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Minime. 789
- Subject: Minime. 789
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 13 Apr 2009 00:43:09 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 789 del 13 aprile 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La condizione 2. Alcune cose che occorre fare subito contro il razzismo 3. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord 4. Alessandro Braga: Il "pacchetto sicurezza" che uccide 5. "Non aver paura" 6. Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal terremoto 7. Alcuni numeri telefonici utili per la solidarieta' con la popolazione terremotata 8. Manuela Cartosio: Ecoedilizia 9. Patrizia Cortellessa: Bhopal 10. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 11. Salvo Fallica presenta "Democrito. Testimonianze e frammenti" a cura di Salomon J. Luria 12. Giuseppe Galasso presenta "Paura liquida" di Zygmunt Bauman 13. Pietro Greco presenta "Galileo in Leopardi" di Gaspare Polizzi 14. Marina Montesano presenta "Ritorno alla politica. I magnati fiorentini 1340-1440" di Christiane Klapisch-Zuber 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento 16. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LA CONDIZIONE La condizione che nel nostro paese oggi vien fatta ai migranti e' analoga a quella che i nazisti facevano alle loro vittime. A quella che gli stalinisti facevano alle vittime loro. Noi tutti che ci sentiamo intimamente terribilmente toccati nel rievocare le sorelle e i fratelli vittime dei lager e dei gulag, noi non vediamo che qui e ora quel crimine ogni giorno si reitera? Non vediamo che chi lo commette pretende e si avvale della complicita' nostra, in forma d'indifferenza, di omissione di soccorso, di passivita' e rassegnazione? Non vediamo che e' in questo tempo e in questo luogo che dobbiamo contrastare la violenza del potere disumanante e sterminista? Non vediamo che la lotta contro Hitler e contro Stalin e' adesso che dobbiamo condurla? Non vediamo che guerra e apartheid sono la stessa cosa? Non vediamo che al razzismo assassino non altri che noi qui in Italia in questo momento opporci dobbiamo? 2. INIZIATIVE. ALCUNE COSE CHE OCCORRE FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO [Riproponiamo il seguente appello] Proponiamo che non solo le persone di volonta' buona, non solo i movimenti democratici della societa' civile, ma anche e in primo luogo tutte le istituzioni fedeli allo stato di diritto, alla legalita' costituzionale, all'ordinamento giuridico democratico, si impegnino ora, ciascun soggetto nell'ambito delle sue peculiari competenze cosi' come stabilite dalla legge, al fine di contrastare l'eversione razzista che sta aggredendo il nostro paese. Ed indichiamo alle persone, ai movimenti ed alle istituzioni democratiche alcune iniziative necessarie ed urgenti. * 1. Respingere le proposte palesemente razziste, eversive ed incostituzionali del cosiddetto "pacchetto sicurezza". * 2. Adottare un programma costruttivo per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani: a) provvidenze di accoglienza a livello locale, costruendo sicurezza per tutte le persone nell'unico modo in cui sicurezza si costruisce: nella solidarieta', nella legalita', nella responsabilita', nell'incontro, nell'assistenza pubblica erogata erga omnes; b) cooperazione internazionale: poiche' il fenomeno migratorio evidentemente dipende dalla plurisecolare e tuttora persistente rapina delle risorse dei paesi e dei popoli del sud del mondo da parte del nord, occorre restituire il maltolto e cooperare per fare in modo che in nessuna parte del mondo si muoia di fame e di stenti, che in nessuna parte del mondo vigano regimi dittatoriali, che in nessuna parte del mondo la guerra devasti l'umanita', che in nessuna parte del mondo i diritti umani siano flagrantemente, massivamente, impunemente violati; c) regolarizzazione di tutti i presenti nel territorio nazionale ed interventi normativi ed operativi che favoriscano l'accesso legale nel paese; d) riconoscimento immediato del diritto di voto (elettorato attivo e passivo) per tutti i residenti; e) lotta alla schiavitu' ed ai poteri criminali locali e transnazionali che la gestiscono e favoreggiano. * 3. Aprire un secondo fronte di lotta per la legalita' e contro il razzismo, con due obiettivi specifici: a) dimissioni del governo golpista e nuove elezioni parlamentari; b) messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. 3. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA DENOMINATA LEGA NORD [Riproponiamo il seguente appello] Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord Egregi Presidenti, ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e' riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile. Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo, sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati. Con osservanza, Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 27 febbraio 2009 4. UNA SOLA UMANITA'. ALESSANDRO BRAGA: IL "PACCHETTO SICUREZZA" CHE UCCIDE [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 aprile 2009 col titolo "Non va in ospedale perche' irregolare, giovane gravissimo"] Deve aver pensato che sopportare un po' di mal di pancia sarebbe pur sempre stato meglio che rischiare di ritrovarsi con un foglio di espulsione in mano, con biglietto aereo sola andata gia' allegato. Peccato che i dolori addominali fossero causati da un'appendicite, trasformatasi poi in peritonite. Adesso e' ricoverato all'ospedale San Matteo di Pavia. E' gia' stato operato cinque volte, non si sa se riuscira' a sopravvivere. Sono solo i primi effetti della legge tanto cara alla Lega, che permetterebbe ai medici di denunciare gli immigrati irregolari. Non e' ancora entrata in vigore, ma le sue vittime le ha gia' fatte. Carlos ha ventun anni. E' arrivato in Italia dalla Bolivia tre anni fa, non ancora maggiorenne. Fa il muratore in un'azienda di Pavia. Il suo permesso di soggiorno, richiesto nel 2007, dovrebbe arrivare a breve. Il suo datore di lavoro aspetta solo quello per metterlo in regola. Per dieci giorni se n'e' rimasto a letto, con dolori addominali fortissimi e febbre altissima. Ha provato a placare le sofferenze con antipiretici e antidolorifici. Ai suoi amici che lo volevano convincere ad andare all'ospedale, ripeteva continuamente "se mi ricovero vengo espulso". Per giorni. Quando ha perso i sensi per il dolore, gli altri ragazzi che condividono con lui un vecchio appartamento alla periferia della citta' lombarda si sono convinti, e si sono rivolti all'ambulatorio della Caritas. Dove i volontari si sono resi immediatamente conto delle condizioni del ragazzo, e lo hanno subito portato al pronto soccorso dell'ospedale San Matteo di Pavia. Visitato d'urgenza, Carlos e' stato portato in sala di rianimazione. Il referto stilato dai medici e' chiaro: "Peritonite acuta, con un'infezione che interessa anche i polmoni e blocco della diuresi". E' stato operato cinque volte, l'ultima due giorni fa. I medici non sanno se ce la fara'. Fosse andato in ospedale subito, se la sarebbe cavata con molto meno: un'operazione di routine, qualche giorno di degenza e poi dritto a casa. Sua, quella in Italia. Perche' i medici del San Matteo non lo avrebbero certo denunciato. Patrizia Monti, della direzione medica di presidio del Policlinico pavese, si appella a tutti gli immigrati della provincia: "State tranquilli, venite a farvi curare, nessuno vi denuncera'". Anche don Dario Crotti, direttore della Caritas pavese, attacca: "La storia di Carlos e' emblematica di come vivono oggi gli immigrati e mette in luce la paura di chiedere aiuto, di farsi curare quando si sta male e si rischia la vita". Ma la paura tra gli stranieri irregolari e' tanta. I precedenti, purtroppo, non giocano a loro favore. C'e' stata la vicenda di Kante, la donna ivoriana denunciata a Napoli mentre era in ospedale per partorire. A Brescia, pochi giorni fa, una storia simile. Un ragazzo senegalese, Maccan Ba, dopo quattro giorni senza riuscire a dormire e mangiare per un ascesso, e' andato in ospedale per farsi curare. Mentre andava a pagare il ticket e' stato avvicinato da una guardia giurata che lo ha trascinato in caserma. Ne e' uscito dopo un intero pomeriggio con un foglio di via in mano. Siamo solo all'inizio. La legge ancora non c'e', ma gia' i migranti hanno paura ad andare negli ospedali. E di casi come quello di Carlos, di Kante, di Maccan, ce ne saranno, purtroppo, molti altri. 