Minime. 900



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 900 del 2 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Emily Dickinson: Per il cuore di donna piu' possente
2. Tre no
3. Una proposta urgente
4. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al
Presidente della Camera dei Deputati
5. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee
elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.)
6. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
7. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
8. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
9. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed
organizzazioni per i diritti dei bambini
10. Centro sociale autogestito "Valle Faul": Difendere ambiente e diritti a
Viterbo
11. Angelo Baracca e Giorgio Ferrari: Contro il nucleare
12. Gianni Mattioli, Massimo Scalia: Contro il nucleare
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. MAESTRE. EMILY DICKINSON: PER IL CUORE DI DONNA PIU' POSSENTE
[Da Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005, p. 333.
Emily Dickinson visse ad Amherst, Massachusetts, tra il 1830 e il 1886;
molte le edizioni delle sue poesie disponibili in italiano con testo
originale a fronte (tra cui quella integrale, a cura di Marisa Bulgheroni:
Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005; ma vorremmo
segnalare anche almeno la fondamentale antologia curata da Guido Errante:
Emily Dickinson, Poesie, Mondadori, Milano 1956, poi Guanda, Parma 1975, e
Bompiani, Milano 1978; e la vasta silloge dei versi e dell'epistolario
curata da Margherita Guidacci: Emily Dickinson, Poesie e lettere, Sansoni,
Firenze 1961, Bompiani, Milano 1993, 2000); per un accostamento alla sua
figura e alla sua opera: Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson. L'alfabeto
dell'estasi, Feltrinelli, Milano 1998, 2000; Marisa Bulgheroni, Nei
sobborghi di un segreto. Vita di Emily Dickinson, Mondadori, Milano 2002]

Per il cuore di donna piu' possente
che mai conobbi, posso fare poco -
pure, il cuore di donna piu' possente
puo' anche esser trafitto da una freccia -
cosi', seguendo gli ordini del mio,
con maggior tenerezza a lei mi volgo.

2. EDITORIALE. TRE NO

No alla guerra.
No al razzismo.
No al colpo di stato.

3. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE

Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di:
a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica;
b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa
richiesta;
c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa
richiesta;
d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia;
e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed
istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta.
*
Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti
i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti:
a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio
l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it
b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un
esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe
rossi_m at posta.senato.it
Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso
i siti di Camera e Senato.

4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Signori Presidenti dei due rami del Parlamento,
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
con la presente siamo a richiedere
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti,
firma
luogo e data
indirizzo completo del mittente

5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE
ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.)

Il Consiglio ... di ...,
premesso che
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
chiede
al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei
Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme
palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia
nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia
modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Da' mandato
al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al
Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei
Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di
renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle
altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni
del Consiglio.

6. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO
DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

7. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

8. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE
ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI

Torino, 14 luglio 2009
Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda
preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in
materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2
luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di
origine straniera che vivono in Italia.
Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la
tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che
esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che
riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla
Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare.
A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di
clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto
del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con
alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli
adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente
invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili.
La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle
prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato
all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il
diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello
Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a
tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione.
Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla
nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto
fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli
ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in
Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto
regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese.
Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che
dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i
minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste
norme previste a tutela della sicurezza pubblica.
Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di
fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli
adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini
dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre
pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i
diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche
inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani.
Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei
affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova
normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti
negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine
straniera presenti in Italia.
Associazioni e Organizzazioni che aderiscono:
Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini
Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la
famiglia
Alisei, Societa' Cooperativa Sociale
Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
Arciragazzi nazionale
Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
Associazione Antigone onlus
Associazione Culturale Pediatri
Associazione Ibfan Italia Onlus
Associazione Nessun luogo e' lontano
Associazione Progetto Diritti
Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus
Cgil
Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia
Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo
Sviluppo
Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza
Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia
onlus
Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati
Defence for Children International Italia
Fondazione Terre des hommes Italia onlus
Ifs - Istituto Fernando Santi
La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus
Legambiente
Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta'
Save the Children Italia
Servizio Legale Immigrati onlus
Sos Villaggi dei Bambini onlus
Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

10. VITERBO. CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO "VALLE FAUL": DIFENDERE AMBIENTE E
DIRITTI A VITERBO
[Dal Centro sociale autogestito "Valle Faul" (per contatti:
csavallefaul at autistici.org) riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato
del 31 luglio 2009]

