Coi piedi per terra. 185



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 185 del 6 maggio 2009

In questo numero:
1. Dacia Maraini: L'aeroporto tra le terme
2. L'istigatore malaccorto
3. Una lettera all'assessore ai Lavori Pubblici della Regione Lazio
4. Comitato no aeroporto di Frosinone-Ferentino: Frosinone e Viterbo uniti
nell'opposizione a nuovi folli mega-aeroporti
5. Una lettera da Viterbo all'"Assemblea permanente no F-35" di Novara
6. Una lettera da Viterbo alla Campagna per la smilitarizzazione di
Sigonella
7. Un estratto da "Un piano per salvare il pianeta" di Nicholas Stern
8. Hannah Arendt: Consumismo
9. Vandana Shiva: Nove principi alla base della democrazia dell'acqua
10. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. EDITORIALE. DACIA MARAINI: L'AEROPORTO TRA LE TERME
[Dal "Corriere della sera" del 5 maggio 2009 col titolo "L'aeroporto tra le
terme". Siamo assai grati alla grande scrittrice ed intellettuale per aver
scritto questo articolo apparso nell'autorevole pagina delle opinioni e
commenti del "Corriere della sera"]

C'e' qualcosa di dissennato nel mito del progresso tecnologico senza limiti?
Lo dicono in molti. Il progresso tecnologico non guidato e non controllato
porta all'inquinamento, al disastro ecologico, agli abusi contro il
territorio, allo sperpero dei soldi pubblici, alle malattie. E ci sono
sempre nuovi dati che lo confermano. Eppure chi insegue il pericoloso mito
del progresso illimitato dice il contrario. Per costoro non puo' che portare
ricchezza, benessere, lavoro e civilta'.
Ma prendiamo un caso particolare: il progetto di un mega-aeroporto in una
zona di grande valore archeologico e termale. La piccola e bellissima citta'
di Viterbo con i suoi dintorni che mantengono vive le memorie della civilta'
etrusca, e' stata scelta per la realizzazione di un gigantesco aeroporto del
"mordi e fuggi" come lo definiscono i viterbesi. Li' in mezzo a un
ricchissimo giardino archeologico, distruggendo resti preziosi, invadendo
l'area termale chiamata Bulicame, si vorrebbero gettare tonnellate di
cemento per un turismo diretto soprattutto verso Roma.
Curioso questo fatto: mentre le linee aeree perdono clienti ed entrano in
crisi, gli aeroporti aumentano. Non e' una contraddizione? Ora ogni piccola
citta' pretende di avere il volo sotto casa per raggiungere le varie citta'
del mondo. Naturalmente sono soldi che circolano, aziende che si
arricchiscono, aerei che vengono comprati e venduti, biglietti che costano
sempre meno. Ma qualcuno pensa alle conseguenze sul territorio, sul clima,
sulla salute?
Il "Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto
aereo", guidato da Antonella Litta, ha le idee chiare. Le sue battaglie
vengono combattute soprattutto in rete, in collaborazione con il "Centro di
ricerca per la pace" guidato da Peppe Sini. I due Comitati danno voce ai
cittadini, ai medici, ai geologi, agli ambientalisti. Spediscono lettere
alle istituzioni governative. Chiedono un freno all'irresponsabile foga di
cementificare e adulterare il Paese. Spiegano con razionalita' le ragioni
del no. Che non riguardano solo Viterbo ma tutto il nostro gia' troppo
martoriato paese. Lo sviluppo tecnologico, ricordano, non puo' imporsi sulle
leggi della natura che alla lunga si ribella provocando disastri: alluvioni,
slavine, smottamenti, siccita', avvelenamento dell'acqua e dell'aria.
Certo e' comodo volare da un aeroporto sotto casa nelle piu' belle citta'
del mondo. Ma quanto ci costerebbe questa comodita'? Intanto riflettiamo sul
fatto che il traffico aereo contribuisce in larga misura al surriscaldamento
del clima. E proprio nel momento in cui l'Italia prende seri impegni per
ridurre il surriscaldamento, ci mettiamo a progettare nuovi aeroporti? Certo
la moltiplicazione dei voli puo' fare girare provvisoriamente il mercato, ma
alla lunga risulta anche antieconomica perche' e' energivora. Mentre
"l'umanita' ha bisogno di una economia della sobrieta' e della condivisione
che consideri i limiti della biosfera e della scarsita' delle risorse". Lo
Stato si mostra generoso e avaro nello stesso tempo: con una mano da' soldi
alle Compagnie aeree e con l'altra taglia i costi ambientali e sociali che
vengono poi pagati dalle popolazioni piu' indifese e indigenti. Ha senso
tutto questo?

