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La solidarieta' contro il razzismo
- Subject: La solidarieta' contro il razzismo
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 26 Jul 2009 16:31:18 +0200
- Importance: Normal
================================== LA SOLIDARIETA' CONTRO IL RAZZISMO ================================== Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 26 luglio 2009 1. Peppe Sini: Poche aspre parole per esortare ancora all'insurrezione nonviolenta in difesa della legalita' e della Repubblica contro il colpo di stato razzista 2. Una proposta urgente 3. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati 4. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.) 5. Enrico Bonerandi: Noi accogliamo 6. Davide Carlucci: Accogliere ogni essere umano 7. Consiglio Italiano per i Rifugiati: Maggiore insicurezza per tutti 8. Vladimiro Polchi: Persone oneste che lavorano, gettate nel terrore 9. Andrea Punzo: Razzismo 10. Carlo Remeny: Esseri umani 11. Gian Guido Vecchi: Dolore e violazione dei diritti umani 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: POCHE ASPRE PAROLE PER ESORTARE ANCORA ALL'INSURREZIONE NONVIOLENTA IN DIFESA DELLA LEGALITA' E DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA Non e' vero che le misure razziste e squadriste, imposte dal governo golpista a un parlamento di clientes ed avallate da un pusillanime fedifrago, sono legge dello stato di diritto. Sono l'anti-legge, l'ant-istato di diritto, l'anti-umanita': sono il nazismo che comincia. * Non e' vero che la maggioranza del popolo italiano e' favorevole al colpo di stato razzista. Solo una infima minoranza corrotta, malata e criminale e' razzista. * Non e' vero che il governo golpista legittimamente governi: Il colpo di stato e' un crimine, quei criminali vanno arrestati e processati secondo la legge. * Non e' vero che resta solo da "disobbedire": che e' la piu' subalterna ed ambigua delle parole, l'atteggiamento di chi si sente puerile e servo nell'animo. Noi la pensiamo come Piero Gobetti e Lorenzo Milani e Mohandas Gandhi e Rosa Luxemburg: siamo contro la sottomissione ai poteri malvagi, e siamo anche contro l'atteggiamento servile ed ambiguo della "disobbedienza" che non sa volersi e farsi resistenza collettiva e organizzata, istitutrice di legalita' e moralita'; noi siamo per la civile e legittima resistenza contro la violenza e la barbarie; noi siamo combattenti nonviolenti. Altro che "disobbedire": noi non riconosciamo alcuna legittimita' alle illegali e criminali decisioni naziste dei razzisti golpisti al governo che stanno stuprando la nostra legge ed il nostro paese e la nostra gente e la nostra umanita'. Noi siamo dalla parte della legalita', noi combattiamo le azioni delittuose ed infami dei nazisti nemici della legalita'. Ed e' ancora nostro il motto che fu di "Giustizia e liberta'": Insorgere per risorgere. * Non e' vero che resta solo da "dissentire": che e' la piu' supina e prigioniera delle parole, che da' per scontato che il totalitarismo abbia gia' vinto, e cosi' il totalitarismo aiuta ad instaurarsi. Altro che essere noi un residuale misero dissenso: noi siamo la maggioranza del popolo italiano; sono i golpisti razzisti una miserabile e gangsteristica "minoranza organizzata", quei golpisti razzisti che reduplicano la marcia su Roma sperando di trovare nelle istituzioni l'equivalente - parimenti vile e complice - di Vittorio Emanuele III. Altro che un emarginato isolato dissenso: noi siamo il popolo italiano e l'umanita' intera, poiche' l'umanita' intera dal razzismo e' ferita, l'umanita' intera. Noi siamo dalla parte della Costituzione, dell'ordinamento giuridico, dello stato di diritto, della civile convivenza, dell'umanita' che e' una e solidale. Noi siamo l'opposizione al colpo di stato. I golpisti razzisti, loro sono un'infima