Minime. 789



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 789 del 13 aprile 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. La condizione
2. Alcune cose che occorre fare subito contro il razzismo
3. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord
4. Alessandro Braga: Il "pacchetto sicurezza" che uccide
5. "Non aver paura"
6. Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal terremoto
7. Alcuni numeri telefonici utili per la solidarieta' con la popolazione
terremotata
8. Manuela Cartosio: Ecoedilizia
9. Patrizia Cortellessa: Bhopal
10. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
11. Salvo Fallica presenta "Democrito. Testimonianze e frammenti" a cura di
Salomon J. Luria
12. Giuseppe Galasso presenta "Paura liquida" di Zygmunt Bauman
13. Pietro Greco presenta "Galileo in Leopardi" di Gaspare Polizzi
14. Marina Montesano presenta "Ritorno alla politica. I magnati fiorentini
1340-1440" di Christiane Klapisch-Zuber
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LA CONDIZIONE

La condizione che nel nostro paese oggi vien fatta ai migranti e' analoga a
quella che i nazisti facevano alle loro vittime. A quella che gli stalinisti
facevano alle vittime loro.
Noi tutti che ci sentiamo intimamente terribilmente toccati nel rievocare le
sorelle e i fratelli vittime dei lager e dei gulag, noi non vediamo che qui
e ora quel crimine ogni giorno si reitera? Non vediamo che chi lo commette
pretende e si avvale della complicita' nostra, in forma d'indifferenza, di
omissione di soccorso, di passivita' e rassegnazione?
Non vediamo che e' in questo tempo e in questo luogo che dobbiamo
contrastare la violenza del potere disumanante e sterminista?
Non vediamo che la lotta contro Hitler e contro Stalin e' adesso che
dobbiamo condurla?
Non vediamo che guerra e apartheid sono la stessa cosa?
Non vediamo che al razzismo assassino non altri che noi qui in Italia in
questo momento opporci dobbiamo?

2. INIZIATIVE. ALCUNE COSE CHE OCCORRE FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO
[Riproponiamo il seguente appello]

Proponiamo che non solo le persone di volonta' buona, non solo i movimenti
democratici della societa' civile, ma anche e in primo luogo tutte le
istituzioni fedeli allo stato di diritto, alla legalita' costituzionale,
all'ordinamento giuridico democratico, si impegnino ora, ciascun soggetto
nell'ambito delle sue peculiari competenze cosi' come stabilite dalla legge,
al fine di contrastare l'eversione razzista che sta aggredendo il nostro
paese.
Ed indichiamo alle persone, ai movimenti ed alle istituzioni democratiche
alcune iniziative necessarie ed urgenti.
*
1. Respingere le proposte palesemente razziste, eversive ed incostituzionali
del cosiddetto "pacchetto sicurezza".
*
2. Adottare un programma costruttivo per la difesa e la promozione dei
diritti umani di tutti gli esseri umani:
a) provvidenze di accoglienza a livello locale, costruendo sicurezza per
tutte le persone nell'unico modo in cui sicurezza si costruisce: nella
solidarieta', nella legalita', nella responsabilita', nell'incontro,
nell'assistenza pubblica erogata erga omnes;
b) cooperazione internazionale: poiche' il fenomeno migratorio evidentemente
dipende dalla plurisecolare e tuttora persistente rapina delle risorse dei
paesi e dei popoli del sud del mondo da parte del nord, occorre restituire
il maltolto e cooperare per fare in modo che in nessuna parte del mondo si
muoia di fame e di stenti, che in nessuna parte del mondo vigano regimi
dittatoriali, che in nessuna parte del mondo la guerra devasti l'umanita',
che in nessuna parte del mondo i diritti umani siano flagrantemente,
massivamente, impunemente violati;
c) regolarizzazione di tutti i presenti nel territorio nazionale ed
interventi normativi ed operativi che favoriscano l'accesso legale nel
paese;
d) riconoscimento immediato del diritto di voto (elettorato attivo e
passivo) per tutti i residenti;
e) lotta alla schiavitu' ed ai poteri criminali locali e transnazionali che
la gestiscono e favoreggiano.
*
3. Aprire un secondo fronte di lotta per la legalita' e contro il razzismo,
con due obiettivi specifici:
a) dimissioni del governo golpista e nuove elezioni parlamentari;
b) messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord.

3. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA
DENOMINATA LEGA NORD
[Riproponiamo il seguente appello]

Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione
razzista denominata Lega Nord
Egregi Presidenti,
ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un
vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione
razzista denominata Lega Nord.
Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e'
riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi
ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista
incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato
di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile.
Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti
magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo,
sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere
che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento
affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine
della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e
della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo
da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati.
Con osservanza,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 27 febbraio 2009

4. UNA SOLA UMANITA'. ALESSANDRO BRAGA: IL "PACCHETTO SICUREZZA" CHE UCCIDE
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 aprile 2009 col titolo "Non va in
ospedale perche' irregolare, giovane gravissimo"]

Deve aver pensato che sopportare un po' di mal di pancia sarebbe pur sempre
stato meglio che rischiare di ritrovarsi con un foglio di espulsione in
mano, con biglietto aereo sola andata gia' allegato. Peccato che i dolori
addominali fossero causati da un'appendicite, trasformatasi poi in
peritonite. Adesso e' ricoverato all'ospedale San Matteo di Pavia. E' gia'
stato operato cinque volte, non si sa se riuscira' a sopravvivere. Sono solo
i primi effetti della legge tanto cara alla Lega, che permetterebbe ai
medici di denunciare gli immigrati irregolari. Non e' ancora entrata in
vigore, ma le sue vittime le ha gia' fatte.
Carlos ha ventun anni. E' arrivato in Italia dalla Bolivia tre anni fa, non
ancora maggiorenne. Fa il muratore in un'azienda di Pavia. Il suo permesso
di soggiorno, richiesto nel 2007, dovrebbe arrivare a breve. Il suo datore
di lavoro aspetta solo quello per metterlo in regola. Per dieci giorni se
n'e' rimasto a letto, con dolori addominali fortissimi e febbre altissima.
Ha provato a placare le sofferenze con antipiretici e antidolorifici. Ai
suoi amici che lo volevano convincere ad andare all'ospedale, ripeteva
continuamente "se mi ricovero vengo espulso". Per giorni. Quando ha perso i
sensi per il dolore, gli altri ragazzi che condividono con lui un vecchio
appartamento alla periferia della citta' lombarda si sono convinti, e si
sono rivolti all'ambulatorio della Caritas. Dove i volontari si sono resi
immediatamente conto delle condizioni del ragazzo, e lo hanno subito portato
al pronto soccorso dell'ospedale San Matteo di Pavia. Visitato d'urgenza,
Carlos e' stato portato in sala di rianimazione. Il referto stilato dai
medici e' chiaro: "Peritonite acuta, con un'infezione che interessa anche i
polmoni e blocco della diuresi". E' stato operato cinque volte, l'ultima due
giorni fa. I medici non sanno se ce la fara'. Fosse andato in ospedale
subito, se la sarebbe cavata con molto meno: un'operazione di routine,
qualche giorno di degenza e poi dritto a casa. Sua, quella in Italia.
Perche' i medici del San Matteo non lo avrebbero certo denunciato.
Patrizia Monti, della direzione medica di presidio del Policlinico pavese,
si appella a tutti gli immigrati della provincia: "State tranquilli, venite
a farvi curare, nessuno vi denuncera'". Anche don Dario Crotti, direttore
della Caritas pavese, attacca: "La storia di Carlos e' emblematica di come
vivono oggi gli immigrati e mette in luce la paura di chiedere aiuto, di
farsi curare quando si sta male e si rischia la vita".
Ma la paura tra gli stranieri irregolari e' tanta. I precedenti, purtroppo,
non giocano a loro favore. C'e' stata la vicenda di Kante, la donna ivoriana
denunciata a Napoli mentre era in ospedale per partorire. A Brescia, pochi
giorni fa, una storia simile. Un ragazzo senegalese, Maccan Ba, dopo quattro
giorni senza riuscire a dormire e mangiare per un ascesso, e' andato in
ospedale per farsi curare. Mentre andava a pagare il ticket e' stato
avvicinato da una guardia giurata che lo ha trascinato in caserma. Ne e'
uscito dopo un intero pomeriggio con un foglio di via in mano. Siamo solo
all'inizio. La legge ancora non c'e', ma gia' i migranti hanno paura ad
andare negli ospedali. E di casi come quello di Carlos, di Kante, di Maccan,
ce ne saranno, purtroppo, molti altri.

5. UNA SOLA UMANITA'. "NON AVER PAURA"

Segnaliamo il sito della campagna antirazzista "Non aver paura, apriti agli
altri, apri ai diritti" promossa da varie associazioni di solidarieta':
www.nonaverpaura.org

6. RIFERIMENTI. PER LA SOLIDARIETA' CON LA POPOLAZIONE COLPITA DAL TERREMOTO

Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal sisma segnaliamo
particolarmente il sito della Caritas italiana: www.caritasitaliana.it e il
sito della Protezione civile: www.protezionecivile.it, che contengono utili
informazioni e proposte.