5. UNA SOLA UMANITA'. "NON AVER PAURA" Segnaliamo il sito della campagna antirazzista "Non aver paura, apriti agli altri, apri ai diritti" promossa da varie associazioni di solidarieta': www.nonaverpaura.org 6. RIFERIMENTI. PER LA SOLIDARIETA' CON LA POPOLAZIONE COLPITA DAL TERREMOTO Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal sisma segnaliamo particolarmente il sito della Caritas italiana: www.caritasitaliana.it e il sito della Protezione civile: www.protezionecivile.it, che contengono utili informazioni e proposte. 7. DOPO IL TERREMOTO. ALCUNI NUMERI TELEFONICI UTILI PER LA SOLIDARIETA' CON LA POPOLAZIONE TERREMOTATA [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 aprile 2009 col titolo "Sos telefonico. Dagli alloggi ai volontari, tutti i numeri dell'emergenza"] La Protezione Civile ha messo a disposizione dei terremotati, per la segnalazione di danni o pericoli, e per chi vuole offrire aiuto una serie di numeri telefonici: - per segnalare disagi, danni o pericoli, richiedere interventi, nelle localita' colpite dal terremoto: 800860146 o 800861016 - sede operativa Protezione Civile Regione Abruzzo; - per richiesta alloggi: 0862318603; - per offerta alloggi: 0862314311; - per segnalazioni da persone in salvo che si trovano presso diversa abitazione: 0862317085; - per offerte beni di qualsiasi altro tipo: 0862312725; - per aziende, associazioni, distributori e farmacisti disponibili a fornire farmaci: tel. 800571661, fax: 0659784214, e-mail: sisma at aifa.gov.it - Agenzia Italiana del Farmaco. Per informazioni sulle persone che sono state ricoverate negli ospedali del Lazio, per l'assistenza sanitarie agli sfollati a Roma e nel Lazio, per informazioni al personale medico e sanitario, per indicazioni sulle donazioni di sangue: 800118800; A questi si aggiungono i numeri utili classici: - vigili del fuoco: 115; - emergenza sanitaria: 118; - polizia: 113; - carabinieri: 112; - guardia di finanza: 117; - corpo forestale: 1515; - capitanerie di porto: 1530. 8. MONDO. MANUELA CARTOSIO: ECOEDILIZIA [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 aprile 2009 col titolo "Eco-edilizia possibile"] E' il primo edificio costruito interamente secondo i criteri della sostenibilita' ambientale nel nostro paese. Si trova a Conegliano ed e' la sede della Savno che lunedi' a Praga, presente il Commissario europeo per l'ambiente Stavros Dimas, ricevera' l'Energy Globe Award per l'Italia. Savno (Servizi Ambientali Veneto Nord Orientale) e' il consorzio che gestisce i servizi di igiene ambientale di 35 comuni in provincia di Treviso. Essendo la raccolta differenziata uno dei suoi compiti, Savno ha voluto dare il buon esempio. La nuova sede e' fatta quasi per intero con materiali riciclati. Per la costruzione della palazzina (2 piani, 600 metri quadrati di superficie) sono stati usati 33 metri cubi di pannelli isolanti di pet, pari a 11.000 bottiglie di plastica. Dal pet sono stati ricavati fogli di poliestere fono e termo isolanti che non producono fumi tossici in caso d'incendio. Dalla carta riciclata dei quotididiani e' stata ottenuta con poca energia una particolare fibra di cellulosa ottima per isolare i pavimenti. I 53 metri cubi di pannelli in legno-cemento usati per il tamponamento provengono dagli scarti delle segherie. Nella gamma degli isolanti non poteva mancare il sughero, riciclato e riciclabile: la palazzina ne contine 100 metri cubi (pari a un milione di turaccioli). La struttura portante e' tutta di acciaio riciclato (130.000 kg per le armature, 16.000 kg per la struttura interna delle pareti). Il fabbisogno energetico annuo dell'edificio e' di 6 kw per metro cubo (un terzo rispetto a un edificio tradizionale). Anche la "trasmittanza" delle pareti (la dispersione di watt per metro quadro) e' inferiore di un terzo rispetto agli standard normali. La struttura della palazzina - semplice, compatta, senza spigoli - e' stata pensata apposta per limitare la dispersione di calore. Ci sono i pannelli fotovoltaici, ma questo e' quasi banale. Meno scontato l'utilizzo della geotermia per riscaldare e raffreddare l'edificio. Un'impiegata della Savno (nella palazzina lavorano 35 persone) ci ha spiegato come funziona: "Ci sono delle sonde che scendono a una profondita' di 150 metri. Si sfrutta l'accumulo della massa terrestre per scaldare o raffreddare l'acqua a seconda delle stagioni. Qui non abbiano termosifoni o condizionatori. Quest'inverno avevamo paura di gelare. Invece tutto ha funzionato bene". Non e' finita qui. Per limitare l'impatto termico, sul tetto della palazzina si sta realizzando un giardino pensile, usando il compost proveniente dalla