Coi piedi per terra. 213



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 213 del 10 luglio 2009

In questo numero:
1. Domenico Basile, Maria Chiara Zoffoli: Al Presidente della Repubblica
2. Gino Buratti: Al Presidente della Repubblica
3. Centro delle Culture: Al Presidente della Repubblica
4. Antonio Lombardi: Al Presidente della Repubblica
5. Lorenzo Porta: Al Presidente della Repubblica
6. Barbara Romagnoli: Non lasciare nulla di intentato
7. Evelina Savini: Al Presidente della Repubblica
8. Antonio Vigilante: Al Presidente della Repubblica
9. Alessandra Ballerini: Una legge che compromettera' i diritti di noi tutti
10. A Cinisi il 15 luglio
11. Una preghiera ad alcune persone amiche
12. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
13. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
14. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
15. L'on. Antonio Borghesi ha presentato un'interrogazione parlamentare
sulle disastrose conseguenze del mega-aeroporto a Viterbo
16. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. UNA SOLA UMANITA'. DOMENICO BASILE, MARIA CHIARA ZOFFOLI: AL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente della Repubblica Italiana, on. Giorgio Napolitano,
Le scriviamo per manifestarLe il nostro piu' totale disaccordo in merito al
cosiddetto "pacchetto sicurezza", approvato dal Senato nella seduta del 2
luglio scorso.
Le misure approvate, nei confronti degli immigrati non regolarizzati, sono
in contrasto con gli elementari principi della Dichiarazione universale dei
diritti dell'uomo, oltre che essere in palese contrasto con lo spirito e la
lettera della nostra Costituzione, di cui Ella e' il principale garante.
La invitiamo caldamente a non avallare con la Sua firma queste sciagurate
disposizioni che ci mettono ai margini della civilta' giuridica.
Respinga alle Camere questi provvedimenti affinche' il legislatore abbia
modo di riflettere ulteriormente sulla vergogna a cui espone il nostro Paese
rispetto al consesso delle nazioni civili.
Con grande stima Le inviamo i migliori saluti.
Domenico Basile, ingegnere in pensione
Maria Chiara Zoffoli, insegnante in pensione

2. UNA SOLA UMANITA'. GINO BURATTI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Signor Presidente,
mi rivolgo a Lei, come molte altre persone, nella speranza che possa essere
posto fine a questo tremendo precipitare lungo un dirupo, che porta
progressivamente, e con una violenza allucinante, all'affermazione di una
cultura di rifiuto, di chiusura... una cultura razzista.
Mi rivolgo a Lei in quanto Presidente, spero, non solo degli Italiani "doc",
ma di tutti quegli esseri umani che per mille e svariate motivazioni, spesso
dipendenti dalle nostre sicurezze e dal nostro benessere, si trovano ad
esser costretti a migrare nel nostro paese.
Mi rivolgo a lei perche' con le norme del "pacchetto sicurezza" lasciamo ai
nostri figli il fardello di un abominio culturale mostruoso, introducendo
una stratificazione tra gli esseri umani e "legalizzando" la negazione di
diritti umani a taluni, proprio noi che abbiamo dato un contributo non
indifferente nella stesura di una cultura dei diritti umani.
Stanno seminando paura: alimentano la nostra paura nei confronti dei
migranti e, speculiarmente, alimentano la paura dei migranti nei confronti
nostri... stanno creando un mondo di paura.
Per questo, Signor Presidente, la prego di fermare questo degrado culturale
verso il quale una politica incapace di disegnare un mondo migliore e
diverso ci sta trascinando.
Abbiamo bisogno non di costruire delle fortezze intorno a noi, ma un sistema
di relazioni sociali che sempre piu' sostenga le persone ad uscire dalla
marginalita' e dall'essere invisibili.
Con queste norme facciamo diventare degli invisibili un numero sempre
maggiore di persone e le allontaniamo da qualsiasi contatto con le
istituzioni del nostro paese, istituzioni che, ormai, si stanno avviando ad
essere semplicemente apparati di repressione e di denuncia, e sicuramente
realta' di cui chi vive nella marginalita' non puo' fidarsi.
Gino Buratti,
Accademia Apuana della Pace di Massa