Storia di un'esperienza di difesa e recupero di un prezioso bene pubblico:
Valle Faul
Era l'11 luglio 1993 quando diversi ragazzi di Viterbo e studenti
universitari okkuparono l'ex officina del gas di Valle Faul.
Circa mille concerti, iniziative culturali e sociali, le piu' diverse azioni
di solidarieta' e di impegno civile per la salvaguardia del territorio e la
difesa dei diritti umani, la scelta della nonviolenza come metodo di lotta,
hanno caratterizzato questa esperienza.
Siamo sempre stati favorevoli al recupero di una tra le piu' belle aree di
Viterbo, essendo stati noi i primi e i soli che l'hanno difesa
dall'abbandono e dalla speculazione e quindi valorizzata e restituita alla
citta', i primi e i soli a compiere per anni le prime opere di salvaguardia
dal degrado investendo le risorse umane ed economiche dell'autogestione e
dell'autorganizzazione nella struttura, mentre le istituzioni erano
latitanti.
E gia' allora l'amministrazione comunale riconobbe la valenza civile e
culturale del centro sociale, ed avviammo una trattativa per definire lo
status giuridico della situazione e per il miglior recupero dell'area a
beneficio dell'intera cittadinanza.
Una trattativa in cui, in considerazione dei limiti strutturali dell'area e
della necessita' di interventi di recupero piu' impegnativi, si incomincio'
anche a valutare se siti diversi potevano garantire un trasferimento del
centro sociale in cui svolgere le attivita' del centro stesso. Esito della
trattativa fu poi il trasferimento del centro sociale nell'attuale sede:
l'area ex-Cogema in localita' Castel d'Asso.
*
Continueremo a difendere Valle Faul da incuria e speculazione
Ma anche se successivamente ci siamo trasferiti da Valle Faul nell'attuale
sede del centro sociale, continueremo a difendere Valle Faul come l'abbiamo
sempre difesa in passato: rischiando anche l'incolumita' personale come
quando abbiamo resistito agli assalti squadristi di gruppi di teppisti
neofascisti, e agli attentati con bombe molotov e colpi di pistola che
abbiamo subito.
L'area dell'ex-gazometro e' un bene pubblico e deve essere al servizio di
tutti.
Deve essere recuperata nel modo migliore con interventi adeguati che
garantiscano la piena messa in sicurezza, anche alla luce dei risultati dei
carotaggi a suo tempo effettuati.
Fino ad oggi non e' stata eseguita nessuna adeguata bonifica dell'area, a
meno che per bonifica non si intenda il trasferimento delle persone.
Deve essere rispettata la rigorosa legislazione che regolamenta le bonifiche
delle aree industriali dismesse.
*
Con Alfio Pannega per i diritti umani di tutti
Va poi aggiunto che non sono stati pienamente mantenuti gli impegni assunti
dalle nostre controparti nella trattativa di cui e' stato parte il
trasferimento del centro sociale nell'area ex-Cogema in localita' Castel
d'Asso.
Effettuato il trasloco, abbiamo effettuato noi tutti i lavori di recupero,
risistemazione ed attrezzatura del capannone ex-Cogema per riprendervi le
nostre attivita'.
Frattanto non e' stato mantenuto dalla controparte l'impegno di
ristrutturare la casa di Alfio Pannega, che e' costretto a vivere ad 84 anni
in un container di lamiera 2 x 2.
Non e' stato mantenuto l'impegno - pur assunto dal Comune in un incontro
formale - a garantire da subito un alloggio adeguato per Alfio Pannega.
Cosicche' ora noi siamo ancora impegnati a terminare gli ultimi lavori di
recupero nel capannone ex-Cogema; Alfio aveva una casetta ed ora non piu';
l'area del gazometro e' restata per mesi e mesi nell'oblio piu' profondo.
Ma a settembre arriva il Papa e la citta' "si rifa' il look"; la Valle di
Faul e' finalmente tornata a far parlare di se' ma manca ancora una
progettualita' ampia e partecipata per il suo impegnativo recupero: oggi
qualcuno rimpiange la nostra presenza li', ed il lavoro che li' abbiamo
svolto in difesa dell'ambiente ed a promozione dei diritti umani di tutti,
ma noi ci siamo ancora e siamo pronti a farci sentire insieme ad Alfio, con
tutte le persone che ci hanno sempre sostenuto: non abbiamo piu' la nostra
sede nell'ex-gazometro ma vigiliamo sempre sul suo recupero. Conosciamo
meglio di tutti la Valle di Faul e "le chiavi di Porta Faul" le abbiamo
ancora noi e saremo sempre presenti col nostro impegno, con la nostra
vigilanza, finche' non sia restituito cio' che e' suo al nostro caro amico
Alfio e non si proceda in modo adeguato alla riqualificazione dell'intera
area a beneficio di tutti i cittadini.