minoranza in protervo e grottesco contrasto con la civilta', la democrazia, il diritto, la dignita' umana di tutti gli esseri umani. * Preghiamo quindi tutte le persone ragionevoli e decenti di piantarla subito di atteggiarsi a rassegnate, chi si rassegna e' complice dei nazisti. Preghiamo quindi tutte le persone ragionevoli e decenti di piantarla subito di atteggiarsi a sconfitte, chi si arrende e' complice dei nazisti. Preghiamo quindi tutte le persone ragionevoli e decenti di piantarla subito di accettare e ripetere la menzogna che quelle misure illegali siano legittima legge: chi lo dice e' complice dei nazisti. Preghiamo quindi tutte le persone ragionevoli e decenti di piantarla subito di accettare e ripetere la menzogna che la maggioranza del popolo italiano e' consenziente con quelle misure illegali e barbariche: chi lo dice e' complice dei nazisti. * Che viva la Repubblica. Che viva la Costituzione. Che viva la legalita', che e' la difesa del giusto dalla violenza dell'ingiusto. * Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'. Siano abrogate subito le misure razziste e squadriste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza". Siano aboliti subito i campi di concentramento. Cessino immediatamente le deportazioni. Si costringa alle dimissioni il governo criminale e criminogeno, il governo della corruzione e dell'eversione, il governo anomico e golpista. * Nessuno sia complice del colpo di stato. Nessuno si arrenda al razzismo. Nessuno si rassegni all'apartheid. Ogni umana vita e' un valore infinito. Vi e' una sola umanita'. La nonviolenza e' in cammino. 2. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di: a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica; b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa richiesta; c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa richiesta; d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia; e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta. * Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti: a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe rossi_m at posta.senato.it Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso i siti di Camera e Senato. 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Signori Presidenti dei due rami del Parlamento, il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, con la presente siamo a richiedere che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Distinti saluti, firma luogo e data indirizzo completo del mittente 4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.) Il Consiglio ... di ..., premesso che il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, chiede al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio. 5. UNA SOLA UMANITA'. ENRICO BONERANDI: NOI ACCOGLIAMO [Dal quotidiano "La Repubblica" del 9 luglio 2009 col titolo "Veneto, i preti che sfidano Bossi: Noi i clandestini li accogliamo" e il sommario "A Ponzano una parrocchia ospitera' una festa con mille immigrati. Gli stranieri servono alla nostra economia. I carabinieri? Si girano dall'altra parte"] Ponzano Veneto - Don Aldo, 71 anni suonati ma l'energia di un ragazzo, sta rasando l'erba del campo sportivo accanto alla chiesa. Domenica decine di pullman convergeranno sulla parrocchia di Paderno di Ponzano, a pochi chilometri da Treviso, con un migliaio di immigrati a bordo. "E' per il capodanno Bangla, festeggeranno qui da noi". Qualche giorno fa, nel palazzetto a fianco, c'erano 400 romeni a pranzo dopo una cerimonia religiosa. William, ghanese, si avvicina a don Aldo e si accorda, in broken english, sul pagamento della bolletta della luce: ogni settimana quattro gruppi di africani protestanti (circa 200 persone) arrivano qui a pregare nei locali dell'oratorio. "No problem", gli risponde il sacerdote. Il "prete rosso" don Aldo Danieli tre anni