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Minime. 784
- Subject: Minime. 784
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 8 Apr 2009 02:13:53 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 784 dell'8 aprile 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Solidarieta' 2. Campagna di obiezione alle spese militari: Disponibile la guida 2009 e il modulo per l'adesione 3. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 4. Una proposta di ordine del giorno ai Comuni, le Province e le Regioni fedeli allo stato di diritto e all'umanita' 5. Alcune cose che occorre fare subito contro il razzismo 6. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord 7. Pierpaolo Ascari presenta "La parte oscura di noi stessi" di Elisabeth Roudinesco 8. Marco Dotti presenta "Il furore di Dio" di Peter Sloterdijk 9. Franco Lolli presenta "La mano nel cappello" di Angelo Villa 10. Armando Torno presenta recenti libri di e su Hegel 11. Benedetto Vecchi presenta "Il capitalista egoista" di Oliver James 12. Letture: Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne 13. Letture: Christine Jordis, Gandhi 14. Letture: Martha C. Nussbaum, Giustizia e aiuto materiale 15. Riedizioni: Artemidoro, Il libro dei sogni 16. Riedizioni: Simone de Beauvoir, Quando tutte le donne del mondo... 17. Riedizioni: Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Fenomenologia dello spirito 18. Riedizioni: Martin Lutero, Scritti religiosi 19. Riedizioni: Tiziano Terzani, Fantasmi 20. La "Carta" del Movimento Nonviolento 21. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. SOLIDARIETA' Ogni sforzo deve essere esercitato per soccorrere le vittime del terremoto. Per informazioni utili ed indicazioni pratiche segnaliamo i siti della Caritas (www.caritasitaliana.it) e della Protezione civile (www.protezionecivile.it). 2. APPELLI. CAMPAGNA DI OBIEZIONE ALLE SPESE MILITARI: DISPONIBILE LA GUIDA 2009 E IL MODULO PER L'ADESIONE [Dal Centro nazionale di coordinamento della Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la Difesa popolare nonviolenta (c/o Lega Obiettori di Coscienza, via M. Pichi 1, 20143 Milano, tel. e fax: 0258101226, e-mail: locosm at tin.it, sito: www.osmdpn.it) riceviamo e diffondiamo] Anche quest'anno invitiamo ad aderire alla campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la Difesa popolare nonviolenta per l'anno 2009. E' disponibile la guida 2009 ed il modulo d'adesione. Per maggiori informazioni o richieste di materiale: Centro nazionale di coordinamento della Campagna Osm-Dpn c/o Lega Obiettori di Coscienza, via M. Pichi 1, 20143 Milano, tel. e fax: 0258101226, e-mail: locosm at tin.it, sito: www.osmdpn.it 3. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il seguente appello] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promoz ione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 4. INIZIATIVE. UNA PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO AI COMUNI, LE PROVINCE E LE REGIONI FEDELI ALLO STATO DI DIRITTO E ALL'UMANITA' [Riproponiamo il seguente appello] Egregi Sindaci ed egregi Presidenti delle Province e delle Regioni, egregi consiglieri comunali, provinciali e regionali, vi proponiamo di porre all'ordine del giorno di sedute straordinarie convocate ad hoc delle assemblee deliberative delle istituzioni di cui fate parte la seguente proposta di ordine del giorno. A nessuno sfugge la gravita' dell'ora. Un cordiale saluto, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 11 marzo 2009 * Proposta di ordine del giorno Premesso che alcune disposizioni del cosiddetto "pacchetto sicurezza" promosso dal governo con successivi decreti e disegni di legge tuttora all'esame del Parlamento sono in flagrante contrasto con principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, dello stato di diritto, dell'ordinamento democratico, della civilta' giuridica, della Dichiarazione universale dei diritti umani; Il consiglio comunale (provinciale, regionale) di ... invita il Parlamento a respingere le proposte di provvedimento palesemente razziste ed incostituzionali. 