[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Minime. 900
- Subject: Minime. 900
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 2 Aug 2009 01:19:25 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 900 del 2 agosto 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Emily Dickinson: Per il cuore di donna piu' possente 2. Tre no 3. Una proposta urgente 4. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati 5. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.) 6. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista 7. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 8. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 9. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed organizzazioni per i diritti dei bambini 10. Centro sociale autogestito "Valle Faul": Difendere ambiente e diritti a Viterbo 11. Angelo Baracca e Giorgio Ferrari: Contro il nucleare 12. Gianni Mattioli, Massimo Scalia: Contro il nucleare 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento 14. Per saperne di piu' 1. MAESTRE. EMILY DICKINSON: PER IL CUORE DI DONNA PIU' POSSENTE [Da Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005, p. 333. Emily Dickinson visse ad Amherst, Massachusetts, tra il 1830 e il 1886; molte le edizioni delle sue poesie disponibili in italiano con testo originale a fronte (tra cui quella integrale, a cura di Marisa Bulgheroni: Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005; ma vorremmo segnalare anche almeno la fondamentale antologia curata da Guido Errante: Emily Dickinson, Poesie, Mondadori, Milano 1956, poi Guanda, Parma 1975, e Bompiani, Milano 1978; e la vasta silloge dei versi e dell'epistolario curata da Margherita Guidacci: Emily Dickinson, Poesie e lettere, Sansoni, Firenze 1961, Bompiani, Milano 1993, 2000); per un accostamento alla sua figura e alla sua opera: Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson. L'alfabeto dell'estasi, Feltrinelli, Milano 1998, 2000; Marisa Bulgheroni, Nei sobborghi di un segreto. Vita di Emily Dickinson, Mondadori, Milano 2002] Per il cuore di donna piu' possente che mai conobbi, posso fare poco - pure, il cuore di donna piu' possente puo' anche esser trafitto da una freccia - cosi', seguendo gli ordini del mio, con maggior tenerezza a lei mi volgo. 2. EDITORIALE. TRE NO No alla guerra. No al razzismo. No al colpo di stato. 3. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di: a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica; b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa richiesta; c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa richiesta; d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia; e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta. * Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti: a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe rossi_m at posta.senato.it Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso i siti di Camera e Senato. 4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Signori Presidenti dei due rami del Parlamento, il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, con la presente siamo a richiedere che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Distinti saluti, firma luogo e data indirizzo completo del mittente 5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.) Il Consiglio ... di ..., premesso che il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, chiede al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio. 6. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere respinto. E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento giuridico della Repubblica. Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 2 luglio 2009 7. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 8. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky 9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI Torino, 14 luglio 2009 Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2 luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di origine straniera che vivono in Italia. Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare. A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili. La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione. Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese. Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste norme previste a tutela della sicurezza pubblica. Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani. Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine straniera presenti in Italia. Associazioni e Organizzazioni che aderiscono: Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia Alisei, Societa' Cooperativa Sociale Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie Arciragazzi nazionale Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione Associazione Antigone onlus Associazione Culturale Pediatri Associazione Ibfan Italia Onlus Associazione Nessun luogo e' lontano Associazione Progetto Diritti Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus Cgil Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo Sviluppo Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia onlus Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati Defence for Children International Italia Fondazione Terre des hommes Italia onlus Ifs - Istituto Fernando Santi La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus Legambiente Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta' Save the Children Italia Servizio Legale Immigrati onlus Sos Villaggi dei Bambini onlus Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo 10. VITERBO. CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO "VALLE FAUL": DIFENDERE AMBIENTE E DIRITTI A VITERBO [Dal Centro sociale autogestito "Valle Faul" (per contatti: csavallefaul at autistici.org) riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato del 31 luglio 2009] Storia di un'esperienza di difesa e recupero di un prezioso bene pubblico: Valle Faul Era l'11 luglio 1993 quando diversi ragazzi di Viterbo e studenti universitari okkuparono l'ex officina del gas di Valle Faul. Circa mille concerti, iniziative culturali e sociali, le piu' diverse azioni di solidarieta' e di impegno civile per la salvaguardia del territorio e la difesa dei diritti umani, la scelta della nonviolenza come metodo di lotta, hanno caratterizzato questa esperienza. Siamo sempre stati favorevoli al recupero di una tra le piu' belle aree di Viterbo, essendo stati noi i primi e i soli che l'hanno difesa dall'abbandono e dalla speculazione e quindi valorizzata e restituita alla citta', i primi e i soli a compiere per anni le prime opere di salvaguardia dal degrado investendo le risorse umane ed economiche dell'autogestione e dell'autorganizzazione nella struttura, mentre le istituzioni erano latitanti. E gia' allora l'amministrazione comunale riconobbe la valenza civile e culturale del centro sociale, ed avviammo una trattativa per definire lo status giuridico della situazione e per il miglior recupero dell'area a beneficio dell'intera cittadinanza. Una trattativa in cui, in considerazione dei limiti strutturali dell'area e della necessita' di interventi di recupero piu' impegnativi, si incomincio' anche a valutare se siti diversi potevano garantire un trasferimento del centro sociale in cui svolgere le attivita' del centro stesso. Esito della trattativa fu poi il trasferimento del centro sociale nell'attuale sede: l'area ex-Cogema in localita' Castel d'Asso. * Continueremo a difendere Valle Faul da incuria e speculazione Ma anche se successivamente ci siamo trasferiti da Valle Faul nell'attuale sede del centro sociale, continueremo a difendere Valle Faul come l'abbiamo sempre difesa in passato: rischiando anche l'incolumita' personale come quando abbiamo resistito agli assalti squadristi di gruppi di teppisti neofascisti, e agli attentati con bombe molotov e colpi di pistola che abbiamo subito. L'area dell'ex-gazometro e' un bene pubblico e deve essere al servizio di tutti. Deve essere recuperata nel modo migliore con interventi adeguati che garantiscano la piena messa in sicurezza, anche alla luce dei risultati dei carotaggi a suo tempo effettuati. Fino ad oggi non e' stata eseguita nessuna adeguata bonifica dell'area, a meno che per bonifica non si intenda il trasferimento delle persone. Deve essere rispettata la rigorosa legislazione che regolamenta le bonifiche delle aree industriali dismesse. * Con Alfio Pannega per i diritti umani di tutti Va poi aggiunto che non sono stati pienamente mantenuti gli impegni assunti dalle nostre controparti nella trattativa di cui e' stato parte il trasferimento del centro sociale nell'area ex-Cogema in localita' Castel d'Asso. Effettuato il trasloco, abbiamo effettuato noi tutti i lavori di recupero, risistemazione ed attrezzatura del capannone ex-Cogema per riprendervi le nostre attivita'. Frattanto non e' stato mantenuto dalla controparte l'impegno di ristrutturare la casa di Alfio Pannega, che e' costretto a vivere