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Coi piedi per terra. 185
- Subject: Coi piedi per terra. 185
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 6 May 2009 09:21:16 +0200
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 185 del 6 maggio 2009 In questo numero: 1. Dacia Maraini: L'aeroporto tra le terme 2. L'istigatore malaccorto 3. Una lettera all'assessore ai Lavori Pubblici della Regione Lazio 4. Comitato no aeroporto di Frosinone-Ferentino: Frosinone e Viterbo uniti nell'opposizione a nuovi folli mega-aeroporti 5. Una lettera da Viterbo all'"Assemblea permanente no F-35" di Novara 6. Una lettera da Viterbo alla Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella 7. Un estratto da "Un piano per salvare il pianeta" di Nicholas Stern 8. Hannah Arendt: Consumismo 9. Vandana Shiva: Nove principi alla base della democrazia dell'acqua 10. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo 1. EDITORIALE. DACIA MARAINI: L'AEROPORTO TRA LE TERME [Dal "Corriere della sera" del 5 maggio 2009 col titolo "L'aeroporto tra le terme". Siamo assai grati alla grande scrittrice ed intellettuale per aver scritto questo articolo apparso nell'autorevole pagina delle opinioni e commenti del "Corriere della sera"] C'e' qualcosa di dissennato nel mito del progresso tecnologico senza limiti? Lo dicono in molti. Il progresso tecnologico non guidato e non controllato porta all'inquinamento, al disastro ecologico, agli abusi contro il territorio, allo sperpero dei soldi pubblici, alle malattie. E ci sono sempre nuovi dati che lo confermano. Eppure chi insegue il pericoloso mito del progresso illimitato dice il contrario. Per costoro non puo' che portare ricchezza, benessere, lavoro e civilta'. Ma prendiamo un caso particolare: il progetto di un mega-aeroporto in una zona di grande valore archeologico e termale. La piccola e bellissima citta' di Viterbo con i suoi dintorni che mantengono vive le memorie della civilta' etrusca, e' stata scelta per la realizzazione di un gigantesco aeroporto del "mordi e fuggi" come lo definiscono i viterbesi. Li' in mezzo a un ricchissimo giardino archeologico, distruggendo resti preziosi, invadendo l'area termale chiamata Bulicame, si vorrebbero gettare tonnellate di cemento per un turismo diretto soprattutto verso Roma. Curioso questo fatto: mentre le linee aeree perdono clienti ed entrano in crisi, gli aeroporti aumentano. Non e' una contraddizione? Ora ogni piccola citta' pretende di avere il volo sotto casa per raggiungere le varie citta' del mondo. Naturalmente sono soldi che circolano, aziende che si arricchiscono, aerei che vengono comprati e venduti, biglietti che costano sempre meno. Ma qualcuno pensa alle conseguenze sul territorio, sul clima, sulla salute? Il "Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo", guidato da Antonella Litta, ha le idee chiare. Le sue battaglie vengono combattute soprattutto in rete, in collaborazione con il "Centro di ricerca per la pace" guidato da Peppe Sini. I due Comitati danno voce ai cittadini, ai medici, ai geologi, agli ambientalisti. Spediscono lettere alle istituzioni governative. Chiedono un freno all'irresponsabile foga di cementificare e adulterare il Paese. Spiegano con razionalita' le ragioni del no. Che non riguardano solo Viterbo ma tutto il nostro gia' troppo martoriato paese. Lo sviluppo tecnologico, ricordano, non puo' imporsi sulle leggi della natura che alla lunga si ribella provocando disastri: alluvioni, slavine, smottamenti, siccita', avvelenamento dell'acqua e dell'aria. Certo e' comodo volare da un aeroporto sotto casa nelle piu' belle citta' del mondo. Ma quanto ci costerebbe questa comodita'? Intanto riflettiamo sul fatto che il traffico aereo contribuisce in larga misura al surriscaldamento del clima. E proprio nel momento in cui l'Italia prende seri impegni per ridurre il surriscaldamento, ci mettiamo a progettare nuovi aeroporti? Certo la moltiplicazione dei voli puo' fare girare provvisoriamente il mercato, ma alla lunga risulta anche antieconomica perche' e' energivora. Mentre "l'umanita' ha bisogno di una economia della sobrieta' e della condivisione che consideri i limiti della biosfera e della scarsita' delle risorse". Lo Stato si mostra generoso e avaro nello stesso tempo: con una mano da' soldi alle Compagnie aeree e con l'altra taglia i costi ambientali e sociali che vengono poi pagati dalle popolazioni piu' indifese e indigenti. Ha senso tutto questo? 