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Minime. 860
- Subject: Minime. 860
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 23 Jun 2009 00:48:47 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 860 del 23 giugno 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Fermare la guerra e il razzismo 2. Persiani 3. Grazie 4. Massimo Ortalli: Leggere l'anarchismo 2. La storia, le storie, il pensiero (parte prima) 5. Letture: Luce Irigaray, Condividere il mondo 6. Riedizioni: Nicolo' Cusano, Opere religiose 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. FERMARE LA GUERRA E IL RAZZISMO La guerra afgana: sempre piu' stragi e sempre maggiore il coinvolgimento italiano. L'Italia a quella guerra non deve partecipare: glielo vieta, ce lo vieta la Costituzione della Repubblica italiana. Glielo vieta, ce lo vieta il diritto internazionale. Glielo vieta, ce lo vieta la coscienza nostra e di tutti, la coscienza che uccidere e' male. Cessi la partecipazione italiana alla guerra. E si adoperi l'Italia per la pace che sola salva le umane vite. * Il razzismo: si e' riaperta in senato la discussione in commissione sul cosiddetto "pacchetto sicurezza" e viene annunciato che entro pochissimi giorni andra' in aula per il voto. Ogni sforzo sia fatto ora da ogni persona di retto sentire per impedire che venga approvato un testo che impone il regime dell'apartheid, lo squadrismo, la fine della civilta'. Il razzismo e' nemico dell'umanita'. 2. LE ULTIME COSE. PERSIANI Siamo tutti persiani. Dai tempi di Eschilo almeno, da quella regina dolente cui giunge la notizia dell'immane strage. Siamo tutti iraniani. E cio' che accade in questi giorni ci concerne, come in quel 1979. Ma non solo siamo tutti iraniani. Siamo tutti iraniane. Sono le donne iraniane il futuro dell'umanita'. 3. SOLIDARIETA'. GRAZIE Nell'impossibilita' di farlo singolarmente, grazie di cuore a tutte le persone amiche che ci hanno espresso solidarieta' per la vicenda che abbiamo segnalato ieri. 4. LIBRI. MASSIMO ORTALLI: LEGGERE L'ANARCHISMO 2. LA STORIA, LE STORIE, IL PENSIERO (PARTE PRIMA) [Da "A. rivista anarchica", anno 39, n. 344, maggio 2009 (disponibile anche nel sito www.arivista.org)] Nota dell'autore Come gia' per la precedente bibliografia, Leggere l'anarchismo. La storia, le storie, il pensiero, pubblicata come supplemento al n. 311 di "A. Rivista anarchica" (ottobre 2005), l'obiettivo che mi sono proposto con questo dossier e' stato quello di fornire il quadro quanto piu' possibile completo di cio' che e' stato pubblicato, questi ultimi anni, su temi e argomenti concernenti l'anarchismo. L'arco temporale di questo lavoro, a parte rari inserimenti che si riferiscono a pubblicazioni meno recenti e non segnalate in precedenza, va dalla fine del 2005 a tutto il 2008, quindi restano esclusi i titoli apparsi ne primi mesi del 2009. Il lavoro non pretende di essere esaustivo, sia perche' qualcosa puo' sempre sfuggire sia perche' e' stata volutamente esclusa la gran parte di quelle pubblicazioni che, avendo un carattere fortemente militante ed essendo, anche se involontariamente, di scarsissima distribuzione, non si rivolgono ad un pubblico di lettori vasto e "neutrale" quale e' quello al quale intendo rivolgermi. Cio' non toglie ovviamente nulla al valore o all'utilita' di queste pubblicazioni e infatti mi riprometto di compilare, prima o poi, una sorta di appendice che comprenda i titoli esclusi fino ad ora. Come avevo gia' scritto nel precedente dossier, qualcosa sicuramente e' sfuggito, qualcosa, forse, non e' descritto nel modo piu' appropriato e in taluni casi e' stata forse fornita un'interpretazione non da tutti condivisibile. Spero comunque che anche questo lavoro, come il primo, possa servire da strumento di conoscenza e di approfondimento delle tematiche, della storia e delle storie dell'anarchismo e del movimento anarchico. Se cosi' sara', il mio impegno avra' prodotto lo scopo che soprattutto mi interessava. Buona lettura! Massimo Ortalli Per contatti: massimo.ortalli at acantho.it * Duecento nuovi titoli Sono passati circa tre anni dalla pubblicazione della precedente bibliografia dell'anarchismo da me curata (Leggere l'anarchismo. La storia, le storie, il pensiero, suppl. al n. 311 dell'ottobre 2005 di "A. Rivista anarchica") e in questo lasso di tempo relativamente breve si sono aggiunti oltre duecento nuovi titoli di opere che hanno a che fare, piu' o meno organicamente, con le tematiche legate al pensiero anarchico e alla vita del movimento libertario italiano e internazionale. A dimostrazione che, a dispetto della presunta fine delle ideologie, o peggio ancora, della presunta fine della storia, il sistema di idee che per comodita' potremmo definire "pensiero anarchico" conserva ancora un'intensa vitalita' e un deciso interesse. Cerchero' dunque, con questo secondo dossier, di illustrare, spero abbastanza compiutamente, gli sviluppi registrati in campo editoriale in questi ultimi anni, aggiungendovi anche alcuni testi