Minime. 860



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 860 del 23 giugno 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Fermare la guerra e il razzismo
2. Persiani
3. Grazie
4. Massimo Ortalli: Leggere l'anarchismo 2. La storia, le storie, il
pensiero (parte prima)
5. Letture: Luce Irigaray, Condividere il mondo
6. Riedizioni: Nicolo' Cusano, Opere religiose
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. FERMARE LA GUERRA E IL RAZZISMO

La guerra afgana: sempre piu' stragi e sempre maggiore il coinvolgimento
italiano.
L'Italia a quella guerra non deve partecipare: glielo vieta, ce lo vieta la
Costituzione della Repubblica italiana. Glielo vieta, ce lo vieta il diritto
internazionale. Glielo vieta, ce lo vieta la coscienza nostra e di tutti, la
coscienza che uccidere e' male.
Cessi la partecipazione italiana alla guerra.
E si adoperi l'Italia per la pace che sola salva le umane vite.
*
Il razzismo: si e' riaperta in senato la discussione in commissione sul
cosiddetto "pacchetto sicurezza" e viene annunciato che entro pochissimi
giorni andra' in aula per il voto.
Ogni sforzo sia fatto ora da ogni persona di retto sentire per impedire che
venga approvato un testo che impone il regime dell'apartheid, lo squadrismo,
la fine della civilta'.
Il razzismo e' nemico dell'umanita'.

2. LE ULTIME COSE. PERSIANI

Siamo tutti persiani.
Dai tempi di Eschilo almeno, da quella regina dolente cui giunge la notizia
dell'immane strage.
Siamo tutti iraniani.
E cio' che accade in questi giorni ci concerne, come in quel 1979.
Ma non solo siamo tutti iraniani. Siamo tutti iraniane.
Sono le donne iraniane il futuro dell'umanita'.

3. SOLIDARIETA'. GRAZIE

Nell'impossibilita' di farlo singolarmente, grazie di cuore a tutte le
persone amiche che ci hanno espresso solidarieta' per la vicenda che abbiamo
segnalato ieri.

4. LIBRI. MASSIMO ORTALLI: LEGGERE L'ANARCHISMO 2. LA STORIA, LE STORIE, IL
PENSIERO (PARTE PRIMA)
[Da "A. rivista anarchica", anno 39, n. 344, maggio 2009 (disponibile anche
nel sito www.arivista.org)]

Nota dell'autore
Come gia' per la precedente bibliografia, Leggere l'anarchismo. La storia,
le storie, il pensiero, pubblicata come supplemento al n. 311 di "A. Rivista
anarchica" (ottobre 2005), l'obiettivo che mi sono proposto con questo
dossier e' stato quello di fornire il quadro quanto piu' possibile completo
di cio' che e' stato pubblicato, questi ultimi anni, su temi e argomenti
concernenti l'anarchismo. L'arco temporale di questo lavoro, a parte rari
inserimenti che si riferiscono a pubblicazioni meno recenti e non segnalate
in precedenza, va dalla fine del 2005 a tutto il 2008, quindi restano
esclusi i titoli apparsi ne primi mesi del 2009.
Il lavoro non pretende di essere esaustivo, sia perche' qualcosa puo' sempre
sfuggire sia perche' e' stata volutamente esclusa la gran parte di quelle
pubblicazioni che, avendo un carattere fortemente militante ed essendo,
anche se involontariamente, di scarsissima distribuzione, non si rivolgono
ad un pubblico di lettori vasto e "neutrale" quale e' quello al quale
intendo rivolgermi. Cio' non toglie ovviamente nulla al valore o
all'utilita' di queste pubblicazioni e infatti mi riprometto di compilare,
prima o poi, una sorta di appendice che comprenda i titoli esclusi fino ad
ora.
Come avevo gia' scritto nel precedente dossier, qualcosa sicuramente e'
sfuggito, qualcosa, forse, non e' descritto nel modo piu' appropriato e in
taluni casi e' stata forse fornita un'interpretazione non da tutti
condivisibile. Spero comunque che anche questo lavoro, come il primo, possa
servire da strumento di conoscenza e di approfondimento delle tematiche,
della storia e delle storie dell'anarchismo e del movimento anarchico.
Se cosi' sara', il mio impegno avra' prodotto lo scopo che soprattutto mi
interessava.
Buona lettura!
Massimo Ortalli
Per contatti: massimo.ortalli at acantho.it
*
Duecento nuovi titoli
Sono passati circa tre anni dalla pubblicazione della precedente
bibliografia dell'anarchismo da me curata (Leggere l'anarchismo. La storia,
le storie, il pensiero, suppl. al n. 311 dell'ottobre 2005 di "A. Rivista
anarchica") e in questo lasso di tempo relativamente breve si sono aggiunti
oltre duecento nuovi titoli di opere che hanno a che fare, piu' o meno
organicamente, con le tematiche legate al pensiero anarchico e alla vita del
movimento libertario italiano e internazionale. A dimostrazione che, a
dispetto della presunta fine delle ideologie, o peggio ancora, della
presunta fine della storia, il sistema di idee che per comodita' potremmo
definire "pensiero anarchico" conserva ancora un'intensa vitalita' e un
deciso interesse. Cerchero' dunque, con questo secondo dossier, di
illustrare, spero abbastanza compiutamente, gli sviluppi registrati in campo
editoriale in questi ultimi anni, aggiungendovi anche alcuni testi
pubblicati in anni precedenti e sfuggiti al mio precedente lavoro.