2. EDITORIALE. L'ISTIGATORE MALACCORTO Un assessore del Comune di Viterbo chiede al Ministro dei Trasporti di adoperarsi per dare al piu' presto inizio alla realizzazione di un mega-aeroporto a Viterbo in flagrante violazione delle leggi italiane ed in flagrante violazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica vigenti (e dei relativi vincoli di salvaguardia). Scrive infatti l'assessore al ministro, con piglio d'altri tempi: "Il nostro motto e' partire o meglio partire immediatamente". E par quasi di sentir sbattere i tacchi. * E la Valutazione d'impatto ambientale obbligatoria per legge? E la flagrante violazione del piano regolatore del Comune di Viterbo? E l'illegalita' della distruzione dei beni archeologici che si trovano nell'area? E la devastazione dell'area termale del Bulicame nel cui cuore si vorrebbe realizzare il mega-aeroporto? E il danno alla salute e alla sicurezza dei cittadini dei quartieri piu' prossimi all'area? E i 31 fattori ovvero elementi critici concretamente ostativi ed effettualmente irrisolti che occupano ben dieci delle 22 pagine della recente relazione ministeriale, 31 elementi ostativi di cui alcuni sono palesemente, decisamente e definitivamente insormontabili? Sono solo alcuni dei molti quesiti che meriterebbero attenzione e risposta. Altro che le chiacchiere da caffe' e la propaganda per i gonzi cui da due anni tanta parte del ceto politico viterbese e' dedita, tra insipienza ed irresponsabilita', mistificanti farneticazioni e mire speculative. * "Partire immediatamente", si legge nella prosa assessorile. E il rispetto del diritto e dei diritti? Il rispetto delle leggi in vigore? Quell'assessore sa bene che "partire immediatamente" con l'opera e' impossibile, sia per ragioni di fatto, sia per ragioni di diritto. E sa bene che se il ministro desse il via ai lavori del mega-aeroporto in flagrante violazione di legge commetterebbe un reato previsto e punito dal codice. Quell'assessore e' un avvocato: suvvia, possibile che non ricordi che l'istigazione a delinquere e' anch'essa un reato? 3. DOCUMENTI. UNA LETTERA ALL'ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI DELLA REGIONE LAZIO All'Assessore ai Lavori Pubblici della Regione Lazio e per opportuna conoscenza: al Presidente della Commissione Lavori Pubblici della Regione Lazio, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, al Ministro ai Lavori Pubblici Oggetto: Opposizione alla realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto che devasta beni insostituibili, e' nocivo per la popolazione, sperpera ingenti risorse pubbliche, e' in contrasto con le norme ed i vincoli di salvaguardia del territorio, viola le leggi in vigore. * Egregio assessore, con la presente le segnaliamo alcune ragioni di opposizione alla realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto che devasta beni insostituibili, e' nocivo per la popolazione, sperpera ingenti risorse pubbliche, e' in contrasto con le norme ed i vincoli di salvaguardia del territorio, viola le leggi in vigore. Come abbiamo gia' ripetutamente scritto ad alcuni suoi colleghi di Giunta (la cui protratta sordita' non poco ci sconcerta): 1. il mega-aeroporto ricadrebbe nell'area termale del Bulicame, un bene di estrema rilevanza naturalistica, storica, culturale, terapeutica, sociale ed economica; un bene peculiare ed irrinunciabile che la realizzazione dell'opera mega-aeroportuale devasterebbe irreversibilmente; 2. il mega-aeroporto ricadrebbe su un'area di rilevantissime emergenze archeologiche e relativi vincoli di salvaguardia; 3. il