Minime. 879



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 879 del 12 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Pupa Garribba: Al Presidente della Repubblica
2. Rocco Altieri: Al Presidente della Repubblica
3. Associazione "Amicizia ebraico-cristiana della Romagna": Al Presidente
della Repubblica
4. Patrizia Caporossi: Un pluri-verso per essere umana-unita'
5. Francesco Fratta: Al Presidente della Repubblica
6. Elena Liotta: Al Presidente della Repubblica
7. Antonella Litta: Al Presidente della Repubblica
8. Tiziana Plebani: Al Presidente della Repubblica
9. Piercarlo Racca: Al Presidente della Repubblica
10. Afro Somenzari: Al Presidente della Repubblica
11. Una preghiera alle persone amiche
12. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
13. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
14. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
15. Anche dagli enti locali e da tutte le istituzioni democratiche la
richiesta persuasa e corale al Presidente della Repubblica di non promulgare
il "pacchetto razzismo"
16. Ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee elettive
(Comuni, Province, Regioni, etc.)
17. Ogni persona di retto sentire, ogni associazione democratica, ogni
istituzione fedele alla Costituzione scriva al Presidente della Repubblica
per confortarlo e sostenerlo nella difesa nitida e intransigente della
legalita' e dell'umanita' contro la violenza razzista e squadrista
18. La newsletter settimanale del Centro studi "Sereno Regis" di Torino
19. La "Carta" del Movimento Nonviolento
20. Per saperne di piu'


1. UNA SOLA UMANITA'. PUPA GARRIBBA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente Napolitano,
a Bruno Segre e a Carlo Ginzburg non mi lega solo la dicitura "razza
ebraica" apposta sul'atto integrale di nascita - il mio e' conservato negli
archivi dell'anagrafe di Genova dal 2 gennaio 1935, a riprova del tempo in
cui in Italia gli ebrei erano considerati "diversi", quindi "nemici".
Mi lega anche l'accorata richiesta di non ratificare un provvedimento che
non solo viola i principi fondamentali della Costituzione italiana, ma e'
anche indegno di un paese civile che - memore del suo passato - dovrebbe
avere massimamente presente la tutela dei diritti umani.
Con profonda stima
Pupa Dello Strologo Garribba

2. UNA SOLA UMANITA'. ROCCO ALTIERI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Esimio Presidente della Repubblica Italiana,
indicibile orrore suscitano in noi le norme approvate recentemente dalla
maggioranza parlamentare col proposito di contrastare i processi migratori
verso l'Italia.
In nome del Mahatma Gandhi, cui ispiriamo la nostra azione, che proprio
nella lotta alle norme discriminatorie verso gli immigrati indiani in Sud
Africa forgio', agli inizi del secolo scorso, il suo metodo di lotta
nonviolenta conosciuto in tutto il mondo come Satyagraha (forza della
verita') chiediamo di negare la sua firma a una legge che offende i principi
etici fondamentali e il comune senso di umanita'.
Gradisca i nostri piu' reverenti saluti,
Rocco Altieri,
presidente del Centro Gandhi, Pisa

