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Minime. 809
- Subject: Minime. 809
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 3 May 2009 00:51:42 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 809 del 3 maggio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Maria G. Di Rienzo: Afghanistan, quello che so 2. Annamaria Rivera: Della follia razzista un florilegio 3. Cinzia Gubbini: Alla stazione 4. La campagna di indignazione contro gli F-35 5. La mascherata 6. Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal terremoto 7. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 8. Letture: Ekkehart Krippendorff, Lo stato e la guerra 9. Letture: Roberto Massari, Il centrismo sui generis 10. Letture: John Ruskin, I miti del progresso 11. Riletture: Jurek Becker, Jakob il bugiardo 12. Riletture: Nzuzi Bibaki, La stregoneria 13. Riletture: Anna Maria Cappelletti: Didattica interculturale della geometria 14. Riletture: Fedor Dostoevskij, Povera gente 15. Riletture: Paolo Poli, Chiesa e poligamia in Africa 16. Riedizioni: Apollonio Rodio, Le argonautiche 17. Riedizioni: Aristofane, Commedie 18. Riedizioni: Romano Bracalini, Otto milioni di biciclette 19. Riedizioni: Rudolf Carnap, La costruzione logica del mondo. Pseudoproblemi nella filosofia 20. Riedizioni: Gaio Giulio Cesare, Le guerre 21. Riedizioni: Federico Garcia Lorca, Poesie d'amore 22. Riedizioni: Kahlil Gibran, Il profeta 23. Riedizioni: Martin Heidegger, Essere e tempo 24. Riedizioni: Adam Smith, La ricchezza delle nazioni 25. La "Carta" del Movimento Nonviolento 26. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: AFGHANISTAN, QUELLO CHE SO [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento] So che piu' soldati in Afghanistan significheranno ipso facto piu' afgani morti. Dal 2007 al 2008 c'e' stato un aumento del 40% di queste "inevitabili tragedie" o "vittime accidentali" o in qualsiasi altro modo si voglia occultare i cadaveri in un sudario di parole. So che problemi politici quali il legittimo scontento della popolazione per gli attacchi ai civili, la corruzione del governo Karzai e il sostegno pakistano ai talebani non si risolvono con piu' guerra. So che l'aumento di truppe e' gia' avvenuto nel 2007, un incremento del 45%. Nel corso di quell'anno, il numero dei civili uccisi "accidentalmente" e' quadruplicato. So che gli Usa e i loro volonterosi alleati, fra cui il mio paese, stanno spalleggiando un governo impopolare e corrotto. Con l'illusione di combattere al-Qaida e i talebani, si sono portati al potere signori della guerra, trafficanti di droga e miliziani particolarmente brutali. Il 60% del Parlamento afgano e' composto da signori della guerra o da persone che hanno legami con essi. Un deputato afgano (Mohammad Mohaqiq) e' noto per come, da miliziano, inchiodava alle pareti i suoi prigionieri ancora vivi. So che le truppe statunitensi ostacolano, anziche' favorirli, i soccorsi umanitari. Hanno infatti creato le "squadre provinciali per la ricostruzione", che annullano la differenza fra operazioni di guerra e aiuti alla popolazione. Le squadre usano l'aiuto umanitario come moneta di scambio per estorcere informazioni ai civili. Se questo dato infame non bastasse, sappiate che meta' del paese e' inaccessibile agli operatori delle ong e persino a quelli delle Nazioni Unite, e che dal 2005 gli assalti a convogli e volontari sono aumentati del 400%. So che ogni trenta minuti una donna afgana muore di parto, che una donna afgana su tre ha fatto esperienza di violenza estrema, fisica e sessuale, che tre quarti delle donne afgane sono costrette a matrimoni che non desiderano: e so che non e' sempre andata cosi'. La prima Costituzione del paese garantiva suffragio e alcuni diritti alle donne gia' nel 1923. Durante gli anni '60 e '70 dello scorso secolo la situazione era avanzata, le donne raggiungevano i gradi piu' alti dell'istruzione, partecipavano al governo della nazione e nessun codice di abbigliamento era in vigore. So che i diritti umani, e i diritti delle donne sono diritti umani, non sono negoziabili. 