raccolta differenziata. Neppure l'acqua piovana andra' sprecata: raccolta in un apposito impianto servira' per innaffiare le piante e per tirare lo sciacquone. Tutta questa meraviglia e' costata un milione e 200 mila euro, circa il 20% in piu' rispetto ai prezzi dell'edilizia convenzionale. Ma in pochi anni il risparmio energetico ammortizzera' quel 20% speso in piu'. Dunque, non e' abusato il nome che Savno ha dato al suo progetto: "La sostenibilita' ha trovato casa". Per idearlo e per realizzarlo non c'e' stato bisogno di ricorrere a "grandi firme" della bio-architettura. Il caso di Savno dimostra che anche in provincia, e persino in Italia, le competenze per fare eco-edilizia ci sono. Basta volerle sfruttare. Stridente ogni riferimento al terremoto, chiudiamo con una battuta: Conegliano puo' guardare dall'alto in basso l'Empire State Building. Nello storico grattacielo di New York sono iniziati lavori di ristrutturazione. 20 milioni di dollari, raccolti dalla Fondazione Bill Clinton, serviranno a ridurre del 38% i consumi energetici. Saranno installati i tripli vetri. Robetta, per Conegliano. 9. MONDO. PATRIZIA CORTELLESSA: BHOPAL [Dal quotidiano "Il manifesto" del 10 aprile 2009 col titolo "Bhopal, una lunga notte"] A distanza di 25 anni da quella maledetta notte tra il 2 e il 3 dicembre del 1984, quando a Bhopal (nello stato indiano del Madhya Pradesh) esplose un serbatoio nello stabilimento della Union Carbide, filiale di una multinazionale statunitense che produceva fertilizzanti e insetticidi agricoli, il governo indiano ha deciso di finanziare nuove ricerche per studiare gli effetti di quello che e' stato a ragione definito il piu' grave incidente chimico della storia, e monitorare l'impatto delle sostanze tossiche ancora presenti nel sito della fabbrica ormai in disuso. Quella notte, ricordiamo, una cisterna si surriscaldo' fino ad esplodere, rilasciando ben 40 tonnellate di gas tossico, che si scopri' poi essere isocianato di metile: questo investi' direttamente le popolose bidonville adiacenti alla fabbrica. L'isocianato di metile e' un gas altamente reattivo, che attacca gli occhi e i polmoni, accecando e soffocando le sue vittime, cosi' come colpisce il fegato, i reni, l'apparato digestivo, oltre al sistema nervoso e a quello immunitario. Quella notte morirono circa 2.000 persone (secondo le stime del governo), 5.000 nelle successive 72 ore e circa 15.000 nelle settimane successive, secondo le organizzazioni che da allora si occupano delle vittime. Ma e' ancora difficile stabilire con esattezza il numero dei decessi, considerando che molte persone sono morte nei mesi e negli anni seguenti (circa 20.000) e continuano a morire tuttora per malattie come tumori ai polmoni e altro. Nel 1989 il governo indiano - inizialmente costituitosi parte civile contro la Union Carbide - aveva chiuso la vicenda con un patteggiamento extragiudiziario: la multinazionale versava 470 dollari di risarcimento alle vittime e il governo rinunciava a future azioni civili contro l'azienda. I risarcimenti vennero elargiti solo molti anni dopo e solo alle vittime riconosciute, circa mezzo milione di persone: 15.000 rupie ciascuno (circa 400 dollari di allora) e una tantum, mentre a vedove e disabili non sarebbe spettato proprio niente. Non rientravano (e non rientrano) tra i destinatari dell'indennizzo coloro che presentavano sintomi dopo qualche mese dall'incidente e i nati dopo la catastrofe da genitori contaminati. La Union Carbide prima, poi Dow Chemicals (che ha acquistato la Union Carbide nel 2001, ma senza rilevare lo stabilimento di Bhopal), continuarono a negare gli studi sugli effetti del Mic sulle persone e sull'ambiente realizzati presso la Carnegie-Mellon Institute tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80. Altri studi che provavano i danni genetici sui bambini nati dai sopravvissuti sono stati eseguiti negli anni a venire, ma la Dow Chamicals ha continuato a declinare ogni responsabilita'. Non solo. La Carbide non rivelo' mai l'esatta composizione di quella nube tossica, cosa che rese quasi impossibile l'intervento dei medici in quei giorni. L'annuncio - seppur tardivo - da parte del governo indiano rappresenta una piccola vittoria per tutti coloro che in questi anni non si sono mai arresi e hanno continuato a lottare per chiedere giustizia e "una vita in dignita' e salute", rivendicando risarcimenti ulteriori, cure sanitarie adeguate e il monitoraggio e la bonifica completa del sito dello stabilimento, ormai ridotto a un ammasso di rottami arrugginiti. A proposito dello stabilimento di Bhopal: i gruppi e le associazioni che rappresentano i sopravvissuti lanciano un appello all'Unesco affinche' quel che resta della fabbrica non venga smantellato, ma venga invece considerato un sito-monumento di importanza internazionale. Per non dimenticare ed educare le generazioni future. 10. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il seguente appello] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 11. LIBRI. SALVO FALLICA PRESENTA "DEMOCRITO. TESTIMONIANZE E FRAMMENTI" A CURA DI SALOMON J. LURIA [Dal quotidiano "L'Unita'" del 17 settembre 2007 col titolo "Democrito: viaggio alle origini del materialismo" e il sommario "Il pensatore greco commentato da Salomon J. Luria"] La genialita' di Democrito spiegata da un grande studioso del Novecento: stiamo parlando del filologo russo Salomon J. Luria, il cui capolavoro e' pubblicato adesso in Italia da Bompiani, nella prestigiosa e raffinata collana dedicata alla storia del pensiero. Democrito di Abdera puo' essere considerato il punto di arrivo di tutta la filosofia naturalista presocratica, per la sua meditazione e soluzione in senso pluralista delle aporie eleatiche sull'essere e sul nulla che reinterpreto' come atomi e vuoto. Ed ancora, per la sua "traduzione fisica del pitagorismo matematico". Democrito e' un pensatore che ha segnato la storia della cultura, e "gia' in epoca antica, le sue intuizioni sulla struttura atomica della materia, la vastita' della sua produzione scientifica, e la profondita' delle sue sentenze morali, gli meritarono una menzione speciale come uno dei piu' importanti filosofi da porre sullo stesso piano di Platone e Aristotele". Democrito e' il fondatore, il punto di riferimento di ogni tradizione materialista, che passando per Epicuro e' giunta sino a Karl Marx. Non a caso, l'autore del Capitale incentro' la sua tesi di dottorato su questi due importanti pensatori dell'antichita'. Il testo di Luria, pubblicato postumo a Leningrado nel 1970, e' un capolavoro per la capacita' di analisi e di sintesi del pensiero di Democrito, per la ricostruzione filologica della sua opera, per il commento e gli apparati critici. Per la minuziosa ricostruzione storica e culturale, per l'analisi filosofica e linguistica. "La raccolta dei frammenti superstiti di Democrito raddoppia per estensione la sezione sugli atomisti antichi della classica edizione tedesca di Diels e Kranz, ma soprattutto il vastissimo commentario ci restituisce un Democrito precursore della scienza antica a tutto campo, e per certi versi, molto piu' 'moderno' di Aristotele sul versante della fisica e della biologia". Altro punto nodale dell'interpretazione di Luria, e' quello di ricostruire in chiave dialettica e polemica l'evoluzione del pensiero greco, contrapponendo "materialisti" e "idealisti", con un'evidente predilizione intellettuale per i primi. Ma non si ferma qui. Luria elabora e struttura una innovativa storia degli effetti della meditazione democritea. 12. LIBRI. GIUSEPPE GALASSO PRESENTA "PAURA LIQUIDA" DI ZYGMUNT BAUMAN [Dal "Corriere della sera" del 14 febbraio 2008 col titolo "Illuminismo addio: comincia il secolo delle paure 'liquide'" e l'occhiello "L'analisi. Bauman teme la 'globalizzazione cattiva'"] "Questo libro", dice Zygmunt Bauman, "e' un inventario delle paure liquido-moderne", e tenta di individuare le loro radici comuni e i modi di vincerle. La "modernita' liquida" e' per lui il mondo post-moderno, in cui "la vita liquida scorre da una sfida all'altra, da un episodio all'altro, e per la consuetudine che abbiamo con le sfide e gli episodi, essi tendono a non durare a lungo". Per le paure e' lo stesso. La speranza illuministica di tagliarne le radici non si e' realizzata. Anzi, "nel contesto liquido-moderno la lotta contro le paure si e' rivelata un compito a vita", e i pericoli per cui nascono sono diventati "compagni permanenti e inseparabili della vita umana". Preoccupante e' poi specialmente la prospettiva politica alla quale per Bauman il dilagare della paura sembra destinare l'umanita' del XXI secolo. "La nostra globalizzazione negativa - egli scrive - oscilla tra il togliere la sicurezza a chi e' libero e l'offrire