ad 84 anni in un container di lamiera 2 x 2. Non e' stato mantenuto l'impegno - pur assunto dal Comune in un incontro formale - a garantire da subito un alloggio adeguato per Alfio Pannega. Cosicche' ora noi siamo ancora impegnati a terminare gli ultimi lavori di recupero nel capannone ex-Cogema; Alfio aveva una casetta ed ora non piu'; l'area del gazometro e' restata per mesi e mesi nell'oblio piu' profondo. Ma a settembre arriva il Papa e la citta' "si rifa' il look"; la Valle di Faul e' finalmente tornata a far parlare di se' ma manca ancora una progettualita' ampia e partecipata per il suo impegnativo recupero: oggi qualcuno rimpiange la nostra presenza li', ed il lavoro che li' abbiamo svolto in difesa dell'ambiente ed a promozione dei diritti umani di tutti, ma noi ci siamo ancora e siamo pronti a farci sentire insieme ad Alfio, con tutte le persone che ci hanno sempre sostenuto: non abbiamo piu' la nostra sede nell'ex-gazometro ma vigiliamo sempre sul suo recupero. Conosciamo meglio di tutti la Valle di Faul e "le chiavi di Porta Faul" le abbiamo ancora noi e saremo sempre presenti col nostro impegno, con la nostra vigilanza, finche' non sia restituito cio' che e' suo al nostro caro amico Alfio e non si proceda in modo adeguato alla riqualificazione dell'intera area a beneficio di tutti i cittadini. 11. ITALIA. ANGELO BARACCA E GIORGIO FERRARI: CONTRO IL NUCLEARE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 21 luglio 2009 col titolo "Il resistibile rilancio del nucleare"] Il calo dei consumi elettrici mondiali e le restrizioni sul credito hanno messo in crisi il settore nucleare tanto da far pensare che il proclamato rilancio di questa tecnologia non ci sara'. Negli Usa su 18 richieste presentate la Nrc ha rilasciato solo tre licenze di costruzione per nuovi reattori Ge e Westinghouse. Obama ha abbandonato la linea di Bush: senza sussidi governativi chi finanziera' la costruzione di nuovi impianti? La Cina parlava di 20 reattori, ma e' ferma a meno di 10. L'india ha messo in cantiere solo due nuove centrali e gli ambiziosi programmi della Gran Bretagna sembrano languire. Ma la crisi piu' seria e' della Francia, che si vede costretta a vendere il 15% di Areva ai giapponesi per fare un po' di cassa e ripianare il suo deficit dopo le pessime prestazioni della societa': pochi ordinativi e tante penali dovute a ritardi di costruzione, fino al contenzioso formale presso la Camera di Commercio di Parigi con la societa' e l'ente di sicurezza finlandesi interessati alla costruzione della centrale di Olkiluoto che costera' il doppio di quanto preventivato e forse non sara' pronta neanche nel 2012. Del resto il reattore Epr (orgoglio della Grandeur ma che non ha ancora avuto la certificazione di progetto da parte della Nrc e quindi non puo' essere costruito negli Usa) sta rivelando grossi problemi tecnici e costruttivi. Quanto all'Italia, il decantato acquisto di quattro reattori Epr non e' scritto da nessuna parte e pensiamo che non verranno mai costruiti. Dovranno forse commissionarne uno per non perdere la faccia, reiterando cosi' la storia del ponte sullo stretto, e foraggiare le solite imprese (e qualche mafia). Allora tutto bene, possiamo stare tranquilli? Affatto! Molte sono le insidie celate nella legge di rilancio del nucleare appena approvata. In primo luogo, vi e' un accentramento di tutti i poteri nel governo: che ha avocato a se' le localizzazioni, l'iter autorizzativo, con l'ulteriore prerogativa di emettere tutti i decreti attuativi a proprio uso e consumo. Secondo: la Sogin, che non ha mai brillato come gestore di impianti nucleari, sara' commissariata e smembrata, forse per avocare al governo il "tesoretto" dei vecchi siti, da portare "in dote" ai consorzi che si creeranno per i nuovi impianti (stile Cavet). La costituenda Agenzia per il nucleare sara' governativa: un vero mostro, lo Stato che controlla se stesso; ammesso poi che possa nascere "senza ulteriori oneri per lo Stato", dovendo prelevare personale competente da enti (Enea, Ispra) che ormai ne sono privi! Ma senza personale competente che credibilita' ha un programma nucleare? L'invito per i prossimi mesi e' pertanto quello di vigilare attentamente sull'operato del governo (scelta dei siti) e della Sogin (gestione dei rifiuti) che in questo momento potrebbero non essere coincidenti visto che, mentre Sogin intende smantellare la Fn (Fabbricazioni nucleari) di Boscomarengo e costruirvi un deposito di rifiuti radioattivi, il governo ha introdotto negli scopi della legge anche gli impianti per la fabbricazione del combustibile nucleare, il cui solo esempio esistente e' proprio quello della Fn di Boscomarengo che a questo punto potrebbe essere suo interesse mantenere in vita. Cosi' come non e' chiaro che cosa succedera' con il commissariamento Sogin (da decidersi entro un mese) delle attivita' di costruzione di vari depositi di rifiuti risalenti ai decreti di emergenza tra Berlusconi e Jean, per uno dei quali (quello della Trisaia), abbiamo avanzato, in sede di Commissione Via, numerose critiche e riserve al progetto presentato da Sogin. 