fa fini' al centro delle polemiche perche' voleva concedere l'oratorio ai musulmani per la preghiera del venerdi'. Fu stoppato dalla curia, ma comunque e' riuscito ad allestire nel suo fortino al centro del paese una scuola di arabo per i figli degli immigrati: "Che paura c'e'? Mica ci inquinano. Preferisco gli islamici che pregano o studiano ai cattolici che bestemmiano". Nell'ultima campagna elettorale per l'elezione del sindaco di Ponzano, la Lega e' partita al contrattacco decisa a riconquistare il paese, guidato da una lista civica di centrosinistra. Si sono scomodati personaggi importanti, come Giancarlo Gentilini e il federale del Veneto, Giampaolo Gobbo, per sostenere come candidato sindaco il capogruppo in Provincia Giorgio Granello. Dal palco, parole di fuoco contro il "prete comunista". E la Lega ce l'ha fatta, anche se solo per 240 voti. Nella "capitale" dei Benetton si prospetta una riedizione rovesciata della saga di Guareschi: don Camillo contro Peppone. Don Giuliano Vallotto, responsabile della curia di Treviso per i rapporti con l'Islam, avverte: "I leghisti predicano l'odio e la contrapposizione, ma nel concreto sono costretti a comportarsi in modo diverso". Don Giuliano da anni accoglie nella sua casa a Cavaso del Tomba, sui colli trevigiani, immigrati bisognosi. Al momento sono sette, musulmani, dall'Africa, e uno dal Bangladesh. Don Giuliano non cerca affatto di convertirli: "In tanti anni e' accaduto in tre occasioni, ma non a causa mia: per opera dello Spirito Santo. Nel caso di un nostro volontario, c'e' stato il percorso inverso, e lo rispetto". Pochi giorni fa e' finito anche lui nel mirino della Lega. Commentando il decreto Maroni sulla sicurezza, ha dichiarato: "I clandestini io continuero' ad ospitarli come prima". Apriti cielo. Lui alza le spalle: "La gente si sta imbarbarendo. Ma vado avanti. Il sacerdote deve essere testimonianza del Vangelo: lo straniero va accolto come persona, al di la' del suo stato giuridico". Che accadra' con la nuova legge? "Non potranno rispettarla, perche' molti clandestini lavorano, in nero, e servono all'economia. Senza badanti le famiglie non saprebbero cosa fare. I carabinieri gireranno la testa dall'altra parte". Anche don Aldo, a Paderno di Ponzano, non ha troppi timori: "Mi hanno attaccato in ogni modo, ma le critiche per me sono tanti elogi. Granello mi ha gia' telefonato: vediamoci. In pubblico certe cose le devono dire...". Il sindaco leghista abbozza: "In campagna elettorale la linea e' quella, poi i contrasti si smorzano. Se non ci sono problemi di ordine pubblico, un accordo si trova". 6. UNA SOLA UMANITA'. DAVIDE CARLUCCI: ACCOGLIERE OGNI ESSERE UMANO [Dal quotidiano "La Repubblica" del 4 luglio 2009 col titolo "I preti di periferia disubbidiscono: I clandestini li accogliamo noi"] La linea e' "obiezione di coscienza". La chiesa di base e' pronta a disobbedire alla legge che introduce in Italia il reato di clandestinita'. E non solo i "soliti noti", categoria nella quale si riconosce don Gino Rigoldi, fondatore della Comunita' nuova di Milano, che assicura: "Io i clandestini li accogliero' senza problemi". Anche sacerdoti di periferia come don Alberico Alfonsi, a Padova: "Non denuncero' mai nessuno". Certo, aggiunge don Alberico, "bisognerebbe dar loro casa, lavoro e dignita', non farli star qui come bestie. Io vivo con quattrocento stranieri, vedesse dove dormono...". Ma l'imperativo e' accogliere. Il primo a dirlo e' stato a Treviso don Giuliano Vallotto, prete del dialogo con l'Islam: "Accetto le conseguenze penali della mia scelta". Don Angelo Cassano ieri ha visitato in ospedale il somalo aggredito dall'autista di un bus a Bari: "Davanti a lui ho pianto". 