7. DOPO IL TERREMOTO. ALCUNI NUMERI TELEFONICI UTILI PER LA SOLIDARIETA' CON
LA POPOLAZIONE TERREMOTATA
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 aprile 2009 col titolo "Sos
telefonico. Dagli alloggi ai volontari, tutti i numeri dell'emergenza"]

La Protezione Civile ha messo a disposizione dei terremotati, per la
segnalazione di danni o pericoli, e per chi vuole offrire aiuto una serie di
numeri telefonici:
- per segnalare disagi, danni o pericoli, richiedere interventi, nelle
localita' colpite dal terremoto: 800860146 o 800861016 - sede operativa
Protezione Civile Regione Abruzzo;
- per richiesta alloggi: 0862318603;
- per offerta alloggi: 0862314311;
- per segnalazioni da persone in salvo che si trovano presso diversa
abitazione: 0862317085;
- per offerte beni di qualsiasi altro tipo: 0862312725;
- per aziende, associazioni, distributori e farmacisti disponibili a fornire
farmaci: tel. 800571661, fax: 0659784214, e-mail: sisma at aifa.gov.it -
Agenzia Italiana del Farmaco.
Per informazioni sulle persone che sono state ricoverate negli ospedali del
Lazio, per l'assistenza sanitarie agli sfollati a Roma e nel Lazio, per
informazioni al personale medico e sanitario, per indicazioni sulle
donazioni di sangue: 800118800;
A questi si aggiungono i numeri utili classici:
- vigili del fuoco: 115;
- emergenza sanitaria: 118;
- polizia: 113;
- carabinieri: 112;
- guardia di finanza: 117;
- corpo forestale: 1515;
- capitanerie di porto: 1530.

8. MONDO. MANUELA CARTOSIO: ECOEDILIZIA
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 aprile 2009 col titolo "Eco-edilizia
possibile"]

E' il primo edificio costruito interamente secondo i criteri della
sostenibilita' ambientale nel nostro paese. Si trova a Conegliano ed e' la
sede della Savno che lunedi' a Praga, presente il Commissario europeo per
l'ambiente Stavros Dimas, ricevera' l'Energy Globe Award per l'Italia. Savno
(Servizi Ambientali Veneto Nord Orientale) e' il consorzio che gestisce i
servizi di igiene ambientale di 35 comuni in provincia di Treviso. Essendo
la raccolta differenziata uno dei suoi compiti, Savno ha voluto dare il buon
esempio. La nuova sede e' fatta quasi per intero con materiali riciclati.
Per la costruzione della palazzina (2 piani, 600 metri quadrati di
superficie) sono stati usati 33 metri cubi di pannelli isolanti di pet, pari
a 11.000 bottiglie di plastica. Dal pet sono stati ricavati fogli di
poliestere fono e termo isolanti che non producono fumi tossici in caso
d'incendio. Dalla carta riciclata dei quotididiani e' stata ottenuta con
poca energia una particolare fibra di cellulosa ottima per isolare i
pavimenti. I 53 metri cubi di pannelli in legno-cemento usati per il
tamponamento provengono dagli scarti delle segherie. Nella gamma degli
isolanti non poteva mancare il sughero, riciclato e riciclabile: la
palazzina ne contine 100 metri cubi (pari a un milione di turaccioli). La
struttura portante e' tutta di acciaio riciclato (130.000 kg per le
armature, 16.000 kg per la struttura interna delle pareti).
Il fabbisogno energetico annuo dell'edificio e' di 6 kw per metro cubo (un
terzo rispetto a un edificio tradizionale). Anche la "trasmittanza" delle
pareti (la dispersione di watt per metro quadro) e' inferiore di un terzo
rispetto agli standard normali. La struttura della palazzina - semplice,
compatta, senza spigoli - e' stata pensata apposta per limitare la
dispersione di calore. Ci sono i pannelli fotovoltaici, ma questo e' quasi
banale. Meno scontato l'utilizzo della geotermia per riscaldare e
raffreddare l'edificio. Un'impiegata della Savno (nella palazzina lavorano
35 persone) ci ha spiegato come funziona: "Ci sono delle sonde che scendono
a una profondita' di 150 metri. Si sfrutta l'accumulo della massa terrestre
per scaldare o raffreddare l'acqua a seconda delle stagioni. Qui non abbiano
termosifoni o condizionatori. Quest'inverno avevamo paura di gelare. Invece
tutto ha funzionato bene".
Non e' finita qui. Per limitare l'impatto termico, sul tetto della palazzina
si sta realizzando un giardino pensile, usando il compost proveniente dalla
raccolta differenziata. Neppure l'acqua piovana andra' sprecata: raccolta in
un apposito impianto servira' per innaffiare le piante e per tirare lo
sciacquone.
Tutta questa meraviglia e' costata un milione e 200 mila euro, circa il 20%
in piu' rispetto ai prezzi dell'edilizia convenzionale. Ma in pochi anni il
risparmio energetico ammortizzera' quel 20% speso in piu'. Dunque, non e'
abusato il nome che Savno ha dato al suo progetto: "La sostenibilita' ha
trovato casa". Per idearlo e per realizzarlo non c'e' stato bisogno di
ricorrere a "grandi firme" della bio-architettura. Il caso di Savno dimostra
che anche in provincia, e persino in Italia, le competenze per fare
eco-edilizia ci sono. Basta volerle sfruttare.
Stridente ogni riferimento al terremoto, chiudiamo con una battuta:
Conegliano puo' guardare dall'alto in basso l'Empire State Building. Nello
storico grattacielo di New York sono iniziati lavori di ristrutturazione. 20
milioni di dollari, raccolti dalla Fondazione Bill Clinton, serviranno a
ridurre del 38% i consumi energetici. Saranno installati i tripli vetri.
Robetta, per Conegliano.

