Minime. 865



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 865 del 28 giugno 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Tre compiti
2. Il Cipe non ha deliberato il finanziamento del mega-aeroporto illegale a
Viterbo
3. Dispiace dirlo
4. Nando Dalla Chiesa: Dieci quesiti
5. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
6. Massimo Ortalli: Leggere l'anarchismo 2. La storia, le storie, il
pensiero (parte sesta e conclusiva)
7. Riletture: Ada Gobetti: Diario partigiano
8. Riletture: Ada Marchesini Gobetti, Educare per emancipare
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. TRE COMPITI

Il primo: opporsi alla guerra. Ottenere che l'Italia ritorni alla legalita'
costituzionale e al diritto internazionale. Ottenere che l'Italia cessi di
partecipare alla guerra e alle stragi in Afghanistan, e si impegni invece
per la pace che salva le vite.
Il secondo: opporsi al razzismo. Il cosiddetto "pacchetto sicurezza" reca
misure razziste e assassine. Razziste e assassine, si'. Quelle misure
razziste e assassine non devono diventare legge dello stato, poiche' sono il
contrario dello stato di diritto, il contrario della civilta' giuridica, il
contrario della civile convivenza, il contrario dell'ordinamento
democratico, il contrario dell'umanita'. L'apartheid e' un crimine contro
l'umanita'. Le deportazioni sono un crimine contro l'umanita'. I campi di
concentramento sono un crimine contro l'umanita'. Lo squadrismo fascista e'
un crimine contro l'umanita'.
Il terzo: opporsi al governo golpista, opporsi all'eversione dall'alto
berlusconiana, opporsi al regime della corruzione. Si puo' e si deve
contrastare il governo della malavita. Si puo' e si deve cacciare il governo
della malavita. Si puo' e si deve costringere il governo della malavita alle
dimissioni.
Adesso.

2. EDITORIALE. IL CIPE NON HA DELIBERATO IL FINANZIAMENTO DEL MEGA-AEROPORTO
ILLEGALE A VITERBO
[Riportiamo il seguente comunicato del comitato che si oppone al
mega-aeroporto del 27 giugno 2009 dal titolo ""Il Cipe non ha deliberato il
finanziamento del mega-aeroporto illegale a Viterbo" e il sommario "Lo
scorno della lobby degli attila volanti. Il mega-aeroporto e' un crimine e
una follia"]

Il 26 giugno 2009 si e' svolta la seduta del Cipe, il Comitato
interministeriale per la programmazione economica: riunione nella quale,
secondo i roboanti reiterati proclami del sindaco di Viterbo, si sarebbe
dovuto deliberare uno stratosferico finanziamento per il mega-aeroporto a
Viterbo.
Invece il Cipe non ha deliberato alcun finanziamento al mega-aeroporto
illegale, nocivo e distruttivo.
Lo stesso sindaco di Viterbo, in una livida dichiarazione alla stampa
locale, ha dovuto ammettere lo scorno e naturalmente ha aggiunto
sproloquiando che la deliberazione e' solo rinviata, che il mega-aeroporto
comunque si fara', eccetera eccetera.
*
Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo ritiene che sia ragionevole dedurre che
finalmente anche le istituzioni dello stato e gli staff di supporto tecnico
e giuridico dei ministeri stiano acquisendo piena contezza dell'illegalita'
dell'opera mega-aeroportuale; ed un'opera illegale non puo' essere
finanziata coi pubblici denari, poiche' quel finanziamento si configurerebbe
anch'esso come illecito e sarebbe quindi perseguibile tanto sotto il profilo
amministrativo che - e ancor piu' - sotto il profilo penale.
La documentazione autentica e' infatti incontrovertibile: il mega-aeroporto
e' privo dei requisiti previsti dalle vigenti legislazioni europea e
italiana; il mega-aeroporto viola le norme ed i vincoli di salvaguardia
presenti nell'area; il mega-aeroporto devasterebbe l'area archeologica e
termale del Bulicame; il mega-aeroporto devasterebbe fondamentali beni
ambientali e culturali; il mega-aeroporto devasterebbe l'agricoltura di
qualita' presente nel territorio; il mega-aeroporto recherebbe gravissimo
danno alla salute, alla sicurezza, alla qualita' della vita, ai diritti
soggettivi ed ai legittimi interessi della popolazione dell'Alto Lazio; il
mega-aeroporto provocherebbe il collasso della gia' fragile rete
infrastrutturale altolaziale; il mega-aeroporto implicherebbe uno sperpero
dissennato di soldi pubblici; il mega-aeroporto e' un crimine e una follia.
*
Desista il sindaco novello Attila dal voler imporre un'opera speculativa,
nociva, distruttiva, fuorilegge che danneggia e avvelena tutti i viterbesi.
Desista la lobby speculativa e truffaldina del mega-aeroporto dal protrarre
ulteriormente le sue sciagurate mene e le sue laide mistificazioni.
La lotta della popolazione viterbese per difendere la propria terra e la
propria vita dall'aggressione dei vandali volanti e' ogni giorno piu' ampia,
piu' consapevole, piu' forte.
Il mega-aeroporto a Viterbo e' illegale ed irrealizzabile.

