Minime. 887



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 887 del 20 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Contro il razzismo e contro la guerra
2. Appello urgente al Presidente del Senato della Repubblica ed al
Presidente della Camera dei Deputati
3. Eleonora Bellini: L'amarezza e l'indignazione
4. Giuseppe Barone: Provvedimenti liberticidi, razzisti, antidemocratici
5. Anna Malgarise: Non mollare
6. Enrico Peyretti: Sul razzismo diffuso e di governo
7. Giovanni Scotto: Vacillano, ristanno
8. Laura Tussi: In cammino
9. Giulio Vittorangeli: Opporsi a un passato che speravamo definitivamente
tramontato
10. Movimento Nonviolento: Prepariamo bene e per tempo il 2 ottobre 2009,
Giornata mondiale della nonviolenza
11. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
12. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
13. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
14. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed
organizzazioni per i diritti dei bambini
15. Alessandro Corio presenta "Post-orientalismo. Said e gli studi
postcoloniali" a cura di Miguel Mellino
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. CONTRO IL RAZZISMO E CONTRO LA GUERRA

Poiche' vi e' una sola umanita', la guerra e' nemica dell'umanita' intera,
il razzismo e' nemico dell'umanita' intera.
L'intera umanita' alla guerra e al razzismo opporsi deve.

2. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO URGENTE AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Signori Presidenti dei due rami del Parlamento,
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
con la presente siamo a richiedere
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti,
il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 18 luglio 2009

3. UNA SOLA UMANITA'. ELEONORA BELLINI: L'AMAREZZA E L'INDIGNAZIONE
[Da una piu' ampia lettera personale]

Condivido l'amarezza e l'indignazione... al dolore si aggiunge altro dolore.
Ora si dovranno percorrere altre strade.
Eleonora Bellini

4. UNA SOLA UMANITA'. GIUSEPPE BARONE: PROVVEDIMENTI LIBERTICIDI, RAZZISTI,
ANTIDEMOCRATICI
[Da una piu' ampia lettera personale]

... tristissima, raggelante la notizia della sottoscrizione da parte del
Presidente della Repubblica del testo normativo, sia pure con le
precisazioni che abbiamo potuto leggere.
Sono ovviamente preoccupatissimo per le norme adottate e certo della
incostituzionalita' di molti punti.
Credo si debba lavorare sin da ora per proseguire - pur in modi diversi - la
lotta contro provvedimenti liberticidi, razzisti, antidemocratici.
Giuseppe Barone

5. UNA SOLA UMANITA'. ANNA MALGARISE: NON MOLLARE
[Da una piu' ampia lettera personale]

Ho provato anch'io una grande tristezza alla notizia delle firma di
promulgazione...
Invito tutti a non mollare, deve crescere la pressione delle associazioni e
dei singoli.
Anna Malgarise

