniero" in
"nemico". La rottura di quel diaframma che - fin dalla Roma antica -
separava l'hospes dall'hostes, rovesciando l'ospitalita' dell'"altro da noi"
(in visita amichevole) in ostilita' verso di esso (identificato come
minaccia).
Sono, si dira', per ora solo fatti "simbolici". Messaggi. Ma - lo ripeteremo
fino alla noia - di effetti simbolici le democrazie muoiono. Perche' il
simbolo lavora su quel materiale incandescente che e' l'immaginario
collettivo. E il nostro immaginario collettivo si sta, passo dopo passo,
avvelenando. Ci stanno abituando all'inaccettabile. Assuefazione, si chiama.
Ed e', oltre un certo limite, un male incurabile. Quando poi l'effetto
simbolico e' veicolato in forma di legge - quando il simbolo mortale ha la
potenza della Norma, e il Negativo assume la dimensione dell'Universale che
la legge appunto possiede - il Male diventa estremo. In un passato non
lontano, nel ventre d'Europa, lungo derive "simboliche" non cosi' diverse,
quel Male si e' fatto addirittura "assoluto".
Sarebbe bene che i rappresentanti delle varie e disperse "sinistre"
alzassero un momento gli occhi dalle loro faccende interne e dai loro tanti
avversari "privati" e condividessero, non dico l'azione concreta di
contrasto a tutto cio' (quella sembra riservata a minoranze estreme, un po'
"fuori dal mondo"), ma quantomeno l'allarme. "Quante volte puo' un uomo
volgere lo sguardo, e fingere di non vedere?", cantava in un tempo meno
arreso Bob Dylan.
Quante volte ancora?

7. UNA SOLA UMANITA'. RAFFAELE K. SALINARI: COMMA 22
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 agosto 2009 col titolo "Quel comma 22
che esclude gli immigrati" e la nota redazionale "Raffaele K. Salinari e'
presidente di Terre des Hommes"]