3. EDITORIALE. DISPIACE DIRLO

Dispiace dirlo, ma va pur detto: tutte le chiacchiere di pretesa
solidarieta' con il popolo birmano, con il popolo palestinese, con il popolo
iraniano, con il popolo tibetano eccetera eccetera non valgono nulla se chi
pronuncia quegli edificanti discorsi e' complice della guerra che il suo
paese sta conducendo altrove.
La guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, totalitaria e
mafiosa cui l'Italia sta partecipando in Afghanistan destituisce di ogni
credibilita' le parole dei sedicenti pacifisti italiani (in realta'
ex-pacifisti) che ad essa non si oppongono poiche' ad essa si sono
prostituiti per un piatto di lenticchie (ovvero di miserabili prebende e
finanziamenti ricevuti dal governo del regime della corruzione).
Puoi essere credibile quando predichi la pace solo se concretamente ti
opponi alla guerra. Se taci sulla guerra che il tuo stato sta eseguendo,
allora della guerra sei un complice, e la tua parola non vale piu' nulla,
nulla. E il tuo concionare e' solo di sghignazzevole sollazzo per gli
assassini, e suona ulteriore laida, lugubre, macabra offesa agli
assassinati.
*
No alla guerra. No alle uccisioni.
Solo la pace salva le vite.
"L'Italia ripudia la guerra", recita la nostra legge fondamentale: si
rispetti e si applichi quella legge.
Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.
Si adoperi l'Italia per recare soccorso a tutte le vittime, si adoperi
l'Italia per la pace, per la cooperazione tra i popoli, per la solidarieta'
che l'umanita' intera riconosce e sostiene come un'unica famiglia.
Vi e' una sola umanita'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

4. RIFLESSIONE. NANDO DALLA CHIESA: DIECI QUESITI
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 25 giugno 2009 col titolo "Dieci quesiti sul
premier 'privato'" e il sommario "Un comportamento che rende ricattabili
mina la sicurezza, scardina le regole etiche e che ci ridicolizza, non
riguarda tutti noi?"]

Gossip da Novella 2000 o affare di Stato? Credere al Tg1 o alla stampa di
tutto il mondo? In proposito avrei anch'io, come si usa, dieci interrogativi
da proporre.
Primo. A quanto pare il premier trascorre parte ragguardevole del suo tempo
coltivando un universo di giovani donne. Pensando a invitarle, a
intrattenerle, a inseguirle per telefono, a disegnare e acquistare regali
per loro, a raccomandarle. Avere un capo del governo che si dedica a questo
invece di lavorare per il paese, e che anzi per loro diserta appuntamenti
ufficiali in cui e' gia' stato annunciato, e' un fatto privato o un fatto
pubblico?
Secondo. Il capo del governo ha trasformato una sede privata (palazzo
Grazioli) nella nuova vera sede della presidenza del Consiglio. Alla luce di
quello che abbiamo saputo, su questa scelta ha senz'altro giocato un ruolo
importante la possibilita' di sbarazzarsi degli accertamenti troppo rigorosi
di Palazzo Chigi sugli ospiti in entrata e in uscita. Il fatto che la sede
del governo cambi per meglio consentire il viavai incontrollato di una folta
corte pittoresca e borderline e' un fatto privato o un fatto pubblico?
Terzo. Le molte giovani donne che hanno rapporti di amicizia, di tenerezza e
di complicita' con il capo del governo vengono ricompensate e talora
risarcite con incarichi di rilievo nella politica, con candidature a ogni
livello, dalle europee alle circoscrizionali, con posti nella pubblica
amministrazione o enti vari. Il fatto che si sia affermato questo criterio
di scelta per reclutare la classe dirigente e' un fatto privato o un fatto
pubblico?
Quarto. La normativa sulle intercettazioni telefoniche approvata dal Senato
ha preso il via dalla pubblicazione di registrazioni che riguardavano le
relazioni e i problemi del capo del governo con alcune giovani signore dello
spettacolo, e dunque dalla preoccupazione del capo del governo di tutelare
questa sua sfera di intimita'. Vivere in un paese che per queste ragioni
viene costretto ad abbassare la guardia contro la criminalita' e' un fatto
privato o un fatto pubblico?
Quinto. Il capo del governo e' visibilmente sotto ricatto. Chi ha
fotografato, chi ha filmato, chi ha visto, chi ha sentito. Un numero
sterminato di persone che deve essere zittito o acquietato (anche con posti
e carriere). Ma puo' permettersi un paese di essere governato da chi e'
nella condizione di subire ricatti senza fine? Ed e' questo un fatto privato
o un fatto pubblico?
Sesto. Da quel che ci e' stato raccontato, donne sconosciute possono entrare
nella dimora del presidente del Consiglio, fare foto e registrare. C'e' una
questione di vulnerabilita' del governo. Chi evoca complotti ogni giorno non
fatichera' a capire che, una volta scoperta l'infallibile via d'ingresso,
anche una potenza straniera ostile potrebbe avere accesso a informazioni
privilegiate. E' questo un fatto privato o un fatto pubblico?
Settimo. Imprenditori arricchiti in pochi anni sono in grado di stringere
rapporti preferenziali con il capo di governo facendo "bella figura" con lui
grazie alla raccolta e consegna a domicilio di donne giovani e piacenti a
pagamento. Che effetti ha sul sistema degli appalti, sulle cordate in
affari, sulle concessioni, un rapporto preferenziale di questo tipo? Ed e'
questo un fatto privato o un fatto pubblico?