2. UNA SOLA UMANITA'. ANNAMARIA RIVERA: DELLA FOLLIA RAZZISTA UN FLORILEGIO [Ringraziamo Annamaria Rivera (per contatti: annamariarivera at libero.it) per averci messo a disposizione il seguente articolo apparso sul quotidiano "Liberazione" del 29 aprile 2009 col titolo "Ddl sicurezza: ecco i nuovi meteci"] Deve ricredersi chi si era illuso che deplorazioni e condanne incalzanti del razzismo all'italiana da parte di organismi comunitari e internazionali (Onu compresa) avrebbero indotto il governo a piu' miti consigli. Il testo del ddl "sicurezza", che sara' esaminato dalle due commissioni della Camera, resta l'obbrobrio che abbiamo piu' volte denunciato. Con una sola revisione, forse: quella riguardante il mantenimento della norma che fa divieto al personale sanitario di denunciare gli "irregolari". Piu' che il rispetto dei diritti umani o il timore d'inimicarsi le gerarchie cattoliche, deve aver fatto breccia il vecchio pregiudizio degli stranieri come portatori di malattia e contagio. Per il resto, il dispositivo e' un florilegio di norme discriminanti e persecutorie. S'introduce il reato di soggiorno illegale, il che, per dirne solo due, obblighera' il personale scolastico a denunciare i genitori "irregolari" degli alunni figli di stranieri e sancira' il criterio barbarico della doppia pena: l'espulsione dopo la condanna, a completare la devastazione dello stato di diritto, gia' gravemente violato con l'introduzione, ormai in vigore, dello status d'"irregolare" come aggravante, per un terzo, della pena inflitta allo straniero autore d'un qualsiasi reato. L'obbligo di dimostrare la regolarita' del soggiorno, ai fini dell'accesso sia ai servizi (esclusi quelli sanitari, sembra) sia agli atti di stato civile, impedira' agli "irregolari" di sposarsi, di registrare la nascita dei figli, di riconoscere figli naturali, di registrare la morte di familiari e parenti. Non solo: il diritto universale di costituire una famiglia e' negato agli stessi cittadini italiani che vogliano sposare una persona non in regola col titolo di soggiorno. Ancora: la subordinazione dell'iscrizione anagrafica all'idoneita' igienico-sanitaria dell'alloggio creera' un esercito di persone marchiate come clochard e registrate come tali, che siano proletari italiani o sinti giostrai, ugualmente italiani, oppure migranti costretti ad abitare la' dove il mercato degli alloggi ha deciso debbano stare i meteci. Si aggiungano l'introduzione del permesso a punti, la gabella per ogni rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno, il test sulla conoscenza della lingua italiana. E si avra' un'idea di quale sia l'intento o solo l'esito: l'esclusione dal consesso civile di minoritari, meteci e chiunque, straniero o italiano, sia in condizione di marginalita' o di fragilita' sociale. Dunque, un'operazione di sapore tardo-ottocentesco, che mira a stigmatizzare ed escludere le "classi pericolose", cioe' chiunque non corrisponda al modello dell'italiano medio: bianco, "autoctono", con un buon reddito (di provenienza lecita o illecita), con una dimora e uno stile di vita "normali". E' arduo comprendere fino in fondo la ratio che presiede a questo disegno. Certo, additare gli altri come responsabili dell'insicurezza e di ogni male sociale e' classica strategia delle elite politiche per fronteggiare, soprattutto in periodi di crisi economica, il rischio della perdita di consenso e di voti. Ma quando si tira troppo la corda, si rischia l'eterogenesi dei fini. I meteci possono essere si' discriminati e umiliati, ma non ridotti alla totale inesistenza sociale e civile: non sarebbero piu' sfruttabili come forza lavoro usa-e-getta e a costo infimo. E inoltre: per quanto si miri pro domo sua ad alimentare il circolo vizioso razzismo istituzionale/xenofobia popolare, non si puo' rischiare di essere banditi dal consesso internazionale. Forse, oltre che illiberali e razzisti, coloro che ci governano sono anche incompetenti e stolti? 