2. EDITORIALE. L'ISTIGATORE MALACCORTO

Un assessore del Comune di Viterbo chiede al Ministro dei Trasporti di
adoperarsi per dare al piu' presto inizio alla realizzazione di un
mega-aeroporto a Viterbo in flagrante violazione delle leggi italiane ed in
flagrante violazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed
urbanistica vigenti (e dei relativi vincoli di salvaguardia).
Scrive infatti l'assessore al ministro, con piglio d'altri tempi: "Il nostro
motto e' partire o meglio partire immediatamente". E par quasi di sentir
sbattere i tacchi.
*
E la Valutazione d'impatto ambientale obbligatoria per legge?
E la flagrante violazione del piano regolatore del Comune di Viterbo?
E l'illegalita' della distruzione dei beni archeologici che si trovano
nell'area?
E la devastazione dell'area termale del Bulicame nel cui cuore si vorrebbe
realizzare il mega-aeroporto?
E il danno alla salute e alla sicurezza dei cittadini dei quartieri piu'
prossimi all'area?
E i 31 fattori ovvero elementi critici concretamente ostativi ed
effettualmente irrisolti che occupano ben dieci delle 22 pagine della
recente relazione ministeriale, 31 elementi ostativi di cui alcuni sono
palesemente, decisamente e definitivamente insormontabili?
Sono solo alcuni dei molti quesiti che meriterebbero attenzione e risposta.
Altro che le chiacchiere da caffe' e la propaganda per i gonzi cui da due
anni tanta parte del ceto politico viterbese e' dedita, tra insipienza ed
irresponsabilita', mistificanti farneticazioni e mire speculative.
*
"Partire immediatamente", si legge nella prosa assessorile.
E il rispetto del diritto e dei diritti? Il rispetto delle leggi in vigore?
Quell'assessore sa bene che "partire immediatamente" con l'opera e'
impossibile, sia per ragioni di fatto, sia per ragioni di diritto. E sa bene
che se il ministro desse il via ai lavori del mega-aeroporto in flagrante
violazione di legge commetterebbe un reato previsto e punito dal codice.
Quell'assessore e' un avvocato: suvvia, possibile che non ricordi che
l'istigazione a delinquere e' anch'essa un reato?