5. INIZIATIVE. ALCUNE COSE CHE OCCORRE FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO [Riproponiamo il seguente appello] Proponiamo che non solo le persone di volonta' buona, non solo i movimenti democratici della societa' civile, ma anche e in primo luogo tutte le istituzioni fedeli allo stato di diritto, alla legalita' costituzionale, all'ordinamento giuridico democratico, si impegnino ora, ciascun soggetto nell'ambito delle sue peculiari competenze cosi' come stabilite dalla legge, al fine di contrastare l'eversione razzista che sta aggredendo il nostro paese. Ed indichiamo alle persone, ai movimenti ed alle istituzioni democratiche alcune iniziative necessarie ed urgenti. * 1. Respingere le proposte palesemente razziste, eversive ed incostituzionali del cosiddetto "pacchetto sicurezza". * 2. Adottare un programma costruttivo per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani: a) provvidenze di accoglienza a livello locale, costruendo sicurezza per tutte le persone nell'unico modo in cui sicurezza si costruisce: nella solidarieta', nella legalita', nella responsabilita', nell'incontro, nell'assistenza pubblica erogata erga omnes; b) cooperazione internazionale: poiche' il fenomeno migratorio evidentemente dipende dalla plurisecolare e tuttora persistente rapina delle risorse dei paesi e dei popoli del sud del mondo da parte del nord, occorre restituire il maltolto e cooperare per fare in modo che in nessuna parte del mondo si muoia di fame e di stenti, che in nessuna parte del mondo vigano regimi dittatoriali, che in nessuna parte del mondo la guerra devasti l'umanita', che in nessuna parte del mondo i diritti umani siano flagrantemente, massivamente, impunemente violati; c) regolarizzazione di tutti i presenti nel territorio nazionale ed interventi normativi ed operativi che favoriscano l'accesso legale nel paese; d) riconoscimento immediato del diritto di voto (elettorato attivo e passivo) per tutti i residenti; e) lotta alla schiavitu' ed ai poteri criminali locali e transnazionali che la gestiscono e favoreggiano. * 3. Aprire un secondo fronte di lotta per la legalita' e contro il razzismo, con due obiettivi specifici: a) dimissioni del governo golpista e nuove elezioni parlamentari; b) messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. 6. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA DENOMINATA LEGA NORD [Riproponiamo il seguente appello] Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord Egregi Presidenti, ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e' riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile. Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo, sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati. Con osservanza, Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 27 febbraio 2009 7. LIBRI. PIERPAOLO ASCARI PRESENTA "LA PARTE OSCURA DI NOI STESSI" DI ELISABETH ROUDINESCO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 7 gennaio 2009 col titolo "Intrecci morbosi tra dolore e desiderio" e il sommario "Panorama sulle perversioni di Elisabeth Roudinesco"] Elisabeth Roudinesco, La parte oscura di noi stessi, Angelo Colla Editore, pp. 183, euro 18. * La storia istituzionale delle perversioni termina nel 1987, quando sulle carte dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' vengono rimpiazzate dal termine apparentemente piu' innocuo di parafilie. Il circo di feticisti, travestiti, esibizionisti, guardoni, sadici e necrofili che nell'Ottocento si sono esibiti al seguito della donna isterica, dell'omosessuale e della masturbazione infantile, a beneficio di una scienza medica in cerca di prove che con le statue viventi di Charcot toccano il limite della vera e propria messa in scena, si trasferisce cosi' dal piano tutt'altro che risolto delle mostruosita' a quello, sensibilmente piu' circoscritto, delle preferenze sessuali. E' qui, del resto, al colmo dell'edulcorazione e del confinamento, che la modernita' sembra aver orientato il proprio rapporto con le tortuosita' del desiderio, per ridurne le detonazioni a un godimento piu' o meno conforme. Ma molto tempo prima che le imprese dei libertini e l'opera del marchese de Sade le situassero al di la' di uno spioncino e le consegnassero allo sguardo