*
Storia generale
Parecchi, anche se alcuni non di grande valore, i testi che trattano della
storia dell'anarchismo, tanto nel suo complesso quanto relativamente ad
alcuni dei suoi aspetti topici e fondanti. Innanzitutto segnalo la Storia
dell'anarchismo (Bari, Dedalo Editore, 2006), del francese Jean Preposiet.
Anche se un po' sbilanciato sul versante francese, tanto per non smentire lo
strisciante sciovinismo che non risparmia i transalpini, questo ampio
saggio, arricchito dall'introduzione di Gaetano Manfredonia, fornisce un
quadro esauriente della complessita' della storia internazionale del
movimento. Va detto, pero', che nell'intento di accomunare sotto un generico
segno libertario idee e movimenti che solo forzatamente possono essere
avvicinati all'anarchismo, sono inopinatamente inserite pagine che, a mio
parere, non hanno nulla a che fare con l'argomento. Quelle, ad esempio, sul
filonazista e antisemita Celine, figura che, al di la' del suo valore
letterario, non puo' certo ritrovarsi in compagnia di persone come Malatesta
e Bakunin. Per restare nell'ambito delle critiche, passiamo a Gli anarchici.
Cronaca inedita dell'Unita' d'Italia (Roma, Editori Riuniti, 2006) di Aldo
De Jaco, riproposta di un lavoro uscito in prima edizione quasi quarant'anni
orsono, per il quale gli editori non si sono minimamente curati di
aggiornare ne' l'impostazione storiografica ne' l'apparato di note,
consegnando quindi improvvidamente al lettore un testo che era inutile e
capzioso allora, e che e' ancor piu' capzioso e inutile oggi. Infine, di
Emilio Gianni, L'Internazionale italiana fra libertari ed evoluzionisti. I
congressi della Federazione Italiana e della Federazione Alta Italia
dell'Ail (1872-1880), edito dalle edizioni Pantarei di Lotta Comunista nel
2008. La serieta' nella ricerca, in questo saggio corposo, c'e' tutta, come
dimostra anche l'interessantissimo repertorio biografico degli
Internazionalisti italiani, ma purtroppo fa velo l'interpretazione "a tesi"
di un periodo storico e di avvenimenti che andrebbero piu' efficacemente
inquadrati senza la soffocante griglia dell'ideologia. Anche perche' siamo
perfettamente convinti che, tanto per fare un esempio, lo scontro fra
Bakunin e Marx non debba piu' essere interpretato alla luce dei "successi"
del materialismo dialettico. Comunque, a dimostrazione di come la ricerca
storiografica sappia lavorare anche con altri strumenti interpretativi,
vengo a segnalare alcuni testi che permettono di approfondire momenti
particolarmente importanti della storia piu' o meno recente dell'anarchismo.
Innanzitutto Una piccola storia dell'anarchismo (Lugano, La Baronata, 2006),
di Marianne Enckell, attivissima responsabile del Cira, l'importante
archivio anarchico con sede a Losanna. Studiosa e militante, Marianne
Enckell ha voluto condensare in queste brevi pagine una succinta ma completa
storia del processo in divenire dell'anarchismo "con l'intenzione di fornire
una traccia, alcuni stralci, delle linee di forza, scandite da canti
libertari". Poi L'utopia del sindacalismo rivoluzionario. I congressi
dell'Unione Sindacale Italiana (1912-1913) (Roma, Bulzoni, 2001). A fianco
della bella introduzione dell'autore, Amedeo Osti Guerrazzi, che evidenzia
la vivacita' del dibattito che interesso' il composito mondo dei
sindacalisti rivoluzionari, vengono riportati gli interventi piu'
significativi dei Congressi dell'Azione Diretta di Modena del 1912 e di
Milano del 1913. Utile nel far comprendere i meccanismi dell'involuzione
nazionalistica ed autoritaria che spingera' alcuni di quei dirigenti ad
arruolarsi volontari nella Grande guerra per poi abbracciare il fascismo
"rivoluzionario".
Mirella Scriboni ha raccolto, nel suo Abbasso la guerra! Voci di donne da
Adua al primo conflitto mondiale (1896-1915) (Pisa, Biblioteca Franco
Serantini, 2008), una ricca testimonianza dell'impegno delle donne
socialiste ed anarchiche contro le varie avventure guerresche scatenate
dalla borghesia italiana. Interessante anche perche' mostra come l'impegno
antimilitarista di queste donne non fosse solo quello delle madri o delle
mogli che si vedevano sottrarre figli e mariti, ma soprattutto l'espressione
di una coscienza sociale fortemente lucida e motivata. Un altro volume che
ci riporta ai primi decenni del secolo scorso e' L'Unione Anarchica
Italiana. Tra rivoluzione europea e reazione fascista (1919-1926) (Milano,
Zero in condotta, 2006) in cui sono raccolti gli atti del convegno sulla
nascita dell'Unione Anarchica Italiana, tenutosi a Imola nell'ottobre del
1999. L'esperienza dell'Uai fu importante non solo all'interno del processo
organizzativo dell'anarchismo italiano, ma anche come motore trainante nella
fase rivoluzionaria del primo dopoguerra, a cui pose termine il violento
avvento del fascismo. Questa raccolta di saggi, oltre ad approfondire la
conoscenza delle vicende del movimento anarchico, affronta anche gli
sviluppi e le implicazioni del processo rivoluzionario italiano e
internazionale, contribuendo alla riflessione sulle dinamiche dello scontro
sociale e di classe. Molto apprezzabile, poi, la riedizione di un utilissimo
compendio per conoscere piu' approfonditamente l'attivita' del movimento
anarchico italiano fra la prima e la seconda guerra mondiale. L'editrice
Samizdat di Pescara ha infatti ripubblicato, nel 2002, Un trentennio di
attivita' anarchica. 1914-1945, l'elencazione pressoche' completa delle date
e dei fatti piu' significativi della nostra travagliata storia in uno dei
periodi piu' travagliati dell'Italia moderna.