pubblicati in anni precedenti e sfuggiti al mio precedente lavoro. * Storia generale Parecchi, anche se alcuni non di grande valore, i testi che trattano della storia dell'anarchismo, tanto nel suo complesso quanto relativamente ad alcuni dei suoi aspetti topici e fondanti. Innanzitutto segnalo la Storia dell'anarchismo (Bari, Dedalo Editore, 2006), del francese Jean Preposiet. Anche se un po' sbilanciato sul versante francese, tanto per non smentire lo strisciante sciovinismo che non risparmia i transalpini, questo ampio saggio, arricchito dall'introduzione di Gaetano Manfredonia, fornisce un quadro esauriente della complessita' della storia internazionale del movimento. Va detto, pero', che nell'intento di accomunare sotto un generico segno libertario idee e movimenti che solo forzatamente possono essere avvicinati all'anarchismo, sono inopinatamente inserite pagine che, a mio parere, non hanno nulla a che fare con l'argomento. Quelle, ad esempio, sul filonazista e antisemita Celine, figura che, al di la' del suo valore letterario, non puo' certo ritrovarsi in compagnia di persone come Malatesta e Bakunin. Per restare nell'ambito delle critiche, passiamo a Gli anarchici. Cronaca inedita dell'Unita' d'Italia (Roma, Editori Riuniti, 2006) di Aldo De Jaco, riproposta di un lavoro uscito in prima edizione quasi quarant'anni orsono, per il quale gli editori non si sono minimamente curati di aggiornare ne' l'impostazione storiografica ne' l'apparato di note, consegnando quindi improvvidamente al lettore un testo che era inutile e capzioso allora, e che e' ancor piu' capzioso e inutile oggi. Infine, di Emilio Gianni, L'Internazionale italiana fra libertari ed evoluzionisti. I congressi della Federazione Italiana e della Federazione Alta Italia dell'Ail (1872-1880), edito dalle edizioni Pantarei di Lotta Comunista nel 2008. La serieta' nella ricerca, in questo saggio corposo, c'e' tutta, come dimostra anche l'interessantissimo repertorio biografico degli Internazionalisti italiani, ma purtroppo fa velo l'interpretazione "a tesi" di un periodo storico e di avvenimenti che andrebbero piu' efficacemente inquadrati senza la soffocante griglia dell'ideologia. Anche perche' siamo perfettamente convinti che, tanto per fare un esempio, lo scontro fra Bakunin e Marx non debba piu' essere interpretato alla luce dei "successi" del materialismo dialettico. Comunque, a dimostrazione di come la ricerca storiografica sappia lavorare anche con altri strumenti interpretativi, vengo a segnalare alcuni testi che permettono di approfondire momenti particolarmente importanti della storia piu' o meno recente dell'anarchismo. Innanzitutto Una piccola storia dell'anarchismo (Lugano, La Baronata, 2006), di Marianne Enckell, attivissima responsabile del Cira, l'importante archivio anarchico con sede a Losanna. Studiosa e militante, Marianne Enckell ha voluto condensare in queste brevi pagine una succinta ma completa storia del processo in divenire dell'anarchismo "con l'intenzione di fornire una traccia, alcuni stralci, delle linee di forza, scandite da canti libertari". Poi L'utopia del sindacalismo rivoluzionario. I congressi dell'Unione Sindacale Italiana (1912-1913) (Roma, Bulzoni, 2001). A fianco della bella introduzione dell'autore, Amedeo Osti Guerrazzi, che evidenzia la vivacita' del dibattito che interesso' il composito mondo dei sindacalisti rivoluzionari, vengono riportati gli interventi piu' significativi dei Congressi dell'Azione Diretta di Modena del 1912 e di Milano del 1913. Utile nel far comprendere i meccanismi dell'involuzione nazionalistica ed autoritaria che spingera' alcuni di quei dirigenti ad arruolarsi volontari nella Grande guerra per poi abbracciare il fascismo "rivoluzionario". Mirella Scriboni ha raccolto, nel suo Abbasso la guerra! Voci di donne da Adua al primo conflitto mondiale (1896-1915) (Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2008), una ricca testimonianza dell'impegno delle donne socialiste ed anarchiche contro le varie avventure guerresche scatenate dalla borghesia italiana. Interessante anche perche' mostra come l'impegno antimilitarista di queste donne non fosse solo quello delle madri o delle mogli che si vedevano sottrarre figli e mariti, ma soprattutto l'espressione di una coscienza sociale fortemente lucida e motivata. Un altro volume che ci riporta ai primi decenni del secolo scorso e' L'Unione Anarchica Italiana. Tra rivoluzione europea e reazione fascista (1919-1926) (Milano, Zero in condotta, 2006) in cui sono raccolti gli atti del convegno sulla nascita dell'Unione Anarchica Italiana, tenutosi a Imola nell'ottobre del 1999. L'esperienza dell'Uai fu importante non solo all'interno del processo organizzativo dell'anarchismo italiano, ma anche come motore trainante nella fase rivoluzionaria del primo dopoguerra, a cui pose termine il violento avvento del fascismo. Questa raccolta di saggi, oltre ad approfondire la conoscenza delle vicende del movimento anarchico, affronta anche gli sviluppi e le implicazioni del processo rivoluzionario italiano e internazionale, contribuendo alla riflessione sulle dinamiche dello scontro sociale e di classe. Molto apprezzabile, poi, la riedizione di un utilissimo compendio per conoscere piu' approfonditamente l'attivita' del movimento anarchico italiano fra la prima e la seconda guerra mondiale. L'editrice Samizdat di Pescara ha infatti ripubblicato, nel 2002, Un trentennio di attivita' anarchica. 