3. DOCUMENTI. UNA LETTERA ALL'ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI DELLA REGIONE
LAZIO

All'Assessore ai Lavori Pubblici della Regione Lazio
e per opportuna conoscenza: al Presidente della Commissione Lavori Pubblici
della Regione Lazio, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, al
Ministro ai Lavori Pubblici
Oggetto: Opposizione alla realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto che
devasta beni insostituibili, e' nocivo per la popolazione, sperpera ingenti
risorse pubbliche, e' in contrasto con le norme ed i vincoli di salvaguardia
del territorio, viola le leggi in vigore.
*
Egregio assessore,
con la presente le segnaliamo alcune ragioni di opposizione alla
realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto che devasta beni
insostituibili, e' nocivo per la popolazione, sperpera ingenti risorse
pubbliche, e' in contrasto con le norme ed i vincoli di salvaguardia del
territorio, viola le leggi in vigore.
Come abbiamo gia' ripetutamente scritto ad alcuni suoi colleghi di Giunta
(la cui protratta sordita' non poco ci sconcerta):
1. il mega-aeroporto ricadrebbe nell'area termale del Bulicame, un bene di
estrema rilevanza naturalistica, storica, culturale, terapeutica, sociale ed
economica; un bene peculiare ed irrinunciabile che la realizzazione
dell'opera mega-aeroportuale devasterebbe irreversibilmente;
2. il mega-aeroporto ricadrebbe su un'area di rilevantissime emergenze
archeologiche e relativi vincoli di salvaguardia;
3. il mega-aeroporto avrebbe effetti assai gravi sulla salute, la sicurezza
e la qualita' della vita della popolazione viterbese;
4. il mega-aeroporto devasterebbe un'area pregiata anche dal punto di vista
delle colture agricole;
5. il mega-aeroporto avrebbe un impatto assai negativo sull'Orto botanico
sito nelle immediate vicinanze e sull'attivita' di ricerca scientifica
dell'Universita' della Tuscia;
6. inoltre la rete infrastrutturale viterbese - gia' inadeguata -
collasserebbe immediatamente se venisse realizzato il mega-aeroporto;
7. un mega-aeroporto illecito e irrealizzabile, nocivo e distruttivo,
costituirebbe inoltre un colossale sperpero di pubblico denaro configurabile
non solo come illecito amministrativo ma anche come reato penale in capo a
quanti se ne rendessero corresponsabili;
8. il mega-aeroporto confligge con il Piano territoriale paesaggistico
regionale e relativi vincoli di salvaguardia;
9. il mega-aeroporto confligge con il Piano regolatore generale del Comune
di Viterbo e relativi vincoli di salvaguardia;
10. la decisione ministeriale che avviava le procedure per la realizzazione
del mega-aeroporto  e' viziata ab ovo da colossali errori di fatto oltre che
procedimentali tali da invalidarla in toto;
11. ai sensi della vigente legislazione italiana ed europea il
mega-aeroporto e' del tutto privo dei requisiti richiesti (non vi e' ne' un
vero e proprio progetto, ne' Valutazione d'impatto ambientale - Via -, ne'
Valutazione ambientale strategica - Vas -).
A lei, che ha la responsabilita' dell'assessorato regionale ai Lavori
Pubblici non puo' sfuggire la rilevanza di quanto precede e come cio' chiami
in causa anche precise responsabilita' amministrative ed obblighi di legge
in capo all'organo esecutivo regionale di cui fa parte e dei singoli membri
di esso.
Le segnaliamo altresi' che oltre a numerosissimi cittadini, hanno espresso
una esplicita opposizione all'opera anche illustri scienziati e cattedratici
di fama internazionale, autorevoli rappresentanti delle istituzioni - a
cominciare dalla vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini -,
figure prestigiose delle istituzioni, della cultura e della societa' civile
come Ferdinando Imposimato, Guglielmo Epifani, Francesco Guccini, Dacia
Maraini, padre Alex Zanotelli e molti altri.
Restiamo a disposizione per ogni ulteriore informazione ed opportuno
chiarimento (e la rinviamo fin d'ora alla vasta documentazione disponibile
nel sito www.coipiediperterra.org).
Restando altresi' in attesa di un cortese riscontro, distinti saluti,
Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione del
mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo,
in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di
tutti
Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 2 maggio 2009

4. SOLIDARIETA'. COMITATO NO AEROPORTO DI FROSINONE-FERENTINO: FROSINONE E
VITERBI UNITI DELL'OPPOSIZIONE A NUOVI FOLLI MEGA-AEROPORTI
[Dal Comitato no aeroporto "in"civile di Frosinone-Ferentino (per contatti:
e-mail: noaeroporto.fr at libero.it, sito:
www.noaeroporto-ferentino-frosinone.blogspot.com/, per contattare
direttamente  il portavoce del comitato, Marco Maddalena: tel. 33839779412,
e-mail: maddalenamarco at libero.it) riceviamo e diffondiamo]

Al comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti
Carissime e carissimi tutti,
Vi ringraziamo per la vostra solidarieta' e vi inviamo la nostra.
Crediamo che sia necessario impegnarsi nei territori contro progetti
infrastrutturali che vanno irreversibilmente a impattare in modo negativo
sulle risorse naturali e sulla salute della popolazione. In tal senso ci
dispiace constatare che si autorizzano nella nostra regione progetti per la
realizzazione di nuovi folli mega-aeroporti, che non trovano nessuna
compatibilita' ambientale e nessun fondamento economico, senza ascoltare le
popolazioni interessate, contravvenendo alle regole base della democrazia.
Convinti che il rispetto dell'ambiente sia una ricchezza inestimabile, che
puo' dar vita a nuovi modelli di sviluppo utili al rilancio sociale ed
economico dei territori, continueremo come voi nella difesa del nostro
territorio oggetto da anni di devastazione dell'ambiente e della salute dei
cittadini.
Saluti solidali,
Il comitato no aeroporto "in"civile di Frosinone-Ferentino
Ferentino, 29 aprile 2009