Ottavo. Una ragazza senz'arte ne' parte, invitata a cena dal capo del
governo, reclama di essere pagata perche' "non lo faccio mica per la
gloria". In qualunque paese un invito a cena dal capo del governo e' motivo
di orgoglio. Qui no, non piu'. Come se Cenerentola chiedesse di essere
pagata dal Principe. Ma se il prestigio della carica cade tanto in basso,
anche a causa dei comportamenti del capo del governo medesimo, e' questo un
fatto privato o un fatto pubblico?
Nono. I giornali di tutto il mondo scrivono cio' che le nostre tv tacciono.
Il nostro governo e' lo zimbello dell'Occidente. E' questo un fatto privato
o un fatto pubblico?
Decimo e ultimo interrogativo. Siccome la centralita' politico-culturale
dell'harem si e' sviluppata di pari passo con lo svuotamento del Parlamento
e l'imbavagliamento dell'informazione, si assiste a un surreale scivolamento
istituzionale: dalla repubblica parlamentare verso il sultanato. E' questo
un fatto privato o un fatto pubblico?
P. S. Le stesse ossessioni del capo del governo segnalano qualche sua
difficolta' ad essere, come dicevano i latini, "compos sui" (Veronica: mio
marito non sta bene). L'equilibrio psichico di un capo di governo e' un
fatto privato o un fatto pubblico?

5. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il
seguente appello]

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile
sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di
promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente
soldi gia' destinati allo Stato.
Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e'
facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il
numero di codice fiscale dell'associazione.
Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235.
Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille.
Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non
fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola
quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato,
la gratuita', le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del
Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la
Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la
generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la
promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi
estivi, eccetera).
Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre
quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della
nonviolenza. Grazie.
Il Movimento Nonviolento
*
Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del
commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite
chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261
(corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle
Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a
tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.
*
Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

6. LIBRI. MASSIMO ORTALLI: LEGGERE L'ANARCHISMO 2. LA STORIA, LE STORIE, IL
PENSIERO (PARTE SESTA E CONCLUSIVA)
[Da "A. rivista anarchica", anno 39, n. 344, maggio 2009 (disponibile anche
nel sito www.arivista.org)]

Una presenza costante
Gli anarchici modenesi del Gruppo "Rivoluzio Gilioli" gravitano intorno alla
comunita' di Libera, una delle realta' piu' vivaci e frizzanti
dell'anarchismo italiano, purtroppo in tempo recentissimi smantellata,
fisicamente ma non certo idealmente, dalla violenza e dall'arroganza del
potere. Il Programma (Modena, G. A. "R. Gilioli", 2006), e' una chiara
dichiarazione di intenti in stile malatestiano che intende esprimere, anche
se in poche pagine, il desiderio di cambiamento e liberta' che li anima.
Franco Leggio e' stato uno degli anarchici piu' conosciuti e rappresentativi
del secondo dopoguerra. Militante tenace e combattivo, sempre disponibile
all'azione e all'impegno quotidiano, incapace di mediazioni, ha profuso per
lunghi anni una attivita' particolarmente intensa e determinata. Proletario
autodidatta, e' riuscito a dare vita ad iniziative editoriali che nulla
hanno da invidiare a editrici piu' blasonate, e i suoi Le parole e i fatti.
Cronache, polemiche, reportages 1946-1959 (Ragusa, Sicilia Punto L, 2007),
in parte qui raccolti da Pippo Gurrieri, il suo vero "erede" spirituale,
rendono la misura delle sue notevoli capacita' di analisi e comunicazione.
Curato nel 2005 dall'Istituto Salvemini e dalla Biblioteca Pietro Gori di
Messina, l'opuscolo Pagine d'anarchia. Tre conferenze raccoglie tre delle
piu' significative conferenze tenute, in anni ormai lontani, dall'avvocato
Placido La Torre, militante fin dalla fondazione della Federazione Anarchica
Italiana. "Societa' senza Stato" e' il titolo della prima, "L'arte e la
poesia di Pietro Gori" quello della seconda. Nella terza, "Errico Malatesta
nel cinquantesimo anniversario della sua morte", e' riproposto il discorso
commemorativo che l'autore tenne ad Ancona nel 1982 quando, in quella citta'
cosi' "malatestiana", si tenne una manifestazione nazionale a ricordo del
rivoluzionario campano. Insegnante di materie letterarie e gia' riflessivo
autore di testi sui problemi educativi, Rino Ermini ha raccolto nel breve
libretto Non vale la pena vivere per meno di un sogno. La mia anarchia
(Ragusa, La Rivolta, 2007) alcuni momenti della sua esperienza di docente.