mega-aeroporto avrebbe effetti assai gravi sulla salute, la sicurezza e la qualita' della vita della popolazione viterbese; 4. il mega-aeroporto devasterebbe un'area pregiata anche dal punto di vista delle colture agricole; 5. il mega-aeroporto avrebbe un impatto assai negativo sull'Orto botanico sito nelle immediate vicinanze e sull'attivita' di ricerca scientifica dell'Universita' della Tuscia; 6. inoltre la rete infrastrutturale viterbese - gia' inadeguata - collasserebbe immediatamente se venisse realizzato il mega-aeroporto; 7. un mega-aeroporto illecito e irrealizzabile, nocivo e distruttivo, costituirebbe inoltre un colossale sperpero di pubblico denaro configurabile non solo come illecito amministrativo ma anche come reato penale in capo a quanti se ne rendessero corresponsabili; 8. il mega-aeroporto confligge con il Piano territoriale paesaggistico regionale e relativi vincoli di salvaguardia; 9. il mega-aeroporto confligge con il Piano regolatore generale del Comune di Viterbo e relativi vincoli di salvaguardia; 10. la decisione ministeriale che avviava le procedure per la realizzazione del mega-aeroporto e' viziata ab ovo da colossali errori di fatto oltre che procedimentali tali da invalidarla in toto; 11. ai sensi della vigente legislazione italiana ed europea il mega-aeroporto e' del tutto privo dei requisiti richiesti (non vi e' ne' un vero e proprio progetto, ne' Valutazione d'impatto ambientale - Via -, ne' Valutazione ambientale strategica - Vas -). A lei, che ha la responsabilita' dell'assessorato regionale ai Lavori Pubblici non puo' sfuggire la rilevanza di quanto precede e come cio' chiami in causa anche precise responsabilita' amministrative ed obblighi di legge in capo all'organo esecutivo regionale di cui fa parte e dei singoli membri di esso. Le segnaliamo altresi' che oltre a numerosissimi cittadini, hanno espresso una esplicita opposizione all'opera anche illustri scienziati e cattedratici di fama internazionale, autorevoli rappresentanti delle istituzioni - a cominciare dalla vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini -, figure prestigiose delle istituzioni, della cultura e della societa' civile come Ferdinando Imposimato, Guglielmo Epifani, Francesco Guccini, Dacia Maraini, padre Alex Zanotelli e molti altri. Restiamo a disposizione per ogni ulteriore informazione ed opportuno chiarimento (e la rinviamo fin d'ora alla vasta documentazione disponibile nel sito www.coipiediperterra.org). Restando altresi' in attesa di un cortese riscontro, distinti saluti, Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 2 maggio 2009 4. SOLIDARIETA'. COMITATO NO AEROPORTO DI FROSINONE-FERENTINO: FROSINONE E VITERBI UNITI DELL'OPPOSIZIONE A NUOVI FOLLI MEGA-AEROPORTI [Dal Comitato no aeroporto "in"civile di Frosinone-Ferentino (per contatti: e-mail: noaeroporto.fr at libero.it, sito: www.noaeroporto-ferentino-frosinone.blogspot.com/, per contattare direttamente il portavoce del comitato, Marco Maddalena: tel. 33839779412, e-mail: maddalenamarco at libero.it) riceviamo e diffondiamo] Al comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti Carissime e carissimi tutti, Vi ringraziamo per la vostra solidarieta' e vi inviamo la nostra. Crediamo che sia necessario impegnarsi nei territori contro progetti infrastrutturali che vanno irreversibilmente a impattare in modo negativo sulle risorse naturali e sulla salute della popolazione. In tal senso ci dispiace constatare che si autorizzano nella nostra regione progetti per la realizzazione di nuovi folli mega-aeroporti, che non trovano nessuna compatibilita' ambientale e nessun fondamento economico, senza ascoltare le popolazioni interessate, contravvenendo alle regole base della democrazia. Convinti che il rispetto dell'ambiente sia una ricchezza inestimabile, che puo' dar vita a nuovi modelli di sviluppo utili al rilancio sociale ed economico dei territori, continueremo come voi nella difesa del nostro territorio oggetto da anni di devastazione dell'ambiente e della salute