Minime. 899



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 899 del primo agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Maria G. Di Rienzo: Biancaneve e i sette minatori verticalmente
svantaggiati
2. No alla guerra, no al razzismo, no al colpo di stato
3. Una proposta urgente
4. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al
Presidente della Camera dei Deputati
5. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee
elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.)
6. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
7. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
8. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
9. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed
organizzazioni per i diritti dei bambini
10. Teresa Pullano presenta "Individualismo democratico" di Nadia Urbinati
11. Fabrizio Tonello presenta "Dichiarazia" di Mario Portanova
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: BIANCANEVE E I SETTE MINATORI
VERTICALMENTE SVANTAGGIATI
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo intervento]

"Non sopportava la separazione". Percio' uccide la moglie.
"Era una brava persona. Per lui la cosa piu' importante era la famiglia".
Percio' uccide moglie e figli.
"Non mi risulta che avesse comportamenti violenti". Anche se aveva
precedenti penali per lesioni gravissime ed una pistola non denunciata, con
cui usava minacciare la donna che infine con la stessa pistola ha
assassinato.
"E' un bonaccione, gelosissimo della nuova compagna e molto affezionato ai
suoi due figli avuti dal matrimonio". Detto di un pluriomicida che ha
ridotto la "nuova compagna" in fin di vita a forza di botte.
"Questo gesto e' davvero inspiegabile. Si tratta di un ragazzo incensurato e
di buona famiglia, appassionato di arti marziali". E poiche' una sera si
annoiava ha massacrato a colpi di nunchaku (due bastoni di legno uniti da
una catena) una sconosciuta per strada. Visto che c'era le ha portato via
denaro e telefonino: a casa sua la polizia ne ha trovati altri trenta, di
cellulari.
"Non puo' averlo fatto. E' un sacerdote che e' stato garante del sindaco per
le politiche per la famiglia". Dieci anni di abusi su minorenni liquidati in
due righe.
"Abbracciava e baciava le colleghe, ma i suoi intenti non erano libidinosi".
Sentenza 30969 della Corte di Cassazione, 24 luglio 2009. Un piccolo
problema di incomprensione, insomma, figuriamoci se palpare le colleghe e'
scorretto, basta farsi misurare la libido dai giudici della Cassazione. In
calce all'articolo, fra i commenti dei lettori: "Ma la persona infastidita
aveva gia' fatto rimostranze?".
*
Gentile signore, le sembra una domanda sensata?
Quando una donna fa rimostranze e' un'isterica o una frigida o una
frustrata, quando non le fa significa che le piace. Non e' cosi' che ragiona
anche lei? Senta un po', le cadaveri del mio incipit avevano fatto
rimostranze. Qualcuno le ha ascoltate? E' noto che quando una donna dice no
vuol dire si' eccetera eccetera. Dovrebbe sapere quanto sono noiose le
donne. Si lamentano dei trattamenti che ricevono. Resistono e riprovano.
Parlano e sperano. E quando capiscono che la loro vita e' in pericolo
arrivano persino a denunciare le violenze subite. Ma secondo i giornali e i
telegiornali stavano insieme a bravissime persone, devote alla famiglia, di
provenienze ineccepibili, dal curriculum davvero fulgido e assolutamente
prive di intenti libidinosi. Il che, naturalmente, corrisponde a sputare
sulle tombe di quelle che sono morte e a far morire dentro quelle che sono
ancora vive.
*
Se facessimo raccontare fiabe ai bambini dai sedicenti giornalisti italiani
ecco che ne uscirebbe:
"Titolo: Biancaneve avvelenata?
Occhiello: Accuse gratuite alla seconda moglie del padre, la bella Grimilde,
forse frutto di gelosia.
La titolare di genitorialita' acquisita, che e' una nota esteta nonche'
operatrice del magico, in preda a raptus, ha offerto a Biancaneve un frutto
diversamente candito. I sette minatori verticalmente svantaggiati, al loro
ritorno dal lavoro, hanno trovato Biancaneve in preda a leggero shock
anafilattico. Come si puo' usare termini crudeli quali matrigna e tentativo
d'omicidio? Qualcuno insinua anche che Biancaneve, gia' nota per aver
abbandonato senza consenso il tetto paterno, abbia orchestrato tutto per
aver l'occasione di darsi ad atti di libidine con un tal Principe Azzurro".

2. EDITORIALE. NO ALLA GUERRA, NO AL RAZZISMO, NO AL COLPO DI STATO

Difendiamo la legalita': opponiamoci alla guerra.
Difendiamo la legalita': opponiamoci al razzismo.
Difendiamo la legalita': opponiamoci al colpo di stato.

3. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE

Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di:
a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica;
b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa
richiesta;
c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa
richiesta;
d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia;
e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed
istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta.
*
Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti
i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti:
a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio
l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it
b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un
esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe
rossi_m at posta.senato.it
Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso
i siti di Camera e Senato.

4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Signori Presidenti dei due rami del Parlamento,
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
con la presente siamo a richiedere
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti,
firma
luogo e data
indirizzo completo del mittente

5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE
ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.)

Il Consiglio ... di ...,
premesso che
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
chiede
al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei
Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme
palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia
nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia
modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Da' mandato
al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al
Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei
Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di
renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle
altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni
del Consiglio.

6. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO
DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

7. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

8. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE
ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI

Torino, 14 luglio 2009
Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda
preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in
materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2
luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di
origine straniera che vivono in Italia.
Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la
tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che
esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che
riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla
Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare.
A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di
clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto
del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con
alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli
adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente
invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili.
La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle
prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato
all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il
diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello
Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a
tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione.
Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla
nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto
fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli
ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in
Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto
regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese.
Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che
dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i
minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste
norme previste a tutela della sicurezza pubblica.
Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di
fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli
adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini
dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre
pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i
diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche
inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani.
Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei
affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova
normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti
negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine
straniera presenti in Italia.
Associazioni e Organizzazioni che aderiscono:
Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini
Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la
famiglia
Alisei, Societa' Cooperativa Sociale
Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
Arciragazzi nazionale
Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
Associazione Antigone onlus
Associazione Culturale Pediatri
Associazione Ibfan Italia Onlus
Associazione Nessun luogo e' lontano
Associazione Progetto Diritti
Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus
Cgil
Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia
Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo
Sviluppo
Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza
Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia
onlus
Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati
Defence for Children International Italia
Fondazione Terre des hommes Italia onlus
Ifs - Istituto Fernando Santi
La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus
Legambiente
Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta'
Save the Children Italia
Servizio Legale Immigrati onlus
Sos Villaggi dei Bambini onlus
Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

10. LIBRI. TERESA PULLANO PRESENTA "INDIVIDUALISMO DEMOCRATICO" DI NADIA
URBINATI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 28 luglio 2009 col titolo "Il massimo
bene di una buona societa'" e il sottotitolo "Saggi. L'Individualismo
democratico di Nadia Urbinati"]