6. UNA SOLA UMANITA'. ENRICO PEYRETTI: SUL RAZZISMO DIFFUSO E DI GOVERNO

Per dovere personale di coscienza - e anche ritenendo di interpretare gli
amici con cui lavoro solitamente – diffondo, tra tanti testi esemplari, due
articoli: uno di Livio Pepino, magistrato e studioso autorevole, l'altro di
Toni Ferigo, sindacalista esperto di immigrazione.
Sono stati scritti entrambi prima della promulgazione, da parte del
Presidente Napolitano, con grave eccezionale riserva costituzionale, della
legge detta "pacchetto sicurezza". Ma sono documenti che denunciano con
chiarezza gli sciagurati effetti giuridici del razzismo che infetta lo
strato piu' corrotto e involgarito del nostro popolo, attivamente ubriacato
di ignoranza e di egoismo; razzismo che viene esibito e praticato da vari
elementi del governo in carica, e passivamente seguito da altri. Anche se
quelli della citata legge fossero provvedimenti inefficaci e soltanto
demagogici, sarebbero incivili e detestabili.
Leggi che rendono inferiori alcune persone sono leggi contro tutta
l'umanita'.
Questo governo degrada l'Italia, raccoglie i frutti dell'attiva corruzione
popolare compiuta con i media bassamente commerciali e corrivi, e svende
ogni valore civile e umano in cambio di potere privato. Grande e' la
responsabilita' delle forze morali, in primo luogo la chiesa cattolica, per
avere spesso trescato con questa invasione mercantile della politica.
Oggi la sinistra e' di fatto extra-parlamentare, e la maggioranza di governo
e' extra-costituzionale.
Infatti, il costituzionalismo e', nella sua essenza, limitazione e
bilanciamento dei poteri, nessuno dei quali puo' essere illimitato,
accumulato, predominante, a servizio di se stesso, elusivo delle regole,
contrario agli universali diritti umani.
Per questi motivi, da tempo abbiamo indicato la illegittimita'
costituzionale del berlusconismo, se la Costituzione non e' solo uno
strumento formale manipolabile, ma una linea storicamente obbligatoria di
civilta' politica. Da Tocqueville a Rosmini, alle piu' alte voci
contemporanee, e' stato segnalato che non c'e' solo il dispotismo dei
tiranni, ma anche la dittatura delle maggioranze, possibile anche in
parlamenti eletti democraticamente, dispotismo rivestito di apparente
legalita'.
E' necessario che ogni cittadino di coscienza e intelligenza, e ogni luogo
di riflessione e mezzo di comunicazione, insorgano moralmente e
politicamente per salvare e affermare la civilta' costituzionale.
Occorre in Italia una resistenza costituzionale; occorre la disobbedienza
civile alle leggi razziali, disobbedienza personale e organizzata, con la
forza della nonviolenza; occorre l'opposizione politica consapevole e
unitaria di una "coalizione costituzionale", che faccia estremo appello alla
coscienza civile e umana del nostro popolo e della comunita' dei popoli.
Saranno capaci le culture democratiche di salvare il Paese dall'assalto
della mentalita' disumana, della barbarie del potere senza regole, nemico
dei deboli e bisognosi?
Nelle piccole possibilita' dei nostri mezzi, intendiamo fare la nostra parte
di dovere, sia di accusa e denuncia, sia soprattutto di costruzione
culturale e morale di cio' che ci fa umani, nella convivenza giusta.

7. UNA SOLA UMANITA'. GIOVANNI SCOTTO: VACILLANO, RISTANNO
[Da una piu' ampia lettera personale]

... Vacillano una dopo l'altra le ultime istituzioni di garanzia.
Ieri la Corte costituzionale, alcuni componenti della quale non solo non si
vergognano ma anche rivendicano di essere commensali abituali del presidente
del Consiglio.
Oggi il Presidente della Repubblica, che non rispetta i suoi compiti
doppiamente: promulga una legge incostituzionale a prima vista, e dopo
averlo fatto prende carta e penna per segnalare a governo e parlamento la
natura incostituzionale della legge.
Vacillano gli esseri umani, non i principi: istituzioni terze e di garanzia,
magistratura indipendente, primazia della Costituzione, inviolabilita' dei
diritti sociali, diritti civili, diritti umani.
Speriamo di essere all'altezza della lotta che abbiamo davanti.
Gianni Scotto

8. UNA SOLA UMANITA'. LAURA TUSSI: IN CAMMINO

Sono d'accordo e sottoscrivo nuovamente.
Nessuno si arrenda al razzismo.
Nessuno si rassegni all'apartheid.
La nonviolenza e' in cammino.
Laura Tussi