Particolarmente interessanti e originali i colloqui avuti con i suoi
studenti "su temi quali l'anarchia, l'anarchismo, il movimento operaio e,
piu' in generale, una societa' diversa da quella in cui viviamo, una
societa' basata sulla liberta', l'eguaglianza, la fratellanza e la giustizia
sociale". Gia' autore dell'ormai mitico bolo 'bolo, p. m., con il suo Per
un'alternativa libertaria (Lugano, La Baronata, 2006) propone alcune
semplici indicazioni che "hanno il potere di schiudere in poche parole tutte
le potenzialita' di una organizzazione sociale liberata dal dominio del
denaro e delle armi". Insomma, una "modesta proposta" per cominciare a fare
finalmente a meno del potere. Gli anarchici di Spezzano Albanese sono da
anni presenti e attivi nella loro Calabria, dove portano avanti, con grande
coerenza ed efficacia, la lotta per estendere orizzontalmente la capacita'
decisionale della popolazione, trovando fra la loro gente un consenso e una
stima ormai proverbiali. L'opuscolo firmato dalla Commissione Comunalismo
Libertario della Fai, Nessuna delega! Abbattere la piramide, costruire il
comunalismo libertario (Spezzano Albanese, stampato in proprio, 2006)
raccoglie e divulga in modo chiaro e convincente i postulati alla base
dell'intervento comunalista, riproponendo al tempo stesso i principi teorici
e ideali dell'anarchismo. Il Circolo dei Malfattori di Milano ha scritto una
sorta di autobiografia, 32 anni di Anarchia in via Torricelli. Frammenti di
attivita' (A) Milano sud, Milano, 2008, nella quale sono narrate le
avventure e le pratiche di quella che e', ormai, una delle realta'
anarchiche milanesi piu' longeve. Un bel modo per mostrare come questo
gruppo di anarchici, nelle traversie di un trentennio sicuramente non facile
per chi si oppone al potere, sia ugualmente riuscito a farsi conoscere ed
apprezzare nella realta' del proprio quartiere. Di Codello, e della sua
professionale passione per gli studi sulla pedagogia libertaria, abbiamo
gia' scritto altrove. Qui segnaliamo la raccolta degli articoli piu'
significativi apparsi in questi ultimi anni soprattutto su "A. Rivista
anarchica" e su "Libertaria", Vaso, creta o fiore? Ne' riempire, ne'
plasmare ma educare (Lugano, La Baronata, 2005). Nell'insieme e' un saggio
ricco e complesso, teso a dimostrare e denunciare il carattere
intrinsecamente autoritario del sistema scuola e le opportunita' di sviluppo
intellettuale e di emancipazione sociale offerte da una impostazione
antiautoritaria dell'educazione. Quanto mai opportuno, quindi, in questa
fase di totale restaurazione di tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Organizzato da realta' anarchiche e libertarie liguri, il convegno
antimilitarista di cui sono qui riportati gli atti, Contro la guerra e le
servitu' militari. Atti del convegno antimilitarista, Genova-La Spezia, 2005
(Ragusa, La Fiaccola, 2007), ha visto impegnati una decina di relatori,
preceduti dall'introduzione di Pietro Stara sul senso e sul significato
dell'antimilitarismo anarchico nella societa' attuale. In un presente nel
quale e' tornata a imporsi prepotentemente la logica delle armi giustificata
dalla piu' impunita violenza statale, e' quanto mai necessario l'impegno
fortemente ostile a tutti gli eserciti quale emerge con chiarezza da queste
pagine. Restando nell'ambito dell'antimilitarismo, segnalo di Jean Bacon,
Signori macellai. Breve storia della guerra e di chi la fa (Milano,
Eleuthera, 2006). L'autore, gia' corrispondente della Bbc, non e' certo un
anarchico, ma la sua critica alla guerra, al concetto stesso di guerra, si
inserisce pienamente nel solco del piu' ortodosso antimilitarismo
libertario. E l'amara e paradossale conclusione che agli uomini la guerra
piace e piace farla, non e' frutto di una visione pessimistica della storia,
ma l'espressione di una analisi decisamente concreta e poco consolatoria.
Si sa che lo spazio e' tiranno, e forse questa puo' essere la causa di
alcune clamorose assennze (Pietro Gori, "A. Rivista anarchica", Usi, tanto
per citarne qualcuna) in Anarchismo (Milano, Alpha Test, 2007), una succinta
antologia sull'anarchismo curata da Giuseppe Vottari. Comunque le voci che
vi compaiono rispondono a scelte abbastanza originali e non troppo
improprie, e anche i testi sono, pur nella loro necessaria essenzialita',
molto corretti e puntuali. Altrettanto non si puo' certo dire del compendio
di Pillole anarchiche (Roma, Malatempora, 2005) di Mauro Orrico. Colpisce
l'assenza, la' dove si elencano le iniziative editoriali del movimento, di
realta' evidentemente giudicate marginali come "Umanita' Nova", "A. Rivista
anarchica", "Zero in condotta", "Libertaria"... e via andare. Non ne manca
una, al contrario, di quelle di area definita, piu' o meno propriamente,
insurrezionalista. Oltre a questa discutibile scelta, il testo, anche se
pensato per dare un'idea di quanto ha caratterizzato il pensiero libertario
dalle sue prime espressioni a quelle attuali, si presenta tuttavia come una
antologia sommaria e superficiale dell'anarchismo.
Chiudiamo questa sezione con un libro particolare, edito da Eleuthera nel
2008, che riassume, in un certo senso, tutti gli altri libri fin qui citati.