Il nove agosto entrera' in vigore il pacchetto sicurezza; una delle
implicazioni possibili, denunciata con forza anche dall'Associazione studi
giuridici sull'immigrazione, e' che i genitori immigrati senza permesso di
soggiorno, i clandestini rei di questo nuovo reato, non potranno denunciare
i figli all'anagrafe, privandoli in questo modo della loro naturale
identita'. Non sappiamo quante siano le case religiose che hanno ancora la
"ruota", il dispositivo che consentiva ai genitori clandestini di depositare
il figlio in un lato di questo oggetto rotante e poi suonare la campana che
avvertiva i frati o le suore che un piccoletto era stato abbandonato e
quindi venire a girarla per riceverlo all'interno del convento. Ma questo e'
esattamente il disperato gesto al quale potrebbero essere spinti tanti
genitori immigrati clandestini se non verra' fatta chiarezza sulle norme
concernenti il loro diritto al riconoscimento dei figli.
E dunque, nelle more delle dichiarazioni falsamente rassicuranti del
Viminale: "la madre irregolare che partorisce potra' riconoscere il proprio
figlio perche' ha diritto ad un permesso di soggiorno per maternita'", e
l'ipocrisia dei fatti - per ottenere questo permesso e' necessario il
passaporto ed altra documentazione medica che pochissimi hanno - ci si avvia
al paradosso della "ruota", in altre parole alla possibilita' che per dare
cittadinanza italiana ai propri figli, i genitori clandestini li lascino
nelle mani delle istituzioni sociali. In caso di abbandono, infatti, il
bambino adottato dallo Stato diviene immediatamente cittadino nazionale,
ottenendo in questa allucinante maniera quei diritti fondamentali che
altrimenti gli sarebbero stati negati.
E' infatti nozione comune che la maggioranza degli immigrati ha percorso
rotte attraverso deserti, mari e zone di guerra e che il passaporto, o altro
documento di identita' se mai lo avessero avuto, e' il primo pezzo di carta
a scomparire tra le mani dei trafficanti di esseri umani. Ma l'aggettivo
allucinante permea sino alle fondamenta questa parte del pacchetto
sicurezza, facendone una replica fedele di un racconto kafkiano o, meglio,
del famoso Comma 22, lo ricordate? "Chi e' pazzo puo' chiedere di essere
esentato dalle missioni di guerra ma chi lo chiede non e' pazzo". Ora la
situazione e' questa: l'articolo 1, comma 22 (incredibile ma vero!), lettera
g, del pacchetto sicurezza, dice che gli immigrati clandestini devono
mostrare il permesso di soggiorno per tutti gli atti di stato civile escluse
le prestazioni sanitarie (leggi medici-spia) ed iscrizione scolastica
(presidi-spia). Quindi un'interpretazione letterale del comma 22 dice che la
registrazione anagrafica e' soggetta all'esibizione del permesso di
soggiorno.
A seguito delle proteste sollevate da diverse organizzazioni sociali, di
settori della chiesa e della politica, il governo ha diramato una circolare
(non un regolamento applicativo) nella quale precisa che anche l'iscrizione
anagrafica rientra tra gli atti di stato civile inclusi automaticamente.
Questa precisazione e' in contraddizione palese con il famoso comma 22 e
dunque si e' subito chiesto un definitivo chiarimento che e' arrivato,
sempre in stile Comma 22, quando il Viminale ha tirato fuori la storia del
permesso di maternita' concesso alle condizioni summenzionate. Dov'e' la
certezza normativa? Evidentemente non si vuole ne' ammettere il pasticcio
delle contraddizioni, ne' smentire un'impostazione contraddittoria che mira
appunto a quella confusione il cui scopo preciso e' la soggezione ulteriore
degli immigrati clandestini.
Ultimo, ma non per gravita', se da una parte rinasce l'utilizzo della
"ruota" per dare un futuro migliore ai propri figli, dall'altro rinascono
anche le cliniche clandestine per i parti irregolari, proprio come ai vecchi
tempi del periodo antiabortista, con conseguenti guadagni criminali sempre
sulla pelle dei disgraziati e conseguenze sulla salute della madre e del
bambino. Ovviamente gioisce anche la criminalita' organizzata, che avra' da
gestire ulteriore manodopera a basso costo "dalla nascita". La soluzione e'
semplice: abolizione del comma 22 e ripristino della percorribilita' piena
degli atti di stato civile e dei diritti umani per tutti e senza
distinzioni. Basta una norma attuativa di due righe per ripristinare il
diritto negato e lasciare le "ruote" ed il Comma 22 nel buio passato della
barbarie e della necessita'.

8. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivel
a anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

10. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE
ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI

Torino, 14 luglio 2009
Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda
preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in
materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2
luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di
origine straniera che vivono in Italia.
Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la
tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che
esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che
riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla
Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare.
A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di
clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto
del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con
alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli
adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente
invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili.
La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle
prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato
all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il
diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello
Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a
tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione.
Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla
nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto
fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli
ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in
Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto
regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese.
Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che
dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i
minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste
norme previste a tutela della sicurezza pubblica.
Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di
fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli
adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini
dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre
pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i
diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche
inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani.
Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei
affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova
normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti
negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine
straniera presenti in Italia.
Associazioni e Organizzazioni che aderiscono:
Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini
Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la
famiglia
Alisei, Societa' Cooperativa Sociale
Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
Arciragazzi nazionale
Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
Associazione Antigone onlus
Associazione Culturale Pediatri
Associazione Ibfan Italia Onlus
Associazione Nessun luogo e' lontano
Associazione Progetto Diritti
Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus
Cgil
Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia
Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo
Sviluppo
Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza
Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia
onlus
Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati
Defence for Children International Italia
Fondazione Terre des hommes Italia onlus
Ifs - Istituto Fernando Santi
La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus
Legambiente
Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta'
Save the Children Italia
Servizio Legale Immigrati onlus
Sos Villaggi dei Bambini onlus
Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

11. RILETTURE. HANNAH ARENDT: LE ORIGINI DEL TOTALITARISMO
Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunita', Milano
1967, 1996, pp. LVI + 712. Un libro che occorre aver letto.

12. RILETTURE. PRIMO LEVI: I SOMMERSI E I SALVATI
Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986, 2006, pp. XXVI +
236. Un libro che occorre aver letto.

===============================
ESSERI UMANI CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 4 agosto
2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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