3. UNA SOLA UMANITA'. ASSOCIAZIONE "AMICIZIA EBRAICO-CRISTIANA DELLA
ROMAGNA": AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Al Presidente della Repubblica Italiana, dott. Giorgio Napolitano
L'Associazione "Amicizia Ebraico-Cristiana della Romagna" Le rivolge un
appello affinche' non ratifichi le misure razziste ed incostituzionali
contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" del 2 luglio 2009, e chieda
alle Camere la modifica delle parti incompatibili con la nostra Costituzione
e con le norme del Diritto Internazionale.
Come altre Associazioni italiane che si battono per l'intercultura e
l'accoglienza degli stranieri, anche l'Amicizia Ebraico-Cristiana lavora per
il superamento dei pregiudizi e l'abbattimento degli ostacoli che si
frappongono al dialogo, non solo con gli Ebrei, ma anche con tutti coloro
che sono portatori di culture, religioni e tradizioni diverse dalle nostre.
La cultura ebraica puo' tornare a essere considerata quel legame
interculturale affermato da Dante, che, come nel Rinascimento, faccia da
ponte fra il mondo islamico e quello cristiano. Il dialogo interculturale
che noi perseguiamo e' in ogni modo la sola via per la pacifica convivenza
fra i popoli.
E' inevitabile che l'arrivo in Italia di tanti migranti faccia nascere
problemi, ma il nostro obiettivo deve essere quello di affrontare e cercare
di risolvere, attraverso leggi giuste e democratiche, tali problemi,
considerando la presenza di stranieri nel nostro Paese come un'occasione di
crescita e arricchimento, e un aiuto al nostro lavoro e alle nostre
famiglie. Non certo come una licenza, miope e criminale, di maltrattare e
sfruttare questi ospiti.
In particolare notiamo che l'introduzione del reato di immigrazione
clandestina mettera' in gravi difficolta' molti dipendenti pubblici che
rivestono la qualifica di pubblico ufficiale, quali gli insegnanti e gli
operatori del Servizio sanitario nazionale. Si giunge all'assurdo di
chiedere l'esibizione del permesso di soggiorno per la celebrazione del
matrimonio e per tutti gli atti di stato civile, come la denuncia della
nascita di un figlio, modificando in tal senso il Codice Civile.
E' poi evidente il grave disagio in cui si troveranno tante famiglie,
costrette ad assumere immigrati irregolari per assistere i propri cari non
autosufficienti: saremo dunque tutti trasformati in criminali potenziali dal
Parlamento della Repubblica, mentre le organizzazioni criminali continuano a
infischiarsene dei divieti, come purtroppo insegna l'esperienza?
Certamente per risolvere i problemi dati dall'immigrazione e' necessario
legiferare, non pero' con le misure criminogene del "pacchetto sicurezza",
ma piuttosto con misure intese a:
1) Facilitare ai migranti l'acquisizione del permesso di soggiorno,
abbreviando i tempi, semplificando le pratiche e rendendo la richiesta
gratuita;
2) Sveltire la consegna di tali permessi, che attualmente spesso vengono
consegnati quando sono gia' scaduti;
3) Rendere piu' umano il trattamento degli stranieri da parte delle
Questure;
4) Favorire l'inserimento nelle scuole italiane dei bambini stranieri, col
sostegno di personale adeguato, e organizzare per gli adulti corsi di lingua
italiana e incontri interculturali di reciproca conoscenza;
5) Dare la possibilita' ai migranti di usufruire dei servizi sanitari senza
alcun timore;
6) Punire severamente lo sfruttamento che tanti italiani mettono in opera
nei loro confronti, affittando ad essi abitazioni indegne di questo nome, a
prezzi esorbitanti;
7) Punire severamente lo sfruttamento a cui li sottopongono certi datori di
lavoro, dando loro salari da fame, senza concedere i diritti acquisiti dai
lavoratori italiani;
8) Punire severamente tutti coloro che, approfittando della loro poverta' e
inesperienza, li arruolano in attivita' malavitose.
Solo leggi ispirate a questi punti potranno evitare che gli stranieri si
sentano respinti ed emarginati e agevoleranno la convivenza aiutandoli a
integrarsi nella nostra societa'; di conseguenza sara' maggiormente
garantita quella sicurezza che gli Italiani chiedono.
Riceva, signor Presidente, l'espressione della nostra stima e gratitudine;
siamo certi che Lei continuera' a sostenere e difendere i principi di
civilta' e di umanita' assicurati dalla nostra Costituzione.
Per l'Amicizia Ebraico-Cristiana della Romagna, la presidente Maria Angela
Baroncelli Molducci
Ravenna, 10 luglio 2009