Parliamo di A-Cerchiata. Storia veridica ed esiti imprevisti di un simbolo,
una ricchissima rassegna fotografica del segno piu' "conosciuto e
riconosciuto che ha finito con l'essere considerato un simbolo tradizionale
dell'iconografia libertaria". Accompagnano l'imprevedibile ricchezza
espressiva di queste pagine, piene di "furti" piu' o meno consapevoli, le
considerazioni e i commenti di artisti e intellettuali che hanno
riconosciuto in quella A racchiusa in un cerchio un segmento della loro
produzione intellettuale.
*
Un occhio sulla societa'
Editori e autori anarchici hanno prodotto alcuni testi non prettamente
anarchici, ma la chiave di analisi e di lettura di questi rientra pienamente
in una griglia interpretativa libertaria. Antonello Mangano e Antonio
Mazzeo, ferratissimi ambientalisti siciliani, hanno scritto Il mostro sullo
Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte (Ragusa, Sicilia
Punto L / terrelibere.org, 2006), senza dubbio uno dei testi piu' completi e
convincenti sull'argomento. Si sa che per i siciliani impegnati nella difesa
del territorio e di una qualita' della vita continuamente messa a rischio,
la lotta contro il progetto del Ponte sullo stretto di Messina ha assunto
una valenza particolare e i sette motivi sono piu' che sufficienti per
comprendere che dietro a questo progetto faraonico ci sono solo gli
interessi di potentissime lobbies del capitale e del potere. Di Giuseppe
Scaliati e' uscito nel 2006 Dove va la Lega Nord. Radici ed evoluzione
politica di un movimento populista, per i tipi della milanese Zero in
condotta. E' una lettura attenta di uno dei fenomeni politici piu'
interessanti e complessi di questi anni. Si descrive la parabola di un
movimento radicato nel proprio tessuto sociale, che nasce
anti-istituzionale, populista e a tratti anche eversivo, per diventare non
una "costola della sinistra" come ebbe a sproloquiare D'Alema, ma il
puntello fondamentale dei governi di centrodestra e il braccio legale dei
movimenti xenofobi e razzisti. Senza dubbio uno strumento utile per
comprendere e combattere una ideologia-movimento tra le piu' ambigue e
pericolose. Restando nel campo delle emergenze reazionarie, ecco
l'interessante studio di Pietro Stara, La comunita' escludente. La Nuova
Destra tra piccole patrie e Europa nazione (Milano, Zero in condotta, 2007)
su un fenomeno, quello della recrudescenza di una destra aggressiva e
fortemente strutturata, che sempre piu' richiede strumenti di analisi capaci
e intelligenti. In questo saggio il collaboratore di "Collegamenti Wobbly" e
"Umanita' Nova" illustra il tentativo, neanche troppo velleitario, della
Nuova Destra di trovare sponde strumentali anche nel campo tradizionale
della sinistra. Provvidenziale, poi, il libretto di Lorenzo Monasta, da anni
attivo nelle organizzazioni di supporto alla comunita' Rom. In questo I
pregiudizi contro gli zingari spiegati al mio cane (Pisa, Biblioteca Franco
Serantini, 2008) descrive in modo ironico e sarcastico, ma anche molto
convincente, la montagna di pregiudizi e luoghi comuni che stanno
influenzando profondamente lo spirito delle nuove disposizioni e dei nuovi
provvedimenti presi irrazionalmente da un sistema di potere pesantemente
forcaiolo. Non e' un libro ma un dvd, ma e' assolutamente d'obbligo
parlarne. Si tratta del doppio dvd + libretto "A forza di essere vento". Lo
sterminio nazista degli zingari (Milano, Editrice A, 2006). Nato da un'idea
di Paolo Finzi, apparentemente azzardata e invece perfettamente tempestiva e
opportuna in questa Italia che sembra fare del razzismo uno dei suoi tratti
fondanti, racconta con una forza comunicativa straordinaria il tentativo
nazista di sterminare un'intera etnia. Come nel caso degli ebrei, il
progetto hitleriano non riusci' a completarsi, ma le sofferenze di quei due
popoli restano come una vergogna indelebile della cosiddetta civilta'
occidentale. In Afghanistan senza pace (Milano, Zero in condotta, 2006),
Marco Rossi ha raccolto gli articoli sulla guerra afghana apparsi fra il
2001 e il 2006 sul settimanale "Umanita' Nova" fornendo al lettore un
apparato di analisi coraggiose e di informazioni, spesso taciute, sulla
cosiddetta missione "Enduring freedom". Quella che avrebbe dovuto portare
pace, liberta' e benessere in quel tormentato paese asiatico, continua
invece a produrre tensioni internazionali senza aver raggiunto alcuno degli
obiettivi per i quali era nata mobilitando una coalizione militare
assurdamente sproporzionata. Infine, sempre per restare nell'ambito della
repressione strisciante alla quale sembra ci si debba adattare, a cura del
Comitato promotore della "Campagna contro l'art. 270 e contro tutti i reati
associativi", Un bel tacer non fu mai scritto. Manuale di autodifesa
politico-legale (Bologna, 2005), un nuovo "manuale di autodifesa politico
legale", erede di una tradizione particolarmente fiorente negli anni
Sessanta e Settanta. Come allora, anche questa e' un'opera "necessitata"
dalle circostanze, dalla recrudescenza, cioe', dell'uso di strumenti solo e
soltanto repressivi, gli unici con i quali il potere pretenderebbe di
risolvere i sempre piu' inevitabili conflitti sociali. Un libretto
opportunamente aggiornato da tenere, purtroppo, sempre in tasca.