3. UNA SOLA UMANITA'. CINZIA GUBBINI: ALLA STAZIONE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 aprile 2009 col titolo ""Il rifugio segreto dei rifugiati" e il sommario "Diritti. Decine di afghani vivono nascosti tra i vagoni della stazione dell'Ostiense in attesa che gli venga riconociuto il diritto all'asilo politico. Nel frattempo, lontani da occhi indiscreti, sperano che la polizia non li scopra costringendoli a trasferirsi in un posto meno sicuro"] "Non devi dire che stiamo qui. Se lo dici arrivano e ci mandano via. Ogni volta che i giornali scrivono di noi, il giorno dopo c'e' uno sgombero". Ahmet e' irremovibile. Parla in pashtu con Emret, il mediatore culturale dell'associazione "Medici per i diritti umani" che da ormai tre anni segue da vicino le condizioni dei profughi afghani che vivono alla stazione Ostiense. E' molto giovane, ha appena diciotto anni. Gentile, ma intransigente. Qui non ci sono portavoce: la stazione e' da parecchio tempo il rifugio per quasi tutti gli afghani che arrivano a Roma, il ricambio di persone e' talmente veloce che non si e' mai creata una vera e propria comunita'. Ma Ahmet oggi parla piu' degli altri. E difende il suo posto. "Scusa ma abbiamo paura. Qui arrivano anche in piena notte a buttare tutto all'aria". E di sgombero in sgombero questi uomini, spesso minorenni nonostante ultimamente sia facile incontrare anche persone piu' adulte, sono arrivati fino a qui. Una sistemazione che lascia a bocca aperta: per arrivarci bisogna allontanarsi dalla stazione. La posizione, come spiegato, conviene non rivelarla. Ma basti dire che si sono sistemati sotto un vecchio rimorchio per treni. Arruginito, dimenticato da chissa' quanti anni. E ora loro, proprio sotto le ruote, hanno costruito con meticolosita' dei piccoli ripari, tra il terreno e il corpo del rimorchio. Non sono alti neanche un metro. Ci si entra solo in ginocchio. Ma nella miseria del contesto hanno tutti i crismi dell'abitare. Ciascuno ha una porta (una coperta), all'interno ci sono due o tre letti (vecchi panni sistemati come un giaciglio), il tetto e' stato impermeabilizzato con sacchi di plastica, vecchi k-way. Una manna in questi giorni di pioggia battente. Fuori c'e' una tanica con l'acqua potabile. Appoggiato al tetto del rimorchio anche un piccolissimo pezzo di vetro. E' lo specchio. Serve per farsi la barba. Ahmet ha in mano un grosso sacco sportivo. Dentro ci sono i suoi vestiti e le sue scarpe da ginnastica. E' appena andato a lavarli in una lavanderia, di quelle automatiche. Ora li stende su una rete. Le scarpe invece le mette ad asciugare su una barriera mobile ferroviaria. Gli abitanti di questo luogo sono stati fortunati. Sono lontani da occhi indiscreti, nascosti. Sono scomparsi. E questo va bene. E' andata malissimo, invece, alle altre persone - forse un centinaio - che il 14 aprile scorso avevano preso le tende distribuite dall'associazione "Medici per i diritti umani". Erano tende a igloo, blu. L'associazione, insieme all'Istituto San Gallicano, aveva pensato di fornirle a quanta piu' gente possibile per evitare che dormissero per terra. Dove dormono abitualmente. "Sono arrivati il giorno dopo di mattina, intorno alle sette - racconta ancora Ahmet - e hanno portato via tutto. Ma dico tutto. Anche gli effetti personali dei ragazzi: i vestiti, le coperte. Sono rimasti senza niente. Solo quello che avevano indosso. Meglio non farsi vedere. Se non ti fai vedere ti lasciano stare". Anche chi abita qui ha preso le tende. Ma le hanno sistemate dietro al rimorchio, ben nascoste. E si sono salvati da uno sgombero delle forze dell'ordine arrivato inaspettato anche per l'associazione che, proprio il giorno dopo la distribuzione delle tende, aveva organizzato un incontro pubblico per discutere della questione dei profughi afghani. Al tavolo ha partecipato anche un rappresentante del Comune, e per martedi' prossimo l'associazione ha ottenuto un colloquio con l'assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso: "Azioni come questa sono incomprensibili - dice Alberto Barbieri, uno dei medici -. Privarli anche di innocue tende e oltretutto portare via qualsiasi cosa, ci sembra soltanto un modo per spingerli ancora piu' ai margini. In pratica: cacciarli senza dirlo". Il problema e' proprio questo. Il rompicapo, il rebus dei ragazzi della stazione Ostiense, a cui nessuna amministrazione e' riuscita a dare risposte. Ha fallito la giunta Veltroni e sta fallendo la giunta Alemanno. Gli afghani sono quasi tutti richiedenti asilo. Se qualcuno non ha presentato la domanda e' perche' e' appena arrivato, e sta riflettendo sull'opportunita' di rimanere a Roma. Questa e' solo una tappa del