3. UNA SOLA UMANITA'. CENTRO DELLE CULTURE: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Illustrissimo Presidente della Repubblica,
Le scrivo per esprimere il mio profondo sconforto causato dall'approvazione
della legge sul
cosiddetto "pacchetto sicurezza" del 2 luglio 2009 e mi permetto di
esprimere la mia indignazione ma soprattutto di condividere con Lei le mie
preoccupazioni che sono le stesse di tanti volontari umanisti, nella
speranza di trovare ascolto.
Le scrivo come portavoce del Centro delle Culture, che da anni si adopera
per la costruzione di un mondo piu' giusto per tutti nel rispetto della
diversita' delle culture e nella convinzione della nonviolenza.
Questa legge ci fa sentire profondamente insicuri ed impauriti per il futuro
del nostro Paese. E' una legge questa che permette la giustizia "fai da te",
che giudica un crimine la ricerca di una vita migliore, che scheda chi non
ha una casa, che toglie ai bambini il diritto ad un'identita', che incita
alla delazione ed al sospetto. Questa legge educa alla discriminazione,
reclusione ed espulsione di chi scappa dalla guerra, di chi fugge dalla
fame, di chi rincorre i suoi sogni.
Reputiamo la legge approvata il 2 luglio 2009 in Senato una legge ingiusta e
violenta che non tiene conto dei diritti umani, che non si rifa' al
principio di ricerca di soluzioni lungimiranti per risolvere le situazioni
difficili, nelle quali, in questo momento storico, ci stiamo trovando a
vivere.
Ci sembra che si limiti a dare una risposta alle nostre paure piu' viscerali
di perdere qualcosa (la falsa sicurezza, l'ordine apparente, gli elettori) e
ci porti cosi' a tradire la nostra cultura fatta anche di solidarieta', di
ospitalita', della fantasia, da tutti riconosciuta, nel trovare soluzioni.
Riteniamo purtroppo che ci riconsegni alle pagine peggiori della Storia,
come gia' successe nel 1938 a causa delle leggi razziali.
Le chiediamo, Illustrissimo Presidente, di non firmare questa legge che
tanta sofferenza puo' creare.
Le chiediamo di rinviarla alle Camere.
Le chiediamo, Illustrissimo Presidente, di fare tutto il possibile perche'
nel nostro Paese si possa continuare a proteggere le aspirazioni piu' alte e
profonde che hanno condotto l'umanita' ai suoi momenti migliori, perche' si
possa continuare a costruire un futuro che anche se non prevede ancora la
risoluzione dei conflitti per lo meno non li soffochi nella violenza e
cerchi nuove soluzioni.
La ringrazio.
Gabriele Palloni,
responsabile nazionale del Centro delle Culture

4. UNA SOLA UMANITA'. ANTONIO LOMBARDI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente della Repubblica Italiana,
Le chiedo di non promulgare il cosiddetto "pacchetto sicurezza", che
contiene norme persecutorie nei confronti degli immigrati "non regolari".
Dia a questo Paese la possibilita' di ritrovare la parte migliore di se',
fatta di ascolto verso chi bussa a chiedere aiuto. Dia una mano a questa
nostra Italia a recuperare un po' di umanita'.
La ringrazio in anticipo per la pazienza, l'attenzione e la disponibilita'
con cui vorra' accogliere l'indignazione di tanti che Le stanno scrivendo in
questi giorni con la medesima richiesta: tenerci lontani dall'orrore e dal
disgusto della discriminazione.
Con stima
Antonio Lombardi