*
Il personale e' politico
"Il personale e' politico" fu uno degli slogan piu' puntuali e pregnanti di
anni che ormai paiono distanti secoli. Quella dichiarazione d'intenti
rappresento' uno degli aspetti piu' significativi, e innovativi, nel modo di
intendere l'impegno e la partecipazione sociale; contro la repressione dei
comportamenti sessuali cosiddetti "anomali" e delle forme di resistenza alla
cultura della produzione definita "malattia psichiatrica". Oggi qualcosa
fortunatamente e' rimasto, ed e' ancora possibile trovare testi
dichiaratamente ispirati a una concezione libertaria del "personale".
Cominciamo con Passioni libertarie. Sentimento ed erotismo nel pensiero
anarchico (Gavardo, Liberedizioni, 2005), di Clarita Kalimocio. Senza dubbio
interessante e originale questa incursione nel privato degli anarchici,
generalmente ben protetto e refrattario a mostrarsi. Accompagnate dalle
citazioni di Fourier, Bakunin, Emma Goldman, Anna Kuliscioff, Vaneigem,
Malatesta e altri, le osservazioni dell'autrice, che dedicando questo lavoro
"ai [suoi] figli, oggi bambini, domani uomini, per una vita di liberta' e di
passioni", mostra l'anarchismo non solo come un movimento politico o
filosofico, ma come un pensiero "la cui forza e la cui importanza risiedono
nella tensione morale e nella necessaria riflessione che esso promuove e
sollecita". Offre altri spunti di riflessione il saggio di Filippo Trasatti,
Contro natura. Omosessualita', Chiesa e biopolitiche (Milano, Eleuthera,
2008), che tratta del persistente e repressivo rifiuto dell'omosessualita',
particolarmente accentuato fra le gerarchie ecclesiastiche. In tutti i
comportamenti sessualmente liberi il potere, sempre attento, anche per le
vie piu' traverse, a legittimarsi come controllore della vita individuale,
vede un pericolosissimo attentato all'integrita' della "famiglia". Dello
scrittore tedesco Mackay, autore di un interessante romanzo sul mondo
libertario, Gli anarchici, uscito nel 1898 e pubblicato in Italia dalla Casa
Editrice Sociale nel 1921, sappiamo ben poco. Diventa quindi quantomai utile
questa biografia di Hubert Kennedy, Anarchico d'amore. La vita segreta di
John Henry Mackay (Ragusa, La Fiaccola, 2007), che scava nell'intreccio
profondo fra l'omosessualita' dello scrittore, appena mascherata dietro lo
pseudonimo Sagitta, e le pulsioni libertarie che rivendicavano comportamenti
personali, e sociali, assolutamente dirompenti rispetto al diffuso
perbenismo che affliggeva le societa' europee. Per finire con il tema della
liberta' sessuale, abbiamo, di Jean-Manuel Traimond, Piacere dolore potere.
Un approccio anarchico al sadomasochismo (Milano, Eleuthera, 2007). Gia'
autore di una guida erotica al Louvre, edita l'anno precedente sempre da
Eleuthera, l'autore mette in relazione due termini apparentemente antitetici
quali anarchia e sadomasochismo, dimostrando invece come per entrambi sia
centrale un tema comune, quello del potere e dell'autorita'.
Igiene mentale e libero pensiero. Sul controllo sociale della psichiatria
(Milano, Zero in condotta, 2007) e' la raccolta degli atti del convegno
tenutosi a Rimini nel 2006, dal titolo "Libertaria-mente: Igiene mentale?
Libero pensiero!". L'attenzione degli anarchici e dei libertari alle
pratiche repressive in campo medico e soprattutto psichiatrico e' sempre
desta, e la qualita' e radicalita' degli interventi qui presentati lo stanno
a dimostrare. E di conseguenza anche la ricerca di pratiche e strumenti "per
altri sentieri circolari [...] che nel loro percorso verso orizzonti di
libero pensiero diano alternative e possibilita' concrete e liberatorie da
subito" diventa un fine da perseguire con ostinazione. Gia' edito da
Eleuthera in una prima edizione nel 1993 e ripubblicato oggi dalla
combattiva Sensibili alle foglie, la Critica al giudizio psichiatrico
(Dogliani 2005) di Giorgio Antonucci e' uno dei testi fondamentali
dell'antipsichiatria. Se si pensava che la chiusura dei manicomi avrebbe
risolto il problema del trattamento psichiatrico coercitivo, per la cui
distruzione si batterono i Basaglia e gli Antonucci nei decenni passati,
basta osservare le nuove realta' delle cosiddette strutture protette e dei
trattamenti sanitari obbligatori, per comprendere quanto sia ancora lunga la
strada da fare per liberarci dal giudizio psichiatrico. Chi lo conosce sa
che Settimio Pretelli, del Gruppo Libertad di Rimini, e' fra i compagni piu'
sensibili e solidali del nostro movimento. Non sorprende, quindi, ritrovare,
in queste brevi pagine, Senza spartito. Ricordi e riflessioni su un
ventennio di esperienze educative (Rimini, Ausl di Rimini, 2007), scritte
con Gilberto Mussoni, come lui educatore presso il Centro di salute mentale
della Ausl riminese, l'umanita' e la dedizione con le quali opera da
vent'anni, nelle strutture pubbliche sanitarie. Ma Pretelli non e' solo un
"assistente sociale", e' anche un attento e informato conoscitore delle
tante implicazioni, pratiche e teoriche, che rendono il suo lavoro cosi'
difficile e delicato. Sempre in tema psichiatrico, ma questa volta con
un'attenzione particolare alla fascia piu' debole, quella dei bambini,
segnalo, di Chiara Gazzola, Divieto d'infanzia. Psichiatria, controllo,
profitto (Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2008). Inutile ricordare come
sia assolutamente necessario un approccio genuinamente libertario quale e'
quello dell'autrice, per affrontare problematiche cosi' complesse e soggette
inevitabilmente ad agghiaccianti interessi economici e di controllo sociale.