5. SOLIDARIETA'. UNA LETTERA DA VITERBO ALL'"ASSEMBLEA PERMANENTE NO F-35"
DI NOVARA

All'"Assemblea permanente no F-35" di Novara
Carissime e carissimi tutti,
siamo impegnati contro il dissennato incremento del trasporto aereo che
devasta ambiente e salute e contribuisce in ingente misura al
surriscaldamento globale del clima.
E siamo naturalmente impegnati contro la guerra, il riarmo, le violazioni
dei diritti umani.
Vi esprimiamo quindi la nostra solidarieta' e il nostro impegno nella lotta
contro i cacciabombardieri F-35 e lo scellerato sperpero di ingenti risorse
pubbliche per finanziare la produzione di abominevoli strumenti di morte.
Come e' stato evidenziato da piu' parti, dissipare oltre 13 miliardi di euro
del pubblico erario per nuove armi assassine e' un crimine e una follia.
L'umanita' ha bisogno di pace, di promozione dei diritti umani di tutti gli
esseri umani, di scelte di giustizia ecoequosolidali e nonviolente, di
rispetto e difesa della biosfera.
Un fraterno e sororale saluto,
Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 2 maggio 2009

6. SOLIDARIETA'. UNA LETTERA DA VITERBO ALLA CAMPAGNA PER LA
SMILITARIZZAZIONE DI SIGONELLA

Alle persone ed ai movimenti impegnati nella Campagna per la
smilitarizzazione di Sigonella
Carissime e carissimi,
come comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo siamo naturalmente
solidali con tutte le iniziative democratiche, ecopacifiste ed equosolidali
contro la guerra, contro il riarmo, per i diritti umani di tutti gli esseri
umani, per la difesa della biosfera.
Ed a maggior ragione siamo solidali con la campagna per la smilitarizzazione
di Sigonella, che congiunge le ragioni della difesa dell'ambiente e della
difesa della pace nel campo specifico che piu' ci interessa come comitato
che s'impegna particolarmente per la riduzione del trasporto aereo, in
difesa della legalita' costituzionale e con un approccio rigorosamente
nonviolento.
Teniamoci in contatto.
Un forte abbraccio,
Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 3 maggio 2009

7. LIBRI. UN ESTRATTO DA "UN PIANO PER SALVARE IL PIANETA" DI NICHOLAS STERN
[Dal sito www.feltrinellieditore.it riprendiamo il seguente estratto dal
libro di Nicholas Stern, Un piano per salvare il pianeta, Feltrinelli,
Milano 2009, pp. 272, euro 16. Dalla stessa fonte riprendiamo anche la
seguente breve scheda di presentazione del libro: "I cambiamenti climatici
non sono solo una minaccia per l'ambiente, ma un pericolo gravissimo per
l'economia mondiale. Se non si agisce subito, il prezzo da pagare sara'
troppo alto. Per tutti. 'Sarebbe folle ignorare un messaggio cosi' forte e
urgente' (Amartya Sen, premio Nobel per l'economia). Nato su incarico del
governo inglese e reso pubblico alla fine del 2006, l'ormai famoso Rapporto
Stern ha fornito la prima ampia indagine sulle conseguenze economiche dei
cambiamenti climatici e sull'impatto sociale dei rischi ambientali. Dal
momento della sua diffusione, il Rapporto si e' imposto come un
insostituibile strumento di analisi e un innovativo punto di riferimento per
i governi di ogni parte del mondo. In questo nuovo libro l'autore di quel
documento - l'economista inglese Nicholas Stern - ne riprende i risultati e
ne trae le piu' importanti lezioni politiche. Siamo infatti - avverte
Stern - in un momento delicatissimo: le decisioni che verranno assunte nei
prossimi cinque anni e le azioni che saranno intraprese nei prossimi due-tre
decenni saranno vitali per il futuro del pianeta. Il modello tradizionale di
crescita si e' inceppato, ed e' urgente pensare un nuovo modello basato su
un basso uso di combustibili tradizionali. Ignorare la questione significa
non solo condannare la Terra a un futuro di inquinamento, ma imboccare una
strada di non sviluppo e di decadimento economico. E' urgente avviare azioni
concrete, stabilire un prezzo per l'emissione dei gas serra, definire forti
obiettivi di riduzione, bloccare la deforestazione, sostenere l'innovazione
e l'impiego di tecnologie a basso tenore di carbonio. Per la prima volta in
modo accessibile ma economicamente circostanziato, Stern chiarisce com'e'
possibile raggiungere questi obiettivi, ridurre drasticamente i rischi
ambientali e favorire una nuova fase di crescita e di progresso" e la
seguente notizia sull'autore: "Nicholas Stern insegna economia alla London
School of Economics, dove dirige l'Osservatorio indiano creato all'interno
dell'Asian Research Centre. Dal 2000 al 2003 e' stato Chief Economist e
Senior Vicepresident della Banca mondiale. Dal 2003 al 2007 e' stato
consulente del primo ministro inglese per i temi dello sviluppo economico e
del cambiamento climatico. Su incarico del governo laburista, ha condotto la
prima ampia indagine sugli effetti economici dei cambiamenti climatici, poi
trasformatasi in un rapporto, l'ormai famoso Stern Review, reso pubblico
alla fine del 2006. Tra le molte onorificenze ricevute, Nicholas Stern e'
stato nominato alla British Academy nel 1993 ed e' membro onorario
dell'American Academy of Arts and Sciences. Nel 2004 e' stato inoltre
nominato Knight Bachelor, una delle piu' alte cariche onorarie del Regno
Unito"]