Nadia Urbinati, Individualismo democratico, Donzelli, pp. 200, euro 17,50.
*
I cittadini non sono impotenti di fronte all'usura della democrazia, al
contrario. Nell'introduzione alla nuova edizione di Individualismo
democratico, Nadia Urbinati ribadisce come la dimensione etica e personale
sia al centro del progetto americano.
Obiettivo del libro e in particolare dell'ampio saggio che lo precede e'
portare alla luce l'esperienza storica ed il contributo teorico di autori
come Ralph Waldo Emerson, Walt Whitman e Henry David Thoreau. Per il primo,
in particolare, si puo' parlare di una vera e propria renaissance: in
Francia Gallimard ha appena ripubblicato, riunendoli in un volume (Qu'est-ce
que la philosophie americaine) tre saggi di Stanley Cavell sulla sua opera.
Si tratta di una corrente sotterranea nella lettura dominante del pensiero
liberale: non il liberismo economico del mercato sovrano, ne' l'esaltazione
della civilta' del consumo o della "democrazia commerciale". Siamo lontani
anche da definizioni formalistiche, procedurali o minimaliste, della
democrazia come un regime fondato sulla "regola della maggioranza" e
sull'elezione dei rappresentanti. Al contrario, gli autori di cui Urbinati
ricostruisce il percorso e di cui mette in evidenza l'influenza sulla
politica, passata e presente (il riferimento e' a Obama), adottano una
nozione forte della democrazia, basata sull'esperienza individuale, sul
vissuto di ogni cittadino, come substrato indispensabile per un sistema
giusto e vitale, non corrotto dalla degenerazione dei costumi pubblici e
privati.
L'autrice propone una concezione estremamente rigorosa della vita politica,
in cui l'incapacita' del singolo a realizzare le proprie aspirazioni e di
mettere a frutto le proprie doti si traduce nell'immobilismo e
nell'incancrenirsi dell'intera societa'. Ogni individuo ha un dovere verso
se stesso prima che verso gli altri, espresso dal motto di Emerson just be
yourself, "diventa quello che sei". Il sistema di governo deve facilitare ed
incoraggiare questo percorso, che non e' mai solitario bensi' presuppone il
dialogo e il confronto con gli altri.
La visione della democrazia americana che questa tradizione, complementare
ma non riducibile alla storia piu' nota della rivoluzione, propone e' dunque
fortemente morale ed ancorata al rispetto ed all'incoraggiamento della
liberta' di ognuno. Il buon governo non e' un obiettivo in quanto tale: la
stessa democrazia e' subordinata al progetto principale, che e' quello della
realizzazione del se'.
Alla base di quest'idea di democrazia rielaborata dalla politologa della
Columbia University vi e' il sentimento, che si differenzia sia dalla
passione politica, percepita come pericolosa nella sua radicale
irrazionalita', sia dal calcolo e dall'interesse quali basi sufficienti per
giustificare la vita in comune. La dimensione del sentimento rinvia quindi
inevitabilmente a quella dell'esperienza, del vissuto che non puo' che
essere personale e, certo, condivisibile ma fino ad un certo punto. Ogni
individuo e' un mondo, un'infinita', un essere insostituibile e il sistema
politico non ha altra funzione che di proteggerlo ed incoraggiarlo nel suo
percorso alla scoperta di se stesso. Concenzione contigua a un'altra
tradizione, anch'essa tutta americana, di pensiero anarchico, in cui pero'
non vi sono atti eroici, fuori dall'ordinario, ma la necessita' di garantire
pubblicamente spazi privati di creazione e di liberta' che siano quotidiani,
comuni.
Non e' un caso infatti se gli stessi Withman, Thoreau e Emerson erano fra le
letture preferite di Emma Goldman, figura emblematica della tradizione
anarchica d'oltreoceano, durante la sua prigionia. Quest'ultima, nel suo
saggio Anarchism and other essays, cita esplicitamente Emerson e ne riprende
l'idea peculiare di individuo, inteso come universo di capacita', di
possibilita' e di esperienze che, sole, sono il nutrimento essenziale
dell'avventura democratica. La forza dell'individualismo democratico e'
dunque tuttora da ricercare in un pensiero della persona e della politica
che contesta, nella concretezza del quotidiano, l'ordine costituito e le sue
(auto)giustificazioni.

11. LIBRI. FABRIZIO TONELLO PRESENTA "DICHIARAZIA" DI MARIO PORTANOVA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 23 giugno 2009 col titolo "Nel linguaggio
la crisi della sfera pubblica" e il sottotitolo "Per la Bur Dichiarazia di
Mario Portanova"]