7. UNA SOLA UMANITA'. CONSIGLIO ITALIANO PER I RIFUGIATI: MAGGIORE INSICUREZZA PER TUTTI [Dal sito del Consiglio Italiano per i Rifugiati riprendiamo il seguente comunicato del 2 luglio 2009 dal titolo "Pacchetto Sicurezza: maggiore insicurezza per tutti"] "D'ora in poi la parola d'ordine sara': esclusione sociale", ha dichiarato il presidente del Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), Savino Pezzotta, alla luce dell'odierna definitiva approvazione del "pacchetto sicurezza" al Senato, a colpi di "fiducia". "Le nuove norme renderanno piu' difficile la convivenza civile, pacifica e reciprocamente proficua tra italiani e stranieri", continua Pezzotta. Il Cir, ente di tutela di rifugiati, e' particolarmente preoccupato per il clima generale di criminalizzazione del "diverso", del "sospetto", della marginalizzazione che da questa legge viene alimentato. Cambiera' profondamente il contesto nel quale si svolge il percorso di integrazione non solo degli immigrati, ma anche dei rifugiati. "E' da ricordare che la nuova legge introduce una tassa pesante su rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno; limita l'ottenimento della cittadinanza italiana, nonche' il diritto al ricongiungimento familiare; in molti casi rende impossibile l'iscrizione anagrafica. Tali norme riguardano esclusivamente cittadini stranieri regolarmente presenti e non hanno alcun nesso con la sicurezza", dichiara Christopher Hein, Direttore del Cir. "Altre norme come le restrizioni sull'invio di denaro alle famiglie rimaste nei paesi di origine provocheranno inevitabilmente nuovi mercati irregolari o criminali di money transfer". L'introduzione del reato di permanenza irregolare sul territorio rappresenta, tra l'altro, l'impossibilita' di tornare nel paese volontariamente. "In contrasto con la Direttiva europea sul ritorno - in vigore dal dicembre 2008, ma non ancora attuata in Italia - che riconosce allo straniero il diritto di poter decidere per la partenza volontaria entro un periodo congruo, il nuovo reato rende obbligatorio l'allontanamento forzato della persona", osserva Hein. "Paradossalmente, la legge costringe alla fuga anche cittadini stranieri che sarebbero tornati volontariamente in patria". L'aumento del periodo di trattenimento nei Centri di Identificazione ed Espulsione, e' un puro atto punitivo, una detenzione arbitraria, perche' le statistiche dimostrano che le possibilita' di rendere effettiva l'espulsione aumentano solo marginalmente prolungando la permanenza in tali centri. "A parte le nefaste conseguenze dell'attuazione delle singole norme, il 'pacchetto sicurezza' nel suo insieme si ispira ad una percezione dello straniero come nemico, che fara' uscire l'Italia delle politiche di inclusione sociale seguita dall'Unione Europea negli ultimi 15 anni", dichiara Hein. 8. UNA SOLA UMANITA'. VLADIMIRO POLCHI: PERSONE ONESTE CHE LAVORANO, GETTATE NEL TERRORE [Dal quotidiano "La Repubblica" del 3 luglio 2009 col titolo "La paura di Irina e Rashid: Noi lavoratori senza timbri ora dovremo nasconderci" e il sommario "Gli stranieri privi di permesso di soggiorno stimati in 650.000. La badante moldava: Vorrebbero mettermi in regola, pero' non entro nelle quote"] "La paura piu' grande? Ora che sono un 'criminale', e' di essere licenziato". Norberto e' un collaboratore domestico filippino. Lavora da tre anni per una famiglia romana. Andrea T., un giovane regista televisivo, ha cercato a lungo di metterlo in regola. Inutilmente. "Il mio datore di lavoro e' stato onesto. Il 14 marzo 2006 - racconta Norberto - ha presentato domanda col decreto flussi: abbiamo fatto una lunga fila notturna davanti alle poste di Vitinia. Poi, per mesi, nessuna informazione. Il 19 febbraio 2008 ci e' arrivata una raccomandata dello Sportello Unico: la domanda d'assunzione era stata rigettata per carenza d'informazioni". Non finisce qui. "Andrea ha partecipato anche al decreto flussi 2007. La mattina del 15 dicembre siamo stati tra i 740.000 