Sempre restando alla riproposta di testi riguardanti l'attivita'
dell'anarchismo organizzato, segnalo la ristampa, nel 2008, ad opera delle
Edizioni Malfattori/Jnquietudes di Milano, di L'anarchismo e i lavoratori.
Un convegno di studi sui rapporti fra Movimento anarchico e movimento dei
lavoratori - Milano 1949, organizzato, allora, dal Gruppo Milano 1 della
Fai. Un dibattito di grande spessore sull'involuzione sindacale come cinghia
di trasmissione dei partiti politici, che vide fra i suoi protagonisti
militanti come Marzocchi, Failla, Gervasio, Bianconi, Lizzari. Venendo ad
anni piu' recenti, va segnalato di Franco Schirone La Gioventu' Anarchica
negli anni delle contestazioni 1965-1969 (Milano, Zero in Condotta, 2006),
il primo studio davvero esauriente e completo sulla Federazione Anarchica
Giovanile Italiana e sul nascente movimento anarchico dell'ultima
generazione. Con uno sguardo attento e partecipe l'autore, valendosi di una
ricca documentazione, in gran parte inesplorata, affronta i processi di
trasformazione che videro il passaggio non sempre indolore dall'anarchismo
che possiamo definire storico, erede dei Borghi, Fabbri e Malatesta, a
quello della "contestazione", aperto agli stimoli dei nuovi tempi e
profondamente innovativo sia sul piano dei contenuti che su quello degli
strumenti d'intervento. A ideale integrazione degli studi su quel periodo,
si aggiunge Alla prova del Sessantotto. L'anarchismo internazionale al
Congresso di Carrara, Milano, Zero in Condotta, 2008 curato da Roberto Zani
con la partecipazione dell'Archivio Storico della Fai. Corredato dal cd che
riproduce gli interventi pubblici di quel congresso, e da testimonianze
scritte ed orali, in parte inedite, questo lavoro ricostruisce con vivacita'
e fedelta' le storiche e tumultuose giornate che videro riunite a congresso
le due anime del movimento anarchico, quella della tradizione e della
continuita', e quella che aveva trovato sulle barricate parigine e nelle
universita' italiane tanti buoni motivi per innalzare nuovamente le bandiere
nere e rossonere dell'anarchia.
*
... e storia locale
Passando dai lavori di carattere complessivo a quelli relativi a figure,
storie ed episodi di rilevanza piu' localistica, troviamo, come era logico
aspettarsi data la ricchezza degli argomenti e il fiorire degli studi di
questo tipo, numerosi lavori che permettono di approfondire e arricchire la
conoscenza non solo della storia dei movimenti libertari ma anche, piu' in
generale, della storia sociale italiana ed europea. Partiamo, questa volta,
dalle regioni meridionali, spesso trascurate dalla storiografia perche'
ritenute, probabilmente a torto, meno ricche e interessanti, dal punto di
vista dei movimenti sociali, di quelle del centro e del nord.
Cominciamo dal sud estremo, la Sicilia, dove l'anarchismo, lo sappiamo, ha
spesso trovato terreno fertile per esprimere militanti di grandissimo
spessore politico e umano. Uno di questi, poco conosciuto ai piu' fino ad
oggi, e' Giorgio Nabita, di cui traccia una bella e approfondita biografia,
preceduta dalla puntuale prefazione di Natale Musarra, Pippo Gurrieri nel
suo Giorgio Nabita, sarto. Socialismo, anarchismo e antifascismo a Vittoria,
1889-1938, Ragusa, Sicilia Punto L, 2008. Merito non secondario di questa
ricerca e' l'essere riusciti a coniugare la storia personale del nostro
sarto con quella di un intero territorio, inaspettatamente, ma forse non
troppo, ricco di una storia sociale affascinante.
Ecco poi ben cinque studi sugli anarchici calabresi, opere prevalentemente
di un gruppo di studiosi legati all'ambiente accademico dell'Universita'
cosentina e all'Istituto Calabrese per la Storia dell'Antifascismo e
dell'Italia Contemporanea. Di Katia Massara, L'emigrazione "sovversiva".