5. UNA SOLA UMANITA'. LORENZO PORTA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
il suo potere istituzionale di promulgare le leggi approvate dalle Camere,
conferitole dalla nostra Carta costituzionale, e' stato utilizzato in senso
ostativo raramente ed in casi eccezionali nella storia della nostra
Repubblica. E' accaduto che in alcune fasi critiche della nostra democrazia
sia stato esercitato, nell'attuale situazione politico-istituzionale Lei
nella sua alta carica istituzionale e' impegnato ad esercitare questo potere
in riferimento a leggi che sono visibilmente anticostituzionali come la
legge che limita le intercettazioni telefoniche.
Accade che in questa legislatura anche le recenti disposizioni legislative
sulla sicurezza pubblica, recentemente approvate in Senato e prima alla
Camera, non senza dissensi e critiche importanti che si sono elevate nel
nostro paese e a livello internazionale, presentino palesi contraddizioni
non solo con la lettera della Costituzione, ma con i fondamenti etici alla
base dei diritti umani che sono il sostrato delle leggi nei paesi
democratici.
Nella mia attivita' di docente ho avuto occasione nello scorso maggio di
animare assieme ad altri collegi e colleghe un incontro, che periodicamente
facciamo tra giovani studenti delle scuole superiori e studenti-detenuti
delle carceri toscane, nella fattispecie nella Casa di reclusione maschile
di Porto Azzurro, momento qualificante di un percorso maieutico reciproco
sull'educazione alla legalita' come desiderio di partecipazione sociale, i
cui esiti presto saranno resi pubblici.
Ci ha colpito che detenuti, che vivono ristretti, con un accesso
all'informazione limitato rispetto a chi sta fuori e che nella loro vita di
detenzione si sono trovati a condividere spazi angusti con detenuti migranti
di altri paesi, abbiano saputo, con una lucidita' maggiore rispetto ad
alcuni rappresentanti politici, inquadrare la questione della convivenza
multietnica in modo chiaro e fondato sui fatti. Questa constatazione ci fa
pensare che talvolta l'informazione, che e' una pietra angolare della
democrazia, si configuri come produzione di notizie clamorose,
scandalistiche, volte a muovere i risentimenti delle persone e a mettere in
sordina la capacita' di ascolto e il discernimento, un aspetto fondante
della riflessione politica, cioe' della cura del bene comune.
Detenuti italiani, italianissimi, hanno capito sulla base dell'esperienza,
dell'informazione, del dialogo con i loro compagni, che una causa importante
dell'aumento della popolazione carceraria sta nei limiti dell'attuale legge
sugli immigrati, la 189 del luglio 2002, meglio conosciuta come
"Bossi-Fini", che favorisce la caduta dell'immigrato da una posizione
regolare  ad una irregolare, poiche' le norme del rinnovo del permesso di
soggiorno, i gravi ritardi nell'attuazione dei decreti annuali sui flussi in
entrata, provocano talvolta la perdita di un lavoro, soprattutto a tempo
determinato, ed anche dell'abitazione. La posizione di irregolarita', che e'
diversa da quella di clandestinita', ovvero di entrata clandestina in
Italia, provoca una situazione di profonda incertezza nell'immigrato/a,
poiche' vede interrompersi un processo di integrazione che si stava
concretizzando.
L'imposizione di dover uscire dal paese per rinnovare il permesso di
soggiorno, e cosi' interrompere una continuita' abitativa e lavorativa,
mette a rischio la persona migrante e la puo' indurre anche a trovare forme
non legali di aggiramento di una normativa ostile, dove la burocrazia
diventa l'arma che fa strame della giustizia.
Il disegno di legge approvato  recentemente sancisce pene severe per gli
stranieri che cadono nell'irregolarita', li considera clandestini impedendo
loro di dare continuita' ad attivita' e relazioni. Inoltre li priva dei
diritti piu' naturali come partorire e sposarsi: qui ci sta l'accanimento
nel cancellare un'esistenza!
Il Ministro dell'Interno si accorge, strada facendo, che con questa legge
dovrebbero essere perseguite migliaia di quelle persone, assistenti
familiari, volgarmente chiamate "badanti", che si occupano di rendere
vivibile la vita ai nostri anziani. Sono piu' di 700.000, cioe' piu' del
personale medico e paramedico pubblico del nostro paese. Vivono con salari
molti bassi, sovente lontano dai loro affetti, senza diritto di voto, ma
contribuenti effettive, come tutti i migranti regolari, che danno linfa alle
casse della previdenza (di cui probabilmente non usufruiranno) e senza
stanziamenti sufficienti per un piano di riqualificazione professionale
possibilissimo. Ora, a legge approvata, il Ministro dell'Interno dichiara
per loro la non retroattivita' della legge anche da lui sostenuta, e si
prepara a varare un decreto flussi per il 2009, visto che non ce n'e' ancora
uno! Il Ministro si espone ad una contraddizione giuridica: aprire solo alle
cosiddette "badanti" perche' servono e coprono bene  le falle della crisi
del welfare e per non rischiare di far andare in galera migliaia di
cittadini italiani che usufruiscono del loro lavoro, in situazione di attesa
di regolarizzazione. E cosi' alcuni esponenti di questo governo giocano con
la vita di milioni di persone nelle loro prove tecniche di xenofobia
istituzionale.
Signor Presidente,
Le chiediamo di intervenire per dare sostegno istituzionale a chi nel paese
lavora quotidianamente per abbattere steccati, a chi lavora per una societa'
che valorizza le diversita', in una parola a chi lavora per dare corpo alla
democrazia attraverso l'affermazione dei diritti umani delle singole persone
contro politiche di criminalizzazione di massa.
Lorenzo Porta.
presidente dell'associazione Centro di documentazione sociale (Cedas),
docente di Maieutica reciproca e ricerca-azione per la pace, Universita' di
Firenze