Indice del volume
Ringraziamenti; Acronimi e abbreviazioni; Introduzione; 1. Perche' abbiamo
un problema e come possiamo affrontarlo; Quale pericolo e come rispondere;
Dove ha fallito il mercato; Progettare una politica sul clima; 2. I
pericoli; Grandi rischi e grande incertezza; Dalle persone alle emissioni;
Dalle emissioni all'accumulo; Accumulo delle emissioni e aumento della
temperatura; Aumento di temperatura, cambiamenti climatici e condizioni di
vita; Gli scettici; 3. Come ridurre le emissioni e a che prezzo; A quali
obiettivi puntare; Come raggiungere gli obiettivi; I costi dell'intervento;
4. Come adattarsi ai cambiamenti climatici; Adattamento e riduzione delle
emissioni: un confronto; Come adattarci; Sviluppo e adattamento nei paesi
poveri. Il costo della sfida; Adattamento nei paesi in via di sviluppo e
comunita' internazionale; 5. Etica, sconto e necessita' di agire; I valori
etici; Diritti, responsabilita' e sostenibilita'; La scienza economica e il
tasso di sconto; E' possibile trovare i valori etici nel mercato? Quanto
costa non fare nulla; Come mai alcuni economisti hanno sbagliato in modo
tanto plateale? Come andare avanti; 6. Le politiche di riduzione delle
emissioni; Prezzi e mercati; Schemi di commercializzazione delle quote; Come
sviluppare la tecnologia; Come arrivare all'elettricita' a carbonio zero: il
caso della Germania; Ancora fallimenti del mercato; Responsabilita',
discussione pubblica e scelte di vita; Comunita', progettazione urbana e
trasporti pubblici; Istituzioni e coalizioni per l'intervento; 7. Cittadini,
aziende, comunita': la forza dell'esempio; Individuare le opportunita' e
motivare comportamenti consapevoli; L'opinione pubblica e la pressione sulle
istituzioni politiche; Le aziende: opportunita', rischi e leadership; Le
aziende e le politiche di intervento; Comunita'; 8. La struttura del patto
globale; Gli elementi chiave necessari per un patto globale; Le fonti di
finanziamento; 9. Come costruire un'azione duratura; Mirare alto e
comprendere come si arriva alla collaborazione; Esempi concreti di politiche
sulle emissioni; La discussione e l'analisi; Come vanno pensate le politiche
in un'economia mondiale turbolenta; Le politiche di sostegno all'accordo
globale; Le strutture internazionali; 10. Un pianeta in pericolo; Note;
Bibliografia.
*
Dove ha fallito il mercato
Al cuore delle scelte di politica economica ci deve essere il riconoscimento
che l'emissione dei gas serra rappresenta un fallimento del mercato. Quando
emettiamo gas serra danneggiamo le prospettive di altri e, in assenza di
adeguate politiche correttive, non siamo tenuti ad accollarcene i costi. Il
mercato quindi fallisce, nel senso che il suo principale strumento di
coordinamento, i prezzi, in questo caso fornisce un'indicazione sbagliata.
In altre parole, i prezzi - per esempio del petrolio o dell'alluminio
prodotto con energia "sporca" - non corrispondono ai veri costi che la
societa' deve sopportare per produrre o usare le merci. Nel linguaggio degli
economisti si direbbe che il costo sociale della produzione e del consumo e'
superiore al costo privato e quindi, in mancanza di un intervento
correttivo, il mercato spinge verso un'eccessiva produzione e un eccessivo
consumo di quei beni. Producendo e consumando quantita' inferiori di tali
beni e quantita' maggiori di altri, possiamo generare quei margini economici
necessari per migliorare il benessere di tutti. Se il mercato viene lasciato
senza interventi correttivi, finisce per degenerare, producendo inefficienza
e sprechi.
I fallimenti del mercato possono assumere forme diverse e le politiche
economiche servono in gran parte proprio a correggerli. Le forme principali
sono l'impossibilita' di accedere a un'informazione completa, gli abusi di
potere contrattuale e le "esternalita'". Si parla di "esternalita'" quando
le azioni di qualcuno possono direttamente danneggiare gli altri, come