dei cittadini. Saluti solidali, Il comitato no aeroporto "in"civile di Frosinone-Ferentino Ferentino, 29 aprile 2009 5. SOLIDARIETA'. UNA LETTERA DA VITERBO ALL'"ASSEMBLEA PERMANENTE NO F-35" DI NOVARA All'"Assemblea permanente no F-35" di Novara Carissime e carissimi tutti, siamo impegnati contro il dissennato incremento del trasporto aereo che devasta ambiente e salute e contribuisce in ingente misura al surriscaldamento globale del clima. E siamo naturalmente impegnati contro la guerra, il riarmo, le violazioni dei diritti umani. Vi esprimiamo quindi la nostra solidarieta' e il nostro impegno nella lotta contro i cacciabombardieri F-35 e lo scellerato sperpero di ingenti risorse pubbliche per finanziare la produzione di abominevoli strumenti di morte. Come e' stato evidenziato da piu' parti, dissipare oltre 13 miliardi di euro del pubblico erario per nuove armi assassine e' un crimine e una follia. L'umanita' ha bisogno di pace, di promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, di scelte di giustizia ecoequosolidali e nonviolente, di rispetto e difesa della biosfera. Un fraterno e sororale saluto, Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti Viterbo, 2 maggio 2009 6. SOLIDARIETA'. UNA LETTERA DA VITERBO ALLA CAMPAGNA PER LA SMILITARIZZAZIONE DI SIGONELLA Alle persone ed ai movimenti impegnati nella Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella Carissime e carissimi, come comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo siamo naturalmente solidali con tutte le iniziative democratiche, ecopacifiste ed equosolidali contro la guerra, contro il riarmo, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera. Ed a maggior ragione siamo solidali con la campagna per la smilitarizzazione di Sigonella, che congiunge le ragioni della difesa dell'ambiente e della difesa della pace nel campo specifico che piu' ci interessa come comitato che s'impegna particolarmente per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della legalita' costituzionale e con un approccio rigorosamente nonviolento. Teniamoci in contatto. Un forte abbraccio, Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti Viterbo, 3 maggio 2009 7. LIBRI. UN ESTRATTO DA "UN PIANO PER SALVARE IL PIANETA" DI NICHOLAS STERN [Dal sito www.feltrinellieditore.it riprendiamo il seguente estratto dal libro di Nicholas Stern, Un piano per salvare il pianeta, Feltrinelli, Milano 2009, pp. 272, euro 16. Dalla stessa fonte riprendiamo anche la seguente breve scheda di presentazione del libro: "I cambiamenti climatici non sono solo una minaccia per l'ambiente, ma un pericolo gravissimo per l'economia mondiale. Se non si agisce subito, il prezzo da pagare sara' troppo alto. Per tutti. 'Sarebbe folle ignorare un messaggio cosi' forte e urgente' (Amartya Sen, premio Nobel per l'economia). Nato su incarico del governo inglese e reso pubblico alla fine del 2006, l'ormai famoso Rapporto Stern ha fornito la prima ampia indagine sulle conseguenze economiche dei cambiamenti climatici e sull'impatto sociale dei rischi ambientali. Dal momento della sua diffusione, il Rapporto si e' imposto come un insostituibile strumento di analisi e un innovativo punto di riferimento per i governi di ogni parte del mondo. In questo nuovo libro l'autore di quel documento - l'economista inglese Nicholas Stern - ne riprende i risultati e ne trae le piu' importanti lezioni politiche. Siamo infatti - avverte Stern - in un momento delicatissimo: le decisioni che verranno assunte nei prossimi cinque anni e le azioni che saranno intraprese nei prossimi due-tre decenni saranno vitali per il futuro del pianeta. Il modello tradizionale di crescita si e' inceppato, ed e' urgente pensare un nuovo modello basato su un basso uso di combustibili tradizionali. Ignorare la questione significa non solo condannare la Terra a un futuro di inquinamento, ma imboccare una strada di non sviluppo e di decadimento economico. E' urgente avviare azioni concrete, stabilire un prezzo per l'emissione dei gas