6. UNA SOLA UMANITA'. BARBARA ROMAGNOLI: NON LASCIARE NULLA DI INTENTATO

Cari amici della nonviolenza in cammino,
non ho scritto una lettera personale al presidente della Repubblica, ma ho
usato l'ottimo testo di Domenico Gallo e l'ho inviato, invitando altre e
altri a fare lo stesso.
Non so se servira' a qualcosa, ma non e' possibile lasciare intentato nulla
in questo momento, dobbiamo fermare qualcosa a cui non so dare un nome
preciso ma che certo ha messo radici nella nostra societa', che mi spaventa
non solo per la violenza e l'arroganza che mette in campo, ma soprattutto
perche' riesce ad insinuarsi ovunque, nella indifferenza generale, ma forse
anche nella consapevolezza. Mi duole dirlo ma evidentemente molti italiani
vogliono proprio questo, inseguono questi modelli e parlano la stessa
lingua.
Spero davvero che si riesca a reagire, oltre che resistere, a tutto cio',
nonostante la stanchezza e la disillusione a cui le ultime stagioni
politiche ci hanno abituato. O almeno voglio crederci ancora per un po'.
Barbara Romagnoli

7. UNA SOLA UMANITA'. EVELINA SAVINI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
le scrivo per esortarla a non ratificare i provvedimenti approvati in seno
al cosiddetto "pacchetto sicurezza".
Mi unisco ai molti che le chiedono di fermare questo scempio del diritto e
della dignita' umana.
Tra le tante, due voci autorevoli si levano e chiedono di essere ascoltate.
Gliele cito.
"Ogni individuo ha diritto alla liberta' di movimento e di residenza entro i
confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi
paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese", Articolo 13
della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, 10 dicembre 1948.
"... I diritti inviolabili dell'uomo e il principio di uguaglianza, 'senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione', si integrano e
completano nella Carta europea, aperta ai nuovi diritti civili e sociali.
Essi non possono non riconoscersi a uomini e donne che entrano a far parte,
da immigrati, della nostra comunita' nazionale contribuendo alla sua
prosperita'", Giorgio Napoletano, discorso d'insediamento alla Presidenza
della Repubblica, 15 maggio 2006.
Nella speranza che ci ascolti,
la saluto cordialmente
Evelina Savini