9. MONDO. PATRIZIA CORTELLESSA: BHOPAL
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 10 aprile 2009 col titolo "Bhopal, una
lunga notte"]

A distanza di 25 anni da quella maledetta notte tra il 2 e il 3 dicembre del
1984, quando a Bhopal (nello stato indiano del Madhya Pradesh) esplose un
serbatoio nello stabilimento della Union Carbide, filiale di una
multinazionale statunitense che produceva fertilizzanti e insetticidi
agricoli, il governo indiano ha deciso di finanziare nuove ricerche per
studiare gli effetti di quello che e' stato a ragione definito il piu' grave
incidente chimico della storia, e monitorare l'impatto delle sostanze
tossiche ancora presenti nel sito della fabbrica ormai in disuso.
Quella notte, ricordiamo, una cisterna si surriscaldo' fino ad esplodere,
rilasciando ben 40 tonnellate di gas tossico, che si scopri' poi essere
isocianato di metile: questo investi' direttamente le popolose bidonville
adiacenti alla fabbrica. L'isocianato di metile e' un gas altamente
reattivo, che attacca gli occhi e i polmoni, accecando e soffocando le sue
vittime, cosi' come colpisce il fegato, i reni, l'apparato digestivo, oltre
al sistema nervoso e a quello immunitario. Quella notte morirono circa 2.000
persone (secondo le stime del governo), 5.000 nelle successive 72 ore e
circa 15.000 nelle settimane successive, secondo le organizzazioni che da
allora si occupano delle vittime. Ma e' ancora difficile stabilire con
esattezza il numero dei decessi, considerando che molte persone sono morte
nei mesi e negli anni seguenti (circa 20.000) e continuano a morire tuttora
per malattie come tumori ai polmoni e altro. Nel 1989 il governo indiano -
inizialmente costituitosi parte civile contro la Union Carbide - aveva
chiuso la vicenda con un patteggiamento extragiudiziario: la multinazionale
versava 470 dollari di risarcimento alle vittime e il governo rinunciava a
future azioni civili contro l'azienda. I risarcimenti vennero elargiti solo
molti anni dopo e solo alle vittime riconosciute, circa mezzo milione di
persone: 15.000 rupie ciascuno (circa 400 dollari di allora) e una tantum,
mentre a vedove e disabili non sarebbe spettato proprio niente. Non
rientravano (e non rientrano) tra i destinatari dell'indennizzo coloro che
presentavano sintomi dopo qualche mese dall'incidente e i nati dopo la
catastrofe da genitori contaminati. La Union Carbide prima, poi Dow
Chemicals (che ha acquistato la Union Carbide nel 2001, ma senza rilevare lo
stabilimento di Bhopal), continuarono a negare gli studi sugli effetti del
Mic sulle persone e sull'ambiente realizzati presso la Carnegie-Mellon
Institute tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80. Altri studi
che provavano i danni genetici sui bambini nati dai sopravvissuti sono stati
eseguiti negli anni a venire, ma la Dow Chamicals ha continuato a declinare
ogni responsabilita'.
Non solo. La Carbide non rivelo' mai l'esatta composizione di quella nube
tossica, cosa che rese quasi impossibile l'intervento dei medici in quei
giorni. L'annuncio - seppur tardivo - da parte del governo indiano
rappresenta una piccola vittoria per tutti coloro che in questi anni non si
sono mai arresi e hanno continuato a lottare per chiedere giustizia e "una
vita in dignita' e salute", rivendicando risarcimenti ulteriori, cure
sanitarie adeguate e il monitoraggio e la bonifica completa del sito dello
stabilimento, ormai ridotto a un ammasso di rottami arrugginiti. A proposito
dello stabilimento di Bhopal: i gruppi e le associazioni che rappresentano i
sopravvissuti lanciano un appello all'Unesco affinche' quel che resta della
fabbrica non venga smantellato, ma venga invece considerato un
sito-monumento di importanza internazionale. Per non dimenticare ed educare
le generazioni future.

10. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il
seguente appello]

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile
sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di
promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente
soldi gia' destinati allo Stato.
Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e'
facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il
numero di codice fiscale dell'associazione.
Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235.
Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille.
Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non
fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola
quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato,
la gratuita', le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del
Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la
Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la
generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la
promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi
estivi, eccetera).
Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre
quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della
nonviolenza. Grazie.
Il Movimento Nonviolento
*
Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del
commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite
chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261
(corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle
Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a
tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.
*
Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

11. LIBRI. SALVO FALLICA PRESENTA "DEMOCRITO. TESTIMONIANZE E FRAMMENTI" A
CURA DI SALOMON J. LURIA
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 17 settembre 2007 col titolo "Democrito:
viaggio alle origini del materialismo" e il sommario "Il pensatore greco
commentato da Salomon J. Luria"]

La genialita' di Democrito spiegata da un grande studioso del Novecento:
stiamo parlando del filologo russo Salomon J. Luria, il cui capolavoro e'
pubblicato adesso in Italia da Bompiani, nella prestigiosa e raffinata
collana dedicata alla storia del pensiero. Democrito di Abdera puo' essere
considerato il punto di arrivo di tutta la filosofia naturalista
presocratica, per la sua meditazione e soluzione in senso pluralista delle
aporie eleatiche sull'essere e sul nulla che reinterpreto' come atomi e
vuoto. Ed ancora, per la sua "traduzione fisica del pitagorismo matematico".
Democrito e' un pensatore che ha segnato la storia della cultura, e "gia' in
epoca antica, le sue intuizioni sulla struttura atomica della materia, la
vastita' della sua produzione scientifica, e la profondita' delle sue
sentenze morali, gli meritarono una menzione speciale come uno dei piu'
importanti filosofi da porre sullo stesso piano di Platone e Aristotele".
Democrito e' il fondatore, il punto di riferimento di ogni tradizione
materialista, che passando per Epicuro e' giunta sino a Karl Marx. Non a
caso, l'autore del Capitale incentro' la sua tesi di dottorato su questi due
importanti pensatori dell'antichita'.
Il testo di Luria, pubblicato postumo a Leningrado nel 1970, e' un
capolavoro per la capacita' di analisi e di sintesi del pensiero di
Democrito, per la ricostruzione filologica della sua opera, per il commento
e gli apparati critici. Per la minuziosa ricostruzione storica e culturale,
per l'analisi filosofica e linguistica. "La raccolta dei frammenti
superstiti di Democrito raddoppia per estensione la sezione sugli atomisti
antichi della classica edizione tedesca di Diels e Kranz, ma soprattutto il
vastissimo commentario ci restituisce un Democrito precursore della scienza
antica a tutto campo, e per certi versi, molto piu' 'moderno' di Aristotele
sul versante della fisica e della biologia". Altro punto nodale
dell'interpretazione di Luria, e' quello di ricostruire in chiave dialettica
e polemica l'evoluzione del pensiero greco, contrapponendo "materialisti" e
"idealisti", con un'evidente predilizione intellettuale per i primi. Ma non
si ferma qui. Luria elabora e struttura una innovativa storia degli effetti
della meditazione democritea.

12. LIBRI. GIUSEPPE GALASSO PRESENTA "PAURA LIQUIDA" DI ZYGMUNT BAUMAN
[Dal "Corriere della sera" del 14 febbraio 2008 col titolo "Illuminismo
addio: comincia il secolo delle paure 'liquide'" e l'occhiello "L'analisi.
Bauman teme la 'globalizzazione cattiva'"]