loro lungo viaggio. Non solo. Molti di loro hanno gia' ottenuto una protezione dalla Commissione che ha esaminato la loro richiesta. E ancora, alcuni di loro sono minorenni. Tradotto: non dovrebbero essere qui. Avrebbero diritto, secondo le leggi italiane e le convenzioni internazionali, ad avere un tetto sopra la testa, un programma di reinserimento in Italia, un futuro sicuro per dimenticare un passato fatto di guerra e incivilta'. Invece ecco che da dietro una coperta - la porta - esce una stampella. E poi un uomo. Un po' a fatica, perche' e' malato. A gesti fa capire di aspettare un attimo. Si dirige verso il muso del rimorchio, da dove tira fuori la seconda stampella. Ora, dritto sulle sue quattro gambe, dalla tasca interna del giaccone tira fuori un pacco di documenti. Si chiama Kaiko, e' di orgine hazara, e' entrato in Italia il primo settembre del 2007. E' ancora richiedente asilo, forse ad aprile esamineranno la sua pratica. Ma questa e' solo la minima parte della sua storia fatta di documenti. Il resto sono referti medici. Kaiko e' stato operato all'ospedale San Filippo Neri, dove e' stato ricoverato per due mesi. Poi ha passato un mese e mezzo in un centro di accoglienza. Poi basta. Al San Filippo Neri gli hanno messo una protesi all'anca, che soffriva di artrosi a causa di "un trauma", c'e' scritto sulla cartella clinica. Kaiko racconta che e' stato un missile taleban a ridurlo cosi' nel 1997 a Mazar-e-Sharif. Il problema pero' e' adesso, in Italia: "La gamba mi fa male. E quando bisogna andare alla mensa per mangiare, io non ci posso andare. La fila e' lunga e non posso stare molto in piedi". Ma se la legge, forse, riconoscera' a Kaiko una protezione, per altri, come Ahmet, e' stata una gogna. Lui, in tasca, ha un diniego della Commissione per il diritto d'asilo. Non perche' la sua storia non meriti attenzione. Ma perche' il ragazzo, come la maggior parte degli afghani, e' arrivato in Italia dalla Grecia. Pero' e' stato sfortunato: in Grecia hanno preso le sue impronte digitali. E' quindi marchiato, secondo la Convenzione Dublino II - basata sul presupposto che tutti i paesi europei hanno un sistema di asilo, e dunque bisogna fare la richiesta nel primo paese di approdo - deve tornare li'. Lui fa una smorfia. Persino l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati ha ufficialmente chiesto ai paesi che accolgono profughi provenienti dalla Grecia di non rimandarli indietro, perche' in quel paese il diritto di asilo non viene rispettato. Ma la legge, formalmente, dice altro. E di formalita', a volte, si puo' anche morire. * Postilla. Un camper di medici per i diritti "Un camper per i diritti" e' il progetto che l'associazione "Medici per i diritti umani" porta avanti dal 2004, con l'obiettivo di offrire un servizio medico itinerante a favore delle popolazioni piu' vulnerabili. A Roma dal 2008 il camper staziona una volta a settimana vicino all'air terminal Ostiense. I medici sono cosi' entrati a contatto con le persone che vivono alla stazione: senza fissa dimora di varie nazionalita' e, soprattutto, profughi afghani. Pochi giorni fa e' stato presentato il report dell'operazione. Oltre a fornire informazioni sul profilo delle persone assistite, il dossier offre anche alcuni numeri utili sul contesto romano: i posti-letto nei centri di accoglienza a cui si rivolgono perlopiu' i richiedenti asilo - pur non essendo a loro espressamente dedicati - sono 1.146. Secondo i dati diffusi dal Comune, i tempi di attesa medi per un uomo singolo e' di 70 giorni (20-30 per una donna). Ma secondo le informazioni raccolte dalle persone incontrate durante le "uscite" del camper, spesso l'attesa e' maggiore. Per quanto riguarda i dati raccolti durante le 38 uscite effettuate nel 2008, su 409 visite mediche la nazionalita' maggiormente rappresentata - 88% - e' quella afghana, la quasi totalita' degli assistiti e' di sesso maschile (99%). Il 25,6% delle persone visitate si e' dichiarata minore. La caratteristica che salta agli occhi e' che, alla prima visita, ben il 63% delle persone ha dichiarato di essere arrivato in Italia da un tempo inferiore al mese, il 20% da un periodo di tempo compreso tra 1 e 6 mesi. Per quanto riguarda lo status giuridico, il 63% delle