accade, per esempio, quando si scaricano sostanze tossiche in un fiume, si
costruiscono edifici che sono un pugno nell'occhio o si fuma in un
ristorante.
A fronte di un fallimento del mercato, la risposta giusta non e' quella di
abbandonare il meccanismo della domanda e dell'offerta, ma di agire
direttamente per "ripararlo", ricorrendo per esempio alla leva fiscale, a
forme di controllo dei prezzi o all'intervento legislativo. Reagendo in
questo modo ai mutamenti climatici e adottando politiche complementari in
tema di tecnologia e deforestazione, si puo' raggiungere una crescita
economica ininterrotta capace di ridurre la poverta'. Al contrario, se si
consente al fallimento del mercato di diventare permanente si avranno danni
all'ambiente e interruzioni del processo di crescita destinati a sfociare in
migrazioni e conflitti. Per comprendere sia i pericoli sia le politiche da
adottare, bisogna esaminare in che modo si produce un fallimento del mercato
e quali effetti puo' avere sulle generazioni future.
Le emissioni sono chiaramente un'esternalita' e rappresentano quindi un
fallimento del mercato, ma il loro impatto si differenzia per esempio da
quello della congestione o dell'inquinamento localizzato per quattro
caratteristiche fondamentali: sono di lungo periodo; sono globali;
presentano un'incertezza maggiore; si manifestano, potenzialmente, su vasta
scala. Le emissioni di gas serra rappresentano il maggiore fallimento del
mercato mai verificatosi. Al centro della nostra analisi economica ci deve
essere posto per un'etica dei valori sia transgenerazionale sia
intergenerazionale; per la collaborazione internazionale; per la presa di
coscienza del rischio; insomma per un cambiamento profondo, capace di
contare molto di piu' degli "incrementi marginali" del gergo degli
economisti. Gran parte delle analisi sui cambiamenti climatici degli ultimi
due decenni e' fuorviante perche' non prende in considerazione questi
aspetti o lo fa solo in modo incompleto e superficiale.
Nei prossimi tre decenni la nostra azione in tema di investimenti, di
creazione e impiego dell'energia, di organizzazione dei trasporti e di
gestione delle foreste determinera' se saremo o no in grado di tenere sotto
controllo i cambiamenti climatici. Per una risposta efficace saranno
necessarie soprattutto nuove tecnologie e una riduzione degli sprechi. Per
cominciare a muoverci lungo un percorso di sviluppo piu' sostenibile ci
vuole un piano a lungo termine: molti degli investimenti piu' gravosi,
infatti, hanno un ciclo di vita di vari decenni, come le centrali elettriche
e i grandi edifici.
Ragionando di politiche sui cambiamenti climatici, specialmente quando si
tratta dei tempi, si deve tener presente che c'e' un effetto di non ritorno
di cruciale importanza. Il flusso continuo di emissioni alimenta la
formazione nell'atmosfera di accumuli ad alta concentrazione di gas serra,
che vengono smaltiti solo con difficolta'. Quindi ogni nostro ritardo si
traduce in un incremento dell'accumulo di gas e sposta in avanti, sulla
scala delle difficolta' e del pericolo, il nostro punto di partenza. A
questo effetto di non ritorno si deve sommare la lunga vita di esercizio
degli investimenti: il risultato e' che le decisioni, i piani e i sistemi
incentivanti che metteremo in opera nei prossimi mesi e anni sono destinati
a condizionare profondamente il futuro della Terra.
Un'analisi che, come la nostra, voglia considerare come ridurre in
prospettiva i rischi per le generazioni a venire deve esaminare in modo
specifico la questione etica. Troppo spesso gli economisti eludono questo
tipo di considerazioni, con il pretesto che si tratta di temi non pertinenti
o sostenendo che le scelte etiche vengono "rivelate" proprio dagli andamenti
e dai risultati di mercato. Entrambe queste posizioni, pero', sono
sbagliate. All'analisi degli economisti non si ispirano solo le politiche
economiche, ma anche i processi politici e le valutazioni morali, dunque