serra, definire forti obiettivi di riduzione, bloccare la deforestazione, sostenere l'innovazione e l'impiego di tecnologie a basso tenore di carbonio. Per la prima volta in modo accessibile ma economicamente circostanziato, Stern chiarisce com'e' possibile raggiungere questi obiettivi, ridurre drasticamente i rischi ambientali e favorire una nuova fase di crescita e di progresso" e la seguente notizia sull'autore: "Nicholas Stern insegna economia alla London School of Economics, dove dirige l'Osservatorio indiano creato all'interno dell'Asian Research Centre. Dal 2000 al 2003 e' stato Chief Economist e Senior Vicepresident della Banca mondiale. Dal 2003 al 2007 e' stato consulente del primo ministro inglese per i temi dello sviluppo economico e del cambiamento climatico. Su incarico del governo laburista, ha condotto la prima ampia indagine sugli effetti economici dei cambiamenti climatici, poi trasformatasi in un rapporto, l'ormai famoso Stern Review, reso pubblico alla fine del 2006. Tra le molte onorificenze ricevute, Nicholas Stern e' stato nominato alla British Academy nel 1993 ed e' membro onorario dell'American Academy of Arts and Sciences. Nel 2004 e' stato inoltre nominato Knight Bachelor, una delle piu' alte cariche onorarie del Regno Unito"] Indice del volume Ringraziamenti; Acronimi e abbreviazioni; Introduzione; 1. Perche' abbiamo un problema e come possiamo affrontarlo; Quale pericolo e come rispondere; Dove ha fallito il mercato; Progettare una politica sul clima; 2. I pericoli; Grandi rischi e grande incertezza; Dalle persone alle emissioni; Dalle emissioni all'accumulo; Accumulo delle emissioni e aumento della temperatura; Aumento di temperatura, cambiamenti climatici e condizioni di vita; Gli scettici; 3. Come ridurre le emissioni e a che prezzo; A quali obiettivi puntare; Come raggiungere gli obiettivi; I costi dell'intervento; 4. Come adattarsi ai cambiamenti climatici; Adattamento e riduzione delle emissioni: un confronto; Come adattarci; Sviluppo e adattamento nei paesi poveri. Il costo della sfida; Adattamento nei paesi in via di sviluppo e comunita' internazionale; 5. Etica, sconto e necessita' di agire; I valori etici; Diritti, responsabilita' e sostenibilita'; La scienza economica e il tasso di sconto; E' possibile trovare i valori etici nel mercato? Quanto costa non fare nulla; Come mai alcuni economisti hanno sbagliato in modo tanto plateale? Come andare avanti; 6. Le politiche di riduzione delle emissioni; Prezzi e mercati; Schemi di commercializzazione delle quote; Come sviluppare la tecnologia; Come arrivare all'elettricita' a carbonio zero: il caso della Germania; Ancora fallimenti del mercato; Responsabilita', discussione pubblica e scelte di vita; Comunita', progettazione urbana e trasporti pubblici; Istituzioni e coalizioni per l'intervento; 7. Cittadini, aziende, comunita': la forza dell'esempio; Individuare le opportunita' e motivare comportamenti consapevoli; L'opinione pubblica e la pressione sulle istituzioni politiche; Le aziende: opportunita', rischi e leadership; Le aziende e le politiche di intervento; Comunita'; 8. La struttura del patto globale; Gli elementi chiave necessari per un patto globale; Le fonti di finanziamento; 9. Come costruire un'azione duratura; Mirare alto e comprendere come si arriva alla collaborazione; Esempi concreti di politiche sulle emissioni; La discussione e l'analisi; Come vanno pensate le politiche in un'economia mondiale turbolenta; Le politiche di sostegno all'accordo globale; Le strutture internazionali; 10. Un pianeta in pericolo; Note; Bibliografia. * Dove ha fallito il mercato Al cuore delle scelte di politica economica ci deve essere il riconoscimento che l'emissione dei gas serra rappresenta un fallimento del mercato. Quando emettiamo gas serra danneggiamo le prospettive di altri e, in assenza di adeguate politiche correttive, non siamo tenuti ad accollarcene i costi. Il mercato quindi fallisce, nel senso che il suo principale strumento di coordinamento, i prezzi, in