9. UNA SOLA UMANITA'. GIULIO VITTORANGELI: OPPORSI A UN PASSATO CHE
SPERAVAMO DEFINITIVAMENTE TRAMONTATO

La nostra e' una societa' escludente ed oppressiva, forte con i deboli e
debole con i forti, incapace di farsi carico dei propri problemi e di
camminare verso un futuro migliore.
Cosi', assistiamo quotidianamente ad una progressiva china discendente della
convivenza civile e della nostra cultura democratica. La regressione e'
intollerabile.
"Il razzismo e' proprio il risultato dell'ignoranza e della mancanza di
dimensione umana. L'umanesimo, di cui noi italiani siamo stati i creatori e
gli inventori, e' perduto, non c'e' piu'; non esiste neanche piu' lo spirito
di quello che era la partecipazione e la solidarieta'" (Dario Fo).
In una situazione di emergenza democratica, quale quella che stiamo vivendo,
troviamo la posizione del Capo dello Stato (il mancato stop alla
mussoliniana legge sulla "sicurezza" varata dal governo) ingiustificabile e
deprecabile; lo diciamo nel rispetto dei suoi poteri.
Il ruolo istituzionale del Presidente della Repubblica imponeva almeno di
tentare di mettere un freno alla deriva fascista e xenofoba favorita dal
governo del "Piccolo Cesare".
La legge poteva e doveva essere fermata; si veda la stessa
"irragionevolezza" che il Colle ha riscontrato nella legge: altro non e' che
un palese profilo di incostituzionalita'.
La conseguenza non e' solo l'approvazione di una legga crudele, il
rafforzamento di una maggioranza di governo al limite della
costituzionalita', ma un ulteriore indebolimento delle istituzioni
democratiche, che abdicando al proprio ruolo, inevitabilmente, finiscono con
lo screditarsi da sole.
Dicono che il comportamento del Quirinale e' stato dettato dal voler evitare
lo scontro frontale con il primo ministro. Del resto, gia' all'indomani del
deprimente teatrino mediatico allestito con il G8 dell'Aquila, era venuto
dal Capo dello Stato l'invito alla "tregua" (il ritorno "a un clima più
civile") rivolto all'opposizione e ai giornali non berlusconiani. Il tutto
purtroppo si e' trasformato in una inaccettabile assoluzione non solo del
"Piccolo Cesare", ma di tutta la sua devastante politica.
E' una questione che coinvolge direttamente l'attuale ceto politico
dell'opposizione.
Non si puo' accettare come normale avversario uno schieramento xenofobo,
omofobo, fondamentalista, o peggio considerarsi "moderni" se se ne fa
propria qualche variante piu' o meno diluita.
Ha scritto lucidamente Felice Mill Colorni nell'editoriale dell'ultimo
numero della rivista "Confronti", riferendosi al centrosinistra: "Se si
ostinano a non guardare in faccia con chi hanno a che fare e a imbellettare
lo sfacelo civile del paese, e' inevitabile che vengano visti dai piu'
avvertiti e informati dei loro potenziali elettori come degli inetti nella
migliore delle ipotesi, oppure come complici piu' o meno consapevoli. Hanno
semplicemente perso la capacita' di distinguere fra ragionevolezza,
dialogicita', moderazione e moderno riformismo da una parte, e remissivita'
verso l'illegalita' sistematica, l'assalto alla diligenza e il degrado
civile senza fondo dall'altra. Se il capo della coalizione avversaria e' uno
che si avvale della facolta' di non rispondere in un processo di mafia, uno
che e' riconosciuto in giudizio (per quanto, ora, non con sentenza
definitiva) corruttore di testimoni, uno che accetta, anzi si vanta, di
essere prosciolto da accuse infamanti per prescrizione o per amnistia, uno i
cui due principali sodali politici e personali sono stati condannati l'uno,
con sentenza definitiva, per avere comprato dei giudici nel suo interesse e
l'altro per concorso esterno in associazione mafiosa, allora non si puo'
considerarlo alla stregua di Merkel, Sarkozy, Cameron o Rajoy. Non si puo',
insomma, operare per costruire, assieme a una coalizione guidata da uno
cosi', un 'moderno bipartitismo' e proporsi di riscriverci assieme la
Costituzione. Non si puo' considerare normale che uno cosi' controlli i tre
quarti dell'informazione che conta (...) Purtroppo e' nel centrosinistra che
non sembra ancora emergere un ceto politico capace di giocare, cosi', anche
solo per convenienza, la carta dell'intransigenza nel pretendere almeno il
ritorno a normali standard di decenza europei".
Da parte nostra, di fronte a leggi (come quella sulla "sicurezza") che
contrastano con i principi fondamentali di uno stato di diritto, non
possiamo tacere e useremo tutti gli strumenti della democrazia e della
nonviolenza per opporci ad un abisso che ricorda un passato che speravamo
definitivamente tramontato.

10. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: PREPARIAMO BENE E PER TEMPO IL 2
OTTOBRE 2009, GIORNATA MONDIALE DELLA NONVIOLENZA
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito:
www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]

Per il prossimo 2 ottobre (anniversario della nascita di Gandhi e Giornata
mondiale della nonviolenza proclamata dall'assemblea generale della Nazioni
Unite), il Movimento Nonviolento promuove una giornata di iniziativa comune.
Proponiamo a tutti gli iscritti, ai simpatizzanti, ai singoli amici della
nonviolenza, ai gruppi e ai centri del Movimento, di organizzare nella
propria citta' o nel proprio paese, un'iniziativa pubblica, comunicandola
alla stampa locale: una presenza in piazza, un banchetto, l'esposizione
della bandiera della nonviolenza, una conferenza, la distribuzione di un
volantino... insomma, una presenza, anche modesta ma visibile, che in quel
giorno colleghi idealmente tutte le realta' del Movimento Nonviolento a
livello nazionale.
Per l'occasione e' in preparazione un numero speciale di "Azione
nonviolenta" (il numero doppio di agosto-settembre) che sara' interamente
dedicato all'attualita' dell'azione e del pensiero gandhiano (titolo
provvisorio: Sulle orme di Gandhi. Quest'anno ricorre il centenario del 1909
che e' un anno fondamentale nell'esperienza di Gandhi: incarcerato in
Sudafrica perche' rifiuta i documenti di identificazione; poi in Inghilterra
dove si scontra con i terroristi indu'; e' anche l'anno nel quale traduce
"Lettera a un indu'" di Tolstoj ed e' in corrispondenza con lui; e' l’anno
in cui, in India, lancia il boicottaggio delle merci inglesi).
Vi invitiamo fin d'ora a prenotare copie di questo numero speciale, come
strumento utile da diffondere nelle varie realta' il 2 ottobre. I membri del
comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento sono anche
disponibili a partecipare alle presentazioni pubbliche del numero speciale
di "Azione nonviolenta" che saranno organizzate nella varie citta'.
Sollecitiamo, quindi, a prendere contatto, da subito, con la sede nazionale
del Movimento Nonviolento per organizzare in ogni realta' locale
l'iniziativa del 2 ottobre, e a comunicarla (per telefono, lettera
tradizionale, e-mail), ordinando le copie di "Azione nonviolenta" che vi
saranno spedite immediatamente. La riuscita di questo evento, molto
significativo per la nonviolenza e per il Movimento Nonviolento (e' un
impegno che ci siamo assunti nel nostro Congresso), dipende esclusivamente
da quello che ciascuno di noi sapra' mettere in campo. Ad ognuno di fare
qualcosa.
Il comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento
via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail:
azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org

11. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL
COLPO DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

12. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

13. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

14. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE
ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI

Torino, 14 luglio 2009
Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda
preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in
materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2
luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di
origine straniera che vivono in Italia.
Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la
tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che
esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che
riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla
Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare.
A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di
clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto
del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con
alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli
adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente
invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili.
La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle
prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato
all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il
diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello
Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a
tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione.
Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla
nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto
fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli
ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in
Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto
regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese.
Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che
dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i
minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste
norme previste a tutela della sicurezza pubblica.
Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di
fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli
adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini
dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre
pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i
diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche
inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani.
Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei
affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova
normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti
negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine
straniera presenti in Italia.
Associazioni e Organizzazioni che aderiscono:
Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini
Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la
famiglia
Alisei, Societa' Cooperativa Sociale
Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
Arciragazzi nazionale
Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
Associazione Antigone onlus
Associazione Culturale Pediatri
Associazione Ibfan Italia Onlus
Associazione Nessun luogo e' lontano
Associazione Progetto Diritti
Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus
Cgil
Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia
Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo
Sviluppo
Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza
Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia
onlus
Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati
Defence for Children International Italia
Fondazione Terre des hommes Italia onlus
Ifs - Istituto Fernando Santi
La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus
Legambiente
Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta'
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15. LIBRI. ALESSANDRO CORIO PRESENTA "POST-ORIENTALISMO. SAID E GLI STUDI
POSTCOLONIALI" A CURA DI MIGUEL MELLINO
Dal quotidiano "Il manifesto" del 18 luglio 2009 col titolo "Il lungo
viaggio per incontrare l'altro" e il sommario "Saggi. Riflessioni critiche
sull'opera di Edward Said"