essa puo' aiutare a dar forma alla discussione. Per esempio, puo' chiarire
l'effetto che diversi paradigmi di valori hanno sulle decisioni politiche e
mettere in luce eventuali contraddizioni. Mentre l'andamento dei mercati,
anche se puo' fornire alcune limitate indicazioni sui valori, non potra' mai
determinare quali valori debbano guidare decisioni di tale importanza,
responsabilita' collettiva e durata temporale.
La seconda caratteristica dell'esternalita' e' la sua natura globale. I gas
serra producono lo stesso effetto sul riscaldamento globale
indipendentemente dal fatto che siano emessi a Londra, a New York, a Sydney,
a Pechino, a Delhi o a Johannesburg. Gli uragani e le tempeste colpiscono
con la stessa forza New Orleans o Mumbai, le inondazioni sommergono
l'Inghilterra proprio come il Mozambico, la siccita' e' la stessa in
Australia e nel Darfur, il livello del mare si sta alzando sia in Florida
sia in Bangladesh.
Qui vediamo manifestarsi una duplice ingiustizia: i paesi poveri, che sono
quelli meno responsabili dello stato attuale dell'accumulo di gas serra,
sono anche quelli colpiti per primi e piu' duramente dagli effetti dei
cambiamenti climatici. Al contempo la rapida crescita economica della Cina,
dell'India e di altri paesi li sta gia' trasformando in importanti fonti di
emissione. La Cina ha gia' superato gli Usa ed e' attualmente il principale
produttore di gas serra a livello mondiale, mentre al terzo e al quarto
posto troviamo l'Indonesia e il Brasile, questi ultimi soprattutto a causa
della deforestazione e degli incendi delle torbiere.
Sono i paesi ricchi ad avere le maggiori responsabilita' dello stato attuale
delle cose, non solo dal punto di vista storico. Spetta quindi a loro
prendere l'iniziativa e mostrarsi all'altezza della gravita' del momento,
altrimenti l'azione globale e' destinata a fallire. Ma il futuro del clima
sulla Terra dipende soprattutto dai paesi in via di sviluppo e dalle loro
scelte: dal punto di vista demografico questo e' il loro pianeta. Gia' oggi
i paesi ricchi rappresentano meno di un sesto della popolazione globale; nel
2050 non saranno che un nono, poco piu' del 10 per cento. Le grandi nazioni
in via di sviluppo giocheranno quindi un ruolo centrale nell'organizzazione
e nella gestione dell'azione internazionale che dovra' proteggere il loro
stesso futuro. E' una profonda ingiustizia che la difficile situazione in
cui ci troviamo sia in gran parte frutto del comportamento dei paesi ricchi,
ma i numeri relativi alla popolazione e alle emissioni future sono tali che
un piano d'azione che veda coinvolti solo loro non risulterebbe credibile.
La terza e la quarta caratteristica dell'esternalita', cioe' la centralita'
del rischio e la larga scala dei possibili effetti negativi, determinano sia
la struttura dell'argomentazione sia il metodo di analisi. Non si tratta di
un investimento per una nuova infrastruttura come un ponte o una strada. In
quel caso il rapporto costi-benefici sarebbe interpretabile correttamente
sulla base di un incremento marginale nel quadro di un dato percorso di
crescita del sistema economico nel suo complesso. Ma parlando di mutamenti
climatici discutiamo di strategie riguardanti percorsi di crescita (o di
declino) per l'economia globale nel suo complesso, in un quadro di dati
incerti. Sia gli strumenti di analisi sia le valutazioni politiche devono
essere adeguati per affrontare direttamente questo tipo di situazione.
Sembra impossibile, ma finora troppe discussioni hanno affrontato le
politiche sui cambiamenti climatici come se fossero decisioni riguardanti un
singolo investimento in un contesto ben definito, proprio come quando si
pensa a un nuovo ponte. Per un ponte la tradizionale analisi economica
(beneficio marginale contro costo marginale) va sicuramente bene, ma nel
caso del clima le interazioni fra i vari parametri economici sono molto piu'
complicate e profonde.