Mario Portanova, Dichiarazia, Bur, pp. 312, euro 10.
*
Chi, venerdi' scorso, ha guardato il frammento video di Sky dove appare un
Silvio Berlusconi che telefona a Niccolo' Ghedini mentre sfoglia la rassegna
stampa del mattino, non potra' che apprezzare il libro di Mario Portanova
Dichiarazia, un massiccio tomo dove il balletto quotidiano di dichiarazioni
e smentite dei nostri politici e' raccolto con pazienza certosina. Nel
video, presente su tutti i siti dei maggiori giornali italiani, si vede un
Berlusconi che ripete ossessivamente "Non ho mai detto che...", smentendo a
beneficio del suo collaboratore di aver affermato, tra l'altro, che "Ghedini
e' pazzo".
E' un peccato che Berlusconi neghi la paternita' dell'unico commento sensato
attribuitogli in questi giorni, perche' l'avvocato Ghedini, intervenendo per
difenderlo dall'accusa di favoreggiamento della prostituzione nell'inchiesta
di Bari, ha pronunciato una battuta ormai memorabile: "Berlusconi non
sarebbe punibile (per eventuali rapporti sessuali a pagamento) in quanto
utilizzatore finale". Come ha scritto Giuliano Ferrara, si tratta di "una
bestialita' culturale e civile" di cui i giornali si sono deliziati. Ghedini
non e' nuovo al tentativo di lanciare il cuore oltre l'ostacolo, anzi oltre
la telecamera, per difendere il suo datore di lavoro. Nel marzo 2003, per
esempio, lamentando la convocazione di B. nel processo di Milano, aveva
dichiarato: "Il tribunale ha ritenuto piu' importante l'udienza davanti a
se' che non un impegno in Medio Oriente per cercare di risolvere gravissimi
problemi, con stragi quotidiane" (Portanova, p. 260). Ecco, se in Palestina
le stragi continuano, sappiamo di chi e' la colpa: dei giudici di Milano che
hanno impedito a B. di occuparsene.
Chi, come me, non possiede televisione, trova nel libro di Mario Portanova
un tale numero di dichiarazioni improbabili da far nascere il sospetto che
il volume sia un roman a' clef, una satira del berlusconismo, malattia
senile del capitalismo italiano. Per esempio, voi credereste davvero che
qualcuno abbia detto: "Ci rivolgeremo anche agli elettori di centrosinistra
perche' guardino con occhi diversi al presidente Berlusconi, il presidente
di tutti, un uomo che ha portato nella politica italiana innanzitutto una
ventata di moralita' e di pulizia"? La risposta e' si': Sandro Bondi, in una
intervista del 17 settembre 2003, al "Giorno". E lo stesso Bondi, un mese
prima, aveva proclamato la necessita' di "difendere fino in fondo Berlusconi
e la sua maggioranza dall'accanimento persecutorio dei giudici. Fino al
sacrificio del nostro corpo" ("Il Giornale", 8 agosto 2003). L'attuale
ministro della cultura, scrive Portanova, dal 2000 al 2008 ha fornito
all'Ansa circa quattromila interventi, "con una media che sfiora percio' i
cinquecento all'anno, circa uno e mezzo al giorno, ferie e festivita'
comprese".
Un modo di leggere Dichiarazia e' quello di godersi spensieratamente le
contraddizioni, le enormita', le balle spaziali di cui il centrodestra e'
quotidiano produttore, con marginali aiuti da parte degli inetti politici di
centrosinistra. Una perfetta lettura sotto l'ombrellone. Da parte mia,
pero', trovo questo libro profondamente inquietante, perche' fornisce prove
ad abundantiam della crisi della sfera pubblica, una crisi che non nasce
oggi ma che e' il portato di tendenze di lungo periodo. In democrazia, la
politica si fonda sulla parola, sulla parola che si trasforma in azione. Ma
cosa succede se l'alluvione di parole in televisione si trasforma in rumore
di fondo, in suoni indistinguibili fra loro?
Venticinque anni fa, Joshua Meyrowitz pubblico' un libro straordinariamente
originale, Oltre il senso del luogo, in cui profetizzava che la televisione
avrebbe avuto come effetto il ritorno a culture orali, a un "nomadismo
elettronico" in cui le antiche gerarchie stabili, fondate sulla parola
scritta, sarebbero crollate. Gran parte delle sue previsioni si sono
avverate ma il risultato e' stata l'ascesa di oligarchie del denaro che
hanno sostituito la piazza con il talk show, il confronto dei programmi con
il confronto delle facce. Non a caso Meyrowitz prevedeva l'ascesa di
politici dal look blando, simile a quello dei presentatori del telegiornale:
dopo Clinton e Blair ora abbiamo direttamente David Sassoli, passato dal Tg1
al parlamento europeo a sostituire la sua collega Lilli Gruber.
Cio' che la televisione commerciale ha portato in Italia e' la
trasformazione dello statuto ontologico del discorso politico: oggi le
dichiarazioni sono percepite come parte dello spettacolo delle elezioni (o
degli scandali pre e post-elettorali), a sua volta parte dello spettacolo
globale che riempie la sfera pubblica. Se i politici sono visti come
intrattenitori non stupisce che la considerazione nei loro confronti sia
minima e che, nello stesso tempo, lo showman piu' abile sia sempre al centro
della scena, con i suoi clown, nani e ballerine.
Da questo punto di vista, la posizione di Berlusconi e' solidissima perche'
la maggioranza degli italiani sembra aver accettato l'idea di uno spettacolo
politico dal copione alquanto logoro ma comunque un cabaret che non accetta
altra logica se non la propria. E' curioso che un uomo di spettacolo come
Giuliano Ferrara si senta costretto a scrivere che occorre "ridare il senso
e la dignita' di una grande avventura politica, (...) reagire con scrupolo,
intelligenza e forza d'animo" perche' "la situazione si e' fatta grave, e
perfino seria". Ma per "ridare dignita' all'avventura politica" di B.
occorrerebbe smentire quindici anni di comunicazione politica basata proprio
sul suo contrario: l'esibizione del corpo, l'eccesso, il ripudio di
qualunque valore diverso da quelli della televisione commerciale.
L'operazione veline-candidate era perfettamente coerente con questo modello
di azione politica, prima che con le pulsioni notturne di Berlusconi. Lungi
dall'essere "ciarpame", le graziose fanciulle candidate o candidabili erano
parte di una strategia in cui l'unica cosa che il governo puo' fornire al
popolo sono i circenses perche' e' da tempo che assicurare il panem e' fuori
della sua portata.

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 899 del primo agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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