Miguel Mellino (a cura di), Post-orientalismo. Said e gli studi
postcoloniali, Meltemi, pp. 297, euro 25.
*
In un saggio, divenuto ormai un classico all'interno del dibattito globale
sul postcolonialismo, "Teorie in viaggio" (ora finalmente tradotto
all'interno di questa raccolta curata e prefata da Miguel Mellino) Edward
Said metteva in guardia da come persino le teorie piu' rivoluzionarie
possano facilmente diluirsi nei loro "viaggi" per trasformarsi in "miti
surrogati accademici degli originali". Un monito prezioso oggi, soprattutto
se rivolto al destino stesso dell'opera di Said, a trent'anni dalla
pubblicazione di Orientalismo. Nel corso degli anni Ottanta e Novanta, il
dibattito scaturito dalle sue analisi sul legame costitutivo tra sapere e
potere nella produzione di "soggetti gerarchicamente differenziati" atti a
subire e a riprodurre la dominazione coloniale dell'Europa, ha dato avvio
nell'accademia anglosassone, attraverso la categoria di discorso coloniale
di derivazione foucaultiana, a quel dibattito critico differenziato ed
estremamente conflittuale che e' stato ridotto sotto l'etichetta di
postcolonial studies. L'attuale proliferazione e la ripetizione feticista di
concetti e di categorie postcoloniali, rischia davvero di perdere ogni punto
di ancoraggio e di attrito col reale, di smarrire la sua potenza generativa
e trasformativa, producendo un discorso paradossalmente monolitico,
pacificato ed immunizzante.
*
L'impossibile coerenza
Muovendosi decisamente in un'altra direzione, questa raccolta di saggi di e
su Said curata da Miguel Mellino, gia' autore di una preziosa introduzione
agli studi postcoloniali, non si presenta come l'ennesima ed adagiata
riproduzione di una strumentazione teorica assopita, ma come un tentativo
riuscito di riposizionamento critico di un dibattito trentennale. Se i testi
raccolti in Post-orientalismo non aggiungono molto per chi ha gia'
confidenza con questo campo discorsivo, potranno in ogni caso rivelarsi una
preziosa "cassetta degli attrezzi" per ricominciare ad elaborare delle
tattiche, teoriche e politiche, per uscire dalle gabbie epistemiche ed
essenzialiste che continuano a riprodursi da entrambi i lati della frattura
coloniale.
Il percorso critico all'interno del dibattito su Orientalismo, che Mellino
costruisce attentamente nella sua prefazione, ha innanzitutto il coraggio di
muoversi in una direzione interpretativa inedita concentrandosi, piuttosto
che sulle contraddizioni, sulle forzature e sulle incongruenze gia'
sottolineate da tanti critici, sulla "coerenza" e sulla "compattezza"
dell'impianto culturalista su cui si regge questo testo. Il discorso di
Said, infatti, appare complessivamente basato su idee affatto tradizionali,
"elitarie e pedagogiste", di "critica", "politica" e "rappresentanza".
Nonostante gli innegabili debiti nei confronti dello strutturalismo e del
post-strutturalismo, la teorizzazione dell'orientalismo e' costruita su
quella che Ajiatz Ahmad definisce una "struttura metafisica idealistica",
ossia su una critica culturalista del Soggetto sovrano occidentale e della
sua "malattia", l'orientalismo, le cui radici risalirebbero, secondo un
impianto umanistico classico, alla Grecia antica.
Insomma, l'innegabile forza di rottura esercitata dal testo di Said e
l'enorme quantita' di critiche rivolte al suo impianto metodologico ed
epistemologico, derivano da uno "schema genealogico e diagnostico"
consistente in un'affascinante quanto problematica articolazione della
tradizionale ed eurocentrica critica al "Soggetto occidentale" con la
questione coloniale. Senz'altro, uno dei limiti maggiori di questo classico
del postcolonialismo consiste proprio nella sua impostazione monolitica e
totalizzante che, come tanti critici hanno evidenziato, finisce per
riprodurre quella stessa struttura discorsiva che vorrebbe combattere e non
lascia spazio alcuno alle strategie di contestazione, di resistenza, ma
anche di sottrazione e di irriducibilita', in grado di destabilizzare il
discorso coloniale.
*
Inventori di anime
I tre saggi dello stesso Said raccolti nel volume, contribuiscono senz'altro
a sfumare e ad arricchire questa visione, con passaggi in cui la sua geniale
ed appassionata lucidita' critica, sempre radicata nelle lotte del presente,
ci fa dimenticare certi limiti teorici e ci spinge a ritrovare il senso di
un "tonificante esercizio critico". E' il caso della lettura del "viaggio"
della teoria della reificazione di Gyorgy Lukacs in Adorno e in Fanon, dove
l'esilio permanente della teoria diventa il motore della sua potenza
trasformativa, della sua capacita', che essa condivide con la grande
letteratura, di "inventare anime", per dirla con un'espressione di Aime'
Cesaire. Cosi', la lezione di Said sembra essere proprio quella del coraggio
della teoria: del coraggio cioe' di non chiudersi in una vuota ed astratta
ripetizione di formule e di giochi testuali, ma di incarnare continuamente
la parola nel mondo, accettando la sua sfida.
E' quanto mai necessaria una rinnovata attenzione alla specificita' delle
storie subalterne, a quello che potremmo definire, deviando un poco il
concetto di Said, il "contrappunto" strutturale del contemporaneo, non piu'
solo strategia discorsiva, quindi, ma qualita' materiale ed intrinseca di un
presente complesso. Si pensi alle tante scrittrici e scrittori che
attraversano le sponde del Mediterraneo, corrodendo e frantumando con la
loro parola gli essenzialismi che vorrebbero intrappolarli: Malika Mokeddem,
Venus Khoury-Ghata, Amara Lakhous, Tahar Lamri, Cristina Ali Farah, per
citarne alcuni. Loro possono accompagnarci lungo nuovi sentieri, spostando
l'attenzione, la lettura e l'ascolto sulle molteplici forme di scambio e di
creazione transculturale, anche a livello dell'immaginario e del linguaggio,
tra le sponde del Mediterraneo: "un modo di ricominciare a fare sul serio e
di lasciarci alle spalle il vuoto andirivieni delle teorie, le impietose
indignazioni delle ortodossie e le noiose difese d'ufficio cui spesso siamo
costretti. Si tratta di un nuovo viaggio, di un compito estremamente
importante" all'inizio del XXI secolo.

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

17. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 887 del 20 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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