"Questo libro", dice Zygmunt Bauman, "e' un inventario delle paure
liquido-moderne", e tenta di individuare le loro radici comuni e i modi di
vincerle.
La "modernita' liquida" e' per lui il mondo post-moderno, in cui "la vita
liquida scorre da una sfida all'altra, da un episodio all'altro, e per la
consuetudine che abbiamo con le sfide e gli episodi, essi tendono a non
durare a lungo". Per le paure e' lo stesso. La speranza illuministica di
tagliarne le radici non si e' realizzata. Anzi, "nel contesto
liquido-moderno la lotta contro le paure si e' rivelata un compito a vita",
e i pericoli per cui nascono sono diventati "compagni permanenti e
inseparabili della vita umana".
Preoccupante e' poi specialmente la prospettiva politica alla quale per
Bauman il dilagare della paura sembra destinare l'umanita' del XXI secolo.
"La nostra globalizzazione negativa - egli scrive - oscilla tra il togliere
la sicurezza a chi e' libero e l'offrire sicurezza sotto forma di
illiberta'". Di piu' non c'e' da sperare, e Bauman, che certo non pecca di
incoerenza e non difetta di spirito consequenziario, ne deduce, infatti, che
"cio' rendera' la catastrofe 'ineluttabile'".
D'altra parte, egli non si pone, pero', come un catastrofista assoluto. Ci
lascia una via d'uscita, la cui porta, se eventualmente non si rivelasse
comoda, avrebbe sempre il pregio di essere aperta e praticabile. Solo
ritenendo ineluttabile la catastrofe, afferma altrettanto categoricamente,
solo prendendola davvero sul serio, l'umanita' ha speranza "di renderla
evitabile". E cio' significa che il secolo in cui siamo appena entrati "puo'
essere un'epoca di catastrofe definitiva", ma anche essere l'epoca "in cui
si stringera' e si dara' vita a un nuovo patto tra intellettuali e popolo,
inteso ormai come umanita'".
Dalle ceneri del profeta di sciagura, che si augura dalla storia una solenne
e liquidatoria smentita delle proprie profezie, viene fuori, cosi',
trepidante, ma sicuro di se', un neo-illuminista (o almeno un
neo-positivista), che vede nella ragione l'arma decisiva per vincere la
paura, cioe' un atteggiamento per nulla razionale, e pensa con fiducia
all'arca di un'alleanza tra philosophes (o scienziati) e popolo, tra la
ragione e cio' che vi rilutta e si condanna, cosi', da se'. E questo
scenario, che chiude il libro, non e' il coup de theatre di uno spirito a
corto d'argomenti. Si sente a fior di pelle la realta' della scommessa che
Bauman intende fare e proporre quando termina esprimendo la speranza "di
poter ancora scegliere tra questi due futuri", la catastrofe, cioe', o
quell'alleanza.
Bauman non e', pero', solo un predicatore di alternative estreme. La sua
analisi dell'insinuarsi della paura (di innumerevoli paure) nel mondo
liquido-moderno per effetto di quella che definisce "globalizzazione
negativa" e' minuziosa e impressionante, ed e' forse cio' che nel suo libro
colpisce di piu'. A suo avviso, questa globalizzazione e', peraltro, l'opera
di una "sovraclasse globale", che cosi' "continua a gratificare se stessa su
una scala sbalorditiva, senza essere disturbata", e, anzi, con "grandi
guadagni" e "scarsissimi rischi". Ma, mi chiedo, non c'e' qui un po' troppo
di "forze oscure della reazione", operanti nell'ombra per continuare nei
loro privilegi? Non si riflette qui, fin troppo, la matrice marxistica di
Bauman, con questa visione di una "internazionale del denaro", che fa e
disfa tutto a suo vantaggio?
Credo di si'. E cosi' pure credo che la prevedibilita' ("uno degli attributi
di cui piu' si avverte la mancanza nel mondo liquido-moderno globalizzato
negativamente") sia solo una condizione permanente dell'esperienza umana.
Chi, un po' prima, avrebbe previsto la rivoluzione in Francia nel 1789 o,
nei primi mesi del 1914, la "grande guerra" in Europa? L'imprevedibilita' e'
solo cio' a cui ci mette di fronte la volonta' (distruttiva quanto creativa)
delle forze che fanno la storia. Pensare di eliminare imprevedibilita' e
paure equivale a credere a un'umanita' e a uomini diversi da quelli che
conosciamo da sempre. Proprio per questo, pero', conoscere le paure e
considerare l'imprevedibile e' essenziale nella vita dei singoli e delle
collettivita', nonche' nell'azione di chi le governa. E su questo piano il
libro di Bauman e' certo di non comune acume e interesse per cio' che dice
delle paure nel mondo da lui definito liquido-moderno (che, pero', va pur
detto, e' un mondo di uomini non diversi da quelli di ogni altro mondo,
anche solido, se ve ne sono mai stati).

13. LIBRI. PIETRO GRECO PRESENTA "GALILEO IN LEOPARDI" DI GASPARE POLIZZI
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 10 aprile 2008 col titolo "Galileo e
Leopardi? Mai stati cosi' vicini" e il sommario "Scienza e letteratura.
L'influenza del grande scienziato sul pensiero del poeta recanatese fu
decisiva. Gaspare Polizzi, storico e docente universitario, ci spiega in un
libro come e perche'"]