che hanno partecipato al click day". E oggi? "E' passato un anno e mezzo e ancora non abbiamo ricevuto il nulla osta all'assunzione. Vorrei andare a trovare mio figlio di due anni, ma non posso, sono un clandestino". Norberto e' terrorizzato: "Andrea potrebbe ora decidere di licenziarmi. Lui ora infatti rischia di essere denunciato per favoreggiamento". Come Norberto, sono tanti i lavoratori irregolari che di colpo diventano "autori di reato": quello d'immigrazione clandestina. Quanti? Secondo la fondazione Ismu sono almeno 650.000 gli stranieri privi di permesso di soggiorno: nel Nord ci sono sette immigrati irregolari ogni mille abitanti. Un esercito di "invisibili", che potrebbero essere regolarizzati solo con i decreti flussi. Ma la lotteria delle quote prevede tante domande (nel 2007 furono 741.000) per pochi posti (170.000). E cosi' in pochi vincono un "biglietto" da regolare. I tempi? Lunghissimi: dopo un anno e mezzo, molti non hanno ancora ricevuto risposta. Mancano infatti all'appello quasi diecimila nulla osta all'assunzione. E questo ritarda anche i lavori del decreto flussi 2008: finora sono stati rilasciati appena 2.550 nulla osta, su oltre 257.000 domande. Una debacle burocratica. La colpa? Della lentezza delle Direzioni provinciali del Lavoro e di alcune Questure. Il Viminale ha provato ad accelerare i lavori, ma non tutto ha funzionato. Il buco nero? Roma: in un anno e mezzo, ha coperto il 67% delle quote assegnate. "L'assurdo - racconta in lacrime Irina, una badante moldava irregolare che lavora vicino a Venezia - e' che la mia famiglia sta cercando da tempo di mettermi a posto, pronta a pagarmi anche i contributi. Ma ancora non sono rientrata nelle quote e cosi' oggi i miei datori di lavoro ospitano in casa una 'delinquente'. Ora ho paura anche di andare dal medico". Rashid e' un giovane cuoco indiano. Senza di lui, un ristorante di pesce sulla costa laziale dovrebbe chiudere i battenti. I proprietari lo trattano come un figlio. Sanno quanto e' prezioso. Rashid non conosce bene l'italiano. Per lui, parla il titolare del ristorante: "Vogliamo che tutto sia legale, ma ci hanno detto che quest'anno non verra' fatto alcun decreto flussi. Come facciamo? Ci vorrebbe una sanatoria per tutte le persone per bene, che vogliono solo lavorare". Rashid vive nella paura di essere fermato. "Passa la giornata al lavoro, poi si infila in casa e non mette piu' il naso fuori". Pochi pensano di lasciare l'Italia, nonostante il nuovo reato. "Impossibile rifarsi una vita in patria - racconta Alan - e poi hanno paura di essere fermati alla frontiera". Alan e' albanese, e' un regolare. Lui ce l'ha fatta: e' rientrato nella maxisantoria del 2002, targata centrodestra. "Molti amici, pero', non sono ancora in regola. E a loro non resta che vivere come topi, sempre nascosti nei loro buchi". 9. UNA SOLA UMANITA'. ANDREA PUNZO: RAZZISMO [Dal quotidiano "La Repubblica", cronaca di Torino, del 3 luglio 2009 col titolo "Clandestini in carcere? E' razzismo. Io lavoro onestamente per mangiare" e il sottotitolo "Le reazioni a Porta Palazzo tra gli extracomunitari che da oggi sono 'fuorilegge'. Gia' e' dura adesso per i regolari trovare un posto, ora dove lo trovi chi ti assume?"] Il Senato approva. Il ddl sicurezza adesso e' legge. Clandestinita', lotta al racket, ronde, inasprimento delle pene. Sono alcune delle parole chiave di un provvedimento che divide e che mette in luce la volonta' del governo italiano di chiudere le porte agli extracomunitari. Cio' che viene immediatamente da pensare, dopo aver seguito passo dopo passo il complesso iter legislativo di un provvedimento che alcuni definiscono come razzista e': ma questi famigerati clandestini (categoria un po' troppo generica) cosa pensano ora che la loro condizione e' effettivamente un reato? Dunque Torino, quindi Porta Palazzo. Non