8. UNA SOLA UMANITA'. ANTONIO VIGILANTE: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente,
la lettera alle autorita' e' una cosa che non mi riesce granche', sia per
mancanza di talento che per scarso esercizio. E tuttavia non riesco a non
scriverle.
Non faro' perdere tempo a lei o a chi legge la sua posta con dichiarazioni
ed analisi piu' o meno approfondite; desidero solo esprimere il mio profondo
ribrezzo per quella "porcata" che chi per nostra disgrazia e' al governo
intende far passare col nome di "pacchetto sicurezza".
Una legge che chiunque abbia cuore o cervello non puo' che ritenere
vergognosa, pericolosa, inaccettabile per ogni paese civile.
Una legge che clandestinizzera' ulteriormente i clandestini, facendone
davvero carne da macello.
Ogni cittadino che creda nella giustizia, nell'uguaglianza, nel rispetto
della persona, non puo' che contrastare con determinazione un tale scempio
del diritto, non senza opporsi al contempo alla diffusione di pregiudizi
razziali, di grossolanita' ideologica, di volgarita' etica che quella legge
ha preparato e che altre sciagure portera' al nostro paese.
Credo che sia un suo preciso dovere opporsi a questa legge con gli strumenti
che le offre la nostra Costituzione. Si regoli secondo la sua coscienza.
Buon lavoro.
Antonio Vigilante

9. UNA SOLA UMANITA'. ALESSANDRA BALLERINI: UNA LEGGE CHE COMPROMETTERA' I
DIRITTI DI NOI TUTTI
[Attraverso Angelo Cifatte, che ringraziamo, riceviamo e diffondiamo questo
intervento dell'avv. Alessandra Ballerini]

Il Parlamento ha approvato il 2 luglio scorso il cosiddetto "pacchetto
sicurezza".
Si tratta di una legge che compromettera' i diritti di noi tutti.
In questo testo di legge viene introdotto il cosiddetto reato di
clandestinita', che comportera' l'obbligo a carico dei pubblici ufficiali
(medici, infermieri, insegnati, presidi, magistrati, ecc.) di denunciare la
persona che commette questo reato, ovvero il migrante colpevole solo di
esistere e di non possedere (suo malgrado) un permesso di soggiorno.
Il reato di clandestinita' e' palesemente incostituzionale percha' di fatto
punisce i migranti non per quello che fanno ma per quello che sono. Il
migrante irregolare non potra' neppure adire un tribunale ne' testimoniare
ad un processo o denunciare un reato. E questo non giova alla sicurezza
dello Stato.
Ed ancora. La normativa disciplinata dal pacchetto sicurezza prevede per i
migranti l'obbligo di esibizione del permesso di soggiorno per gli atti di
stato civile. Questa norma comporta l'impossibilita' per il migrante
irregolare di registrare una nascita, di riconoscere il proprio figlio (che
verra' cosi' dichiarato adottabile) e di contrarre matrimonio (con
chiunque!).
Altre norme comprometteranno i diritti anche dei cittadini italiani: il
pacchetto sicurezza prevede che le istanze di iscrizione o di variazione
della residenza anagrafica (presentate da chiunque, anche da italiani),
potranno (discrezionalmente?) dar luogo alla verifica, da parte degli uffici
comunali competenti, delle condizioni igienico-sanitarie dell'immobile: nel
caso in cui l'immobile venga giudicato inidoneo non si potra' ottenere o
mantenere la residenza, con una serie di implicazioni a catena veramente
drammatiche: impossibilita' di accedere alle prestazioni di sostegno al
reddito, di partecipare alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi,
di accedere agli asili-nido o all'assistenza sanitaria. Controllare la
residenza delle persone (cittadini o no) e' un modo per controllarne i
diritti.
Nel pacchetto sicurezza e' reintrodotto il reato di oltraggio a pubblico
ufficiale (anche per gli italiani), che era gia' stato abrogato, in una
versione punitiva intensificata rispetto alla precedente: e' prevista ora la
reclusione fino a tre anni.
Un'ipotesi di reato che potra' essere utilizzata facilmente contro chiunque,
italiano o migrante, all'interno di contesti di conflittualita' sociale,
colpendo comportamenti diffusi di scarsissimo allarme sociale.
Chi "da' alloggio" agli irregolari verra' punito con la confisca della casa
ed il carcere fino a tre anni.
Vengono introdotte le ronde.
Viene stabilito il prolungamento dei tempi di detenzione nei Cie (Centri di
identificazione ed espulsione) fino ad un massimo di 180 giorni.
Viene imposto l'obbligo per i servizi di money transfer (da chiunque siano
gestiti, e quindi anche da italiani) di richiedere il permesso di soggiorno
dell'utente straniero e di conservarne copia per dieci anni, nonche'
l'obbligo di delazione: ovvero l'obbligo di comunicare all'autorita' di
pubblica sicurezza i dati dei migranti irregolari, pena la cancellazione
dall'elenco degli agenti in attivita' finanziaria.
Le norme contenute in questo provvedimento infatti evidentemente non
riguardano solo i migranti. Nel disegno di legge approvato dal Parlamento
sono contenute norme che colpiscono tutti. Quando il sistema dello Stato di
diritto "salta", nessuno piu' e' al sicuro (eppure hanno il coraggio di
chiamarlo pacchetto sicurezza!).
Quando viene calpestato il principio di uguaglianza tutelato dall'art. 3
della nostra Costituzione, questo principio non vale piu' per nessuno. I
diritti fondamentali o sono di tutti e lo Stato si impegna a tutelarli, o
non sono piu' di nessuno.
Oggi i diversi, i non uguali, sono i migranti, ma anche i loro parenti o i
fidanzati o "badati" o chi vive in una casa considerata "inidonea" o chi
manifesta in maniera "colorita" il suo dissenso. E domani?
Domani, purtroppo, la storia ci insegna, non potra' che andare peggio.
O siamo tutti uguali davanti alla legge o nessuno piu' lo e'.
O forse la legge (questa legge) non e' piu' degna di questo nome.