Storie di anarchici calabresi all'estero (Cosenza, Le nuvole, 2002), opera
particolarmente ricca di notizie, che ci fa scoprire una realta'
assolutamente imprevista, fatta di centinaia e centinaia di compagni,
costretti, per i piu' svariati motivi - dalla fuga dalla repressione alla
ricerca di dignitosi mezzi di sostentamento - a cercare, in ogni angolo del
mondo, il loro spazio di liberta'. A integrazione di questa documentazione,
il bel lavoro di Angelo Pagliaro, Paolani emigranti e ribelli. Carte di
polizia di anarchici paolani emigrati in Sudamerica all'inizio del XX secolo
(Paola, L'autore, 2006), che descrive, grazie anche a un ricco e pregiato
apparato documentario, il contributo dato dai proletari della citta'
calabrese al generale sviluppo dell'anarchismo in Sud America. Sempre di
Pagliaro, e sempre su anarchici calabresi emigrati in Argentina, Il Gruppo
libertario cetrarese. Emigrazione e coscienza anarchica (Cosenza, Klipper
edizioni, 2008), la descrizione, arricchita dalla riproduzione di
interessanti documenti, del folto gruppo di libertari partiti dal piccolo
paese di Cetraro e poi particolarmente attivi nella propaganda e nella lotta
nei primi anni Trenta del secolo scorso. Calabresi sovversivi nel mondo.
L'esodo, l'impegno politico, le lotte degli emigrati in terra straniera
(1880-1940) (Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004), e' il volume che raccoglie
i brillanti saggi di Amelia Paparazzo, Katia Massara, Marcella Bencivenni,
Oscar Greco ed Emilia Bruno: una realta' tanto importante quanto
misconosciuta, quella calabrese, che vide molti dei suoi uomini migliori
prendere la via dell'esilio e dell'emigrazione coniugando la fierezza di
ideali politici avversati dal potere con la necessita' di trovare all'estero
condizioni di vita piu' dignitose. Infine l'omaggio che Domenico Cortese ha
voluto riservare alla memoria del padre Salvatore Cortese. Un antifascista
arberesh di Lungo (Lungo, Masino, 2007), un altro anarchico calabrese poco
conosciuto ma dalla vita avventurosa ed affascinante, che conobbe e
frequento', in giro per il mondo, personaggi come Luigi e Luce Fabbri,
Sandro Pertini, Alfonso Failla e tanti altri.
Una bella sorpresa anche dalla Puglia. Arriva infatti l'Autobiografia
(Terlizzi, Edizione fuori commercio, 2008) di Giuseppe "Peppino" Tota,
l'anarchico canosino che molti di noi ancora ricordano a congressi e
convegni con l'immancabile cravattona nera e l'altrettanto immancabile
generosa animosita'. Ottant'anni di lotte, di sofferenze e privazioni, ma
anche di partecipazione entusiasta alle attivita' dell'anarchismo e alla
vita sociale di Canosa, a suo tempo famosa come la Carrara del sud.
Restando al meridione, occorre segnalare, con particolare soddisfazione,
l'ottimo lavoro, ricco tanto di calore e passione quanto di indagine sulle
fonti, di Fabrizio Giulietti, uscito a Milano, nel 2008, per i tipi di
Franco Angeli, L'anarchismo napoletano agli inizi del Novecento. Dalla
svolta liberale alla settimana rossa (1901-1914). Qui veniamo a conoscenza
di una Napoli libertaria e proletaria in prima fila nella lotta per
l'affermazione dei diritti dei lavoratori, e animata da personaggi tanto
straordinari e importanti quanto poco rinomati anche fra i cosiddetti
cultori della materia: Francesco Cacozza, Carlo Melchionna, Umberto
Vanguardia e tanti altri, protagonisti di un periodo di lotte e
rivendicazioni di cui oggi abbiamo, finalmente, il quadro piu' completo.
Poi due lavori sull'Abruzzo del ricercatore aquilano Edoardo Puglielli,
entrambi pubblicati nel 2006 dal Centro studi libertari Camillo Di Sciullo
di Chieti: il primo, Battaglie e vittorie dei ferrovieri abruzzesi.
1894-1924, sulle vicissitudini e i luminosi episodi del movimento e del
Sindacato Ferrovieri Italiani ancora poco studiati eppure estremamente
vitali e combattivi, e il secondo L'autoeducazione del maestro. Pensiero e
vita di Umberto Postiglione (1893-1924), biografia "esemplare" e quasi
paradigmatica di uno dei tanti militanti anarchici, libertari e del
movimento operaio dei primi anni del Novecento, fatta di emigrazione in
America, lavori umili, attivita' sociale e sindacale - Postiglione fu a
lungo attivo nell'IWW - lotta al fascismo, contatto organico con le masse
proletarie. Un altro "grande" anarchico abruzzese, trapiantato in America,
e' Carlo Tresca, di cui e' finalmente uscita in Italia l'Autobiografia
(Roma, Edizioni Anicia, 2006), corredata dalla corposa introduzione e dalle
note di Nunzio Pernicone, fra i piu' attenti conoscitori dell'anarchismo
italoamericano del Novecento. Si tratta delle vicende di uno dei personaggi
piu' emblematici e complessi della sinistra radicale americana, l'anarchico,
sindacalista, agitatore rivoluzionario e indefesso militante antifascista
Carlo Tresca, sempre al centro della vita politica e sociale nordamericana
anche nelle situazioni piu' drammatiche, come testimonia il suo misterioso
assassinio nel 1943 (gangster, polizia, fascisti, bolscevichi?) sui
marciapiedi di New York. Affianca questo testo l'omaggio, ora raccolto in
opuscolo (Il "caso" Tresca, S. Eustachio, Il Grappolo, 2006), pronunciato
alla Rand School di New York, a pochi giorni dal delitto, dal suo compagno
di lotte Ezio Taddei.
Risalendo lo stivale, giungiamo nelle Marche, dove incontriamo la figura di
Ottorino Manni, ottimamente tratteggiata da Roberto Giulianelli nel suo Un
eretico in paradiso. Ottorino Manni: anticlericalismo e anarchismo nella
Senigallia del primo Novecento (Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2007).