equivoco del sapere psichiatrico, qualcosa di simile alle perversioni si poteva manifestare nell'autolesionismo dei mistici o nella fede dei martiri, imponendo un movimento circolare allo schema che oppone la conformita' all'abiezione. A voler rendere il ragionamento ancora piu' disinibito, poi, bisognera' osservare che una volta sganciato dal vincolo assoluto della pornografia o della psicopatologia sessuale, il discorso delle perversioni non abbandona il campo delle difformita', ma lo amplifica fino alle ipotesi di tangenza tra la vita dei santi e la vita, per dirne una, dei pedofili. L'unico ausilio che in questo territorio e' possibile ottenere dall'intervento della legge, dell'etica o della morale consiste nel separare il dolore inferto agli altri dal dolore procurato a se stessi, un dolore differente ma pur sempre voluto. Ed e' questa, dell'implicazione del dolore nell'economia del desiderio e di un godimento illimitato associato al male e alla morte, la madre di tutte le perversioni che Elisabeth Roudinesco - psicanalista e accademica di Francia, allieva di Deleuze e biografa di Lacan - ha tentato di rintracciare nella sua recente storia dei pervertiti (La parte oscura di noi stessi, traduzione di Elisabetta Basso, Angelo Colla Editore). Una storia che sposta in secondo piano il problema relativo alla centralita' o meno delle infrazioni del codice sessuale, per restituire le metamorfosi della perversione al piu' indeterminato e ambivalente registro del guadagno di piacere. Il piacere spirituale delle mistiche nella loro ricerca della sofferenza di Cristo, ricavata dalla disarticolazione degli arti, dall'ingestione di materia fecale o dal supplizio, il piacere criminale degli assassini e il piacere istituzionale del nazismo e della subordinazione della ricerca scientifica alle pratiche di annichilimento della vita. E sono proprio il contegno di Adolf Eichmann davanti al tribunale che lo condannera' all'impiccagione, l'estasi dell'ufficiale delle SS che obbliga tre musicisti ebrei a eseguire un brano di Schubert un attimo prima di spedirli alle camere a gas, l'adorazione di Josef Mengele per i cani e in generale le simbiosi di criminalita', cultura e ragione che regolano il funzionamento del Terzo Reich a smascherare la filosofia della storia che, con l'arresto e l'internamento del marchese de Sade, si era proclamata insensibile e opposta a qualsiasi tentazione del male. Volendo trasferire la ricostruzione di Elisabeth Roudinesco nei termini della dialettica dell'illuminismo, allora, si potrebbe arrivare a sostenere che e' possibile parlare di perversione ogniqualvolta si assiste a un uso strumentale della ragione, ma non e' necessario trarre conclusioni tanto scolastiche per osservare la contemporaneita' con una certa inquietudine. Una volta accertata la presenza delle perversioni negli apparati di stato e nella mentalita' diffusa di chi lo amministra, infatti, che cosa rappresentano le parafilie di oggi se non il tentativo di dissociare le involuzioni del desiderio dalla sfera delle patologie di massa e delle rappresentazioni istituzionali della vita? E qual e' il rapporto che il desiderio, una volta rinchiuso nella fenomenologia delle preferenze sessuali, instaura per esempio con le guerre giuste, il fondamentalismo, le politiche securitarie, il feticismo della merce, il populismo, la devastazione ambientale, il sadomasochismo dei programmi televisivi o le tecniche di love bombing impiegate dai gruppi religiosi? E cosa comporta la dissimulazione di questo rapporto, come ne esce la dialettica tra il soggetto e la storia? A queste domande Elisabeth Roudinesco potrebbe rispondere alla fine del libro, nel capitolo intitolato "La societa' perversa", ma pur iscrivendo il modo di produzione capitalistico e il terrorismo nel registro dei pervertiti e restituendo cosi' al desiderio uno spettro piu' ampio di quello implicato dalle disposizioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', sacrifica lo sviluppo del suo argomento all'analisi della zoofilia, della pedofilia, del travestitismo e della queer theory, confermando la tendenza del guadagno di piacere, nel campo psicanalitico, a ricadere