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Minime. 886
- Subject: Minime. 886
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 19 Jul 2009 00:55:59 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 886 del 19 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Appello urgente al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati 2. Helene Paraskeva: Alina 3. Movimento Nonviolento: Prepariamo bene e per tempo il 2 ottobre 2009, Giornata mondiale della nonviolenza 4. Marinella Correggia: Acqua 5. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista 6. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 7. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 8. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed organizzazioni per i diritti dei bambini 9. Stefano Galieni presenta "Regole e roghi" di Annamaria Rivera 10. Riletture: Renato Solmi, Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 12. Per saperne di piu' 1. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO URGENTE AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Signori Presidenti dei due rami del Parlamento, il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, con la presente siamo a richiedere che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Distinti saluti, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 18 luglio 2009 2. UNA SOLA UMANITA'. HELENE PARASKEVA: ALINA [Ringraziamo Helene Paraskeva per averci messo a disposizione questo suo articolo apparso su "Internazionale" n. 804 col titolo "visibilita' a doppio taglio". Helene Paraskeva e' una scrittrice nata ad Atene, vive a Roma] Da quando so che Alina rischia l'espulsione sono assillata dal dubbio: e' stato giusto dare visibilita' al suo caso come ho fatto poche settimane fa su "Internazionale"? Era meglio tacere e lasciarla nell'anonimato? Quando entrera' in vigore la nuova legge sulla sicurezza, molte persone si ritroveranno colpevoli del reato di clandestinita'. Altri, invece, si chiederanno se sia meglio mettere in evidenza l'assurdita' di questa legge o stare zitti per evitare problemi ad amici e conoscenti. Ma il permesso di Alina scade a ottobre, e per lei c'e' ancora il tempo di rimediare. Ha 19 anni ed e' arrivata in Italia appena nata. Ha studiato qui e si sta diplomando proprio in questi giorni. Con le nuove norme, pero', potrebbe diventare una "non persona": non e' cittadina italiana, non e' nata in Italia, non e' minorenne, non frequenta la scuola, non lavora e non puo' iscriversi all'universita' perche' la sua famiglia non ha abbastanza soldi. Non si sfugge alle maglie della legge. Eppure, Alina e' italiana e non appartiene a nessun altro paese o cultura del mondo. "Non ti resta che sposare un italiano", le ho suggerito, e non so se stavo scherzando. Lei ha risposto di no ridendo, perche' crede nel matrimonio come libera scelta e l'idea di essere una clandestina non la sfiora nemmeno. O almeno, non ancora. Nonostante il lato piu' doloroso, la storia di Alina sta cominciando a muovere le coscienze. C'e' chi si e' offerto di pagarle le tasse universitarie e chi ha pubblicato un'intervista ad Alina su youdem.tv per creare una rete di solidarieta'. Credo sia giusto dare visibilita' a casi come questo per mettere in evidenza le assurdita' del pacchetto sicurezza. Restare in silenzio, invece, fa il gioco di chi questa legge l'ha voluta. 3. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: PREPARIAMO BENE E PER TEMPO IL 2 OTTOBRE 2009, GIORNATA MONDIALE DELLA NONVIOLENZA [Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] Per il prossimo 2 ottobre (anniversario della nascita di Gandhi e Giornata mondiale della nonviolenza proclamata dall'assemblea generale della Nazioni Unite), il Movimento Nonviolento promuove una giornata di iniziativa comune. Proponiamo a tutti gli iscritti, ai simpatizzanti, ai singoli amici della nonviolenza, ai gruppi e ai centri del Movimento, di organizzare nella propria citta' o nel proprio paese, un'iniziativa pubblica, comunicandola alla stampa locale: una presenza in piazza, un banchetto, l'esposizione della bandiera della nonviolenza, una conferenza, la distribuzione di un volantino... insomma, una presenza, anche modesta ma visibile, che in quel giorno