Ottorino Manni, come si sa, nonostante un'esistenza drammatica segnata da
una malattia inesorabilmente progressiva e devastante, riusci' a svolgere un
intenso lavoro di pubblicista "al servizio dell'ideale", collaborando a
numerose pubblicazioni anarchiche e anticlericali e rappresentando una
fastidiosa spina nel fianco della morale bigotta e benpensante della
borghesia. Restando nelle Marche, ci si imbatte in un libro prezioso, non
solo per i contenuti ma anche per la ricchissima veste tipografica, piena di
foto a colori e riproduzioni. Igino Colonnelli, evidentemente
affezionatissimo alla propria Matelica, ha curato la biografia di uno dei
tanti anarchici, oggi piu' o meno sconosciuti ma che furono cosi' importanti
nel tessuto sociale della sua comunita'. Parliamo di Giuseppe Moscatelli
"Moschino". Vita di un muratore "costruttore di case e di uomini", Matelica,
Halley editrice, 2008, personaggio noto e amato nella sua citta', che ha
dedicato tutta la sua esistenza all'impegno sociale e politico. La biografia
di Moscatelli, passato dall'anarchismo giovanile al Partito comunista,
diventa il pretesto, piu' che legittimo viste le tante traversie del
Novecento, per dare voce alla biografia di una nazione.
Spostandoci di poco, arriviamo in Toscana, una delle patrie storiche
dell'anarchismo italiano; e qui, ovviamente, non si puo' non incontrare
Carrara con i suoi cavatori. Di Gino Vatteroni, giovane studioso di "nobili"
ascendenze libertarie, e' il bel saggio Sindacalismo, anarchismo e lotte
sociali a Carrara dalla prima guerra mondiale all'avvento del fascismo
(Carrara, Il Baffardello, 2007), frutto di una accurata ricerca
archivistica. La descrizione delle storie e dei momenti che hanno fatto
della citta' del marmo la capitale italiana dell'anarchia, permette di
capire come la combattivita' dei cavatori e dei proletari apuani, negli anni
cruciali segnati dall'attacco congiunto di Stato, capitale e fascismo, pote'
limitare i danni della repressione e gettare le basi per la nuova liberta'
conquistata, scendendo "dai monti sarzanelli", con le armi. Un altro bel
testo incentrato su personaggi di una comunita' toscana altrettanto
refrattaria alle violenze del potere, quella della Val di Chiana, e' l'opera
a quattro mani (Cinzia Cardinali e Ezio Raspanti, Bernardo Melacci poeta
libertario, Foiano della Chiana, Anpi, 2005), con prefazione di Giorgio
Sacchetti, che traccia la drammatica biografia di un irriducibile avversario
del fascismo, Bernardo Melacci, proletario cresciuto in un paese della rossa
toscana, condannato a trent'anni - che scontera' al carcere, al confino e in
manicomio - per avere guidato, nel 1921, la resistenza contro i fascisti
venuti a incendiare le sedi proletarie di Foiano. E' sorprendente leggerne
le struggenti e ribelli poesie, testimonianza di una umanita'
miracolosamente preservata a dispetto dello strazio della sua esistenza.
Ogni tanto rispunta un fumetto a narrare, in forma "leggera", un po' della
storia del movimento anarchico. Fabio Santin, animatore della rivista
"aParte" e Marco Riccomini, rispettivamente disegnatore e autore dei testi -
davvero bravissimi - hanno creato questo bel racconto, Gaetano Bresci, un
tessitore anarchico (Montespertoli, Edizioni Mir, 2006) dove si parla di
Gaetano Bresci, il tessitore pratese emigrato a Paterson sul finire dell'800
e rientrato in Italia per "giustiziare" il "re buono", Umberto I, complice
del massacro del popolo milanese durante i moti del 1898. Il volume
tratteggia una figura che, nella drammaticita' della sua vicenda, riesce
sempre a trasmettere segni di profonda umanita'.
Arriviamo poi, in questo percorso a ritroso, all'Emilia Romagna, altra terra
feconda di spiriti liberi e movimenti sovversivi. Tomaso Marabini, Giorgio
Sacchetti e Roberto Zani hanno colmato una lacuna, scrivendo la biografia di
un personaggio tanto importante quanto ancora, sostanzialmente, ignorato.