persone non aveva ancora presentato la domanda di asilo, il 18% era in possesso di un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria o umanitaria, l'1,9% dello status di rifugiato, il 9,2% stava ancora aspettando una risposta mentre il 7% aveva un respingimento verso la Grecia o un avviso di espulsione. Sotto il profilo sanitario, non si riscontrano gravi patologie, quanto malattie legate alla poverta': malattie della cute e dell'apparato sottocutaneo, all'apparato digerente, parassitarie (con alcuni casi di sospetta scabbia), osteomuscolari e del tessuto connettivo. I disturbi psichici 2,5%. Nel 18% dei traumatismi sono state riscontrate ferite spiegate dai pazienti come "eredita'" della permanenza in Grecia (maltrattamenti della polizia) e del faticoso viaggio attraverso Iran, Turchia, Grecia e Italia dove generalmente arrivano nascosti sotto i tir. 4. INIZIATIVE. LA CAMPAGNA DI INDIGNAZIONE CONTRO GLI F-35 [Da Luca Salvi (per contatti: lucasalvi at msw.it) riceviamo e diffondiamo] Il sito veronese di informazione indipendente Grillonews (www.grillonews.it) ha rivolto un appello alle istituzioni italiane e ha lanciato una "campagna di indignazione nazionale" contro l'acquisto di 131 cacciabombardieri F-35 al costo di oltre 13 miliardi di euro. Con la crisi economica e il recente terremoto che ha colpito l'Abruzzo, e' assurdo e immorale stanziare una simile cifra in armi, come scrive anche l'ultimo editoriale di "Famiglia cristiana". La campagna di Grillonews in due settimane ha raccolto oltre 3000 firme. Per aderire: www.firmiamo.it/campagnaindignazionenazionale Il 30 maggio 2009 a Novara, dove saranno assemblati gli aerei, e' prevista una manifestazione nazionale di protesta; per informazioni: www.nof35.org/ * Modello di lettera alle istituzioni: Al Presidente della Repubblica Al Presidente del Consiglio dei Ministri Ai Presidenti di Camera e Senato Ai Ministri della Repubblica italiana Ai Gruppi parlamentari di Camera e Senato Ai Presidenti delle Regioni Per conoscenza: ai mass-media italiani Il 7 e 8 aprile 2009 le Commissioni Difesa di Camera e Senato hanno espresso parere favorevole al "Programma pluriennale relativo all'acquisizione del sistema d'arma Joint Strike Fighter JSF", il faraonico progetto che il Governo italiano intende finanziare per la produzione e acquisizione di 131 cacciabombardieri JSF completi di relativi equipaggiamenti, supporto logistico e basi operative. Costo stimato: oltre 13 miliardi di euro, nel periodo 2009-2026. Con queste righe desideriamo esprimervi la nostra indignazione. Che diventa ancora piu' grande di fronte alla preoccupante crisi economica che influisce sulla vita di milioni di cittadini che vivono in Italia, e alle altrettanto preoccupanti calamita' naturali che hanno colpito una parte del nostro Paese. Sappiate che riteniamo inammissibile e immorale che il Governo si impegni ad investire decine di miliardi di euro per l'acquisizione di cacciabombardieri. Per questo ci impegniamo a far si' che questo grido di indignazione giunga in ogni luogo d'Italia, nella speranza che il suddetto "Programma pluriennale" venga fermato. Cordiali saluti. * Per informazioni e contatti: sito: www.grillonews.it e-mail: campagnaindignazionenazionale at gmail.com 5. LE ULTIME COSE. LA MASCHERATA Mascherata da campagna per poter uccidere se stessi, e' in verita' una campagna per poter uccidere altre persone. Io sono contro la pena di morte, sono contro l'uccidere in guerra, sono contro ogni omicidio. Sono una persona amica della nonviolenza, la penso come Socrate ateniese: e' preferibile essere uccisi piuttosto che uccidere. 6. RIFERIMENTI. PER LA SOLIDARIETA' CON LA POPOLAZIONE COLPITA DAL TERREMOTO Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal sisma segnaliamo particolarmente il sito della Caritas italiana: www.caritasitaliana.it e il sito della Protezione civile: www.protezionecivile.it, che contengono utili informazioni e proposte. 7. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il seguente appello] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 8. LETTURE. EKKEHART KRIPPENDORFF: LO STATO E LA GUERRA Ekkehart Krippendorff, Lo stato e la guerra. L'insensatezza delle politiche di potenza, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2008, pp. 392, euro 30. Finalmente tradotto in italiano per le sapienti cure di Francesco Pistolato, e aperto da una presentazione di Rocco Altieri, questo ampio saggio scritto un quarto di secolo fa puo' ancora costituire una utile lettura, sovente appassionante, sovente ben degna di discussione. Benemerito l'autore, benemerito il traduttore, benemerito l'editore. Per richieste (e per promuovere incontri di presentazione): Gandhi Edizioni, via S. Cecilia 30, 56127 Pisa, tel. 050542573, e-mail: roccoaltieri at interfree.it, centro at gandhiedizioni.com 9. LETTURE. ROBERTO MASSARI: IL CENTRISMO SUI GENERIS Roberto Massari, Il centrismo sui generis. La polemica contro Maitan e la Quarta internazionale (1971-1979), Massari Editore, Bolsena (Viterbo) 2006, pp. 656, euro 17. A cura e con un'introduzione di Antonella Marazzi, e con contributi di Dario Renzi, Raffaele Striano e Vito Bisceglie, un vastissimo dossier che attraverso i testi teorici e pubblicistici dell'epoca di Roberto Massari (e quindi secondo un punto di vista espicitamente dichiarato ed argomentato) ricostruisce e documenta posizioni e vicende di uno scontro politico nell'area trotskista italiana lungo tutti gli anni '70. Potrebbe sembrare un regesto di dottrinarie testardaggini ed un pezzo d'antiquariato (o di rigatteria, a seconda dei punti di vista) per vecchi nostalgici di un passato che troppi hanno fretta di dimenticare; ed invece per piu' motivi puo' essere una lettura alquanto interessante, ed istruttiva: non solo perche' certe vicende e linguaggi di allora lumeggiano (ex ungue leonem) anche vicende e stili di oggi; e neanche solo perche' tanti personaggi in quelle vicende coinvolti poi sono divenuti ceto politico, e taluni son stati finanche prominenti funzionari del dominante disordine costituito della guerra e del razzismo nell'ultimo biennio del governo Prodi; ma forse soprattutto perche' quei dibattiti toccano questioni ancora, ancor piu' cruciali. Per richieste alla casa editrice: Massari Editore, casella postale 144, 01023 Bolsena (Vt), e-mail: erre.emme at enjoy.it, sito: www.enjoy.it/erre-emme 10. LETTURE. JOHN RUSKIN: I MITI DEL PROGRESSO John Ruskin, I miti del progresso. Lettere ai lavoratori d'Inghilterra, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2008, pp. 152, euro 16. A cura di Maria Serena Marchesi, sette delle novantasei "lettere ai lavoratori" scritte tra il 1871 e il 1884 che compongono Fors Clavigera. Con una presentazione di Rocco Altieri, che evidenzia come Ruskin e il movimento cui fu interno - e di cui per certi versi fu autorevole mentore - promossero una sensibilita', una prassi e delle tesi poi accolte da Gandhi (che, come e' noto, alla giovanile lettura del ruskiniano Unto this last attribui' un'importanza fondamentale nella sua formazione) e da figure e movimenti della riflessione e dell'azione ambientalista e nonviolenta del Novecento e dell'oggi ancora. Per richieste (e per promuovere incontri di presentazione): Gandhi Edizioni, via S. Cecilia 30, 56127 Pisa, tel. 050542573, e-mail: roccoaltieri at interfree.it, centro at gandhiedizioni.com 11. RILETTURE. JUREK BECKER: JAKOB IL BUGIARDO Jurek Becker, Jakob il bugiardo, Editori Riuniti, Roma 1976, Feltrinelli, Milano 1996, 1999, pp. IV + 252, lire 14.000. Nato nel '37 a Lodz, sopravvissuto alla Shoah, deceduto nel '97, in questo libro pubblicato nel '68 Becker ha creato un personaggio che resta indimenticabile - forse anche grazie al film che Peter Kassovitz ne trasse nel '99. Se una menzogna impedisce che delle persone si tolgano la vita e' ancora una menzogna? Se una menzogna si oppone alla radicale denegazione della dignita' - e quindi della verita' - dell'essere umano non diventa forse il suo contrario? Cio' che salva le vite e' la verita', la verita' che da' vita, e sia pur in un mondo senza speranza. Un libro che continua a interrogarti, e una delle poche opere d'invenzione letteraria accettabili su un argomento - la Shoah - che di regola non consente che se ne faccia oggetto per creazioni di fantasia. 12. RILETTURE. NZUZI BIBAKI: LA STREGONERIA Nzuzi Bibaki, La stregoneria. Un discernimento africano sui poteri spirituali, Emi, Bologna 1998, pp. 128, euro 6,71. L'autore e' un sacerdote cattolico, gesuita, figlio di uno stregone; e' una riflessione sintetica ed introduttiva, ma attenta e non banale. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 13. RILETTURE. ANNA MARIA CAPPELLETTI: DIDATTICA INTERCULTURALE DELLA GEOMETRIA Anna Maria Cappelletti: Didattica interculturale della geometria, Emi, Bologna 2000, pp. 96, euro 6,20. Un agile e garbato volumetto della collana dei "Quaderni dell'interculturalita'" destinato alle scuole elementari. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 14. RILETTURE. FEDOR DOSTOEVSKIJ: POVERA GENTE Fedor Dostoevskij, Povera gente, Mondadori, Milano 1993, pp. XXVIII + 178, lire 11.000. Il primo romanzo di Dostoevskij, ed e' subito un gioiello: e' gia' il Dostoevskij "polifonico", gia' oltre l'umanitarismo e il progressismo occidentalista. Certo, se non vi fosse stato l'entusiasmo di Nekrasov e Belinskij, in parte frutto anche di un equivoco - ma solo in parte: quanto pesi la cooperazione del lettore nessuno piu' ignora dopo Opera aperta -, forse la civilta' letteraria e lo spirito umano non avrebbero avuto un autore imprescindibile, sia quindi benedetto quel malinteso - se malinteso fu, e credo tuttavia che a quell'altezza in effetti non lo fosse -; ma Dostoevskij gia' recava costi', in questo folgorante duro esordio, quella tecnica e quel magma che deflagrera' nelle opere ulteriori e massime in alcuni racconti e romanzi che dicono cose abissali e definitive sulla nostra comune verita', sul comune strazio nostro. 15. RILETTURE. PAOLO POLI: CHIESA E POLIGAMIA IN AFRICA Paolo Poli, Chiesa e poligamia in Africa. Fra tradizione e cambiamento, Emi, Bologna 1996, pp. 328, lire 26.000. L'autore di questo utile studio fondato sia su un'inchiesta sul campo (nella Repubblica Centrafricana), sia su una attenta ricognizione della tradizione teologica cristiana in materia, e' un missionario cappuccino; acuto l'ascolto, fine la riflessione, vasta e meditata la bibliografia. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 16. RIEDIZIONI. APOLLONIO RODIO: LE ARGONAUTICHE Apollonio Rodio, Le argonautiche, Rizzoli-Rcs, Milano 1998, 2009, pp. 728, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). Col testo greco a fronte, introduzione e commento di Guido Paduano e Massimo Fusillo, nella traduzione del medesimo Paduano. Checco de Furbotto, di profession birocciaio e di nazionalita' ubriacone (come quel Rick di Casablanca), a chi gli chiedeva cosa ne pensasse di questo libro rispondeva furioso: "Come mi distraggo un attimo, ricompare questo Apollonio Rodio con le sue insopportabilissime Argonautiche, che come ti metti di pessimo, pessimo umore a rileggerlo, il mascalzone in agguato, non te ne stacchi piu', come accade talora ai cani nell'amplesso". 17. RIEDIZIONI. ARISTOFANE: COMMEDIE Aristofane, Commedie, Rizzoli-Rcs, Milano 2007, 2009, pp. 1286, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). Col testo greco a fronte, nelle traduzioni di Alessandro Grilli, Rosanna Lauriola e Guido Paduano, con l'introduzione di quest'ultimo - di Aristofane tra i piu' acuti studiosi -, le undici commedie superstiti non solo dell'autore, ma di quel magico momento del mondo. Amava dire il vecchio Annibale Scarpante: "Quella canaglia di Aristofane, quella canaglia. Io, voi lo sapete, solo amo di tutte le umane lettere la tragedia greca, Cervantes e poco altro; ma quando leggo quella canaglia di Aristofane, quella canaglia, mi dico, la sapeva lunga, eccome se la sapeva lunga. E nel mio gonfio cuore, ebbene si', mi cavo la berretta e fo un inchino". 18. RIEDIZIONI. ROMANO BRACALINI: OTTO MILIONI DI BICICLETTE Romano Bracalini, Otto milioni di biciclette. La vita degli italiani nel ventennio, Mondadori, Milano 2007, Societa' europea di edizioni, Milano 2009, pp. VIII + 322, euro 6,90 (in supplemento al quotidiano "Il giornale"). Pubblicistico e cursorio, e troppo lieve per noi vecchi catoneggianti trinariciuti. Ma si legge senza sforzo, e forse potrebbe avere anche una sua qual funzione efficacemente introduttiva e fin istruttiva se proposto oggi ai giovani - chissa'; certo, dopo aver assolto al religioso studio di tutto Gobetti, tutto Gramsci, tutto Carlo e Nello Rosselli. 