colleghi idealmente tutte le realta' del Movimento Nonviolento a livello nazionale. Per l'occasione e' in preparazione un numero speciale di "Azione nonviolenta" (il numero doppio di agosto-settembre) che sara' interamente dedicato all'attualita' dell'azione e del pensiero gandhiano (titolo provvisorio: Sulle orme di Gandhi. Quest'anno ricorre il centenario del 1909 che e' un anno fondamentale nell'esperienza di Gandhi: incarcerato in Sudafrica perche' rifiuta i documenti di identificazione; poi in Inghilterra dove si scontra con i terroristi indu'; e' anche l'anno nel quale traduce "Lettera a un indu'" di Tolstoj ed e' in corrispondenza con lui; e' l’anno in cui, in India, lancia il boicottaggio delle merci inglesi). Vi invitiamo fin d'ora a prenotare copie di questo numero speciale, come strumento utile da diffondere nelle varie realta' il 2 ottobre. I membri del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento sono anche disponibili a partecipare alle presentazioni pubbliche del numero speciale di "Azione nonviolenta" che saranno organizzate nella varie citta'. Sollecitiamo, quindi, a prendere contatto, da subito, con la sede nazionale del Movimento Nonviolento per organizzare in ogni realta' locale l'iniziativa del 2 ottobre, e a comunicarla (per telefono, lettera tradizionale, e-mail), ordinando le copie di "Azione nonviolenta" che vi saranno spedite immediatamente. La riuscita di questo evento, molto significativo per la nonviolenza e per il Movimento Nonviolento (e' un impegno che ci siamo assunti nel nostro Congresso), dipende esclusivamente da quello che ciascuno di noi sapra' mettere in campo. Ad ognuno di fare qualcosa. Il comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org 4. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ACQUA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 16 luglio 2009 col titolo "Ultima goccia a Bhopal"] Negli stessi giorni in cui il rapporto del governo australiano "Climate change 2009, faster change and more serious risks" conferma una velocita' di cambiamento climatico maggiore di quanto previsto anche solo pochi anni fa e prevede conseguenze devastanti, fra l'altro, del "rapido indebolimento del monsone indiano", in India sta succedendo un anticipo di futuro da incubo. Il monsone appunto e' terribilmente in ritardo, giugno e' stato il mese piu' arido da oltre 80 anni a questa parte, i pozzi sono esauriti. Risultato: una guerra per l'acqua non oppone due stati ma vicini di casa delle zone piu' misere, ridotti a lottare per l'ultima goccia, come spiega un reportage del quotidiano inglese "The Guardian". La siccita' colpisce dal Gujarat all'Andhra Pradesh, dal Punjab all'Uttar Pradesh al Bihar. Perfino a Mumbai, in genere colpita da piogge torrenziali e inondazioni, le autorita' hanno dovuto tagliare del 30% la fornitura di acqua alle case perche' il livello dei laghi da cui la metropoli dipende e' molto basso. A Bhopal, chiamata "la citta' dei laghi", il lago artificiale piu' grande, vecchio di mille anni, si e' rimpicciolito da 38 chilometri quadrati a 5. La popolazione ha acqua dal rubinetto per 30 minuti al giorno un giorno si' e uno no da ottobre. E la mancanza dei monsoni a giugno ha peggiorato le cose. Nella vicina Indore la razione, davvero da sete, e' di mezz'ora a settimana... La mancanza di acqua, dicono i tecnici, ha raggiunto uno stadio critico: non si sa fin quando ci sara' e quanta. A Bhopal, che cinquant'anni fa aveva centomila abitanti e ora ne ha 1,8 milioni, centomila persone alloggiate "informalmente" dipendono solo dall'acqua delle autobotti e le contese idriche erano un fatto quotidiano anche prima di questa emergenza. Nello slum di Pushpa Nagar, il primo rifornimento dopo due giorni di secco assoluto ha provocato una corsa sfrenata per riempire contenitori inverosimili: vecchie latte di olio ma anche bidoni di vernici recuperati. Gli slum registrati della citta' sono 380, ma ce ne sono molti altri "irregolari" e li' le cisterne non arrivano. Niente rubinetto, niente autobotte. Come fanno? Nello slum Balveer Nagar le donne si alzano nel cuore della notte e camminano per due chilometri fino alla stazione di pompaggio piu' vicina, dove qualcuno manomette i tubi per far uscire un po' d'acqua... Giorni