10. INCONTRI. A CINISI IL 15 LUGLIO
[Dall'Associazione Peppino Impastato - Casa Memoria di Cinisi (per contatti:
casamemoriaimpastato at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

Vi invitiamo a partecipare all'iniziativa dal titolo "Dall'alto in basso:
autoritarismo, xenofobia, plagio delle coscienze" che si svolgera' il giorno
15 luglio 2009 dalle ore 20,30 presso la Pizzeria Impastato, Strada statale
113, km 288,800, a Cinisi, organizzata dall'Associazione Peppino Impastato -
Casa Memoria in collaborazione con Libera e Cinemovel.
Il programma dell'evento, che rientra a far parte del tour "Libero cinema in
libera terra", prevede la proiezione del film "L'onda" di Dennis Gansel e, a
seguire, un dibattito con gli interventi di Umberto di Maggio di Libera,
Augusto Cavadi della Scuola di formazione etico-politica "Giovanni Falcone",
Emanuele Venezia del Comitato contro la repressione e per i diritti, Salvo
Vitale e Marina Montuori dell'Associazione Peppino Impastato - Casa Memoria.

11. UNA SOLA UMANITA'. UNA PREGHIERA AD ALCUNE PERSONE AMICHE

Carissime e carissimi,
stiamo sollecitando persone e movimenti a scrivere al Presidente della
Repubblica affinche' non ratifichi le misure razziste, criminogene ed
incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato
dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero rinvii alle Camere
quel provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente
incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale
recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana.
Vorremmo pregarvi:
a) di scrivere anche voi al Presidente della Repubblica in tal senso, e di
rendere pubblica tale iniziativa comunicandola a mezzi d'informazione ed
interlocutori vari;
b) di esortare altre persone a farlo, rendendo anch'esse pubblica la loro
iniziativa;
c) di inviarci un vostro intervento da pubblicare sul nostro notiziario
telematico quotidiano.
La tempestivita' e' decisiva, ed altrettanto decisiva e' la vastita' della
mobilitazione: sussistono i termini giuridici perche' il Presidente della
Repubblica possa rinviare alle Camere quell'atto, ma e' evidente che sara'
confortato in tale decisione dal visibile pronunciarsi di una vasta parte
del popolo italiano in difesa del diritto, della civilta', dell'umanita'.
Facciamo quanto e' in nostro potere perche' questo accada.
Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e':
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax:
0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e':
presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web:
https://servizi.quirinale.it/webmail/
Un cordiale saluto,
il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2009

12. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL
COLPO DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

13. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

14. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

15. DOCUMENTI. L'ON. ANTONIO BORGHESI HA PRESENTATO UN'INTERROGAZIONE
PARLAMENTARE SULLE DISASTROSE CONSEGUENZE DEL MEGA-AEROPORTO A VITERBO

Riceviamo e dffondiamo la seguente interrogazione parlamentare presentata
dall'on. Antonio Borghesi il 6 luglio 2009.
Ringraziamo l'on. Borghesi per il suo impegno a difesa dell'ambiente e del
territorio, dei beni naturali e culturali, dell'economia autenticamente
produttiva, della salute e dei diritti dei cittadini, della corretta
gestione della cosa pubblica, della legalita'.
Antonio Borghesi, deputato dell'Italia dei valori, docente universitario,
dirigente industriale, e' autore di decine di autorevoli pubblicazioni in
materia di gestione delle imprese, organizzazione, marketing e logistica.
*
Interrogazione a risposta scritta 4-03458 presentata da Antonio Borghesi
lunedi' 6 luglio 2009, seduta n. 197.
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente
e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro, della
salute e delle politiche sociali.
Per sapere - premesso che:
a Viterbo moltissimi cittadini, sostenuti da illustri scienziati,
cattedratici, personalita' delle istituzioni e della societa' civile, si
oppongono alla decisione di realizzare nell'area termale del Bulicame un
mega-aeroporto delle dimensioni atte ad accogliere un volume di traffico di
vari milioni di passeggeri all'anno; un'opera che appare all'interrogante
priva dei requisiti di legge e irrealizzabile alla luce della situazione
reale dell'area e dei vincoli paesaggistici, idrogeologici, archeologici,
termali in essa presenti;
infatti tale opera non ha mai superato ne' potrebbe mai superare un rigoroso
espletamento della Valutazione d'impatto ambientale e della Valutazione
ambientale strategica obbligatorie per legge; confligge con precise norme di
tutela dei beni pubblici sia nazionali che europee; e' in contrasto con le
norme ed i vincoli di salvaguardia in vigore nell'area considerata ai sensi
della pianificazione territoriale ed urbanistica tanto regionale quanto
comunale; provocherebbe la devastazione di rilevanti beni archeologici,
naturalistici, paesaggistici, storico-culturali, scientifici, terapeutici ed
economici insistenti nell'area; provocherebbe un grave nocumento alla
salute, alla sicurezza e alla qualita' della vita della popolazione dei
quartieri cittadini prossimi all'area; confligge con attuali esigenze di
sicurezza militari di rilevanza strategica nazionale; porterebbe al collasso
la rete infrastrutturale della mobilita' locale; costituirebbe uno sperpero
immenso di pubblico denaro; la procedura sin qui seguita per
l'individuazione dell'area consta all'interrogante sia viziata da errori di
merito e di metodo (tali per cui un ente locale ha gia' presentato un
ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio;
in una recente comunicazione agli amministratori locali il comitato dei
cittadini che si oppongono all'opera ha elencato i seguenti effetti della
realizzazione di un mega-aeroporto nell'area termale del Bulicame a Viterbo:
1. impatto locale sull'ambiente: devastazione dell'area termale del
Bulicame, un bene naturalistico, storico-culturale, terapeutico, economico,
sociale e simbolico peculiare e insostituibile;
2. impatto sanitario sulla popolazione viterbese: danni alla salute, alla
sicurezza, alla qualita' della vita;
3. impatto sanitario sulla popolazione dell'Alto Lazio: cumulandosi il
mega-aeroporto con le altre servitu' gia' presenti (in particolare il polo
energetico Civitavecchia-Montalto) la sinergia dei fattori di inquinamento
incrementera' danni, disagi e patologie;
4. impatto sociale su Viterbo: il mega-aeroporto provochera' il collasso
delle infrastrutture del trasporto locale (gia' gravemente insufficienti);
in un recente esposto alla Soprintendenza per i beni archeologici per
l'Etruria Meridionale e' stato evidenziato che dalla planimetria redatta dal
comune di Viterbo recante i vincoli paesaggistici, idrogeologici,
archeologici, termali presenti nell'area che sarebbe investita dall'opera,