8. MAESTRE. HANNAH ARENDT: CONSUMISMO
[Da Hannah Arendt, Tra passato e futuro, Garzanti, Milano 1991, p. 272.
Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva
di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe
all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le
massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne
ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista
rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel
1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti
tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo
l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione
originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951),
Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen
(1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti,
Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli,
Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e'
apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di
brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano,
1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969.
Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra
amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975,
Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio
Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2.
1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita'
e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano
2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su
Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl,
Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici:
Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito,
L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996;
Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti,
Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona
Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi
politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994;
Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia
Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005. Per chi legge il tedesco due
piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato
iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei
Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000]

Una societa' di consumatori non sapra' mai prendersi cura di un mondo e
delle cose pertinenti in esclusiva allo spazio delle apparenze terrene,
perche' la sua posizione fondamentale verso tutti gli oggetti - consumare -
significa la rovina di tutto cio' che tocca.

9. MAESTRE. VANDANA SHIVA: NOVE PRINCIPI ALLA BASE DELLA DEMOCRAZIA
DELL'ACQUA
[Da Vandana Shiva, Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003, 2004, pp.
49-50.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti
istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni
Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa
dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di
riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli,
di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia
di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti
pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo,
Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino
1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze,
DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta
di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano
2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della
globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli,
Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008]

1. L'acqua e' un dono della natura
Noi riceviamo l'acqua gratuitamente dalla natura. E' nostro dovere nei
confronti della natura usare questo dono secondo le nostre esigenze di
sostentamento, mantenerlo pulito e in quantita' adeguata. Le deviazioni che
creano regioni aride o allagate violano il principio della democrazia
ecologica.
*
2. L'acqua e' essenziale alla vita
L'acqua e' la fonte della vita per tutte  le specie. Tutte le specie e tutti
gli ecosistemi hanno diritto alla loro quota di acqua sul pianeta.
*
3. La vita e' interconnessa mediante l'acqua
L'acqua connette tutti gli esseri umani e ogni parte del pianeta attraverso
il suo ciclo. Noi tutti abbiamo il dovere di assicurare che le nostre azioni
non provochino danni ad altre specie e ad altre persone.
*
4. L'acqua dev'essere gratuita per le esigenze di sostentamento
Poiche' la natura ci concede l'uso gratuito dell'acqua, comprarla e venderla
per ricavarne profitto viola il nostro insito diritto al dono della natura e
sottrae ai poveri i loro diritti umani.
*
5. L'acqua e' limitata ed e' soggetta a esaurimento
L'acqua e' limitata e puo' esaurirsi se usata in maniera non sostenibile.
Nell'uso non sostenibile rientra il prelevarne dall'ecosistema piu' di
quanto la natura possa rifonderne (non sostenibilita' ecologica) e il
consumarne piu' della propria legittima quota, dati i diritti degli altri a
una giusta aprte (non sostenibilita' sociale).
*
6. L'acqua dev'essere conservata
Ognuno ha il dovere di conservare l'acqua e usarla in maniera sostenibile,
entro limiti ecologici ed equi.
*
7. L'acqua e' un bene comune
L'acqua non e' un'invenzione umana. Non puo' essere confinata e non ha
confini. E' per natura un bene comune. Non puo' essere posseduta come
proprieta' privata e venduta come merce.
*
8. Nessuno ha il diritto di distruggerla
Nessuno ha il diritto di impiegare in eccesso, abusare, sprecare o inquinare
i sistemi di circolazione dell'acqua. I permessi di inquinamento
commerciabili violano il principio dell'uso equo e sostenibile.
*
9. L'acqua non e' sostituibile
L'acqua e' intrinsecamente diversa da altre risorse e prodotti. Non puo'
essere trattata come una merce.

10. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 185 del 6 maggio 2009

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