1914-1945, l'elencazione pressoche' completa delle date e dei fatti piu' significativi della nostra travagliata storia in uno dei periodi piu' travagliati dell'Italia moderna. Sempre restando alla riproposta di testi riguardanti l'attivita' dell'anarchismo organizzato, segnalo la ristampa, nel 2008, ad opera delle Edizioni Malfattori/Jnquietudes di Milano, di L'anarchismo e i lavoratori. Un convegno di studi sui rapporti fra Movimento anarchico e movimento dei lavoratori - Milano 1949, organizzato, allora, dal Gruppo Milano 1 della Fai. Un dibattito di grande spessore sull'involuzione sindacale come cinghia di trasmissione dei partiti politici, che vide fra i suoi protagonisti militanti come Marzocchi, Failla, Gervasio, Bianconi, Lizzari. Venendo ad anni piu' recenti, va segnalato di Franco Schirone La Gioventu' Anarchica negli anni delle contestazioni 1965-1969 (Milano, Zero in Condotta, 2006), il primo studio davvero esauriente e completo sulla Federazione Anarchica Giovanile Italiana e sul nascente movimento anarchico dell'ultima generazione. Con uno sguardo attento e partecipe l'autore, valendosi di una ricca documentazione, in gran parte inesplorata, affronta i processi di trasformazione che videro il passaggio non sempre indolore dall'anarchismo che possiamo definire storico, erede dei Borghi, Fabbri e Malatesta, a quello della "contestazione", aperto agli stimoli dei nuovi tempi e profondamente innovativo sia sul piano dei contenuti che su quello degli strumenti d'intervento. A ideale integrazione degli studi su quel periodo, si aggiunge Alla prova del Sessantotto. L'anarchismo internazionale al Congresso di Carrara, Milano, Zero in Condotta, 2008 curato da Roberto Zani con la partecipazione dell'Archivio Storico della Fai. Corredato dal cd che riproduce gli interventi pubblici di quel congresso, e da testimonianze scritte ed orali, in parte inedite, questo lavoro ricostruisce con vivacita' e fedelta' le storiche e tumultuose giornate che videro riunite a congresso le due anime del movimento anarchico, quella della tradizione e della continuita', e quella che aveva trovato sulle barricate parigine e nelle universita' italiane tanti buoni motivi per innalzare nuovamente le bandiere nere e rossonere dell'anarchia. * ... e storia locale Passando dai lavori di carattere complessivo a quelli relativi a figure, storie ed episodi di rilevanza piu' localistica, troviamo, come era logico aspettarsi data la ricchezza degli argomenti e il fiorire degli studi di questo tipo, numerosi lavori che permettono di approfondire e arricchire la conoscenza non solo della storia dei movimenti libertari ma anche, piu' in generale, della storia sociale italiana ed europea. Partiamo, questa volta, dalle regioni meridionali, spesso trascurate dalla storiografia perche' ritenute, probabilmente a torto, meno ricche e interessanti, dal punto di vista dei movimenti sociali, di quelle del centro e del nord. Cominciamo dal sud estremo, la Sicilia, dove l'anarchismo, lo sappiamo, ha spesso trovato terreno fertile per esprimere militanti di grandissimo spessore politico e umano. Uno di questi, poco conosciuto ai piu' fino ad oggi, e' Giorgio Nabita, di cui traccia una bella e approfondita biografia, preceduta dalla puntuale prefazione di Natale Musarra, Pippo Gurrieri nel suo Giorgio Nabita, sarto. Socialismo, anarchismo e antifascismo a Vittoria, 1889-1938, Ragusa, Sicilia Punto L, 2008. Merito non secondario di questa ricerca e' l'essere riusciti a coniugare la storia personale del nostro sarto con quella di un intero territorio, inaspettatamente, ma forse non troppo, ricco di una storia sociale affascinante. Ecco poi ben cinque studi sugli anarchici calabresi, opere prevalentemente di un gruppo di studiosi legati all'ambiente accademico dell'Universita' cosentina e all'Istituto Calabrese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea. Di Katia Massara, L'emigrazione "sovversiva". Storie di anarchici calabresi all'estero (Cosenza, Le nuvole, 2002), opera particolarmente ricca di notizie, che ci fa scoprire una realta' assolutamente imprevista, fatta di centinaia e centinaia di compagni, costretti, per i piu' svariati motivi - dalla fuga dalla repressione alla ricerca di dignitosi mezzi di sostentamento - a cercare, in ogni angolo del mondo, il loro spazio di liberta'. A integrazione di questa documentazione, il bel lavoro di Angelo Pagliaro, Paolani emigranti e ribelli. Carte di polizia di anarchici paolani emigrati in Sudamerica all'inizio del XX secolo (Paola, L'autore, 2006), che descrive, grazie anche a un ricco e pregiato apparato documentario, il contributo dato dai proletari della citta' calabrese al generale sviluppo dell'anarchismo in Sud America. Sempre di Pagliaro, e sempre su anarchici calabresi emigrati in Argentina, Il Gruppo libertario cetrarese. Emigrazione e coscienza anarchica (Cosenza, Klipper edizioni, 2008), la descrizione, arricchita dalla riproduzione di interessanti documenti, del folto gruppo di libertari partiti dal piccolo paese di Cetraro e poi particolarmente attivi nella propaganda e nella lotta nei primi anni Trenta del secolo scorso. Calabresi sovversivi nel mondo. L'esodo, l'impegno politico, le lotte degli emigrati in terra straniera (1880-1940) (Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004), e' il volume che raccoglie i brillanti saggi di Amelia Paparazzo, Katia Massara, Marcella Bencivenni, Oscar Greco ed Emilia Bruno: una realta' tanto importante quanto misconosciuta, quella calabrese, che vide molti dei suoi uomini migliori prendere la via dell'esilio e dell'emigrazione coniugando la fierezza di ideali politici avversati dal potere con la necessita' di trovare all'estero condizioni di vita piu' dignitose. Infine l'omaggio che Domenico Cortese ha voluto riservare alla memoria del padre Salvatore Cortese. Un antifascista arberesh di Lungo (Lungo, Masino, 2007), un altro anarchico calabrese poco conosciuto ma dalla vita avventurosa ed affascinante, che conobbe e frequento', in giro per il mondo, personaggi come Luigi e Luce Fabbri, Sandro Pertini, Alfonso Failla e tanti altri. Una bella sorpresa anche dalla Puglia. Arriva infatti l'Autobiografia (Terlizzi, Edizione fuori commercio, 2008) di Giuseppe "Peppino" Tota, l'anarchico canosino che molti di noi ancora ricordano a congressi e convegni con l'immancabile cravattona nera e l'altrettanto immancabile generosa animosita'. Ottant'anni di lotte, di sofferenze e privazioni, ma anche di partecipazione entusiasta alle attivita' dell'anarchismo e alla vita sociale di Canosa, a suo tempo famosa come la Carrara del sud. Restando al meridione, occorre segnalare, con particolare soddisfazione, l'ottimo lavoro, ricco tanto di calore e passione quanto di indagine sulle fonti, di Fabrizio Giulietti, uscito a Milano, nel 2008, per i tipi di Franco Angeli, L'anarchismo napoletano agli inizi del Novecento. Dalla svolta liberale alla settimana rossa (1901-1914). Qui veniamo a conoscenza di una Napoli libertaria e proletaria in prima fila nella lotta per l'affermazione dei diritti dei lavoratori, e animata da personaggi tanto straordinari e importanti quanto poco rinomati anche fra i cosiddetti cultori della materia: Francesco Cacozza, Carlo Melchionna, Umberto Vanguardia e tanti altri, protagonisti di un periodo di lotte e rivendicazioni di cui oggi abbiamo, finalmente, il quadro piu' completo. Poi due lavori sull'Abruzzo del ricercatore aquilano Edoardo Puglielli, entrambi pubblicati nel 2006 dal Centro studi libertari Camillo Di Sciullo di Chieti: il primo, Battaglie e vittorie dei ferrovieri abruzzesi. 1894-1924, sulle vicissitudini e i luminosi episodi del movimento e del Sindacato Ferrovieri Italiani ancora poco studiati eppure estremamente vitali e combattivi, e il secondo L'autoeducazione del maestro. Pensiero e vita di Umberto Postiglione (1893-1924), biografia "esemplare" e quasi paradigmatica di uno dei tanti militanti anarchici, libertari e del movimento operaio dei primi anni del Novecento, fatta di emigrazione in America, lavori umili, attivita' sociale e sindacale - Postiglione fu a lungo attivo nell'IWW - lotta al fascismo, contatto organico con le masse proletarie. Un altro "grande" anarchico abruzzese, trapiantato in America, e' Carlo Tresca, di cui e' finalmente uscita in Italia l'Autobiografia (Roma, Edizioni Anicia, 2006), corredata dalla corposa introduzione e dalle note di Nunzio Pernicone, fra i piu' attenti conoscitori dell'anarchismo italoamericano del Novecento. Si tratta delle vicende di uno dei personaggi piu' emblematici e complessi della sinistra radicale americana, l'anarchico, sindacalista, agitatore rivoluzionario e indefesso militante antifascista Carlo Tresca, sempre al centro della vita politica e sociale nordamericana anche nelle situazioni piu' drammatiche, come testimonia il suo misterioso assassinio nel 1943 (gangster, polizia, fascisti, bolscevichi?) sui marciapiedi di New York. Affianca questo testo l'omaggio, ora raccolto in opuscolo (Il "caso" Tresca, S. Eustachio, Il Grappolo, 2006), pronunciato alla Rand School di New York, a pochi giorni dal delitto, dal suo compagno di lotte Ezio Taddei. Risalendo lo stivale, giungiamo nelle Marche, dove incontriamo la figura di Ottorino Manni, ottimamente tratteggiata da Roberto Giulianelli nel suo Un eretico in paradiso. Ottorino Manni: anticlericalismo e anarchismo nella Senigallia del primo Novecento (Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2007). Ottorino Manni, come si sa, nonostante