questo caso fornisce un'indicazione sbagliata. In altre parole, i prezzi - per esempio del petrolio o dell'alluminio prodotto con energia "sporca" - non corrispondono ai veri costi che la societa' deve sopportare per produrre o usare le merci. Nel linguaggio degli economisti si direbbe che il costo sociale della produzione e del consumo e' superiore al costo privato e quindi, in mancanza di un intervento correttivo, il mercato spinge verso un'eccessiva produzione e un eccessivo consumo di quei beni. Producendo e consumando quantita' inferiori di tali beni e quantita' maggiori di altri, possiamo generare quei margini economici necessari per migliorare il benessere di tutti. Se il mercato viene lasciato senza interventi correttivi, finisce per degenerare, producendo inefficienza e sprechi. I fallimenti del mercato possono assumere forme diverse e le politiche economiche servono in gran parte proprio a correggerli. Le forme principali sono l'impossibilita' di accedere a un'informazione completa, gli abusi di potere contrattuale e le "esternalita'". Si parla di "esternalita'" quando le azioni di qualcuno possono direttamente danneggiare gli altri, come accade, per esempio, quando si scaricano sostanze tossiche in un fiume, si costruiscono edifici che sono un pugno nell'occhio o si fuma in un ristorante. A fronte di un fallimento del mercato, la risposta giusta non e' quella di abbandonare il meccanismo della domanda e dell'offerta, ma di agire direttamente per "ripararlo", ricorrendo per esempio alla leva fiscale, a forme di controllo dei prezzi o all'intervento legislativo. Reagendo in questo modo ai mutamenti climatici e adottando politiche complementari in tema di tecnologia e deforestazione, si puo' raggiungere una crescita economica ininterrotta capace di ridurre la poverta'. Al contrario, se si consente al fallimento del mercato di diventare permanente si avranno danni all'ambiente e interruzioni del processo di crescita destinati a sfociare in migrazioni e conflitti. Per comprendere sia i pericoli sia le politiche da adottare, bisogna esaminare in che modo si produce un fallimento del mercato e quali effetti puo' avere sulle generazioni future. Le emissioni sono chiaramente un'esternalita' e rappresentano quindi un fallimento del mercato, ma il loro impatto si differenzia per esempio da quello della congestione o dell'inquinamento localizzato per quattro caratteristiche fondamentali: sono di lungo periodo; sono globali; presentano un'incertezza maggiore; si manifestano, potenzialmente, su vasta scala. Le emissioni di gas serra rappresentano il maggiore fallimento del mercato mai verificatosi. Al centro della nostra analisi economica ci deve essere posto per un'etica dei valori sia transgenerazionale sia intergenerazionale; per la collaborazione internazionale; per la presa di coscienza del rischio; insomma per un cambiamento profondo, capace di contare molto di piu' degli "incrementi marginali" del gergo degli economisti. Gran parte delle analisi sui cambiamenti climatici degli ultimi due decenni e' fuorviante perche' non prende in considerazione questi aspetti o lo fa solo in modo incompleto e superficiale. Nei prossimi tre decenni la nostra azione in tema di investimenti, di creazione e impiego dell'energia, di organizzazione dei trasporti e di gestione delle foreste determinera' se saremo o no in grado di tenere sotto controllo i cambiamenti climatici. Per una risposta efficace saranno necessarie soprattutto nuove tecnologie e una riduzione degli sprechi. Per cominciare a muoverci lungo un percorso di sviluppo piu' sostenibile ci vuole un piano a lungo termine: molti degli investimenti piu' gravosi, infatti, hanno un ciclo di vita di vari decenni, come le centrali elettriche e i grandi edifici. Ragionando di politiche sui cambiamenti climatici, specialmente quando si tratta dei tempi, si deve tener presente che c'e' un effetto di non ritorno di cruciale importanza. Il flusso continuo di emissioni alimenta la formazione nell'atmosfera di