*
Ambiente, arte e cultura
Dopo tanti testi di Murray Bookchin, il grande ecologista anarchico
nordamericano, ecco, finalmente, un bel testo, esauriente e chiaramente
esplicativo, su Bookchin. Si tratta di La rivoluzione ecologica (Milano,
Zero in condotta, 2007) di Selva Varengo, una giovane studiosa
particolarmente attenta alle tematiche dell'ecologia sociale e alle sue
implicazioni con le tesi, sempre piu' necessarie e attuali, dello sviluppo
sostenibile. A completare il volume, la bella prefazione di Nico Berti. Di
Marco Sommariva abbiamo Pillole situazioniste (Roma, Malatempora, 2005).
Come nel caso delle Pillole anarchiche di cui si e' gia' detto, anche qui ci
troviamo di fronte a una raccolta di aforismi, citazioni, "frasi famose" di
alcuni degli spiriti critici piu' brillanti di questi decenni. Magari non
tutti appartenenti in senso stretto a quel movimento che segno' piu' di
quanto non si creda la cultura del secolo scorso. Ecco dunque, preceduti dai
brevi tratti biografici dei loro autori (George Orwell, Aldous Huxley,
Wilhelm Reich, Theodor Adorno, Guy Debord, Raoul Vaneigem, Hakim Bey, John
Zerzan e Ivan Illich) questi "detti", illuminanti e intesi a offrire "una
chiave di lettura del mondo che ci spinge a tentare di rovesciare tutto
l'esistente". David Graeber e' un antropologo statunitense, protagonista di
numerose ricerche sul campo, e attivo nei movimenti no-global. I suoi
Frammenti di antropologia anarchica (Milano, Eleuthera, 2006) "sono un
puzzle di appunti e spunti di riflessione che delineano i tratti essenziali
del possibile incontro tra una filosofia politica estrema (l'anarchismo) e
una disciplina scientifica che ha le molteplici societa' umane come oggetto
di studio".
Gli anarchici non intendono dimenticare Fabrizio De Andre', lo straordinario
cantore di un'umanita' disperatamente irriducibile alle sirene del potere. E
lo fanno con una bella accoppiata, Fabrizio De Andre'. Spesso mi ha fatto
pensare, un cofanetto che contiene il libro di Romano Giuffrida, De Andre':
Gli occhi della memoria. Tracce di ricordi con Fabrizio (Milano, Eleuthera,
2008) e il cd con libretto Ed avevamo gli occhi troppo belli, pubblicato da
"A. Rivista anarchica". Ancora una volta fa piacere ritrovare lo spirito
genuinamente libertario e nonconformista del grande cantautore e delle sue
composizioni. Un'altra bella accoppiata e' quella del cantautore Alessio
Lega, autore di Canta che non ti passa. Storie e canzoni di autori in
rivolta francesi, ispanici e slavi (Viterbo, Stampa Alternativa, 2008) con
il contrabbassista Roberto Bartoli, produttore artistico del cd allegato al
volume. In un lungo excursus sui testi di autori quali, ad esempio, Ferre',
Brel, Vian e Moustaki, Alessio Lega costruisce una storia musicale che vede,
come comune denominatore, un incoercibile desiderio di rivolta e liberta'.
Restando in campo musicale, anche se decisamente di tutt'altro genere,
Anarcopunk di Ian Glasper edito nel 2008 dalla milanese Shake Edizioni. Una
lunga cavalcata all'interno di un movimento che non fu solo una nuova e
rabbiosa espressione musicale, ma anche una sorta di movimento politico che
portava le tematiche dell'anarchismo su un terreno nuovo e tutto da
sperimentare.
Per finire, due titoli sul Living Theatre, la compagnia che, ispirandosi
all'anarchismo, ha portato avanti la piu' radicale esperienza di sovversione
teatrale novecentesca. Giancarlo Pagliasso e Thomas Walker hanno curato
un'antologia di testi inediti di Julian Beck, Diari. Una selezione degli
scritti autobiografici 1948-1957 (Pasian di Prato, UD, Campanotto Editore),
relativa agli anni in cui il fondatore del Living Theatre elaborava le basi
del suo pensiero politico, teatrale, esistenziale. Una felice ripresa di un
testo particolarmente brillante e importante e' la nuova edizione, riveduta
e aggiornata anche nell'apparato iconografico, di Storia del Living Theatre.
Conversazioni con Judith Malina (Corazzano, Titivillus, 2008) di Cristina
Valenti. In questa conversazione con la fondatrice, assieme a Julian Beck,
del Living Theatre si ripercorre, in tutti i suoi aspetti, una delle
avventure culturali piu' importanti e affascinanti del secolo scorso.