Con Attilio Sassi detto bestione. Autobiografia di un sindacalista
libertario (Milano, Zero in Condotta, 2008 + cd) possiamo conoscere il
sindacalista anarchico, imolese di nascita ma toscano di adozione, che
guido' le epiche lotte dei minatori del Valdarno nel primo dopoguerra,
portandoli a conquiste sociali e salariali paragonabili solamente a quelle
ottenute dai cavatori di Carrara guidati da un altro sindacalista anarchico,
Alberto Meschi. Il libro e' arricchito dalle testimonianze dei famigliari,
da una sorprendente raccolta di poesie del severo militante e infine dai
resoconti dei verbali delle riunioni del Sindacato minatori della Cgil di
cui Sassi fu segretario nazionale nel secondo dopoguerra. I compagni
modenesi hanno poi proseguito nel lavoro di studio e riscoperta del loro
passato libertario con Per un mondo migliore. Alle radici dell'anarchismo
modenese, parte II (San Possidonio di Modena, Biblioteca Popolare Ugo
Fedeli, 2005), seconda e ultima parte di una accurata e preziosa ricerca
storica che arriva ai primi anni Cinquanta. Ne esce un quadro sorprendente,
vivace e complesso, in cui emergono le belle figure di Renzo Cavani, di
Filippo Lusvardi, dei fratelli Gilioli e dei tanti che lottarono per la
liberta' e contro il fascismo, e che mostra come anche a Modena, una delle
culle del socialismo prima e del comunismo poi, la presenza degli anarchici
sia stata sempre una delle componenti fondamentali del movimento dei
lavoratori. Affianca questo lavoro un bell'opuscolo dei compagni di Libera,
7 aprile 1920. La nostra storia, pubblicato nel 2007: una ricostruzione
illustrata della presenza anarchica a Modena, dai primi anni del 1900 fino
all'attivita' libertaria dei giorni nostri. Segnalo, poi, la ristampa del
breve saggio di Antonio Zambonelli, Vita battaglie e morte di Enrico
Zambonini (1893-1944) (Villaminozzo, Circolo Enrico Zambonini - Fare - Anpi
e Fiap di Reggio Emilia, 2008), dedicato a una delle figure piu' belle
dell'antifascismo reggiano, l'anarchico Enrico Zambonini, combattente nella
guerra di Spagna, fucilato dai fascisti nel 1944 con l'accusa di avere
sempre lottato per la liberta'.
Il Veneto, quel Veneto una volta bianco e oggi ferventemente leghista, ci
consegna, abbastanza inaspettatamente, il ritratto di personaggi
estremamente determinati nella lotta per la liberta' e per il rispetto
dell'individuo. Andrea Dilemmi, giovane studioso e attualmente fra i
responsabili delle Edizioni Biblioteca Serantini, ha scritto un nuovo
saggio, Il naso rotto di Paolo Veronese. Anarchismo e conflittualita'
sociale a Verona (1867-1928) (Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2006), di
quella storia locale che si vorrebbe "minore", ma che quando produce
risultati scientifici cosi' complessi e approfonditi, permette di
comprendere quale ricchezza di storie e di contenuti caratterizzo' la vita
del movimento anarchico nei suoi "anni d'oro". Possiamo cosi' incontrare,
con sorpresa rispetto a quanto si e' portati a pensare, una realta' fatta di
grandi lotte accompagnate da un sostegno popolare che nulla aveva da
invidiare a quello delle zone tradizionalmente rosse. A ulteriore
documentazione di una simile realta', e con altrettanta ricchezza di
argomenti, l'autobiografia di Giovanni Domaschi, Le mie prigioni e le mie
evasioni. Memorie di un anarchico veronese dal carcere e dal confino
fascista (a cura di Andrea Dilemmi, Verona, Cierre edizioni, Istituto
veronese per la storia della Resistenza e dell'eta' contemporanea, 2007), un
libro davvero splendido, che fa capire come la profondita' dell'impegno
militante di un modesto meccanico di officina abbia potuto dare un
contributo cosi' importante alla lotta antifascista. Un altro anarchico di
cui sapevamo ben poco e' il veneziano Luciano Visentin, personaggio
leggendario della Mestre sovversiva riportato opportunamente in vita da
Piero Brunello, docente di Storia sociale all'Universita' Ca' Foscari di
Venezia, L'anarchico delle Barche. Notizie su Luciano Visentin, calzolaio
(1898-1984) (Mestre, Quaderni di storiAmestre, 2005).
Di Alessandro Pellegatta, vanno segnalati tre volumi, Cronache
rivoluzionarie in provincia di Varese (1945-1948). Il Partito Comunista
Internazionalista, gli anarchici e i dissidenti libertari nel periodo della
ricostruzione postbellica (Milano, Pagine marxiste, 2004); Cronache
rivoluzionarie a Portoferraio (1944-1949). I comunisti internazionalisti e
la lotta degli operai elbani contro la chiusura degli altiforni (Milano,
Pagine marxiste, 2005); I figli dei serrati. Una storia di affido proletario
e di solidarieta' di classe da Piombino a Gallarate (1911) (Milano, Pagine
marxiste, 2006). L'autore e' un militante del Partito Comunista
Internazionalista, impegnato a riproporre all'attenzione dei lettori episodi
dimenticati o rimossi della lotta delle classi subalterne contro gli
attacchi padronali. Attento, nonostante una forte connotazione marxista,
all'azione e alla presenza degli anarchici e dei libertari, spesso
protagonisti di quelle lotte, riporta alla luce episodi dell'intensa
solidarieta' sociale che permise, in piu' occasioni, di respingere
caparbiamente l'offensiva padronale. Qui si parla delle epiche lotte dei
metallurgici elbani, del ruolo delle dissidenze proletarie nel varesotto al
termine della seconda guerra mondiale, della fattiva solidarieta' che
consentiva, in anni di durissime difficolta' economiche, il proseguimento ad
oltranza degli scioperi operai. Restando in Lombardia, abbiamo, di Albino
Bertoletti e Alberto Gotti, Alle origini dell'anarchismo bergamasco
(Bergamo, Centro Studi "Pier Carlo Masini", 2006). Nel solco del Dizionario
Biografico degli Anarchici Italiani, questo studio sulle figure e sui
momenti piu' rappresentativi dell'anarchismo bergamasco dalle origini fino
all'avvento del fascismo, contribuisce a sfatare il luogo comune sulla
cosiddetta "Vandea" bianca, dove non mancarono figure di militanti
libertari, che seppero vivacizzare con le lotte e un radicale
anticonformismo la vita politica e sociale della Lombardia. Arricchiscono il
volume le fotografie segnaletiche nelle quali, a dispetto del preteso e
sbirresco marchio lombrosiano, ritroviamo lo sguardo fiero e dignitoso dei
ribelli di un tempo.