esiste altro possibile luogo dove provare a calarsi un attimo nel mondo dei nuovi "fuorilegge" per capirne un briciolo di piu'. Se cerchi una Babele eccellente, li' la si trova senza grandi sforzi. Basta camminare lungo Piazza della Repubblica nel momento in cui il mercato del giorno e' ormai un ricordo per avere il primo vero impatto con "l'entita'" immigrata. Mustafa oltre a essere clandestino e' anche marocchino. E' in Italia da due anni e per ora il suo lavoro consiste nell'arrabattarsi alla ricerca continua di una qualunque occupazione che gli permetta di mangiare. Quando gli viene chiesto cosa pensa del pacchetto sicurezza, la sua reazione e' soltanto una: stupore. Lui del provvedimento non ne e' minimamente a conoscenza: "Non so niente di tutto questo, io lavoro per guadagnare. Non mi interesso di politica". Ma quando gli viene fatto presente che la clandestinita' e' da ieri un reato penale, la sua espressione cambia radicalmente: "Ah si' - dice - questo e' molto grave". Prova a cercare delle risposte, fa delle domande: "Quindi se mi trovano adesso rischio il carcere? Ma io lavoro onestamente, perche'?". L'interrogativo rimane sospeso fino all'arrivo di Michelangelo: peruviano di Lima. E' in Italia da anni, ha un lavoro ed e' in piena regola con i documenti. Si avvicina per dare la sua risposta a Mustafa: "Perche' questo governo e' razzista. La Lega non vuole gli immigrati, pensa solo al bene degli italiani. Per noi che siamo regolari e' gia' difficile trovare lavoro, figurati per chi non ha il permesso di soggiorno". E' un punto di vista ma per lui e' una assoluta e unica verita'. Ivan viene dalla Romania, fa il macellaio dentro il mercato coperto. Anche lui e' stato clandestino e non dimentica: "Sono arrivato in Italia a vent'anni, solo e senza famiglia. I primi due anni ho vissuto in uno scantinato, lavorando un po' ovunque. Poi finalmente ho trovato chi e' stato disposto ad assumermi e a regolarizzarmi. Da li' in avanti la mia vita e' cambiata". Se fino a qualche anno fa uscire da una condizione di clandestinita' era possibile ora, sempre secondo Ivan, e' tutto molto piu' difficile: "Da un paio d'anni a questa parte regolarizzarsi e' diventato quasi impossibile. Dove lo trovi un datore di lavoro che ti assume quando sei ancora clandestino?". 10. UNA SOLA UMANITA'. CARLO REMENY: ESSERI UMANI [Da "Famiglia cristiana" n. 29 del 19 luglio 2009 col titolo "Il pacchetto sicurezza mette in difficolta' lavorarici e famiglie. La paura delle badanti" e il sommario "Con il reato di clandestinita' quelle irregolari temono di essere individuate. Grande incertezza anche tra i familiari degli anziani di cui si prendono cura. Vorrei regolarizzarla. Ma..."] Potrebbe esserci qualcuno che pensa di poter far fronte in Italia a future crisi occupazionali indirizzando il metalmeccanico licenziato verso la carriera di badante. A ipotizzarcelo e' il presidente delle Acli milanesi Gianni Bottalico: "Qui non si tratta di fare le dame di compagnia, ma di somministrare medicinali, curare persone anziane, pulirle, cucinare. Che a nessuno venga in mente che i futuri disoccupati possano improvvisarsi in due giorni operatori a domicilio". Laura Ponzini lavora allo sportello milanese di Acli Colf e riceve le richieste di chi si offre come badante: "In un anno e mezzo non ho visto un solo italiano presentarsi per questo lavoro". Laura ha affiancato al papa' di 89 anni una signora ucraina quasi sessantenne, regolarizzata con il decreto flussi del 2007. Natalija e' vedova, ma ha dei figli in patria. "Le donne che vengono dall'Europa dell'Est per fare questo lavoro se hanno sui 50 anni non hanno nessuna intenzione di stabilirsi. Ci restano il necessario per guadagnare i soldi da riportare a casa", osserva la Ponzini. Prima di Natalija, accanto a sua mamma, affetta da Alzheimer, c'era un'altra