accumuli ad alta concentrazione di gas serra, che vengono smaltiti solo con difficolta'. Quindi ogni nostro ritardo si traduce in un incremento dell'accumulo di gas e sposta in avanti, sulla scala delle difficolta' e del pericolo, il nostro punto di partenza. A questo effetto di non ritorno si deve sommare la lunga vita di esercizio degli investimenti: il risultato e' che le decisioni, i piani e i sistemi incentivanti che metteremo in opera nei prossimi mesi e anni sono destinati a condizionare profondamente il futuro della Terra. Un'analisi che, come la nostra, voglia considerare come ridurre in prospettiva i rischi per le generazioni a venire deve esaminare in modo specifico la questione etica. Troppo spesso gli economisti eludono questo tipo di considerazioni, con il pretesto che si tratta di temi non pertinenti o sostenendo che le scelte etiche vengono "rivelate" proprio dagli andamenti e dai risultati di mercato. Entrambe queste posizioni, pero', sono sbagliate. All'analisi degli economisti non si ispirano solo le politiche economiche, ma anche i processi politici e le valutazioni morali, dunque essa puo' aiutare a dar forma alla discussione. Per esempio, puo' chiarire l'effetto che diversi paradigmi di valori hanno sulle decisioni politiche e mettere in luce eventuali contraddizioni. Mentre l'andamento dei mercati, anche se puo' fornire alcune limitate indicazioni sui valori, non potra' mai determinare quali valori debbano guidare decisioni di tale importanza, responsabilita' collettiva e durata temporale. La seconda caratteristica dell'esternalita' e' la sua natura globale. I gas serra producono lo stesso effetto sul riscaldamento globale indipendentemente dal fatto che siano emessi a Londra, a New York, a Sydney, a Pechino, a Delhi o a Johannesburg. Gli uragani e le tempeste colpiscono con la stessa forza New Orleans o Mumbai, le inondazioni sommergono l'Inghilterra proprio come il Mozambico, la siccita' e' la stessa in Australia e nel Darfur, il livello del mare si sta alzando sia in Florida sia in Bangladesh. Qui vediamo manifestarsi una duplice ingiustizia: i paesi poveri, che sono quelli meno responsabili dello stato attuale dell'accumulo di gas serra, sono anche quelli colpiti per primi e piu' duramente dagli effetti dei cambiamenti climatici. Al contempo la rapida crescita economica della Cina, dell'India e di altri paesi li sta gia' trasformando in importanti fonti di emissione. La Cina ha gia' superato gli Usa ed e' attualmente il principale produttore di gas serra a livello mondiale, mentre al terzo e al quarto posto troviamo l'Indonesia e il Brasile, questi ultimi soprattutto a causa della deforestazione e degli incendi delle torbiere. Sono i paesi ricchi ad avere le maggiori responsabilita' dello stato attuale delle cose, non solo dal punto di vista storico. Spetta quindi a loro prendere l'iniziativa e mostrarsi all'altezza della gravita' del momento, altrimenti l'azione globale e' destinata a fallire. Ma il futuro del clima sulla Terra dipende soprattutto dai paesi in via di sviluppo e dalle loro scelte: dal punto di vista demografico questo e' il loro pianeta. Gia' oggi i paesi ricchi rappresentano meno di un sesto della popolazione globale; nel 2050 non saranno che un nono, poco piu' del 10 per cento. Le grandi nazioni in via di sviluppo giocheranno quindi un ruolo centrale nell'organizzazione e nella gestione dell'azione internazionale che dovra' proteggere il loro stesso futuro. E' una profonda ingiustizia che la difficile situazione in cui ci troviamo sia in gran parte frutto del comportamento dei paesi ricchi, ma i numeri relativi alla popolazione e alle emissioni future sono tali che un piano d'azione che veda coinvolti solo loro non risulterebbe credibile. La terza e la quarta caratteristica dell'esternalita', cioe' la centralita' del rischio e la larga scala dei possibili effetti negativi, determinano sia la struttura dell'argomentazione sia il metodo di analisi. Non si tratta di un investimento per una nuova infrastruttura