un'esistenza drammatica segnata da una malattia inesorabilmente progressiva e devastante, riusci' a svolgere un intenso lavoro di pubblicista "al servizio dell'ideale", collaborando a numerose pubblicazioni anarchiche e anticlericali e rappresentando una fastidiosa spina nel fianco della morale bigotta e benpensante della borghesia. Restando nelle Marche, ci si imbatte in un libro prezioso, non solo per i contenuti ma anche per la ricchissima veste tipografica, piena di foto a colori e riproduzioni. Igino Colonnelli, evidentemente affezionatissimo alla propria Matelica, ha curato la biografia di uno dei tanti anarchici, oggi piu' o meno sconosciuti ma che furono cosi' importanti nel tessuto sociale della sua comunita'. Parliamo di Giuseppe Moscatelli "Moschino". Vita di un muratore "costruttore di case e di uomini", Matelica, Halley editrice, 2008, personaggio noto e amato nella sua citta', che ha dedicato tutta la sua esistenza all'impegno sociale e politico. La biografia di Moscatelli, passato dall'anarchismo giovanile al Partito comunista, diventa il pretesto, piu' che legittimo viste le tante traversie del Novecento, per dare voce alla biografia di una nazione. Spostandoci di poco, arriviamo in Toscana, una delle patrie storiche dell'anarchismo italiano; e qui, ovviamente, non si puo' non incontrare Carrara con i suoi cavatori. Di Gino Vatteroni, giovane studioso di "nobili" ascendenze libertarie, e' il bel saggio Sindacalismo, anarchismo e lotte sociali a Carrara dalla prima guerra mondiale all'avvento del fascismo (Carrara, Il Baffardello, 2007), frutto di una accurata ricerca archivistica. La descrizione delle storie e dei momenti che hanno fatto della citta' del marmo la capitale italiana dell'anarchia, permette di capire come la combattivita' dei cavatori e dei proletari apuani, negli anni cruciali segnati dall'attacco congiunto di Stato, capitale e fascismo, pote' limitare i danni della repressione e gettare le basi per la nuova liberta' conquistata, scendendo "dai monti sarzanelli", con le armi. Un altro bel testo incentrato su personaggi di una comunita' toscana altrettanto refrattaria alle violenze del potere, quella della Val di Chiana, e' l'opera a quattro mani (Cinzia Cardinali e Ezio Raspanti, Bernardo Melacci poeta libertario, Foiano della Chiana, Anpi, 2005), con prefazione di Giorgio Sacchetti, che traccia la drammatica biografia di un irriducibile avversario del fascismo, Bernardo Melacci, proletario cresciuto in un paese della rossa toscana, condannato a trent'anni - che scontera' al carcere, al confino e in manicomio - per avere guidato, nel 1921, la resistenza contro i fascisti venuti a incendiare le sedi proletarie di Foiano. E' sorprendente leggerne le struggenti e ribelli poesie, testimonianza di una umanita' miracolosamente preservata a dispetto dello strazio della sua esistenza. Ogni tanto rispunta un fumetto a narrare, in forma "leggera", un po' della storia del movimento anarchico. Fabio Santin, animatore della rivista "aParte" e Marco Riccomini, rispettivamente disegnatore e autore dei testi - davvero bravissimi - hanno creato questo bel racconto, Gaetano Bresci, un tessitore anarchico (Montespertoli, Edizioni Mir, 2006) dove si parla di Gaetano Bresci, il tessitore pratese emigrato a Paterson sul finire dell'800 e rientrato in Italia per "giustiziare" il "re buono", Umberto I, complice del massacro del popolo milanese durante i moti del 1898. Il volume tratteggia una figura che, nella drammaticita' della sua vicenda, riesce sempre a trasmettere segni di profonda umanita'. Arriviamo poi, in questo percorso a ritroso, all'Emilia Romagna, altra terra feconda di spiriti liberi e movimenti sovversivi. Tomaso Marabini, Giorgio Sacchetti e Roberto Zani hanno colmato una lacuna, scrivendo la biografia di un personaggio tanto importante quanto ancora, sostanzialmente, ignorato. Con Attilio Sassi detto bestione. Autobiografia di un sindacalista libertario (Milano, Zero in Condotta, 2008 + cd) possiamo conoscere il sindacalista anarchico, imolese di nascita ma toscano di adozione, che guido' le epiche lotte dei minatori del Valdarno nel primo dopoguerra, portandoli a conquiste sociali e salariali paragonabili solamente a quelle ottenute dai cavatori di Carrara guidati da un altro sindacalista anarchico, Alberto Meschi. Il libro e' arricchito dalle testimonianze dei famigliari, da una sorprendente raccolta di poesie del severo militante e infine dai resoconti dei verbali delle riunioni del Sindacato minatori della Cgil di cui Sassi fu segretario nazionale nel secondo dopoguerra. I compagni modenesi hanno poi proseguito nel lavoro di studio e riscoperta del loro passato libertario con Per un mondo migliore. Alle radici dell'anarchismo modenese, parte II (San Possidonio di Modena, Biblioteca Popolare Ugo Fedeli, 2005), seconda e ultima parte di una accurata e preziosa ricerca storica che arriva ai primi anni Cinquanta. Ne esce un quadro sorprendente, vivace e complesso, in cui emergono