fatalmente nel dominio della genitalita'. Ed e' cosi' facendo che forse manca l'appuntamento con uno dei concetti piu' oscuri di Freud, quello di masochismo originario, vale a dire con l'ipotesi di una pulsione di morte originariamente diretta all'interno e anteriore a qualsiasi organizzazione genitale della sessualita'. Un concetto che emancipa il discorso delle perversioni dalla psicologia, che per alcuni versi lo espone ai rischi della metafisica, ma che una volta trasferito sul piano delle tensioni tra forma e vita puo' attrezzare una rappresentazione dell'uomo e della storia finalmente adeguata al riconoscimento della permanenza e dei guai causati dalla presunzione di padronanza del male. 8. LIBRI. MARCO DOTTI PRESENTA "IL FURORE DI DIO" DI PETER SLOTERDIJK [Dal quotidiano "Il manifesto" del 13 gennaio 2009 col titolo "Pamphlet. I monoteismi visti da Peter Sloterdijk. Intrecci con questioni di biopolitica globale"] Peter Sloterdijk, Il furore di Dio. Sul conflitto dei tre monoteismi, trad. di Paola Quadrelli, Raffaello Cortina editore, pp. 162, euro 18,50: * Rivolgetevi a due talmudisti e vi ritroverete con tre interpretazioni diverse. Una battuta che dice molto. Non a caso Peter Sloterdijk, che ama mischiare serieta', ironia e paradosso, la ricorda nel capitolo centrale del suo ultimo lavoro in ordine di traduzione. Un lavoro dedicato a quel fenomeno che, da almeno una decina d'anni, passa sotto il nome di "clash of monotheisms" e in qualche misura racchiude in se' il tema forse altrettanto controverso, ma di certo piu' trito e abusato dello "scontro di civilta'". La battuta sui talmudisti serve a Sloterdijk per introdurre un diverso piano del conflitto: quello fra interpretazioni e, soprattutto, fra intenzioni ed esiti delle interpretazioni all'interno di uno stesso canone religioso. Le interpretazioni, si chiede, possono essere considerate al pari di un farmaco per mitigare il furore religioso che sembra implicito nella nozione stessa di monoteismo? Possono, queste interpretazioni, dare corpo a quello che l'autore definisce un vero e proprio "addomesticamento dei monoteismi"? La nozione di "monoteismo" viene intesa qui in termini elementari e diretti, riferita in particolar modo alla portata "missionaria" e al "contenuto universalistico" delle tre religioni dell'unico Dio: ebraismo, cristianesimo e Islam. Sloterdijk tiene a precisare che il suo percorso nel campo, quanti altri mai minato, della sfera religiosa va inteso attenendosi (tutti: autore e lettori) a una sorta di "clausola di blasfemia", a un principio elementare di fraintendimento, quasi si fosse sempre in due, come i talmudisti gia' ricordati, ma le intepretazioni sfuggissero di mano, per numero, intensita' e specie. Questa "clausola di blasfemia" Sloterdijk la estrapola da un'affermazione di Jacques Derrida, secondo il quale "la guerra per 'l'appropriazione di Gerusalemme'e' oggi la guerra mondiale. Ha luogo dappertutto, e' il mondo". Pronunciata nella primavera del 1993, nel corso di una conferenza a Riverside, in California, l'affermazione appare a Sloterdijk troppo perentoria ma, in qualche misura, decisiva. "Premetto alle mie argomentazioni la dichiarazione di Derrida - scrive - non perche' la intenda come uno slogan programmatico quanto, piuttosto, perche' e' un segnale d'allarme che dirige la nostra attenzione su un luogo semantico e politico del mondo attuale particolarmente pericoloso, addirittura esplosivo". Allontanandosi non poco dalle intenzioni di Derrida, senza tuttavia cadere nel tranello di considerare il medio e il vicino oriente solo come luoghi in cui "tre escatologie messianiche" entrano in conflitto fra loro, Sloterdijk sviluppa un lungo, interessante percorso di riflessione sul fenomeno religioso, servendosi di alcune intuizioni del biologo e sociologo Hans Muelmann in tema di stress e ricordo sociale. Muelmann - e Sloterdijk con lui - considera le "civilta'" al pari di tante unita' autonome capaci di apprendimento i cui simboli e rituali - la cui "cultura" - e' determinata direttamente da grandi reazioni collettive a stress altrettanto grandi. L'ira mitica, il furore divino, l'autoafflizione mistica, la possessione