Dalla Liguria, ad opera di Giuseppe Milazzo, arriva la biografia di un
personaggio quasi sconosciuto, Giuseppe Cava Beppin da Ca'. "Il poeta di
Savona" (Savona, Associazione "A. Campanassa" - Sabatelli, 2007), militante
anarchico, sindacalista e cultore del vernacolo savonese: un'altra piacevole
sorpresa che permette di scandagliare una realta' libertaria solo
apparentemente marginale. Sicuramente ben piu' noto il soggetto di Giorgio
Amico e Yuri Colombo, Un comunista senza rivoluzione. Arrigo Cervetto
dall'anarchismo a Lotta Comunista: appunti per una biografia politica
(Bolsena, Massari, 2005), uno dei personaggi piu' importanti e significativi
della sinistra rivoluzionaria del secondo dopoguerra. Trascorsa nel segno di
Lotta Comunista, l'organizzazione leninista da lui fondata e diretta, e
ancora radicata nel Levante, la sua vita si intreccia con le vicende e i
personaggi dell'anarchismo operaio e sindacale degli anni Cinquanta,
dall'esperienza dei Gruppi Anarchici di Azione Proletaria a quella del
Movimento della Sinistra Comunista. Sicuramente un testo utile per capire le
tensioni e gli slanci ideali che attraversarono i settori della classe
operaia, anarchici e marxisti, che non si rassegnarono all'egemonia del
Partito Comunista Italiano. Fra Liguria e Piemonte le vicende narrate da
Marco Ventura nel suo Il campione e il bandito. La vera storia di Costante
Girardengo e Sante Pollastro (Milano, Il Saggiatore, 2006) dove si parla
della curiosa amicizia nata a Novi Ligure, in una realta' paesana e
contadina particolarmente vivace in tutte le sue componenti piu'
"irrequiete", fra Costante Girardengo, uno dei miti viventi del ciclismo
eroico dei primi del Novecento, e Sante Pollastro, l'anarchico espropriatore
che, dopo essere stato catturato dai carabinieri in un drammatico conflitto
a fuoco, scontera' l'ergastolo fino alla grazia nel secondo dopoguerra. Su
questa curiosa amicizia ha scritto anche Luigi Balocchi, in Il diavolo
custode (Padova, Meridiano Zero, 2007), con una sorta di romanzo biografico
nel quale si tratteggia, in modo forse un po' troppo idealizzato,
"l'esistenza di un idealista libertario, di un uomo di straripante
vitalita', che si fece bandito per regalare un sogno di rivalsa ai
diseredati della sua terra".
Si sa che gli anarchici hanno sempre avuto un grande rispetto per la carta
stampata, e infatti la loro propaganda ha dato vita, storicamente, a una
vera e propria messe di giornali, opuscoli e manifesti. Ne e' dimostrazione
una preziosa pubblicazione della Biblioteca Franco Serantini di Pisa uscita
nel 2007 e curata da Maurizio Antonioli, Editori e tipografi anarchici di
lingua italiana tra Otto e Novecento, una raccolta di saggi sull'editoria
degli anarchici italiani all'estero a cavallo del Novecento, nella quale si
rende conto della ricchezza, qualitativa e quantitativa, della produzione
editoriale di un movimento che, pur tra le mille difficolta' della vita
quotidiana e della costante repressione, riesce a trasmettere il proprio
pensiero e le proprie idee a dispetto di tutto.
Pier Carlo Masini e' conosciuto come "lo storico dell'anarchia" e la sua
intensa esperienza politica e culturale e' magistralmente ricostruita nel
volume Pier Carlo Masini. Impegno civile e ricerca storica tra anarchismo,
socialismo e democrazia, curato da Franco Bertolucci e Giorgio Mangini e
pubblicato nel 2008 dalla pisana Biblioteca Franco Serantini. Non e' solo
l'omaggio di chi l'ha conosciuto e ne ha apprezzato le doti umane e
intellettuali, ma anche la ricostruzione di vicende che hanno segnato
profondamente la storia del movimento anarchico negli anni Cinquanta del
secolo scorso. Particolarmente interessante, oltre alla bibliografia
completa degli scritti di Masini, la ricostruzione dell'esperienza della
Biblioteca Max Nettlau, il primo tentativo, in Italia, di costruire un
archivio storico dedicato all'anarchismo.
Altre testimonianze dell'interesse degli anarchici per la loro storia, e di
conseguenza per la conservazione della memoria, sono tre libri riguardanti
alcuni degli archivi piu' importanti del movimento. Il primo, Una biblioteca
tra storia e memoria. La "Franco Serantini" (1979-2005) (Pisa, Biblioteca
Franco Serantini, 2006) raccoglie l'accurata e interessante ricerca di Luigi
Balsamini, un lavoro di largo respiro e valore intellettuale, che prende in
esame la vita e l'attivita' della Biblioteca Franco Serantini di Pisa, ormai
presenza consolidata e fondamentale nell'ambito della ricerca storica. Basti
pensare alla decennale pubblicazione della prestigiosa "Rivista Storica
dell'Anarchismo", frutto del denso e ragionato lavoro dei suoi fondatori e
curatori, in primis del suo animatore Franco Bertolucci.