C'e' un filo rosso che lega la storia della grande letteratura italiana, da
Dante a Galileo fino a Giacomo Leopardi. Questo filo rosso - anzi questa
"vocazione profonda" - diceva Italo Calvino, e' la filosofia naturale. Qui
tre grandi - e poi lo stesso Calvino - hanno considerato "l'opera letteraria
come mappa del mondo e dello scibile".
Cosicche' tra la grande letteratura e la scienza, in Italia, non c'e' mai
stata quella separazione denunciata cinquant'anni fa da Charles Percy Snow
nel suo famoso libro sulle "due culture". Ma c'e' stata una reciproca
influenza? Quanto la figura di Dante ha contato per Galileo? E quanto
Galileo ha pesato su Leopardi?
Alla prima domanda si puo' rispondere di si': chi e' venuto dopo si e'
lasciato influenzare dal grande che lo ha preceduto. Basti ricordare, per
quanto riguarda Galileo, che la sua carriera accademica e' iniziata
virtualmente nel 1588, con le "Due lezioni all'Accademia Fiorentina circa la
figura, sito e grandezza dell'Inferno di Dante", il ventiquattrenne figlio
del musicista Vincenzio dimostra di essere sia un valente matematico che un
profondo conoscitore del Sommo Poeta.
Per quanto riguarda l'influenza che lo stesso Galileo avra' su Leopardi
abbiamo prove meno evidenti. Nelle sue opere il poeta nato a Recanati non
cita spesso lo scienziato nato a Pisa. Eppure e' possibile dimostrare che la
figura e l'opera di Galileo hanno un ruolo decisivo sulla filosofia di
Leopardi e sul suo stile. L'affermazione e' di Gaspare Polizzi. E gli
argomenti, solidi e documentati, a favore della sua impegnativa tesi sono
contenuti nel libro Galileo in Leopardi (pp. 220, euro 22) che lo storico
della scienza in forze all'universita' di Firenze ha da poco pubblicato
presso la casa editrice Le Lettere.
Gaspare Polizzi ha passato in rassegna con grande rigore tutta l'opera di
Leopardi alla ricerca di tracce, dirette o indirette, che riconducono a
Galileo. Giungendo, a nostro avviso, a tre conclusioni di grande rilievo e a
una considerazione che riteniamo di stringente attualita'.
La prima conclusione finora niente affatto scontata e' che, malgrado il nome
dell'"Artista Toscano" (le definizione e' del poeta John Milton) ricorra
relativamente poco negli scritti di Leopardi - tranne in quelli resi
pubblici della Crestomazia della Prosa e in quelli inediti dello Zibaldone -
la presenza di Galileo nel pensiero e persino nello stile del poeta di
Recanati non solo c'e', ma e' addirittura decisiva.
Leopardi, infatti, non solo ha letto Galileo e le opere su Galileo. Ma lo
considera: il piu' grande fisico di tutti i tempi; un filosofo di primaria
importanza nella storia del pensiero umano; e, insieme a Dante, appunto, il
piu' grande rappresentante della letteratura italiana. Galileo e' "per la
sua magnanimita' nel pensare e nello scrivere" un (forse "il") modello per
Leopardi.
La seconda conclusione documentata da Gaspare Polizzi e' che Giacomo
Leopardi, pur conservando questa sintonia di fondo con Galileo, modifica e
aggiorna e affina nel tempo i suoi giudizi sullo scienziato toscano. Gaspare
Polizzi e' cosi' abile da mostrarci come Leopardi scopre nel tempo Galileo.
Quali opere legge. E da quali e' particolarmente colpito.
La terza conclusione e' che, per quanto grande e addirittura decisiva sia
l'influenza che Galileo esercita su Leopardi, l'epistemologia del poeta di
Recanati non si esaurisce totalmente in quella dello scienziato pisano.
Anzi, vi sono talvolta delle differenze. Entrambi, certo, considerano lo
studio della natura, attraverso certe dimostrazioni e sensate esperienze, il
nuovo modo, superiore, di filosofare intorno ai fatti del mondo fisico. Ed
entrambi credono nella potenza della ragione, capace di leggere il libro
della natura e superare le false credenze degli antichi. Tuttavia Leopardi
insiste molto piu' di Galileo sui limiti della conoscenza umana anche sui
fatti della natura e, dunque, sulla relativita' delle verita' scientifiche.
Ha un'attenzione per la matematica e per il suo valore epistemologico molto
meno marcata dello scienziato toscano. E, piu' di Galileo, focalizza la sua
attenzione sulla complessita' del mondo. Anzi, per dare risalto a questa sua
visione molto articolata del mondo fisico - dove piccole cause all'apparenza
insignificanti possono produrre grandi effetti - Leopardi non esita a
"tirare" fino a distorcere il pensiero di Galileo.
Galileo, dunque, ha una grande influenza su Leopardi. Ma, come sempre accade
con i giganti che salgono sulle spalle di giganti, Leopardi ha una lettura
critica e personale di Galileo.
C'e', infine, una ultima considerazione che ci propone il libro di Gaspare
Polizzi e che ha un qualche riverbero nell'attualita'. Nei suoi scritti
Leopardi mostra una certa riluttanza a parlare della teoria copernicana e
opera delle censure abbastanza sistematiche sul "processo a Galileo". Uno
dei motivi, scrive Polizzi, e' da attribuire al conflitto a distanza con il
padre intorno alla legittimita' della proposta galileiana. Ma,
probabilmente, c'e' anche una certa ritrosia - forse un vero e proprio
timore - del giovane di Recanati ad assumere posizioni non conformi alla
lettura che la Chiesa cattolica a due secoli di distanza fa del "processo a
Galileo".