sicurezza sotto forma di illiberta'". Di piu' non c'e' da sperare, e Bauman, che certo non pecca di incoerenza e non difetta di spirito consequenziario, ne deduce, infatti, che "cio' rendera' la catastrofe 'ineluttabile'". D'altra parte, egli non si pone, pero', come un catastrofista assoluto. Ci lascia una via d'uscita, la cui porta, se eventualmente non si rivelasse comoda, avrebbe sempre il pregio di essere aperta e praticabile. Solo ritenendo ineluttabile la catastrofe, afferma altrettanto categoricamente, solo prendendola davvero sul serio, l'umanita' ha speranza "di renderla evitabile". E cio' significa che il secolo in cui siamo appena entrati "puo' essere un'epoca di catastrofe definitiva", ma anche essere l'epoca "in cui si stringera' e si dara' vita a un nuovo patto tra intellettuali e popolo, inteso ormai come umanita'". Dalle ceneri del profeta di sciagura, che si augura dalla storia una solenne e liquidatoria smentita delle proprie profezie, viene fuori, cosi', trepidante, ma sicuro di se', un neo-illuminista (o almeno un neo-positivista), che vede nella ragione l'arma decisiva per vincere la paura, cioe' un atteggiamento per nulla razionale, e pensa con fiducia all'arca di un'alleanza tra philosophes (o scienziati) e popolo, tra la ragione e cio' che vi rilutta e si condanna, cosi', da se'. E questo scenario, che chiude il libro, non e' il coup de theatre di uno spirito a corto d'argomenti. Si sente a fior di pelle la realta' della scommessa che Bauman intende fare e proporre quando termina esprimendo la speranza "di poter ancora scegliere tra questi due futuri", la catastrofe, cioe', o quell'alleanza. Bauman non e', pero', solo un predicatore di alternative estreme. La sua analisi dell'insinuarsi della paura (di innumerevoli paure) nel mondo liquido-moderno per effetto di quella che definisce "globalizzazione negativa" e' minuziosa e impressionante, ed e' forse cio' che nel suo libro colpisce di piu'. A suo avviso, questa globalizzazione e', peraltro, l'opera di una "sovraclasse globale", che cosi' "continua a gratificare se stessa su una scala sbalorditiva, senza essere disturbata", e, anzi, con "grandi guadagni" e "scarsissimi rischi". Ma, mi chiedo, non c'e' qui un po' troppo di "forze oscure della reazione", operanti nell'ombra per continuare nei loro privilegi? Non si riflette qui, fin troppo, la matrice marxistica di Bauman, con questa visione di una "internazionale del denaro", che fa e disfa tutto a suo vantaggio? Credo di si'. E cosi' pure credo che la prevedibilita' ("uno degli attributi di cui piu' si avverte la mancanza nel mondo liquido-moderno globalizzato negativamente") sia solo una condizione permanente dell'esperienza umana. Chi, un po' prima, avrebbe previsto la rivoluzione in Francia nel 1789 o, nei primi mesi del 1914, la "grande guerra" in Europa? L'imprevedibilita' e' solo cio' a cui ci mette di fronte la volonta' (distruttiva quanto creativa) delle forze che fanno la storia. Pensare di eliminare imprevedibilita' e paure equivale a credere a un'umanita' e a uomini diversi da quelli che conosciamo da sempre. Proprio per questo, pero', conoscere le paure e considerare l'imprevedibile e' essenziale nella vita dei singoli e delle collettivita', nonche' nell'azione di chi le governa. E su questo piano il libro di Bauman e' certo di non comune acume e interesse per cio' che dice delle paure nel mondo da lui definito liquido-moderno (che, pero', va pur detto, e' un mondo di uomini non diversi da quelli di ogni altro mondo, anche solido, se ve ne sono mai stati). 13. LIBRI. PIETRO GRECO PRESENTA "GALILEO IN LEOPARDI" DI GASPARE POLIZZI [Dal quotidiano "L'Unita'" del 10 aprile 2008 col titolo "Galileo e Leopardi? Mai stati cosi' vicini" e il sommario "Scienza e letteratura. L'influenza del grande scienziato sul pensiero del poeta recanatese fu decisiva. Gaspare Polizzi, storico e docente universitario, ci spiega in un libro come e perche'"] C'e' un filo rosso che lega la storia della grande letteratura italiana, da Dante a Galileo fino a Giacomo Leopardi. Questo filo rosso - anzi questa "vocazione profonda" - diceva Italo Calvino, e' la filosofia naturale. Qui tre grandi - e poi lo stesso Calvino - hanno considerato "l'opera letteraria come mappa del mondo e dello scibile". Cosicche' tra la grande letteratura e la scienza, in Italia, non c'e' mai stata quella separazione