11. ITALIA. ANGELO BARACCA E GIORGIO FERRARI: CONTRO IL NUCLEARE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 21 luglio 2009 col titolo "Il resistibile
rilancio del nucleare"]

Il calo dei consumi elettrici mondiali e le restrizioni sul credito hanno
messo in crisi il settore nucleare tanto da far pensare che il proclamato
rilancio di questa tecnologia non ci sara'. Negli Usa su 18 richieste
presentate la Nrc ha rilasciato solo tre licenze di costruzione per nuovi
reattori Ge e Westinghouse. Obama ha abbandonato la linea di Bush: senza
sussidi governativi chi finanziera' la costruzione di nuovi impianti? La
Cina parlava di 20 reattori, ma e' ferma a meno di 10. L'india ha messo in
cantiere solo due nuove centrali e gli ambiziosi programmi della Gran
Bretagna sembrano languire. Ma la crisi piu' seria e' della Francia, che si
vede costretta a vendere il 15% di Areva ai giapponesi per fare un po' di
cassa e ripianare il suo deficit dopo le pessime prestazioni della societa':
pochi ordinativi e tante penali dovute a ritardi di costruzione, fino al
contenzioso formale presso la Camera di Commercio di Parigi con la societa'
e l'ente di sicurezza finlandesi interessati alla costruzione della centrale
di Olkiluoto che costera' il doppio di quanto preventivato e forse non sara'
pronta neanche nel 2012. Del resto il reattore Epr (orgoglio della Grandeur
ma che non ha ancora avuto la certificazione di progetto da parte della Nrc
e quindi non puo' essere costruito negli Usa) sta rivelando grossi problemi
tecnici e costruttivi. Quanto all'Italia, il decantato acquisto di quattro
reattori Epr non e' scritto da nessuna parte e pensiamo che non verranno mai
costruiti. Dovranno forse commissionarne uno per non perdere la faccia,
reiterando cosi' la storia del ponte sullo stretto, e foraggiare le solite
imprese (e qualche mafia).
Allora tutto bene, possiamo stare tranquilli? Affatto! Molte sono le insidie
celate nella legge di rilancio del nucleare appena approvata. In primo
luogo, vi e' un accentramento di tutti i poteri nel governo: che ha avocato
a se' le localizzazioni, l'iter autorizzativo, con l'ulteriore prerogativa
di emettere tutti i decreti attuativi a proprio uso e consumo. Secondo: la
Sogin, che non ha mai brillato come gestore di impianti nucleari, sara'
commissariata e smembrata, forse per avocare al governo il "tesoretto" dei
vecchi siti, da portare "in dote" ai consorzi che si creeranno per i nuovi
impianti (stile Cavet). La costituenda Agenzia per il nucleare sara'
governativa: un vero mostro, lo Stato che controlla se stesso; ammesso poi
che possa nascere "senza ulteriori oneri per lo Stato", dovendo prelevare
personale competente da enti (Enea, Ispra) che ormai ne sono privi! Ma senza
personale competente che credibilita' ha un programma nucleare?
L'invito per i prossimi mesi e' pertanto quello di vigilare attentamente
sull'operato del governo (scelta dei siti) e della Sogin (gestione dei
rifiuti) che in questo momento potrebbero non essere coincidenti visto che,
mentre Sogin intende smantellare la Fn (Fabbricazioni nucleari) di
Boscomarengo e costruirvi un deposito di rifiuti radioattivi, il governo ha
introdotto negli scopi della legge anche gli impianti per la fabbricazione
del combustibile nucleare, il cui solo esempio esistente e' proprio quello
della Fn di Boscomarengo che a questo punto potrebbe essere suo interesse
mantenere in vita. Cosi' come non e' chiaro che cosa succedera' con il
commissariamento Sogin (da decidersi entro un mese) delle attivita' di
costruzione di vari depositi di rifiuti risalenti ai decreti di emergenza
tra Berlusconi e Jean, per uno dei quali (quello della Trisaia), abbiamo
avanzato, in sede di Commissione Via, numerose critiche e riserve al
progetto presentato da Sogin.