14. LIBRI. MARINA MONTESANO PRESENTA "RITORNO ALLA POLITICA. I MAGNATI
FIORENTINI 1340-1440" DI CHRISTIANE KLAPISCH-ZUBER
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 aprile 2009 col titolo "Magnati e
popolani nella Firenze del basso Medioevo"]

Christiane Klapisch-Zuber, Ritorno alla politica. I magnati fiorentini
1340-1440, Viella, pp. 462, euro 40.
*
La storia dei Comuni italici bassomedievali vanta una tradizione di studi
assai lunga, e in particolare quella fiorentina, con le sue magnificenze e i
suoi violentissimi conflitti sociali, e' stata centrale nella riflessione di
molti studiosi. Alla fine degli anni '70 Christiane Klapisch-Zuber e David
Herlihy portarono a termine un magistrale lavoro sulle famiglie fiorentine,
basato sul Catasto cittadino del 1427; in seguito Klapisch-Zuber si e'
dedicata ad approfondire la sua conoscenza della Firenze bassomedievale,
ampliandola in una prospettiva di storia di genere. Retour a' la cite',
com'era intitolato in origine il suo ultimo libro ora tradotto in italiano
(Ritorno alla politica. I magnati fiorentini 1340-1440), sembra quasi
testimoniare un duplice ritorno: quello delle famiglie magnatizie alla vita
cittadina nel corso del secolo preso in considerazione, e quello
dell'autrice alla vocazione di storica della politica fiorentina, della
quale padroneggia con perizia rara le fonti.
Nel corso del Duecento, nonostante la loro straordinaria prosperita'
economica, le citta' comunali erano assillate da una grave instabilita'
politica. Gli imprenditori raggruppati nelle Arti avevano faticato ad
affermare i loro diritti politici strappando l'egemonia cittadina alle
famiglie dell'aristocrazia. Verso la fine del secolo, questi gruppi di
"magnati" erano stati, almeno formalmente, cacciati dal governo cittadino;
si era anzi stabilita una legislazione antimagnatizia durissima, che
ordinava per chi fosse stato dichiarato "magnate" la sostanziale
interdizione dai pubblici uffici. La legislazione antimagnatizia si era
rivelata pero' inadeguata. Molte famiglie di magnati, infatti, erano troppo
ricche, potenti e provviste di amicizie fuori dell'ambito urbano per venire
emarginate da provvedimenti legislativi. Inoltre, la legislazione
antimagnatizia non definiva con sicurezza i "magnati". Essi erano in genere
coloro che si fregiavano del titolo di cavaliere e conducevano vita
nobiliare, ma nessuna di queste caratteristiche corrispondeva a un livello
socio-economico preciso: vi erano famiglie di condizione magnatizia che
avevano poche disponibilita' economiche, e famiglie popolane che
conducevano - grazie al patrimonio e alle relazioni - vita da nobili.
Non e' quindi casuale che la prima delle tre parti del libro, intitolata
"Circoscrivere, definire", interpreti la definizione legale di "magnate",
cogliendone le sfumature all'interno della realta' fiorentina e del contado.
La seconda, "Controllare", indaga attraverso quali meccanismi il Comune
escludeva e reintegrava le famiglie magnatizie nella vita pubblica; la
rinuncia all'arme araldica e ai legami di lignaggio erano condizione
essenziale, ma non sufficiente perche' la reintegrazione avvenisse.
Tuttavia, nella terza sezione, "Adattarsi, inserirsi", emerge come si
trattasse in fondo di una finzione legale sotto la quale restava vivo il
senso del lignaggio originario: nel corso del Quattrocento, cambiate le
condizioni politiche con la criptosignoria dei Medici, alcune fra le
famiglie magnatizie tornarono a ricoprire incarichi con i nomi tradizionali.
In conclusione, Ritorno alla politica non e' solo il racconto di un secolo
di svolta nella vita di Firenze, ma anche una riflessione sulle forze
profonde che, in una prospettiva di antropologia storica, condizionano la
politica.

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 789 del 13 aprile 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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