signora ucraina, Marija, 50 anni, due figli e un marito in patria. Anche Jelena ha 50 anni ed e' ucraina. Cura da tre anni un'anziana invalida. Non ha nessuna autorizzazione. Guadagna 850 euro al mese, abita con la sua assistita. Ha due ore libere al giorno e la domenica. La figlia della donna che accudisce le ha gia' detto che non intende privarsi di lei nemmeno di fronte al decreto sicurezza. Jelena ha lavorato prima per sei anni presso un altro anziano, che poi e' mancato. Rimasta senza lavoro, e' stata subito assunta da un'altra famiglia. In patria era impiegata presso la Guardia di finanza, poi ha deciso di provare a cercarsi un lavoro in Italia, quando il marito e' stato mandato in pensione dalla polizia ucraina. Jelena ha paura. Teme di essere fermata dalla polizia. Non e' mai successo in nove anni, ma adesso esce di casa malvolentieri. Il suo unico svago e' la visita domenicale a casa della figlia Natasha, che abita a Milano con il marito. Si sono sposati in Ucraina, poi sono venuti in Italia come turisti, ma con il proposito di lavorare. Lei ha 29 anni ed e' laureata in lingue. In patria ha insegnato alle medie. Lui ne ha 35, e' laureato in legge. In Italia Natasha ha fatto la badante in nero. Valerij, invece, e' muratore e ha ricevuto il nulla osta con il decreto flussi. Hanno un appartamento in affitto. Lei e' incinta. Vuole fare domanda per il permesso di soggiorno per motivi di gravidanza. Racconta che suo marito e' stato fermato dai Carabinieri in una stazione ferroviaria pochi giorni dopo essere stato regolarizzato. Stando alle Acli milanesi, badanti e colf in Lombardia arrivano soprattutto da Romania, Moldavia, Ucraina e Filippine. Si stima che siano circa 130.000, di cui 50.000 irregolari. C'e' un sensibile incremento della popolazione anziana in Lombardia. La provincia di Milano, che nel 2007 aveva quasi 3,9 milioni di residenti con 780.000 ultrasessantacinquenni, nel 2017 avra', secondo stime, 4,1 milioni di abitanti e quasi 950.000 persone sopra i 65 anni, 140.000 oltre gli 85. "Oggi la spesa media di una famiglia per la cura di un anziano e' sui mille euro", spiega Bottalico. "Le rette mensili in una struttura protetta vanno da 1.600 a 2.800 euro. Se le badanti venissero allontanate si innescherebbe un'emergenza per le famiglie, che sarebbero costrette a rivolgersi ai Comuni, con un sensibile aggravio dei costi per le amministrazioni. L'assistenza in famiglia, oltre a essere un risparmio, e' anche un valore. Colpendo le badanti, si mettono in difficolta' le famiglie e si creano forti elementi di disuguaglianza". Marta e' un'affermata libera professionista con il marito dirigente d'azienda. Hanno quattro figlie di 6, 9, 10, 11 anni. In dieci anni hanno affiancato alle bambine quattro tate. Prima una filippina, poi due rumene, adesso hanno Anna, moldava di 32 anni. Non e' in regola. "Non la mando via", dice Marta, "perche' e' una bravissima persona. Vorrei regolarizzarla, ma se non si puo' la tengo lo stesso. Non e' vero che portano via lavoro alle italiane, perche' io in tutti questi anni non ho mai avuto un'italiana che si sia presentata per questo lavoro e non conosco nessuno che abbia avuto una colf o una badante italiana. Non ci credo che siano pericolose: se uno affida il genitore anziano alla cura di una badante straniera, e' solo lui che puo' dire se la persona e' affidabile". Lina Pop ha 45 anni, rumena. Ha lavorato in una ditta di costruzioni dove controllava materiali per l'edilizia. E' divorziata e ha tre figli grandi in Romania. E' arrivata in Italia nel 2001 con un contratto di sei mesi per la raccolta di fragole in Val di Sole. Poi e' stata assunta da una famiglia in Val di Fiemme, dove ha curato una signora anziana. Quando questa e' deceduta, la famiglia stessa le ha trovato un'altra anziana da accudire a Milano. Ha speso sette anni accanto a lei, sino alla sua scomparsa. Lina ha la carta di soggiorno permanente. Ora, da maggio segue la zia di Daniela Bertani, 66 anni, vedova da pochi mesi, la quale, senza nascondere la sua commozione, ci dice: "Quando non ci sara' piu' mia zia Margherita (89 anni), vorrei solo che Lina restasse con me come compagnia". 