denunciata cinquant'anni fa da Charles Percy Snow nel suo famoso libro sulle "due culture". Ma c'e' stata una reciproca influenza? Quanto la figura di Dante ha contato per Galileo? E quanto Galileo ha pesato su Leopardi? Alla prima domanda si puo' rispondere di si': chi e' venuto dopo si e' lasciato influenzare dal grande che lo ha preceduto. Basti ricordare, per quanto riguarda Galileo, che la sua carriera accademica e' iniziata virtualmente nel 1588, con le "Due lezioni all'Accademia Fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell'Inferno di Dante", il ventiquattrenne figlio del musicista Vincenzio dimostra di essere sia un valente matematico che un profondo conoscitore del Sommo Poeta. Per quanto riguarda l'influenza che lo stesso Galileo avra' su Leopardi abbiamo prove meno evidenti. Nelle sue opere il poeta nato a Recanati non cita spesso lo scienziato nato a Pisa. Eppure e' possibile dimostrare che la figura e l'opera di Galileo hanno un ruolo decisivo sulla filosofia di Leopardi e sul suo stile. L'affermazione e' di Gaspare Polizzi. E gli argomenti, solidi e documentati, a favore della sua impegnativa tesi sono contenuti nel libro Galileo in Leopardi (pp. 220, euro 22) che lo storico della scienza in forze all'universita' di Firenze ha da poco pubblicato presso la casa editrice Le Lettere. Gaspare Polizzi ha passato in rassegna con grande rigore tutta l'opera di Leopardi alla ricerca di tracce, dirette o indirette, che riconducono a Galileo. Giungendo, a nostro avviso, a tre conclusioni di grande rilievo e a una considerazione che riteniamo di stringente attualita'. La prima conclusione finora niente affatto scontata e' che, malgrado il nome dell'"Artista Toscano" (le definizione e' del poeta John Milton) ricorra relativamente poco negli scritti di Leopardi - tranne in quelli resi pubblici della Crestomazia della Prosa e in quelli inediti dello Zibaldone - la presenza di Galileo nel pensiero e persino nello stile del poeta di Recanati non solo c'e', ma e' addirittura decisiva. Leopardi, infatti, non solo ha letto Galileo e le opere su Galileo. Ma lo considera: il piu' grande fisico di tutti i tempi; un filosofo di primaria importanza nella storia del pensiero umano; e, insieme a Dante, appunto, il piu' grande rappresentante della letteratura italiana. Galileo e' "per la sua magnanimita' nel pensare e nello scrivere" un (forse "il") modello per Leopardi. La seconda conclusione documentata da Gaspare Polizzi e' che Giacomo Leopardi, pur conservando questa sintonia di fondo con Galileo, modifica e aggiorna e affina nel tempo i suoi giudizi sullo scienziato toscano. Gaspare Polizzi e' cosi' abile da mostrarci come Leopardi scopre nel tempo Galileo. Quali opere legge. E da quali e' particolarmente colpito. La terza conclusione e' che, per quanto grande e addirittura decisiva sia l'influenza che Galileo esercita su Leopardi, l'epistemologia del poeta di Recanati non si esaurisce totalmente in quella dello scienziato pisano. Anzi, vi sono talvolta delle differenze. Entrambi, certo, considerano lo studio della natura, attraverso certe dimostrazioni e sensate esperienze, il nuovo modo, superiore, di filosofare intorno ai fatti del mondo fisico. Ed entrambi credono nella potenza della ragione, capace di leggere il libro della natura e superare le false credenze degli antichi. Tuttavia Leopardi insiste molto piu' di Galileo sui limiti della conoscenza umana anche sui fatti della natura e, dunque, sulla relativita' delle verita' scientifiche. Ha un'attenzione per la matematica e per il suo valore epistemologico molto meno marcata dello scienziato toscano. E, piu' di Galileo, focalizza la sua attenzione sulla complessita' del mondo. Anzi, per dare risalto a questa sua visione molto articolata del mondo fisico - dove piccole cause all'apparenza insignificanti possono produrre grandi effetti - Leopardi non esita a "tirare" fino a distorcere il pensiero di Galileo. Galileo, dunque, ha una grande influenza su Leopardi. Ma, come sempre accade con i giganti che salgono sulle spalle di giganti, Leopardi ha una lettura critica e personale di Galileo. C'e', infine, una ultima considerazione che ci propone il libro di Gaspare Polizzi e che ha un qualche riverbero nell'attualita'. Nei suoi scritti Leopardi mostra una certa riluttanza a parlare della teoria copernicana e opera delle censure abbastanza sistematiche sul "processo a Galileo". Uno dei motivi, scrive Polizzi, e' da attribuire al conflitto a distanza con il padre intorno alla legittimita' della proposta galileiana. Ma, probabilmente, c'e' anche una certa ritrosia - forse un vero e proprio timore - del giovane di Recanati ad assumere posizioni non conformi alla lettura che la Chiesa cattolica a due secoli di distanza fa del "processo a Galileo". 