4. UNA SOLA UMANITA'. PATRIZIA CAPOROSSI: UN PLURI-VERSO PER ESSERE
UMANA-UNITA'

Caro Presidente,
avere nel cuore la lezione e il vissuto della storia significa essere sempre
memori e vigili per la dignita' di se' nel valore dell'altro, affinche'
l'esperienza di ognuno e di ognuna sia la possibilita' reale per la
coscienza di tutti e di tutte. Colgo l'occasione per sottolineare il valore
irrinunciabile dell'identita' di genere, quale primo nutrimento per la
cittadinanza planetaria, che e' la nostra unica circostanza vitale: senza
esclusioni.
Le chiedo cosi' di non ratificare il cosiddetto "pacchetto sicurezza"
approvato in via definitiva dal Senato, il 2 luglio scorso, dopo ben tre
voti di fiducia imposti dal governo. Si tratta di una legge ingiusta che
viola palesemente i principi fondamentali della Costituzione della
Repubblica Italiana e introduce nei confronti  degli individui e dei gruppi
sociali piu' deboli misure persecutorie profondamente ingiuste.
Con grande stima e amicizia,
Patrizia Caporossi

5. UNA SOLA UMANITA'. FRANCESCO FRATTA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente,
mi rivolgo a Lei perche' e' rimasto uno dei pochissimi esponenti
istituzionali a poter far efficacemente argine al montare dell'ondata
razzista e cinica che si e' impossessata da un po' di tempo a questa parte
di molti italiani e che trova espressione compiaciuta nell'attuale governo,
che peraltro si e' attivamente adoperato con le televisioni pubbliche e
private a sua disposizione per alimentarla ed estremizzarla.
Sono un dirigente locale dell'Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti,
e dalla mia esperienza e dai miei studi di storia - che peraltro ho
insegnato per molti anni - riconosco in diverse norme contenute nel
pacchetto cosiddetto "sicurezza" i tratti disumani inconfondibili che in era
nazista furono all'origine non soltanto delle persecuzioni contro ebrei,
zingari e oppositori politici, ma che colpirono anche i disabili e gli
handicappati.
Che questo oggi possa ripetersi, in un Paese che, come il nostro, ha gia'
molto sofferto, in un passato non cosi' remoto,  a causa delle scellerate
scelte politiche del fascismo, e' qualcosa che come cittadino della
Repubblica italiana nata dalla Resistenza, come insegnante, come disabile,
come padre di famiglia e prima ancora di tutto semplicemente come uomo, non
posso accettare.
Mi auguro e spero vivamente che nemmeno Lei possa e voglia accettarlo.
Percio' La prego di non firmare quella legge vergogna, che sprofonderebbe la
nostra Italia in una cupa notte di barbarie.
La saluto cordialmente quanto rispettosamente, ma anche con nel cuore
un'angosciosa irrequietudine che non riesco a tacitare.
Francesco Fratta