e tutti quei contrassegni fisici "di fede" spesso estrema che Rudolf Otto faceva ricadere nella categoria del mysterium tremendum rientrerebbero invece in quella dello stress e dei meccanismi endogeni di reazione generati dalle esperienze limite, individuali e, soprattutto, collettive. La riflessione di Peter Sloterdijk si sposta quindi su quelle particolari forme di esperienza che, fin dal titolo, egli definisce del "furore di Dio", esperienze e forme caratterizzate dall'idea che i loro "attori" hanno di essere attraversati o abitati da una trascendenza e che, nel corso della storia, dalla Pesah ebraica passano attraverso fasi di riadattamento cristiano e giungono infine alla "prosecuzione dell'universalismo cristiano con mezzi non cristiani" tipico di alcune dittature del XX secolo. Eppure, conclude l'autore, "quella che sembrava essere una questione religiosa e' in realta' la ripetizione della questione sociale al livello di una biopolitica globale". Come venirne a capo, come trovare antidoti a vecchi, nuovi e nuovissimi fondamentalismi, e' tutta un'altra questione. 9. LIBRI. FRANCO LOLLI PRESENTA "LA MANO NEL CAPPELLO" DI ANGELO VILLA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 aprile 2009 col titolo "L'handicap mentale affrontato con dolce sapienza" e il sommario "Saggi. Un testo che affronta molti pregiudizi sociali"] Angelo Villa, La mano nel cappello. Psicoanalisi e handicap grave, Stripes edizioni. * La disabilita' mentale resta tuttora oggetto di una discriminazione sociale subdola e profonda che nessun tentativo di rassicurazione e di mistificazione orientato dalla demagogia si dimostra in grado di cancellare del tutto. Se da un lato, infatti, la cultura che si e' sviluppata in Occidente dopo i traumatici effetti del delirio eugenetico nazista, promuove a gran voce - ispirata dai principi illuministici delle pari opportunita' - l'integrazione nella comunita' del cosiddetto "diversamente abile", dall'altro, una vocazione cosi' nobile ed elevata si riduce troppo spesso alla semplice proclamazione di affermazioni di principio, vuote di contenuto e incapaci di superare l'indubbio livello "politico" che le anima. La marginalizzazione della disabilita' mentale all'interno del discorso sociale appare persino nello scarso interesse scientifico che le viene riservato. E la maggior parte dei pochi contributi sull'argomento propongono una visione del disabile mentale a dir poco discutibile, animati come sono da concezioni di stampo prevalentemente comportamentistico: ne viene fuori l'immagine di un essere umano incompiuto, lontano da "performances normali", dunque, da conformare il piu' possibile e per questo oggetto di interventi di "addestramento" tanto mortificanti per la persona disabile quanto eticamente non condivisibili per l'operatore che se ne occupa. Per chi da anni lavora in questo difficile campo clinico, la pubblicazione del libro di Angelo Villa, La mano nel cappello. Psicoanalisi ed handicap grave (Stripes Edizioni) rappresenta la dimostrazione inconfutabile della possibilita' di affrontare un argomento complesso come questo tenendo insieme tre elementi, generalmente esclusi: l'attenzione scrupolosa al dettaglio clinico, la centralita' della dimensione unica ed irripetibile del "soggetto", che eccede quella del "malato", la singolarita' della proposta terapeutica. Villa si preoccupa di non perdere mai di vista la dignita' della persona, per quanto offesa dalla gravita' della patologia, e di non cedere alla tentazione di far precipitare frettolosamente la propria ricerca su indicazioni di cura preconfezionate. Ma La mano nel cappello e' anche un testo critico che punta a mettere in discussione alcuni luoghi comuni, tentando cosi' di smantellare una certa retorica che inquina il discorso sull'handicap. Villa ne porta un esempio riferendo di un cartello affisso sulla porta di ingresso di una cooperativa, dove sta scritto "L'altro e' come me". La frase sembra appellarsi al superamento delle differenze e, com'e' ovvio, vorrebbe essere politicamente corretta, incontestabile nel clima culturale attuale che proclama a gran voce il valore della solidarieta'. Ma Angelo Villa legge in