le belle figure di Renzo Cavani, di Filippo Lusvardi, dei fratelli Gilioli e dei tanti che lottarono per la liberta' e contro il fascismo, e che mostra come anche a Modena, una delle culle del socialismo prima e del comunismo poi, la presenza degli anarchici sia stata sempre una delle componenti fondamentali del movimento dei lavoratori. Affianca questo lavoro un bell'opuscolo dei compagni di Libera, 7 aprile 1920. La nostra storia, pubblicato nel 2007: una ricostruzione illustrata della presenza anarchica a Modena, dai primi anni del 1900 fino all'attivita' libertaria dei giorni nostri. Segnalo, poi, la ristampa del breve saggio di Antonio Zambonelli, Vita battaglie e morte di Enrico Zambonini (1893-1944) (Villaminozzo, Circolo Enrico Zambonini - Fare - Anpi e Fiap di Reggio Emilia, 2008), dedicato a una delle figure piu' belle dell'antifascismo reggiano, l'anarchico Enrico Zambonini, combattente nella guerra di Spagna, fucilato dai fascisti nel 1944 con l'accusa di avere sempre lottato per la liberta'. Il Veneto, quel Veneto una volta bianco e oggi ferventemente leghista, ci consegna, abbastanza inaspettatamente, il ritratto di personaggi estremamente determinati nella lotta per la liberta' e per il rispetto dell'individuo. Andrea Dilemmi, giovane studioso e attualmente fra i responsabili delle Edizioni Biblioteca Serantini, ha scritto un nuovo saggio, Il naso rotto di Paolo Veronese. Anarchismo e conflittualita' sociale a Verona (1867-1928) (Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2006), di quella storia locale che si vorrebbe "minore", ma che quando produce risultati scientifici cosi' complessi e approfonditi, permette di comprendere quale ricchezza di storie e di contenuti caratterizzo' la vita del movimento anarchico nei suoi "anni d'oro". Possiamo cosi' incontrare, con sorpresa rispetto a quanto si e' portati a pensare, una realta' fatta di grandi lotte accompagnate da un sostegno popolare che nulla aveva da invidiare a quello delle zone tradizionalmente rosse. A ulteriore documentazione di una simile realta', e con altrettanta ricchezza di argomenti, l'autobiografia di Giovanni Domaschi, Le mie prigioni e le mie evasioni. Memorie di un anarchico veronese dal carcere e dal confino fascista (a cura di Andrea Dilemmi, Verona, Cierre edizioni, Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'eta' contemporanea, 2007), un libro davvero splendido, che fa capire come la profondita' dell'impegno militante di un modesto meccanico di officina abbia potuto dare un contributo cosi' importante alla lotta antifascista. Un altro anarchico di cui sapevamo ben poco e' il veneziano Luciano Visentin, personaggio leggendario della Mestre sovversiva riportato opportunamente in vita da Piero Brunello, docente di Storia sociale all'Universita' Ca' Foscari di Venezia, L'anarchico delle Barche. Notizie su Luciano Visentin, calzolaio (1898-1984) (Mestre, Quaderni di storiAmestre, 2005). Di Alessandro Pellegatta, vanno segnalati tre volumi, Cronache rivoluzionarie in provincia di Varese (1945-1948). Il Partito Comunista Internazionalista, gli anarchici e i dissidenti libertari nel periodo della ricostruzione postbellica (Milano, Pagine marxiste, 2004); Cronache rivoluzionarie a Portoferraio (1944-1949). I comunisti internazionalisti e la lotta degli operai elbani contro la chiusura degli altiforni (Milano, Pagine marxiste, 2005); I figli dei serrati. Una storia di affido proletario e di solidarieta' di classe da Piombino a Gallarate (1911) (Milano, Pagine marxiste, 2006). L'autore e' un militante del Partito Comunista Internazionalista, impegnato a riproporre all'attenzione dei lettori episodi dimenticati o rimossi della lotta delle classi subalterne contro gli attacchi padronali. Attento, nonostante una forte connotazione marxista, all'azione e alla presenza degli anarchici e dei libertari, spesso protagonisti di quelle lotte, riporta alla luce episodi dell'intensa solidarieta' sociale che permise, in piu' occasioni, di respingere caparbiamente l'offensiva padronale. Qui si parla delle epiche lotte dei metallurgici elbani, del ruolo delle dissidenze proletarie nel varesotto al termine della seconda guerra mondiale, della fattiva solidarieta' che consentiva, in anni di durissime difficolta' economiche, il proseguimento ad oltranza degli scioperi operai. Restando in Lombardia, abbiamo, di Albino Bertoletti e Alberto Gotti, Alle origini dell'anarchismo bergamasco (Bergamo, Centro Studi "Pier Carlo Masini", 2006). Nel solco del Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, questo studio sulle figure e sui momenti piu' rappresentativi dell'anarchismo bergamasco dalle origini fino all'avvento del fascismo, contribuisce a sfatare il luogo comune sulla cosiddetta "Vandea" bianca, dove non mancarono figure di militanti libertari, che seppero vivacizzare con le lotte e un radicale anticonformismo la vita politica e sociale della Lombardia. Arricchiscono il volume le fotografie segnaletiche nelle quali, a