12. ITALIA. GIANNI MATTIOLI, MASSIMO SCALIA: CONTRO IL NUCLEARE [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 luglio 2009 col titolo "Nucleare. L'ignoranza del governo"] Obama denuncia al G8 dell'Aquila la gravita' dei cambiamenti climatici, riconosce gli errori compiuti dall'America e promette, con una forte connotazione morale, che non accadra' piu'. La questione e' un nodo complesso e non bastera' solo la sfida sul mercato per convincere Cina, India e gli altri emergenti. Tutti i Paesi gia' vincolati da Kyoto dovranno fare molto di piu' per non dare l'idea che anche sul dramma degli sconvolgimenti climatici si giochi la carta di un nuovo colonialismo. Qui da noi il governo ignora volutamente che gli altri del G8, Russia esclusa, stanno puntando sulla green economy per dare una risposta sia alla crisi economica che a quella climatica e ambientale. E, specialista nei bluff, Berlusconi, tra una escort e l'altra, punta sul nucleare. Si', la legge appena approvata mette qualche cosa anche su risparmio e fonti rinnovabili, ma resta ben al di sotto dei tre 20% europei. Tra parentesi, avra' avuto ragione Berlusconi se a oltre due anni dal varo degli obiettivi europei al 2020 di risparmio energetico, di riduzione della CO2 e di produzione da fonti energetiche rinnovabili - i tre 20%, appunto - la maggioranza degli italiani si interroghera' con occhio bovino: "Ma che roba e'?". Il nucleare, quello di terza generazione "avanzata" (cioe', aver tenuto conto con trent'anni di ritardo dell'incidente di Three Miles Island!) non e' pulito, non e' abbondante, non e' sicuro. Sono i fatti a dirlo e lo abbiamo ricordato molte volte, l'ultima sul "Manifesto" del 2 luglio. E gli oltre trenta miliardi di euro di spesa previsti per i quattro reattori francesi Epr da 1600 Mw l'uno saranno per la maggior parte reperiti "mettendo le mani nelle tasche degli italiani", come direbbe quel gentleman di Tremonti. Il nucleare di Berlusconi sara' irrilevante per gli obiettivi europei al 2020. Anche perche' nessuno crede, neanche quelli a cui Berlusconi piace "cosi' com'e'", che un solo kWh potra' venire erogato da una centrale atomica prima di una quindicina d'anni. Del resto ritardi colossali e sovraccosti insostenibili sono la storia antica e recente dei reattori: vedi la vicenda dell'Epr in costruzione in Finlandia. E in questo brodo melmoso proliferano affari e tangenti, un'agognata bazza per gli "uomini del presidente". Insomma questo capitolo mostra con evidenza maggiore di altri il carattere da ancien regime del nostro governo. Tutto perso, allora? Alt. Trent'anni fa, quando parti' la lotta antinucleare, tutti i partiti erano a favore del nucleare, visto come una "scelta di progresso", e dovemmo faticare non poco anche con quella che allora veniva chiamata "sinistra extraparlamentare". Lo stare "a fianco della classe operaia" era un must e cosa di piu' metalmeccanico delle centrali atomiche? Oggi, il quadro politico e' diverso. C'e', come allora, un gap culturale da rimontare, ma l'industrialismo non e' piu' cosi' tenace e radicato e il mondo ambientalista, allora alle prime armi, e' diventato una realta' di questo Paese. Gia' a partire dall'anno scorso, dal rilancio del nucleare annunciato da Scajola, si sono rimessi in piedi i vecchi comitati, per fortuna anche con gente nuova, dalla Puglia alla Maremma alla pianura padana, tutti i siti candidati per una centrale nucleare. Ci sono le basi per un movimento forte che, come allora, sappia combattere a lungo e vincere. 13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 14. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 900 del 2 agosto 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: L'intelligenza contro il razzismo
- Next by Date: La domenica della nonviolenza. 227
- Previous by thread: L'intelligenza contro il razzismo
- Next by thread: La domenica della nonviolenza. 227
- Indice: