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La domenica della nonviolenza. 223
- Subject: La domenica della nonviolenza. 223
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 5 Jul 2009 10:17:48 +0200
- Importance: Normal
============================== LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 223 del 5 luglio 2009 In questo numero: 1. Peppe Sini: Due lotte, ovvero tre 2. Luigi Ciotti: Crudelta' 3. Domenico Gallo: La firma 4. Moni Ovadia: La citta' ostile 5. Dijana Pavlovic: L'indifferenza 6. Annamaria Rivera: Non piu' umani 7. Raffaele K. Salinari: La diga 8. Alex Zanotelli: La parola 9. Stefano Galieni: Razzismo 10. Carlo Lania: Razzismo 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DUE LOTTE, OVVERO TRE Due lotte oggi in Italia occorre organizzare, ovvero tre. E il compito di organizzarle spetta alle persone amiche della nonviolenza. Poiche' tutti gli altri hanno ceduto. * La prima lotta: contro l'apartheid. E il primo obiettivo immediato: che il presidente della Repubblica non ratifichi il colpo di stato razzista del governo Berlusconi. * La seconda lotta: contro la guerra. E il primo obiettivo immediato: che cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan. * Ma queste due lotte, e questi due obiettivi, si intrecciano con un terzo: le dimissioni del governo golpista, del governo razzista, del governo della malavita. * In questi anni di cedimento in cedimento le rappresentanze istituzionali e le organizzazioni burocratiche di tanta parte di quella che fu la sinistra hanno capitolato dinanzi al fascismo berlusconiano, al razzismo leghista, al potere mafioso impostosi come metodo e come sistema. Ed hanno capitolato perche' sono state colonizzate sul piano dell'ideologia, delle condotte e degli interessi dall'offensiva del regime dello sfruttamento e della corruzione. Coloro che hanno riaperto i campi di concentramento in Italia nel '98, coloro che si sono prostituiti alla guerra nel '99, coloro che nel biennio 2006-2008 hanno governato confermando campi di concentramento e guerra, sono persi per sempre alla causa della pace e del diritto, alla causa dell'umanita'. Potranno dislocarsi temporaneamente per loro tattici interessi dalla nostra parte, ma sappiamo che al momento della prova su loro, e sui loro manutengoli, non possiamo contare. * Dobbiamo, adesso, ricostruire una politica, un'azione politica, una proposta politica, un programma politico, un movimento politico di lotta politica, fondati sulla scelta della nonviolenza: ovvero una sinistra femminista, poiche' il maschilismo e' la prima radice dell'oppressione presente e il femminismo e' il maggior inveramento storico della nonviolenza in cammino, del movimento di riconoscimento e liberazione dell'umanita' oppressa; una sinistra ecologista, poiche' non si salva l'umanita' se non si salva anche la biosfera; una sinistra classista, poiche' solo le oppresse e gli oppressi lotteranno contro l'oppressione, lo sfruttamento, l'esclusione, la segregazione, la denegazione di umanita' - non le burocrazie ed i privilegiati; una sinistra internazionalista e libertaria, poiche' o si affermano tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani o si resta succubi del sistema della sopraffazione e della discriminazione; una sinistra egualitaria e della condivisione, ovvero dell'etica della cura e del "principio responsabilita'". * Ma dobbiamo intenderci anche su cosa intendiamo quando parliamo di nonviolenza. Per non farla lunga mi limito a dire che chiamo nonviolenza quella lotta di liberazione che tutte le esistenze raggiunge ed ha a cuore. Chiamo nonviolenza la lotta che tutte vuole salvare, onorare, degnificare le vite. Chiamo nonviolenza la lotta che tutte contrasta le storiche oppressioni. Chiamo nonviolenza la lotta politica giuriscostituente per un'umanita' di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali, che si prendono cura di se', degli altri, della biosfera. * Ed a chi avesse a dirmi: - Mio buon amico, tu dici nonviolenza, ma sembri intendere con questo nome cio' che quel Marx chiamava comunismo e quel Bakunin chiamava anarchia e quel Mazzini chiamava "Dio e popolo". - Sissignore, risponderei. Ma assai piu' nitidi e piu' intransigenti nel rispetto per la vita e per la dignita' altrui, resi piu' consapevoli dall'atroce lezione del secolo delle due guerre mondiali, dei Gulag e dei Lager, di Auschwitz ed Hiroshima: coscienti della necessita' della coerenza tra i mezzi e i fini, e saldi sul principio di salvare le vite e rispettare i diritti umani di tutti gli esseri umani. E l'appello di Leopardi nella Ginestra, e la societa' delle estranee di Virginia Woolf, la rivolta di Albert Camus contro la peste, la politica di Hannah Arendt, il bene comune della comunita' terrena di Vandana Shiva, l'estrema resistenza di Dietrich Bonhoeffer. 2. UNA SOLA UMANITA'. LUIGI CIOTTI: CRUDELTA' [Da varie persone amiche riceviamo il seguente intervento di don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, presidente di Libera, dal titolo "Come ai tempi della discriminazione razziale"] Non sicurezza, crudelta'. Non c'e' altra parola per definire le misure sull'immigrazione approvate oggi, giovedi' 2 luglio 2009, in Senato. Non c'e' altra parola per definire questo accanimento contro chi fugge dalla miseria, dalla discriminazione, dall'oppressione, dalle guerre. Sono persone, prima che immigrati, quelle che chiedono di essere riconosciute e accolte nella legalita', nei diritti e doveri di ogni cittadino parte attiva del consorzio sociale. E' doloroso constatare come questa legge ci faccia scivolare indietro, ai tempi della discriminazione razziale, negando i valori della Carta universale dei diritti umani, della nostra Costituzione, della Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Baluardi contro il ritorno della barbarie e della guerra, antidoti perche' legge sia tutela del bene comune a partire dai piu' deboli, non legge del piu' forte. Sono vittime della poverta', gli immigrati. Ma la poverta' piu' grande, oggi, e' la nostra. Poverta' di coraggio, di senso, di umanita', di capacita' di scommettere sugli altri, di costruire insieme a loro. Dati alla mano, e' dimostrato che, laddove si e' lavorato con impegno, e' stato possibile armonizzare il diritto con l'accoglienza, saldare il rispetto delle regole - che deve valere per tutti - con l'integrazione. A partire da quel "mettersi nei panni degli altri" che e' stato motore delle piu' grandi conquiste umane e civili. E spiace che, ad eccezione di una minoranza di voci nette e coerenti, su una questione tanto cruciale come quella dell'immigrazione, la politica sia venuta meno al suo orizzonte ideale: stimolare la promozione culturale e sociale di un paese, trasformando in speranze le paure della gente. 3. UNA SOLA UMANITA'. DOMENICO GALLO: LA FIRMA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 luglio 2009 col titolo "Il Colle non firmi"] La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, in perfetta concordanza con la Costituzione italiana, considera che il riconoscimento della dignita' inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti uguali ed inalienabili costituisce il fondamento della liberta', della pace e della giustizia nel mondo. Sono questi i fondamenti dell'ordine costituzionale e della civilta' del diritto. Proprio questi fondamenti sono inesorabilmente travolti dal pacchetto sicurezza approvato ieri in via definitiva dal senato. Con questo provvedimento sono state approvate una serie di misure persecutorie e discriminatorie nei confronti dei gruppi sociali piu' deboli, che nel nostro Paese non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. In modo mascherato sono stati riesumati istituti tipici delle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti (fra italiani e immigrati irregolari). Soprattutto nei confronti degli immigrati sono state articolate una serie di misure (reato di clandestinita', divieto di matrimonio, divieto di avere un'abitazione, ostacoli per l'accesso alle cure mediche, all'abitazione e per il trasferimento dei fondi alle proprie famiglie) che attentano all'intima dignita' inerente a ciascun membro della famiglia umana e sono destinate a fare terra bruciata intorno ad una popolazione di centinaia di migliaia di persone, aprendo una sconcertante caccia all'uomo. Queste misure persecutorie, per la loro gravita', superano persino quelle introdotte con le leggi razziali. Infatti le leggi razziali non sottraevano alle madri ebree i figli dalle stesse generate. L'Italia del 1938, sebbene piegata dalla dittatura fascista, non avrebbe mai potuto accettare un insulto cosi' grave all'etica della famiglia, quale la scissione del suo nucleo fondamentale. Ed invece questo e' proprio quello che succedera', attraverso il divieto imposto alla madri immigrate irregolari di fare dichiarazioni di stato civile. Non potendo essere riconosciuti, i figli saranno sottratti alle madri che li hanno generati e confiscati dallo Stato che li dara' in adozione. Questa norma si pone al vertice delle misure discriminatorie del pacchetto sicurezza ed ha un grande valore simbolico, in quanto si tratta di una norma "ontologicamente ingiusta", che incarna un diritto completamente svincolato dalla giustizia. Adesso che con l'ultimo voto al Senato si e' compiuto il percorso parlamentare di questo mostruoso provvedimento siamo arrivati su una soglia al di la' della quale c'e' una trasformazione irreversibile della natura della Repubblica. Se la giustizia viene espulsa dal diritto, cambia la natura del diritto e si verifica un cambiamento del regime politico. In questo modo verrebbe cancellata per sempre la lezione del Novecento. Pero' questo mostro non e' ancora diventato legge. Le garanzie previste dai Costituenti consentono di correggere questi abusi. Per questo, Presidente Napolitano, ti chiediamo di non firmare, di non promulgare questa legge. Risparmia al nostro paese il disonore di aver reintrodotto in Europa le leggi razziali e tradito il sacrificio della Resistenza. 4. UNA SOLA UMANITA'. MONI OVADIA: LA CITTA' OSTILE [Dal quotidiano "L'Unita'" del 4 luglio 2009 col titolo "Il peccato della sodomia"] Il gravissimo peccato della sodomia, contrariamente a quanto potenti e chierici sessuofobi e omofobi hanno voluto raccontare e far credere, non ha nulla a che fare con il sesso, ne' etero ne' omo, ma riguarda il comportamento nei confronti dello straniero e del debole. Ricordiamo per sommi capi l'episodio biblico: Lot, nipote di Abramo, risiede nella citta' di Sodoma e ospita tre stranieri, nella fattispecie i tre arcangeli sotto spoglie di viandanti che hanno annunciato ad Abramo la nascita utopica di suo figlio Isacco. I sodomiti si recano a casa di Lot e gli intimano di consegnar loro gli stranieri per violentarli. Non portano loro un invito per un'orgia, ma vogliono usare contro di loro una delle piu' atroci e degradanti forme di violenza. Questa e' la ragione per la quale i nostri maestri indicano la sodomia come il peccato irredimibile di violenza contro lo straniero e cio' vale a fortiori per il clandestino, perche' essendo sprovvisto di tutele giuridiche e' doppiamente straniero, in quanto straniero e debole. La citta' ostile allo straniero fu rasa al suolo perche' non vi si trovarono dieci giusti che potessero intercedere per la sua salvezza. Fortunatamente nel nostro Paese molte sono le voci che si sono levate a denunciare con toni fermi questa legge vile e malvagia, a cominciare dalla Chiesa cattolica e numerose associazioni cristiane. Il ministro Maroni invece ha dato prova della sua caratura con la consueta protervia del vincitore. Quelli come lui definiscono tutti quelli che sanno indignarsi contro la vigliaccheria: buonisti. Noi non siamo buonisti, siamo giusti. E' bene tuttavia avvertire coloro che per paura portano il loro acritico consenso alla Lega che l'odio verso lo straniero, l'indifferenza verso le sue sofferenze e la sua disperazione non portano sicurezza ma infamia. 5. UNA SOLA UMANITA'. DIJANA PAVLOVIC: L'INDIFFERENZA [Dal quotidiano "L'Unita'" del 4 luglio 2009 col titolo "Razzismi quotidiani. L'Italia ignava e l'Italia che si sveglia"] Qualche giorno fa un buttafuori dell'Ipercoop sotto casa mia ha pestato un giovane homeless, uno dei tanti che da sempre stazionano nella zona e con i quali si riesce ad avere un rapporto, a volte piu' umano che con gli altri frequentatori del supermercato. Un episodio che non e' finito nelle pagine di cronaca di nessun giornale ma che fa parte di un clima generale di cui vale la pena di preoccuparsi perche' il dato inquietante e' che questo episodio e' avvenuto nella totale noncuranza della gente. Penso a come l'indifferenza per il destino degli altri stia diventando costume come testimoniano episodi piu' gravi di questo: e' di circa un mese fa l'assassinio di un rom rumeno che camminava per strada con la sua donna e la sua fisarmonica, e' di due settimane fa il pestaggio di una ragazza che, unica, ha cercato di difendere dei giovani gay dall'aggressione di naziskin. Sempre a Napoli ricordo Violetta e Cristina morte annegate. Sempre la gente intorno guarda e tace o se ne va facendo finta di niente. Non li riguarda. Ma ci sono due aspetti di questi episodi che ci riguardano eccome. Il calo di notizie e di clamore mediatico sui crimini di immigrati e rom e le nuove "emergenze" (veline, escort e le ossessioni del "papi"...) non dovrebbero distrarci da come la violenza razzista sia oramai pratica quotidiana e soprattutto da quello che a me sembra la cosa piu' preoccupante: l'indifferenza della gente. Quasi che ci sia in qualche modo l'accettazione della violenza se questa e' praticata su uno straniero, su un rom, su un omosessuale. Ho visto e rivisto il video sulla morte del rumeno a Napoli, c'e' chi dice che la fuga da un uomo morente e dalla sua compagna disperata che chiede aiuto era per paura, ma per paura non si fanno foto con il cellulare, non si insulta un uomo morente ("zingaro, va' in Romania, ma che vuoi, tu mi rubi"). Se vince l'ignavia sulla naturale solidarieta' verso il nostro prossimo quando questo e' diverso da noi vuol dire che siamo tornati la' dove credevamo non fosse piu' possibile tornare. Ma nonostante tutto, sempre piu' spesso, per strada, nei mercati incontro persone addolorate per questa situazione, sempre piu' spesso fanno commenti, raccontano la propria indignazione. Ieri la custode del teatro dove lavoro dopo aver visto la prova di una scena nella quale si rappresenta l'indifferenza nei confronti delle sofferenze dei "diversi" e' scoppiata in lacrime: "E' vero! E' proprio cosi'! Dove va a finire questo nostro Paese?". Qual e' l'Italia vera? C'e' una speranza per tutte le persone non rumorose quanto le camicie verdi, che forse non si sentono neanche rappresentate politicamente, ma hanno raggiunto il limite di sopportazione? Spero che il loro risveglio dia un volto all'Italia vera. 6. UNA SOLA UMANITA'. ANNAMARIA RIVERA: NON PIU' UMANI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 4 luglio 2009 col titolo "Peggio delle leggi fasciste"] Sembrava iperbolico, ai soliti minimizzatori di professione, definire nuove leggi razziali i dispositivi del pacchetto sicurezza. Oggi che l'osceno ddl 733-B entra in vigore con le sue norme devastanti, a suggello finale delle leggi razziali, perfino i piu' moderati dei democratici hanno qualche sussulto. Norme gravissime in se', a illuminarle di luce ancor piu' sinistra vi sono l'incoraggiamento alla delazione di massa, la legalizzazione di milizie private, l'incitamento alla caccia all'estraneo, che rendono piu' evidente la continuita' con le fasi piu' oscure della storia europea. Come durante i regimi fascisti, queste norme sono finalizzate a punire non singole condotte individuali criminose, ma una categoria di persone, in tal caso definita da una condizione non solo giuridica ma anche sociale: quella di lavoratore immigrato privo di titolo di soggiorno, non certo per sua scelta o volonta'. Basta considerare l'introduzione del reato d'ingresso e soggiorno illegale, la dilatazione abnorme della detenzione amministrativa, l'aggravante di un terzo della pena per qualsiasi reato se commesso da "irregolari", i dispositivi che tendono a inibire atti che concernono i diritti fondamentali della persona: l'accesso all'istruzione e alle cure mediche, a molti servizi e protezioni sociali, la possibilita' di contrarre matrimonio, la registrazione delle nascite e dei decessi... Si inverano cosi' il rigurgito del passato piu' vergognoso - ma neppure il fascismo oso' a tal punto - e nel contempo un radicale salto di paradigma: rispetto non solo ai fondamenti dell'ordine costituzionale e della civilta' giuridica, ma perfino ai presupposti minimi che rendono possibile la convivenza degli umani (e anche di altre specie). Che altro e' se non la cancellazione di un principio elementarmente umano la possibilita', prevista dalla legge, che un infante venga strappato dallo Stato alla madre "irregolare", dato che la legge le vieta di riconoscerlo? E non e' forse piu' crudele delle norme del regime mussoliniano la sottrazione di ogni protezione agli apolidi, oggi di fatto esposti alla deportazione? Coloro che ci governano non sono maestri di etica personale, tanto meno pubblica. Sporcaccioni - e bacchettoni quando conviene - ogni giorno danno prova di quale rispetto abbiano dell'umano: dalla mercificazione totale dei corpi femminili alla espropriazione e marchiatura simbolica dei corpi degli stranieri e dei minoritari, che essi hanno provveduto a rappresentare come onnipresenti, proliferanti, minacciosi. Gli uni e gli altri deumanizzati, dunque esposti ad ogni insulto ed arbitrio. Le nuove leggi razziali a questo mirano o almeno questo effetto avranno: una mutazione culturale del clima del paese, gia' per molti versi alla deriva, per cui offese e violenze contro gli stranieri non saranno piu' considerate tali. "Clandestini" e rom non sono umani, dice la legge, dunque non trattateli da umani. Come Domenico Gallo anch'io chiedo rispettosamente al Presidente della Repubblica di non promulgare questa legge per non rendersi corresponsabile di una nefandezza. Nel contempo penso che ogni forma di disobbedienza civile debba essere praticata. Io la pratico subito dichiarando che ho offerto ed offro solidarieta' concreta ed assistenza umanitaria a persone prive del titolo di soggiorno. 7. UNA SOLA UMANITA'. RAFFAELE K. SALINARI: LA DIGA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 luglio 2009 col titolo "Legge sicurezza, bambini stranieri senza identita'" e la nota redazionale "Raffaele K. Salinari e' presidente di Terre des Hommes"] L'introduzione del reato di clandestinita' sancisce per legge un crimine che colpisce come tale una condizione meramente materiale e spesso indipendente dalla libera volonta' del soggetto. Si tratta di una visione orientata a ridurre a reato ogni status di non omologazione alle normazioni che prevedono l'esclusione dallo spazio sociale di chi non e' in possesso dei requisiti minimi per abitarlo, almeno alla luce del sole: censo, nazionalita', razza, cultura ma anche pensiero politico difforme dall'egotismo egoistico di massa; insomma, tutti coloro che per qualche motivo radicale non riescano, o non debbano, entrare o muoversi a loro agio nella palude del consumo di massa. Il significato simbolico della norma e' evidente: non e' il reato di clandestinita' che viene sancito, ma quello di essere dalla parte sbagliata dell'umanita', quella che non potra' mai essere titolare dei diritti che fanno di ogni "nuda vita", come diceva Benjamin, la scaturigine stessa del Sacro. Questa esclusione dai diritti di una parte importante e crescente di quanti cercano nelle nostre citta' miglior fortuna vuole significare che il buco nella diga dei diritti fondamentali e' stato aperto e, una volta praticata una falla, il resto potra' crollare in tempi brevi. Il fatto che i bambini figli di immigrati clandestini non potranno avere diritto all'identita' racchiude tutta la portata biopolitica del provvedimento che, come gia' analizzava Foucault, vede la politica attuale, quella generata non dalle votazioni popolari ma dai consigli di amministrazione delle multinazionali, gestire i corpi a seconda della plusvalenza che se ne potrebbe ricavare, "potenziando" o "deprimendo" la vita a seconda di queste circostanze. Qualche deputato, dell'opposizione e della maggioranza, ci ha chiesto in questi giorni cosa si possa fare per arginare la barbarie che condanna i corpi e la loro condizione materiale come fossero un delitto commesso contro la societa'. La risposta non e' semplice quanto vorrebbe questa politica in crisi di identita'. Forse tra qualche mese possiamo suggerire di dare un'occhiata all'affollamento delle procure o all'aumento esponenziale che certamente ci sara' del traffico di esseri umani e dunque di lavoro clandestino, vera ragione economica della scelta scellerata. Non basta indignarsi per questa ignominia, ma bisognerebbe aprire una sede di confronto tra forze interessate alla revisione dell'impianto stesso del pacchetto e coloro i quali hanno espresso in questi mesi fortissime obiezioni, perdipiu' basate sul rispetto delle convenzioni Onu. Noi siamo pronti a raccogliere le firme per una iniziativa di legge popolare finalizzata ad abrogare in toto il pacchetto sicurezza e a rilanciare un'idea della politica come riapertura degli spazi di socialita' a partire da quelli che prevedono l'inclusione dei piu' deboli, scuole, ospedali, rilancio degli Obiettivi del millennio, che oggi vedono il nostro paese spendere piu' per il G8 che per tutti gli aiuti agli impoveriti del mondo, a fronte delle altissime spese militari. Da parte nostra, come la bambina di Pattini d'argento, cerchiamo con la voce di migliaia di cittadini che hanno gia' firmato la petizione contro la negazione dell'identita' ai bambini figli di immigrati clandestini contenuta nel pacchetto sicurezza, di mantenere il nostro dito nel buco della diga affinche' non crolli del tutto. 8. UNA SOLA UMANITA'. ALEX ZANOTELLI: LA PAROLA [Dal sito della rivista "Carta" (www.carta.org) riprendiamo il seguente articolo del 3 luglio 2009 dal titolo "Legge sulla sicurezza: disobbediamo"] Il senato ha approvato il cosiddetto "pacchetto sicurezza" del ministro degli interni Maroni. Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano. Non avrei mai pensato che un paese come l'Italia avrebbe potuto varare una legge cosi' razzista e xenofoba. Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all'estero!), ora ripetiamo sugli immigrati lo stesso trattamento - anzi peggiorandolo - che noi italiani abbiamo subito un po' ovunque nel mondo. Questa legge e' stata votata sull'onda lunga di un razzismo e una xenofobia crescente di cui la Lega e' la maggiore espressione. Il cuore della legge e' che il clandestino e' ora un criminale. Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare. Papa Giovanni XXIII nella Pacem in Terris ci ricorda che emigrare e' un diritto. Fra le altre cose la legge prevede la tassa sul permesso di soggiorno (i nostri immigrati non sono gia' tartassati abbastanza?), le ronde, il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive sui ricongiungimenti familiari e i matrimoni misti, il carcere fino a 4 anni per gli irregolari che non rispettano l'ordine di espulsione e infine la proibizione per una donna "clandestina" che partorisce in ospedale di riconoscere il proprio figlio o di iscriverlo all'anagrafe. Questa e' una legislazione da apartheid, che viene da lontano: passando per la legge Turco-Napolitano fino alla incostituzionale Bossi-Fini. Tutto questo e' il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha messo alla gogna lavavetri, ambulanti, rom e mendicanti. Questa e' una cultura razzista che ci sta portando nel baratro dell'esclusione e dell'emarginazione. "Questo rischia di svuotare dall'interno le garanzie costituzionali erette 60 anni fa - cosi' hanno scritto nel loro appello gli antropologi italiani - contro il ritorno di un fascismo che rivelo' se stesso nelle leggi razziali". Vorrei far notare che la nostra Costituzione e' stata scritta in buona parte da esuli politici, rientrati in patria dopo l'esilio a causa del fascismo. Per ben due volte la Costituzione italiana parla di diritto d'asilo, che il parlamento non ha mai trasformato in legge. E non solo mi vergogno di essere italiano, ma mi vergogno anche di essere cristiano: questa legge e' la negazione di verita' fondamentali della Buona Novella di Gesu' di Nazareth. Chiedo alla Chiesa italiana il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana. Penso che come cristiani dobbiamo avere il coraggio della disobbedienza civile. E' l'invito che aveva fatto il cardinale R. Mahoney di Los Angeles, California, quando nel 2006 si dibatteva negli Usa una legge analoga dove si affermava che il clandestino e' un criminale. Nell'omelia del Mercoledi' delle ceneri nella sua cattedrale, il cardinale di Los Angeles ha detto che, se quella legge fosse stata approvata, avrebbe chiesto ai suoi preti e a tutto il personale diocesano la disobbedienza civile. Penso che i vescovi italiani dovrebbero fare oggi altrettanto. Davanti a questa legge mi vergogno anche come missionario: sono stato ospite dei popoli d'Africa per oltre venti anni, popoli che oggi noi respingiamo, indifferenti alle loro situazioni d'ingiustizia e d'impoverimento. Noi italiani tutti dovremmo ricordare quella Parola che Dio rivolse a Israele: "Non molesterai il forestiero ne' l'opprimerai, perche' voi siete stati forestieri in terra d'Egitto" (Esodo 22, 20). 9. RASSEGNA STAMPA. STEFANO GALIENI: RAZZISMO [Dal quotidiano "Liberazione" del 3 luglio 2009 col titolo "E' finalmente legge la sicurezza razzista" e il sommario "157 a favore, 124 contro e 3 gli astenuti: il Senato approva. Disobbedienza civile e appelli: l'Italia civile si ribella"] L'approvazione era scontata, nessuno sperava in un miracoloso rinsavimento dei componenti del senato che ieri mattina hanno approvato definitivamente il ddl 733, meglio noto come "pacchetto sicurezza". Qualche assente da ambo gli schieramenti ma alla fine, in una bagarre che i senatori della Lega hanno trasformato in un osceno tripudio, i numeri sono emersi nella loro crudezza: 157 a favore, 124 contro e 3 gli astenuti, gli stessi che anche nei maxi-emendamenti in cui era diviso l'intero progetto di legge si erano gia' astenuti. Compatti i presenti di Pdl e Lega, compatti quelli di opposizione di Udc, Pd e Idv. Immediate le ripercussioni nel mondo politico e culturale, nell'associazionismo, nei sindacati e fra le forze della sinistra radicale non presenti in parlamento. Alto l'appello di alcuni intellettuali, a partire da Dario Fo a Tabucchi, Dacia Maraini, Andrea Camilleri e Moni Ovadia fra gli altri, e proposto sulla rivista "Micromega". Secondo i firmatari neanche il fascismo si era spinto a tanto, visto che le leggi del '38 non arrivavano a prevedere di privare le madri ebree dai loro figli, ne' le costringevano all'aborto - quello si' clandestino - per evitare che i propri figli venissero confiscati dallo Stato. L'appello si rivolge alla comunita' europea affermando che l'Europa non puo' ammettere che uno dei paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. Questo appello come le tante prese di posizione che giungono dai soggetti piu' disparati di un Paese che continua a sperare di poter mantenere al proprio interno dei vincoli di civilta' giuridica, attacca soprattutto l'introduzione in Italia del reato di clandestinita'. Sono i sindacati di polizia a rigettare il testo dicendo che questo non fara' altro che aumentare il numero delle persone costrette nell'invisibilita' e nella marginalita', quella si' foriera di insicurezza sociale. Si passera', a detta di chi opera sulle strade, da una insicurezza percepita ad una reale. Cgil, Cisl e Uil, come ieri l'Ugl, considerano pericoloso il terreno su cui questo governo sta conducendo il Paese, definendo veri e propri vulnus di democrazia. Dalla Citta' del Vaticano, monsignor Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, si dichiara rattristato perche' si introduce il "peccato originale di clandestinita'", criminalizzando gli irregolari. Per don Ciotti non si e' parlato di sicurezza in Parlamento ma di crudelta', quella crudelta' che porta a colpire chi ha avuto la sfortuna di nascere in un paese sbagliato, di voler sfuggire da guerre e persecuzioni, persone prima che immigrati. Ma evidentemente, secondo il presidente di Libera, e' mancato il coraggio di parlare con il linguaggio dell'accoglienza e dell'umanita'. Se si levano voci indignate, altre puntano il dito sulla assurdita' e sui danni che portera' l'introduzione di queste norme. Secondo Sergio Pasquinelli, esperto dell'Istituto di ricerca sociale, ci sara' un effetto boomerang. Le famiglie italiane che hanno assunto al nero una persona per curare anziani e assistere bambini, avranno paura a mantenere le persone assunte, non potranno metterle in regola e saranno costrette a rivolgersi ai servizi sociali assolutamente inadeguati in gran parte del territorio nazionale. Pasquinelli parla di un effetto soprattutto psicologico: chi andra' infatti nelle case a controllare la regolarita' delle badanti? Terre des Hommes denuncia come da domani si apriranno problemi seri per l'iscrizione di bambini con genitori privi del permesso di soggiorno, e propone immediatamente un tavolo di confronto e sta elaborando l'idea di una legge di iniziativa popolare per modificare la legge. Si stanno elaborando in tutta fretta forme di reazione all'applicazione delle norme di legge marcatamente incostituzionali. C'e' chi come l'Ordine dei medici si e' gia' dichiarato pronto all'autodenuncia in quanto continueranno a curare i pazienti rei di clandestinita'. Secondo Amedeo Bianco che della Federazione nazionale dell'ordine e' presidente, le rassicurazioni pervenute dal governo in merito alla non obbligatorieta' della denuncia, non li hanno convinti. Restano dubbi che si possono sciogliere solo con una norma ad hoc, che esenti medici e sanitari dall'obbligo di denuncia. Presa di posizione altrettanto netta da parte del presidente dell'Unione delle camere penali, Oreste Dominioni, secondo cui si tratta di pura e inutile demagogia a cui contrapporre infinite eccezioni di costituzionalita'. L'Assemblea nazionale degli immigrati ha diramato un comunicato in cui si chiede al Presidente della Repubblica di non firmare le nuove norme, mentre Arci e Prc hanno gia' annunciato forme di disobbedienza civile alla loro applicazione. Hanno parlato in tanti ieri, indignati e pronti ad opporsi, ma perche' a parte forze sparute e nel paese ritenute minoritarie, nessuno ha alzato la voce nei mesi passati, quando il mostro si poteva ancora fermare? 10. RASSEGNA STAMPA. CARLO LANIA: RAZZISMO [Dal quotidiano "Il manfesto" del 3 luglio 2009 col titolo "Razzisti per legge" e il sommario "Sicurezza. Ronde, reato di clandestinita', divieto per gli irregolari di iscrivere i propri figli all'anagrafe. E' la legge della Lega contro gli immigrati e per la giustizia fai-da-te. Berlusconi la rivendica, ma il Vaticano attacca: Portera' solo dolore. Insorgono opposizioni e associazioni"] Basta poco nell'aula del Senato per capire che il vincitore non e' certo il Paese. Appena il voto sul disegno di legge sicurezza si conclude con la scontata approvazione del provvedimento (157 si' contro 124 no) dai banchi della Lega scoppia la bagarre. Dita alzate in segno di vittoria, cravatte e fazzoletti verdi che spuntano da tutte le giacche mentre dai banchi del governo il ministro dell'Interno Roberto Maroni si sbraccia in saluti verso i compagni di partito. C'e' poco da pensare: c'e' voluto un anno di tempo, a dimostrazione di come perfino per la stessa maggioranza non e' stato facile obbedire in silenzio, ma alla fine tutte le misure proposte dalla Lega sono passate e il Carroccio puo' cantare vittoria: ronde, reato di clandestinita', prolungamento fino a 180 giorni della detenzione nei Cie, regolarizzazione dei buttafuori, registro per i clochard, tassa sulla cittadinanza e sul permesso di soggiorno, impossibilita' per i clandestini di iscrivere i propri figli all'anagrafe. Da ieri tutto questo e' legge. "Una legge che portera' solo dolore", commenta con perfetta sintesi monsignor Agostino Marchetto segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti che non nasconde il suo dispiacere per l'approvazione del ddl. Parole dure, che non arrivano pero' fino al premier. "Non le conosco le critiche, non posso rispondere", risponde infatti Berlusconi dall'Aquila a chi gli fa notare il disappunto del Vaticano. L'approvazione del disegno di legge sicurezza e' uno dei regali che il premier fa al suo piu' fedele alleato e lo rivendica fino in fondo. "E' un legge voluta fermamente e fortemente dal presidente del consiglio e tutto il governo, che potra' garantire con misure piu' efficaci la sicurezza e la tranquillita' dei cittadini" spiega infatti Berlusconi durante la conferenza stampa sul G8 abruzzese. A cantare vittoria pero' sono solo maggioranza e governo. Non solo dalle forze politiche dell'opposizione, ma neanche dalle associazioni professionali, dai sindacati di polizia e dalla societa' civile in genere si leva una voce a sostegno del provvedimento. nell'aula di palazzo Madama il compito di fare da contraltare all'entusiamo leghista spetta ai senatori dell'Italia dei valori che innalzano cartelli con la scritta: "I veri clandestini siete voi: governo clandestino del diritto". Per Dario Franceschini il ddl rappresenta "un danno per il paese". "Questo ddl ha per titolo la sicurezza, ma in realta' accresce l'insicurezza: nessuna risorsa in piu' e' destinata alle forze di polizia, mentre passano provvedimenti inutili e dannosi". Ma e' proprio da Oltretevere che arrivano le critiche piu' dure, con monsignor Marchetto che passa in esame tutti i punti piu' critici del provvedimento. A partire dal reato di clandestinita', definito il "peccato originale" responsabile di tutte le misure contro gli immigrati, ma anche contro il prolungamento fino a sei mesi della detenzione nei Cie. "Avra' gravi conseguenze per coloro che saranno detenuti", dice il segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti per il quale, al contrario di quanto affermato fino a oggi dal governo, dietro non c'e' alcun obbligo da parte dell'Unione europea. "Poiche' in Europa ci sono Paesi che prevedono un periodo di detenzione piu' breve, non si puo' dire che si tratti di un costringimento europeo". Stessa bocciatura arriva anche dalla societa' civile, con la Caritas che parla di palese violazione dei diritti umani che pone l'Italia fuori dall'Europa e accusa il governo di essere interessato piu' al consenso che alla gestione di un fenomeno complesso come quello dell'immigrazione. "Il fatto - aggiunge l'Unhcr - che una serie di provvedimenti riguardanti l'immigrazione sia stata approvata in un provvedimento sulla sicurezza, avalla l'equazione fuorviante di immigrazione uguale criminalita'". Dall'Arci arriva infine un invito alla disobbedienza civile. Anche gli addetti ai lavori bocciano la legge leghista. Per l'Unione camere penali italiane, quello approvato ieri e' un provvedimento "propagandistico, dai contenuti radicalmente inaccettabili, che segna una profonda involuzione autoritaria del sistema". "Stiamo rapidamente passando da una insicurezza percepita a una drammaticamente reale", dice invece il segretario nazionale dell'Associazione funzionari di polizia Enzo Marco Letizia, mentre i sindacati dei medici denunciano il rischio che continui a esistere l'obbligo per i camici bianchi di denunciare i clandestini che chiedono di essere curati. ============================== LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 223 del 5 luglio 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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