dispetto del preteso e sbirresco marchio lombrosiano, ritroviamo lo sguardo fiero e dignitoso dei ribelli di un tempo. Dalla Liguria, ad opera di Giuseppe Milazzo, arriva la biografia di un personaggio quasi sconosciuto, Giuseppe Cava Beppin da Ca'. "Il poeta di Savona" (Savona, Associazione "A. Campanassa" - Sabatelli, 2007), militante anarchico, sindacalista e cultore del vernacolo savonese: un'altra piacevole sorpresa che permette di scandagliare una realta' libertaria solo apparentemente marginale. Sicuramente ben piu' noto il soggetto di Giorgio Amico e Yuri Colombo, Un comunista senza rivoluzione. Arrigo Cervetto dall'anarchismo a Lotta Comunista: appunti per una biografia politica (Bolsena, Massari, 2005), uno dei personaggi piu' importanti e significativi della sinistra rivoluzionaria del secondo dopoguerra. Trascorsa nel segno di Lotta Comunista, l'organizzazione leninista da lui fondata e diretta, e ancora radicata nel Levante, la sua vita si intreccia con le vicende e i personaggi dell'anarchismo operaio e sindacale degli anni Cinquanta, dall'esperienza dei Gruppi Anarchici di Azione Proletaria a quella del Movimento della Sinistra Comunista. Sicuramente un testo utile per capire le tensioni e gli slanci ideali che attraversarono i settori della classe operaia, anarchici e marxisti, che non si rassegnarono all'egemonia del Partito Comunista Italiano. Fra Liguria e Piemonte le vicende narrate da Marco Ventura nel suo Il campione e il bandito. La vera storia di Costante Girardengo e Sante Pollastro (Milano, Il Saggiatore, 2006) dove si parla della curiosa amicizia nata a Novi Ligure, in una realta' paesana e contadina particolarmente vivace in tutte le sue componenti piu' "irrequiete", fra Costante Girardengo, uno dei miti viventi del ciclismo eroico dei primi del Novecento, e Sante Pollastro, l'anarchico espropriatore che, dopo essere stato catturato dai carabinieri in un drammatico conflitto a fuoco, scontera' l'ergastolo fino alla grazia nel secondo dopoguerra. Su questa curiosa amicizia ha scritto anche Luigi Balocchi, in Il diavolo custode (Padova, Meridiano Zero, 2007), con una sorta di romanzo biografico nel quale si tratteggia, in modo forse un po' troppo idealizzato, "l'esistenza di un idealista libertario, di un uomo di straripante vitalita', che si fece bandito per regalare un sogno di rivalsa ai diseredati della sua terra". Si sa che gli anarchici hanno sempre avuto un grande rispetto per la carta stampata, e infatti la loro propaganda ha dato vita, storicamente, a una vera e propria messe di giornali, opuscoli e manifesti. Ne e' dimostrazione una preziosa pubblicazione della Biblioteca Franco Serantini di Pisa uscita nel 2007 e curata da Maurizio Antonioli, Editori e tipografi anarchici di lingua italiana tra Otto e Novecento, una raccolta di saggi sull'editoria degli anarchici italiani all'estero a cavallo del Novecento, nella quale si rende conto della ricchezza, qualitativa e quantitativa, della produzione editoriale di un movimento che, pur tra le mille difficolta' della vita quotidiana e della costante repressione, riesce a trasmettere il proprio pensiero e le proprie idee a dispetto di tutto. Pier Carlo Masini e' conosciuto come "lo storico dell'anarchia" e la sua intensa esperienza politica e culturale e' magistralmente ricostruita nel volume Pier Carlo Masini. Impegno civile e ricerca storica tra anarchismo, socialismo e democrazia, curato da Franco Bertolucci e Giorgio Mangini e pubblicato nel 2008 dalla pisana Biblioteca Franco Serantini. Non e' solo l'omaggio di chi l'ha conosciuto e ne ha apprezzato le doti umane e intellettuali, ma anche la ricostruzione di vicende che hanno segnato profondamente la storia del movimento anarchico negli anni Cinquanta del secolo scorso. Particolarmente interessante, oltre alla bibliografia completa degli scritti di Masini, la ricostruzione dell'esperienza della Biblioteca Max Nettlau, il primo tentativo, in Italia, di costruire un archivio storico dedicato all'anarchismo. Altre testimonianze dell'interesse degli anarchici per la loro storia, e di conseguenza per la conservazione della memoria, sono tre libri riguardanti alcuni degli archivi piu' importanti del movimento. Il primo, Una biblioteca tra storia e memoria. La "Franco Serantini" (1979-2005) (Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2006) raccoglie l'accurata e interessante ricerca di Luigi Balsamini, un lavoro di largo respiro e valore intellettuale, che prende in esame la vita e l'attivita' della Biblioteca Franco Serantini di Pisa, ormai presenza consolidata e fondamentale nell'ambito della ricerca storica. Basti pensare alla decennale pubblicazione della prestigiosa "Rivista Storica dell'Anarchismo", frutto del denso e ragionato lavoro dei suoi fondatori e curatori, in primis del suo animatore Franco Bertolucci. Parlando di archivi, naturalmente, non si puo' non imbattersi nella figura di Aurelio Chessa, vulcanico inventore di iniziative editoriali e cuoco di