fa tre membri della famiglia Malviya, in un altro slum, erano riusciti a fare un buco nella conduttura e stavano ansiosamente cercando di riempire qualche contenitore, quando un vicino li ha accusati di rubare l'acqua ad altri e li ha uccisi tutti. Nello slum di Arjun Nagae, invece, e' stato scavato con il sostegno finanziario di un'organizzazione indiana un pozzo di 115 metri: da' acqua a cento famiglie, le quali contribuiscono con una piccolissima somma mensile. Ma davvero e' una goccia nel deserto. Intanto a Londra venti attivisti di Bhopal si sono presentati alla sede centrale della Dow Chemical - multinazionale alla quale apparteneva l'impianto che nel 1984 provoco' la catastrofe di Bhopal - per distribuire bottiglie di acqua con un'ironica spiegazione: "Da 25 anni l'acqua di falda, gli ortaggi, perfino il latte materno sono contaminati da quantita' tossiche di nichel, cromo, mercurio, piombo e composti organici volatili", e Dow non si e' ancora assunta le proprie responsabilita'. Non solo: "Il caos climatico uccidera' moltissime persone, nessuno obbliga Dow e le altre multinazionali a ridurre le emissioni di gas serra". 5. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere respinto. E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento giuridico della Repubblica. Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 2 luglio 2009 6. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 7. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky 8. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI Torino, 14 luglio 2009 Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2 luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di origine straniera che vivono in Italia. Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare. A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili. La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione. Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese. Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste norme previste a tutela della sicurezza pubblica. Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani. Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine straniera presenti in Italia. Associazioni e Organizzazioni che aderiscono: Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia Alisei, Societa' Cooperativa Sociale Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie Arciragazzi nazionale Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione Associazione Antigone onlus Associazione Culturale Pediatri Associazione Ibfan Italia Onlus Associazione Nessun luogo e' lontano Associazione Progetto Diritti Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus Cgil Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo Sviluppo Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia onlus Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati Defence for Children International Italia Fondazione Terre des hommes Italia onlus Ifs - Istituto Fernando Santi La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus Legambiente Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta' Save the Children Italia Servizio Legale Immigrati onlus Sos Villaggi dei Bambini onlus Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo * Per ogni comunicazione si prega di inviare al seguente indirizzo: Asgi, Via Gerdil 7, 10152 Torino, tel. 0114369158, fax: 0114369158, e-mail: segreteria at asgi.it 9. LIBRI. STEFANO GALIENI PRESENTA "REGOLE E ROGHI" DI ANNAMARIA RIVERA [Dal quotidiano "Liberazione" del 16 luglio 2009 col titolo "A proposito del nuovo libro di Anna Maria Rivera. Antirazzismo: un decennio lungo e cupo"] Regole e roghi, metamorfosi del razzismo (Edizioni Dedalo, pp. 264, 16 euro) va letto utilizzando diverse chiavi interpretative. Il testo consiste in un saggio introduttivo e in una raccolta di articoli e interviste, che coprono un arco di dieci anni ed hanno come tema di fondo l'evoluzione delle dinamiche di razzismo e xenofobia che oggi vediamo esprimersi in maniera cosi' virulenta nell'intero continente europeo e soprattutto in Italia. Bisognerebbe intanto leggerlo considerando uno degli elementi piu' negletti del presente, la memoria. Infarciti di cronaca spesso gettata li' ad arte, a disegnarci