questa frase una intenzione nascosta: "L'estensione all'altro dell'amor proprio lo sopprime nella sua alterita', lo reingloba nel circolo virtuoso, o quanto meno ritenuto tale, di quel sentimento che il disabile pareva minare. Quasi per decreto, l'altro e' destituito della sua diversita'". E poco oltre: "L'altro pare accettato nella misura in cui e' prodotto come un duplicato. Un doppio inesistente fatto a immagine e somiglianza del creatore. E' come lui, nient'altro che lui. E' questa la condizione perche' l'altro, non piu' altro, possa essere amato?". Le riflessioni di Villa sovvertono, in questo modo, il senso comune, denunciano falsificazioni e promuovono un ribaltamento della prospettiva che modifica la posizione del lettore, costringendolo a una presa di coscienza, sebbene tardiva. Il libro, che si avvale di una mirabile prefazione di Silvia Vegetti Finzi, si conclude con l'invito a utilizzare il riso, il piacere, una sorta di leggerezza nell'affrontare i problemi che la disabilita' presenta. E invita a proporsi come un "compagno che asseconda gli imprevisti, segue gli inciampi o i progressi, sta al passo con le programmazioni che non decollano o che, forse, non riescono a tenere il ritmo che le istruzioni dei 'normali' vorrebbero imporre per emancipare e rendere autonomi gli 'handicappati'". 10. LIBRI. ARMANDO TORNO PRESENTA RECENTI LIBRI DI E SU HEGEL [Dal "Corriere della sera" del 4 aprie 2009 col titolo "E Dostoevskij pianse su Hegel"] Hegel, sempre Hegel. Mentre le Edizioni di storia e letteratura ristampano in due volumi la Fenomenologia dello spirito (pp. 432, euro 19; pp. 320, euro 15) nella classica traduzione di Enrico De Negri, giacche' - nota nel saggio introduttivo Giuseppe Cantillo - resta "un significativo documento della cultura filosofica italiana del Novecento", Laterza propone in linea con la piu' attenta ricerca hegeliana una nuova versione delle Lezioni sulla storia della filosofia, scegliendo il corso berlinese del 1825-'26 (pp. 698, euro 38). Ma la vera curiosita' sul filosofo tedesco e' l'aureo libretto dell'ungherese Laszlo F. Foldenyi, Dostoevskij legge Hegel in Siberia e scoppia a piangere (Il Melangolo, pp. 64, euro 8). In esso il sommo russo e' soldato semplice a Semipalatinsk, dopo quattro anni di lavori forzati. Qui si accorse, studiando appunto Hegel, di non far parte del firmamento felice che popola l'Inno alla Gioia di Schiller. Cosa fece? Verso' lacrime, penso' di ribellarsi. La dialettica spiegava tutto, ma i giorni passavano tra sofferenza e pianto; capiva il mondo e le anime, ma non trovava ragioni per sorridere. 11. LIBRI. BENEDETTO VECCHI PRESENTA "IL CAPITALISTA EGOISTA" Di OLIVER JAMES [Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 aprile 2009 col titolo "Frammenti critici. Il virus del capitalista egoista"] Negli ormai innumerevoli scaffali dedicati al capitalismo contemporaneo questo saggio dello psicologo Oliver James occupa sicuramente il posto che spetta alle analisi che non pretendono di fornire un'analisi esaustiva della realta' indagata. E tuttavia come tutti gli studi interessati a sondarne solo un frammento ha il pregio di esemplificare tendenze profonde delle societa' capitaliste. Oliver James e' infatti convinto che lo stress emotivo non e' da considerare una manifestazione di disagio individuale, quanto l'espressione di un mutamento antropologico che ha caratterizzato le societa' industrializzate dalla seconda meta' del Novecento ai nostri giorni. Il capitalista egoista (Codice edizioni, pp. 150, euro 18) di cui scrive James non e' infatti una figura idealtipica, ma un virus che lentamente si e' diffuso nel corpo sociale fino a "infettarlo" completamente. Un virus che spinge uomini e donne a consumare, a lottare per il successo, la fama, ad "avere invece di essere", come scrive piu' volte, facendo riferimento agli studi di Erich Fromm sulla psicoanalisi del capitalismo affluente. Con un significativo apparato di tabelle e grafici, lo studioso inglese mostra come l'infelicita', l'anomia, la depressione, la paura di essere messi ai margini siano diventati i sentimenti che caratterizzano la vita sociale. Sentimenti "malati", sostiene lo