19. RIEDIZIONI. RUDOLF CARNAP: LA COSTRUZIONE LOGICA DEL MONDO. PSEUDOPROBLEMI NELLA FILOSOFIA Rudolf Carnap, La costruzione logica del mondo. Pseudoproblemi nella filosofia, Fabbri, Milano 1966, Utet, Torino 1997, Mondadori, Milano 2009, pp. 518, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Con un'introduzione e nella traduzione di Emanuele Severino, con una nota bibliografica di Mario Sacchetto, due opere che sempre ammirammo per la loro eleganza ed il loro rigore. Carnap sa scrivere e scrive per farsi capire - e' cosi' raro tra i filosofi del Novecento e massime in quell'area che coltiva la logica e viene dalla fisica e dalla matematica. 20. RIEDIZIONI. GAIO GIULIO CESARE: LE GUERRE Gaio Giulio Cesare, Le guerre, Rizzoli-Rcs, Milano 2009, pp. 1240, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). Col testo latino a fronte, traduzioni e note di Fausto Brindesi, Ettore Barelli, Giovanni Bruno, Luigi Loreto, apparati di Giulia De Francesco, introduzione di Lorenzo Braccesi, l'intero corpus dei commentari cesariani. La prosa di Cesare, cosi' potente e cristallina che sempre ho pensato essere la prova - o l'illusione, ed e' la stessa cosa - della capacita' della mente umana di dominare la storia, di dare ordine al mondo. Descrive la furia e l'orrore, e sembra perfezione d'arte e civilta'. Sempre mi ha turbato leggere Cesare, sempre ho pensato che fosse un ircocervo, e del resto sui romani - intendo: quelle poche famiglie che erano il senato e poi l'impero su un oceano di armigeri, tributari e schiavi - la penso come Simone Weil: che erano una sorta di belve naziste ante litteram, certo infinitamente piu' intelligenti e colti e d'immensa eleganza, e non minore ferocia stragista e onnicida. Cosi' mi diceva iernotte tra una mano e l'altra di quartiglio il buon vecchio Anfesibeno Acabbi, compagno mio di etilici deliri e di misericordi astemie resistenze; poi si commuoveva e cominciava a biascicar scandita quella prima egloga, e poi l'inno a Venere di Lucrezio nostro. 21. RIEDIZIONI. FEDERICO GARCIA LORCA: POESIE D'AMORE Federico Garcia Lorca, Poesie d'amore, RL gruppo editoriale, Santarcangelo di Romagna (Rimini) 2009, pp. XXIV + 82, euro 2,90. A cura di Sara Poledrelli, un'amabile silloge di poesie lorchiane (dispiace l'assenza del testo spagnolo a fronte, Lorca va assaporato nella pasta e nella musica sue proprie). Leggere Lorca e' una gioia sempre. 22. RIEDIZIONI. KAHLIL GIBRAN: IL PROFETA Kahlil Gibran, Il profeta, RL gruppo editoriale, Santarcangelo di Romagna (Rimini) 2009, pp. XXIV + 86, euro 2,90. Testo inglese a fronte, a cura di Magda Indiveri, introduzione di Maurizio Clementi. Un libro che tutti hanno letto, e che a molti ha recato conforto. E che resta un bel dono da fare ai giovani. 23. RIEDIZIONI. MARTIN HEIDEGGER: ESSERE E TEMPO Martin Heidegger, Essere e tempo, Longanesi, Milano 1971, Rcs-Bompiani, Milano 2009, pp. 656, euro 14,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). Con una presentazione di Giovanni Reale, questa edizione riproduce la classica traduzione di Pietro Chiodi rivista sulla base delle successive acquisizioni da Franco Volpi. Mille volte l'avrem detto: questo libro e' stato una delle immensamente felici letture (felici anche nel disvelamento della radicale infelicita') della nostra ormai lontana gioventu'. Ed e' uno dei monumenti del pensiero del Novecento. Per questo ancora cosi' tanto ci scandalizza e ferisce ed indigna quell'obbrobrioso cedimento di Heidegger al nazismo. 24. RIEDIZIONI. ADAM SMITH: LA RICCHEZZA DELLE NAZIONI Adam Smith, La ricchezza delle nazioni, Utet, Torino 1975, 1996, Mondadori, Milano 2009, pp. 1262, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). A cura e con introduzione di Anna e Tullio Bagiotti (e una cronologia di Anna Pellanda), un libro che son sempre stato incerto se mi sembrasse superiore alla precedente e non meno classica Teoria dei sentimenti morali del medesimo autore, e non una ma cento volte mi son detto che si poteva scrivere tal libro solo avendo scritto l'altro. 25. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 26. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 809 del 3 maggio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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