14. LIBRI. MARINA MONTESANO PRESENTA "RITORNO ALLA POLITICA. I MAGNATI FIORENTINI 1340-1440" DI CHRISTIANE KLAPISCH-ZUBER [Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 aprile 2009 col titolo "Magnati e popolani nella Firenze del basso Medioevo"] Christiane Klapisch-Zuber, Ritorno alla politica. I magnati fiorentini 1340-1440, Viella, pp. 462, euro 40. * La storia dei Comuni italici bassomedievali vanta una tradizione di studi assai lunga, e in particolare quella fiorentina, con le sue magnificenze e i suoi violentissimi conflitti sociali, e' stata centrale nella riflessione di molti studiosi. Alla fine degli anni '70 Christiane Klapisch-Zuber e David Herlihy portarono a termine un magistrale lavoro sulle famiglie fiorentine, basato sul Catasto cittadino del 1427; in seguito Klapisch-Zuber si e' dedicata ad approfondire la sua conoscenza della Firenze bassomedievale, ampliandola in una prospettiva di storia di genere. Retour a' la cite', com'era intitolato in origine il suo ultimo libro ora tradotto in italiano (Ritorno alla politica. I magnati fiorentini 1340-1440), sembra quasi testimoniare un duplice ritorno: quello delle famiglie magnatizie alla vita cittadina nel corso del secolo preso in considerazione, e quello dell'autrice alla vocazione di storica della politica fiorentina, della quale padroneggia con perizia rara le fonti. Nel corso del Duecento, nonostante la loro straordinaria prosperita' economica, le citta' comunali erano assillate da una grave instabilita' politica. Gli imprenditori raggruppati nelle Arti avevano faticato ad affermare i loro diritti politici strappando l'egemonia cittadina alle famiglie dell'aristocrazia. Verso la fine del secolo, questi gruppi di "magnati" erano stati, almeno formalmente, cacciati dal governo cittadino; si era anzi stabilita una legislazione antimagnatizia durissima, che ordinava per chi fosse stato dichiarato "magnate" la sostanziale interdizione dai pubblici uffici. La legislazione antimagnatizia si era rivelata pero' inadeguata. Molte famiglie di magnati, infatti, erano troppo ricche, potenti e provviste di amicizie fuori dell'ambito urbano per venire emarginate da provvedimenti legislativi. Inoltre, la legislazione antimagnatizia non definiva con sicurezza i "magnati". Essi erano in genere coloro che si fregiavano del titolo di cavaliere e conducevano vita nobiliare, ma nessuna di queste caratteristiche corrispondeva a un livello socio-economico preciso: vi erano famiglie di condizione magnatizia che avevano poche disponibilita' economiche, e famiglie popolane che conducevano - grazie al patrimonio e alle relazioni - vita da nobili. Non e' quindi casuale che la prima delle tre parti del libro, intitolata "Circoscrivere, definire", interpreti la definizione legale di "magnate", cogliendone le sfumature all'interno della realta' fiorentina e del contado. La seconda, "Controllare", indaga attraverso quali meccanismi il Comune escludeva e reintegrava le famiglie magnatizie nella vita pubblica; la rinuncia all'arme araldica e ai legami di lignaggio erano condizione essenziale, ma non sufficiente perche' la reintegrazione avvenisse. Tuttavia, nella terza sezione, "Adattarsi, inserirsi", emerge come si trattasse in fondo di una finzione legale sotto la quale restava vivo il senso del lignaggio originario: nel corso del Quattrocento, cambiate le condizioni politiche con la criptosignoria dei Medici, alcune fra le famiglie magnatizie tornarono a ricoprire incarichi con i nomi tradizionali. In conclusione, Ritorno alla politica non e' solo il racconto di un secolo di svolta nella vita di Firenze, ma anche una riflessione sulle forze profonde che, in una prospettiva di antropologia storica, condizionano la politica. 15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 16. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 789 del 13 aprile 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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