studioso, che hanno come cura il consumo di merci sempre piu' deperibili e tuttavia impregnati di significati simbolici che vanno ben al di la' del loro valore d'uso. E tanto piu' uomini e donne consumano, tanto piu' aumenta lo stress, perche' il rito del consumo attenua i sintomi, ma non cura le cause dello stress emotivo. L'universo di infelicita' messo in evidenza da James coinvolge trasversalmente tutte le classi sociali. Dal manager al colletto bianco, dal broker all'operaio tutti sono colpiti dagli stessi sintomi. L'autore tuttavia introduce una distinzione: chi deve fare i conti con il regno della necessita' e' affetto da "materialismo della sopravvivenza"; chi ha invece soddisfatto i bisogni primari e' in preda al "materialismo del superfluo"; allo stesso tempo chi vive in una metropoli e' sottoposto a una pressione psicologica che rende l'esistenza quasi insopportabile, mentre chi vive in campagna e' meno propenso a farsi avvolgere nelle spire della "vita moderna". L'analisi del "capitalista egoista" e' permeata da molte ingenuita' e da una sorta di invito alla frugalita', a una "decrescita" che guarda con sospetto qualsiasi propensione al consumo. Ma non sono queste ingenuita' che rendono piacevole la lettura del volume. La parte piu' interessante e' quella in cui analizza la trasmigrazione del pensiero darwiniano attorno l'evoluzione al pensiero politico e economico. Il "capitalista egoista", infatti, e' legittimato dal principio che solo i piu' forti, i piu' meritevoli, i piu' cinici, i piu' opportunisti hanno la possibilita' di adattarsi a un ambiente competitivo e di risorse scarse. Piu' o meno come recita la vulgata evoluzionista attorno alla selezione delle specie. Soltanto che James mette in rilievo una contraddizione: gli studiosi di Charles Darwin sono generalmente simpatizzanti per teorie politiche incentrate sulla triade "liberta', uguaglianza, fraternita'", mentre il darwinismo e' stato uno dei potenti dispositivi culturali che ha legittimato politiche neoliberiste dove non c'e' spazio ne' per la fraternita' ne' tantomeno per l'ugualitarismo. L'uso delle teorie darwiniane da parte dei sostenitori del "capitalismo egoista" e' stato efficace perche' considerava il capitalismo un fatto naturale e non un prodotto sociale, e quindi transitorio, della vita in societa'. E' su questo crinale che si addensano le pagine piu' riuscite del saggio, laddove l'autore parla appunto delle psicopatologie che dilagano oltrepassando i confini invisibili ma tuttavia ferrei tra le classi sociali, le etnie, i generi sessuali. Psicopatologie che vengono curate attraverso l'operato dei media, che come novelli apprendisti stregoni riescono a persuadere uomini e donne a consumare; oppure con la diffusione di farmaci e antidepressivi che rendono tollerabile l'inferno dove si vive. La storia della "lineare" diffusione del "capitalista egoista" che l'autore propone sarebbe ben diversa se fosse stata evocata la quantita' di violenza necessaria affinche' potesse propagarsi. L'autore ricorda solo l'aumento dei disturbi mentali dopo l'inizio della guerra in Iraq. Effetto collaterale di quella produzione di paura e incertezza a mezzo di propaganda che ha comunque ridimensionato le forme di resistenza che pure si erano manifestate. Una piccola scommessa e' d'obbligo: la crisi attuale fermera' il virus del "capitalista egoista"? Domanda non peregrina, visto che la paura, l'insicurezza e il culto dei "migliori" continuano ad essere il vangelo delle societa' contemporanee. 12. LETTURE. PIERANNA GARAVASO, NICLA VASSALLO: FILOSOFIA DELLE DONNE Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. VIII + 170, euro 10. Un'agile monografia introduttiva (dallo stile sovente eccessivamente brillante, che non piace ai vecchi barbogi come chi scrive queste righe), ricca di preziose proposte, con un'utile bibliografia. Un libro la cui lettura raccomandiamo. 