11. UNA SOLA UMANITA'. GIAN GUIDO VECCHI: DOLORE E VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI [Dal "Corriere della sera" del 3 luglio 2009 col titolo "Critiche dal Vaticano. Marchetto: portera' dolore" e il sommario "La Chiesa. La Cei non entra nel merito ma sottolinea il dovere dell'accoglienza. Il segretario del Consiglio per i migranti: i Cie centri di detenzione. Diritti negati: Questa norma solleva dubbi sul rispetto dei diritti umani. E ignora il problema vero: l'integrazione"] Citta' del Vaticano - "Mi sento assai triste. E' una legge che portera' molti dolori e difficolta' a persone che, gia' per il fatto di essere irregolari, si trovano in situazione di precarieta'". L'arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti, e' durissimo sul pacchetto sicurezza: a partire da "quello che e' il suo peccato originale, il reato di clandestinita'" che portera' alla "criminalizzazione degli irregolari". Di qui la "preoccupazione per la tenuta dei diritti umani", poiche' "non si tiene conto di un diritto umano fondamentale, quello di migrazione" e si "ignora il vero problema, l'integrazione". Senza contare i "centri di identificazione e di espulsione" che "hanno un regime pari a quelli di detenzione". Parole che danno voce a preoccupazioni nel mondo cattolico e tuttavia non esprimono la posizione del Vaticano. Quando Marchetto, a febbraio, attacco' il governo sulle ronde, "un'abdicazione dello Stato di diritto", al portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, tocco' chiarire che "la Santa Sede, quando intende esprimersi autorevolmente usa mezzi propri e modi consoni: comunicati, note, dichiarazioni. Ogni altro pronunciamento non ha lo stesso valore". E mise in guardia dalle "attribuzioni non opportune". Ora vale lo stesso: le posizioni di monsignor Marchetto, si ripete Oltretevere, sono "personali" e "non esprimono la linea della Segreteria di Stato". Non a caso l'"Osservatore Romano", ieri, ha riassunto la notizia in sedici righe di cronaca che si concludono cosi': "Soddisfazione e' stata espressa dalla maggioranza e dal governo, mentre l'opposizione ha contestato il provvedimento". Punto. Certo la Chiesa ha ben presente il problema. L'arcivescovo Antonio Maria Veglio', presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, ha scritto in un articolo (preparato da tempo) su "Aggiornamenti Sociali" che l'arrivo dei migranti "non e' certo un pericolo", denunciando "la tendenza di molti Paesi a trincerarsi": ma i poveri "hanno il diritto" di "bussare alle porte delle societa' benestanti" e i governi devono cercare "modelli di integrazione". Questione di equilibrio, "dovere dell'accoglienza e legalita'", ripete la Cei. Benedetto XVI lo ha detto dieci giorni fa: "Molte sono le persone che cercano rifugio in altri Paesi fuggendo da situazioni di guerra, persecuzione e calamita', e la loro accoglienza pone non poche difficolta', ma e' tuttavia doverosa. Voglia Iddio che, con l'impegno di tutti, si riesca il piu' possibile a rimuovere le cause di un fenomeno tanto triste". Accoglienza difficile, doverosa, da prevenire. Uno dei temi dell'enciclica Caritas in veritate che sara' presentata martedi', ma non ancora in latino ne' in cinese: le traduzioni non sono pronte. ================================== LA SOLIDARIETA' CONTRO IL RAZZISMO ================================== Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 26 luglio 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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