scenari sempre piu' imperscrutabili, da accogliere o con rabbia o con rassegnazione, anche intellettuale, finiamo spesso con il rimuovere quello che e' accaduto pochi giorni o pochi mesi prima, non riusciamo a capacitarci del precipitare del vivere quotidiano in quanto non ne cogliamo la dimensione temporale. Le tappe che l'autrice del libro, Annamaria Rivera, docente all'Universita' di Bari ma soprattutto militante antirazzista di lungo corso, scandisce lungo questo cupo decennio, costringono il lettore a riavvolgere il nastro dei ricordi. Sono tappe spesso dolorose e legate a episodi da cui trapela un progressivo scivolare verso quella atroce simbiosi fra razzismo istituzionale e xenofobia popolare che ha ormai legittimazione ed egemonia. I racconti e le riflessioni dell'autrice sono spesso sferzanti e carichi di autentica indignazione, affrontano un pensiero che si e' fatto cultura e che domina nella pratica quotidiana tanto a destra, quanto nella sinistra moderata quanto, a volte, anche nelle pieghe della sinistra radicale. L'attivita' antirazzista e la formazione scientifica di antropologa permettono connessioni ed analisi estreme, spesso provocatorie ma sempre puntuali. Permettono di rompere uno schema mentale secondo cui ad esempio le aggressioni ai danni di cittadini immigrati sono trattati come meri episodi, giungendo a proporre la lettura di questi fatti di ordinario razzismo che sono anche culminati in omicidi, in "roghi", come "regola" socialmente giustificata se non accettata e condivisa. Soltanto rileggendo dieci anni di vicende simili e' possibile rifiutare concettualmente la spiegazione del "caso isolato". Ma il libro va letto anche nel tentativo, nel saggio come nella raccolta, di riflettere sulla mediatizzazione delle diversita' culturali, nella manipolazione politica e culturale che sottende l'uso delle parole e delle immagini, nelle ricostruzioni non casuali di confini e rappresentazioni dell'"altro" che rendono accettabili tanto le aberrazioni leghiste quanto le ordinanze securitarie dei sindaci sedicenti democratici. E ha ragione Annamaria Rivera nel rigettare spiegazioni semplicistiche del razzismo imperante: ogni elemento, dai conflitti derivanti dalla crisi economica, alla mancata interiorizzazione del fatto che il Paese e' da almeno un trentennio terra di immigrazione e quindi di pluralita', e' un tassello esplicativo interdipendente dagli altri. In questo la politica ha non solo agito con colpevole ritardo. Anzi, sviluppando normative unicamente di carattere repressivo e securitario, ha contribuito ad amplificare le ragioni di chi non vuole sentire ragioni. Si e' stati capaci di impiegare risorse sempre piu' ampie e incontrollate per reprimere, respingere, eliminare, che il concetto stesso del lasciar morire in mare coloro che provano a raggiungere le coste italiane non crea piu' scandalo. Trova consenso, e' compreso e giustificato nei discorsi da bar come nelle parole di autorevoli leader del centrosinistra. Insomma, la reiterazione puntuale e costante con cui si e' costruita l'immagine del migrante, che copre uno spettro ristretto compreso fra la criminalizzazione, lo sfruttamento e il paternalismo, e' stata ed e' tutt'ora il mezzo con cui da una parte si costruisce l'ideologia dominante, dall'altra si realizzano apparati legislativi di inequivocabile impronta razzista. L'autrice ha provato ad analizzare tutto questo, a volte partendo dalla nuda cronaca, altre elaborando riflessioni di carattere teorico. Il dramma, il senso grave del periodo storico che si sta vivendo e che rimanda, in contesti nuovi, a passati foschi del Novecento, e' nel fatto che fra teoria e quotidianita' non ci sono distonie. Che l'una conferma l'altra, in un continuo precipitare verso normative sempre piu' feroci come il "pacchetto sicurezza" recentemente approvato. Ma lo stimolo che Annamaria Rivera vuole offrire, anche gettando sale nelle ferite degli errori compiuti da chi non e' riuscito, per varie ragioni, a costruire opposizione reale, e' quello del bisogno rifondativo di un fronte antirazzista di massa, capace di ridefinire senso comune e di ricostruire, giorno dopo giorno, con lavoro certosino, utilizzando ogni utensile possibile, una parvenza di democrazia pluriculturale, unica alternativa e unica prospettiva di futuro. 