6. UNA SOLA UMANITA'. ELENA LIOTTA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente,
non sarei qui a poterle scrivere se molti anni fa, al principio del secolo
scorso, una terra, un governo, un popolo, non avessero accolto il miei nonni
paterni, italiani siciliani, offrendo loro la possibilita' di lavorare,
avere una casa e dei figli. Poi la guerra, le guerre...
Ancora: non sarei qui se mio padre e mia madre non fossero stati accolti in
un'altra terra, in un altro continente, che ha offerto loro lavoro e casa
favorendo la nascita mia e di mio fratello. Ho trovato, proprio durante
questi giorni di atmosfera appesantita, un vecchio appunto di mia madre che
mi ha commosso. Scriveva: "Elena e Bruno nascono e fanno parte dell'America
del Sud!". Per quella terra bastava nascerci per appartenerle, senza che
fossero negate le altre origini e ascendenze! Non e' forse questa la
civilta'? Eppure si guarda ancora a questi paesi come sottosviluppati.
Io stessa ho poi vissuto e studiato, crescendo in diverse culture, sempre
ben accolta e arricchita di conoscenza e umanita'. Non ho mai percepito, in
quei luoghi, di rappresentare un pericolo, una minaccia per la sicurezza di
nessuno. Gli italiani all'estero, molti dei quali ancora pensano con
nostalgia al paese di origine della loro famiglia, sono decine di milioni.
"Divino straniero!", cosi' veniva definito dalla nostra antica cultura
mediterranea chi giungeva da altrove, portando il nuovo, l'altro, il
diverso.
Io sono nonna ormai e la mia nipotina e' nata in Italia. Forse l'erranza si
e' fermata, il ritorno sta reggendo da un po'.
Fino a quando? Speriamo che non debba ripartire anche lei, la mia nipotina,
dal suo paese nel quale ha un attuale governo privo di senso della misura,
che non riesce o non vuole distinguere il pericolo vero da quello
pretestuoso, che sta cancellando una cultura di apertura e solidarieta' nata
proprio sulle macerie di una guerra piena di razzismi e autoritarismi, un
governo che si contraddice applaudendo alla politica statunitense - come
tutti i governi italiani da sempre - senza cogliere dell'America le cose
migliori, tra cui spiccherebbe, innegabile, proprio quella accoglienza della
migrazione che l'ha popolata, dal Sud al Nord, incluso l'attuale presidente
degli Stati Uniti. Ma non e' un'eccezione, infatti di chi erano figli gli
altri presidenti, se non di migranti - europei e non africani? Sono i
nativi, casomai, ad aver avuto poca o nessuna rappresentanza nelle Americhe.
Quanti paradossi e quante incoerenze nella politica! Se sara' necessario,
comunque, la forza non manchera', ai nostri figli, per andare altrove, come
gia' stanno facendo, visto che la fama di viaggiatori ci accompagna da
sempre. Ma ricordiamoci che sara' di nuovo tristezza, dolore e nostalgia
come per tutti i migranti e le loro famiglie d'origine, senza distinzione di
razza, genere e cultura.
Ho ricevuto, l'altro ieri, un plico anonimo da un emigrante che vive in
Canada. Tra vari fogli ho trovato una poesia intitolata "Vecchio emigrante":
Se per una volta ancora
potessi sedermi
davanti al sole
nella mia vecchia casa,
e tu fossi mio figlio,
allora ti direi
con voce tremante
come un'ultima preghiera
cosa ho perduto
quando ho lasciato
i luoghi dove sono nato.
La prego, Presidente, faccia tutto quello che puo' per evitare che leggi
incoerenti e ingiuste rovinino il nostro paese e i suoi rapporti con il
resto del mondo.
Cordialmente,
Elena Liotta

7. UNA SOLA UMANITA'. ANTONELLA LITTA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Gentile Presidente,
mi rivolgo a Lei facendomi portavoce anche di tante persone che non vogliono
che in Italia tornino sotto il nome di norme per la sicurezza quelle leggi
razziali che sono state una tra le pagine piu' vergognose della storia
recente del nostro paese.
Sono un medico e quotidianamente entro nelle case dei miei pazienti spesso
anziani, poveri e molto malati. In queste case incontro le persone straniere
che li assistono con attenzione e spesso anche con affetto e dedizione non
comune. Nel mio studio assisto spesso adulti e bambini stranieri in questi
giorni sempre piu' preoccupati, impauriti e con lo sguardo inquieto.
Signor Presidente,
non firmi questa legge che sancisce il ritorno alle leggi razziali in
Italia; non leghi il suo nome di persona pebene, onesta e di custode della
Costituzione all'infamia di una legge inumana  e nazifascista nella
sostanza.
Si rifiuti di promulgare questa legge razzista: lo faccia per se stesso e
per quel rispetto che gli italiani le vogliono continuare a tributare, lo
faccia per rispetto e amore della nostra Costituzione e per il rispetto e la
dignita' di tutti gli esseri umani, che sappiamo sono stati parte importante
dell'impegno di tutta la sua vita politica.
Non ci deluda, Presidente.
Antonella Litta