12. ITALIA. GIANNI MATTIOLI, MASSIMO SCALIA: CONTRO IL NUCLEARE
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 luglio 2009 col titolo "Nucleare.
L'ignoranza del governo"]

Obama denuncia al G8 dell'Aquila la gravita' dei cambiamenti climatici,
riconosce gli errori compiuti dall'America e promette, con una forte
connotazione morale, che non accadra' piu'. La questione e' un nodo
complesso e non bastera' solo la sfida sul mercato per convincere Cina,
India e gli altri emergenti. Tutti i Paesi gia' vincolati da Kyoto dovranno
fare molto di piu' per non dare l'idea che anche sul dramma degli
sconvolgimenti climatici si giochi la carta di un nuovo colonialismo.
Qui da noi il governo ignora volutamente che gli altri del G8, Russia
esclusa, stanno puntando sulla green economy per dare una risposta sia alla
crisi economica che a quella climatica e ambientale. E, specialista nei
bluff, Berlusconi, tra una escort e l'altra, punta sul nucleare. Si', la
legge appena approvata mette qualche cosa anche su risparmio e fonti
rinnovabili, ma resta ben al di sotto dei tre 20% europei. Tra parentesi,
avra' avuto ragione Berlusconi se a oltre due anni dal varo degli obiettivi
europei al 2020 di risparmio energetico, di riduzione della CO2 e di
produzione da fonti energetiche rinnovabili - i tre 20%, appunto - la
maggioranza degli italiani si interroghera' con occhio bovino: "Ma che roba
e'?".
Il nucleare, quello di terza generazione "avanzata" (cioe', aver tenuto
conto con trent'anni di ritardo dell'incidente di Three Miles Island!) non
e' pulito, non e' abbondante, non e' sicuro. Sono i fatti a dirlo e lo
abbiamo ricordato molte volte, l'ultima sul "Manifesto" del 2 luglio. E gli
oltre trenta miliardi di euro di spesa previsti per i quattro reattori
francesi Epr da 1600 Mw l'uno saranno per la maggior parte reperiti
"mettendo le mani nelle tasche degli italiani", come direbbe quel gentleman
di Tremonti. Il nucleare di Berlusconi sara' irrilevante per gli obiettivi
europei al 2020. Anche perche' nessuno crede, neanche quelli a cui
Berlusconi piace "cosi' com'e'", che un solo kWh potra' venire erogato da
una centrale atomica prima di una quindicina d'anni. Del resto ritardi
colossali e sovraccosti insostenibili sono la storia antica e recente dei
reattori: vedi la vicenda dell'Epr in costruzione in Finlandia. E in questo
brodo melmoso proliferano affari e tangenti, un'agognata bazza per gli
"uomini del presidente". Insomma questo capitolo mostra con evidenza
maggiore di altri il carattere da ancien regime del nostro governo.
Tutto perso, allora? Alt. Trent'anni fa, quando parti' la lotta
antinucleare, tutti i partiti erano a favore del nucleare, visto come una
"scelta di progresso", e dovemmo faticare non poco anche con quella che
allora veniva chiamata "sinistra extraparlamentare". Lo stare "a fianco
della classe operaia" era un must e cosa di piu' metalmeccanico delle
centrali atomiche? Oggi, il quadro politico e' diverso. C'e', come allora,
un gap culturale da rimontare, ma l'industrialismo non e' piu' cosi' tenace
e radicato e il mondo ambientalista, allora alle prime armi, e' diventato
una realta' di questo Paese. Gia' a partire dall'anno scorso, dal rilancio
del nucleare annunciato da Scajola, si sono rimessi in piedi i vecchi
comitati, per fortuna anche con gente nuova, dalla Puglia alla Maremma alla
pianura padana, tutti i siti candidati per una centrale nucleare. Ci sono le
basi per un movimento forte che, come allora, sappia combattere a lungo e
vincere.

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 900 del 2 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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