10. RILETTURE. RENATO SOLMI: AUTOBIOGRAFIA DOCUMENTARIA. SCRITTI 1950-2004 Renato Solmi, Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007, pp. 836, euro 60. Questo prezioso volume reca gran parte degli scritti maggiori di Renato Solmi, uno dei fondamentali maestri del pensiero critico e dell'accostamento alla nonviolenza nella cultura italiana del secondo Novecento e ancor oggi, ultraottantenne, alacremente impegnato in difesa della civilta' umana. Dedicato alla memoria di Delfino Insolera "maestro di apertura intellettuale e di spirito scientifico/ apostolo laico dell'umanita' e della cultura/ che [lo] inizio' per primo alle tematiche della nonviolenza", il volume e' articolato in cinque sezioni: la prima, di "Studi e recensioni", reca densi scritti su Werner Jaeger, Bruno Snell, Ernst Cassirer, Ernesto de Martino e Giorgio Fano; la seconda, de "Gli anni di 'Discussioni'", recupera preziosi testi di intervento politico e teorico: "A proposito di un tentativo di 'superamento del marxismo'", su "Politicita' e partitarieta' della cultura", "Note sulla questione del rapporto struttura-superstruttura" e su "Nazionalismo e internazionalismo nella cultura sovietica"; la terza sezione, dedicata a "Il lavoro editoriale", ripropone sette scritti legati all'esperienza einaudiana e quasi tutti sul "Notiziario Einaudi" apparsi (una nota sulla allora giovane rivista "Il Mulino", uno scritto su Thomas Mann, uno su Giaime Pintor, "La Settimana del libro Einaudi", "Viaggio in Germania", un intervento su Politica e cultura di Bobbio, uno sul Disgelo di Erenburg - quest'ultimo apparso su "Nuovi argomenti"); la quarta, su "La scuola di Francoforte", presenta finalmente riuniti i saggi forse piu' celebri di Solmi, su Adorno, su Benjamin, su Marcuse; la quinta sezione, intitolata "La contestazione nella scuola", contiene testi legati anche all'esperienza trentennale di insegnamento ed all'azione piu' propriamente educativa e didattica - oltre che di impegno militante nella temperie degli anni delle lotte studentesche -, e c'e' anche l'introduzione all'Abici' della guerra di Brecht, che e' un lavoro che tutti utilizzammo; la sesta sezione, a nostro avviso assolutamente fondamentale, su "La nuova sinistra americana, la guerra del Vietnam e lo sviluppo dei movimenti pacifisti", raccoglie rilevanti lavori che apparvero in varie sedi (decisivi i vasti saggi apparsi nei "Quaderni piacentini") negli anni Sessanta e Settanta (ma il saggio su Clausewitz e' del 2000) e tra essi vi e' quel saggio su Claude Eatherly che tutti leggemmo in qualche biblioteca pubblica nei "Propilei" (i testi di questa sezione, come anche - ci si consenta l'ovvieta' - quelli sulla scuola di Francoforte, sarebbe bene che venissero ripubblicati anche in due agili volumetti da far circolare ampiamente tra i giovani); la settima ed ultima sezione, di "Sguardi sul passato", e dedicata ai ricordi di "maestri e compagni", come suol dirsi, e ad una rimeditazione di esperienze condotte, reca scritti e interventi su "Gli anni di Panzieri", un "Ricordo di Sergio Caprioglio", una "testimonanza personale per l'edizione a stampa di 'Discussioni'", un ricordo dei suoi "anni all'Einaudi", una testimonianza personale sul padre Sergio Solmi, la rievocazione de "La seconda meta' del mio cammino. Note e confessioni di un insegnante", un "Discorso di commiato per Luciano Amodio", ancora un intervento su "Adorno, il mio grande maestro", e una nota del 2004. Ci e' capitato talora - rarissimamente - di divergere da Renato Solmi in contingenti valutazioni, ma sempre abbiamo tenuto per fermo il suo magistero, e sempre la sua figura di intellettuale engage' ci e' parsa essere un luminoso esempio di rigore morale; e - se ci e' concesso scriverlo - averlo conosciuto e' una delle felicita' della nostra vita. E valga questa nota come un ringraziamento ancora all'illustre intellettuale, e come un'esortazione ai giovani ed ai dimentichi affinche' leggano o rileggano le opere sue. "Forse altri cantera' con miglior plettro". 11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 886 del 19 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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