indimenticabili spaghetti alla bottarga, storico fondatore dell'Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa. Dopo varie peripezie e localizzazioni in mezza Italia, l'Archivio e' ora stabilmente collocato presso la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, dove la figlia Fiamma, attuale curatrice, ha promosso due ottime iniziative. La prima sulla figura del padre, Aurelio Chessa il viandante dell'utopia (Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi - Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa, 2007), raccoglie oltre quaranta interventi, fra brevi saggi e affettuose testimonianze di chi lo ha conosciuto e frequentato. La seconda e' la mostra sui materiali dell'Archivio, tenutasi a Reggio Emilia nel 2000, in occasione della quale e' stato stampato un bellissimo catalogo curato dalla stessa Fiamma e da Giorgio Boccolari, Storie di anarchici e anarchia. L'Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa (Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, 2000), dove si ritrova una parte importante della storia del movimento anarchico, in particolare quella interpretata da figure come Camillo Berneri e Giovanna Caleffi, Leda Rafanelli, Aurelio Chessa, Pier Carlo Masini, Virgilio Gozzoli e tanti altri. Restando alle produzioni Panizzi-Berneri, da segnalare un altro interessantissimo volume curato da Fiamma Chessa, Leda Rafanelli tra letteratura e anarchia (Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi e Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa, 2008), che vede raccolti gli atti del convegno reggiano dedicato all'anarchica musulmana nel gennaio 2007. Leda Rafanelli e' stata una protagonista della vita sociale e culturale del Novecento, sicuramente non conosciuta come avrebbe meritato. Ma questo convegno, ricco di interventi capaci di valorizzarne la figura, ci ha permesso di ri-conoscere e apprezzare nella sua sorprendete complessita' tanto l'anarchica e l'intellettuale militante quanto la "perla preziosa" amata da tutti i musulmani che la conobbero. Terminiamo questa rassegna storica ricordando l'impegno antifascista degli anarchici. Andrea Staid, nel suo Gli Arditi del popolo. La prima lotta armata contro il fascismo 1921-1922 (Ragusa, La Rivolta, 2007) ricostruisce parte della storia di questa organizzazione proletaria che, pur essendo nata per combattere in armi lo squadrismo fascista, trovo' i piu' tenaci oppositori proprio nelle dirigenze dei partiti della sinistra italiana, in particolare in quella del Partito Comunista d'Italia. E questo studio, dedicato a tale argomento a lungo trascurato da una storiografia a senso unico, intende analizzare gli effetti che la miopia politica dei dirigenti proletari ebbe nel favorire la violenta affermazione del fascismo. Di Giuseppe Galzerano, Michele Schirru. Vita, viaggi, arresto, carcere, processo e morte dell'anarchico italoamericano fucilato per l'intenzione di uccidere Mussolini (Casalvelino Scalo, Galzerano, 2007). Come e' nello stile dell'autore, questa sua ultima fatica, poderosa e documentatissima, racconta tutto, ma proprio tutto, dello sfortunato tentativo di Michele Schirru di attentare a Mussolini. Arrestato ancora prima di poter solo tentare di mettere in opera il suo progetto, Schirru sara' fucilato dopo un processo farsa, fra il giubilo di una stampa completamente asservita al regime e gli inutili sforzi della comunita' internazionale per sottrarre il giovane sardo al suo drammatico destino. Infine, prendendo spunto dalla famigerata e imbecille sparata di Berlusconi sul confino come gratuita villeggiatura per gli oppositori del regime, Fabio Santin e Marco Sommariva hanno scritto e disegnato Ventotene storie di confinati (Genova, Annexia, 2007), un bel racconto-documento sulla difficile vita dei confinati, impossibilitati a svolgere la loro azione contro la dittatura, ma comunque determinati a preservare la propria irriducibile dignita'. (Parte prima - segue) 5. LETTURE. LUCE IRIGARAY: CONDIVIDERE IL MONDO Luce Irigaray, Condividere il mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2009, pp. 144, euro 14. Nello stile di scrittura consueto dell'autrice - una delle piu' influenti pensatrici degli ultimi decenni -, una meditazione sul riconoscimento dell'altro da se', sull'infinita apertura relazionale e sulla condivisione del bene comune nella comune responsabilita'. 6. RIEDIZIONI. NICOLO' CUSANO: OPERE RELIGIOSE Nicolo' Cusano, Opere religiose, Utet, Torino 1971, 1993, Mondadori, Milano 2009, pp. 952, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). A cura di Pio Gaia, questa raccolta comprende tre grandi opere: La concordanza universale, La pace nella fede, l'Esame critico del Corano, ed alcune lettere e prediche del grande pensatore ed ecclesiastico quattrocentesco (Cues 1401 - Todi 1464). 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 860 del 23 giugno 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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