come un ponte o una strada. In quel caso il rapporto costi-benefici sarebbe interpretabile correttamente sulla base di un incremento marginale nel quadro di un dato percorso di crescita del sistema economico nel suo complesso. Ma parlando di mutamenti climatici discutiamo di strategie riguardanti percorsi di crescita (o di declino) per l'economia globale nel suo complesso, in un quadro di dati incerti. Sia gli strumenti di analisi sia le valutazioni politiche devono essere adeguati per affrontare direttamente questo tipo di situazione. Sembra impossibile, ma finora troppe discussioni hanno affrontato le politiche sui cambiamenti climatici come se fossero decisioni riguardanti un singolo investimento in un contesto ben definito, proprio come quando si pensa a un nuovo ponte. Per un ponte la tradizionale analisi economica (beneficio marginale contro costo marginale) va sicuramente bene, ma nel caso del clima le interazioni fra i vari parametri economici sono molto piu' complicate e profonde. 8. MAESTRE. HANNAH ARENDT: CONSUMISMO [Da Hannah Arendt, Tra passato e futuro, Garzanti, Milano 1991, p. 272. Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000] Una societa' di consumatori non sapra' mai prendersi cura di un mondo e delle cose pertinenti in esclusiva allo spazio delle apparenze terrene, perche' la sua posizione fondamentale verso tutti gli oggetti - consumare - significa la rovina di tutto cio' che tocca. 9. MAESTRE. VANDANA SHIVA: NOVE PRINCIPI ALLA BASE DELLA DEMOCRAZIA DELL'ACQUA [Da Vandana Shiva, Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003, 2004, pp. 49-50. Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008] 1. L'acqua e' un dono della natura Noi riceviamo l'acqua gratuitamente dalla natura. E' nostro dovere nei confronti della natura usare questo dono secondo le nostre esigenze di sostentamento, mantenerlo pulito e in quantita' adeguata. Le deviazioni che creano regioni aride o allagate violano il principio della democrazia ecologica. * 2. L'acqua e' essenziale alla vita L'acqua e' la fonte della vita per tutte le specie. Tutte le specie e tutti gli ecosistemi hanno diritto alla loro quota di acqua sul pianeta. * 3. La vita e' interconnessa mediante l'acqua L'acqua connette tutti gli esseri umani e ogni parte del pianeta attraverso il suo ciclo. Noi tutti abbiamo il dovere di assicurare che le nostre azioni non provochino danni ad altre specie e ad altre persone. * 4. L'acqua dev'essere gratuita per le esigenze di sostentamento Poiche' la natura ci concede l'uso gratuito dell'acqua, comprarla e venderla per ricavarne profitto viola il nostro insito diritto al dono della natura e sottrae ai poveri i loro diritti umani. * 5. L'acqua e' limitata ed e' soggetta a esaurimento L'acqua e' limitata e puo' esaurirsi se usata in maniera non sostenibile. Nell'uso non sostenibile rientra il prelevarne dall'ecosistema piu' di quanto la natura possa rifonderne (non sostenibilita' ecologica) e il consumarne piu' della propria legittima quota, dati i diritti degli altri a una giusta aprte (non sostenibilita' sociale). * 6. L'acqua dev'essere conservata Ognuno ha il dovere di conservare l'acqua e usarla in maniera sostenibile, entro limiti ecologici ed equi. * 7. L'acqua e' un bene comune L'acqua non e' un'invenzione umana. Non puo' essere confinata e non ha confini. E' per natura un bene comune. Non puo' essere posseduta come proprieta' privata e venduta come merce. * 8. Nessuno ha il diritto di distruggerla Nessuno ha il diritto di impiegare in eccesso, abusare, sprecare o inquinare i sistemi di circolazione dell'acqua. I permessi di inquinamento commerciabili violano il principio dell'uso equo e sostenibile. * 9. L'acqua non e' sostituibile L'acqua e' intrinsecamente diversa da altre risorse e prodotti. Non puo' essere trattata come una merce. 10. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 185 del 6 maggio 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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