13. LETTURE. CHRISTINE JORDIS: GANDHI Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli, Milano 2008, pp. 256, euro 12. Una nuova biografia di Gandhi, utile per una prima introduzione; alcune interpretazioni meriterebbero una discussione e un approfondimento. Suggeriremmo di leggere questo libro tenendo comunque costantemente presenti (per opportuni confronti ed eventuali chiarificazioni) almeno le recenti biografie di Judith M. Brown e di Yogesh Chadha, e gli altrettanto recenti volumi di Dennis Dalton, di Fulvio Cesare Manara e di Giuliano Pontara (oltre, naturalmente, alla ormai classica biografia di B. R. Nanda, all'autobiografia gandhiana e alla fondamentale antologia italiana Teoria e pratica della nonviolenza). 14. LETTURE. MARTHA C. NUSSBAUM: GIUSTIZIA E AIUTO MATERIALE Martha C. Nussbaum, Giustizia e aiuto materiale, Il Mulino, Bologna 2008, pp. 110, euro 9. Il titolo originale di questo breve saggio dell'illustre filosofa americana e' "Doveri di giustizia, doveri di aiuto materiale. La problematica eredita' di Cicerone", giacche' utilizza il riferimento al De officiis ciceroniano per una disamina della tradizione dominante nel campo di un'etica che affronti le decisive questioni politiche globali odierne. Sorprendera' il lettore italiano sia la sopravvalutazione di Cicerone come filosofo, sia l'infierire un po' maramaldo su alcune aporie del filosofare di Marco Tullio (grande politico e grande retore, ma quando scrive di filosofia avverti sempre un intento altro, e il peso della sua storia e della sua collocazione e della sua lotta finanche nelle sue successive vicende e tattiche). Un libriccino da leggere; ed ovviamente condivisibile la proposta dell'autrice: parimenti universali - e in definitiva omogenei e non fratturabili - i doveri di giustizia e i doveri di aiuto materiale verso l'umanita' intera. 15. RIEDIZIONI. ARTEMIDORO: IL LIBRO DEI SOGNI Artemidoro, Il libro dei sogni, Rizzoli-Rcs, Milano 2006, 2009, pp. 688, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). Con un'introduzione di Guido Guidorizzi, testo greco a fronte, traduzione e note di Angela Giardino. Chi si rivede, quell'Artemidoro di Daldi che leggemmo con felicita' e stupefazione quando eravamo giovani nella traduzione cinquecentesca di Pietro Laurio Modonese (riproposta nella Bur nel '75 con le incisioni di Giovanni Pierio Valeriano e un'introduzione di Cesare Musatti), e che in questa nuova edizione e' possibile apprezzare anche nella sonorita' e nella sintassi del testo greco. 16. RIEDIZIONI. SIMONE DE BEAUVOIR: QUANDO TUTTE LE DONNE DEL MONDO... Simone de Beauvoir, Quando tutte le donne del mondo..., Einaudi, Torino 1982, 2006, pp. IV + 186, euro 9,50. E' sempre appassionante rileggere questa raccolta di scritti, conferenze, interviste, interventi per i diritti delle donne degli anni '60 e '70 della grande intellettuale e militante autrice del Secondo sesso. 17. RIEDIZIONI. GEORG WILHELM FRIEDRICH HEGEL: FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Fenomenologia dello spirito, Rcs-Bompiani, Milano 2006, 2009, pp. 728, euro 14,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). A cura di Vincenzo Cicero, con una presentazione di Silvano Tagliagambe. Tra le altre cose, uno dei piu' bei romanzi dell'Ottocento. E uno dei libri che, se superi la fatica dell'impossibile prosa hegeliana, ti affascina per sempre. 18. RIEDIZIONI. MARTIN LUTERO: SCRITTI RELIGIOSI Martin Lutero, Scritti religiosi, Utet, Torino 1967, Mondadori, Milano 2009, pp. 738, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). A cura di Valdo Vinay, un'ampia e rappresentativa raccolta di scritti di Lutero. 19. RIEDIZIONI. TIZIANO TERZANI: FANTASMI Tiziano Terzani, Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia, Longanesi, Milano 2008, Tea, Milano 2009, pp. 380, euro 10. A cura e con una rilevante introduzione di Angela Terzani Staude gli scritti del grande giornalista sulla Cambogia. Un libro da leggere. In quarta di copertina questo persuasivo giudizio di Gherardo Colombo: "Terzani percorre tutte queste vicende con grande partecipazione verso chi soffre e immensi interrogativi su giusto e ingiusto; ci fa vedere come dal male non possa che nascere il male". 20. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 21. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 784 dell'8 aprile 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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