Parlando di archivi, naturalmente, non si puo' non imbattersi nella figura
di Aurelio Chessa, vulcanico inventore di iniziative editoriali e cuoco di
indimenticabili spaghetti alla bottarga, storico fondatore dell'Archivio
Famiglia Berneri - Aurelio Chessa. Dopo varie peripezie e localizzazioni in
mezza Italia, l'Archivio e' ora stabilmente collocato presso la Biblioteca
Panizzi di Reggio Emilia, dove la figlia Fiamma, attuale curatrice, ha
promosso due ottime iniziative. La prima sulla figura del padre, Aurelio
Chessa il viandante dell'utopia (Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi -
Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa, 2007), raccoglie oltre quaranta
interventi, fra brevi saggi e affettuose testimonianze di chi lo ha
conosciuto e frequentato. La seconda e' la mostra sui materiali
dell'Archivio, tenutasi a Reggio Emilia nel 2000, in occasione della quale
e' stato stampato un bellissimo catalogo curato dalla stessa Fiamma e da
Giorgio Boccolari, Storie di anarchici e anarchia. L'Archivio Famiglia
Berneri - Aurelio Chessa (Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, 2000),
dove si ritrova una parte importante della storia del movimento anarchico,
in particolare quella interpretata da figure come Camillo Berneri e Giovanna
Caleffi, Leda Rafanelli, Aurelio Chessa, Pier Carlo Masini, Virgilio Gozzoli
e tanti altri. Restando alle produzioni Panizzi-Berneri, da segnalare un
altro interessantissimo volume curato da Fiamma Chessa, Leda Rafanelli tra
letteratura e anarchia (Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi e Archivio
Famiglia Berneri - Aurelio Chessa, 2008), che vede raccolti gli atti del
convegno reggiano dedicato all'anarchica musulmana nel gennaio 2007. Leda
Rafanelli e' stata una protagonista della vita sociale e culturale del
Novecento, sicuramente non conosciuta come avrebbe meritato. Ma questo
convegno, ricco di interventi capaci di valorizzarne la figura, ci ha
permesso di ri-conoscere e apprezzare nella sua sorprendete complessita'
tanto l'anarchica e l'intellettuale militante quanto la "perla preziosa"
amata da tutti i musulmani che la conobbero.
Terminiamo questa rassegna storica ricordando l'impegno antifascista degli
anarchici. Andrea Staid, nel suo Gli Arditi del popolo. La prima lotta
armata contro il fascismo 1921-1922 (Ragusa, La Rivolta, 2007) ricostruisce
parte della storia di questa organizzazione proletaria che, pur essendo nata
per combattere in armi lo squadrismo fascista, trovo' i piu' tenaci
oppositori proprio nelle dirigenze dei partiti della sinistra italiana, in
particolare in quella del Partito Comunista d'Italia. E questo studio,
dedicato a tale argomento a lungo trascurato da una storiografia a senso
unico, intende analizzare gli effetti che la miopia politica dei dirigenti
proletari ebbe nel favorire la violenta affermazione del fascismo. Di
Giuseppe Galzerano, Michele Schirru. Vita, viaggi, arresto, carcere,
processo e morte dell'anarchico italoamericano fucilato per l'intenzione di
uccidere Mussolini (Casalvelino Scalo, Galzerano, 2007). Come e' nello stile
dell'autore, questa sua ultima fatica, poderosa e documentatissima, racconta
tutto, ma proprio tutto, dello sfortunato tentativo di Michele Schirru di
attentare a Mussolini. Arrestato ancora prima di poter solo tentare di
mettere in opera il suo progetto, Schirru sara' fucilato dopo un processo
farsa, fra il giubilo di una stampa completamente asservita al regime e gli
inutili sforzi della comunita' internazionale per sottrarre il giovane sardo
al suo drammatico destino. Infine, prendendo spunto dalla famigerata e
imbecille sparata di Berlusconi sul confino come gratuita villeggiatura per
gli oppositori del regime, Fabio Santin e Marco Sommariva hanno scritto e
disegnato Ventotene storie di confinati (Genova, Annexia, 2007), un bel
racconto-documento sulla difficile vita dei confinati, impossibilitati a
svolgere la loro azione contro la dittatura, ma comunque determinati a
preservare la propria irriducibile dignita'.
(Parte prima - segue)

5. LETTURE. LUCE IRIGARAY: CONDIVIDERE IL MONDO
Luce Irigaray, Condividere il mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2009, pp.
144, euro 14. Nello stile di scrittura consueto dell'autrice - una delle
piu' influenti pensatrici degli ultimi decenni -, una meditazione sul
riconoscimento dell'altro da se', sull'infinita apertura relazionale e sulla
condivisione del bene comune nella comune responsabilita'.

6. RIEDIZIONI. NICOLO' CUSANO: OPERE RELIGIOSE
Nicolo' Cusano, Opere religiose, Utet, Torino 1971, 1993, Mondadori, Milano
2009, pp. 952, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). A
cura di Pio Gaia, questa raccolta comprende tre grandi opere: La concordanza
universale, La pace nella fede, l'Esame critico del Corano, ed alcune
lettere e prediche del grande pensatore ed ecclesiastico quattrocentesco
(Cues 1401 - Todi 1464).

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 860 del 23 giugno 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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