L'afflato libertario di Judith, del suo teatro, della sua compagnia,
continua ad animare la scena teatrale internazionale, praticando e
propugnando sulle scene la "bella rivoluzione anarchica nonviolenta".
*
Alcune case editrici anarchiche e libertarie
Autoproduzioni Fenix, corso San Maurizio angolo via Rossini, Torino, sito:
www.inventati.org./fenix
BFS edizioni, via I. Bargagna 60, 56124 Pisa, tel. e fax: 0509711432,
e-mail: posta at bfs-edizioni.it, per acquisti: acquisti at bfs-edizioni.it, sito:
www.bfs-edizioni.it
Centro Studi Libertari Camillo di Sciullo, via Porta Pescara 27, 66100
Chieti, e-mail: fab.pal at libero.it
Edizioni La Baronata, casella postale 22, CH 6906 Lugano, e-mail:
baronata at anarca-bolo.ch, sito: www.anarca-bolo.ch/baronata
Edizioni La Fiaccola, Elisabetta Medda, via B. Croce 20, 96017 Noto (SR),
tel. 0931839849, sito:
www.ecn.org/elpaso/distro/libri/lafiaccola_edizioni/lafiaccola.htm
Edizioni Zero in Condotta - Autogestione, casella postale 17127, 20170
Milano, fax: 022551994, e-mail: zeroinc at tin.it, sito: www.zeroincondotta.org
Eleuthera editrice, via Rovetta 27, c.p. 17002, 20127 Milano, tel.
0226143950, fax: 0228040340, e-mail: info at eleuthera.it, sito:
www.eleuthera.it
Giuseppe Galzerano Editore, 84040 Casalvelino Scalo (SA), tel. e fax:
097462028, e-mail: giuseppe.galzerano@tiscalinet, sito (catalogo):
web.tiscali.it/felittonet/idx_gal.htm
Nautilus, casella postale 1311, 10100 Torino, fax: 0116505653, e-mail:
nautilus at ecn.org, sito: www.ecn.org/nautilus
Sicilia Punto L, Giuseppe Gurrieri, vico Leonardo Imposa 4, 97100 Ragusa,
e-mail: info at sicilialibertaria.it
Chi non riuscisse a rintracciare gli indirizzi di altre case editrici citate
nel testo puo' rivolgersi direttamente al curatore Massimo Ortalli, e-mail:
massimo.ortalli at acantho.it, che si rende diponibile anche per ulteriori
informazioni di carattere bibliografico.
*
Questo dossier esce come supplemento del n. 344 (maggio 2009) della rivista
mensile anarchica "A"; direttrice responsabile: Fausta Bizzozzero.
"A" esce regolarmente nove volte l'anno dal febbraio 1971. Non esce nei mesi
di gennaio, agosto e settembre. E' in vendita per abbonamento, in numerose
librerie e presso centri sociali, circoli anarchici, botteghe, ecc. Se ne
vuoi una copia/saggio, chiedicela. Siamo alla ricerca di nuovi diffusori.
Per qualsiasi informazione, compresa la lista completa dei nostri "prodotti"
(dossier "Gli anarchici contro il fascismo", letture di Bakunin, Kropotkin,
Malatesta e Proudhon, volantoni della serie anti-globalizzazione, poster di
Malatesta 1921, i nostri dossier, cd e dvd di/su Fabrizio De Andre', dossier
e cofanetto su Franco Serantini, dvd sullo sterminio nazista dei Rom, lista
di oltre cento cd, mc, ecc. della "Musica per A", ecc.) contattaci. Se ci
fai avere per fax, e-mail o in segreteria telefonica il tuo indirizzo
completo, ti spediamo a casa tutte le informazioni necessarie per poter
ordinare quello che vuoi.
Una copia di "A" costa 3 euro, l'abbonamento annuo 30 euro, quello estero 40
euro, l'abbonamento sostenitore da 100 euro in su.
Editrice A, cas. post. 17120, I - 20170 Milano, tel. 022896627, fax:
0228001271, e-mail: arivista at tin.it, sito: www.arivista.org, conto corrente
postale 12552204, conto corrente bancario n. 107397 presso Banca Popolare
Etica, filiale di Milano (abi 05018, cab. 01600). Per effettuare un
bonifico: Codice IBAN: IT10 H050 1801 6000 0000 0107 397, Codice BIC:
CCRTIT2184B.

7. RILETTURE. ADA GOBETTI: DIARIO PARTIGIANO
Ada Gobetti: Diario partigiano, Einaudi, Torino 1956, 1972, pp. 382. La
straordinaria testimonianza di una delle figure piu' vive dell'talia civile,
democratica, antifascista. In questa edizione con introduzione e note di
Goffredo Fofi.

8. RILETTURE. ADA MARCHESINI GOBETTI: EDUCARE PER EMANCIPARE
Ada Marchesini Gobetti, Educare per emancipare (scritti pedagogici
1953-1968), Lacaita, Manduria 1982, pp. 252. Una bella raccolta di scritti
di Ada Gobetti da meditare ancora. A cura di M. Cristina Leuzzi, con una
nota introduttiva di Goffredo Fofi.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 865 del 28 giugno 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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