8. UNA SOLA UMANITA'. TIZIANA PLEBANI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Gentile Presidente,
Le scrivo nella Sua veste di garante dello Stato democratico e Le chiedo,
come molti altri, di impedire l'applicazione del noto "pacchetto sicurezza".
Come e' possibile che proprio in Italia, popolo di migranti, paese che ha
contribuito all'elaborazione di culture straordinarie, di cui ancora oggi ci
nutriamo, proprio quando ha accolto lo straniero (il Rinascimento e' frutto
di incroci di civilta', come e' noto), mostri, addirittura con una sorta di
orgoglio, una faccia xenofoba.
Come nel passato e in moltissimi momenti della storia dei popoli, siamo in
presenza di un vasto movimento di genti; e' inarrestabile perche' deriva da
squilibri profondi nella distribuzione delle risorse, dalle ferite del
colonialismo e del post-colonialismo, dal difficile percorso della pace nel
mondo; e' problematico perche' impone un ripensamento delle forme della
rappresentanza politica, della cittadinanza, delle strutture base della
convivenza. Ma non ci si puo' sottrarre: questa e' la sfida che il nostro
tempo ci chiede di accettare, con tutta la nostra intelligenza e con gli
strumenti antichi dell'empatia e della negoziazione tra tutti del senso
dello stare in un luogo, di riempirlo, di contribuire alla sua qualita'.
Non e' un problema di altri, e' un problema nostro sia perche' degli
squilibri esistenti sulla terra nessun paese dell'Occidente puo' dirsi
estraneo, sia perche' basta guardarci attorno e spesso proprio nelle nostre
case per accorgerci di quanto siamo dipendenti da questi altri che con
durezza mettiamo alle porte o tormentiamo con procedure umilianti. Le nostre
case sono pulite e accoglienti e i nostri anziani sono seguiti grazie a
loro, i lavori e i servizi della citta' parlano ormai lingue diverse,
camminiamo insieme a loro, ci svegliamo ogni giorno in luoghi che da tempo
sono divenuti anche loro, oltre che nostri.
Gentile Presidente,
Le chiedo di usare tutto il Suo potere per fermare queste misure razziste,
frutto di profonda ignoranza e arretratezza culturale, perche' si possa
vivere in questo paese senza la vergogna di appartenervi.
La prego dunque, in virtu' del potere attribuitogli dall'art. 74, comma 1,
della Costituzione, di non promulgare il testo di legge deliberato in via
definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, in quanto recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, e Le chiedo di
rinviarlo alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia modificato
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Con stima
Tiziana Plebani
Venezia

9. UNA SOLA UMANITA'. PIERCARLO RACCA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
non ci faccia diventare complici di leggi razziali.
Non firmi!
Piercarlo Racca
Torino

10. UNA SOLA UMANITA'. AFRO SOMENZARI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente,
sono un cittadino come tutti di questo mondo.
Le leggi hanno il dovere di regolamentare il comportamento dei cittadini,
quando pero' tali leggi sono incostituzionali, il diritto di un Presidente
e' quello di rilevarlo e di opporsi alla approvazione della stessa. Mi
riferisco al "pacchetto sicurezza" il quale violando i diritti umani alla
liberta' e alla condivisione, recherebbe un enorme danno alla nostra
democrazia.
Le chiedo umilmente di non firmare anche se sono convinto che la Sua
persona, avendo gia' dato dimostrazione di umanita' ed equilibrio, dia gia'
le garanzie di speranza e di pace.
Con l'affetto di
Afro Somenzari
Viadana (Mantova)

11. UNA SOLA UMANITA'. UNA PREGHIERA ALLE PERSONE AMICHE

Carissime e carissimi,
stiamo sollecitando persone e movimenti a scrivere al Presidente della
Repubblica affinche' non ratifichi le misure razziste, criminogene ed
incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato
dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero rinvii alle Camere
quel provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente
incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale
recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana.
Vorremmo pregarvi:
a) di scrivere anche voi al Presidente della Repubblica in tal senso, e di
rendere pubblica tale iniziativa comunicandola a mezzi d'informazione ed
interlocutori vari;
b) di esortare altre persone a farlo, rendendo anch'esse pubblica la loro
iniziativa;
c) di inviarci un vostro intervento da pubblicare sul nostro notiziario
telematico quotidiano.
La tempestivita' e' decisiva, ed altrettanto decisiva e' la vastita' della
mobilitazione: sussistono i termini giuridici perche' il Presidente della
Repubblica possa rinviare alle Camere quell'atto, ma e' evidente che sara'
confortato in tale decisione dal visibile pronunciarsi di una vasta parte
del popolo italiano in difesa del diritto, della civilta', dell'umanita'.
Facciamo quanto e' in nostro potere perche' questo accada.
Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e':
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax:
0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e':
presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web:
https://servizi.quirinale.it/webmail/
Ci si ricordi che, ovviamente, le lettere devono recare nome, cognome e
indirizzo preciso del mittente.
Un cordiale saluto,
il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2009

12. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL
COLPO DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

13. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

14. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

15. INIZIATIVE. ANCHE DAGLI ENTI LOCALI E DA TUTTE LE ISTITUZIONI
DEMOCRATICHE LA RICHIESTA PERSUASA E CORALE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
DI NON PROMULGARE IL "PACCHETTO RAZZISMO"

Mentre da tutta Italia pervengono al Quirinale numerosissime lettere di
cittadine e cittadini che chiedono al Capo dello Stato di non promulgare le
infami misure razziste deliberate dal Senato il 2 luglio, le esperienze
nonviolente e le persone di volonta' buona promotrici dell'impegno contro i
provvedimenti razzisti incostituzionali e disumani contenuti nel cosiddetto
"pacchetto sicurezza" chiedono anche agli enti locali di esprimere la loro
fedelta' alla Costituzione ed il loro ripudio del razzismo, associandosi
alla richiesta al Presidente della Repubblica di non ratificare quei
provvedimenti che violano la Costituzione della Repubblica Italiana.
Si chiede a tutti gli enti locali, Comuni, Provincie e Regioni in primo
luogo, di approvare l'ordine del giorno di seguto riportato.
Le associazioni e le persone promotrici dell'iniziativa chiedono a tutti i
pubblici amministratori delle assemblee elettive di far proprio questo
ordine del giorno, di presentarlo nel proprio ente locale e di proporlo per
l'approvazione.
Le associazioni e le persone promotrici dell'iniziativa chiedono altresi' a
tutte le cittadine e tutti i cittadini di diffondere questo appello, di
proporlo alle amministrazioni locali, di inviarlo ai mezzi d'informazione
con preghiera di pubblicazione.
Difendere la Costituzione della Repubblica Italiana e' diritto e dovere di
tutti.
Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e' diritto e dovere di
tutti.

16. MATERIALI. ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE ALL'APPROVAZIONE DELLE
ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.)

Il Consiglio ... di ...,
fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana,
impegnato per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani cosi'
come sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani approvata
dall'Assemblea generale dell'Onu nel 1948;
chiede al Presidente della Repubblica, in virtu' del potere attribuitogli
dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica,
prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere
chiedere una nuova deliberazione"):
- di non promulgare il testo di legge deliberato in via definitiva dal
Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante
norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti
umani;
- di rinviarlo alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia
modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del
giorno al Presidente della Repubblica e di renderlo noto alla popolazione
attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per
comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio.

17. AGENDA. OGNI PERSONA DI RETTO SENTIRE, OGNI ASSOCIAZIONE DEMOCRATICA,
OGNI ISTITUZIONE FEDELE ALLA COSTITUZIONE SCRIVA AL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA PER CONFORTARLO E SOSTENERLO NELLA DIFESA NITIDA E INTRANSIGENTE
DELLA LEGALITA' E DELL'UMANITA' CONTRO LA VIOLENZA RAZZISTA E SQUADRISTA

Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e':
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax:
0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e':
presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web:
https://servizi.quirinale.it/webmail/
Ci si ricordi che, ovviamente, le lettere devono recare nome, cognome e
indirizzo preciso del mittente.

18. STRUMENTI. LA NEWSLETTER SETTIMANALE DEL CENTRO STUDI "SERENO REGIS" DI
TORINO

Segnaliamo la newsletter settimanale del Centro studi "Sereno Regis" di
Torino, un utile strumeno di informazione, documentazione, approfondimento
curato da uno dei piu' importanti e piu' attivi centri studi di area
nonviolenta in Italia.
Per contatti e richieste: Centro Studi "Sereno Regis", via Garibaldi 13,
10122 Torino, tel. 011532824 e 011549004, fax: 0115158000, e-mail:
info at serenoregis.org, sito: www.serenoregis.org

19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

20. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 879 del 12 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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