risulta che il mega-aeroporto sorgerebbe letteralmente sopra un'area di
interesse archeologico con presenza di beni archeologici che la legge
tutela;
gia' lo scorso anno in una lettera al Presidente della Repubblica del 4
agosto 2008 il comitato dei cittadini che si oppongono all'aeroporto
segnalava tra l'altro che "la realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto
sarebbe in conflitto con attivita' ed esigenze di interesse strategico
nazionale dell'Aeronautica Militare, come evidenziato da ultimo dal 'Centro
Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile' in un recente
documento diffuso il 2 agosto 2008 in cui si afferma testualmente
'l'incompatibilita' tra l'intensa attivita' di aviazione civile commerciale
e la permanenza di un'attivita' di volo militare importante - quella della
Cavalleria dell'Aria - che rende Viterbo tra gli aeroporti militari di
primaria importanza strategica (come fissato da un recente decreto)'" e come
gia' precedentemente puntualmente segnalato nella seduta del Consiglio
comunale di Viterbo del 25 luglio 2008;
fondi pubblici da utilizzare per un'opera che l'interrogante considera
nociva e distruttiva, quando Viterbo e l'Alto Lazio hanno bisogno di ben
altri interventi della mano pubblica potrebbero ben essere diretti a queste
necessita' e particolarmente ad un forte sostegno a difesa e valorizzazione
dei beni ambientali e culturali, dell'agricoltura di qualita', delle
peculiari risorse locali; e per quanto concerne la mobilita' un forte
sostegno al trasporto ferroviario (riaprendo la linea
Civitavecchia-Capranica-Orte; potenziando la linea Viterbo-Orte; potenziando
la linea Viterbo-Capranica-Roma);
l'opera e' tuttora priva di adeguata progettazione, anzi della stessa
precisa definizione di collocazione e dimensioni, come ammesso dallo stesso
Consiglio comunale di Viterbo nella parte narrativa dell'atto deliberativo
n. 92 del 25 luglio 2008 in cui si afferma testualmente che "devesi fare
presente che a tutt'oggi non si conoscono ne' la lunghezza della pista che
potrebbe arrivare a superare i 3.000 metri, ne' il suo orientamento";
peraltro il gia' citato "Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto
compatibile" ha rilevato "l'impossibilita' oggettiva - dimostrata dagli
studi del nostro centro - di allungare la pista di almeno altri due
chilometri mantenendone l'orientamento e, tanto meno, di smantellare
l'attuale per costruirne altra come sostenuto da ambienti dell'assessorato
al volo - disassata di 10 gradi verso nord o sud";
l'opera confligge con il Piano territoriale paesaggistico regionale e le
relative norme di salvaguardia, come riconosciuto dallo stesso Consiglio
comunale di Viterbo con l'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008;
l'opera e' priva di fondamentali verifiche e di fondamentali requisiti
previsti dalla legislazione italiana ed europea in materia di Valutazione
d'impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica, Valutazione
d'impatto sulla salute;
peraltro la stessa compagnia aerea Ryan Air - che nelle dichiarazioni dei
proponenti l'opera avrebbe dovuto essere il soggetto imprenditoriale maggior
fruitore della nuova struttura aeroportuale - ha esplicitamente dichiarato
di non intendere affatto trasferire la sua attivita' nell'eventuale scalo
viterbese (cfr. intervista trasmessa dalla Rai il 27 aprile 2008 nell'ambito
del programma "Report"):
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti e quali iniziative intenda
assumere il Governo per impedire che i rilevanti beni naturalistici,
culturali, terapeutici ed economici dell'area termale del Bulicame siano
devastati, e che la salute e la sicurezza dei cittadini di Viterbo siano
aggredite da un'opera aeroportuale che appare all'interrogante priva dei
requisiti previsti dalla legge, la cui realizzazione costituirebbe un
utilizzo non produttivo di pubbliche risorse ed un danno per la comunita'
locale posta la difformita' dalle norme e dai vincoli di salvaguardia
vigenti.
on. Antonio Borghesi
Camera dei Deputati, lunedi' 6 luglio 2009

16. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 213 del 10 luglio 2009

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